Ramen e rancore

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22:14 Koharu:
  [Chiosco di Ramen] La pioggia cade incessante su Kagegakure. Il ticchettio delle gocce riempie le orecchie, mentre qualche lampo in lontananza illumina il cielo coperto dalle fitte nubi cariche di acqua. Il riflesso dei lampioni è visibile attraverso le gocce che cadono e anche sulle pozzanghere formate sul terreno. In mezzo alle strade semideserte di Konoha è possibile scorgere una piccola sagoma che zompetta a passo sostenuto, ma soave e ben cadenzato, con un ombrellino per ripararsi dalla pioggia che incombe sul villaggio. È la piccola Otsutsuki che, candida come sempre, si sta dirigendo al Chiosco di Ramen. Strana circostanza, ma essendo uscita tardi dall’archivio non avrà una cena che la aspetta alla sede del clan, essendo oltre l’orario prestabilito, per cui ha ben pensato di provare una volta qualcosa di diverso. Non sia mai che la piccola si lasci andare col cibo, lei deve essere sempre in tiro e in forma, ma per questa occasione evidentemente ha pensato che fosse più che lecito. La piccolina indossa un cappotto bianco con i bordi neri che la copre da metà collo fino a metà coscia. Sotto il cappotto, è possibile scorgere dei leggins neri e degli stivaletti neri e bianchi senza tacco. Le maniche le arrivano fino alla metà dei palmi delle mani, mentre la folta chioma bianca è raccolta in una coda alta da un elastico nero. Nella mano destra regge un ombrellino bianco per ripararsi dall’acqua che sta cadendo dal cielo. Chi la vedesse aggirarsi per le strade a quell’ora, con tutto quel bianco che va ad accentuare la carnagione più che pallida tipica del suo clan di appartenenza, penserebbe che si tratti di un fantasma. Gli occhi di ghiaccio della piccolina si posano sugli edifici che costeggiano la strada, alla ricerca del chiosco di ramen di Ichiraku, la cui fama lo rende noto praticamente in tutti i distretti del villaggio. La piccolina, bazzicando soprattutto per Kusa, non è avvezza a queste strade e per questo tiene gli occhi bene aperti. Quando poi nota un piccolo locale con le luci accese e l’insegna, la ragazza abbandona la strada per entrare con passo deciso dentro il chiosco, chiudendo dietro di sé l’ombrellino e poggiandolo all’ingresso. <Buonasera…> direbbe con il suo solito soffio di vento gelato che si ritrova come voce, flebile, al cameriere, posando i suoi occhioni azzurri di ghiaccio su di lui <… vorrei ordinare una porzione di ramen classico.> aggiungerebbe poi, con voce fredda, secca, decisa ma con un tono decisamente basso. Andrebbe poi a slacciarsi il cappotto e a poggiarlo su un manichino, rimanendo con un vestitino bianco dai dettagli neri che le arriva fino a poco sotto il sedere, con le maniche sempre lunghe che le arrivano fino alla metà dei palmi e una scollatura che lascia in parte intravedere il suo pallido e prosperoso seno, ma sempre molto sobrio e composto. Seduta, aspetta che il suo piatto sia pronto. Sul braccio sinistro, è possibile notare avvolto il coprifronte di Kusa per mezzo di un nastro nero.

