Un protosorriso storto

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16:02 Furaya:
 Alto è il sole nel cielo pomeridiano seppur la temperatura giornaliera si sia ormai ridotta drasticamente. E' già tanto che non stia nevicando, ma forse non è ancor periodo. Il di lei passo è piuttosto lento, così da godersi quel posto reputato fin troppo becero poiché bassofondo. Tuttavia, ultimamente, gli avvenimenti di maggior interesse si son tenuti proprio in quel settore. Deve anche affrontare un incontro con il Mizukage, al quale intende presenziare per esporre più di qualche parere. Vaga senz'alcuna meta specifica, preoccupandosi esclusivamente di metter bene i piedi uno avanti all'altro, assicurandosi di non capitombolare in una crepa sul terreno. Attorno alle gambe, calza ancora un paio di pantaloni neri skinny, privi di ulteriori fori ad altezza delle ginocchia, così da restare quanto meno coperta e sobria. Una cintura in cuoio d'egual cromia e dalla fibbia argentata ne stringe l'indumento in vita, onde evitare che le scivoli o che si smuova, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. A coprire l'addome, invece, v'è un maglioncino bianco infilato nei pantaloni, cosicché sia anch'esso piuttosto aderente al corpo della giovane, dalle maniche lunghe ed il collo tondo. Per ultimo, ma non per importanza, un lungo kimono nero dai fiori ciliegio disseminati lungo tutta la tela - comprese le maniche che vanno ad allargarsi dal gomito in giù, nascondendone persino le mani - ne copre le spalle sin ad oltrepassare i glutei. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. [ Chk On ]

16:14 Matono:
  [Quartiere povero] una bella giornata quella odierna, sebbene il sole che si staglia in alto sopra il villaggio sia una pallida imitazione di quello risalente a qualche mese fa, almeno in termini di calore emanato. Infatti le temperature sul villaggio iniziano ad essere drasticamente più basse, d'altra parte sono quasi ufficialmente entrati nella stagione invernale e sarebbe sorprendente il contrario, il vento freddo proveniente da ovest è solo un promemoria a chi ancora crede sia possibile girare non adeguatamente vestiti. Matono comunque certo non si imbarda e porta i consueti abiti, maglia panna lunga con tre bottoni nella scollatura, chiusi, pantalone lungo color kaki e scarpe chiuse, un borsello portaoggetti sul fianco destro contenente 2 fuuda con relativo tronco in essi, spray curativo e tonico per il chakra, sopra le spalle un mantello con cappuccio, tirato sul capo ombreggiando il viso e rendendolo meno definito agli occhi altrui. L'espressione risulta tesa e pensierosa, la linea degli occhi increspata cosi come la fronte, certo i pensieri della nottata appena passata affollano la mente e lasciano trasparire qualche nota espressiva non consueta per Matono, ormai abituato a mostrare ben poco sul lato emotivo. Nei dintorni la calma la fa da padrone in quel pomeriggio, non denota nulla fuori posto, per strada gli abitanti di kiri della fascia più povera vagano sembrerebbe anche senza meta, lentamente e senza fretta, questo gli permette di analizzare viso per viso senza difficoltà, un leggero senso di persecuzione come consueto lo porta a voltarsi di tanto in tanto a controllare di non esser pedinato, unito al solito comportamento guardingo, a parte questo procede lungo la strada maestra dell'area, nelle vicinanze anche della casa ove aveva svolto la missione per conto del villaggio giusto qualche tempo addietro, passandovi nelle vicinanze essa sembra ancora lasciata in uno stato di abbandono, certo non si è informato sul destino del futuro della donna che la abitava o del suo vecchio, ha già abbastanza di cui pensare.<Mh> In ogni caso vi si ferma davanti analizzandola superficialmente, distante circa cinque metri dall'entrata principale, quando con la coda dell'occhio nota una veste inconsueta per la zona, un bel kimono nero piuttosto costoso a vedersi, quindi si vede costretto a voltare leggermente la propria figura di quarantacinque gradi, la vista ora mette a fuoco la figura appena passata alle sue spalle che sembra intanto continuare per la propria strada, nota dunque il capello rosato ed anche il resto del vestiario, confermato che non possa trattarsi du una abitante povera attende qualche secondo per riuscire ad intravedere un minimo di fisionomia facciale prima di affermare.<Furaya.> la voce è abbastanza alta da farsi sentire dalla decima, distante non più di qualche metro dalla sua posizione, il tono è neutro.[ equip 2x fuuda tronco - spray cura - tonico chakra]

