Cioccolatini per San Valentino <3
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Giocata del 10/02/2022 dalle 20:18 alle 23:34 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Casa di Touma] Si trova già all'appartamento di Touma, che è cambiato radicalmente da quando lei lo frequenta. In realtà si è rimangiata quanto detto in precedenza: infatti si era rifiutata di pulire quel locale per Rasetsu, ma ora invece lo ha fatto per se stessa, essendo questo diventato il luogo in cui si cambia d'abito per diventare Hime. Quest'oggi però invece che per quello scopo, la casetta viene utilizzata per qualcosa di estremamente più dolce. La rossa ha accorciato i capelli da giorni ormai, anche se il genetista non l'ha più incrociato, i corti capelli sono raccolti in una coda alta, fatta con quei due fiocchetti a forma di ali di farfalla che decorano l'acconciatura, la frangetta a coprirle la fronte. Orecchini vari in bella vista, collana con il pendente a farfalla al suo posto, si intravede nella piccola scollatura lasciata dalla camicetta bianca che indossa, le cui maniche sono state arrotolate fino al gomito. Sotto essa una gonnellina a pieghe dalla trama scozzese e rossa, delle lunghe autoreggenti nere rivestono le gambe e ai piedi indossa un paio di ballerine rosse anch'esse. Gli occhi sono leggermente truccati da eyeliner e mascara, che sono poggiati su un libro di cucina, aperto sul tavolo ormai lindo, su una pagina dedicata ai cioccolatini e come farli. Vari ingredienti necessari sono sparsi sul tavolo o nelle borse presenti sulle sedie attorno al tavolo. Lei indossa anche un grembiulino corto di color bianco con qualche decorazione banale sopra, qualche torta. Ha deciso di nascondersi lì a fare le prove per San valentino e creare qualcosa di speciale per il Sumi. Alla fine ha colto l'occasione per invitare proprio Rasetsu stesso, così da poterlo aggiornare sugli sviluppi riguardo al progetto infiltraggioe per fargli qualche domanda scomoda. Semplicemente non hanno fissato un vero e proprio orario, quindi non sa quando verrà raggiunta. [Chakra ON] Ha staccato da lavoro relativamente da poco, lasciando però intendere a Dokuhiro che avrebbe dovuto fare degli straordinari. La motivazione è presto detta: deve raggiungere Shizuka nella vecchia casa di Touma - quella costantemente in disuso, nonché sottosopra sicché nessuno si preoccupa di metterla in ordine o di spolverare. Non entra tra quelle mura da quando la stessa Shizuka gli ha parlato d'alcuni argomenti importanti, quali il sangue di Shinsei e la sua analisi correlata. <...> S'appresta a raggiungere l'appartamento, essendosi inoltre premurato di duplicare la chiave cosicché sia lui che la rossa ne abbiano una di riserva - cosa che per Nana non ha fatto, ma non s'è mai chiesto come faceva ogni volta a rientrare senza scassinare direttamente la porta dai cardini. Resterà per sempre un mistero. Indossa una camicia bianca le cui maniche son arrotolate poco sopra i gomiti, così da lasciare gli avambracci completamente scoperti così come le cicatrici che si porta dietro lungo le vene principali. Al di sotto, prendono posto un paio di pantaloni neri aderenti alle magre gambe, sorretti da una cintura d'egual cromia. Ai piedi, infine, le scarpe laccate scure rintoccano leggermente sulle assi del pavimento ad ogni suo passo. La giacca bordeaux ch'è solito portare con sé sulle spalle è in questo momento riversa sull'avambraccio destrorso, mentre la mancina infila la chiave nella toppa e gira affinché possa aprirla. Gli occhi verdastri si focalizzano facilmente sulla nuova dimora che ha davanti agli occhi, assolutamente niente a che vedere con quella ch'era qualche tempo prima. <Mi hanno svaligiato casa?> Come se non si fosse assolutamente impropriamente appropriato della casa della quale sta parlando, addirittura definendola di sua proprietà. Si guarda attorno proprio come se fosse la prima volta che vede quelle mura, incapace d'immaginare un posto del genere in quelle condizioni - d'altronde, stava lasciando quelle quattro mura praticamente a marcire. <Cos'è tutta questa roba?> Chiude la porta dietro le proprie spalle, aggrottando le sopracciglia a causa della situazione che s'è aperta innanzi ai suoi occhi non appena varcata la soglia della casa di Touma. E' sbalordito. [ Chk On ] [Casa di Touma] Mentre sta li a leggere sente le chiavi che si infilano nella toppa e poco dopo si palesa il parente, vestito come al solito con di nuovo quella camicia arrotolata fino ai gomiti, proprio come la Kokketsu. Lo sguardo blu si muove in sua direzione, osservandolo nel suo ingresso mentre commenta il nuovo stato dell'appartamento in maniera singolare, dimenticandosi per altro la parte più importante. << Hey ciao Rasetsu! Mi fa piacere vederti! >> Ironico il tono, come a voler sottolineare il fatto che nemmeno si è degnato di salutarla tanto è preso da quello che vede attorno a se: un posto pulito, decente, quasi fosse nuovo. << Ho solo pulito. Se mi cambio qui quando prendo l'aspetto di Hime, voglio farlo in un posto decente! >> Chiaramente sottolinea immediatamente il motivo per cui ha deciso di dare una rinfrescata a quel luogo non vissuto da tempo, utilizzato come base segreta per analizzare la mente del testa di drago. << Oh volevo allenarmi a preparare del cioccolato per Kan. Sai fra poco è San Valentino! >> Questo argomento decisamente le fa alzare il tono di voce. Sembra eccitata all'idea di preparare qualcosa esclusivamente per il fidanzatino, non arrossisce nemmeno nel rivelarlo, tornando con il naso su quel libro, alla ricerca di qualcosa che possa aiutarla concretamente. << Ho delle novità! Tu per me ne hai? >> Stuzzica il suo interesse, portando immediatamente alla luce l'idea che lo abbia contattato per un motivo preciso, quando in realtà il piano era indagare su di lui, in maniera molto più personale di quanto fatto fino a quel momento. Un po' come Kan prima, e Mattyse dopo, vuole cercare di comprendere se dietro quella maschera di petulante indagatore del genoma umano si nasconda anche altro. E perchè sia interessato ai cinghiali. << Hai mai preparato dei cioccolatini? >> Domanda, senza aspettare che lui si rilassi troppo. << Ho preso del cioccolato, di vari gusti, poi altri ingredienti, come zuccherini, nocciole, cocco. Ho anche delle formine! >> Insomma ha indagato prima su come fare, per poi lanciarsi in quella produzione propria. Ma una mano può sempre tornare utile no? [Chakra ON] Molteplici i punti interrogativi che vanno formandosi sulla testa del demone, il quale fissa ciò che ha davanti soffermandosi maggiormente sull'interlocutrice. <E il divano?> Insomma, come ha pensato di risolvere la problematica riguardante quei buchi nel sofà che lo rendevano un colapasta piuttosto che un posto sul quale sedersi. Sta continuando ad evitare di salutarla, non perché non voglia, ma perché è davvero preso da ciò che ha davanti. Del resto, è la primissima volta dopo tanto tempo che vede quella stanza per quel ch'è: senza rifiuti, senza sporcizia in giro né sangue sul parquet. <Il sangue è stato difficile da togliere, eh?> Sghignazza come se ne sapesse a pacchi su situazioni del genere. Poggia il giaccone s'un appendiabiti sbucato improvvisamente fuori, forse avendo rimosso i vestiti lasciati in giro da Nana - comprensivi di intimo, ovviamente. Non ha voluto chiedersi quale fosse pulito e quale meno, non s'è mai posto chissà quale problema a vivere nella sporcizia. D'altronde, ha spesso dormito nei bidoni nell'immondizia durante le sue serate brave, restandovi finché qualcuno non andava a svegliarlo o fin quando non era lui ad alzarsi per tornare a casa - una volta passata la sbornia, ovviamente. <San Valentino?> Domanda in sua direzione, aggrottando le sopracciglia, come se non capisse cosa voglia dire con quelle parole. Le s'avvicina d'un passo così da sporgersi in avanti, andando ad adocchiare sia quel che ha comprato sia quel libro di ricette. <E perché dovresti preparare dei cioccolati per quest'occasione?> Il quesito, dal canto proprio, è abbastanza lecito. Pensate davvero che con Kouki abbia festeggiato qualcosa? Credete davvero che sappia di festività simili da festeggiare assieme alla propria metà? Vi sbagliate di grosso. Tutto ciò ch'è normale per lui non lo è e tutto ciò che non lo sarebbe, al contrario, lo è per il demone. <Ho parlato con Kan e abbiamo trovato un piano d'azione. Ho contattato anche l'agente> Saigo, ovviamente, della quale evita opportunamente di pronunciar il nome ad alta voce, visto e considerato come l'intero mondo in quelle mura abbia le orecchie per ascoltare. <con cui dovrò incontrarmi prima d'agire.> Sintetizza bene o male quel ch'è successo sino a quel momento, ma è chiaro che la discussione potrebbe ampliarsi a seconda delle richieste altrui. Indaga lungo gli stampini, rigirandosi tra le mani gli ingredienti che intravede. <Sono bravo a fare i pancake... vale?