Problemi in famiglia?

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14:55 Shizuka:
  [(?) -> Casa di Touma] Strano ed inconsueto quell'invito da parte del parente. Sa per certo che non si tratta di un incontro di puro piacere ma di qualcosa di più rilevante, più macchinoso. Nonostante il soggetto non sembra particolarmente in ansia, sono in combutta per diverse cose e inoltre lui sembra veramente devoto alla famiglia quindi, paradossalmente, quell'uomo tanto ambiguo per lei risulta una sicurezza. I capelli sono raccolti in una coda alta, sopra cui sta poggiata la farfalla di sangue soprannominata Kimi, gli occhi blu sono truccati leggermente, matita nera e eyeliner ad allungarle appena lo sguardo. Il cappotto nero con il pelo marroncino le copre il busto, sotto di essoha scelto di indossare un maglioncino nero con il collo alto e le maniche lunghe, con un'apertura a goccia sul davanzale e un'apertura circolare sulla schiena, che lascia intravedere la parte alta dell'immenso tatuaggio che la occupa. Le gambe sono avvolte da un paio di jeans strappati in più punti, infilati in un paio di anfibi neri che giungono fino a metà polpaccio, sulle spalle lo zainetto con blocco da disegno, materiale, chiavi varie, cuffie enormi e blu. Il cellulare sta nella tasca destra del giubbotto, gli orecchini sono tutti presenti, i due a forma di farfalla, uno dorato e uno blu, a coppie per ogni lobo e il cerchietto che sovrasta il lato sinistro, dorato, speculare a quello indossato dal Sumi. I genitori le hanno scritto che dovrebbero rientrare nel fine settimana dalla pesante missione alla volta delle porte Kiriane, Riuky è ancora vivo e questo le basta per non tediarsi troppo, tuttavia è molto felice di rivederli. Con questi pensieri e altri nella testolina rossa, si appresterebbe all'ingresso della dimora altrui, dato che ne ha ricevuto l'indirizzo dal proprietario stesso, andando a sfiorare il campanello e sostando sulla porta o portone in attesa di risposta.

15:11 Rasetsu:
 L'ultima volta che ha varcato la soglia di quell'abitazione, in essa vi regnava il caos più totale. Nana, che precedentemente vi ha vissuto ma che di recente non ha più visto in giro, non s'è mai premurata di dare una sistemata allo sporco che lasciava. Chiaramente, se non ci ha pensato qualcun altro, è pressoché impossibile che l'abbia fatto lui. Nel lavandino, regna sovrano il caos più totale tra piatti da lavare, contenitori presumibilmente sporchi e contenenti ancora del residuo di cibo ed altri utensili utili al sostentamento. Il divano, quello sul quale Shinsei è solito sedersi durante le loro sedute spiritiche, è ancora insozzato di sangue nero rappreso - che sarà anche difficoltoso far venire via. Livelli di polvere inimmaginabili sostano sui mobili della stanza, che in realtà possiede al massimo un mobile con tanto di televisore spento frontale al cucinino. Il divano è posto frontalmente all'ingresso, nei pressi d'una finestra sprangata che dà s'un vicolo sottostante. Indossa una camicia bianca le cui maniche son arrotolate poco sopra i gomiti, così da lasciare gli avambracci completamente scoperti così come le cicatrici che si porta dietro lungo le vene principali. Al di sotto, prendono posto un paio di pantaloni neri aderenti alle magre gambe, sorretti da una cintura d'egual cromia. Ai piedi, infine, le scarpe laccate scure rintoccano leggermente sulle assi del pavimento ad ogni suo passo. Ovviamente privo di chissà quali armi in quanto utilizzatore ferrato d'illusioni e arti magiche, attende soltanto che colei che deve giungere possa arrivare all'ingresso. Non passa poi molto tempo e sente il suono del campanello provenire dalla porta d'entrata. Vi s'avvicina, abbassando frettolosamente la maniglia ed aprendo l'anta quel tanto che basta per permettere alla fanciulla d'entrare nella sua umile dimora - che tanto 'sua' non è. <Buongiorno a te. Non so dove tu possa accomodarti> Al massimo, al tavolo che divide la cucina dal salotto. <ma il divano te lo sconsiglio.> E' mezzo distrutto perché i suoi costrutti vi passano attraverso per tenere Shinsei ancorato al mobilio, per non parlare - come anticipato - dei rimasugli di sangue che si trovano, oltre che sul divano, anche sulla pavimentazione nei pressi dello stesso. [ Chk On ]

15:26 Shizuka:
  [Casa di Touma] Da fuori la struttura sembra molto meglio che non all'interno a quanto pare, viene accolta in maniera molto tranquilla e quando le blu si scostano appena all'interno quel che vede la mette un poco in soggezione. E' chiaro che quel luogo viene utilizzato poco e nei modi più disparati, lei pensava di essere una casinista ma evidentemente c'è chi fa peggio. I passi vengono mossi all'interno, lasciando all'altro il compito di chiudere la porta come meglio crede. << Buongiorno, posso anche restare in piedi volendo ed eviterò il divano. >> Le iridi tuttavia su di esso si sono posate, vede quelle macchie di sangue, quello stato malridotto in cui versa l'oggetto ma non pone domande specifiche. Si appresterebbe al tavolo, provvisto di sedie probabilmente sul quale appoggerà zainetto e cappotto, mostrando gli indumenti sottostanti. Nella goccia frontale del maglioncino risalta la collana con il pendente a farfalla con le ali blu brillanti e la base in oro. Fatto ciò l'attenzione sarebbe rivolta tutta al parente, il busto volto verso di lui, gli occhi a scrutarne le fattezze, quelle cicatrici sulle braccia che risaltano sul candore dell'epidermide. << E' dove ti ferisci per usare l'innata? >> La domanda le scivola dalle labbra senza pensarci, come se quell'informazione potesse risultarle utile, per comprendere dove concentrare le di lei ferite, anche se per il momento lei non ha riscontrato difficoltà nella rigenerazione dei tessuti, ma chissà cosa succede con il tempo. La farfallina pare al momento voler permanere sulla testolina rossa, senza muoversi granchè se non allargare e stringere le alucce. << Spero questa sia una sorta di base segreta e che tu non viva qui, altrimenti il tuo coinquilino deve essere un maiale. >> Insomma, se pure lei si è accorta dello schifo onnipresente evidentemente fa proprio pena il posto. Gli occhietti si scostano dalla figura altrui, la bontà d'animo che la caratterizza pare muoverla in quella domanda che sta per fare, anche se lo sguardo viene distolto come a limitare il significato di quanto fatto. << Come stai? >> Già quasi si pente di averlo chiesto, in fondo anche se non stesse bene non verrebbe a dirlo a lei, oltre al fatto che il loro rapporto non è decisamente quello di due amiconi. Sarà stato il buon costume a guidarla in tale direzione? Sono lì per lavoro o per collaborare non per conversare.

