Ashura vs Furaya

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21:07 Furaya:
 Da quando ha ricevuto la missiva recante la richiesta d'incontro da parte del Mizukage, non ha fatto altro che interrogarsi a proposito del discorso di cui vuole parlarle. La ragione la porta a credere che si tratti dell'ingresso delle chimere, ma reputa infondato che si tratti meramente d'un elogio da parte del governatore del settore kiriano. Per tal motivo, non lascia che il tempo passi esageratamente ed, anzi, si presenta in perfetto orario innanzi all'ingresso della magione del Mizukage. Non ci ha poi messo molto a trovarla, con qualche indicazione data nel momento giusto. Attorno alle gambe, calza un paio di pantaloni neri skinny, privi di ulteriori fori ad altezza delle ginocchia, così da restare quanto meno coperta e sobria. Una cintura in cuoio d'egual cromia e dalla fibbia argentata ne stringe l'indumento in vita, onde evitare che le scivoli o che si smuova, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. A coprire l'addome, invece, v'è un maglioncino bianco infilato nei pantaloni, cosicché sia anch'esso piuttosto aderente al corpo della giovane, dalle maniche lunghe ed il collo tondo. Per ultimo, ma non per importanza, un lungo kimono nero dai fiori ciliegio disseminati lungo tutta la tela - comprese le maniche che vanno ad allargarsi dal gomito in giù, nascondendone persino le mani - ne copre le spalle sin ad oltrepassare i glutei. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Un pendaglio raffigurante il ventaglio del Clan Uchiha è costantemente presente al collo della donna, mai rimosso per ragione alcuna. Non sa se dovrà abbandonare le sue armi o meno, ma quest'è un dettaglio che soltanto le ipotetiche guardie all'ingresso - o chi per loro - potranno rivelarle. <Buonasera> S'annuncia, così facendo. <sono Furaya Nara> Reputando che alcuni di loro possano aver necessità di conoscere il suo nome. Sfoggia quel messaggio il cui mittente è nient'altro che il Mizukage, così da aver garanzia di poter entrare senz'alcun problema - ed evitando lunghe attese. <e ho un incontro con il Mizukage.> Attende esclusivamente un responso, un ipotetico permesso per avanzare all'ingresso della struttura e raggiungere l'uomo che si cela dietro quella richiesta - con tutte le sue motivazioni. [ Chk On ]

La notte incalza. Il manto nero trapunto di stelle scivola lentamente su Kiri, mentre luci artificiali si accendono come testimonianza della vita ancora pulsante tra quelle via. I recenti avvenimenti l'hanno scossa notevolmente... eppure ancora resiste. Come una zattera vincolata ad una grossa ancora, ma sbattuta qua e la dal vento e dalle maree. Quanto durerà prima che la catena si spezzi? Ad ogni modo, non siamo qui per domandarci ciò questa sera. Il sipario si apre su una non più tanto giovane Furaya(?), che si reca al cospetto del Mizukage dopo la sua convocazione ufficiale. La donna si palesa alle porte di un palazzo visibilmente sfarzoso e in netto contrasto con quella che è la condizione generale del resto del villaggio. Da sola, la Magione conta probabilmente più luci e decorazioni di tutto il resto del distretto... ma questa non è una novità. Tutti sanno quanto Ashura sia vanaglorioso e pieno di se. Le guardie, agghindate di tutto punto, fermano la ninja sull'ingresso per verificarne intenti ed identità, ed è proprio mentre lo sguardo di una delle due si posa su quella lettera per verificarne l'autenticità, che l'altra schiude le labbra e impartisce il primo ordine. <Consegni armi ed equipaggiamento.> Precauzioni quasi giustificabili, visti i tempi che corrono. <Tutto le sarà riconsegnato al termine del suo incontro con il Mizukage.> e poi [STOMP!] Un colpo di alabarda contro il pavimento. <Una volta dentro, dovrà proseguire lungo il corridoio, fino alle scale in fondo. Al primo piano troverà un'altra guardi a sostare nei pressi dell'ufficio del Mizukage. Non potrà sbagliare.> Nonostante le procedure rigide, le guardie non sembrano ostili. Semplicemente l'accesso a quel palazzo sembra essere severamente controllato. Furaya sarà libera di scegliere se accettare di consegnare la propria strumentazione, o se iniziare un diverbio con le guardie che potrebbe non portare da nessuna parte. Qualora decida di non fare storie, sarà libera di addentrarsi nella Magione e avviarsi verso l'ufficio del Mizukage. Un lungo corridoio l'attente. I tatami sul pavimento sono di pregiata fattura ed il colonnato lungo che fiancheggia il suddetto corridoio, lascia spazio agli accessi dei singoli uffici amministrativi, che risiedono al piano terra. Gli uffici sono quasi tutti vuoti, visto l'orario, tanto che il piano terra sembra quasi deserto. La sfarzosa scalinata la porterà al piano superiore, dove una guardia blocca l'accesso all'ufficio di colui che l'ha direttamente convocata. Qui, mostrando il proprio lasciapassare, potrà superare la soglia e palesare la sua presenza al diretto interessato.