> No, non penso proprio! E' il momento di ingegnarsi con qualche altra ricetta. [ Chk On ] [Casa di Touma] Quando lui domanda del divano lo sguardo della rossa si scosta in direzione dello stesso. Ha cercato di pulirlo nel migliore dei modi ma per i buchi c'è stato poco da fare. << Beh ho fatto del mio meglio! Poi pensavo non volessi traumatizzare il tuo paziente la prossima volta che verrà qui con un cambiamento troppo radicale! >> Come se le importasse davvero dei possibili traumi di Shinsei, infatti non cerca nemmeno di nascondere il finto interesse di quella frase pronunciata, ormai il biondo per lei è entrato a gran voce fra i nemici di famiglia. Mentre a lui sbucano i punti di domanda sulla testa lei rimane sconvolta dal fatto che lui non sappia cos'è quella festività. << Non hai mai sentito parlare di San Valentino? >> Gli occhi si spalancano ancora più del solito, incredulità che traspare da ogni centimetro del viso della rossa. << Una ragazza o un ragazzo mai? >> Ironizza un minimo, poi dopo un sospiro di circostanza si volgerebbe a lui con fare saccente: << San Valentino è il giorno dedicato agli innamorati! E di solito si regala qualcosa alla propria persona speciale. Io ho deciso di preparare dei cioccolatini fatti in casa! >> La spiegazione giunge, illuminando il genetista su questa pratica a lui sconosciuta e ignota. Poi è lui a sparare a mille su quelle informazioni partendo proprio dal Sumi per poi toccare il tasto del sangue. << Sono contenta che Kan abbia deciso di farsi aiutare da te! Non era convintissimo quando gliene ho parlato. >> Insomma, lui non si fida molto di quel tipo, mentre lei, nella sua innocenza sta imparando ad apprezzarlo, anche se non lo ammetterebbe mai a voce alta. << Ho incontrato Matono, aveva bisogno di cure. Ho gudagnato tempo, dicendogli che purtroppo ci servivano altre indagini prima di rivelargli tutto, però sarebbe meglio chiarire in fretta come muoversi per non destare sospetti. >> Già, in questo caso il tempo è indice di sospetto. Lui si avvicina a lei, non l'ha poi nemmeno salutata, ma è chiaro che non lo farà finchè non se ne andrà, forse. Poi sopraggiunge quella domanda, che la fa sorridere, un sorriso pieno, a trentadue denti che le illumina il faccino: << Forse! Vuol dire che se ti impegni in cucina non sei male. Tanto anche io sto facendo delle prove! Mal che vada faremo danni! >> Perchè non farsi aiutare? In fondo cucinare in due è molto più divertente che farlo da soli. << Comunque sono riuscita a farmi accettare in Kyosei. Mi hanno fatto combattere contro un tipo che tirava dei pugni brucianti... >> Racconta a grandi linee quella sua vicissitudine. << Però ho vinto io! Gli ho bucato un polmone con una lancia di Sangue! >> Lo dice con un tono decisamente fiero, come se fosse veramente soddisfatta del lavoro compiuto e lui è chiaramente uno dei pochi che può comprendere quanto sia piacevole utilizzare quel sangue per vincere. Tornerebbe sul libro comunque, sporgendolo verso di lui, mettendolo a metà fra loro: << Praticamente il procedimento per creare il cioccolato è complesso, quindi per facilitare il tutto si possono fondere le barrette già pronte e poi creare dei cioccolatini facendoli solidificare! >> Spiega a grandi linee qual'è il piano, l'idea generale da portare a compimento. << Non penso sia molto complicato no? >> Quegli occhi blu si spostano su di lui, cercando conferme, un po' su tutto, anche se ora è fissata sul dolce. [Chakra ON] Fa roteare gli occhi verso il soffitto quando Shizuka parla a proposito del paziente che la prossima volta potrebbe vedere in quella casa un tocco umano - più che femminile ed ordinato. <Gli traumatizzerò così tanto l'esistenza che dovrà supplicarmi di smetterla con l'illusione in cui lo getterò.> Sì, il demone è abbastanza vendicativo quando vuole e contro chi vuole, motivo in più per dar contro ad una persona che non merita neanche lontanamente un vero e proprio aiuto da parte sua. Poteva pensarci prima di venderlo alla Shinsengumi - o provare a farlo, visto e considerato che alla fin dei conti non v'è riuscito davvero. <No, sono sincero.> Lui non dice mai le bugie -cit. Non conosce niente di questa festività, non ne ha mai parlato con nessuno tanto meno l'ha festeggiata. La ragazza deve pur ricordare che lui è stato sotto terra per circa dieci anni. <Hm... Quindi, dovrei regalare qualcosa a Dokuhiro...> Mugugna tra sé, rendendosi non tanto inudibile quanto intraducibile. Non vuole dimostrarsi debole, non vuole farle credere che voglia davvero cucinare o preparare qualcosa per quella bambina che meriterebbe soltanto tanti castighi! <Non avevo dubbi non fosse convinto, chi lo sarebbe al contrario?> Chi si farebbe guardare nella testa senza battere ciglio, chi si farebbe aiutare da un uomo che ha una fedina penale più lunga dello scontrino quando si fa la spesa? La sfiducia nei suoi confronti è di quanto più naturale possa esserci nel mondo, non a caso non attribuisce colpe a nessuno di loro. <Va bene, insisterò con l'agente per vederci quanto prima. Dice che vuole parlarne di persona.> Replica in sua direzione, stringendosi nelle spalle. L'attenzione vien particolarmente donata ai dettagli, agli oggetti che sarà costretta ad usare per creare qualcosa di speciale per il suo lui. Spicciole son le risposte che riesce a dare, restando particolarmente concentrato sull'argomento cardine della giornata: cioccolatini e San Valentino. <Seguo quel che fai tu perché non ho la minima idea di dove mettere le mani.> Lo dice con la tranquillità infantile d'un inesperto, per la prima volta in vita sua reputa che sia più giusto assecondarla e vedere dove li porterà questa giornata, piuttosto che rischiare di far esplodere la cucina neppur fosse un bombarolo abbastanza conosciuto da entrambi. <Beh, non sei contenta? Non hai portato niente da bere per festeggiare? Uno skotch? Uno spumante? Un whiskey?> Tanto per dire, eh. Non è mica un ubriacone patologico ch'è appena uscito dal circolo vizioso dell'alcol e della droga. <U-Una lancia?> Balbetta un istante, sgranando gli occhietti che restano focalizzati sull'altrui figura, strabiliato da qual che le ha sentito dire. <Anch'io uso una lancia di sangue nero per trafiggere i nemici!> Gongolante, lo sguardo gli s'illumina di getto come se la ragazza avesse pronunciato chissà che, un evento particolare, qualcosa di irripetibile. <Okay, quindi le possiamo mettere> Le barrette. <in un pentolino che lasciamo riscaldare- così si scioglie.> Ora come ora... sembra semplice. [ Chk On ] [Casa di Touma] La risposta che riceve nei confronti di quell'ironia pungente contro Shinsei è una vendetta di grado molto meno fisico di quanto pensato da lei ma non meno terribile, che approva decisamente. << Potresti sempre fingere di non sentire le suppliche... >> Insomma è chiaro come il sole che lei sia vendicativa a sua volta, non pensa che ci sia qualcosa da regalare a Shinsei in questo momento, sicuramente non il perdono. Ma la conversazione verte rapidamente su qualcosa di più rilassato e romantico, ovvero che in che cosa consista San Valentino. Lui boffonchia qualcosa fra sè e sè, del quale lei riesce a malapena a cogliere il nome pronunciato. << Se borbotti non ti capisco! >> Non è sicura di aver udito bene, e sicuramente quel sottolinearlo non le farà guadagnare nulla, però quanto meno sa che qualcuno che gli interessa pare esserci. Nonostante la giornata si prospetti meno impegnativa di quanto immaginato, i discorsi proseguono, lasciando che il Sumi entri in gioco, con il sottolineare che il di lui comportamento sia normale. << Io ti avrei lasciato fare. Ma forse io non conto... >> Insomma, si fida, forse unica persona al mondo a fidarsi di quell'uomo, e forse l'unica a poterlo fare considerato il sangue che li accomuna, solo per quello. Fa spallucce in merito, sentendo comunque che cercherà di accelerare i tempi con l'agente, così da non lasciare in sospeso troppo a lungo la questione Matono. Lui sembra interessato a seguirla in quell'impresa culinaria, a cimentarsi e sembra strano ma potrebbero fare qualcosa di veramente molto familiare, magari senza litigare o battibeccare per una volta. Anche perchè lui sembra più felice di lei, propone dei festeggiamenti per il raggiungimento dell'obbiettivo: << Ho portato il cioccolato! >> Ironizza, non ha pensato di festeggiare l'essere riuscita a infiltrarsi nella criminalità organizzata, non le pare qualcosa di immensamente positivo oltre al fatto che effettivamente quel mondo è strano. PErò la narrazione della rossa sortisce inoltre una reazione inaspettata dal rosso, si sente osservata volgendo gli occhi ai verdi, che la guardano brillando. Alla rivelazione finale però sgrana gli occhi anche lei, quasi incredula: << Non lo sapevo. Mi sembrava una buona forma per trafiggere... tutto lì! >> Diventa un poco rossa sulle guance, il fatto di avere un altro pensiero in comune da un lato le fa piacere ma dall'altra la indispone. Ogni volta che sta con quel tipo i sentimenti si intrecciano lasciandola confusa. << S-Si, possiamo lasciarlo a bagno maria e farlo sciogliere. >> Si limita a rispondere brevemente per poi tornare un poco più concentrata. << Però dovremmo prima pensare a cosa vogliamo fare. >> Tirerebbe fuori degli stampini in silicone a forma di cuore, dalle dimensioni medio-piccole. << Perchè se si scioglie troppo cioccolato poi magari si spreca, si solidifica in fretta una volta tolto dal calore! Quindi potremmo farne di diverso tipo, con la nocciola dentro magari, quelli sono i più facili mi sa! >> Andrebbe a prendere quegli stampi, poggiando una nocciola in sei cuoricini. << Qui poi basta ricoprire il tutto con il cioccolato scelto e dovrebbero essere a posto! >> Spiega sommariamente quanto sia necessario fare, in maniera semplice andando poi ad accendere il fuoco e riscaldare una pentola con dell'acqua. << Potremmo anche provare a fare qualcosa con tre strati di cioccolato no? >> In fondo ha preso barrette al latte, fondente e bianco, ora basta usare la fantasia. Quegli occhi blu andrebbero a osservarlo, come se si aspettassero una reazione particolare, studiando i modi con cui interagisce a seconda delle informazioni recepite, la spontaneità che sembra avere nei confronti di lei, nonostante tutto. << Senti Rasetsu... >> Parte così mentre distoglie lo sguardo tornando a fissare la pentola, << Ho un paio di cose da chiederti ti dispiace? >> Sembra fin troppo seriosa a riguardo, come se fosse qualcosa di estremamente importante, almeno dal punto di vista femminile. [Chakra ON]
