Nervosismo ne abbiamo ?

Free

0
0

21:20 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Se il Goryo non si fosse messo in mezzo, lei sarebbe arrivata a Konoha e avrebbe scoperto dell'assenza del bianco, quindi fortunatamente è stata bloccata da lui. Tuttavia quando il messaggio arriva sul cellulare tutto ciò che poteva importarle dell'altro svanisce in un istante. Dietro front, dentro l'ospedale che conosce bene, diretta in pronto soccorso senza nemmeno passare dal via. Non si cura nemmeno che la gente li possa vederla con quella farfalla rossa addosso. I passi sono rapidi, quasi una corsa verso quella zona dell'ospedale dove andrebbe a trovare due addetti allo smistamento che la riconoscerebbero istantaneamente. << Lo abbiamo lasciato nella stanza in fondo Dottoressa Kokketsu. >> Queste le poche parole pronunciate, nonostante lei nemmeno indossi il camice, l'hanno riconosciuta e sicuramente ne hanno colto il viso preoccupato oltre ogni modo. << Grazie >> Breve concisa, non saluta nemmeno passando oltre, dirigendosi direttamente in quello stanzino dove si trova il Sumi ora. Mentre si dirige in quella direzione cercherebbe di imporre il sigillo ovino davanti al corpo, la mente è agitata ma quella procedura le è nota, e soprattutto deve aggiustare lui. Andrebbe quindi a ricercare forza fisica e mentale, rispettivamente immaginate come una fiamma rossa a livello dell'addome e una blu a livello del cervello. Se fosse riuscita a trovarle sarebbe andata a farle convogliare a livello della bocca dello stomaco, poco sotto il cuore, cercherebbe ivi di farle fondere, facendole danzare e andando a generare una fiammella viola, grande come la somma delle precedenti. Qualora vi fosse riuscita dovrebbe poter percepire quel Chakra percorrerle le membra rinvigorendone il corpo, e stabilizzando la mente per qualche attimo. Tutto andrebbe in malora una volta raggiunta la stanza dove dovrebbe trovarsi il bianco. Senza complimenti andrebbe a spalancare la porta iridi leggermente truccate con eyeliner e mascara saetterebbero all'interno cercandolo e scannerizzandolo per identificare le ferite. Se fosse riuscito a trovarlo dove effettivamente le è stato detto che sarebbe stato, il passo successivo sarebbe stato guardare freddamente la povera infermierina di turno che non stava facendo altro che cambiargli le garze con qualcuna pulita. << Qui ci penso io. Non deve entrare nessuno intesi? >> Probabilmente la povera malcapitata toglierà le tende dopo pochi secondi da quell'ordine perentorio, e qualora lo facesse la Kokketsu andrebbe a togliersi lo zainetto e il giubbotto nero con il pelo marroncino per lanciarlo su una sedia, la prima disponibile. La farfalla andrebbe a svolazzare preventivamente attorno alla sua testa dapprima per poi poggiarsi sul primo tavolo utile. Indossa un maglioncino a quadrettoni bianchi e neri, collo alto e maniche lunghe, al collo è ben visibile quellla collana dorata con il pendente a farfalla, dalle ali blu brillanti., le gambe avvolte in un paio di pantaloni neri aderenti, ai piedi le solite ballerine basse e comode con un fiocchetto frontale. I capelli rossi sono raccolti in una treccia lunga centrale, gli orecchini presenti sui lobi delle orecchie femminili sono ben visivili, due farfalle, una dorata e una blu per lato, l'anellino dorato invece svetta solo attorno alla parte alta dell'orecchio sinistro, anche perchè le cuffie blu enormi le sono rimaste appese al collo e nemmeno se ne cura. Le blu sono tutte puntate su di lui, il tono di voce che gli viene rivolto è perentorio e decisamente serio: << Girati >> Non dice altro, non c'è alcun bisogno di spiegare che vuole partire dalla schiena. Se lui si fosse girato vi si sarebbe avvicinata, tirando su le maniche del maglioncino.

21:50 Kan:
  [Stanzino] Chiuso in una stanza insieme ad un'infermiera la quale sta prestando le primissime cure in attesa di un dottore. La ferita, seppur non ampia, fa ancora male, il sangue scende e gocciola ricadendo lungo tutta la parte lesa e con essa anche la bruciatura sul fianco sinistro per via di quella scossa elettrica. Seduto sul letto, si lascia fare il necessario ma come è vestito? Indossa solamente un paio di scarpe nere ed un paio di pantaloni neri mentre il busto è totalmente scoperto, messo a nudo con il fisico in mostra, spalle leggermente larghe, allenato ma non troppo, il giusto per ottenere un aspetto decente verso il resto del mondo. La donna disinfetta la zona lesa mentre lo sguardo del Sumi è rivolto al basso, osserva il pavimento con violacee occhiaia al di sotto degli occhi; dorate totalmente spente, pupille estremamente ridotte, una rabbia imprescindibile ne avvolge l'intero viso rendendo diverso dal solito. In qualche modo, terrore e rabbia vengono unite creando un'emozione nuova, un sentimento ma provato prima di tal momento e l'incontro con Saigo non ha fatto altro che aumentare simili sensazioni. Deglutisce digrignando i denti ad ogni tocco, attende paziente che qualcuno possa venire ad aiutarlo, palese come sia impossibilitato nel farlo da solo, la schiena risulta essere un punto inarrivabile persino per lui ma il peggio probabilmente deve ancora giungere. Il messaggio mandato a Shizuka è creato in modo da non metterla in allarme, impedire l'ennesimo pianto preoccupato eppure è la seconda volta in pochi giorni in cui si ritrova nei guai, attaccato, ferito in minima parte ma pur sempre ferito; il mondo intero si è scagliato contro la di lui persona. Destra mano stretta, dita ripiegate all'interno del palmo ponendo una non modesta dose di forza sbiancando le nocche. Veloce vola il pensiero a quanto accaduto, alla scoperta dell'assassino, alle informazioni pervenute, ogni singola nozione scatena in lui il desiderio primordiale di vendetta nei confronti di chi l'ha privato della propria compagna di giochi, della migliore amica. Continua il suo deglutire quando la porta della stanza viene aperta, spalancata; solleva le dorate notando la figura di Shizuka, inviperita come mai prima d'ora. Un brivido corre lungo la schiena, di certo non può aspettarsi di vederla tanto nera eppure è così. L'infermiera annuisce andando via, chiudendo la porta alle proprie spalle, insomma, leva le tende prima che accada l'irreparabile ma è il bianco a dover fare i conti adesso <Amore> ne richiama l'attenzione cercando di esibire un leggero sorriso; all'ordine lentamente si volta donandole la schiena, mostrandole la ferita impressa da quell'attacco giunto all'improvviso <Ho avuto un incontro con la Kyosei e con l'assassino di Kushina> inspira, espira donando le informazioni principali, le più importanti.