15:57 Rasetsu:
 Si stringe nelle spalle quando Shizuka preferisce restare in piedi piuttosto che sedersi. Al contrario suo, il demone tira fuori la sedia da sotto il tavolo, in modo che possa accomodarsi su essa. La gira affinché, pur restando con la schiena contro lo schienale, riesca anche a tener l'avambraccio sul relativo tavolo adiacente. La squadra di sottecchi per qualche istante, tirando su col naso. L'espressione del rosso è tutto fuorché felice, sembra essere pensieroso. Che non sappia come principiare il discorso che deve farle? <Hm?> Abbassa lo sguardo in direzione degli avambracci scoperti sui quali son presenti una moltitudine di graffi e cicatrici, alcune già rimarginate ed altre costantemente soggette alla riapertura e alla non guarigione. <Sì. Dovrei mordermi sempre il labbro o la lingua altrimenti, diventerebbe un problema.> Non v'è nessuna ironia nella sua voce, ragiona a mente lucida anche quando si tratta di simili argomenti. Purtroppo, è stato punto nel vivo. La poca fiducia ch'era solito rivolgere a determinati individui è stata costantemente calpestata. Tutti pensano che lui sia uno stupido o che cosa? Credono che non sappia vendicarsi? Sono dei poveri illusi. <Chiamala base segreta, se vuoi. Non ci vivo più da mesi, ma continuo ad usarla - come in questi casi.> D'altronde, non avrebbe mai potuto invitarla nella dimora che divide con Dokuhiro, visto e considerato che sono ancora ricercati da alcuni membri della Yakuza. Diventerebbe un problema non da poco. Poi, con la questione della fiducia... figurarsi se rivela a qualcun altro dove vive davvero. <Un uccellino> La classica frase che preannuncia l'aver scoperto qualcosa che non avrebbe dovuto far sapere. <mi ha detto che certa gente ti ha affidato del sangue da analizzare.> Gli occhi verdastri restano focalizzati in quelli blu della fanciulla, non distaccandosene neanche per errore. Vuole analizzare le sue emozioni tramite lo sguardo e i lineamenti del volto che mostrerà per ribattere a quanto ha annunciato. <Sono ferito> Ammette, ma a ben vedere sembra essere decisamente in forma. <amareggiato> Continua, vittimista. <deluso.> Soprattutto. Si stringe nelle spalle. <Sono abituato a tradire, ma non ad essere tradito.> Non ha mai dato motivo a qualcuno di cambiare opinione su di lui. Quand'anche tradì Oto, Oto era allo stesso modo consapevole che del demone non ci si poteva fidare dall'inizio, ma ne avevano bisogno. E' diverso, invece, quando gli viene promessa fiducia e gli viene tolta da un momento all'altro. [ Chk On ]

16:27 Shizuka:
  [Casa di Touma] A contrario di lei, lui si siede subito, poggiandosi in maniera comoda anche sul tavolo con il braccio. Forse può anche lei usufruire di quella seduta, anche se per il momento non pare eseguire. Nonostante i loro incontri siano aumentati esponenzialmente di recente, oltre che il loro scambio di messaggi, i due si conoscono a malapena. Quegli occhietti vispi e blu sono a caccia di informazioni, banali ma significative. La risposta che ottiene è positiva, quindi ferirsi ripetutamente in un punto può portare al permanere della cicatrici, cosa che può diventare un simbolo oppure un marchio. << Dopo che si forma la cicatrice è più complicato ferirsi di nuovo in quel punto? >> Domande tecniche, fatte a qualcuno che ha molta più esperienza di lei, che in qualche modo può instradarla anche e soprattutto nell'ambito familiare. Quella sorta di nascondiglio viene comunque utilizzato dal Kokketsu, nonostante non sia più il luogo dove vive: << Beh se la utilizzi potresti pulirla ogni tanto no? Almeno svuotare il lavandino, tanto dubito che ci cucinerai se non ci vivi. >> Gli sta facendo la ramanzina? In realtà non è quella l'idea nella testolina rossa ma potrebbe suonare così all'altro, nonostante il tono non sia aggressivo in alcun modo. E' quindi lui a punzecchiare il vero motivo di quell'incontro, fare menzione a quel sangue che lei ha ricevuto e che non ha condiviso con l'altro. Il soggetto permane ignoto, viene definito uccellino, ma la mente esclude a prescindere il Sumi, lui non l'avrebbe mai tradita, è certa di questo, quindi deve essere stato qualcun'altro a dire il tutto al consanguineo. Chiaramente quegli occhi smeraldo la fissano mentre rivela le sue informazioni, e dalle zaffiro potrebbe cogliere un certo grado di sorpresa, di stupore. Però non sembra particolarmente indispettita dal fatto che lui sappia, forse più incuriosita. Alla domanda femminile un poco più sentimentale ottiene una risposta strana, sembra quasi che stia inscenando un dramma vissuto, lei non ne conosce l'origine, anche perchè non sospetta minimamente che si riferisca a lei. Però decide di mettere in chiaro le cose. I passi vengono mossi in direzione di lui, non andrebbe a recuperare una sedia ma senza chiedere il permesso andrebbe ad adagiare le proprie terga sul tavolo, in prossimità della figura maschile, accanto al braccio altrui senza ovviamente toccarlo. Gli occhioni blu tornerebbero in quelli verdi, con una sicurezza non indifferente: << Spero tu non ti riferisca a me. Non mi pare di averti tradito in alcun modo i nostri accordi non sono stati in alcun modo infranti no? >> Le manine poggiate sul bordo del tavolo mentre leggermente si sporge verso di lui: << So perfettamente che questo uccellino rimarrà ignoto. Ma che ti importa del sangue che ho ricevuto? >> Insomma parliamoci chiaro, se sa qualcosa che lei ancora non ha scoperto forse sarebbe il caso di parlarne, altrimenti per quale motivo averla convocata?