16:40 Furaya:
 Il suo avanzare prosegue con tranquillità, proprio perché priva di chissà quale fretta. Si guarda attorno come se fosse alla ricerca di qualcosa, seppur così non sia davvero. E viene attirata dopo poco dalla voce d'un uomo piuttosto familiare, ormai. Ne riconosce le tonalità, portando le sopracciglia ad aggrottarsi appena. Ne ricerca la figura, così da adocchiarlo a distanza di qualche istante. Le persone che vivono in quel quartiere - quel tugurio - non sono certamente molte, ma neanche troppo poche. Va da sé che nei dintorni vi sia comunque qualcuno a cui lei non s'interessa, poiché l'attenzione volgerebbe esclusivamente nei confronti di Matono una volta averlo inquadrato. <Matono.> Replica con un analogo saluto, aggiungendovi un piccolo sorriso di circostanza, ma senza distogliere gli occhi chiari dall'altrui figura. Porta le braccia ad unirsi dietro la sua schiena, avvolgendo il polso della mancina con le falangi ed il palmo di quella opposta. <Come mai da queste parti?> Gli pone un quesito di circostanza, non perché v'è interessata sul serio. Però, è giusto anche interessarsi di quanto concerne i compagni - chiunque essi siano o possano diventare, a giudicare dall'alleanza - o presunta tale - che stanno tirando su assieme. Nota quella casupola di fronte alla quale egli s'è fermato, adocchiandola a sua volta, scorgendone i tratti distintivi, ma al contempo non pronunciando alcunché. Ne aspetta dapprima una reazione, dopodiché proseguirebbe con quella ch'è una notizia ormai divenuta famosa nel settore kiriano, così come nel resto di Kagegakure. <Hai saputo dell'ingresso di alcune chimere?> Reputa che si tratti d'un argomento del quale bisogna discuterne, anche soltanto per capire come l'altra gente ha vissuto questa notizia, questa revisione dei dieci anni prima ma in maniera lieve - d'altronde, son riusciti a respingerle, ma non ad ammazzarle. Il portone è stato subito ricostruito. [ Chk On ]

16:53 Matono:
 Fermo sul posto attende che furaya si volti, e che lo riconosca, così almeno si aspetterebbe il moro, che infatti viene chiamato per nome. Incrociando le braccia fissa la decima negli occhi, le fà un cenno con il capo e va a rispondere alla domanda.<Passavo a vedere una cosa.> Vago archivia la motivazione che l'ha fatto passeggiare in quell'area, certo aveva voglia di cambiare aria dal distretto del suono e camminare un bel pò. Casca dal pero poi riguardo la notizia di irruzione, certo denota con una piccola smorfia la cosa ma nel suo cervello non riesce a dargli molta importanza, sebbene si tratti di una cosa grave.<No.> Si è assolutamente sprecato nella risposta, secca e striminzita, per fortuna non ha terminato comunque, dopo un sospiro sforzandosi di analizzare la questione.<Se devo farmi una domanda. Perchè non accade mai se l'hanno fatto con tale facilità? Poi perchè dovrebbero entrare, certo non siamo la loro dieta principale o sarebbero morte da un pezzo.> Dall'analisi veloce l'unica domanda degna di nota che gli dondola in testa è questa.<Perdite da ambo i lati?> Domanda, certo probabilmente dalle fila umane, ma la curiosità maggiore resta sul fatto che potessero esser riusciti ad abbattere una chimera. Alla fine comunque decide di spostarsi, portando pochi passi in direzione di Furaya, riducendo la distanza ad un metro circa.<Camminiamo.> Attende che la decima dia il suo assenso, anche se in realtà la proposta del moro non aveva tono interrogativo, in ogni caso dopo qualche secondo, in cammino o meno affermerebbe ulteriormente.<Non ricordo se ti ho già detto di aver parlato con Mattyse.> La voce ora che risulta più vicino alla donna è decisamente più bassa, quasi sussurrata.[stesso equip]