Giocata del 13/02/2022 dalle 11:56 alle 22:53 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Si solleva l'angolo delle labbra, manifestando quell'espressione tutt'altro che perbenista. Malevolo il ghigno che s'appresta a mostrare all'altra, assieme ai denti aguzzi che le labbra serrate non mostravano finora. <E' quello che faceva con Ryoma> Ammette, scostando l'attenzione su di lei proprio per vederne l'eventuale reazione, andando a toccare un punto debole della ragazza. <sicura che debba rifarlo?> E' chiaro che la sua risposta non cambierà in alcun modo il fare del rosso, tuttavia è realmente curioso della risposta che potrebbe darle in merito. <Tch.> Fa schioccare la lingua contro il palato perché è costretto a specificare quel che stava borbottando poc'anzi. <Dovrei regalare qualcosa a Dokuhiro?> La guarda di sottecchi perché non ne ha mai parlato direttamente con lei. <In realtà... le ho detto che non riuscirei mai ad esserle fedele completamente, né alle promesse che ho fatto sul bere e sulla droga, tanto meno sulla fedeltà fisica.> Si gratta la testa, scompigliandosi distrattamente i capelli a causa del fastidio che questa situazione gli mette addosso. Sospira pesantemente, anche perché la risposta alla sua domanda esiste già nella sua testa: il buonsenso vorrebbe prevalere affermando che non deve farle alcun regalo, alcun pensierino. D'altronde, non sono una vera e propria coppia; lo stesso demone ha ribadito che non le sarà fedele. Dall'altro, lo stesso buonsenso dice che potrebbe anche farlo - per una volta. <Io faccio sempre quel che voglio.> In netta contrapposizione ai pensieri che lo stanno affliggendo dall'inizio della conversazione riguardante anche Dokuihiro. <Se non sbaglio, una volta ho letto una ricetta per fare un alcolico al cioccolato. Ma ci serve dell'alcol puro e quello penso di non averlo a portata di mano.> Gli occhi si fanno lucidi, rattristato per questa mancanza. Se in quell'appartamento ve ne fosse, sarebbe già stato fatto sparire dalla circolazione - o da lui ubriaco o da Nana - quindi non si premura neanche di mettersene alla ricerca. Sente la spiegazione della Kokketsu a proposito degli stampini, del cioccolato, del farlo sciogliere tramite una pratica che lui non ha mai provato. E' letteralmente alle prime armi. <Facciamo che... ti seguo, hm?> Perché non sa veramente dove cazzo mettere le mani, impacciato com'è. Quindi, andrebbe semplicemente a prendere l'ingrediente principale per portarlo in direzione della cucina. <Hai già trovato degli utensili?> A parte la pentola, ovviamente, perché lui non s'è mai granché preoccupato di mettersi a cercare qualcosa d'utile per mangiare. Non sa neanche cosa ci sia in quelle quattro mura. <...sì?> Ipotetico, neanche lui sa cosa rispondere alla domanda relativa al cioccolato. L'espressione dubbia è palese, come di chi non sta capendo e non sta seguendo il filo logico del discorso. <...> Si mordicchia il labbro inferiore con un dente aguzzo, facendo attenzione a non tagliarsi e pigiando soltanto un poco con esso. La voce seria dell'altra fa sì che il capo del demone ruoti in sua direzione, dubbioso nuovamente - ma forse un po' meno. <Dimmi. E' del gossip? Perché io adoro il gossip!> Manine chiuse a pugni sotto il mento, sorrisone da un orecchio all'altro ed espressione curiosa e attenta che la fissano. [ In arrivo, sticker su whatsapp per l'espressione ][ Chk On ] [Casa di Touma] Quella frase che le scappa dalle labbra contro Shinsei ottiene una risposta singolare, che non ha chiesto ne si aspettava di ricevere. E' chiaro come l'espressione della nanerottola cambi radicalmente, diventi decisamente più arrabbiata di quanto non fosse stata fino a quel momento. << Shinsei se lo merita. Ryoma era di famiglia. Dovresti sentirti uno stronzo. >> Il tono è decisamente molto meno conciliante, se fosse in grado lo trafiggerebbe con lo sguardo, ma a contrario del Genetista, per lei condividere lo stesso sangue è in linea di massima qualcosa che lo preserva dalla furia degli eventi. Viene rimbeccato anche sul borbottare, infastidita ancora dall'argomento Ryoma che avrebbe voluto tirar fuori in maniera più pacata successivamente. Però a quanto pare è l'uomo che continua a prenderla in contropiede, ora menzionando la ragazzina muta. << Dokuhiro? >> Domanda stupita, lei lo identifica come un ragazzo, lo ha incontrato durante una missione D con Kan, la loro prima missione insieme. Però Rasetsu la etichetta come una ragazza, parla di lei al femminile, e di come abbia promesso di non bere e non drogarsi. << Kan me l'aveva presentata come un ragazzo. E' quella tipa magrolina e silenziosa? Con noi non ha spiccicato parola! >> Il tono è stupito, ha messo da parte per il momento l'argomento spinoso di Ryoma, concentrandosi su quella relazione inaspettata. Lo sguardo diventa decisamente più furbetto, come se questa novità la rendesse più vicina all'altro. << Quindi è con lei che convivi eh? >> Il tono furbetto è ormai stampato in ogni sillaba, << Beh, >> Il naso tirato un poco verso l'alto, come se stesse spiegando qualcosa di fondamentale riguardo alla festività, << San Valentino è la festa degli innamorati, non delle persone fidanzate. Inoltre so che si può regalare cioccolato anche solamente alle persone che ti piacciono. Non è una promessa nemmeno questa, del cioccolato non vuol dire dichiarare amore eterno. Potresti vendergliela come variante ai pancake se ti imbarazza ammettere che lei ti piace. >> Colpito e affondato! A lei sembra proprio che quella condizione di convivenza e di cambiamento siano indice di un interesse ben maggiore del solito, però è lui che non è ancora in grado di ammetterlo a se stesso. Lei gli sta dando una scappatoia, incastrandolo però a modo suo. Lei spiega a grandi linee il procedimento da adottare, lui sembra poco convinto ma la segue, le chiede se ha tutto l'occorrente lei annuisce con la testolina brevemente: << Ho pensato di usare 3 diverse padelle più piccole da mettere sopra la pentola che resta a bollire, poi ho tre cucchiai. >> Nel frattempo andrebbe a portare lo stampo con le nocciole accanto a se, in prossimità dei fornelli. << Mi passi il cioccolato? >> Se lui avesse accolto la richiesta la rossa sarebbe andata a prendere qualche pezzetto di cioccolato, spezzandolo ulteriormente in una padella che poi verrebbe posta sopra la pentola con l'acqua bollente, lasciando che questo si sciolga lentamente, dopo averlo coperto con un coperchio. Da lì quella domanda seria che lui trasforma in un qualcosa forse di più ironico con quel faccino coi pugnetti sotto il mento. Gli sorride incredibilmente, nonostante l'argomento che sta tirando fuori non sia esattamente dei più leggeri, quanto meno per lei: << Si direi che è gossip, ma riguarda te. Quindi non so quanto ti divertirai. >> Come introduzione per far preoccupare qualcuno non è malaccio. Un profondo sospiro viene emesso dalla tappetta, occhi socchiusi per un momento, per poi andare a ricercare gli smeraldinei altrui: << Vorrei capire perchè ti sei comportato così con Ryoma. Lui era di famiglia. Tu su di me non alzi un dito nonostante al nostro primo incontro ti ho insultato senza freni. Cosa ha fatto lui per meritarsi tanto? E che cavolo vuol dire che il suo nome è simile al tuo? >> Eh già, perchè quel primo incontro fra loro è stampato nella memoria della piccolina come se fosse accaduto ieri. Stupidamente lei a quel tipo con la maschera in faccia si era affezionata parecchio, il sapere che qualcuno avesse deciso consciamente di fargli del male la manda in bestia. E' poi il motivo per cui il parente, nonostante la stia aiutando in quasi ogni cosa, ancora non riesce ad essere accettato completamente. Deve chiarire quel dubbio, deve comprendere se vi sia una motivazione accettabile, qualcosa che lei possa capire, per dare una visione diversa all'uomo che si trova davanti. [Chakra ON] S'impunta immediatamente, cercando d'interrompere le altrui parole prima che possa terminare la frase iniziale. <Prima di tutto, come ben sai, non mi sento uno stronzo per nulla di quel che ho fatto in vita mia.> Ragion per la quale l'argomento cardine della faccenda è che gli insulti nei suoi riguardi - almeno per quanto riguarda vicissitudini delle quali è certo, non lo tangono minimamente. <In secondo luogo, Ryoma non l'ho trasformato io in Kokketsu.> La risposta specifica un po' tutto infatti, spiegando meglio il motivo per il quale sia stato comunque coerentissimo col proprio fare. La guarda mentre spiega quanto proferito. <Lo stavo usando come cavia, inizialmente, per capire quando e come l'innata Kokketsu si lega ad un nuovo ospite. Il rischio di trasformarlo c'era, ma non era mai successo davvero.> Prosegue con la doverosa spiegazione, provando anche ad essere piuttosto chiaro sulle motivazioni e sulle sue intenzioni. Un piccolo ghignetto gli appare quando Shizuka gli rivela che Kan ha presentato Dokuhiro alla rossa come un ragazzo. Dovrebbe offendersi, ma non sarebbe la stessa cosa. <Ho più d'un motivo per assicurarti che di ragazzo non ha praticamente niente. Nyahahahah!> E' chiaro che si stia riferendo all'organo genitale, ma non sarà lui a specificarlo ad alta voce. Già il fatto che ride è una motivazione valida per comprendere il riferimento di tutt'altra natura. <Anche con me lo era all'inizio, parlava soltanto lo stretto necessario. Adesso, invece, è una chiacchierona di prima categoria che non sta zitta neanche quando dorme.> Sbuffa, mentre proprio dal telefono proviene un ping che segna l'arrivo d'una notifica. Solleva gli occhi al cielo, scegliendo però d'ignorare quel messaggio. Non può esser nessun altro se non la ragazzina appena citata. <Parli del diavolo...> Anche perché la identifica parecchio in un demonio, pur non avendo nessun legame con i Kokketsu. Le rifila una nuova occhiataccia sbilenca quando la rossa afferma d'aver capito, indirettamente, che convive con lei. Rifiuta di darle una risposta soddisfacente, tornando a scartare il cioccolato in modo che possa fornirlo alla diretta interessata che, dal canto proprio, s'occupa di scioglierlo nel pentolino citato in precedenza. Segue con parsimonia le movenze della ragazza, in modo che possa memorizzarle eventualmente per una seconda volta. <N-NON MI VERGOGNO ALL'IDEA CHE LEI MI PIACCIA!