16:56 Rasetsu:
 Deve stare attento al modo in cui si esprime, nella fattispecie se ha di fronte un membro della sua famiglia. Deve riuscire a trovare un punto d'incontro, non deve farsi prendere dal sentimentalismo. Solleva appena il polso per adocchiar maggiormente quelle cicatrici che son disseminate tutt'attorno sulla sua pelle già candida. <Non mi sono mai posto il problema. Non sono solito guardare dove mi mordo.> La zona è certamente quella del polso, ma non ci fa molto caso. Si limita nuovamente a sollevare le spalle, dal momento che reputa quell'argomento futile ora come ora. Ha necessità assoluta di discutere d'altro. <Non trovo il tempo per pulire un appartamento che neanche uso se non in casi estremi come questo. Se vuoi, puoi metterti a pulire tu.> Se proprio vuole, eh. Il demone non è particolarmente convinto di questo. Anzi, molto probabilmente quei rifiuti non faranno altro che aumentare. Più che lavarli, è quasi certo che raccoglierà tutto in un sacco nero che porterà a buttare direttamente. Non vuol pensare a quella poltiglia, allo schifo marcio che Nana ha lasciato in giro. La casa puzza di chiuso, di marcio. Non è certo trattata nel migliore dei modi. La vede spostarsi, avvicinandosi in sua direzione e sedendosi poco distante dal braccio del rosso. Questi porta lo sguardo in sua direzione, sollevando appena la testolina verso l'alto, così da inquadrarla meglio. <Come ti dissi, ho un accordo per far saltare il posto di Sango. Un accordo nel quale tu rientri. Tuttavia, stai aiutando la persona sbagliata. E diventa complicato se non condividi le informazioni, Shizuka.> Non è una minaccia la sua. Si sente veramente tradito da qualcuno in cui ha riversato parte di quella scarsa fiducia che riesce a rivolgere alle persone. Si fida di così poca gente che può contarla s'una singola mano. Anche nei confronti di Saigo, ha iniziato a darle retta soltanto recentemente, quando sono riusciti a parlare a carte scoperte di tutte le informazioni che conoscono. Il problema, or come ora, risulta essere la Kokketsu che ha davanti perché si trova al centro esatto tra l'uno e l'altro: come a voler fare il doppio gioco, ma spera senza che ne sia a conoscenza. E' questa l'idea che gli sta dando. <Con *quella* persona io ho a che fare, quindi m'interessa capire cos'hai trovato nel suo sangue. Mi ha tradito. Ha cercato di vendermi alla Shinsengumi.> Lo sguardo s'incattivisce, quanto meno non con lei. Ma non accetta questa presa di posizione quando deve ancora ricevere un pagamento da quest'ultimo. Non accetta che venga trattato come l'ultimo degli stupidi. [ Chk On ]