22:15 Kashirama:
  [Ichiraku] Pioggia. Sempre e solo pioggia. Ormai il tempo atmosferico non era più in grado di offrire nulla che non fosse gocce d’acqua da rovesciare a secchiate sulla popolazione e sebbene a Kashirama non dispiace l’aria fresca portata dal temporale, la situazione stava iniziando a degenerare e a dargli un po’ sui nervi. Quella sera il Senjuu ha scelto di andare a cenare al sempre famoso chiosco di ramen vicino al suo villaggio, Ichiraku; la decisione è stata influenzata dal fatto che il moro, qualche ora prima, ha ritenuto necessario allontanarsi per un po’ di tempo dal dojo del suo clan e la sera, periodo in cui il luogo è relativamente più affollato, è decisamente l’orario ideale. Per l’ultimo pasto di questa giornata non del tutto positiva, il giovane indossa vestiti abbastanza consoni per il freddo che caratterizza l’aria circostante: alla vita è legato un porta oggetti con all’interno il coprifronte del Villaggio della Foglia, le lunghe gambe muscolose sono coperte da un leggermente largo pantalone della tuta marrone scuro felpato le cui estremità elasticizzate si chiudono alle caviglie, la parte superiore del corpo è fasciata da una maglia pesante a collo alto colore verde foresta che copre tutta la figura maschile fino a poco sotto il mento; i capelli scuri e un po’ bagnati sono raccolti in uno chignon che lascia libero il volto caratterizzato dalla perenne abbronzatura cosparsa di lentiggini mentre i passi abbastanza celeri sono caratterizzati da delle semplici scarpe di pelle nera, stesso colore della giacca bombata che tiene maggiormente al caldo il busto del Senjuu. Gli occhi ambrati sono fissi sull’insegna luminosa che gli segnala il suo arrivo alla destinazione abituale; con un piccolo sorriso soddisfatto il moro supera così la soglia e si avvicina a dove è situato il proprietario per salutarlo con un sorriso gentile ed un educato < Buonasera signore > e subito dopo, toltosi la giacca di dosso, il nome della pietanza tanto amata che vuole ordinare fuoriesce dalle labbra riscaldate dalla temperatura dell’ambiente < Il vostro ramen migliore per favore > la richiesta è accompagnata da un’espressione pacata che probabilmente scomparirà di lì a poco dato che il Senjuu non ha notato di trovarsi relativamente vicino alla ragazza su cui qualche giorno prima ha vomitato… Ops…

22:25 Koharu:
  [Chiosco di Ramen] Mentre la ragazzina osserva il proprietario che si appresta a preparare la sua cena, la ragazzina è assorta nei suoi pensieri. I ricordi le tornano alla mente, tra cui spicca in particolare il piacevole ricordo di quando fu convocata dal capoclan per sostenere la Prova, sbloccò l’innata ed entrò ufficialmente a far parte del clan Otsutsuki. Praticamente l’unico dei bei ricordi degli ultimi mesi, in quanto tra la litigata con la sorellastra e altre faccende poco carine non è successo nulla di speciale. In particolare, la piccolina è ancora scandalizzata per quello che ha fatto alla serata all’Ochaya. Fortunatamente essendo sua madre ultimamente non così tanto presente nella sua vita, la sua indipendenza le ha permesso di non subire ramanzine o altro, anche se ne sarebbe comunque contenta essendo la piccola una tipa che di solito non è avvezza al divertimento. Oltre a come si è combinata quella sera, non potrà di certo mai scordarsi cosa significhi farsi una doccia con il vomito di un’altra persona. Ha passato circa due giorni a lavarsi incessantemente al fine di togliere da sé tutti gli ipotetici residui della parziale digestione di liquidi e solidi che quel tizio le ha rigurgitato addosso da una scalinata. Praticamente, Kashirama è diventato il suo nemico giurato numero uno. E non fa in tempo neanche a pensare al diavolo, che spuntano subito le corna. I pensieri della piccolina vengono interrotti dall’ingresso di un altro individuo nel chiosco. Di primo acchito, la ragazzina non distoglie lo sguardo da davanti a sé. Quando quel ragazzo alto, decisamente più alto di lei, come tutti del resto, prende poi posto accanto alla piccola, la ragazza poggia di sfuggita gli occhioni di ghiaccio su di lui. Basta un attimo che ella si renda conto che accanto a lei c’è proprio l’esecutore materiale del suo omicidio morale, Kashirama. Proprio quella sera in cui lei non avrebbe voluto parlare e interagire più con nessuno, ecco che la tempesta di neve dentro di lei imperversa come non mai, diventando bufera. <Mi scusi, può gentilmente incartare la mia porzione? Credo che la mangerò da un’altra parte…> sospira la ragazza con tono di voce calmo, ma aggressivo più che mai. <E porti anche una bacinella a questo energumeno, che potrebbe tingerle tutto il locale da cima a fondo> aggiunge poi la ragazza, mentre si alza per riprendere il suo ombrellino. Questa volta, si rivolge direttamente a Kashirama <…adesso io aprirò questo ombrello per proteggermi, ma se devi di nuovo inzupparmi come hai fatto l’altra sera…> la via della calma sembrava la via seguita dalla piccola, ma il ricordo si fa sempre più acceso in lei <SE DEVI INZUPPARMI DI NUOVO COME HAI FATTO L’ALTRA SERA BRUTTO IDIOTA GUARDA DALL’ALTRA PARTE, HAI CAPITO?> sbotta la ragazza. Di solito riesce a mantenere la calma, ma la ferita è ancora fresca.