17:11 Furaya:
 Si limita anch'essa ad archiviare l'informazione - seppur alle sue orecchie risulti avere ben poco significato. Che sia lì per veder una cosa, beh, a lei non cambia certo la giornata. Va da sé che dunque si limite ad annuir un paio di volte con la testolina rosata, stringendosi conseguentemente nelle spalle. <...> Resta ad ascoltare, sorpresa ed interessata, le domande che l'Uchiha intende rivolgere e rivolgersi. Come al solito, ci si trova fortemente concorde. <Come ben saprai, sono rimasta sotto terra per dieci anni. Va da sé che io abbia avuto a che fare le chimere il tempo necessario a vederle divorare i miei sottoposti.> Trattasi d'un mero incipit, per il quale ha chiaramente necessità di proseguire per raggiungere quanto meno una spiegazione appropriata alle parole che ha appena rivolto al ragazzo. <Anche quando sono tornata, il mio unico obiettivo era scappare da loro e rintanarmi nelle mura.> Per riuscire a recuperare le forze, per capire come si fosse evoluto il mondo, per adeguarsi al nuovo mondo e programmare una futura sopravvivenza, per riprendere possesso d'armi e d'attrezzature ch'erano andate perdute durante la battaglia. <Per questa ragione, delle chimere conosco molto poco e non saprei darti una spiegazione adeguata.> A differenza dell'altro, che comunque si dimostra abbastanza propenso alla chiacchiera, lei stessa ha tergiversato un minimo per dargli una spiegazione adeguata. E soltanto in seguito, ha esposto il suo pensiero. <So soltanto che sono tremendamente forti, la qual cosa è completamente a nostro svantaggio. Tuttavia, reputo che non abbiano mai attaccato il villaggio esclusivamente perché prive d'un comando. Dieci anni fa, era il Finto Dio a gestirle e a manovrarle.> Di questo n'è certa, avendole viste in sua compagnia e sicuramente non in solitaria. Erano dunque mosse da un piano superiore, da qualcuno ch'era in grado di gestirle. Questa è la sua spiegazione in merito ai quesiti esposti da Matono. L'unica che riesce a dargli. Nota il di lui spostarsi nelle proprie vicinanze, affinché possano incamminarsi altrove, la qual cosa vien colta di buon grado dalla Decima che inizia, lentamente, a porre dapprima un passo seguito da un secondo - e così via. <Hm, no. Non parliamo da quella volta con Shinsei.> E a proposito di Shinsei, deve accennargli sicuramente a qualcosa - con il giusto tempo. Un discorso alla volta viene trattato sicuramente meglio. <Com'è andata?> La loro chiacchierata, intende, guardando innanzi a sé e tenendo un tono di voce abbastanza confidenziale. [ Chk On ]

17:33 Matono:
 L'interesse verso l'argomento chimere si è a acuito leggermente, più che loro in sè la possibilità che stia cambiando qualcosa nel loro comportamento, ascolta attento ciò che la decima afferma, anche se la consueta postura ed espressione sembrerebbero voler dire il contrario.<Da quel che dici quindi posso evincere che siano di nuovo sotto controllo ?> D'altra parte la risposta alla domanda la fornita furaya stessa nello spiegare com'era in passato, Matono ha semplicemente appiccicato le informazioni. Nel frattempo comunque entrambi si sono mossi dalla posizione, iniziando una camminata ad andatura lenta, si adatta a quella della donna in ogni caso.<è un pò paranoico.> Alza le spalle sbuffando, certo si è limitato a dare l'analisi superficiale dell'incontro, in ogni caso almeno di quello è ben certo.<A parte questo direi proficuo. Mi ha detto del locale.> Non cita il quasi scontro che ha preceduto la parte di discussione sotto la pioggia in un vicolo, ma non lo vede necessario allo scopo in fondo.<Ora abbiamo decisamente più libertà.> Conviene come in preludio ad una successiva replica, nel frattempo temporeggia qualche secondo, si guarda attorno circospetto alla ricerca di possibili origliatori nelle vicinanze.<Perchè volete quella bambina.> Chiede guardando avanti, mentre il sole inizia a tramontare, il quartiere povero infatti inizia ad ottenebrarsi, direi che la cosa basti e avanzi per correre ai ripari, un occhiata a Furaya prima di andare a socchiudere gli occhi e riportare il capo in posizione. Mano destra portata al petto, sotto la mantellina e mezzo sigillo della "capra" formato, mente e corpo entrano in contatto, l'energia del corpo tenta d'esser controllata dalla mente, accumulata prima al centro di quest'ultimo, vorticante ribolle li per qualche attimo. Dopo tenterebbe tramite uno sforzo mentale di muovere questa energia lungo tutto il corpo, dall'alto al basso ed in ogni anfratto ove è presente uno tsubo, tentando di irrorare tutta la sua figura con il chakra attivando di conseguenza la possibilità di utilizzarlo attivamente. Rimuove ora il sigillo riportando all'esterno la mano destra, riapre le palpebre in tempo per godersi il tramonto e le sue luci.<Ha in qualche modo a che fare con il villaggio?>[Impasto chakra]