17:22 Shizuka:
  [Casa di Touma] Non riesce a reperire quelle informazioni, per lei che è una ragazza, delle cicatrici sul corpo possono essere deleterie o poco carine da vedere, tuttavia non domanda oltre, non potrebbe ottenere altro. << Non ci penso nemmeno! Non sono mica la tua cameriera! >> Borbotta a quella proposta, fa fatica a sistemare camera propria figurarsi quella topaia tutta zozza che frequenterà il meno possibile se riesce. Tuttavia il discorso ormai verte su qualcosa di più importante, su una questione di fiducia e tradimento, su quel sangue di cui è entrata in possesso e di cui non conosce il donatore. Le nozioni che apprende da lui sono diverse da ciò che si aspettava, lo sguardo finalmente si fa veramente impressionato, forse è stata ingenua lei a non pensare che quel sangue potesse appartenere a qualcuno di molto più vicino a Matono di quanto lui non volesse dare a vedere. << Non ho condiviso le informazioni con te Rasetsu semplicemente perchè con le mie conoscenze attuali, i due avvenimenti non erano nemmeno collegati. >> Questa la giustificazione iniziale, il motivo per cui non è andata da lui a raccontargli ogni cosa. Però la testolina rossa viene abbassata, un sospiro viene emesso per poi tornare a guardarlo dritto negli occhi, come a volergli dimostrare che non ha intenzione di nascondere le informazioni, magari solo i dettagli: << Una persona è venuta da me per chiedermidi analizzare del sangue. Mi ha detto che non avrei potuto conoscere il nome del possessore, e che era interessato a comprendere origini, quindi eventuali familiari o condizione genetica, quindi presenza di innate. >> Si interrompe anche se il contatto permane, non vuole fare nomi, ma non sembra che stia mentendo. << Sono stata discretamente onesta con questo mandante. Io non posso ottenere queste informazioni, per guadagnarmi la sua fiducia gli ho detto che avrei dovuto rivolgermi a un genetista, che ne conoscevo due, uno il mio ragazzo e l'altro un parente. E' stato il mandante a scegliere Kan, io ho solo cercato di vincere la sua fiducia, riuscendovi apparentemente. >> Si blocca, in effetti ha messo in mezzo il fidanzato ma sa perfettamente che lui è al sicuro, in ogni caso il Kokketsu sa chi sono i genetisti che lei conosce, sarebbe stato inutile mentire. Poi è comunque lui a esporre il vero problema, lei forse in parte è stata coinvolta in un giro inaspettato, ma il traditore vero e proprio pare essere quella persona, che i cricetini identificano come Matono al momento. << Non sapevo vi conosceste. >> Lo sguardo è stupito, la schiena si raddrizza e lo guarda confusa per un attimo. << Mi chiedo allora perchè sia stato tanto stupido da dare a me il compito di analisi. Non sa che siamo parenti? >> Perchè Matono avrebbe dovuto lasciare a lei, che gli ha chiaramente rivelato di conoscere Rasetsu, quel sangue se poi non voleva che lui venisse a saperlo? << Kan deve fare delle altre ricerche, ma per il momento non ho nemmeno scoperto di chi sia quel sangue, nulla nel database, nemmeno dei genitori. Però pare che all'interno del sangue vi sia un genoma di qualche clan che viene continuamente rigettato. >> Spiega quelle poche informazioni che ha ricevuto dal fidanzato, sa che egli deve fare altri esperimenti, altre indagini per capire che tipo di gene sia. << Senti mi dispiace non avertelo detto. Non pensavo avesse cercato di incastrarti in qualche modo. Se lo avessi saputo non gli avrei nemmeno detto di Kan sarei venuta da te. >> Insomma, lei non aveva la minima idea che Matono volesse fare del male in qualche modo a Rasetsu, pensava che non lo conoscesse nemmeno. << Per quanto io non approvi i tuoi metodi di ricerca e sviluppo, sei comunque un Kokketsu. Ti preferisco libero che dietro alle sbarre. >> Si esprime a voce alta, è lei a infilarci il legame di sangue che li unisce, sa che per lui ha un certo peso, ma anche per lei è qualcosa di importante, proteggersi a vicenda sempre, contro coloro che vogliono in qualche modo mutilare la famiglia. << Credi di poterti fidare di me abbastanza da smetterla con la segretezza e mettere in mezzo qualche nome? Io farò lo stesso, questa situazione mi confonde e non è chiara. >> Insomma, giocare a carte scoperte, lui come lei, mettendo sul tavolo le pedine di quell'intricato gioco di intrighi che pare essersi disposto sulla scacchiera.

21:41 Rasetsu:
 Si stringe nelle spalle quando Shizuka obietta, asserendo di non essere in alcun modo la sua cameriera. L'accetta, d'altronde non è costretta a far qualcosa che non vuole fare. Si limita a far decadere il discorso dal momento che hanno ben altri argomenti dei quali disquisire prima che la serata si concluda. Hanno evidentemente molto di cui parlare, ma devono soltanto mettere assieme tutte le informazioni che posseggono, in modo tale che s'abbia un confronto adeguato. <Quel tale che ti ha dato l'incarico di analizzare il sangue si chiama per caso Matono? O direttamente Shinsei. So che bazzicano parecchio assieme.> A giudicare dalle rivelazioni che gli ha fatto Saigo, ha tratto adeguatamente le proprie conclusioni del caso. Il demone non ha fatto altro che riflettere e ponderare su quanto scoperto, valutando differenti metodi per fargliela pagare ad entrambi - o soltanto al biondo. <E fin qui, siamo d'accordo. Kan cos'è riuscito a scoprire?> Si premura che il bianco sia quanto meno riuscito a scoprire qualcosa tramite delle analisi ben svolte. Ma qualora gli servisse una mano da parte d'un genetista ben più esperto di lui, beh... Presta attenzione a qualunque affermazione provenga da Shizuka, ragionando - strano ma vero - prima di replicarvi. E' ancor seduto sulla sedia, con un braccio poggiato sul tavolo e mantiene gli occhi rivolti verso l'alto, data la posizione della giovane che ha ben pensato di sedersi nelle sue vicinanze. <Non credo lo sappia. Non mi sono vantato con lui d'avere dei parenti stretti, visto e considerato che non mi fido di chi si scopa Sango.> Giusto per sottolineare il problema dove sia. D'altronde, chi va con lo zoppo impara a zoppicare, e non ha affatto dubbi che anche il biondo possa comportarsi discretamente male. Anzi, ha già dato modo al rosso di dubitare di questi, avendo cercato di venderlo alla Shinsengumi. La fortuna ha voluto che vi fosse Saigo ad ascoltare e non qualcun altro che avrebbe rischiato, molto probabilmente, di accusarlo per dei crimini che non ha tutt'ora commesso. <Dimmi che è il sangue di Shinsei senza dirmi che è il sangue di Shinsei. Nyahahah! Inizi tu.> E' trend che ha visto di recente su NinjaTok, non fateci caso. Ridacchia anche - forse più per l'idea del trend utilizzata in quel modo che per l'aver scoperto la verità. <Shinsei è una cavia di un certo Ona, uno scienziato della vecchia Oto. Ha cercato di impiantargli il gene Uchiha, ma non è riuscito a farglielo risvegliare.> Si scosta una ciocca di capelli dalla fronte, fissando l'interlocutrice con un ghigno strafottente, mostrando un'arcata dentaria perfetta e lineare, pungente e tagliente. <A ben vedere, avevi bisogno di me fin dall'inizio. Conosco la storia di Shinsei e voi quasi sicuramente ne avete il sangue.> Corrisponde abbastanza da poterlo credere, a giudicare dai risvolti che questa conversazione sta cominciando ad avere - in positivo, chiaramente. Si passa poi la stessa mano sul volto, facendo sparire il ghigno ed assumendo nuovamente un connotato prettamente serioso. <Ho un accordo con un agente della Shinsengumi per incastrare Sango, come sai. Abbiamo un piano, per il quale mi servirà senza dubbio Kan.> Partiamo dal principio. <Questo agente ha avuto a che fare con Matono e Shinsei, il quale ha cercato di vendermi proprio a quest'ultimo, rivelando di come io stia cercando di ottenere il veleno Doku in qualche modo. L'agente non era a conoscenza del legame tra Shinsei e Sango, quindi si stava fidando di quel biondino di merda.> Asserisce, facendo schioccare la lingua. Dovrebbe aver dato una sommaria spiegazione a quant'accaduto - o quanto meno ha INIZIATO. Ci sarebbe ancora molto da dire, tutto sommato. Ma a tutto c'è un tempo. [ Chk On ]