22:39 Kashirama:
  [Ichiraku] Allontanandosi un momento dalla sua posizione attuale e dando le spalle al bancone, il ragazzo, dopo averle dato una scrollata per fare cadere le gocce di pioggia rimaste attaccate al tessuto, va a posare la giacca nera su un manichino lì vicino appendendola per il cappuccio. Si volta quindi verso il personale dietro al bancone e, avvicinandosi nuovamente, decide di iniziare una breve conversazione con il proprietario sul tempo atmosferico < C’è veramente un tempo terribile oggi vero? Chissà quando si deciderà di smettere… >. Ascoltando la risposta dell’uomo e replicando a sua volta con un tono di voce sempre pacato, il Senjuu poggia la mano sullo che si trova più vicino a lui e dopo averlo leggermente spostato indietro per fare spazio alla sua figura effettivamente troppo grande per quel poco posto che c’era. Sedutosi con leggerezza sul sedile di legno porta i piedi all’altezza delle barre di metallo parallele al terreno dietro le sue gambe per appoggiarci una parte del proprio peso; l’attesa per la pietanza ordinata diventa sempre più intrepida a causa del profumo che deriva da dietro al bancone e che giunge alle narici del moro il quale, dopo aver inspirato una profonda boccata d’aria per respirare maggiormente quella delizia, sussulta all’udire una voce femminile proveniente dalla sua destra. Gli occhi color dell’oro scattano subito in direzione della sorgente delle parole e poco dopo si spalancano sorpresi nel vedere la figura femminile accanto a lui… Proprio oggi che gli anziani del clan gli hanno fatto la ramanzina per il suo comportamento di qualche sera prima, a loro dire poco appropriato, il giovane si ritrova nello stesso locale della persona su cui aveva riversato letteralmente il contenuto gastrico di una serata. < Oh… oh kami! > l’esclamazione sfugge dalle labbra di Kashirama la cui espressione è basita e che, muovendosi leggermente sullo sgabello per assumere una posizione più eretta ed elegante, cerca di riacquistare un minimo di dignità alle parole sgarbate e irate della ragazza…però effettivamente chi può biasimarla? < No per favore, mi dispiace, ma non andartene solo perché ci sono io! > lo sguardo si posa così sul coprifronte della ragazza differente dal suo < fa veramente freddo fuori e sarebbe un peccato rischiare di raffreddare il ramen uscendo con questo tempo… mi sento già in colpa per la sera scorsa, non desidero avere la possibilità di rovinarti anche un’ottima cena… > le parole sono leggermente affrettate ed il tono è un po’ più allarmato e ansioso del solito, un mezzo sorriso imbarazzato è stampato sul volto del Senjuu il quale portando una mano dietro la nuca inizia a grattarsi il collo per il disagio in cui si trova.

22:57 Koharu:
  [Chiosco di Ramen] La piccolina di solito è aggressiva, ma pacata. Sono poche le cose che la fanno imbestialire sul serio, ma se per sbaglio la sporchi è finita. Se poi sono dei gustosi succhi gastrici a sporcarla il danno è profondo. Di fronte alle sue parole di odio, però, la ragazza trova un ragazzo dall’aria bonaria e disposto alla via diplomatica per riappacificarsi. Potrebbe essere l’inizio del recupero, ma la ragazza non ha avuto modo di sfogarsi a dovere con Kashirama e quindi ci potrà volere un po’ per esaurire il rancore che la piccola ha covato dentro di sé nei giorni successivi alla serata. <AH TI DISPIACE SE MI SI RAFFREDDASSE LA CENA?> urla la piccolina, mentre chiude l’ombrello e si siede di nuovo al bancone <PERÒ NON TI È DISPIACIUTO RIGURGITARE SU DI ME TUTTO QUELLO CHE HAI MANGIATO E BEVUTO L’ALTRA SERA> prosegue la ragazza, in preda all’impeto. Respira profondamente distogliendo i suoi occhi di ghiaccio dal Senjuu, per recuperare la compostezza e la calma che la caratterizzano. Respiro dopo respiro, il battito si regolarizza ed è pronta a posare di nuovo lo sguardo sul suo interlocutore, più pungente e profondo che mai. <Ma tu sai che ho dovuto buttare quei vestiti?> gli domanda poi, con voce più calma ma sicuramente più squillante e alta del solito. Adesso punta tutto sul far sentire cattivo l’altro e fare del buon sano vittimismo, forse uno degli atteggiamenti di Koharu meno molesti dati i vari precedenti. <Mi sono sentita violata nel profondo, sappilo!> dice, poggiando poi i gomiti sul bancone e coprendosi gli occhi con le mani. In un baleno rivive il ricordo di quella sera e di come sia passata da una apocalisse zombie in preda alle allucinazioni a qualcosa di veramente peggiore. <Perché non sei andato in bagno? Per caso non ti hanno insegnato ad usare il vasino?> continua ad infierire la piccola, con il suo tono gelido e freddo, ma meno turbato di prima. Sarà forse dovuto all’aspetto bonario del giovane vomitatore seriale? <Mi scusi comunque se ho alzato la voce, ma lei non sa chi è costui…> dice la piccola poi al proprietario, per poi aggiungere <… lo sa che mi ha molestata? Io non glielo preparerei il ramen guardi…> concludendo. Ecco, adesso è tornata in sé con il suo fare passivo-aggressivo e con le sue manie di protagonismo. Ma almeno sembra che ci sia uno spiraglio verso la de-escalation.