21:37 Furaya:
 Risulta essere abbastanza palese quella richiesta. Rammenta quando qualcuno s'apprestava ad entrare nella magione - quand'era lei un Kage. Nessuno vi poteva accedere con delle armi, la qual cosa è senza dubbio adeguata alla riconoscenza e alla sicurezza che vige attorno ad una figura del genere. <D'accordo.> Sfila la cintura a cui son collegate le tasche porta oggetti e porta kunai e shuriken, assieme alla katana sul fianco mancino. Lascia nelle loro mani qualunque arma abbia indosso senz'alcuna interferenza con il loro dovere. <Purché sia tutto integro al mio ritorno.> Li avvisa a seguito di quel colpo che una delle guardie fa compiere all'alabarda, guardando di sottecchi colui il quale ha generato quel genere di rumore. Si limita ad un mero cenno del capo quando le viene spiegato come raggiungere l'ufficio del Mizukage. S'avventura all'interno della magione, passo dopo passo, con la schiena ben diritta e il petto in fuori. Il kimono scivola dietro le sue spalle, ondeggiando leggiadro nel suo camminare. Priva di fretta alcuna, pur non arrestando mai il passo, si gode l'interno e gli uffici al momento chiusi. Lancia delle occhiate nei dintorni, percorrendo le mura che circondano l'edificio. I di lei occhi si posano sulle scale che conducono al piano superiore alla fine del corridoio, iniziando a salirle. Uno scalino alla volta e dovrebbe riuscire ad arrivare al primo piano senza problemi - ammesso debbano essercene obbligatoriamente, eh! Sta di fatto che andrebbe alla ricerca della stanza con una guardia accanto e, una volta adocchiata, dirigerebbe l'attenzione ed i passi proprio alla di lui volta. <Buonasera, ho un incontro con il Mizukage.> E sventola pigramente quella missiva che s'è portata dietro per ovvie ragioni, mostrandola anche al diretto interessato - come fatto dabbasso - proprio per prevenire qualunque dissapore. Attende meramente di poter entrare, qualora non vi sia nessun altro intoppo. E soltanto una volta all'interno, esibirebbe un singolo inchino in avanti che durerebbe appena qualche istante: il tempo necessario a mostrare riverenza nei confronti del Mizukage, ma non in maniera eccessiva. <Felice di conoscerla, Mizukage.> Asserisce subito dopo, mantenendo quell'espressione fredda e vigile nei riguardi d'Ashura - il tutto SE fosse riuscita ad entrare nell'ufficio dell'uomo a seguito del permesso della guardia. [ Chk On ]

Ovviamente l'ingresso nell'ufficio le vien garantito senza troppi giri di parole. La guardia sulla porta sembra essere più di decorazione che il resto, sicchè la tracotanza del Mizukage lo porta a peccare superbia e pensare di non aver bisogno di protezione ulteriore, dal momento che lui è nella stanza. Furaya supera la soglia senza difficoltà, tuffandosi in un mondo infinitamente sfarzoso e luminoso. Le tonalità dorate dei suppellettili risaltano per via della luce dei focolai. Drappi e tendaggi sventolano qua e la, mentre sul fondo di questa immensa stanza v'è una gigantesca vetrata che occupa tutto il muro. Questa si affaccia su una Kiri buia e poco luminosa, mentre in lontananza si erge la grande torre del governo. Qui, tra i drappeggi e le statue in ottone, una gigantesca scrivania è anteceduta da una grossa sedia di legno intagliato vuota. Il Mizukage, invero, sosta proprio in prossimità della vetrata, donando il proprio sguardo al villaggio sotto di se e le spalle alla sua ospite. Indossa una lunga veste grigio argentato, con qualche decorazione dorata sparsa qua e la. Segue in maniera aderente la sua figura molto slanciata e curata, donandogli quel tocco nobiliare ed elegante che tanto lui ricerca e adora. Il lunghissimo crine dorato casca quasi fino al fondoschiena, curato come non mai. E proprio lì dove la chioma si arresta, le sue mani si incontrano in una presa solidale ad altezza della fascia lombare. La voce di Furaya riecheggia nella stanza, e seppur in un primo momento non provochi sussulto o evidente reazione nel suo interlocutore, non è passata inascoltata. <...> Attimi di silenzio brevissimi, che sembrano durare più del dovuto seppur non sia così. Non ci vuol molto, infatti, prima che il Mizukage schiuda le labbra e risponda agli ossequi. <Il piacere è tutto mio, Furaya Nara.> L'altra non può aspettarsi che il suo nome sia passato in sordina per tutto questo tempo. La sabbia nella clessidra scorre per tutti, ma non tutti sono disposti o portati a dimenticare. Il Mizukage, nello specifico, sembra avere un'ottima memoria. Finalmente si volta, mostrandosi in tutta la sua cura e la sua bellezza. Si tratta di un uomo relativamente giovane, su cui il tempo non sembra aver attecchito con la giusta intensità. Non una ruga. Non un'imperfezione. Quel viso, marchiato da un vistoso sole dorato sulla fronte, è solo l'apice di un individuo che mostra eleganza e virtù anche solo respirando. Anche solo esistendo. Muove qualche passo verso di lei, lasciandosi la finestra alle spalle e superando la scrivania. Resta, quindi, al centro della stanza a circa cinque metri di distanza dall'interlocutrice. <Mi diverte pensare che negli ultimi giorni ho trascorso il mio tempo ascoltando gente e imparando i loro nomi... mentre adesso sono io quello a dovermi presentare.> Ridacchia in maniera sommessa, apparentemente divertito dalla situazione. <Asura Yoton.> La mano destra vola ad altezza del cuore, mentre il busto si china in avanti in segno di riverenza. <Decimo Mizukage di Kirigakure.> Ed ora che le formalità di partenza sono state snocciolate, è il momento di passare ai fatti concreti. <Immagino che saprà perchè l'ho fatta convocare.> Preambola, raccogliendo daccapo le mani dietro la schiena e scrutando la donna con i propri occhi ambrati. <La sua presenza al Cancello della Nebbia è stata indispensabile per ridurre al minimo i danni al distretto. Il villaggio le è riconoscente.> Sembra quasi affabile, ma trasuda una pomposità quasi fastidiosa. L'ostentazione dello sfarzo e dell'eleganza diventano ingestibili e per la maggior parte delle persone, persino mandare avanti quella farsa diventa insostenibile. Furaya sarà in grado di stare al gioco, o si lascerà andare fino ad abbassare il livello della conversazione ad un grado più... umano?