22:00 Shizuka:
  [Casa di Touma] E' stato molto più rapido del previsto a snocciolare i nomi, cosa che la rossa interpreta forse erroneamente come una scelta di darle piena fiducia. Senza nemmeno che se ne accorga un sorriso pieno le si stampa sul volto, anche se non c'è granchè da ridere riguardo agli argomenti trattati, però è comunque felice che lui si fidi di lei, cosa che non dovrebbe importarle in fondo. << E' stato Matono a consegnarmi il sangue. Shinsei l'ho visto una sola volta e non abbiamo più avuto modo di incontrarci nonostante io gli abbia lasciato il mio numero per farsi curare. >> Spiega quanto successo, anche lei con le carte scoperte, senza celare alcunchè. << Come ti ho detto non è riuscito a scoprire granchè dall'analisi preliminare se non appunto il fatto che il gene alternativo che è stato innestato viene rifiutato. Però ha detto che avrebbe fatto altre ricerche e mi avrebbe fatto sapere. >> Insomma un work in progress al quale il genetista più esperto potrà eventualmente prendere parte. Quando però l'affermazione riguardo l'Ishiba sfugge a quelle labbra sottili il commento della ragazzina arriva, a rincarar la dose: << Non pensavo che Matono se la fosse scopata. Speravo che almeno lui avesse buon senso. >> Si insomma, sembrava quasi un tipo sveglio l'ultima volta che si sono incontrati. << Ona? >> La domanda giunge spontanea, la cosa potrebbe interessarle sia per quel veleno Doku da reperire, sia eventualmente per il Goryo. Le rivelazioni che l'altro le fa, con un certo grado di superiorità le giungono nuove, sembra sempre che quella vecchia volpe ne sappia più di lei in effetti, l'età gli torna utile. << Beh se devo essere sincera il mio compito non richiedeva lo scoprire se il sangue fosse di Shinsei! Però forse avrei fatto prima chiedendo a te. >> Ammette senza troppi giri, in fondo il genetista sa il fatto suo ed è decisamente in grado di reperire informazioni. Poi parte la lenta spiegazione riguardo agli accordi presi con la shinsengumi, la Kokketsu aggrotta la fronte quando viene messo in mezzo il nome del Sumi, come se l'idea di coinvolgerlo in quell'affare la infastidisse e non approvasse appiena, tuttavia non interrompe l'altro, rimane in ascolto. << Ancora non capisco che cosa tu possa fartene del sangue di Shinsei sinceramente. Come puoi incastrare Sango con quello? >> Insomma lei non è la genetista qui, fa fatica a seguire quel discorso.

22:27 Rasetsu:
 Recepisce la risposta alle proprie domande - che siano state o meno indirette. <D'accordo.> Inspira, ragiona. Collega tutti i puntini. Li unisce. Deve riuscire a trovare un modo per metterglielo nel culo. E ci riuscirà, cascasse il mondo. <Posso contattare Kan. O lo farai certamente tu appena tornerai da lui.> Non è un commento a sbafo come i suoi soliti, è bensì consapevole che andrà a finire così. Sono una coppia, funzionano in questo modo. Lui e Dokuhiro sono invero parecchio particolari, ma ciò non implica che una vera e propria relazione sia di fatto sbagliata come concetto per il demone. E' lui a non riuscirci. <Voglio collaborare a queste ricerche, ma Shinsei non deve saperne niente. Se volevano far analizzare il suo sangue, sapeva benissimo che poteva contare su di me essendo un genetista. E' palese che non voglia rivelarmi qualcosa.> E vuole OVVIAMENTE capire quel qualcosa. Se non è andato dal rosso per scoprire la verità su quel sangue è perché ha qualcosa in mente ai danni del demone stesso. E lui non ci sta con le mani in mano, non aspetterà che Shinsei giunga con qualcosa che possa ribaltare la situazione a suo favore. <Non so se se la sia scopata o meno. Mi riferivo a Shinsei. Per quanto mi riguarda, non mi stupirei qualora l'avesse fatto comunque.> E' chiaro come la luce del sole che di Sango abbia ben poca fiducia, oltre che considerazione. Basti pensare che si tratta pur sempre d'una meretrice che svende(va) il suo corpo per delle informazioni. Ognuno lo usa come gli aggrada, ciò non implica che il demone non debba avere dei pregiudizi nei confronti altrui. <Non so bene chi sia questo Ona, tanto meno sono a conoscenza della sua attuale posizione tanto meno se sia vivo o morto.> Commenta, stringendosi nelle spalle, espletando quello che possiede attualmente, ma senza tergiversare eccessivamente. Sospira, l'argomento del quale devono discutere è abbastanza ampio. <Se tu fornisci le informazioni corrette su quel sangue, farai un favore a Shinsei e Matono che, di contro, hanno mentito sia a me che all'agente che mi sta aiutando a far fuori sia il biondo che la sua fidanzata psicopatica.> Shinsei e Sango. Forse dovrebbe smetterla di usare dei soprannomi, degli insulti o quant'altro per descriverli, in modo che Shizuka possa arrivare al nocciolo della questione senza dover necessariamente tradurre le altrui parole. Ma vabbè, è Rasetsu. Non è che abbiamo molte chance. <L'agente vorrebbe che tu non dessi le vere informazioni o che non ne dessi affatto. Dobbiamo essere concordi su quello che andiamo a rivelare.> Dando per scontato che la Kokketsu sia dalla parte sua e dell'agente della Shinsengumi. Mai nessuno avrebbe speso un centesimo sulla scommessa riguardante il demone amico delle guardie. NESSUNO. <Dobbiamo tenerli per le palle. Shinsei dovrà chiedermi un'altra seduta o, quanto meno, dovrò rompergli io le palle per il mio pagamento. Posso leggergli la mente.> E questo è quanto di più fondamentale abbia in questo momento tra le mani. [ Chk On ]