23:14 Kashirama:
  [Ichiraku] L’attenzione del giovane non si sposta dalla figura femminile accanto a lui. Gli occhi sono fissi sul volto pallido della Otsutsuki, le palpebre sbattono con meno frequenza del solito proprio per evitare di distogliere anche per un solo attimo lo sguardo da lei, sguardo che in quel momento pare effettivamente un po’ allarmato. Il corpo di Kashirama viene percorso da un brivido che lo porta a sussultare rapidamente quando il tono di voce estremamente elevato di Koharu viene rivolto nuovamente verso di lui; deglutendo rumorosamente e sbattendo celermente più volte le palpebre, il ragazzo solleva entrambi gli avambracci avvicinando le mani al petto coperto dalla maglia verde e mentre inclina di qualche grado il busto all’indietro per aumentare anche se di poco la distanza da quella belva feroce, le rivolge la parola con una tonalità di voce bassa e calma… insomma, come si fa con gli animali quando si cerca di non farli agitare maggiormente… < Non puoi capire quanto mi dispiaccia, davvero! > il labbro inferiore viene mordicchiato brevemente per permettere al Senjuu di inspirare un minimo e continuare il suo tentativo di scuse < in realtà non ho praticamente mangiato quella sera… cosa stupida lo so… > nel momento in cui finisce di dire quella frase solleva il lato sinistro della bocca andando a dare vita ad un sorrisetto imbarazzato, proprio nel mentre che Koharu sta iniziando a lamentarsi dei suoi indumenti < beh… di sicuro non pensavo che avresti indossato di nuovo quei vestiti, no? Sai, sarebbe stato un po’ disgustoso effettivamente eheh… > azzarda una battuta per rendere meno drammatica la situazione e per smorzare la tensione che è ormai evidente nell’aria < poi, te l’ho detto… basta che tu me lo chieda e te li ricompro senza problemi >. Il Senjuu volta leggermente il capo verso il bancone, rivolgendo un’espressione di scusa nei confronti del proprietario che sta assistendo alla scenetta tra i due ninja < Violata mi sembra un parolone un po’ troppo pesante ne? Poi scusa, non sei proprio tu quella che si è messa ad urlare in mezzo alla sala? > i ricordi sfocati riaffiorano così lievemente al Senjuu che adesso, sentendo le ultime parole della figura femminile, corruga la fronte sollevando le sopracciglia < Nelle foreste non ci sono bagni come nelle città… e comunque sì, sono in grado.. grazie per essertene preoccupata > Un tasto dolente è stato decisamente toccato, anzi… calpestato. Detto ciò Kashirama ruota completamente il proprio corpo verso il bancone in attesa del suo amato ramen, distogliendo l’attenzione dalla ragazza, ma rimanendo comunque sempre all’erta.