> E avvampa. Rosso come i capelli che ha in testa, la fissa stralunato come Shizuka gli avesse appena detto qualcosa d'irripetibile, qualcosa di scandaloso! Come si permette, nella sua testa? Ha letteralmente ammesso ch'è quella motivazione, ma arrabbiatosi decide di lasciar le carte sul ripiano e incrociare le braccia al petto, volgendo il capo da tutt'altro lato. Titubante e innervosito, le passa in malo modo il cioccolato precedentemente richiesto, facendo schioccare la lingua sotto al palato. D'altronde, deve far capire ulteriormente coi gesti che non è d'accordo con quanto proferito. <Hm...> Deglutisce innanzi all'altrui premessa, sollevando un sopracciglio in attesa che prosegua con la richiesta. <Ryoma non era un Kokketsu. Come ti ho anticipato, stavo testando su di lui la possibilità di trasformarlo, ma non ero ancora pronto a tramutarlo del tutto. Difatti, non è stato un mio errore renderlo un Kokketsu vero e proprio.> Inspira, poggiando i glutei contro il ripiano della cucina, portando or davvero le braccia al petto per via dell'argomento spinoso ed importante che deve affrontare in un determinato modo. <Sono coerente coi miei principi. Non gli ho torto un capello da quando si era trasformato, proprio perché possedeva il sangue nero. Mi sono fatto trafiggere da un costrutto di sangue perché non avevo intenzione di combatterlo.> Le riferisce, sollevando la camicia che indossa per mostrargli quella cicatrice rimastagli al di sopra dello stomaco per via della perforazione che ha subito per mano dell'altro. <Chiaramente, alla fine mi son dovuto difendere, ma soltanto perché non voleva fermarsi.> Ne aveva chiaramente tutte le ragioni del mondo, ma le fa comprendere come abbia risposto in tal modo solo per mera autodifesa e che, di fatto, non ha più fatto alcun esperimento su di lui poi. <Hm?> La domanda relativa al nome lo fa scattare un momentino, non ricordando assolutamente quand'è successo che s'è pronunciato in quel modo. <Probabilmente ero strafatto, ma nei vecchi documenti a Kusa non risultavo come Rasetsu. Soltanto Yukio n'era a conoscenza, ma nei documenti attuali non corro questo pericolo.> Perché li ha modificati affinché possa risultare esclusivamente come Rasetsu Kokketsu. E questo è quanto, per lui. [ Chk On ] [Casa di Touma] E' pronta a ribattere a quel commento riguardo al sentirsi in colpa quando l'affermazione seguente la ferma. Lei aveva capito altrimenti, aveva capito che fosse stato lui a fare esperimenti sul ragazzo e quindi farlo diventare uno di loro. Invece la durata di tutto ciò è stata antecedente alla trasformazione. Se prima era rimasta a bocca aperta senza proferire un suono, poi la bocca si chiude, le guance si gonfiano e quel faccino arrabbiato permane; non può ammettere di aver sbagliato a capire. Solo dopo aver riflettuto su una risposta decente l'avrebbe riaperta: << Avresti comunque dovuto chiedere il consenso altrui per gli esperimenti! >> Ecco, insomma, si è comportato comunque male, non con un parente ma con una persona quindi comunque si sarebbe dovuto comportare diversamente: << Shinsei è consenziente! >> Ecco insomma alla fine quella è la differenza, ha comunque maltrattato qualcuno che non gli aveva fatto nulla di male. Però la storia comunque è diversa, non è la stessa che ha capito da quell'iniziale scambio di informazioni urlate in un corridoio. Quando l'argomento torna sulla ragazzina, scoppia a ridere, facendo battute in merito alla di lei sessualità che la Kokketsu non si spreca nemmeno di commentare, però nota i piccoli gesti altrui, le lamentele riguardo al suo chiacchierare, quegli occhi alzati al cielo per il messaggio. Le sfugge una risata sommessa: << Beh a quanto pare ti circondi di ragazze che parlano tnto eh? >> Lo prende in giro, infilandosi nel gruppo delle donne che chiacchierano molto, sa perfettamente di far parte di quell'elitè. Quando non ottiene risposta in merito alla convivenza, decide da sola di aver fatto centro, mentre per il resto la reazione di lui le da una certezza assoluta. Si arrabbia, diventa rosso manco quando succede a lei e incrocia le braccia al petto. Una reazione che per lei spiega ampiamente il fatto che lei le piaccia e parecchio. Però non si aspettava certamente una reazione tanto infantile da un uomo che di anni dovrebbe averne una quarantina. Inevitabile come al suo nervosismo lei reagisca con una risata, questa volta nemmeno celata: << Va bene, facciamo allora che io regalerò dei cioccolatini a te e tu li porterai a casa, così, senza nessun altro fine! >> Ironica, gli offre una scappatoia, lasciandogli interpretare come meglio crede quel gesto. Lui le passa il cioccolato, che viene abbandonato al suo destino, così durante il tempo che deve passare prima che si sciolga, le domande vengono poste, devono chiarirsi. Non è stato lui a trasformare Ryoma, e da quando è successo non lo ha più toccato se non per legittima difesa. Recepisce quelle informazioni, le elabora nella testolina mentre si discosta dal ricambiare lo sguardo altrui, con la scusa di lavorare sul cioccolato. Alza il coperchio, usa il cucchiaio per saggiarne la consistenza, essendosi liquefatto abbastanza andrebbe a versare il contenuto in un paio di stampini, quelli con la nocciola dentro, per poi riempire parzialmente altri due, come a creare un sottile livello di cioccolato. Poi poggerebbe il tutto su un fornello spento, per sciogliere un altro tipo di cioccolato su di un'altra padella: << Mi passi altro cioccolato? Un altro tipo. >> Non ha ancora commentato, chiede solamente dell'aiuto da parte sua per portare avanti il lavoro. Se fosse arrivato il cioccolato avrebbe rifatto il medesimo processo, anche se non sarebbe andata a cercare gli occhi altrui questa volta, forse perchè quello che vuol chiedere ora è un poco più personale. << Come ti chiami? >> Sembra una domanda stupida, banale, ma entrambi sanno che non lo è. Lui sa cosa lei gli sta chiedendo, e la Kokketsu sa bene che ottenere la risposta che vorrebbe è abbastanza impensabile. << Pensavo che tu lo avessi torturato per farlo diventare un Kokketsu. A lui non piaceva per niente essere uno di noi. Volevo fargli cambiare idea. >> Spiega un poco il suo punto di vista, i pensieri in quella testa, come se fosse corretto condividerli. Gli occhi blu però non cercano più quelli altrui, forse perchè in parte sente di averlo giudicato a prescindere. [Chakra ON] Si limita ad un piccolo sospiro, calmatosi perché cosciente d'avere il coltello dalla parte del manico adesso. Sogghigna prima di replicare. <Sai già la risposta a quest'affermazione.> Non è costretto a chiedere alcun consenso se dalla sua possedeva il potere, il permesso e l'obbligo - a prescindere dalla cavia, altrimenti non si chiamerebbe neanche tale. Glissa sull'argomento Shinsei perché rischia d'amareggiarsi nuovamente. Purtroppo il tasto dolente l'ha toccato anche con Dokuhiro perché vorrebbe restar sempre fedele a Kouki, ma ciò è improbabile - più che impossibile. Non lo è mai stato nel vero senso della parola, ma reputa che quel sentimento avrebbe dovuto provarlo con lei e con lei soltanto. E' contraddicente in ogni caso, ma per le emozioni lui è totalmente nuovo. Vi s'affaccia relativamente da poco pur avendo circa quarant'anni. <Hm, no. Forse è per questo che mi piacciono. Di solito, sono silenziose.> Il che potrebbe rendere l'altrui affermazione leggermente lugubre, nonostante non sia questo il caso - non negando che sia accaduto, ovviamente. Di cazzate ne ha fatte a iosa e non tutte le ha menzionate ad alta voce ( meno male, tra l'altro ). <Non dovrei dirle che me le hai regalate tu, altrimenti rischio di dormire in questa topaia> Riferendosi alla casa di Touma, nonostante ora sia vagamente sistemata rispetto a com'era prima che Shizuka vi mettesse mano per renderla vagamente accogliente per sé stessa. <per il resto dei miei giorni. Facciamo così... gliene porterò qualcuno. Preferisco la prima opzione.> Non crede neppur che lei vada dietro a consuetudini come quella di San Valentino o d'altre festività, visto e considerato che son più simili di quel che pensano in favore delle relazioni o delle emozioni. Non a caso, si ritrova ben più accolto da ragazzine che dagli adulti in generale. La guarda gestirsi piuttosto bene con quel cioccolato. Non sembra poi così complicato, peccato per tutto lo sporco che verrà lasciato in giro. L'odore del cioccolato caldo permea le sue narici, preoccupandosi di passarle infine altro cioccolato, scegliendone uno fondente. <Non sta venendo male, sembrava più complicato di così.> Ammette in riferimento al cioccolato, fermandosi poi quando Shizuka - pur non guardandolo - gli chiede qual è il suo vero nome. Prima di poterle rispondere, rilassa le spalle dapprima contratte. Vorrebbe dirglielo, ma ha necessità di farle una premessa quanto meno adeguata. <Lo sapeva soltanto Yukio - quindi, m'aspetto che questo segreto non esca da queste quattro mura. No, Kan non è esente. Neanche lui deve saperlo.> E' una premessa importante perché è altrettanto importante quel che sta per dirle. Quand'era ubriaco, ha sempre evitato, ha sempre procrastinato e neanche Kouki stessa n'era al corrente. Insomma... non è una risposta da poco quella che Shizuka vorrebbe e il demone pretende delle garanzie neanche troppo banali. <A lui non piaceva essere uno di noi perché io l'ho portato ad odiare quella condizione. Tuttavia... prima che sparisse, avevo tutt'altre intenzioni nei suoi confronti.