22:09 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Ignora completamente quel richiamo, che non è un modo per riferirsi a lei in quel momento ma un blando tentativo di placare una furia che è evidente da ogni gesto di lei. Ci sta provando seriamente a non esplodere, a non distruggere tutto quello che ha attorno per sfogare quella rabbia che con un solo messaggio si è generata. Di nuovo qualcuno o qualcosa si è permesso di fare del male alla sua controparte, si sono di nuovo avvicinati a lui mentre lei non gli era accanto e la cosa sta diventando terribilmente frustrante. Le mani istantaneamente si poggiano sulla schiena, a livello della ferita inferta sulla scapola. Concentrazione ricercata nel sospingere il proprio chakra medico in quella direzione, lungo gli arti superiori e poi sulle estremità, facendo infine fuoriuscire il tutto dagli tsubo, per curare quelle carni. Se fosse riuscita nel suo intento la ragazzina avrebbe incominciato a curare il Sumi, un leggero pizzicore inizialmente e poi come una sensazione di prurito mentre quel potere si concretizzerebbe sull'altro. Ne ascolta il dire mentre fa ciò: Kyosei, in particolare l'assassino dell'amica di lui. I cricetini partono a razzo, ha tergiversato troppo. Ha perso tempo perchè non sapeva come agire, come avvicinarsi a quel gruppo di poco di buono che vorrebbe distruggere uno alla volta. E' anche colpa sua se lui nuovamente è stato attaccato, è stato ferito. << Dove sono loro? >> La domanda fondamentale è proprio quella, se lui è in ospedale, dove stanno i malavitosi? Il plurale è usato solo perchè lui ha menzionato il gruppo intero, non può immaginare che non fosse solo l'assassino della rossa amica d'infanzia. << Io ho parlato con Rasetsu. Ho un piano. >> E' estremamente concisa, decisamente insolito. [Se 25/30 -> 5 per mani terapeutiche; +8PV]

22:25 Kan:
 La furia Kokketsu si presenta in quel luogo, non risponde al proprio dire, non dice nulla limitandosi ad accorciare le distanze per dare inizio a cure estremamente veloci. Percepisce l'altrui rabbia, la sente come fosse propria e in un certo senso è così, non può biasimarla, al contrario, desidera condividerla in tutto e per tutto. Percepisce la presenza dell'altrui corpicino così come il chakra appena fatto fuoriuscire dalle di lei mani il quale agisce sulla ferita iniziando a donargli una sensazione di piacere, un ristoro momentaneo pur non vedendo il punto preciso in cui versano le proprie condizioni. Inspira, espira, getta aria all'esterno rilassando l'intera essenza; regolare il respiro del bianco, lievemente più calmo ora che ella è li con lui, consapevole di doverla aiutare a sbloccare la rabbia permettendole di sfogarsi, lasciar uscire tutto quanto per potersi placare. Umetta le labbra con lento moto della lingua su di esse, veloce ammorbidendole il più possibile così da non renderle un intralcio <Non lo so> ammette alla prima domanda <Li ho incontrati in un vicolo del quartiere notturno ma non so se si trovino effettivamente li> prende una breve pausa tenendo chino il viso sul pavimento <Stavo andando all'Ochaya quando ho sentito delle voci, mi sono inoltrato e ho visto 5 figure e una di queste ha confessato di essere l'assassino di Kushina, ergo, mi ha riconosciuto> altra pausa <Abbiamo iniziato a combattere ma era più forte di me, più veloce e non sono riuscito a fare molto. Ad un certo punto, è giunto il loro capo, una ragazza di nome Mina, almeno così pensavo; lei non è altro che una bambina che vuole farsi vedere dal padre, ergo, credo sia lui il capo della Kyosei così come credo che Kyosei sia qualcosa di più grosso di una semplice e stupida gang di quartiere> sintetizzando tutte le informazioni pervenute durante il combattimento <Ho anche scoperto che loro hanno l'ordine di lasciarmi stare seppur non sappia il perchè> concludendo il tutto. Inspira trattenendo il respiro, deglutisce socchiudendo le palpebre, nascondendo le dorate alla vista della genin. Mani strette, braccia leggermente tremanti per la forza impressa, maggiore rispetto al solito, incontrollata ed è l'ultima frase a portarlo a riaprire le dorate, stranito, preso in contropiede da una simile affermazione <Cosa c'entra Rasetsu in tutto questo? Di che piano stai parlando?> alzando appena il vocale <Shizuka è troppo pericoloso, io...non voglio che rischi così tanto> preoccupata la voce, ovviamente, non può essere altrimenti nel vedere la propria donna mettersi in pericolo.