22:53 Shizuka:
  [Casa di Touma] Sembra serio, come quando hanno confabulato per mettere KO l'Ishiba, o quando hanno parlato di quanto successo a Kamichi. E' indubbio che sia intelligente, che abbia delle potenzialità indescribili ma che applichi male secondo il giudizio femminile. << Credo sia meglio che sia io ad avvisarlo. Gli ho espressamente detto che tu non saresti dovuto venire a conoscenza di quel sangue. Sarebbe poco credibile se ora ti presentassi tu a chiederlo. Lui non mi tradirebbe mai e non otterresti nulla. >> Insomma certezza incrollabile quella di avere il bianco dalla di lei parte, unico pilastro fondamentale e incrollabile quella loro relazione. Lui vuole collaborare e lei non commenta, ascolta quel filo di pensieri, quegli insulti che fioccano e dei quali si cura poco. Per quel che riguarda il genetista otino lui non sa molto se non il nome, quindi la pista parte e termina li, qualcosa che però era necessario vagliare, almeno dal punto di vista della rossa. Ecco però che le spiegazioni arrivano, di nuovo si trova inviluppata in una rete di intrighi dell quale avrebbe fatto volentieri a meno. Se da le informazioni corrette a Matono, la squadra di Sango sarà in vantaggio sulla loro e potenzialmente potrebbe ferire Rasetsu in qualche modo. La scelta non è per nulla difficile in quella testolina, dove i cricetini corrono veloci sulla ruota per immagazzinare le informazioni. Lo sguardo blu è fisso in quello verde, le labbra si schiudono leggermente come a voler commentare finalmente ma è l'ultima affermazione di lui a rompere il tutto. Può leggere la mente di Shinsei. << Cosa? >> E' visibilmente stupita, confusa a tratti. La testa viene scossa come a riprendersi da qualcosa di sconvolgente: << Tu puoi leggere nella mente della gente? >> La chiave è sempre stata li, davanti ai loro nasi e nemmeno se n'erano accorti. Tutti i problemi di Kan risolti dall'utilizzo di quel tipo strambo e malato, che tuttavia potenzialmente potrebbe essere nocivo. La femminile attenzione è stata calamitata da quella informazione così velocemente che si è scordata di dare a lui il benestare per quello che lo riguarda. << Scegliamo cosa dire a Matono stasera allora. Sono diventata discretamente brava mentire da quando sto provando a entrare nella Kyosei con un altro nome. >> Lui deve sapere, anche perchè essendo il suo mentore in fatto di malavita si è reso disponibile ad aiutarla. Tuttavia è chiaro come lei appoggi completamente lui, insomma la famiglia prima di tutto no?

23:13 Rasetsu:
 Non si discosta poi molto dalla posizione che hanno precedentemente preso entrambi, mantenendosi l'uno di fronte all'altra e fissandosi a vicenda. Devono assicurarsi di potersi fidare a vicenda. <Spero tu abbia capito che su di me puoi contare. Hai dalla tua il sangue nero, non posso mentirti.> Non vuole. Non lo farebbe. E' una sorta di vincolo invisibile. Vive per quella famiglia, ha sempre supportato l'Arufa e gli è sempre stato affianco. Non potrebbe ragionare diversamente perché il concetto della famiglia viene instillato anche nelle giovani menti degli Yakuza. <D'accordo. Allora, aggiornami.> Pretende di presenziare adesso o quanto meno d'avere un minimo d'accesso all'analisi che il Sumi deve ancora svolgere. D'altro canto, il bianco lo ha scelto - per così dire - come insegnante. Cinquanta e cinquanta. Lui spiega, l'altro gli narra quel che scopre. <Hm?> Sorpreso a sua volta dell'espressione andatasi a palesare sul volto della rossa, il demone non può far altro che aggrottare le sopracciglia e schiudere le sottili ed esangui le labbra. Non trova ancora qualcosa da dire, ma è la domanda conseguente della Kokketsu che lo fa ribattere prontamente. <Sì. Quando possedevo tutte le mie capacità belliche, ero anche in grado di modificare i ricordi della gente. Con le illusioni, fai davvero delle grandi cose. Credo che anche tu sarai portata ad usarle, in quanto Kokketsu.> E' qualcosa di genetico, di relativo anche all'innata - eccezion fatta per la lettura della mente o la manipolazione della memoria. Però, sarebbero tutta una diretta correlazione della prima nell'utilizzare le illusioni in maniera generale. <Devo aggiornare prima l'agente in merito. Dovete esporre delle informazioni simili tra di loro, nascondendo quelle reali. Quindi, mi preme farvi da tramite.> E' serio nel dirlo, poiché ciò di cui sta parlando è di vitale importanza. E per concludere adeguatamente questa missione, è bene che si facciano le cose in un determinato modo, rispettando tutte le procedure e coloro che vi sono intrallazzati. <Come sta proseguendo con la Kyosei?> Le domanda cheto, poiché memore di come la ragazzina gliene avesse parlato qualche tempo prima, dandole per l'appunto dei consigli - si spera - vagamente utili in merito. [ Chk On ]