> E CHE INTENZIONI, peccato che si sia fatto mangiare da una chimera e abbia mandato in malora la ship yaoi che tutti desideravano per via delle macabre vicissitudini secondarie. [ Chk On ] [Casa di Touma] Quel faccino rimane arrabbiato, resta sulle sue, non le va l'idea che si approfitti dei più deboli, però non può nemmeno pretendere che diventi un santo qualcuno che non lo è mai stato, forse manco appena nato. E' meglio che il discorso scivoli verso Dokuhiro, anche perchè avrebbero litigato e basta, senza raggiungere una soluzione, sono troppo distanti su quell'argomento e sa bene che non cambierà mai questa cosa. Alla di lei battuta otiene una risposta fin troppo seria, cosa che in qualche modo la mette in soggezione, facendo si che le guance arrossiscano leggermente, prendendola più come un 'anche tu in fondo mi piaci' che non in maniera lugubre come potrebbe sembrare. Shizuka trova sempre il lato positivo in qualsiasi cosa eh? Di nuovo le sfugge una risata quando scopre che l'altra non sembra apprezzare il fatto che lui frequenti altre persone: << Quindi è gelosa eh? Allora devi piacerle proprio! >> Il tono è ironico ma da qualche parte, un po' nascosto, c'è un poco di felicità a riguardo. Alla fine quella ragazza lo sta un poco tenendo a freno e migliorando e non vorrebbe vederlo solo per il resto della sua vita. << Vada per la prima opzione! Non voglio altri Kokketsu da seppellire! >> Gli rifila un occhiolino, sottolineando nuovamente come lo preferisca vivo a morto. L'attenzione torna sul cioccolato, su quella preparazione che agli occhi verdi sembra meno complicata del previsto. << Si non è complesso, semplicemente bisogna farlo sciogliere bene. >> Andrebbe a rompere il nuovo cioccolato, fondente ora, lasciando anche questo a sciogliere, sputando poi quella domanda scomoda. E la risposta che ottiene è tutt'altro che quella prevista. Sembra disposto a dirglielo, nonostante solo Yukio in persona sapeva questa informazione, la cosa la riempie istintivamente d'orgoglio, come se fosse appena stata elevata al gradino più alto del mondo. Però ovviamente c'è una condizione che lei sa per certo di poter rispettare, lo ha fatto per Ryoma fino a quando non è sparito, con Yasuhiko. Ci pensa, parla ancora dell'altro mentre i cricetini rimuginano. << Se non fosse sparito gli avrei fatto cambiare idea. >> Ha la testa dura pure lei, lo avrebbe fatto, ci sarebbe riuscita. Le manine andrebbero a controllare il cioccolato, sciolto adeguatamente ormai, versato sopra a due nocciole e poi sopra quel primo strato di cioccolato fatto prima. << Cioccolato! >> Volgerebbe solo la mano, reclamando il terzo tipo di cioccolato, andando a cambiare nuovamente padellino, concentrandosi sui dolci per un attimo ancora. Spezzerebbe eventualmente il cioccolato, lo lascerebbe coperto per sciogliersi. Infine si volgerebbe al parente, gli occhi blu decisi a fronteggiare i verdi: << Non posso prometterti che questa condizione di silenzio permarra per sempre. Ho fatto la stessa promessa a Ryoma, di non rivelare il suo nome a nessuno. Quando è scomparso non sono più riuscita a mantenere la promessa, ero preoccupata e con la persona più vicina a me mi è sfuggito di pronunciare il suo nome. >> Insomma, era decisamente una condizione particolare, qualcosa che non si sarebbe dovuto verificare. << Se tu hai intenzione di rivelarmi qualcosa che solo Yukio sapeva, non farò menzione alcuna di questo con altri se non te. Lo considero come un segreto di famiglia. Però... >> C'è un però, ovviamente, si conosce e ha le idee fin troppo chiare su quello che riesce a gestire o meno. << .. però se tu dovessi sparire, giuro che sulla tua tomba metterò il tuo nome. Non Rasetsu. >> Lo ha già un monumento con il proprio nome inciso, e una volta morto, sarà importante avere sulla lapide il suo vero nome, non un falso. [Chakra ON] Il fattore gelosia purtroppo è anche eccessivo. La mal sopporta per questo, ma per il momento sembra comunque andarci piuttosto d'accordo, motivo per il quale non si priva dell'altrui compagnia. <Mi ha raccolto da strada con l'intenzione di ripulirmi. A rigor di logica, c'è anche riuscita.> Che poi abbiamo ripreso moderatamente a bere non è sinonimo che lei abbia fallito. Semplicemente non puoi cambiare di punto in bianco qualcuno ch'è così da anni e secoli. Specialmente se non lo vuole. D'altronde, non sta facendo uso di sostanze stupefacenti esclusivamente perché non possiede i mezzi per crearne di proprie. Mentalmente, inoltre, ha necessità di restare lucido per via degli accordi presi con Saigo. <Hm hm, forse potrei riuscire a farlo da solo la prossima volta.> Ultimamente, si stava dilettando proprio con la cucina per evitare di pensare costantemente ai vizi che l'hanno condizionato per una vita intera. Tuttavia, ha imparato molto poco e quel poco che sa fare lo ripete ad oltranza non conoscendo altre ricette né riuscendo a metterle in pratica come vorrebbe. D'altro canto, non è mai stato uno chef, tanto meno una buona forchetta - a giudicare dal fisico asciutto che ha. Le passa del cioccolato bianco, continuando ad adocchiar di tanto in tanto quel che combina con tutto l'armamentario, assicurandosi che non faccia bruciare alcunché e seguendo inoltre le meccaniche di creazione di quei dolcetti. Sorpreso dalla risposta che riceve nei riguardi di Ryoma, si sofferma particolarmente sull'espressione della ragazza, sulla sua serietà. <In questa società, il mio vecchio nome non esiste più. L'unico che n'era a conoscenza è sparito durante la guerra di dieci anni fa.> Quindi, ribadisce il concetto per il quale lui non è più quello d'una volta, quel nome che tiene a dimenticare e a far sparire. Non si chiama più a quel modo. La promessa che proviene dalla rossa sembra essere piuttosto seria. <Sappi che posso manipolare la tua memoria o leggerla, quindi qualora tu dirai questo segreto a qualcuno, io verrò a scoprire senza problemi a chi l'hai detto.> Sì, insomma, deve sempre passare attraverso alcune minacce altrimenti il gioco non vale la candela, no? E' fatto così, gli atteggiamenti e gli insegnamenti da Yakuza è difficile dimenticarli quando s'è cresciuti con quelli. La fissa con occhi socchiusi, attento alle di lei risposte nel caso in cui ve ne fossero alcune fuori posto. <Ryuuma è già morto> Rivelando il suo vero nome, rabbioso e graffiante nel tono di voce. <è morto talmente tanto tempo fa da non saper neppure la mia vera età.> Ha smesso di tenerne conto, non s'è mai interessato della sua data di nascita. D'altronde, in tempi di guerra, la gente non si preoccupava minimamente di segnare in maniera accurata la data di nascita d'un trovatello nato nelle campagne e rimasto orfano. <Quindi, non servirà un'altra tomba perché ne ha già una: nelle campagne vicino Kusa, in una casupola abbandonata con altri due scheletri.> Non è assolutamente contento di aver 'Ryuuma' come nome sulla tomba. Piuttosto, preferisce morire di nuovo. Piuttosto, preferisce inciderselo da solo il nome sulla lapide prima che gliela mettano a chiuder la tomba. [ Chk On ] [Casa di Touma] << Pare >> Questo l'unico commento alla ripulitura del consaguineo, che poi si concentra sulla cucina e su cosa l'altra stia combinando: << Beh posso fartelo rivedere se vuoi. O insegnarti altro. Mamma da piccola mi faceva cucinare con lei. Magari preferisci le torte. >> Insomma, non devono essere per forza cioccolatini, magari una torta, dei takoyaki. Il pensieri delle cibarie le si legge sulla faccia, che cambia e diventa molto più soddisfatta. Però i toni cambiano con la conversazione, che si fa decisamente più seria, più personale di quanto non sia stata probabilmente fra loro. Le arriva quella minaccia, che sembra poco utile data la rivelazione successiva. Infatti lui non ama quel nome. Di nuovo ha pensato che lui volesse nasconderlo per altre ragioni, per non farsi inseguire dai demoni del passato, ma sotto c'è altro, qualcosa di più snervante. << Se il tuo nome non ti piace e hai scelto tu di cambiarlo, non vedo perchè dovrebbe interessare ad altri. >> Insomma se non si identifica nemmeno più con esso, allora il tutto perde di significato. << Però ora ha senso quella frase che ha i detto su Ryoma. >> Il cioccolato bianco viene fuso, posto sopra le nocciole e poi come strato finale degli altri cioccolatini che ha cercato di stratificare. Si volgerebbe in sua direzione, ricercando lo sguardo verde: << Se Ryuuma non ti piace allora è come se l'avessi dimenticato. Grazie per avermelo detto Rasetsu. >> Insomma, alla fine ha apprezzato il fatto che si sia fidato di lei, anche se non ha vinto un nome speciale per chiamarlo. << Vorrà dire che continuerò a chiamarti Zietto quando vorrò usare un vezzeggiativo! >> Il tono è sicuramente meno serio, mentre andrebbe a prendere gli stampini e riporli in frigorifero. << Devono raffreddarsi! Per un bel po' di tempo! Vuoi provare a farne altri? >> Ha altri stampini in silicone per produrre altri dolci, però magari questa volta può provarci da solo. << A proposito, ho scoperto che non hai rispettato una promessa un po' di tempo fa. Hai vinto un cinghiale gratis eh? >> Quella storia del cinghiale voleva assolutamente tirarla fuori, vorrebbe una reazione divertita da lui, come se colto in fallo. [Chakra ON] Tentenna un attimo sulla proposta di insegnamento culinario, storcendo le labbra. <Valuterò quando sarà il momento.> Se accettare o meno la proposta che gli è stata avanzata dalla consanguinea. Aspetterà. Per ora, non vede la ragione d'accettare, ma è sicuramente qualcosa che potrebbe tornare utile. Insomma, un jolly che continuerà a tenere in tasca e a sfoderare nel più bello della partita. <Perché potrebbero risalire a qualcosa che ho fatto quand'ero giovane.> Ecco perché gli interessa che nessuno vada ad indagare, anche se le prove potrebbero essere inesistenti per via del passaggio delle chimere. Riderebbe tantissimo se, andando a farsi un giro fuori da Kusa, trovasse esclusivamente quella casupola diroccata ma ancora in piedi - mentre tutt'attorno v'è la distruzione più totale. Infastidito dall'aver dovuto ammettere qualcosa che non voleva proferire nonché l'aver riferito anche il suo vero nome, or resta imbronciato con i glutei poggiati contro il ripiano della cucina. Le braccia incrociate al petto sanciscono anche il termine di quel divertente teatrino creatosi con il preparare dei cioccolatini a formare di cuore. E' stato anche abbastanza divertente, tutto sommato, prima che i discorsi prendessero tutt'altre pieghe mai viste e affrontate finora dal duo di rossi. Si limita a mugugnare qualcosa per tutta risposta, pronunciando un secco <no> quando Shizuka gli chiede se vuol provare a farne altri. <direi che va bene così.