22:45 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Quella ferita così sanguinante si richiude abbastanza rapidamente, più di quanto si aspettasse, la sua forza combacia con la sua determinazione nel portare quel corpo alla salute totale il prima possibile. Poche frasi, una sola domanda, strano a dirsi ma questa sera è indubbiamente lui il più chiacchierone della coppia. La prima risposta non le piace, le mani si stringono a pugno: << Seduto sul lettino. >> Non sono esattamente ordini, ma sicuramente non ammettono repliche. Tiene il viso rivolto al pavimento ma è la Kokketsu stessa a non ricercare per ora alcun contatto visivo, le di lei iridi sono solo per quel corpo martoriato, le mani si scostano sul fianco sinistro proprio mentre il racconto prosegue, spiegando a grandi linee informazioni a riguardo. Accumula quelle nozioni così come le mani terapeutiche scaricano il loro potere su quel corpo, i tessuti bruciati poco per volta dovrebbero raggrinzirsi e diventare più freschi, segno che la guarigione è iniziata anche li. << Com'è fatto l'assassino? >> Deve sapere chi può sfidare e chi no, e chi vuole colpire per primo nel momento in cui sarà chiaro che lei non è una compagna ma una spia. Quelle informazioni comunque arrivano a un finale del tutto inaspettato, considerate le ferite che lui porta sul corpo: << A me non sembra che ti abbiano lasciato in pace per niente. >> La voce resta mono tona, è decisamente facile capire per lui che qualcosa sta bollendo in quel pentolone emotivo che è la sua ragazza. Come per lei è facile vedere quei moti, quel nervosismo, quella rabbia che si sfoga in semplici gesti che non sono abbastanza. E' lei ora a stupire lui, menzionando Rasetsu, spiegandogli che a conti fatti ha un piano ora per avvicinarsi a loro. E' però quell'ultima affermazione di lui che inizia a minare totalmente il contenimento della rossa. Le azzurre infatti saettano nelle dorate altrui, dentro non vi è altro che fuoco: << E io non voglio che ti tocchino. >> Punto. Non tornerà mai indietro da quella decisione, non gli concederà di traviarla nuovamente, per questo deciderà da sola, che sia a favore o contro non ha alcuna importanza. << Rasetsu era a capo della Yakuza dieci anni fa. Lui mi ha dato qualche dritta. >> Non si spiega, non è la priorità ora, al momento l'unica cosa che conta è che lui smetta di sanguinare. [Se 24/30 -> 1 per mantenimento mani terapeutiche; Kan +8PV]

23:10 Kan:
 Ode l'ordine impartitogli come un piccolo generale la quale non ammette replica alcuna. Continua a deglutire senza sosta eseguendolo alle lettera, mettendosi comodo sul lettino, facendo in modo che anch'ella lo sia per curarlo al meglio. I tessuti si uniscono riformando la carne, la ferita diviene sempre più piccola, le dimensioni scarseggiano ed il sanguinamento cessa in maniera definitiva; sollievo si evince sul viso del bianco, lentamente il dolore svanisce, il bruciore scompare lasciando posto solamente ad un leggero intorpidimento dovuto al taglio e alla futura cicatrice sulla scapola. Essa risulta essere il primo vero segno di esperienza, il primo vero colpo ricevuto durante un combattimento che mai può dimenticare, da qui fino al giorno della propria morte <Ha un ciuffo biondo, taijutser e sulle mani ha due kanji sulla mani, punizione e peccato> spiegando il significato dei suddetti <Si chiama Tsuki> un nome e tratti caratteristici, il necessario per poterlo riconoscere nonostante il gran numero di membri di una banda fatta di assassini, di omicidi senza ritegno. Pronunciarne ancora una volta quel nome porta il muscolo cardiaco ad aumentare il suo battito, martella contro il petto, percepisce del dolore provenire da esso, un dolore non indifferente così come l'aumento considerevole dell'agitazione. Respiro appena affatto, denti digrignati, destrorsa mantenuta stretta sbiancando le nocche, rendendole pallide, prive di un colorito <Quel bastardo l'ha uccisa> fuoriesce tal frase d'istinto, non controllata, un mero sfogo sottovoce pregno di nervoso, d'ira nei confronti di costui le cui azioni hanno portato una dose di sofferenza non indifferente <Non lo so, pensavo fosse una trappola ma forse son stato attaccato solamente perchè mi hanno riconosciuto> prova a darsi una spiegazione seppur dall'altra non riceva altro che rabbia, nervoso a sua volta. In procinto di esplodere, la Kokketsu trattiene qualunque cosa lasciando solamente immaginare cosa ribolle in quella testolina. Il desiderio di tenerla al sicuro vince su qualunque cosa, coinvolgerla vuol dire metterla seriamente in pericolo, esattamente come fatto con Kushina e ripetere la storia significa rischiare di perdere anche lei per sempre <E io non voglio che tocchino te. Sei troppo importante> non fatica ad ammetterlo seppur non vi sia dolore, solo rabbia. Sospira provando a calmare l'animo, ristabilire qualcosa oramai andato perduto <Tipo? Quale dritta? Shizuka lo so cosa stai provando ma...ne sei sicura?> opporsi? Lo vuole con tutto se stesso eppure ne conosce la testardaggine, la conosce fin troppo bene.