18:02 Furaya:
 La considerazione che vien fuori dall'Uchiha, le crea un senso di disagio. E se fossero davvero nuovamente sotto controllo? E' l'unico appiglio al quale possono aggrapparsi, per il momento. Tanto vale tenerlo in considerazione. <Non è un'idea da scartare. E' la paranoia ad avermi insegnato a diffidare anche di chi mi fidavo maggiormente.> Come suo padre. E' un esempio lampante per ogni trauma che ha subito durante il corso della sua esistenza, specialmente negli ultimi dodici anni - ventidue, se conta pure quelli che ha vissuto dormendo sotto terra. Si stringe nelle spalle, giusto per dare un senso a quel suo commento anche tramite i movimenti del corpo. <Ad ogni modo, sì. Lo è. Ma proviene dal mio stesso mondo.> Giusto per aggiungere ulteriore ragione all'affermazione poc'anzi citata. Non difende il bianco da questa accusa, poiché è palesemente tale. Nessuna parola potrebbe coprirne quel difetto. Postasi nelle di lui vicinanze, lo lascia comunque avanzare di pari passo, purché non risultino essere troppo distanti. A sua volta, tenta di tener sotto controllo la zona, sincerandosi che ci siano ben poche orecchie indiscrete. Tenta d'intraprendere qualunque via sia più o meno sgombra rispetto a qualunque altra adocchiata, in modo che possano proseguire il loro parlare senz'alcun intoppo di sorta. <Hm.> Annuisce appena quando l'Uchiha gli rivela di sapere dell'Ochaya. D'altronde, Matt e Fru si scambiano le informazioni - abitano sotto lo stesso tetto, letteralmente possono chiacchierare anche mentre fanno robaccia vietata ai minori. <Perché è sua figlia.> Gli rivela un'informazione che, d'altro canto, non è neppure top secret. Se pretendono d'avere la fiducia degli altri, devono anche scoprire delle carte ed evitare di tenere tutto per loro stessi. Altrimenti, il rischio costante è quello di perdere chi s'è riuscito a conquistare. <Gliel'hanno portata via quand'era soltanto una neonata. Tutte quelle ferite che gli vedi addosso, se l'è fatte esclusivamente per riuscire ad averla. Ha combattuto con le unghie e coi denti.> Il di lei tono, così come l'espressività, si fanno tremendamente serie. Ha vissuto assieme a lui, quand'era incinta di sua figlia Senshi, tutto l'orrore che un padre ha subito. Non ha mai potuto toccarla. Non ha mai potuto abbracciarla. Non ha potuto vederla nascere. Non ha potuto vederla crescere. E seppur alla Nara sia accaduta la stessa ed identica cosa, per i primi mesi lei ha avuto modo di vederla crescere - dandola in mano a qualcuno di cui potesse fidarsi. Medesima cosa non è accaduta per Kimi. <Sì e no.> Che abbia a che fare col villaggio. <Il nostro intento permane immutato, a prescindere dalla bambina.> E' un piano distaccato, certo, ma recuperare Kimi è un obbligo. Non potranno mai lasciarla nelle mani sbagliate. Non un'altra volta. [ Chk On ]

18:34 Matono:
 Furaya gli da la conferma, quindi può esser certo che il primo giudizio su Matt non sia errato, in ogni caso e ben poca cosa nella mente di Matono al momento, infatti per quel che concerne la prima parte di repliche si limita ad annotare mentalmente mentre guarda avanti.<Più si invecchiaPer quel che concerne invece il sapere che il motivo è la paternità del braccio destro della decima, infatti smette di guardare la ormai strada buia e scostare il capo leggermente verso Furaya.<Sua figlia.> Ripete andando sul pensieroso, la cosa esula dalla comprensione del moro, non indaga oltre e si limita a sottolineare la cosa nella propria memoria, in ogni caso questa risposta ha sistemato qualche idea nella testa dell'uchiha.<Allora come pensate di agire nell'effettivo?> Mentre attende la risposta osserva prima il viso della decima e poi il collo, notando un pendente di qualche tipo, facendo maggiore attenzione nota che la reca un simbolo che non può non notare.<Perchè hai quel pendente?> afferma prima di sospirare e portare un'altra domanda.<Non ho mai amato l'idea di essere connesso a qualcosa o a qualcuno, sopratutto un clan, perdipiù tra tutti proprio quello> Afferma con voce affranta, certo si è arreso ormai all'idea che dovrà conviverci.<Certo ha anche i suoi lati positivi.> Non afferma mai direttamente ne il nome del clan ne del potere, certo Furaya saprà intendere ugualmente l'argomento.<Io comunque ho un grosso problema da risolvere attualmente, che potrebbe incidere o intrecciarsi con il nostro intento, questo ancora non lo so.> Anticipa, non rivela informazioni sensibili ovviamente, ancora non si e scucito con niente e con nessuno, almeno fino al momento di averci capito maggiormente.<Devo cercare di incontrare una certa persona prima di tutto.> Di cui ancora non ha un nome, unicamente che sta a Kusa ed aiuta Shinsei.<Dopodichè ti informero.>