22:12 Furaya:
 Lo sfarzo che dilaga in quella stanza è di quanto più esagerato abbia mai visto. Sgrana gli occhietti chiari, i quali vagano da un lato all'altro dell'ufficio, come se non riuscissero a guardare così tante cose in poco tempo. La mente assimila le informazioni, le immagini di quel luogo e dell'individuo poco oltre vengono registrate nella sua memoria. <Wow.> Commenta, ma non è un complimento. E' un modo indiretto per indicare stupore, ma senza mostrarlo direttamente. Dentro di sé, sente crescere la claustrofobia. Troppo sfarzo. Lo sguardo torna immantinente sull'interlocutore, il quale le parla e si volta in sua direzione. Avanza, portandosi ad una distanza comunque sufficiente per mantenere una conversazione stabile ed adeguata al contesto. A sua volta, la donna conduce le braccia dietro la schiena, accerchiando il polso manco con la specular opposta. <Mi spiace, ma il lungo sonno durato dieci anni, m'ha privato d'informazioni vitali quali i nomi degli attuali Kage.> E non ha avuto granché motivo, finora, d'andare a ricercare informazioni del genere. Non ha avuto a che fare con nessuno di loro, sino a questo momento. Apre appena le palpebre con un moto di sorpresa, prima d'aggiungere delle parole a quell'espressione. <Oh, Yoton? Abbiamo qualcosa in comune.> Cerca di stemperare quella pomposa situazione con brevi battute che, nonostante tutto, lei neanche sa fare. Va da sé che paiono esser tutt'altro genere d'argomentazioni, le sue. Gli rivolge un mesto sorriso, di circostanza per così dire. <Che casualità, non trova? Il Decimo Mizukage e la Decima Hokage...> Potrebbero avere in comune più di quel che credono, forse? Non può dirlo, non può neanche immaginarlo. Ciò che non corrisponde al medesimo modo di vivere della Nara, ad esempio, è ostentare la potenza, il denaro, il tenore di vita migliore di coloro che hai giurato di difendere e amare - in quanto capo villaggio. Ha sempre creduto di poter dare una costola, un polmone, il cuore stesso per Konoha, piuttosto che tenersi tutto per sé e vedere il villaggio della Foglia affondare. Un po' come sta succedendo con il settore kiriano, a lungo andare. Considerazioni che preferisce non condividere, non ora. <Per quanto possa immaginare la motivazione che l'ha spinta a chiamarmi nel suo ufficio, deduco non si tratti meramente d'un elogio quello di cui vuole parlarmi.> Mantiene le distanze anche nel suo parlare, come a volergli portare rispetto, evitando d'abbassare la conversazione come se davanti avesse qualcuno che conosce da tempo. Per quanto sia stata un Hokage, il suo titolo è antico e non corrisponde ai canoni attuali. Quindi, è come se fosse su tutt'altro piano: che sia più in basso o più in alto, lo lascia decidere ai posteri. <Le chimere sono un problema ormai da dieci anni. Noi> I Ninja del passato. <non riuscimmo a fermarle, ma trovo che sia arrivato il momento di farci di nuovo i conti, non trova?> Lancia il sasso... [ Chk On ]

Lo sguardo ambrato del Mizukage resta sulla donna, affilandosi appena quando l'altra inizia a parlare. <Pare di si. Abbiamo più cose in comune di quanto si voglia ammettere...> ma non indugerà troppo sulla questione. La ragazza tenta di stemperare la pomposità della situazione e la conversazione procedere. La sua lungimiranza la porta ad esternare una considerazione ben precisa, che di conseguenza costringe il Mizukage a far spallucce e allargare le mani verso l'esterno. <Touchè.> Apparentemente colpevole, evita di fare troppi giri di parole. Le mani tornano a cascare verso il basso, correndo lungo quel fisico asciutto ben definito. <Ammetto che la convocazione possa esser sembrata un po' eccessiva, per esser esclusivamente finalizzata a dei ringraziamenti ufficiali.> Eppure ella non sa quante persone sono effettivamente passate per quella stanza negli ultimi dieci giorni. Ashura ha riservato un discorso speciale per ognuno di loro. <Una lettera e dei fiori sarebbero bastati in quel caso, si?> Ridacchia, seppur non vi sia nulla di rassicurante in quel sorriso. <La verità è che, appunto, avevo bisogno di un confronto diretto con te.> Il registro cambia e le formalità decadono abbastanza in fretta. Laddove smancerie e reverenze lasciano il posto a discorsi come quelli delle Chimere, anche il Mizukage si fa serio e pensoso. A tratti quasi meno galante di quanto fosse in partenza. Certo, nulla di percepibile... diluire appena il mare, non cambia il fatto che sia salato. No? <Per dieci anni abbiamo tenuto a bada quelle creature. Ne abbiamo studiato le abitudini... i movimenti.