23:44 Shizuka:
  [Casa di Touma] << Se dobbiamo essere sinceri non ho mai dubitato di poter contare su di te. Semplicemente non ho pensato di averne bisogno in quel frangente. >> Forse errore dettato dal voler acquisire la fiducia del moro Uchiha che aveva cercato di portare dalla parte della sanità regolare. I due si ritrovano in questa sorta di intricato rapporto di amore e odio dato dalla loro comune appartenenza a quel Clan, non è che non si sopportino proprio, in qualche modo il tutto sta evolvendo in maniera particolare sebbene del tutto inaspettata. << Non ci metterò molto, poi ti farò contattare direttamente da lui, non vi servo come intermediario. >> Però in tutto ciò la notizia più particolare è proprio quella relativa all'utilizzo della lettura della memoria. Lui sembra stupito quanto lei da quella reazione, spiegando sommariamente che quando era al massimo delle proprie capacità era in grado di fare molto di più e che in qualche modo i Kokketsu siano molto portati per l'ambito illusorio. << Non mi sembra di esserlo per ora, ma ci ho messo sedici anni per riuscire a manipolare correttamente il sangue nero, quindi penso semplicemente di essere un poco lenta! >> Lo ammette quasi divertita ora, consapevole degli enormi progressi fatti in breve tempo. Raggiungerà anche quell'obbiettivo prima o poi ma nell'imminenza potrebbe chiedere a lui di aiutarla. << Kan non riesce a ricordare cosa gli è successo prima del coma. Semplicemente mi piacerebbe aiutarlo a ricordare. >> Vorrebbe risolvere quel problema, lei sarebbe disposta a metterlo nelle mani di lui forse. << Non è una decisione che spetta a me, ma hai detto che posso contare su di te giusto? Kan è fondamentale per me, quindi mi aspetto che tu non lo utilizzerai come cavia se mai dovesse affidarsi a te no? >> Quegli occhi blu cercano conferme nei verdi altrui, ferire il Sumi inevitabilmente significherebbe colpire lei e questo dovrebbe essere chiaro anche a Rasetsu. Però non è quello il motivo per cui stanno chiacchierando e l'argomento ritorna su quello principale. Pare che lui debba prima mettersi d'accordo con l'agente della Shinsengumi prima di definire un piano d'azione. << D'accordo zietto. Quando avrai le informazioni che devo divulgare sarà il caso di trovarci di nuovo. Oppure mi mandi un messaggio se credi sia sicuro. >> E' lei a proporre di vedersi, non è la prima volta che lo fa, ma nella precedente c'era di mezzo un defunto. Ora invece è solo una questione di organizzazione. Poi giunge quella domanda, interessata quasi allo svolgimento del di lei piano. Sospira un poco, come se preferisse che le cose si muovessero più rapidamente: << Diciamo che per ora mi sono attrezzata alla meglio per crearmi una seconda identità e sto facendo un poco di casino in giro per Konoha. >> Si interrompe, inclina la testa verso sinistra per poi proseguire: << Sono una tipa con i capelli biondi, corti con qualche ciuffo un poco più lungo, occhi blu, una maschera sul viso come se fossero mandibola e mascella umane. L'altezza è simile ma indosso sempre i tacchi, la carnagione è più scura, uso un prodotto comprato nel quartiere dello spettacolo per coprire i tatuaggi e me lo cospargo ovunque. >> Spiega quei dettagli, come se sapesse di essere al sicuro rivelandoli a lui. << Mi faccio chiamare Hime Otatsu, sono la sorellina minore di Ryoma, che non trovo da mesi. Farei qualsiasi cosa per riaverlo indietro. Il mio piano è attirare l'attenzione di qualcuno che pensi che io sia disperata e disposta a fare anche qualcosa di illecito pur di ritrovare mio fratello. >> Non ha mai discosto lo sguardo da lui in tutto ciò. << Pensa, ho incontrato Sango con la sua bambina mentre ero in giro sotto mentite spoglie. Lei non mi ha riconosciuta ma ha cercato di convincermi a rivolgermi a lei per delle informazioni su Ryoma. >> Un sorriso andrebbe poi a formarsi su quel volto pallido: << Comunque a lei ho detto di non essere una Kokketsu. Pensavo di raccontare in giro che mi sono rivolta al genetista che ha trasformato mio fratello in un sangue nero, per ricevere lo stesso dono. Ti dispiace? >> Lo osserva, come se in qualche modo cercasse approvazione un poco per tutto, anche per quel suo coinvolgimento.