> Ammette, distaccandosi con un lieve colpo di reni per avviarsi al tavolo poco distante. <Devi metterli in frigo?> La domanda è chiaramente lecita poiché non sa come comportarsi innanzi alla preparazione di quella ricetta. Basta lasciarli all'aperto o hanno bisogno di temperature adeguate? Sgrana gli occhietti quando la ragazza tira fuori totalmente dal nulla tutt'altro genere d'argomento. Si gira verso di lei rigido come un tronco. <Un cinghiale?> Indaga come un cane che annusa il terreno alla ricerca d'un tartufo prima di esporsi più del necessario. Non capisce dove voglia andare a parare né perché abbia tirato fuori improvvisamente quel discorso! E vuole vederci chiaro. [ Chk On ] [Casa di Touma] Ovviamente una risposta seria arriva dall'altro, in relazione all'affermazione della rossa che a conti fatti intendeva a suo modo rassicurarlo sul fatto che quel nome sarebbe rimasto solo un dettaglio non interessante nemmeno da condividere per lei. Quando lo invita a provarci per i fatti suoi ottiene un no molto borbottato, come se fosse offeso dalla discussione appena avuta. << Va messo in frigo perchè deve solidificarsi per bene! Altrimenti va a finire che non si compatta bene! >> La spiegazione su come ottimizzare il lavoro arriva, anche se lei non è d'accordo sul fatto che otto cioccolatini siano abbastanza, ne vorrebbe fare un sacco di più per Kan. Poi le viene in mente quella promessa non mantenuta, quel cinghiale vinto gratuitamente senza che sia corrisposta la testa di Orochi. << Si beh, un mio conoscente mi ha detto di aver fatto un patto con te, e tu gli hai chiesto un cinghiale in cambio. Chissà perchè quell'animale poi... >> Il visino si fa stupito, ancora non riesce a comprendere perchè il parente volesse proprio fare uno scambio del genere, cioè.... alla fine uccidere un uomo è decisamente qualcosa di importante, un cinghiale non lo è altrettanto no? << Ah non dirò a Kan di Dokuhiro. In fondo sono affari tuoi giusto? Poi con tutti i giri loschi in cui ti infili lei potrebbe essere in pericolo se lo sapesse anche una sola persona in più non trovi? >> La domanda è lecita, entrare in quel mondo le sta facendo cambiare prospettive. << A propostito signor mafioso. Se tu fossi il capo della mafia, e ti portassero via la cosa che ritieni più importante al mondo, come regiresti? >> Parla in maniera vaga, ipotizzando, provando a capire cosa potrebbe frullare nella mente di Masumi. << E se invece che portartela via, ti proponessero uno scambio di valore uguale o superiore? Faresti a cambio? >> E' chiaro che senza i soggetti è difficile comprendere il contesto generale, ma come sempre prima di esporsi troppo con lui, deve tastare il terreno, anche se sa bene che finchè lei è incastrata in quel circolo, tendenzialmente non farebbe nulla di male. [Chakra ON] Si limita ad un breve <d'accordo> come se, per l'appunto, se la fosse davvero presa a male per quant'accaduto di recente, per la discussione avuta per ultima. Più che altro, è pensieroso. Non è questione di starci a rimuginare ulteriormente. Quindi, tenta di prender lo stampino per metterlo nel frigorifero - un frigo praticamente vuoto che sta acceso tanto per stare. Ci sono rimasugli di qualcosa di non ben definito in una ciotola con coperchio, ma non vuole indagare ulteriormente. Non osa immaginare cosa possa averci messo Nana. S'appropria del ripiano inferiore. <Guarda che puoi farne altri, se vuoi.> Che non voglia farli lui, non implica che la stessa cosa valga anche per la ragazza, ovviamente. Fa spallucce, tornando all'argomento cinghiale. Gli preme sapere come diavolo l'abbia saputo, soprattutto perché è qualcosa di vecchiotto - di ben undici anni prima, ormai. <Al cento percento, posso dirti che sicuramente ero strafatto od ubriaco quando ho fatto quell'accordo.> N'è sicuro, tanto da mettere la mano sul cuore - quel cuore che asseriva non battesse affatto, tanto tempo prima. Quanto tempo è passato da quand'ha conosciuto Bahaa? Troppo. <Ehi, cosa vorresti dire sui cinghiali? Non ho mai avuto un animale domestico!> Sì, ma i cinghiali sono tutt'altro che animali domestici. Uno di grossa stazza rischia di fare non pochi danni all'interno d'una casa, figurarsi se fosse possibile addirittura addestrarli. Roba da pazzi: si creerebbe un esercito di cinghiali che distruggerebbero quel che incontrano sulla loro strada. <A proposito di pericoli, ho contratto un debito con qualche Yakuza - non ricordo neanche come.> Anche in quel periodo è ancora sotto effetto di droghe, quindi non c'è assolutamente da stupirsi se non rammenta alcunché - o ricorda vagamente quel che accadde. <E lei era con me quando sono venuti a minacciarci. E' il motivo per il quale mi sono dovuto trasferire a Kiri.> Spiegando dunque come la ragazzina sia già nei casini soltanto per aver a che fare col demone. E' sicuramente una premura altrui che apprezza, ma della quale - come ha potuto capire adesso - non ne ha granché bisogno. <...> Si zittisce di botto quando sente la domanda che gli viene rivolta dalla fanciulla, aggrottando le sopracciglia. La fissa come se avesse detto qualcosa in qualche lingua strana. <Se fossi ancora il capo della Yakuza, nessuno mi porterebbe via qualcosa perché sarebbero fedeli al sottoscritto e non permetterebbero che ciò accada. Tuttavia, è sempre bene non aver qualcosa a cui si tiene così tanto da poter essere sottratto per vendetta.> Spiega, tamburellando le dita sul mento poiché fattosi pensieroso in merito. <Penso tu mi stia chiedendo l'eventualità in cui accada...> Quindi, la risposta che le ha dato non è abbastanza soddisfacente, ma si prende il suo tempo per ragionarci. Fissa il soffitto come se vi riuscisse a trovare l'illuminazione. <Me l'andrei a riprendere perché se m'appartiene deve tornare dal sottoscritto.> L'ultimo quesito ha bisogno d'una specifica maggiore, quindi ancor più dubbioso di prima, gli viene spontaneo domandare con fare un po' spocchioso. <Mi serve un soggetto! Qualcosa di valutabile!> Altrimenti sarebbe tutto troppo vago, anche la sua risposta. [ Chk On ] [Casa di Touma] Dopo aver ricevuto il permesso si rimetterebbe a lavorare su altri cioccolatini, usando anche altri ingredienti come il cocco o gli zuccherini colorati. E' assurdo come quella cosa dei cinghiali sia venuta fuori e peggio le risposte che ottiene. << I cinghiali non sono animali domestici! >> Ovviamente doveva chiarire quel freintendimento, << Spero tu non lo abbia ancora in giro! >> Con ogni buona probabilità lo ha perso subito dopo averlo ricevuto ma poco importa il problema è che non abbia rispettato un accordo e Matt non l'ha presa benissimo. Però è chiaro come non sia ne il primo ne l'ultimo problema insorto e che Dokuhiro ci sia finita di mezzo. << Però deve essere una tipa tosta se non ti ha piantato da solo dopo essere stata minacciata. >> Ci riflette, deve proprio essere convinta di volere quel tipo se rischiare la vita non le importa, oppure è solo pazza. << Se dovesse servirti aiuto puoi chiedere lo sai? >> In fondo lui lo sta facendo per lei, inoltre è di famiglia, bisogna supportarsi e preservarsi a vicenda no? Tuttavia ora che stanno parlando di intrighi e tradimenti le viene in mente che lui sia il più indicato per ragionare come la tipa che devono fregare. Perciò pone domande, estrapolandole dal contesto, senza dargli però troppo informazioni, perciò deve mettere in campo qualche esempio più concreto. << Ok prendiamo degli esempi concreti usando nomi fittizzi. >> Intanto andrebbe a sciogliere del cioccolato al latte nuovamente. << Tu sei il capo della yakuza, hai rapito me, una bambina innocente e mi hai cresciuta come fossi tua. Quando in realtà sai benissimo di non essere mio padre, ma eri così innamorato follemente di mia madre che quando lei è morta mi hai portata via dal mio vero padre che mettiamo si chiami Kan. >> Sta usando dei nomi che sente più vicini per rimettere i soggetti al proprio posto. << Sei diventato così paraoico che praticamente mi affidi solo a un tuo sottoposto sceltissimo e non mi fai vedere altre persone. >> Continua quel racconto rivisitato, << Se mio padre, volesse riavermi, con cosa dovrebbe scambiarmi ? >> Insomma, ora dovrebbe essere più chiaro, anche se ovviamente Rasetsu è un uomo, quindi la sensibilità è differente rispetto a Masumi, però in qualche modo quel dubbio se lo deve togliere. [Chakra ON] Sembra proprio che a Shizuka non vada bene N I E N T E di quel che che fa il demone! Si lamenta persino per i cinghiali. <MA SE NEANCHE L'HO MAI AVUTO!> Riferendosi nuovamente al suddetto animale, sicché di fatto non ha mai avuto la sua ricompensa. <Si è divertita come non mai in vita sua.> Ammette, invece, per quanto riguarda Dokuhiro la quale in effetti non s'è assolutamente spaventata. Anzi, gli ha dato delle possibili soluzioni al problema in sé. <Mi servirebbe qualcosa come settantamila ryo, se non erro.> Non lo ricorda perché ovviamente non vi ha dato peso. <Non voglio ripagare il debito, però, quindi non serviranno.> Altrimenti, glieli avrebbe anche potuti chiedere nella vana speranza che facendo una colletta tutti assieme riuscissero nell'ottener qualcosa. Man mano che Shizuka va avanti, Rasetsu comprende che ha necessità d'un foglietto. Molteplici i punti interrogativi immaginari sul capo, complessa l'espressione titubante che gli s'è disegnata in faccia. Va ad aprire un cassettino, agitando velocemente il contenuto al suo interno - lasciando tutto dannatamente in disordine, tant'è che il tiretto fa fatica ad essere richiuso. S'è portato un foglietto bianco non troppo grande e strappato da un quadernetto assieme ad una penna nera. Disegna una coroncina in alto, cerchiandola. <Questo sono io, il capo della Yakuza.