23:32 Koharu:
  [Chiosco di Ramen] Piano piano la ragazza sta recuperando la calma, forse. Per quanto possa essere odiosetta e scontrosa, comunque non è abituata a fare sfuriate in pubblico se non per motivi di stretta necessità. Ormai ha ripreso il suo posto al bancone e col busto è rivolta verso il Senjuu, il quale viene guardato intensamente con lo sguardo di ghiaccio della piccola e pallida kusana. <L’hai già detto che ti dispiace ma questo non annulla le conseguenze delle tue azioni…> proferisce la ragazza con voce pacata, piccata, ma col tono più basso di prima <… sappi che mi hai traumatizzata. Anche perché fino a quel momento non avevo mai provato a fare la doccia con i succhi gastrici di un’altra persona> parole che come il vento sono tutte volte a tagliare emotivamente l’altra persona. Quello che è successo, seppur un incidente, è ritenuta la cosa più schifosa e grave che sia mai capitata alla piccola e questo ha segnato nel profondo il suo animo di principessina. <Cioè mi stavano guardando tutti! Ero impresentabile, che schifo…> continua con le sue lamentele. Sicuramente il prezzo che Kashirama dovrà pagare è quello di sopportare la piccola per tutta la cena. La battuta fatta dal Senjuu alla piccola viene deliberatamente ignorata, segno che il filtro che la ragazza mette alle cose che sente è tornato di nuovo in funzione. È un suo meccanismo di autoprotezione che le evita di arrabbiarsi ulteriormente con le persone. <Non me ne frega un bel niente dei vestiti, la mia pelle ormai è segnata per tutta la vita…> aggiunge, per poi continuare <…e che pensi che non abbia i soldi per ricomprarli? Non so se lo sai ma io appartengo ad uno dei clan più antichi che ci possano essere> e qua interviene l’orgoglio Otsutsuki che la caratterizza. Del resto, lei è nata e cresciuta con il clan e vive al cento per cento le tradizioni e la cultura ad esso legate. <Io ho urlato perché tu hai fatto una cosa grave oltre che schifosa! Ma lo sai come si tratta una principessa almeno?> risponde Koharu, incrociando poi le braccia e mettendo il broncio. Di certo si sarà lavata molto per togliere tutti i minimi residui provenienti da Kashirama, ma l’altezzosità, così come l’essere stronzetta, di certo non sono cose che si lavano di dosso così facilmente. <Nelle foreste? Ma scusa da dove provieni?> chiede poi la ragazza, con fare tanto sarcastico quanto incattivito, ma sempre calmo e ponderato <allora dai, se vieni dalle foreste forse sono stata troppo severa con te.> conclude, con fare ovviamente ironico e derisorio. Arriva poi la porzione di ramen ordinata dalla ragazza. Il proprietario viene bloccato dalla kunoichi quando la sta per incartare <…no non si preoccupi, mangio qui.>. Avrebbe voluto essere più cattiva, ma la presenza positiva di Kashirama le impedisce di dare il meglio di sé stessa (menomale, ndr). La ragazza separa le bacchette che le vengono date dal proprietario e inizia così a gustare la sua cena, chiudendo gli occhi e cercando di far finta che in quel momento non stia effettivamente mangiando accanto al fautore della sua rovina.

23:56 Kashirama:
 < C’è una prima volta per tutto, no? > dichiara con la voce ormai ritornata calma il giovane < di sicuro dovesse ricapitare sapresti come agire > una risata divertita e leggere lascia la bocca del moro che con la coda dell’occhio osserva attento la figura accanto a lui. Gli occhi attenti si spostano celermente sul corpo della giovane quasi come ad analizzarla per cercare di capire con che cavolo di persona si è ritrovato quella sera. La mente del Senjuu quindi immagazzina tutte le informazioni possibili in quel momento senza passare però per il maniaco di turno che indiscutibilmente non è. L’atmosfera che circonda il moro si fa decisamente più leggera e piacevole quando una bella ciotola di ramen gli viene presentata davanti al viso; l’espressione che si fa spazio sul volto di Kashirama è quell di un bambino che riesce in un tentativo a centrare un bersaglio con gli shuriken: il sorriso è largo sebbene le labbra rimangano chiuse tra di loro, le sopracciglia si muovono verso l’attaccatura dei capelli, le palpebre si sollevano e le pupille si dilatano alla vista di quel ben di kami. Felicità. Il Senjuu in quel preciso istante è la rappresentazione della felicità; non importa che seduto vicino a lui ci sia una ragazzina viziata e maleducata, pronta a farlo sentire ancora più in colpa di quello che è… lui in quel momento ha occhi solo per la ciotola di ramen. Presa tra le mani la pietanza calda, la posa davanti a sé sul bancone di legno; le mani vanno a prendere le bacchette dello stesso materiale del tavolo e, dopo averle separate con un rumore secco e deciso, vengono afferrate dalla destra, immerse nel profumato brodo fumante e ruotate all’interno del liquido. < Uno dei clan più antichi di Kusa? E addirittura una principessa? Cosa sei, un’Otsutsuki? > le parole vengono rivolte alla ragazza con curiosità; alcuna malizia caratterizza il tono bonario del Senjuu che nel mentre ha iniziato a portarsi alla bocca un po’ della sua cena. Soffiando sul pezzo di carne che ha tra le bacchette ignora l’ennesima accusa rivoltagli dalla Otsutsuki… non c’è modo di cambiare ciò che è accaduto: la ragazzina può continuare così per tutta la serata, ma ormai il giovane ha capito che, sebbene l’accaduto di qualche sera prima fosse stato un incidente, non può fare molto altro se non essere se stesso e cercare di non fare degenerare la situazione con la figura femminile lì vicino. < Foresta, boschi, deserto, prateria… scegli quella che ti piace di più… > il viso viene rivolto nuovamente a Koharu e il perenne sorriso gentile le viene mostrato < Sono di Konoha, ma sono stato un nomade per praticamente metà della mia vita… di sicuro dove sono stato la gente non scattava sull’attenti come pare facciano con te. > la frase può essere intesa come una frecciatina: magari lo è, o forse no… l’onestà è una delle caratteristiche principali del Senjuu, sta ai suoi interlocutori il compito di capirlo e inoltre certamente, lui non ha più molta voglia di sentirsi ancora in colpa.