> Preambola, cercando di spiegare all'altra quelle che sono le sue particolari perplessità a riguardo. <E -mai- prima d'ora si sono scagliate con una forza tale contro le nostre mura. Men che mai nelle ore diurne.> Le chimere preferiscono attaccare di notte, quando la guardia è più bassa e il favore delle ombre offre supporto all'assalto. <La gente parla di te, Furaya. Di come ti sei accanita sulla chimera capobranco...> quindi lei era al centro della situazione. Uno degli epicentri dell'azione. <Quindi, tanto per cominciare... mi chiedevo se tu avessi qualcosa da riferirmi.> Lo sguardo di lui, ambrato e persuasivo, cerca il contatto visivo con lei. Penetrante, cerca di invogliarla a parlare con un magnetismo che non è figlio di alcun Jutsu, bensì del savoir faire e del suo modo di atteggiarsi. <Dettagli che, magari, non mi sono noti...> Gonfia il petto, orgoglioso. <Sfaccettature che l'occhio di questa Magione non ha... colto.> Riferito a cosa? Difficile a dirsi. Potrebbe star facendo riferimento alla giornata dello scontro in se... oppure ad eventuali strani avvenimenti che hanno coinvolto i distretti di Kiri nell'ultimo periodo. Esattamente come per gli altri che son passati da quella stanza prima di lei, il Mizukage sta tastando con mano quanto l'altra sia addentro ai misteri non svelati degli ultimi tempi. <Le chimere sono un problema, invero.> Ammette, continuando il discorso di lei, con la fierezza tipica di un Re. Di un capitano. <E temo che la loro forza sia direttamente proporzionale alla capacità di una di loro di ergersi a capobranco e guidare le altre bestie.> Incalza l'altra, su questo fronte, forse per farle percepire complicità e farla sentire a proprio agio, così che si confessi con lui. <Hai visto anche tu la creatura che ha sfondato il Cancello. Non mi vien difficile immaginare che questo evento possa ripetersi daccapo nell'immediato futuro. L'abbiamo scacciata...> la chimera leader. <... ma non l'abbiamo uccisa.> E' ancora in circolazione... e potrebbe star riorganizzando un assalto.

22:57 Furaya:
 Immobile di fronte all'altrui figura, ne ascolta attentamente il dire. Non scosta lo sguardo neanche per un istante, come se sotto sotto qualcosa le dicesse di non fidarsi completamente di lui. <Già, probabilmente sì.> Riferendosi all'eventualità di farle ricevere una lettera e dei fiori per ringraziarla ufficiosamente. Preferisce accantonare questo genere di discorsi, sicché l'uomo prosegue nel suo affermare. E lei si limita dapprima ad ascoltare, ragionando su quel che c'è da dire. Ha sempre avuto dissapori con qualche altro Kage per via del loro modo di gestire il villaggio di provenienza - o sperare che lei s'adeguasse agli altri. Nota quel cambio d'atteggiamento, ma non si scompone più del necessario. Sonda il terreno, mantiene lo sguardo glaciale in quello altrui - sorreggendolo, affrontandolo. <Ha mai pensato all'eventualità che siano nuovamente gestite da qualcuno in grado di manovrarle?> La prima domanda fondamentale che gli viene rivolta è proprio questa. Reputa che sia la più idonea, la più importante. <Dieci anni fa, erano manovrate dal Finto Dio. E, alla sua morte, sono rimaste soltanto delle chimere che non posseggono più un comando. Potrebbe essere per questa ragione, che non hanno attaccato fino a questo momento, ma che hanno ripreso a farlo.> Se sono state usate una volta da qualcuno, perché qualcun altro non potrebbe far la stessa cosa come un decennio prima? Matono le ha messo in testa questa plausibilità, tanto vale esporla a chi di dovere. Le tornano in mente anche le parole di Mattyse nei riguardi dell'organizzazione che stanno mettendo su e l'obiettivo primario di quest'ultima: alleati. Districa le mani dall'intreccio dietro la schiena, così da gesticolare appena con la destrorsa che smuove l'aria attorno a sé. <Ho reputato fondamentale attaccare chi gestisce gli altri. Il capo branco funziona in questo modo: gestisce il branco, emana ordini e il branco ha il dovere d'ascoltare e d'assecondare.> E dato che il gorilla s'era anteposto in quanto tale, l'obiettivo è diventato paradossalmente quest'ultimo. Inspira, poi, riprende fiato prima di proseguire l'approfondimento. <E' piuttosto forte fisicamente. I nostri attacchi lo hanno scalfito. Poco prima che scappasse, avevo intenzione d'imprigionarlo con lo Yoton, così da vagliare il suo grado di resistenza al calore. Ero in cerca del punto debole, ma per quel che posso dirle, al momento della fuga, aveva una... zampa?