23:31 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Vedere quel corpo che si rigenera sotto le proprie mani è una sensazione piacevole, l'unica che al momento sta provando. Far sparire i nuovi segni che quella gente ha fatto su quel corpo innocente è tutto quello che le importa. << Tsuki >> Ripete solo quel nome, annota come sia un taijutser, quindi l'idea migliore è non finire in corpo a corpo ma bloccarlo e finirlo prima che possa anche solo provare ad avvicinarsi. Prenderlo di sorpresa sarebbe l'idea migliore, colto di sorpresa e bloccato dovrebbe semplicemente chiedere pietà. Le manine delicate restano in posizione, cura che prosegue, imperterrità quel corpo che lentamente si rigenera, lasciando che il morbido tessuto bianco si ricomponga, rigeneri e torni al suo stato quasi originale. Pensava sinceramente di metterci di più per risistemarlo, richiudere i buchi inferti da una banda di infami. << E dire che tu non ricordi. Se fossero stati intelligenti non ti avrebbero dato i loro nomi. Sono troppo presuntuosi. >> Mostrarsi, dichiarare chi siano e cosa abbiano fatto in passato non è una scelta così saggia, o semplicemente pensano di essere al sicuro. << Se hanno l'ordine di lasciare in pace te, dubito fortemente che vorranno fare del male a me. >> In fondo perchè prendersela con una sangue nero che potenzialmente ha un clan alle spalle che potrebbe eradicarli dal mondo? Ma forse quella storia su Yukio non è giunta al loro orecchio. Lo sguardo blu una volta ultimato il lavoro si poggerebbe nuovamente su quelle dorate, nemmeno un briciolo di decisione in meno. << Mi ha detto di stare attenta, di non farmi riconoscere e che posso contare su di lui per capire prima quali siano i loro piani. >> Si sposterebbe fisicamente davanti a lui, le manine ormai non più utilizzate per quelle cure intense verrebbero portato sul viso altrui. Vi si avvicinerebbe, le labbra a ricercare quelle altrui, un bacio passionale, seppur non vada oltre il confine di esse, verrebbe rubato al ragazzo dal candido crine. << Tanto non sarà Shizuka a entrare in contatto con loro ma Hime. >> Si è distanziata un pochino, la fronte viene poggiata a quella di lui, le mani permangono sul viso maschile, profondi inspiri ed espiri vengono eseguiti, gli occhi chiusi, come a cercare in qualche modo di concentrarsi solo su di lui, solo sul suo odore e sulla sua presenza. [Se 23/30 -> 1 per mantenimento mani terapeutiche; Kan +8PV]

23:48 Kan:
 Lento il suo rigenerarsi sotto la tecnica della Kokketsu, piacevole sensazione, energie ripristinate, quanto meno il proprio corpo viene pervaso da tale sensazione. Le lascia il tempo di metabolizzare ogni singola informazione a lei fornita, riassunta quanto basta così da non risultare estremamente prolisso nel da farsi. L'occorrente viene sviscerato eppure è il di lei dire nel riportargli alla mente un dettaglio estremamente fondamentale, qualcosa omesso per sbaglio <E' questo il punto Shizuka, io non ricordo> deglutisce <Gli ho fatto delle domande e quando ha compreso che non ricordassi, si è messo a ridere, questo vuol dire che nella mia testa ho più informazioni di quanto pensassi, forse so anche chi sia il vero capo di Kyosei ma non riesco a ricordarlo> pugno viene sferrato contro il materasso del lettino con veemenza, forza estrema cercando di sfogare la rabbia <Quel dannato colpo, quei due anni di coma hanno rovinato la mia testa, l'hanno resa fragile dannazione e adesso ho un vuoto che non riesco a recuperare> Saigo ancora non sa niente, la famigerata tecnica risulta essere molto lontana, più del previsto e lui si ritrova sempre più lontano ed allo stesso tempo più vicino all'obiettivo. Labbra serrate, denti stretti, impossibile sapere cosa pensare in un momento catartico come questo, dove sbattere la testa? Cosa sfruttare per ricordare prima del tempo? Come battere il tempo? <Non possiamo saperlo Shizuka ma se solo provano ad avvicinarsi a te, io...> mancina nuovamente stretta in una morsa, sopportare che la tocchino è troppo. In quel frangente, in quel preciso momento avrebbe agito, preso la decisione di attaccarli reclamando dapprima il corpo di colui che ha sferrato il colpo e solo alla fine decimare quanto resta della banda, solo per assicurarsi che tale misfatto non avvenga più in futuro eppure, ella ha coinvolto persino uno come Rasetsu in quella questione. Un capo della Yakuza loro alleato per combattere cosa? Una nuova mafia? Dei ragazzini futuri mafiosi? <Ti ha detto così? E nient'altro?> non si tratta di curiosità quanto di seccatura <Devo parlare con lui> inspira, espira e prima di poter fare altro le cure giungono alla fine. Davanti a se si pone la rossa, manine a contatto con il viso, un bacio improvviso ma ricambiato con la medesima passione altrui, desideroso di riceverlo, di darlo e stare con lei; non superano quella linea per ovvie ragione pur restando a contatto <Hime? Cosa vuol dire?> ancora non ci arriva, troppi pensieri, troppe preoccupazioni per carpire cosa vi sia nella testa della ragazzina. Occupato a pensare ad altro, il piano di lei, attualmente, permane un incognita indecifrabile. Fronte contro l'altrui, respira, palpebre socchiuse <Mi spiace, in questo periodo ti sto solo facendo preoccupare> rammaricato, affranto.