00:20 Koharu:
  [Chiosco di Ramen] La piccolina continua imperterrita a mangiare il suo ramen. Lentamente e con la grazia con cui è stata educata sin da bambina, al fine di rispettare quelli che sono i canoni imposti dalla tradizione. Vorrebbe sputare tutto quello che ha in bocca, però, quando il ragazzo esordisce con quella battuta. La ragazza posa le bacchette nella ciotola, prende uno dei tovaglioli gentilmente forniti dal proprietario e si tampona la bocca. Si gira poi verso Kashirama e gli dice <Quindi tu adesso vorresti farmi credere che vorresti farti rigurgitare addosso da qualcuno?> con aria schifata e velatamente arrabbiata, anche se non più burrascosa come prima. Ha capito anche lei ormai che non può cancellare il passato e il fatto che sia ora di cena e abbia un po’ di fame la rende un tantino più pacata. Dentro di lei adesso c’è una candida neve che cade placida ma decisa, non del tutto in quiete. La ragazza poi riprende le bacchette e continua a mangiare, decisamente in modo più ordinato dell’altro commensale. <Io sono una principessa in generale, poi però il resto è giusto. Io sono Koharu Otsutsuki, dell’omonimo clan> dice poi a Kashirama, facendo ben attenzione a non sporcarsi e soprattutto a non parlare con la bocca piena. <In tutto ciò ti sei permesso di vomitarmi letteralmente addosso ma non so quale sia il tuo nome…> aggiunge, prima di chiudere di nuovo gli occhi e riprendere a mangiare, non prima di mettere di nuovo il dito nella piaga. La bontà di quel ramen, che da tantissimo non mangiava per via del suo regime rigido, pare conferire un colorito alla pelle un po’ più acceso del solito, ma forse saranno le gialle luci del locale. La ragazza ascolta senza però girarsi verso l’interlocutore, in quanto non è abituata ad interloquire mentre si mangia e soprattutto non è abituata ad essere scomposta. Qualcosa però le suona un po’ strano nelle parole del Senjuu, che la porta quindi a chiedergli, sempre dopo la tiritera fatta in precedenza che prevede prima di tamponare la bocca dopo aver posato le bacchette e poi girarsi verso l’altro: <Nomade? Adesso si spiegano molte più cose di quanto pensassi…> tirando un altro colpo di fioretto, per poi aggiungere <… e scusa, come hai fatto a vivere fuori da Kage? Anzi, a sopravvivere…> questo la incuriosisce veramente e la domanda era sincera, non sarcastica come è solita la ragazzina. Riprendendo poi le bacchette, prima di riprendere a mangiare, lentamente come è lei lenta di solito, aggiunge <… e comunque fai troppo rumore mentre mangi.> così, giusto per vendicarsi del fatto che le sia stato detto che è abituata a comandare a bacchetta. Koharu ascolta, non dimentica e soprattutto non perdona.