> Indugia alla ricerca d'un termine corretto, ma dell'anatomia della chimera sa ben poco, quindi ipotizza che possa potersi definire zampa e tanto le basta. <ferita.> Conclude la sua analisi. <Purtroppo, con le chimere ho avuto poco a che fare prima della cristallizzazione. Quindi, non conosco punti deboli. Anzi, a maggior ragione, reputo sia lei a dovercene fornire in virtù del fatto che possa riaccadere.> Parlare d'un capobranco di fronte a Pakkurida è come risvegliare in lei quel lupo latente, quel comando esagerato e paranoico, maniacale per il controllo. E le parole del Mizukage la portano a riflettere su ogni sfaccettatura del discorso affrontato. <Lei stesso è un capobranco tanto quanto me, Mizukage. Ho al mio seguito una squadra con la quale intendo avanzare nei confronti delle chimere, a prescindere che Kagegakure e voi tutti siate concordi o meno. Ma averla dalla mia parte, potrebbe essere fondamentale così come avere me dalla sua.> Ha le idee chiare, tenta di giocare d'anticipo a carte... semiscoperte. [ Chk On ]

Il discorso inizia a toccare lidi estremamente interessanti ed oltremodo scomodi, per un Kage. Lo sguardo di Ashura si solleva e si posa sull'uscio della porta, ove sosta la guardia kiriana. <Asuma, lasciaci soli.> Un ordine, imperioso, a cui segue la chiusura della porta e l'allontanamento della guardia. <Certi argomenti andrebbero trattati con più tatto e... discrezione, Decimo Hokage.> La rimprovera, seppur il fatto che abbia chiuso la porta è sintomatico che egli voglia continuare quel discorso. Solo... in maniera più privata. <Vieni accomodati.> Le offre una delle due poltrone che si stanziano innanzi alla scrivania. Sulla gemella prende posto lui in primis, accavallando le gambe e incrociando le mani ad altezza dell'addome. <Sono tanti i pensieri che passano per la mia testa, e seppur l'esistenza di un nuovo marionettista sia uno di questi, non è mai stato avvalorato abbastanza.> Lo reputa improbabile, ed il perchè è presto detto. <Non so quanto sia possibile controllarle. O quanto meno... se ci fosse un nuovo dio in circolazione, penso che non avrebbe esitato a far valere il proprio diritto.> A render nota la sua esistenza. <No... io credo che sia altro a muovere quelle bestie. Qualora le sta attirando dentro le mie mura, e non riesco a capire cosa sia.> Tuttavia non si sbottonerà troppo a riguardo. La donna fornisce i dettagli sul combattimento e sul modo in cui ha approcciato la belva, ma non si sbottona su nient'altro. Che non sappia nulla degli avvenimenti di Kiri, oppure stia cercando di celarglieli, è chiaro che quell'argomento sia una pista cieca per lui. <Ma le mie angosce non sono il fulcro della nostra discussione, oggi.> Taglia netto sulla questione. Considerando che determinate informazioni le ha già acquisite e che ha sguinzagliato Shinsei sulle tracce di questi Mukenin, forse l'alleanza con Furaya può essere sfruttata per altro e in maniera più efficace. <Difficile parlare di -punto debole- con creature come quelle. Ognuna differisce dall'altra per natura e capacità. Non si è mai presentata una chimera di quelle proporzioni e con quelle abilità alla nostra porta... e non posso escludere che un domani si presenti qualcosa di ancora peggiore.> Si stringe nelle spalle, dondolando con il piede come se si tratti di un'amabile chiacchierata tra compagni. <Quello che posso dirti è che quando si combatte con quelle bestie è necessario avere un ottimo occhio critico, degli ottimi riflessi e tempi di reazione minimi.> Per scovare il punto debole della bestia e colpirlo, prima che sia lei a colpire te. Lo sguardo del Mizukage si assottiglia quando l'altra espone il suo piano finale. Un sorriso machiavellico si apre sul suo volto, prima che parole controverse sbuchino da quelle labbra. <Il Governo non vorrebbe che io appoggiassi questo tipo di attività. Lo sai questo, vero?> Lo mette in chiaro, ma sembra essere divertito dalla faccenda. <Tuttavia... potrei accidentalmente dimenticare parte di questa discussione... e ignorare il fatto che un gruppo di ninja faccia vai e vieni dai miei cancelli in orari inconsueti e con intenti inconsueti.> Insomma, gli sta offrendo la possibilità di uscire ed entrare dal villaggio della Nebbia senza far rapporto al Consiglio delle attività di Furaya. La vera domanda è... perchè? <Finalmente veniamo al punto per cui sei stata convocata qui, Furaya. Fortunatamente i nostri intenti convergono... e le cose si fanno meno complicate di quanto pensassi.