22:56 Rasetsu:
 Non abbassa lo sguardo, continua a tenerlo fissato su di lei. Si limita ad un mero cenno del capo per quanto riguarda l'affermazione finale, consolidando quel legame che li unisce. Va bene così, l'importante al momento è essersi chiariti. D'altro canto, fanno parte della stessa famiglia: il perdono è ben accetto quando necessario ed utile. <D'accordo.> Anche per l'avviso che dovrebbe ricevere direttamente da Kan non ha poi molto da obiettare. La maggior parte degli argomenti è stata trattata, tanto basta affinché possano chiudere quanto meno le discussioni più importanti. Hanno condiviso le informazioni che avevano a disposizione. <Quindi, io sono un prodigio della natura pur non essendo nato da due Kokketsu.> Ridacchia, riferendosi all'innata. Lui ha appreso come usarla nel giro di poco tempo perché la reputava un dono mefistofelico con il quale poter fare tutto quello che desiderava. Inoltre, aveva un legame con Yukio fin dall'inizio - nonostante abbia cercato d'ammazzarlo. Sono sommariamente errori di percorso! Poi hanno finito con l'andare d'accordo - più o meno - insultandosi reciprocamente. Ma non è anche questa una dimostrazione d'affetto? <Non ho motivo di usarlo come cavia. Non reputo che abbia a disposizione un'innata interessante. Inoltre, me lo stai chiedendo tu - una Kokketsu. Va da sé che rispetterò la tua decisione.> Ammette coscienzioso e consapevole dell'argomento che stanno trattando, stringendosi nelle spalle e avvicinando addirittura la mano del traditore - la sinistra, che però è la sua portante - ad altezza del cuore nero che ormai batte al centro del suo petto. <Fammi sapere cosa vuole fare.> A proposito della lettura della mente, chiaramente. Non è lei a decidere, figurarsi lui. In contesti simili, avrebbe preso la palla al balzo e l'avrebbe fatto lo stesso - volente o nolente, con il consenso o meno. Tuttavia, sappiamo bene con chi ha a che fare: ha bisogno ancora d'entrambi e su Shizuka non muoverebbe neanche un dito. <Sarà fatto.> Il messaggio con le informazioni potrà essere divulgato non appena ne avrà da spedire. Dopodiché la fanciulla si diletta nella descrizione del suo piano e del suo travestimento. Gli racconta anche la storia che ha messo su - una sorta di background d'un nuovo personaggio - riguardante Ryoma, spacciandosi come una sua sorella. <Non so se ridere...> Sincero, si lascia scappare appena una piccola risata sprezzante. Scuote la testa, provando quanto meno a contenersi perché ha presente la situazione che potrebbe venirsi a generare qualora commenti come suo solito nei confronti di Ryoma. <La storia potrebbe reggere senza problemi, soprattutto con gli innesti genetici esistenti in quest'epoca. Devi soltanto stare attenta a come ti poni e a non mischiare i due caratteri.> Si sente in dovere di sottolineare sì l'ovvio, ma ciò che potrebbe esserle davvero in qualche modo utile. Resterà a disquisire con lei ancora un po', provando a darle consigli dov'è sua competenza farlo. Susseguentemente, dovrà tornare a Kiri e lei altrove - quasi certamente. [ END ]

01:37 Shizuka:
 Insomma alla fine si sono chiariti. Lui sembra aver compreso le buone intenzioni altrui, quanto meno il non averlo informato di certi avvenimenti. In fondo a lei non interessa eliminarlo dai giochi, semplicemente non lo ritiene il suo assoluto confidente personale. C'è effettivamente da ammettere che mai si sarebbe aspettata questa vicinanza con colui che era stato etichettato come mostro per aver torturato Ryoma. Contro ogni previsione quando lui si mette a ridacchiare riguardo all'essere un prodigio lei fa lo stesso, concordando a parole: << Decisamente sei più portato di me! >> Non ha una altissima autostima, non ha mai smesso di considerarsi una specie di ruota del carro Kokketsu, anche se punta in alto, ha la testa dura per arrivare ovunque, e perchè no anche con l'aiuto del genetista. Quando il discorso memoria si fa avanti lei si espone totalmente, rendendo chiara come il sole l'importanza che il Sumi ha nella sua esistenza, così chiara che l'altro non può negarle di voler rispettare la di lei decisione. Non farebbe del male a lui, in primo luogo perchè non ritenuto interessante, in secondo luogo per non ferire lei. Poi quel gesto di porre la mano sul cuore viene decisamente apprezzato, oltre alla disponibilità che offre, senza chiedere nulla in cambio stranamente. Gli occhi le si illuminano, un enorme sorriso le si stampa in faccia: << GRAZIE! >> Il tono è leggermente più alto di prima, come se quella singola parola fosse molto più sentita. Per quanto riguarda quel messaggio aspetterà di riceverlo prima di rivolgersi nuovamente a Matono, anche perchè già gli aveva detto che serviva più tempo del previsto. Poi il discorso cambia, lui si interessa a come avanza quell'ingresso nella zona malfamata del mondo e una descrizione della scelta effettuata viene intavolata. La cosa lo fa ridere, ma non si lascia andare a commenti antipatici nei riguardi del vero Otatsu scomparso da mesi, cosa che avrebbe facilmente messo di malumore la rossa. << Ho pensato che in qualche modo la rete di informazioni della malavita potesse esserci d'aiuto per scoprire qualcosa su Ryoma magari. Così l'ho presa come scusa, a me non dispiacerebbe ritrovarlo davvero o almeno sapere che è morto. >> Non ci crede nemmeno lei di ritrovarlo in buone condizioni dopo così tanto tempo. Lui le conferma che non è comunque una pessima idea quella architettata dalla testolina della Genin, ma le consiglia di prestare attenzione con la differente caratterizzazione delle due se stessa. << Ho fatto pratica in giro. Devo ammettere che il fatto che Sango non mi abbia riconosciuta mi ha dato sicurezza. E poi sinceramente faccio leva sulla rabbia quando sono nei panni di Hime. >> Si interrompe, guardandolo nuovamente con quello sguardo fin troppo innocente: << Ho scelto quel nome perchè mi hai detto tu che era una dei figli di Yukio. >> Lascia quelle informazioni, quei dettagli che si è studiata manco nei migliori film di spionaggio. Lei è una chiacchierona e si sa, fa un poco strano però vederla conversare amabilmente con quell'uomo che la prima volta che ha incontrato è stato solamente insultato. Ma non è la prima volta che le succede di cambiare posizione rispetto a qualcuno, una volta che le viene concesso di conoscersi un poco. Una volta esauriti gli argomenti si separeranno, ognuno per la sua strada, ognuno forse dal proprio compagno. [//END]

Rasetsu chiede a Shizuka di incontrarsi in un appartamento a Konoha. A quanto pare il sangue di cui è venuta in possesso casualmente, interessa parecchio al genetista perchè parte di un tradimento effettuato da terzi. La Kokketsu viene prima inquisita e poi scagionata, i due di nuovo si accordano su come muoversi anche in quella direzione, diventando sempre più alleati e sempre meno nemici.