13:08 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Lascia che lui sfoghi la labbra con quei gesti, quel pugno dato al materasso, quello stringere le nocche. Cose che a lei risultano decisamente di poco conto confrontate con l'ultimo sfogo avuto con il padre a causa di Sango. << Tu guardi sempre tutto dal lato sbagliato in questo periodo eh? >> Si riferisce anche a quel discorso sulla paura, sull'essere debole, sul non sapere cosa fare. Sempre il lato peggiore della medaglia come se ogni cosa portasse solo negatività e non qualcosa di buono. << Lui ride perchè tu lo hai nella testa e non lo ricordi. Noi ridiamo perchè lo hai nella testa e lo ricorderai. Il tempo è relativo, l'importante è che non ti tocchino più. >> Se lui è diventato una pedina di poco conto soprattutto grazie a quell'amnesia temporanea lei non può che esserne felice. E' stanca di stare a guardare mentre feriscono il suo ragazzo. << Staremo attenti, ma io e te siamo una cosa sola, se devono infastidirci da ora in avanti lo faranno in due. >> Perentoria, non ha intenzione alcuna di fare in modo che Shizuka non sia presente al fianco di Kan, e utilizzando Hime e le sue conoscenze interne questo gioco potrebbe pure prendere piede. Il commento riguardo a quanto fatto da Rasetsu la indispettisce non poco, tutto ciò che il consaguineo le ha detto non è poco: << Rasetsu è stato più utile di quanto mi aspettassi. >> Si interrompe, finalmente ha trovato qualcosa da dire, un discorso più lungo da fare e stranamente è per difendere quel pazzo. << Sa cos'è questa farfalla, o meglio conosce colei che ho visto in sogno. Kimi, o meglio Medusa, dieci anni fa possedeva la capacità di evocare le farfalle. >> Si blocca lascia che quell'informazione sedimenti nella mente altrui, lei sta andando avanti, la sua testardaggine l'ha condotta ad avvicinarsi metaforicamente a qualcosa che non conosce ma con cui ha fatto una promessa. << La farfalla ora si chiama Kimi. In onore di chi me l'ha donata e mi ha chiesto di prendermene cura. Molto probabilmente il fatto che toccarla stimoli il dolore, è perchè è una farfalla di sangue tossico Doku. Questo Rasetsu non lo sa e non dovrà saperlo. >> Già perchè lui vuole il veleno ma lei non è disposta a lasciargli quella farfalla nemmeno per un attimo; ha aperto il ventre di un uomo, figurarsi cosa potrebbe fare con un insettino. << Mi ha detto che devo farmi notare da loro o spalleggiarli per entrare nelle loro grazie. Che la mafia non agisce alla luce del sole e che non devono riconoscermi, perchè se la prenderanno coi miei cari altrimenti. >> Si porta davanti a lui, quel bacio viene scambiato per poi lasciare che lei poggi la propria fronte contro quella di lui, nominando Hime. Pone domande, visibilmente confuso ma lei non fa altro che spiegare un poco meglio il proprio piano: << Hime Otatsu, sorella minore di Ryoma Otatsu. Cresciuta nel disagio più totale di una fredda Kusa, il fratello sottrattole per mano di un pazzo, Rasetsu Kokketsu, per applicare i suoi esperimenti sugli innesti. E' diventata grande nelle periferie dei distretti, e quando è riuscita a scoprire qualcosa sul fratello lui è scomparso. Unico collegamento quel genetista, dal quale si è fatta innestare lei stessa il gene del sangue nero, per diventare una copia del fratello maggiore. >> Una storia pensata, articolata nella mente della rossa per generare un perfetto alter ego, qualcosa che deve ricordare come se fosse la sua personale storia di vita. << Bionda, occhi azzurri, indossa una maschera che le copre tutta la parte inferiore del volto, in onore di quella parziale protesi facciale portata dal fratello. E' decisamente sboccata, testa calda e non le piace farsi mettere i piedi in testa ma vuole trovare il fratello ed è disposta a tutto per farlo, persino qualcosa di illegale. >> Non deve essere chiarissimo per l'altro che sta parlando di se stessa sotto altre spoglie, sembra quasi che stia parlando di una sua conoscente. Dopo tutta quella spiegazione, ancora intento ad elavorare il tutto, si scusa e di conseguenza un sorriso molto dolce si stampa sul visino della rossa, come se in qualche modo fosse riuscito ad andare oltre a quello spesso strato di rabbia: << Prima o poi sarò io a far preoccupare te, non credo tu debba scusarti. Credo funzioni così la vita. >> Le manine ancora poggiate sulle guance andrebbero ad accarezzarlo dolcemente, non nega di essere preoccupata ma questo non significa che sia un problema, devono fare tante cose, infiltrarsi e distruggerli è una di queste. [Chakra 23/30]