> Lo sguardo compiaciuto ed il sorriso complice del Mizukage potrebbero essere persino inquietanti per qualcuno. Sembra avere perfettamente la situazione sotto controllo... stessa sensazione che può trasmetterti un campione mondiale di scacchi, mentre gioca la propria partita. <Ho bisogno che ti occupi di quella bestia...> lo scimmione roccioso. <... prima che sia in grado di riorganizzarsi. Lo farei da solo, ma non posso dislocare forze fuori dalle mura.> Gli servono per proteggere la popolazione. <Inoltre il Consiglio non approverebbe una mia missione fuori dalle mura, per quanto questa serva per prevenire nuovi attacchi.> La indica con le mani. <Qui entrate in gioco tu e la tua compagnia.> Sorride, sornione. <Aiutami e sarò dalla tua parte, Furaya. Un alleato silente, certo, ma...> Potente. Influente. Lascia morire il discorso, prima di riprendere parola per le ultime raccomandazioni. <Ah... mi sembra scontato ribadire che ciò che è venuto fuori in questa stanza, non dovrà mai essere divulgato ad alcuno.> La guarda, severo e imperioso. <Neanche alla tua squadra.> Troppo rischioso. <Inoltre, qualsiasi cosa troviate fuori dalle mura, dovrà essere di nostro esclusivo dominio e mai dovrà giungere all'orecchio della Shinsengumi o del Consiglio stesso. Siamo intesi?> Strana come richiesta... ma il Mizukage è un campione di stranezze. Quel suo fare altezzoso e viscido lo renderebbe poco affidabile per chiunque. Eppure è lì... siede sul trono di un Kage e difende la città. Avrà sicuramente un piano per tenere al sicuro Kiri... e Furaya sembra esserne parte integrante.

21:28 Furaya:
 Quando si ha bisogno di un favore - o, per meglio dire, d'una collaborazione - si ha anche la tendenza a protendere l'orecchio verso il diretto interessato. Si è più accondiscendenti. Quindi, per quanto desiderosa di restare in piedi, non se lo fa ripetere due volte e prende posto sulla poltroncina indicata precedentemente dall'uomo. <Senza dubbio> Gesticola appena con la mandritta. <tuttavia, se si fosse trovato un metodo? Ne avete mai analizzata una? Di chimera, intendo. Se non fossero fatte soltanto di Chakra? Altrimenti, non si spiegherebbe come sia possibile che, pur ammazzandole, ve ne siano molte in giro.> Intende dire, tra le righe, che, con molta probabilità, è come se si trattassero di bestie tanto quanto le altre - quindi, reputa assai fondato, al contrario suo, la possibilità che vengano nuovamente controllate da qualcuno. E se questo qualcuno fosse in grado di ammaestrarle? <Anche coi demoni codati, si riteneva che fossero troppo potenti, ma l'umanità è riuscita a trovare un metodo per sigillarli e renderli mansueti.> Difatti, non avvengono più attacchi da parte dei Bijuu, il che è certamente una gran cosa poiché rischiano d'essere difficilmente tollerabili. Mantiene, come sempre, un tono di voce piuttosto pacato, visto e considerato con chi sta avendo l'onore di parlare. Recepisce l'informazione per la quale sia qualcuno dall'interno delle mura che attrae le chimere, annuendo appena, ma lasciando cadere il discorso esattamente come lui vuole, senza intromettersi più del necessario nei di lui pensieri. <Adeguerò la mia squadra, insegnerò loro a scovare i punti deboli prima d'essere uccisi privandosi d'una chance in più.> Gliela pone come una garanzia, trasmettendo la sua sicurezza quando parla - come suo solito. Anche durante il suo mandato da Hokage, ha sempre tentato di mostrare la sua sicurezza, in modo che il popolo potesse fidarsi di lei e non cadere nel panico durante qualche avversità. Perché è di questo di cui ogni villaggio ha bisogno fin dall'alba dei tempi: di qualcuno che sappia difenderli e che non siano soltanto chiacchiere. <Ne sono consapevole, Mizukage.> Ammette nei di lui riguardi, ma non per questo scomponendosi. E' certa di quel che gli ha proposto, pertanto permane in ascolto delle altrui risposte, prima d'osare e aggiungere qualcos'altro che potrebbe addirittura danneggiare quella sorta d'accordo che sta prendendo forma proprio nell'ufficio di Ashura. La proposta giunge in breve tempo e gli occhi attenti della Judai mantengono l'attenzione proprio nei riguardi del Mizukage, mostrandosi risoluta, seria e assolutamente soddisfatta tanto da sollevare la mandritta nei di lui riguardi, porgendogliela ben aperta e con le dita leggermente divaricate tra di loro. <Sarà fatto, Mizukage. Non se ne pentirà.> Le ultime parole famose? Ne attende una stretta, ammessa quest'ultima avvenga. E allontanerebbe di conseguenza la mano qualora quest'ultima ci sia stata o meno. <Come possiamo tenerci in contatto senza che mi faccia vedere costantemente nella sua magione?