00:47 Kashirama:
 Il brodo fumante scalda, anzi quasi brucia, l’esofago del ragazzo, riportando la temperatura corporea di lui ad un livello ora accettabile; i sapori della pietanza si sposano perfettamente assieme, mandando in estasi le papille gustative del moro che dopo aver finito i primi bocconi, serra tra di loro le labbra per poi farle schioccare rumorosamente. < Mhm, no affatto… ma dovesse capitare non potrei farci nulla non credi? > la mano libera viene sollevata all’altezza del capo e subito dopo passata tra i ciuffi sfuggiti all’acconciatura disordinata < E poi, mai avrei pensato di vomitare addosso ad altri… tantomeno a qualcuno di così importante come te > il sorrisetto divertito ritorna a fare la sua apparizione, questa volta un po’ beffardo, quasi a prendere in giro con leggiadria la Sua Altezza Reale lì vicino. < Quanto sei altisonante, mai pensato di rilassarti un pochino? Non ti farebbe male > la frase può essere intesa come un modo di schernire la ragazza, ma allo stesso tempo è un suggerimento che il giovane aveva ricevuto anni prima e che, tenuto a mente dal Senjuu, gli aveva permesso di riiniziare a vivere al meglio la sua vita. Alla domanda postagli dall’Otsutsuki il moro solleva le spalle leggermente e le scrolla con fare annoiato < Kashirama Senjuu o per meglio dire ora, la persona che ha avuto l’onore di sporcare i vestiti ad una reale > gli occhi ambrati brillano di furbizia e sono proprio lo specchio del loro proprietario quando, trasmettendo una pacata felicità, si illuminano contenti nel vedere l’altra commensale gustare quella meravigliosa pietanza che è il ramen. Proprio durante questo scambio di battute il Senjuu ha la possibilità di osservare maggiormente e con più tranquillità la giovane: la maniera in cui siede diritta sullo sgabello, i movimenti eleganti ed effettivamente quasi regali, la compostezza della sua figura in generale… < Sì, sei proprio troppo tesa… > la frase sfugge letteralmente a Kashirama che non aveva alcuna intenzione di esternare il proprio pensiero, ma ormai come si è imparato già da un po’, la frittata è stata fatta e di conseguenza il moro riporta l’attenzione sulla sua cena e ricomincia a portare alla bocca il cibo che sta iniziando a raffreddarsi. < Sono stato un nomade, ma non sono un barbaro eh… so comportarmi anche io come un principino se voglio > risponde all’attacco ben poco velato della pallida figura femminile < Oh beh, se non si va a cercare rogne difficilmente si trovano sai? Ho viaggiato con altre persone al seguito, quindi avevo comunque qualcuno su cui appoggiarmi, però non cambia molto… L’importante è cercare di mantenere un atteggiamento propositivo nel caso in cui si venisse a contatto con qualcuno e ovviamente non fare cavolate come inimicarseli… sai mai cosa passa per la mente delle persone > di certo ciò che ha detto è molto più di quello che pensava avrebbe condiviso con la ragazza… però è risaputo nel clan che davanti ad un buon piatto caldo il giovane si rilassa tanto quanto quando è in mezzo alla natura e di conseguenza lo stupore è praticamente minimo. < E tu sei pignola e anche un po’ noiosa > stavolta è il turno del Senjuu che divertito, non si lascia sfuggire l’occasione di stuzzicare l’altra persona.

01:05 Koharu:
  [Chiosco di Ramen] La piccola, ormai arrivata a più di metà della ciotola, mantiene il suo ritmo sostenuto fatto di piccoli bocconi, mentre continua ad ascoltare l’altro. <Io altisonante?> afferma la ragazza, stavolta senza posare le bacchette ma comunque dopo aver ingoiato il boccone, <… io credo di essere semplicemente una persona educata.> conclude, con tono di voce freddo e sferzante. Cosa vorrà mai far intuire tra le righe? <E comunque non sono tesa, sono le persone che mi circondano ad infastidirmi la maggior parte delle volte> aggiunge ulteriormente, prima di riprendere a mangiare. Come se fosse vero, anche perché l’unica persona con cui per ora va d’accordo è Sango: i casi a suo sfavore sono decisamente di più di quelli a suo favore, ma di questo lei non se ne rende conto. Lo sguardo si rivolge verso l’alto, mentre mangia, quando il ragazzo continua a schioccare con la bocca e fare versi, tanto che la piccolina si stia chiedendo da quanto tempo il Senjuu non mangiasse un pasto caldo. Ma la kusana non vuole infierire ulteriormente, diciamo che la sua dose di acidità è stata già diffusa nell’ambiente e ora si sta semplicemente ricaricando. <Beh, credo che vivere allo stato brado sia diverso dalla vita nel villaggio…> dice poi, mentre