14:39 Kan:
  [Stanzino] Impossibile non essere negativi in questi tempi bui dove tutto sembra andargli contro, dove ogni cosa fatta risulta fatta male o sbagliata sotto vari aspetti. La rossa ha perfettamente ragione, vede tutto dal lato sbagliato, ogni cosa, ogni minimo accadimento; non solo non è forte abbastanza ma il passato sta bussando più forte di prima facendosi strada nel futuro, rovinando la tranquillità acquisita. Non replica al di lei verbo, come un bambino rimproverato dalla mamma, resta in silenzio ad ascoltare le parole di chi riesce a pensare in maniera più lucida seppur emotivamente coinvolta in maniera inevitabile <E' difficile dire che non mi toccheranno più così come è difficile che io non li cerchi più> breve pausa <Una cosa è certa, quello Tsuki l'ucciderò con le mie mani> deciso, diretto al punto, ha intenzione di farlo, di portare a termine tale vendetta <E con lui anche chi ha ordinato l'assassinio. La morte di Kushina non resterà impunita> schiarendo la voce, graffiando la gola. Ha giurato fin dalla prima volta di vendicarla, di renderle giustizia a modo proprio, non può tirarsi indietro nonostante le difficoltà ne ha intenzione di farlo. Leggero il sorriso manifesta sul viso del bianco al dire altrui, parole sensate, in due sono più potenti, possono mettere in piedi un gioco di squadra ma prima necessita di accrescere il proprio potere, divenire estremamente più forte di quanto non sia così da surclassare quel primo ostacolo <Perchè siamo una coppia> non solo sentimentalmente parlando, anche a livello lavorativo in quanto medici, ninja, partner su tutta quanta la linea. Non sempre possono essere l'uno al fianco dell'altra, ne sono consapevole e come ha detto Furaya, devono imparare a lavorare da soli, farsi valere con le proprie forze. Inspira, espira lasciando scorrere l'ossigeno dentro di se udendo le spiegazioni nei riguardi del Kokketsu; umetta le labbra smuovendo la lingua su esse. Il dubbio sull'influenza negativa dell'uomo sulla ragazzina persiste eppure ella appare decisa quanto determinata nel difenderlo ma un'informazione giunge improvvisa. Stranito pone le dorate nelle azzurre <Kimi era l'evocatrice delle farfalle? Kimi è anche il nome della figlia di Mattyse> probabilmente hanno sempre avuto la risposta sotto il naso senza mai accorgersene <Medusa...> replica tale nome, pensieroso lasciando che il fluire delle altrui parole continui senza sosta alcuna imparando nuove nozioni <La farfallina è fatta di veleno Doku? Perchè?> non comprende, non riesce a fare i collegamenti <E perchè non vuoi che Rasetsu lo sappia?> quante cose è all'oscuro attualmente, troppe per i propri gusti eppure le cose vanno così. La mole di informazioni perdura nel tempo mentre il bacio viene scambiato, relative fronti a contatto; sta per proferire parola quando ella inizia nello descrivere una persona, lento il pensiero comprende le intenzioni della ragazzina, probabile esso sia un travestimento ricollegandosi al non doversi far riconoscere. Mozzato il fiato, labbra schiuse con somma sorpresa <Q-quindi tu saresti Hime Otatsu? Santi Kami, non hai dormito la notte per pensare a una cosa del genere> stranito più che mai <E...comportati come lei, voglio vedere come saresti> richiesta insolita ma desidera vedere quella versione inedita di Shizuka, improvvisata per rendere il tutto più realistico. Si lascia accarezzare, il sorriso cresce leggermente, ampliato il giusto rendendo il viso arrossato quanto basta <Se non fosse per te, la vita farebbe schifo> ridacchiando, sciogliendo quella rabbia qualche momento in cui riesce a godersi l'altrui compagnia <Che rapporto avrebbe questa Hime con Kan?> se devono parlare, deve informarsi.

15:04 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] La testolina rossa si muove in alto e in basso, confermando le parole aspre e dure del Sumi: << Penso che si meriti di finire eliminato da te. Per il mandante lavoreremo anche su quello, con calma. Lei ha il diritto di riposare in pace. >> E su questo non vi sono dubbi, un poco come sta facendo per Kamichi e Ryoma, dargli una degna sepoltura per essere ricordati e trovare un poco di pace. << Sempre >> Una singola parola per sottolineare quell'affermazione fatta dal bianco, una coppia ora e nell'avvenire, fin quando avranno del fiato in corpo, e poco importa se anche singolarmente saranno in grado di darci dentro, in due saranno sempre più forti. Incredibile come lei stessa si metta a difendere a modo suo il Generista che continua parzialmente a disprezzare, ma che forse sta diventando meno indigesto dell'Ishiba. Spiegazioni vengono date, e informazioni ricevute: << Ah sì? Questo non lo sapevo, credo che sarà meglio parlare con il pazzo invece che con l'Hokage allora. >> Che lui ne sappia qualcosa o meno, il tutto sta prendendo una forma più singolare, più chiara. << Non ho la minima idea del perchè sia composta da veleno Doku, ma Rasetsu non deve saperlo perchè sta cercando quel veleno disperatamente e io non voglio che lo ottenga da Kimi. >> Resta comunque sul vago, di informazione gliene ha date parecchie, non vuole anche inflarsi in tutto quel patto per mettere in difficoltà la rossa di carta, amica del Sumi tecnicamente. La descrizione di questa biondina prosegue, un poco di storia passata, un poco di descrizione fisica, quello che basta per l'altro per comprendere, per capire. << Ho dormito senza grossi problemi veramente, ma ho più di un obbiettivo dentro Kyosei e la trasformazione non basta. Per la maschera ho già chiesto a Satori. Però dovrai aiutarmi e coprire i tatuaggi con il trucco. >> Già, quelli devono mimetizzarsi con la pelle della ragazza, probabilmente a causa di questo Hime avrà una cornagione più scura di quella di Shizuka, ma è solo un altro elemento a favore della distinzione fra le due. << Sinceramente il comportamento era la cosa che mi preoccupava maggiormente, ma credo che con questo quantitativo di rabbia non sarà poi impossibile. Basta solo che io la lasci uscire contro di loro invece che contro Riuky. >> La rabbia. Ecco il tassello fondamentale, qualcosa che solitamente seda silenziosamente, nasconde a occhi indiscreti perchè quella furia sia contenuta, sia limitata e gestibile. L'affermazione poi dell'albino e quella risata fanno si che pure lei si rilassi un poco, condividendo un attimo di tranquillità con il ragazzo: << Forse farebbe schifo o forse staresti all'Ochaya con la ballerina a divertirti! >> Fa dell'ironia, menziona quella ballerina che ormai è diventata più un simbolo che altro. Un'altra domanda sopraggiunge, particolare, alla quale non aveva pensato. << Mmmh >> Mugugna, stacca la fronte da quella altrui portando il viso in alto, riflettendo: << Magari ci siamo incontrati qualche volta perchè gironzoli vicino a Rasetsu? Non credo debba conoscerti bene no? Sei una faccia nota, nulla di più. >> Già, perchè legarli troppo? Che senso avrebbe? Hime è interessata a trovare il fratello, chi si frappone è solo un di troppo. [Chakra 23/30]