> Col rischio di venir scoperti o seguiti dalla Shinsengumi e dal Consiglio. Sa che dovrà rischiare e che dovrà quanto meno travestirsi per non farsi riconoscere durante il lasso di tempo necessario a superare i cancelli e rientrarvi. Quindi, la domanda che gli pone non è così insensata come sembra. Tuttavia, rammenta anche di dovergli parlare di qualcos'altro, un argomento comunque abbastanza importante per un ninja del suo calibro. <Ah, alcuni suoi concittadini lamentano della povertà costante in cui sono costretti a vivere che, paragonato al suo ufficio, non mi riesce difficile credere. Prevenga una ribellione interna, dia loro un contentino.> Non si può dir che siano amici, ma hanno deciso di collaborare. Quindi, con questo consiglio, reputa di star facendo già una sua parte nell'aiutarlo, seppur le sia stato richiesto ben altro. <Non ha bisogno anche di questo al momento, o sbaglio?> Propone, mantenendosi sempre piuttosto seria e attenta a quel che dice, non osando mai ridere o scherzare su qualcosa di così tremendamente serio - almeno per lei. [ Chk On ]

La trattazione di Furaya sulle bestie e sulla possibilità che siano ammaestrabili non sembra convincere Ashura in toto. Mugugna un paio di volte, senza spiccicare parola, salvo nel momento in cui vengon tirati in ballo i Bijuu. <Non accosterei con tanta leggerezza i Bijuu con queste creature.> Non sembra d'accordo con le affermazioni mosse dall'altra. <Il fatto che quei demoni si siano rammolliti e abbiano deciso di stringere legami con i loro portatori, non fa di loro dei pericoli meno importanti. Non abbiamo il controllo su di loro, ne tanto meno sui JinchÅ«riki. Ergo... non è una nostra vittoria. Non la decanterei come tale.> Ashura sembra essere un tipo scettico anche sulle cose più conclamate ed acclarate. Eppure, per quanto riguarda quella pseudo collaborazione non chiude le proprie porte. Anzi, è il primo a spalancarle ed offrire possibilità. Possibilità vantaggiose per il villaggio della nebbia, s'intende... sicchè delle intenzioni di Furaya non gli interessa più di tanto. <Fai quello che devi con la tua squadra, Furaya.> Potrebbe sembrare come un commento positivo, o sportivo... in realtà è solo pieno di tanta noncuranza. Al limite del menefreghismo. <Una volta attraversato quel cancello, non sarete più sotto la mia giurisdizione...> o quella di qualsiasi altro kage all'interno delle mura. <Di conseguenza, tutto ciò che accadrà alla tua squadra sarà unicamente una tua responsabilità. Non mi riterrò coinvolto, qualora qualcuno...> o tutti loro <... dovesse perdere la vita durante l'esecuzione della missione.> Sicchè l'unica cosa che conta è il risultato della stessa. <E' una missione che non porta ne gloria, ne onore. Guadagna un successo e lo farai per il bene di tutti. Fallisci e sarà un altro soffio di vento nell'immensità dell'aria.> Patti chiari e amicizia lunga. Non ci saranno trombe vittoriose o fanfare, qualora dovesse riuscire ad abbattere la bestia. Quella segretezza che caratterizza il loro rapporto, resterà tale ora e per sempre. Intanto, per quanto concerne il mantenersi in contatto, Ashura sembra essersi già preparato in via preventiva. <All'uscita dalla magione ti incontrerai con Asuma.> l'Anbu che sostava precedentemente vicino alla porta dell'ufficio. <Ti darà il proprio contatto. Non mi scriverai e cercherai mai privatamente, e invece ti interfaccerai con lui. A meno che non sia io a convocarti qui, non bazzicare troppo vicino alla magione. Anzi...> stanne più lontana possibile. Le sue palpebre si assottigliano notevolmente quando invece il discorso vira sulla questione della popolazione e dei suoi bisogni. L'espressione del Mizukage si inasprisce in un battito di ciglia e il commento che ne viene è vistosamente macchiato di saccenza e acidità. <Non siamo qui per parlare di come gestisco il mio villaggio, Furaya. Astieniti dal commentare cose che non ti riguardano e resta nell'ambito della mansione che ti spetta.> Uccidere le bestie. <La gestione economica e sociale di questo villaggio non ti riguarda, sicchè solo io posso sapere come va trattata e gestita questa gente. Chiaro?> Domanda retorica. La risposta non può che essere un si, per il bene di questa discussione. <Se avessero voluto o potuto ribellarsi, lo avrebbero già fatto.> E invece non è così. Il Regno di Ashura va avanti ormai da tanto tempo e le meccaniche al suo interno sono sconosciute ai più. <Quindi... concentriamoci sulla missione, si?> Un invito neanche troppo cortese a farsi gli affari propri. Ecco cos'è!