19:17 Furaya:
 Alla di lui prima affermazione, si sente in dovere d'aggiungere una replica - un modo come un altro per ipotizzare una modifica alle parole che ha usato(?): come fanno tutte le donne, prima di urlarti addosso d'essere uno stronzo. <Più s'invecchia?> Chiede, mostrando un sorrisetto genuino - uno di quelli da psicopatico incallito, da assassino che dietro la schiena ha un coltello da cucina più grande di lui stesso. E non è un caso che abbia le mani piantate proprio a ridosso della zona lombare. <Prima di tutto> Prende fiato, mantenendo quel tono di voce colloquiale, adeguandosi al contesto ed abbassandosi ulteriormente, cosicché da tenere limitata la possibilità che orecchie indiscrete possano ascoltare - come al solito. <mi serve qualcuno con cui infiltrarmi. Una delle ultime volte, qualora m'abbiano tenuto d'occhio, ero con te. Quindi, quel che potremmo fare, è intrufolarci un'altra volta. Magari, facendo finta d'andare a bere qualcosa, fingendoci una coppia o che so.> Una coppia di conoscenti, eh. Non per forza d'amanti. Anche se il piano superiore è divenuto difatti uno di quei posti da scoprire, in cui nessuno di loro è mai stato. Raggiungere anche soltanto quelle scale, sarebbe per lei un gran traguardo. <Una volta all'interno, dobbiamo assicurarci di determinate misure di sicurezza: guardie del corpo, telecamere e tutto quel che potrebbe essere per noi avverso in caso d'attacco.> Quest'è il suo piano, assieme alla possibilità di far assumere anche Keiga come bodyguard all'interno dell'Ochaya, assieme al suo fedelissimo cucciolo. Il problema è effettivamente il pretesto... il motivo... Ma a quello dovrà pensarci in seguito. <Cosa ne pensi?> Lo guarda di sguincio, desiderosa di comprendere anche il di lui pensiero prima di proseguire con qualunque altra dichiarazione d'intenti. Vien invece colta di sorpresa dalla domanda rivoltale in merito al pendente che porta al collo - il ventaglio degli Uchiha. <Hm?> China appena il caso, ricordandosene subito dopo, divenuto ormai parte di sé poiché portato indosso da anni ed anni. <Me l'ha regalato una ragazza, si chiama Hanabi Uchiha.> O è meglio dire che si 'chiamava'? Non sa bene che fine abbia fatto durante questo lasso di tempo: l'ultimo ricordo che ha di lei è che faceva parte della spedizione per la conquista di Oto. Da quel momento in poi, non ha mai saputo nient'altro. Invero, Hanabi è sempre stata molto schiva e fuggiasca. Spariva e riappariva come un fantasma soltanto quando voleva lei. <Oh.> Non sapeva che Matono facesse parte del Clan Uchiha e, seppur non venga pronunciato, l'assonanza a quest'ultimo vien compresa tramite le frasi espresse nei confronti del pendente. <Per quale ragione?> Riferendosi all'idea di connettersi a qualcosa o qualcuno, per di più proprio agli Uchiha. Piega un sopracciglio, ma la di lei domanda non è un'imposizione. E' come se gli lasciasse la facoltà di risposta o meno. <Io sono sempre stata legata al mio clan, fin dalla nascita. Mio padre n'era il capo clan, modificandolo fino a renderlo un'accozzaglia di leggi inutili che ho provveduto a cambiare quando lo diventai io.> Prendendone di fatti il ruolo, rivendicandolo soltanto per apparire migliore di lui, per sistemare qualunque becera legge egli avesse indetto a tutti i Nara. <Quindi, per me è sempre stato importante.> Finché non hanno deciso di cacciare sua figlia e sua cugina... Ma quello è un altro discorso. Cerca di dare soltanto la sua visione della cosa, in contrapposizione a quella altrui - anche abbastanza palesemente. <Mi fido.> Accenna, stringendosi nelle spalle. <Quindi, aspetterò un tuo avviso.> Accenna ad essere accondiscendente, lo reputa quanto meno corretto. [ Chk On ]