15:31 Kan:
  [Stanzino] Il concordare di lei porta in lui sollievo, entrambi devono collaborare per trovarlo, mettere fine alla di lui esistenza una volta e per sempre e adesso ne hanno la possibilità. Insieme possono fare ben di più di quanto si possa fare in singolo, anzi, possono effettuare dei miracoli <Si, lo merita ma non solo, sto cominciando a pensare, a riflettere> pensieroso si rabbuia qualche singolo momento in se lasciando fluire i pensieri all'interno della mente, il geniale intelletto prende piede momento dopo momento, sempre di più finendo per deglutire. Quella criminalità è senza controllo, avviene troppo e troppo alla luce del sole e deve impedire che qualcuno a lui vicino finisca coinvolto in simili atti <Sempre> replicando a propria volta, sottolineando il loro essere continuamente uniti senza nessuno in grado di dividerli. Destrorsa innalzata per darle una piccola carezza sul visino, toccarlo, sfiorarlo, sentirne il calore, la vicinanza, il suo essere solamente sua e di nessun altro. Riceve e dona informazioni, interessanti quanto inattese <Andrebbe contattato per organizzare un incontro, forse lui ha qualche dettaglio in più su queste farfalle. Non credo il nome di sua figlia sia solamente una coincidenza, magari ha conosciuto quella donna in passato> o forse sono solamente inutili pippe mentali di chi vuol vedere qualcosa in più in un uomo vecchio ma gli argomenti cambiano repentinamente rendendo Rasetsu protagonista indiscusso del tutto. Inspira trattenendo ossigeno, tira su con il naso <Perchè Rasetsu sta cercando veleno Doku? Cosa deve farci? D'accordo che è un genetista però> non ha la minima idea delle operazioni dietro le intenzioni dell'uomo, del suo mercato di droga o, quanto meno, un'idea può averne, è il sospetto a mancare del tutto. La descrizione della biondina è quanto mai completa, forse anche troppo per i suoi gusti ma maggiori sono i dettagli e più credibile risulta la farsa da mettere in atto <Più di uno? Cos'altro vuoi fare al loro interno? Cosa mi nascondi?> capo inclinato di lato, sospettoso, dubbioso. Dorate incastonate nelle azzurre di lei, non riesce a comprendere quali altri obiettivi possa avere verso una gang di criminali <Ci sarà un lavoro enorme da fare per coprirli tutti, specie la farfalla> attimi brevi di silenzio <Almeno potrò vederti nuda mentre ti aiuto> ironico, goliardico appena, non risulta essere una novità ma la di lei nudità è pur sempre una visione gradita, apprezzata quanto ricercata convulsivamente <Parte di quella rabbia è colpa mia, sai che avresti dovuto sfogarla contro di me, si?> pur comprendendo il modo di pensare di lei pienamente. Ridacchia lasciando trasparire altro divertimento, lasciandosi andare a momenti di puro relax <Mh, l'unica ballerina che voglio è qui davanti a me> sorridendo, percependo la rabbia diminuire in quei piccolo frangenti ma il cervello continua ad essere tenuto in movimento, ragiona, s'informa e chiede dettagli <Allora facciamo che non ci conosciamo, per nulla. Se vogliamo rendere bene la farsa, facciamo in modo che tu non abbia nulla a che fare con me così se ti chiederanno di fare qualcosa contro di me, sanno di potersi fidare, circa> schiarendo la voce, quella è un'altra eventualità dopotutto.

15:56 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] << Con Mattyse dovremmo trovarci prima o poi, mi ha chiesto una mano per disturbare degli spacciatori. >> Cavolo ma quante cose ha da fare? Non ha mai avuto così tanto da fare in vita sua, o quanto meno è questa l'impressione della nanetta. Comunque tutto scivola verso Rasetsu, verso quella copertura, lei sa perfettamente che il Sumi è il deputato a tenere sotto controllo il rosso ma questo non significa certo che sia lei a doverlo fare al posto suo! << Bah diceva che una volta lo usava per le droghe. Ma sicuramente la mia farfalla non diventerà uno stupefacente. >> Ecco sia chiaro che Kimi non è assolutamente un soggetto da esperimento. Però quelle parole che si lascia sfuggire insospettiscono il bianco più del dovuto, così che faccia domande sempre più specifiche. La piccoletta gonfia le guance, sbuffa vistosamente come se fosse infastidita. << Non c'entra nulla con quello che ti è successo! Potevi aspettare di ricevere altre notizie no? >> Sembra decisamente irritata, ma ancora una volta cerca di rispondere senza rivelare tutto, cercando di proteggerlo da quel dispetto nei confronti dell'Ishiba. << Io e lui stiamo collaborando per riavere il corpo di Kamichi dalla Shinsengumi. >> Breve, concisa, a conti fatti è per quello che devono incastrare Sango no? << Per farlo lui ha bisogno del veleno Doku e Hime potrebbe essere in grado di procurarglielo. In fondo Kyosei ha dissapori con Oto no? >> Sommariamente spiega l'idea che l'aveva portata a fare quel ragionamento, parlando sempre della bionda come se fosse un'altra. Lui comunque accetta di aiutarla, di sostenerla in quel trucco, facendo anche qualche battuta più spinta, che ovviamente causa il rossore sul viso della Kokketsu: << Guarda che non devi poi rovinare tutto! Si copre il tatuaggio e basta! >> Ecco perchè se poi le mette le mani addosso il lavoro va rifatto tutto da capo! >> La spiegazione su come interpretare quel carattere viene data, la rabbia come perno centrale: << E' colpa tua se hai un'amica razzista? Di solito non è una cosa che si scopre automaticamente. >> Non lo ritiene responsabile in alcun modo delle scelte altrui, in fondo anche gli amici hanno pro e contro. E quel commento riguardo alla ballerina viene accolto con uno sguardo verso l'alto, disilluso, e le braccia vengono portate dietro il collo di lui, la fronte poggiata a quella del bianco. << Hime non ti conosce d'accordo. Credo che dovrò comunque parlare con Mattyse di questa cosa, lui credo voglia pestare un poco i piedi a Kyosei, però vorrei che evitasse di malmenarmi perchè non sa che sono Hime. >> Sarebbe alquanto spiacevole doversi scontrare fra alleati, un inghippo di non poco conto. << Solo che non so se posso fidarmi di lui. Quindi valuterò più avanti se è degno o meno di fiducia. >> Come detto più volte al bombarolo, non sono amici, non ancora. [Chakra 23/30]