> Le fa segno d'avvicinarsi, sedendosi innanzi al tavolo per star più comodo. Traccia una piccola linea orizzontale di fianco a sé, poco più sotto. Disegna una stella. <Questa sei tu.> La bambina innocente che ha rapito. Traccia una linea che va verso il basso con una freccia all'estremità. Quivi, la penna va a formare un croce. <Questa è tua madre che io ho sempre amato e che è morta.> In corrispondenza della madre, tracciando una freccia parallela alla gemella, va a disegnare un cerchio. <Questo è tuo padre, quello vero a cui io ti ho rubata.> Accanto alla sua corona, traccia una linea nel senso opposto alla bambina, siglando il nuovo personaggio con una Z. <Lui, invece, è il mio collaboratore più fidato al quale ti ho affidato, costringendoti però a non vedere nessun altro all'infuori di lui.> Attorno alla stella, vien raffigurato un quadrato che la ingloba completamente - come se fosse appunto bloccata. Non si può dir che non possa fare l'artista, eh. <Non dovrebbe scambiarti con nessuno. Perché se sei così importante per me, io non accetterei nessuno scambio. Dovrebbe uccidermi perché sarebbe l'unica chance di riaverti con lui. Se si tratta di me nella fattispecie, ciò che è mio resta mio - a meno che non ci sia qualcosa con un valore immensamente più alto.> Tamburella con la penna sul foglio, soffermandosi proprio sulla stellina intrappolata in un quadrato. Volteggia tra il collaboratore e il genitore vivo. <Perché queste domande? In cosa ti stai andando a cacciare?> Ora è lui quello curioso e non si esime dal commentare. [ Chk On ] [Casa di Touma] Insomma a conti fatti fra i due quello meno adulto sembra proprio il genetista. In ogni caso Dokuhiro sembra meno delicata di quanto previsto, cosa che le fa strano ma che al contempo la rassicura sulla di lei situazione. << Non so se ne ho tanti ma come detto non ti servono no? >> Glissa su quella richiesta di soldi anche se segretamente andrà a controllare il suo conto in banca, giusto per essere certa di non averli seriamente a disposizione. Magari anche solo una piccola parte. Quando parte però quell'intricata spiegazione lui sembra confuso, ha bisogno di mettere i puntini sulle I. Si procura carta e penna e si mette sul tavolo a riassumere la situazione, mentre lei continua con altro cioccolato da sciogliere e completare in qualche modo i suoi dolcetti. Riassume il tutto schematizzandolo, frecce, stelle e quadrati aiutano a semplificare le relazioni che intercorrono fra di essi. Siccome deve attendere che il cioccolato si sciolga di nuovo, andrebbe a sedersi vicino a lui, affrontando la discussione: << E' questo il problema, non possiamo ucciderti. Io non voglio che ti uccidano. Mi hai cresciuta, e anche se non sei mio padre non voglio che tu muoia. >> Praticamente la interpreta quasi in prima persona, diventando Kimi nella fattispecie, occhi blu a fissarlo. << Però voglio stare con il mio vero padre. Se io ti dessi un tuo figlio, qualcuno di generato da un ovulo di mia madre e un tuo spermatozoo. Sarebbe abbastanza come scambio? Varrebbe più di me? >> Gli occhi che lo fissano sono abbastanza innocenti in quel frangente, anche se si alzerebbe poco dopo per controllare il cioccolato e creare altri dolci. << Shizuka non si sta cacciando in nulla. Stavolta mi faccio chiamare Medusa e indosso una maschera da volpe. >> Deve smetterla con il giocare al travestirsi, prima o poi qualcuno sarà tanto sveglio da capire che in realtà è lei dietro a ogni travestimento. << Voglio aiutare un amico a recuperare sua figlia. Sto cercando un modo non violento per farlo. >> Finito con l'ennesima colata di cioccolato andrebbe a scioglierne altro. << Puoi aiutarmi? >> Già perchè loro due, lei a Matt non sono riusciti a risolvere l'arcano. Inoltre con questa trasposizione mancano dei dettagli. << Il capo della mafia è una donna. E il vero padre della bimba ha ucciso colui che lei amava. >> Questo è da tenere in conto, quella trasposizione non avrebbe funzionato sulla storiella creata con Rasetsu. [Chakra ON] Agita distrattamente la mano nell'aere, glissando a sua volta sull'argomento e dichiarandolo in un certo senso chiuso - per quanto indirettamente lo stia facendo. Sospira, passandosi una mano tra i capelli sulla fronte, fissando alternativamente il foglio e il viso della ragazza che gli parla. <Non posso parlare a livello umano perché non comprendo il legame che esiste tra un genitore ed un figlio, non avendone mai avuto uno.> Rivela parte di sé stesso, stringendosi nelle spalle. Sta ancora ponderando sull'eventualità che gli ha messo davanti, provando davvero a dare una spiegazione logica. D'altronde, è stato lui a dirle che l'avrebbe aiutata anche in questi contesti cosiddetti mafiosi. <Credo che... non sarebbe la stessa cosa. E' come se Dokuhiro decidesse di lasciarmi, ma in cambio mi desse una sua copia sputata. Sarebbe veramente la stessa cosa?> Inarca un sopracciglio, fissando l'interlocutrice affinché possa dargli una risposta quanto più soggettiva possibile, qualcosa che sia definibile come tale. <Scommetto che Kan ti ha parlato della *mia* teoria della clonazione> Ci teniamo a specificare come non sia assolutamente di sua proprietà la teoria della clonazione, poiché i primi ad attuarla furono gli Uchiha. Lui sta soltanto provando a rievocare quella tecnica con le sue sole forze, dando per scontato che sia una sua totale scoperta. <altrimenti, non capisco come tu sia arrivata al pensare qualcosa del genere.> E scuote il capo con evidente disappunto - perché è chiaramente evidente che non può fidarsi assolutamente di quel ragazzo se, in risposta, ottiene soltanto delle delusioni. <Tornando al discorso originale, reputo stupido concedere qualcosa di simile a ciò che toglierai: non sarà mai uguale. Gli stessi cloni tendono a somigliare al DNA con cui li hai generati, ma come la genetica insegna> Prende una pausa, facendo spallucce. <c'è una discreta percentuale che venga preso un gene e una discreta percentuale che ne venga preso un altro. Per non parlare delle varianti rare che non vorrei neanche stare a contemplare.> Gesticola, facendo affidamento a quel che maggiormente conosce: la genetica e l'anatomia. Mette in risalto le sue capacità, quel che ha studiato e quel che più conosce. Ci ha speso una vita intera. Se non fosse così stupido, sarebbe un esempio sicché ha appreso tutto completamente da solo. <E poi... se tua madre è morta> Tenendo fede all'esempio di prima. <dovrei cercare di prendere il DNA da un cadavere - e non è sempre possibile. Dipende dalla sua decomposizione, da quanto tempo è stato sotterrato e dove. Non è neppur detto che l'individuo in questione accetti quest'altro 'dono' - chiamiamolo così.> Continua a gesticolare perché la faccenda si sta facendo più grossa del previsto e si stanno allargando gli orizzonti man mano che vanno avanti nel parlarne. Ci sono troppe variabili... <AH, MA ALLORA IL PROBLEMA NON SI PONE!> Esclama come se avesse finalmente raggiunto l'Eureka. S'alza in piedi di scatto, sgranando gli occhi come se avesse appena avuto l'illuminazione del Buddha in persona, trovando il Nirvana al termine del suo percorso. <Lo ammazzerei con le mie stesse mani, sempre incarnando il ruolo di capo della Yakuza, e non accetterei nessun compromesso! Se uccidi chi amo, vieni ucciso anche tu.> ...non è esattamente l'aiuto che t'ha chiesto. Proprio no... [ Chk On ] [Casa di Touma] Lui cerca di comprendere, entrare in quel mondo anche se non lo conosce. Fa delle supposizioni su Dokuhiro, le chiede qualcosa riguardo una teoria della clonazione che Kan dovrebbe averle accennato. Gli occhietti di lei si sgranano, muovendosi all'indietro: << Io non so di che parli, io non parlavo di clonazione ma di biologia! >> Lei non è una genetista, lei ha solo ripercorso il naturale processo di fecondazione per arrivare a quella teoria. Nonostante ciò lui entra nello specifico, dichiarando quanto sia complicato recuperare il DNA puro, quello più vicino a quello del possessore, oltre al fatto che è difficile farlo da un corpo morto. Lei si perde i quel discorso articolato, cerca di seguirne le fila ma è chiaro come non sia il suo campo e come ci siano un sacco di problematiche a riguardo. << Comunque io pensavo di usare il DNA dell'uomo in questione per fecondare l'ovulo materno. E pensavo di ricavare il DNA di quest'uomo morto da uno dei suoi veri figli ancora in vita. >> Insomma non ha nemmeno mai pensato di andare a cercare il DNA da un cadavere. In ogni caso lei pensva alla biologia, alla naturalità della cosa, non alla clonazione certamente, cosa nemmeno mai immaginata nel testino della rossa. In ogni caso si alza, torna sui cioccolatini mentre aggiunge quel piccolo dettaglio a riguardo. Cosa che lo fa esclamare come se avesse raggiunto la risoluzione del tutto. << HEY! >> Si indispettisce, si volta col faccino arrabbiato. << E' stato lui a portargli via la figlia! Ha iniziato lui! E' solo un occhio per occhio. >> Non l'ha detto davvero, scusa Matt. << Gli hanno portato via l'unica cosa che gli resta della donna amata. Se non l'avessero rapita quel tipo sarebbe ancora vivo! Dare la possibilità a quella di avere un figlio con qualcuno di morto e sepolto dovrebbe solo renderla felice! >> Ok si è scaldata decisamente tanto per la cosa, ma la infastidisce l'idea che qualcuno possa comportarsi scorrettamente e poi pretendere di essere trattato con i guanti. Boffonchia, si volta, torna sul cioccolato: << Scusa... >> Alla fine lui che cosa cavolo c'entra, non è con lui che deve prendersela, anzi già solo il fatto che la stia aiutando è fin troppo. [Chakra ON] Parlava di biologia... Ma lui non è d'accordo. <Non puoi parlare di biologia se di mezzo v'è un morto.