19:48 Matono:
 <Più si diventa paranoici> Completa l'affermazione lasciata a metà poco prima, tornando poi ad attendere la risposta riguardante il piano, lo ascolta in silenzio e solo una volta che la decima avrà terminato con voce bassa replica.<serve qualcuno pronto fuori a creare un diversivo o aiutarci a fuggire in caso di reale emergenza.> Mentre parla continua a guardare avanti, la strada si è fatta piuttosto buia e l'illuminazione del quartiere povero non è certo la migliore del villaggio, poche persone per strada e molti rumori di sottofondo.<Se le cose si mettessero male, a seconda dei casi potremmo avere le guardie cittadine e la shinsengumi addosso. Se possiamo finire il lavoro in tempi celeri diversivo, altrimenti supporto alla fuga.> Piuttosto esaustivo si dilunga in una spiegazione della sua idea. Per quel che riguarda il pendente il nome casca nel vuoto non avendo storia all'interno del clan se non da un mese o poco più.<Perchè avevo fatto bene da solo fino ad ora. Ad oggi lo definirei uno scambio utile.> Bada meramente al concetto di sfruttamento della propria origine piuttosto che aver un legame affettivo con essa.<Io non avevo idea nemmeno di aver quel sangue.> Ammette senza tante remore.<E dei genitori non ho ricordi.> Altrettanto sinceramente ma senza particolare struggimmento nell'affermarlo, tono ed espressione non mutano affatto.<La mia identità sono solo io, non ho voglia che venga distorta semplicemente da un simbolo appeso sulla schiena.> sbuffa, certo non ha il minimo interesse nella vita del clan o delle gerarchie che esso ha, figurarsi scalarle.<Non ho questo tipo di ambizioni questo è sicuro.> Osserva Furaya una volta disquisito a sufficienza su questo argomento, gli pesa ancora nonostante abbia somatizzato la maggior parte delle paranoie si ricorda che effettivamente una notiza molto recente c'è che può dare senza lasciar trasparire troppo.<Hai saputo dell'incidente al laboratorio di Oto? Non ho ben capito cosa sia successo ma l'area brulicava di Anbu.> Termina dunque tornando a fissare il vuoto con aria guardinga il vuoto fronte ai due, ormai quasi le uniche persone nel raggio visivo del moro.[chk On]

15:38 Furaya:
 Si stringe nelle spalle, evitando d'allungare il brodo per quanto riguarda il primordiale dire, avendo già abbondantemente discusso in tal senso. Si limita ad uno schiocco della lingua poiché, nell'effettivo, quel che ha appena detto Matono non è poi così strano. <Okay, posso ovviare sia al diversivo che alla fuga in caso di emergenza.> Ammette, tamburellando le dita sul mento per cercare di ragionare ulteriormente. Ha sicuramente il modo per far qualcosa del genere, quindi non resta da far altro che trovare il metodo migliore per attuarlo. <Innanzitutto, stiamo cercando una piantina dell'edificio, dobbiamo studiarne i vicoli adiacenti e le strutture vicine. Posso mandarci qualcuno che non desti ulteriori sospetti.> Tolta lei e Mattyse, ovviamente, il quale non deve assolutamente avvicinarsi all'Ochaya per nessuna ragione al mondo. Rischierebbe di far saltare tutto, ma è anche vero che bisogna trovare un modo nel breve tempo. <Così facendo, conoscendo le vie del Quartiere notturno, progetteremo una via per la fuga.> Averla già in testa potrebbe essere non poco vantaggioso, in modo da non perdersi in un vicolo cieco od in inutili inconvenienti, avendo di base la strada spianata. Dopodiché non resterà che correre il più veloce che si può, senz'indugiare ulteriormente. In soldoni, ha tutto sotto controllo come suo solito - psicopatica che non è altro. <Mi sembra giusto anche questo> Riferendosi al discorso riguardante il clan e la sua identità. Reputa d'essere lui stesso e tanto gli basta come identità. <la famiglia deve essere sempre un supporto, se ne hai bisogno, ma mai un peso.> Mai una zavorra, un peso che sei costretto a trascinarti dietro soltanto perché esiste - altrimenti, non ha neanche più senso definirla famiglia. L'ultima domanda che proviene dalla di lui voce le fa sollevare le sopracciglia con espressione sorpresa e dubbia. Palesemente, non sapeva granché in merito alla faccenda. <Non so assolutamente niente. Ne eri coinvolto?> La notizia non ha avuto un grosso valore mediatico, altrimenti reputa che sarebbe stata resa ben più nota - ma d'altronde, potrebbe trattarsi d'un evento come quello relativo alle gang e all'esplosione della fontana: dunque, di poco conto. Poiché ne parla, si premura anche di farsi gli affari propri - ammesso decida di darle questa soddisfazione personale. [ Chk On ]