si tampona nuovamente la bocca, ovviamente lasciando sottintesa l’evidenziazione degli atteggiamenti di Kashirama ritenuti rudi dalla composta Koharu. La piccola, mette poi la manina sinistra in tasca e lascia anche qualche ryo in più di mancia, per poi alzarsi dallo sgabello. Con lo sguardo che vola da tutte le parti tranne che sull’altro, la piccolina si rassetta un secondo prima di avvicinarsi a prendere il cappotto e l’ombrellino. <E comunque non sono pignola, ma ripeto sono educata> dice guardando Kashirama mentre si allontana verso l’uscita, gelandolo con i suoi occhi azzurri profondi. <Arrivederci> dice poi, con un sorriso falso, lanciando un’ultima e glaciale occhiataccia al Senjuu. L’Otsutsuki apre poi l’ombrellino e si incammina verso la sede del suo clan, in quella che ormai è una gelida notte profonda e piovosa a Kage. <Che stronzo…> sussurra mentre rimugina tra sé e sé <…NEANCHE MI HA PAGATO LA CENA!> urla, anche se nessuno può sentirla in mezzo alla strada deserta. Come se tutto le fosse dovuto, ma forse stavolta può avere un minimo di ragione lei. [End]

01:28 Kashirama:
 Il Senjuu continua a mangiare con gusto la cena fino a che non rimane unicamente un po’ di brodo nella ciotola. Dopo aver posato le bacchette, le mani ormai riscaldate dalla temperatura dell’ambiente sono appoggiate alla base della ceramica che, afferrata con una presa decisa e sicura, viene sollevata all’altezza della bocca rilassata per rovesciare senza fretta il contenuto liquido nella gola del moro. < Ahh, proprio buono come sempre! > esclama rivolto al proprietario del chiosco che mai una volta da quando il ragazzo va a mangiare da lui è stato maleducato o rude… cosa che non si può affatto dire della Otsutsuki. Le parole di quest’ultima giungono al Senjuu ed è come se rimanessero stampate sulla fronte di lui, come se stessero continuando a ronzargli intorno alle orecchie del ragazzo abbronzato il quale, facendo un verso divertito e un po’ incredulo risponde mantenendo il solito tono pacato < Tu dici di essere educata, ma allora l’educazione è soggettiva… > il cittadino di Konoha fa dunque una breve pausa nella quale ruota leggermente il busto per puntare gli occhi sulla figura minuta di lei < Per me e probabilmente per molti sei scortese e anche rude ad essere onesti. Parli come se tutti fossero al di sotto del tuo livello e ti comporti come se tutto ti fosse dovuto… Questa non è educazione anzi, è proprio tutt’altro >. Ormai il Senjuu non ha più timore o problemi di rivolgersi in questa maniera schietta e decisa: lui non è affatto una persona che si tira indietro quando c’è da dire le cose come stanno; non gli piace offendere o creare situazioni spiacevoli, ma quando è il momento di esseri diretti lui è il primo a fare il passo in avanti. < Almeno io ero effettivamente libero anche se allo stato brado come dici tu. Qui a Kagegakure le persone mi sembrano tutto fuorché libere. > okay, probabilmente questo non doveva lasciarselo sfuggire, però il ragazzo ha ormai iniziato ad esprimere i propri pensieri < Settori, mura, governo centrale… dove siamo finiti eh? > la voce si affievolisce fino ad interrompersi completamente; gli occhi ambrati sono divenuti più cupi all’idea generale del luogo in cui si trova: una città da cui lui vorrebbe andarsene per ritornare al suo vero e proprio villaggio e non restare più in quella copia mal riuscita di Konoha. Scuotendo la testa come a tentare di far dissipare quei pensieri negativi, il Senjuu, ascoltando le ultime frasi della ragazza senza replicare nulla, la osserva pagare per la propria cena, alzarsi e girare i tacchi per uscire dal locale. Kashirama quindi, rivolta l’attenzione alla persona dietro al bancone gli sorride con vera educazione e dichiara < Le generazioni di oggi sono proprio maleducate eh? > l’ennesima risatina divertita scuoterebbe il corpo del ragazzo che dalla tasca anteriore dei pantaloni, tira fuori monete che sommate raggiungono il costo preciso della ciotola di ramen. Rimasto seduto e deciso di restare ancora lì per un po’ al calduccio, la mente del Senjuu viene quindi invasa da vari pensieri che difficilmente lo molleranno quella notte. [End]

Una serata tranquilla, piovosa. La piccola Koharu, ormai in ritardo per la cena alla sede del clan, decide di concedersi una porzione di ramen nel luogo più famoso del villaggio. L'incontro con Kashirama, aka colui che ha riversato i suoi succhi gastrici qualche sera prima all'Ochaya, accende una animata discussione tra i due.

Koharu non perdona e.e