> Nello specifico caso d'una gravidanza programmata con lo spermatozoo d'un uomo passato a miglior vita. <Se l'uomo è morto...> Tenta di farglielo capire con frasi piuttosto semplici - come se fosse incapace di comprendere, altrimenti. Sì, con molta probabilità si beccherà una lancia di sangue nello stomaco a sua volta. <...diventa complicato riuscire a procurarsi un suo spermatozoo.> La guarda, annuendo alle proprie parole - come coi bimbi per cercare di far capire loro la faccenda. S'interrompe prima di proseguire perché finalmente la ragazza ha tirato fuori una possibilità interessante. <Puoi fare una cosa! Non dirle ch'è del figlio... Dille che un genetista piuttosto bravo è riuscito a recuperare del DNA dal suo amato!> Bugie e sotterfugi... Purtroppo, si vive di questo nel mondo in cui Shizuka deve imparare a stare. O sopravvive o viene mangiata. Non c'è molto altro che può fare se non riuscire negli obiettivi che si è prefissata. <Se è davvero innamorata di quell'uomo come dici, potrebbe essere l'unica chance che avete - anche se deve aver davvero dei problemi mentali. Vuol dire che non ha mai tenuto affatto a quella bambina.> E' triste invero, ma al demone non importa. S'è una soluzione che va cercando, questa potrebbe essere quella corretta. La domanda più grande che deve porsi, però, è un'altra... l'ennesima! Si rifà serio, per quelle poche volte in vita sua in cui ciò possa accadere. <La vera domanda> Sollevando l'indice della mano sinistra per attirarne ulteriormente l'attenzione. <è come pensi di riuscire ad ottenere il consenso da parte della donna in questione e il DNA da parte dell'uomo che intendi usare.> Perché a parole sembra tutto così facile, ma ambedue i diretti interessati potrebbero non essere in alcun modo concordi con le speculazioni create dalla ragazzina e dal suo nuovo amichetto. Si irrigidisce sul posto, tirandosi indietro e mantenendo gli occhietti sgranati - con la bocca socchiusa - quando la ragazzina inveisce contro di lui urlando. Cos'ha detto di sbagliato stavolta? <CHE CARATTERINOOOO!> Esclama di rimando tentando d'emulare l'altrui tonalità di voce, pur risultando gracchiante e un po' troppo fastidiosa - come suo solito. <Adesso che ci siamo detti tutto... di capi della Yakuza, anni fa, esistevamo io e Orochi. Vuol dire che adesso c'è qualcun altro a ricoprire quel ruolo - qualcuno d'importante e ch'era legato a lui, giusto?> Perspicace? No, ha solo ascoltato bene (?). Il disegnino ha senza dubbio aiutato a capire meglio la situazione, ma è chiaro che pretenda una conferma da parte di chi ne sa di più - in questo specifico caso, Shizuka. [ Chk On ] [Casa di Touma] Lui le parla molto lentamente, come se stesse spiegando a uno stupido, e questo sicuramente non aiuta il nervosismo di lei, che aumenta considerevolmente quando le si chiudono le porte in faccia per una soluzione. Insomma ha promesso a Mattyse che avrebbero recuperato Kimi! Ok lo ha fatto perchè lui sembrava veramente desideroso di riabbracciarla e in un moto di sentimentalismo estremo lo ha fatto. Non se n'è pentita, però insomma si è di nuovo incastrata in una faccenda scomoda e ora si ritrova a dover risolvere qualcosa di più grande di lei. << Non sono stupida capisco! Non tutto precisamente ma capisco! Era per spiegarti che Kan non mi ha detto delle copie. Ci ho pensato pensando a come funziona in natura normalmente! >> Si becca pure una linguaccia. Anche tu Rasetsu cosa pretendi? Stai parlando con una sedicenne che sta giocando al mondo dei grandi! Però su quelle affermazioni, su quelle pensate della coppia di amichetti per caso forse il genetista trova un appiglio. Gli occhi blu si allargano, sembra un'idea bislacca ma in effetti la menzogna potrebbe funzionare, anche perchè il sangue Hyuga lo avrebbe sicuramente. Alla fine quella donna è disperata a tal punto da tenere Kimi con se, perchè non darle altre false speranze? Però mentre lei riflette lui arriva al fulcro della questione, come agire, come muoversi per ottenere tanto. << Non so se sia un addio, forse potrà rivedere la figlia. Cioè volevo proporre la cosa al mio amico.... Ma stiamo andando fuori tema. >> Insomma alla fine non è quello il problema principale. << Dobbiamo falsificare sicuramente dei documenti per farli risultare veritieri, ovvero che attestino che il DNA è quello del defunto. Per come ottenere quello ci penserà qualcun altro. Non posso mica fare tutto io eh! >> Nella fattispecie ci penserà Mat o ci penserà l'Ochaya. Lui la riprende per quella uscita fuori dalle righe, canzonandone la voce. << Ti ho chiesto scusa. Non sono molto brava a gestire la rabbia, men che meno ora che la uso sempre per interpretare Hime. >> Boffonchia, da una spiegazione sommaria di quel difetto che si porta dietro, quell'instabilità emotiva ereditata per lo più dal padre. Però il rosso torna serio, ovviamente parlandone con colui che era a capo della baracca il tutto non può che tornare al suo legittimo posto. << Io non so cosa è successo dieci anni fa. Però sì, al posto di Orochi c'è qualcun altro. E questa persona era follemente innamorata di lui. >> Non aggiunge altro, sarebbe stupido negare l'evidenza davanti a qualcuno che ne sa trenta volte più di lei. << Sai dove sono i figli di Orochi? >> Domanda, non è detto che lui non ne sia a conoscenza, anche se Matt dovrebbe invece essere informato a riguardo. [Chakra ON] Agita la mancina, come a volerla far calmare - forse ottenendo tutt'altro in risposta. <Va bene, va bene. Ma adesso parliamo di cose serie.> Ad esempio, come accennato in precedenza, l'ottenimento dei prodotti necessari alla creazione di quel bambino in provetta. Sarebbe una delle basi dalle quali lui è partito, quindi è consapevole che potrebbe essere creabile. <Se siete intenzionati a far qualcosa del genere, sappi che voglio partecipare attivamente.> Gli occhi del genetista s'illuminano intensamente, convinto al cento percento di voler riuscire in quest'impresa. Non gli interessa chi sia colei che riceverà quel premio - per così dire - ma sono studi che porta avanti da una vita. Creare un bambino in provetta è ciò per cui sta andando avanti. La clonazione arriverà poi, per quanto importante sia a sua volta. <Se non sei così brava a gestire la rabbia specialmente perché ori devi fingerti qualcun altro, smettila di creare altri travestimenti.> Un consiglio spassionato menzionato forse con il tono infastidito e arrabbiato che ha di solito, pungente e diretto. Tutto sommato, non vuol forse significare che le vuole molto bene? Specialmente se s'arrabbia, poi. Tentenna leggermente da un lato all'altro, tornando a sedersi. Cerca di ricordare, battendosi il palmo della mancina sulla fronte un paio di volte. <Orochi era un pezzo di merda e su questo non ci piove, ma non ero a conoscenza del fatto che avesse dei figli. Quindi, no. Non saprei dove andare a cercarli. Però, sei sicura di dover cercare degli Hyuuga.> Forse le ha ridotto il campo, ma al tempo stesso potrebbero non aver risvegliato l'innata; potrebbero non asserire in giro d'essere figli del vecchio capo della Yakuza, ad esempio. Nessun nel clan n'era a conoscenza, ma questo purtroppo lui non lo sa. <Prova a parlare con i membri del suo clan. Io penso che farò un riposino, adesso.> Sbadigliando sonoramente, s'appropinqua al divano forellato in più punti, nel tentativo di stendersi. Il suo cappotto gli farà da coperta e il braccio da cuscino. Ha dormito in posti peggiori, al freddo per di più. <Quando esci, chiudi la luce.> Un chiaro invito poco gentile ad andarsene! Ha fatto più del necessario. Anche quando Shizuka andrà via, lui non dormirà subito. Resterà a meditare su quanto ha saputo da quella piccola peste. Si va a metter nei guai con la mafia e poi dice a lui di star attento, ma pensa te. [ Exit ] [Casa di Touma -> (?)] Eccolo lì, di nuovo a farsi i fatti degli altri, pare che in qualche modo la genetica rientri sempre in qualche modo nei campi che le servono per risolvere i problemi, fortuna che la rossa ha a disposizione non uno, ma ben due persone appartenenti a quel campo su cui fare affidamento. << Se non vuoi nulla in cambio tipo altre informazioni per me può andare! >> Ora che fa? Contratta con la mafia? Si sta forse prendendo qualche libertà in più con quel tipo che alla fine si sta rivelando fin troppo accomodante con lei. << Il mio amico mi ha chiesto un nome per non usare il mio vero. Ho usato il primo che mi è veunuto in mente, spero di non dover rifare una cosa del genere. >> Si giustifica, non vorrebbe dover rimettere quella maschera da volpe che tuttavia si è tenuta nascosta in cameretta. Quando è lei a domandare se lui conosca i figli di Orochi la risposta è negativa, ma conferma che lui fosse uno Hyuga, cosa che già sapeva. << Va bene, andremo a caccia anche di loro. >> Già devono trovarli per poi applicare l'eventuale piano del bimbo in provetta. Però a quanto pare dopo tutto quel discutere e pensare lui si è stancato. Infatti senza troppi convenevoli si sdraia sul divano, lasciandola rimuginare fra sè e sè su quanto scoperto. La rossa continuerebbe quindi con la sua produzione di cioccolatini per un poco, decidendo di portare a casa la maggior parte di essi, lavando tutto ciò che ha utilizzato per la produzione. Nonostante non siano ancora del tutto raffreddati, andrebbe ad estrarne uno per tipo, lasciandoli su un piattino all'interno del frigorifero. Prima di lasciare la stanza andrebbe a prendere un foglietto dal medesimo cassetto utilizzato da lui, lo dividerebbe a metà, scrivendo su un lato "Grazie Zietto!" con annesso cuoricino, che andrebbe a riporre vicino al piatto all'interno del frigorifero. Sulla seconda metà andrebbe a scrivere solo "Guarda nel frigo" Firmandolo e abbandonandolo sul tavolo. Lascerebbe poi l'appartamento cercando di fare meno rumore possibile, spegnendo la luce come da lui richiesto, convinta che lui si sia veramente messo a dormire. Insomma Rasetsu: BUON SAN VALENTINO!!! [Chakra ON][// END]