15:53 Matono:
 Ascolta la decima, ripensa alle volte che si è avvicinato al locale, cercando di rimembrare eventuali informazioni utili.<Un vicolo adiacente ha una porta sul retro per il locale.> Sottolinea mentre annuisce alle successive parole di Furaya.<Se siamo coperti su queste cose allora possiamo concentrarci sul raccogliere informazioni riguardo al locale. L'interno presenta un piano terra ed un primo piano con i privè, ma eravamo assieme quindi lo sai.> Giustamente in quel frangente si trovava proprio assieme alla donna, quindi non c'è bisogno di aggiungere molto altro a riguardo. Poi il discorso cade nuovamente su sangue ed origini, la squadra mentre porta una considerazione che a logica potrebbe essere giusta e corretta, ma nel cervello del moro non vi è spazio a questo tipo di comprensione ed ottimismo.<Il fatto è che quando sei abituato a fare da solo, il pensare di affidarti agli altri provoca la nausea.> commenta laconico prima di sospirare, si avvicina a Furaya ulteriormente, quasi a ridosso di essa ma senza ovviamente entrare in contatto con la figura della decima, il capo si alza verso quello della donna, che le da il fianco dal punto di vista del moro.<No.> scuote il capo lasciando poi cinque secondi di silenzio, prima di commentare ulteriormente con voce appena appena sussurrata.<Sotto quei laboratori succede qualcosa di strano. Ma andrò a fondo sulla questione personalmente.>La sua chiusura riguardo l'argomento non è dovuta ad una mancanza di fiducia ma piuttosto al carattere individualista di Matono, non cera dunque aiuto almeno al momento.<Ma come ho detto se dovesse influenzare in qualche modo il nostro piano ne verrai messa subito al corrente.>Certo il restare così vago potrebbe allarmare ugualmente la decima.<Su questo almeno ora dovrò chiederti di aver fiducia.> Fiducia nell'ignoto, una richiesta pesante insomma.<Quel che posso dirti e che qualcuno è riuscito ad entrare rubando proprio qualcosa che lo stesso laboratorio voleva tenere ignoto a tutti.> Il piano interrato con accesso limitato dovrebbe già assicurare la natura non certo nobile delle ricerche in quel loco.<Questo qualcuno è da qualche parte del villaggio con queste ricerche rubate.> Conclude così le sue criptiche rivelazioni, lasciando a Furaya le proprie considerazioni, certo al momento non si sente di rivelare a nessuno ciò che ha visto in maniera precisa, se non ai diretti interessati.[chk on]

16:27 Furaya:
 Rimugina su quel che ha appena sentito da parte sua, immagazzinando l'informazione relativa al vicolo sul retro. <Può tornarci utile.> Ammette, seppur debbano capire come poter arrivare a quel vicolo che dà direttamente sul retro senza farsi sgamare. Un passo alla volta, è questa la prassi per un ottimo piano. <Abbiamo bisogno di salire al piano superiore. O, quanto meno, di scovare qualche altra informazione. Telecamere, sicurezza e quant'altro possa essere usato contro di noi.> Rimugina ancora, poiché sono decisamente in alto mare, ma d'altronde hanno avuto anche molto a cui pensare. Il ritorno di Al Miaeda, le chimere che entrano dal portone principale di Kiri, la Shinsengumi che sta col fiato sul collo ai ninja del passato, le gang, l'Ochaya! Potrebbero fare una lista infinita. <Quando sei abituato a far tutto con le tue mani, ti viene strano persino chiedere aiuto a qualcun altro. Credi che possa dimostrare debolezza.> Replica di rimando, trovandosi comunque totalmente d'accordo con le altrui parole. Questo perché, a sua volta, s'è trovata nella medesima situazione. Poteva chiedere aiuto, ma ciò l'avrebbe reputata debole - secondo lei. Quindi, affidarsi esclusivamente a sé stessi diventa qualcosa di prettamente normale, che ti resta poi radicato tramite questi piccoli accorgimenti o traumi infantili che, nel corso del tempo, ti s'attaccano come una calamita e non riesci più a scrollarteli di dosso, divenendo a conti fatti dei modi di fare del tutto naturali. <Matono> Rivolge completamente l'attenzione nei di lui riguardi, cosicché le iridi glaciali siano ben rivolte nei confronti di quelle scure altrui. <aiutami con l'Ochaya e riporrò in te tutta la fiducia della quale hai bisogno. Voglio potermi fidare di te, come credo tu abbia bisogno di fidarti di me.> Il discorso riguardante la fiducia è sempre molto importante con chiunque si abbia a che fare, visto e considerato come giri ormai il mondo. Le labbra s'arcuano persino in un sorrisetto gentile, come a non volergli far ulteriormente pesare la situazione e smorzare appena la serietà dell'argomento. <Non sai cos'ha rubato, giusto? Né il suo aspetto. Altrimenti, mi sarei potuta muovere.> Non saprebbe da dove partire senz'alcuna informazione basilare, specialmente se di mezzo vi sono gli Anbu - e lei non ne fa più parte. Anzi, ha sempre avuto premura di dirlo in giro, evitando ai più e nascondendo il tatuaggio che aveva sul braccio e che la rappresentava come una di loro - a differenza d'un certo Al Miaeda. [ Chk On ]