22:11 Furaya:
 Nuovamente, Ashura non si trova granché concorde con le teorie che la Nara tira in mezzo a proposito delle chimere e dei Bijuu. <Chissà. Ma comunque, penso che la verità verrà a galla presto o tardi.> Specialmente se devono lavorare per abbattere quelle chimere che paiono essere piuttosto senzienti. Tuttavia, la donna ha anche imparato a piegar il capo quando chi hai davanti è troppo influente per esser preso a male parole. Inoltre, l'accordo che sono riusciti a tirare fuori le serve ed è necessario. E' un altro motivo per mordersi la lingua ed evitare di far saltare tutto quello che ha ottenuto sino a questo momento. <Certo, mi sembra ragionevole.> Ammette nei di lui riguardi, nella fattispecie quando sottolinea che dovranno compiere quel che desiderano, purché diano precedenza alla missione del Mizukage. Non sarà sua premura sperare che tornino vivi, quindi non si preoccuperà per la loro incolumità. Ragionevolissimo come pensiero. <Perfetto.> Aggiunge per quanto riguarda, invece, i contatti da evitare il più possibile con Ashura, avendoli invece con Asuma. Il Generale Boryoku non verrà informato dal suo sottoposto? Spera ardentemente di no, anche se quella donna non dovrebbe aver niente in contrario con la Judai - tuttavia, non si sa mai dove gira il vento. I pensieri s'accavallano nella mente della donna, la quale s'irrigidisce appena sul posto quando riceve quella risposta seccata da parte dello Yoton. Piega il capo in avanti, in segno di scuse. <Mi spiace essere sembrata scortese, Mizukage. Non si ripeterà un'altra volta.> E soltanto dopo quest'affermare, a seguito del capo chinato per riappacificare quello pseudo rapporto appena nato, s'ergerebbe in piedi così da sancire definitivamente un termine a quella discussione e a quell'incontro appena avvenuto. <Se non c'è altro...> Principia, lasciando intendere che potrà protendere per andarsene nel caso in cui non ci sia nessun altro argomento da affrontare. Caso contrario, prenderà di nuovo posto sulla poltroncina che occupava sinora. Si limita a posar gli occhi chiari sulla di lui figura, attendendone un responso. Di base, dalle sue labbra non uscirà nient'altro, poiché ha ricevuto tutte le risposte necessarie che necessitava sulla base delle proprie domande. [ Chk On ]

La discussione sembra volgere al termine. Furaya, consapevole di avere su di se lo sguardo affilato di un uomo poco abituato all'accondiscendenza e alla comprensione, decide di mordersi la lingua per un bene superiore. Il silenzio che ne deriva potrebbe mettere in soggezione la maggior parte delle persone, ma non il Mizukage. Lui, invece, sembra esserne alquanto soddisfatto. Come potrebbe essere altrimenti? Uno come lui è abituato a star sempre uno o due gradini sopra gli altri. Chi pensa di esser legittimato a regnare per concessione divina, è difficile che si abbassi alla pari dei comuni mortali. Ad ogni modo, la conversazione vede giungere le ultime battute da ambedue le parti. <Il tempo ci dirà, si.> Ammette, liquidando definitivamente l'argomento. Non avrà null'altro da dire, se non le ultime raccomandazioni per abbandonare la sala. <Asuma ti sta già aspettando ai cancelli della magione. Cerca di non dare troppo nell'occhio, per cortesia. Non vogliamo che questo accordo salti prima ancora di partire...> Machiavellico, non manca di riprenderla un'ultima volta per la faccenda dell'intromissione nelle questioni di politica locale. Non si ripeterà una seconda volta... <Lo spero bene.> Spocchioso e altezzoso. Non finge neanche di essere comprensivo ed accomodante. Quelle sono cose che fa quando vuole comprarsi la simpatia di qualcuno... di certo non quando questo qualcuno ha già dimostrato di aver bisogno di lui ed il patto è già stato sugellato. La maschera del perbenismo può anche decadere e lasciare il posto alla concretezza di un despota saccente e imperioso. <No, non c'è altro per ora.> Conferma, lasciando che possa alzarsi e dirigersi verso la porta. Lui, di rimando, non abbandonerà la sua poltroncina. Anzi, si limiterà a girarsi di lato per dare il fronte alla porta di ingresso. Furaya sfilerà sotto i suoi occhi ambrati, fino a quando non abbandonerà l'ufficio e si chiuderà la porta alle spalle. Una volta solo, Ashura tornerà alla propria postazione iniziale, rimirando il villaggio dalla propria ampia vetrata e rimuginando sul da farsi. Ormai i meccanismi sono stati messi in moto. Le varie pedine sono state mosse... ed è il momento di scoprire se ciò porterà dei risultati. E mentre lo sguardo del Mizukage si eclissa sulla città, anche il sipario cala... lasciando alla notte il compito di custodire i segreti di questo palcoscenico.[The End]

Esattamente come per tutti gli altri ninja che hanno partecipato alla difesa del cancello della Nebbia, Furaya viene convocata personalmente dal Mizukage per ricevere, apparentemente, dei ringraziamenti formali. Ovviamente la discussione inizia solamente con questo incipit, trasformandosi subito dopo in un interrogatorio e dopo ancora in un patteggiamento. Furaya prende la situazione per le redini e offre in primis uno spunto di riflessione per Ashura, che non si lascia sfuggire l'occasione e imbastisce il proprio piano. In men che non si dica un'alleanza viene sugellata, seppur nascosta agli occhi del Consiglio... Un'alleanza da cui Ashura pare voler trarre il massimo profitto con il minimo rischio di investimento. A Furaya spetta il compito di annientare le bestie con il proprio team, prima che possano riorganizzarsi e attaccare ancora. La responsabilità della missione, inoltre, sarà unicamente sua. L'incontro, infine, termina nel totale compiacimento del Mizukage, nel notare la decima hokage che si allontana.