18:20 Matono:
 Il problema dell'ochaya si ripresenta medesimo a l'altra volta che ci aveva pensato, infiltrarsi alla cieca.<Mi aspetto che il passaggio tra primo e secondo sia controllato, mi aspetto anche che possa essere una rampa di scale che andrà guadagnata con la forza.> Insomma si aspetta uno scontro gia lì, almeno usando la sua amata logica è anche a seconda di quello che farebbe lui volendo nascondere qualcosa.<Oltre a tutta la parte elettronica di sorveglianza, li dovremo metterla fuori uso in maniera repentina, meglio se non siamo noi direttamente a farlo.> Aggiunge in ultimo, un attacco alla sicurezza prima del piano metterebbe già tutta la struttura in allarme, peggiorando di certo l'approccio.<Non credo che il chiedere aiuto sia debole, ho passato quella fase, ci sono cose che da soli non si possono fare.> Naturalmente quella motivazione in passato ha pesato, non cambia posizione ormai, restando abbastanza vicino a furaya, questo gli consente di poter affermare tutto con una voce molto bassa<Chiedere aiuto comporta un legame od un pagamento alla fine.> Se proprio doveva, finora è sempre stata la seconda scelta, favori per favori e poi ognuno per la propria strada.<Avevo quasi intenzione di tirarmi fuori da questa storia, sarò sincero.> Si ferma alza la mano destra per fermare eventualmente un affermazione della decima<C'è un grosso coinvolgimento emotivo, e si parla di bambini, per vari motivi non amo queste cose.>Peraltro pesava anche il fatto che la rossa di ame gli ha chiesto la mesìdesima cosa.<Però si ti aiuterò ugualmente.> Almeno potrà vederci chiaro in toto, ed agire di conseguenza<Mi fido già di te, un prestito diciamo.> Ripone fiducia anticipatamente insomma, facilmente rimuovibile. Torna infine al discorso della ruberia.<azzarderei nel dire la natura della ricerca.> Sospira.<Potrebbero giocare coi geni delle nascite.> Conclude, un ultima occhiata negli occhi della decima prima di scostarsi di un metro.<CI sentiamo decima.> abbassa il capo leggermente in segno di saluto, abbozzando un protosorriso storto, non sembra affatto un sorriso parliamoci chiaro, sembra più una smorfia, attenderebbe un controsaluto prima di sparire verso sinistra, direzione oto[end]

19:24 Furaya:
 Rimugina sulle altrui parole, valutando l'effettiva fattibilità della cosa. <Tentar non nuoce: se ci colgono in flagrante, possiamo fingerci ubriachi. Insomma, le modalità per uscirne indenni si trovano, purché sia possibile recuperare delle informazioni.> L'importante è avere un modo per uscirne innanzi ad ogni ostacolo. E in questo sembra essere abbastanza portata, forse per esperienza personale - o perché ha costantemente a che fare con gente che vorrebbe fermarla. <Già, purtroppo è così.> Ne conviene su ambedue le affermazioni riguardanti l'aiuto da chiedere al prossimo. Si limita dapprima ad annuire, dopodiché a confermare la veridicità dei fatti anche dal proprio punto di vista. Ormai, qualunque favore venga richiesto avrà come prerogativa quella di richiedere un favore. Pare che la gente non riesca a fidarsi se non ha qualcosa in cambio tra le mani, come se s'aspettasse continuamente una pugnalata alle spalle. <Se non vuoi, non sei costretto. Però, la raccolta d'informazioni posso attuarla solo con qualcuno che mi regge il gioco e mi sei sembrato il candidato migliore.> Prende a parlare soltanto quando l'Uchiha avrà terminato il suo affermare, notando anche il sollevarsi della mandritta per arrestare l'eventuale risposta dell'altra prima ch'egli avesse finito il discorso. <Inoltre, è un buon modo per acquistare fiducia reciproca. Per quanto ve ne sia, non abbiamo mai svolto alcunché assieme.> Prende in considerazione le parole di Mattyse nei confronti di Kan e Shizuka, ai quali ha proposto di fare una missione assieme per comprendere meglio come comportarsi vicendevolmente in simili situazioni. <Hm, capisco.> Non s'intromette ulteriormente sull'argomento del laboratorio, anche perché, da quel che ha detto l'Uchiha poc'anzi, potrà parlargliene maggiormente più in là. Quindi, si limita ad attendere quando verrà il momento propizio per parlarne nell'effettivo. <Teniamoci aggiornati.> Aggiunge al suo saluto, adoperando la dritta per aprire e chiudere le dita, in modo da salutare l'altro che s'avventura in tutt'altra direzione rispetto a quella che andrà ad intraprendere la fanciulla - diretta invece a Konoha. [ EXIT ]

Aggiornamento delle ultime vicende, tra cui: proposta d'infiltrazione all'Ochaya come coppietta, discorsi sulla fiducia e sul chiedere aiuto agli altri, l'accaduto al laboratorio e le chimere.