16:18 Kan:
  [Stanzino] Sgrana le dorate aprendole sensibilmente per osservare al meglio la ragazzina man mano che le notizie aumentano, divengono decisamente imponenti <Disturbare spacciatori? E ti coinvolge in questo? Io l'ammazzo> non basta il bianco ad averla coinvolta in qualcosa di troppo grande, adesso ci si mette pure l'altro, il Senjuu con le sue idee del cavolo. Una donna impegnata è la Kokketsu, estremamente pregna di cose da fare, forse fin troppe per l'età in suo possesso ma non ci pensa poi molto lasciando scivolare il discorso su Rasetsu; non si fida dell'uomo, non quando la vita della ragazza è a rischio ne delle conoscenze antiche dell'altro, egli non è una compagnia raccomandabile, non per lei <Le usava per droghe? E Mattyse chiede a te di rompere i coglioni agli spacciatori? Ma ci andasse con quel pazzo furioso> borbottando indispettito, mettendo il muso, insomma, infastidito dalla piega presa dagli eventi. Smorfie si esibiscono sul volto del Sumi, non concorda con tutto questo permanendo dubbioso sulle informazioni ch'ella non desidera fornirgli ma la reazione lo porta ad un indietreggiamento del capo, sorpreso, colto alla sprovvista eppure ridacchia divertito, troppo <Gne gne, sei davvero carina quando ti arrabbi> i vecchi cavalli di battaglia tornano a far visita. La stuzzica a modo proprio per stemperare il momento di serietà creatosi sfruttando vecchie frasi capaci di farla innervosire istantaneamente, in un battito di ciglia ma le risposte giungono eppure esse hanno in se qualcosa di strano. Comprende le motivazioni pur non riuscendo a carpire cosa vi sia dietro <Per recuperare il corpo di Kamichi ha bisogno del veleno Doku? Qual è il collegamento? Hai detto che l'usava per fabbricare droghe, cosa c'entra adesso con Kamichi? So che era un Kokketsu, non un Doku e non credo che la Shinsengumi richieda riscatti di questo tipo per ridare il corpo di un famigliare, o sbaglio?> qualcosa non torna in quella spiegazione, la mente è in moto alla ricerca di risposte, pensa, ripensa ricercando la verità nascosta tra le righe. Umetta nuovamente le labbra ammorbidendole tramite il moto veloce della lingua su di esse, lasciandosi andare ad una leggera risata per l'ennesima reazione di lei <Che palle, allora mi tocca infastidirti prima di truccarti> fintamente offeso di non poter far ciò che desidera, ovviamente comprende le motivazioni. Silente si prende il quesito senza proferir verbo, consapevole della rabbia scatenata dall'Ishiba in lei, di quanto l'abbia fatta soffrire. Mani avanzano prendendone i fianchi, tenendola stretta, vicina a se <D'accordo ma mettilo in guardia, ci sono elementi davvero forti al suo interno> Tsuki ne è un esempio lampante <Io non mi fido di lui, mi serve solamente> ammettendo come la fiducia sia inesistente verso l'uomo e, di conseguenza, verso la compagna.

21:43 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Le rivelazioni che si susseguono una dopo l'altra non piacciono per niente al Sumi, ne riguardo a Rasetsu ne riguardo Mattyse. Anzi sembra proprio innervosirsi parecchio cosa che di contro fa innervosire lei, per la superficialità del pensiero che dimostra il bianco. << Hey la smetti di fare il matto? Pensavi che avrei guardato da lontano voi incastrarvi nel pericolo? Pensavi davvero che allearti con Furaya davanti a me non mi avrebbe infilata in questa storia? >> Lo sguardo blu si fa decisamente accigliato, il tono di voce quasi infastidito, lui è preoccupato, lei è sbigottita quasi. << Non sei tu quello sveglio Mio? Era ovvio che saremmo finiti insieme in tutto quello che coinvolge loro. Dare per avere! Non ci aiuteranno mai se noi non faremo lo stesso no? >> Si perchè sono collaboratori, non amici, manca quasi interamente la fiducia fra loro e figurarsi se non iniziassero a collaborare cosa potrebbe mai accadere! Per la prima volta forse è la rossa a vedere le cose nella maniera meno infantile possibile, quella realistica. Il faccino arrabbiato viene canzonato, derisa bonariamente anche se poi le domande si sovrappongono, lui il cervello inizia a utilizzarlo solo ed esclusivamente quando non dovrebbe. Le guance rosse si gonfiano di nuovo, indispettita: << Non so perchè non vogliono restituirci il corpo di Kamichi, ma Rasetsu ha fatto un accordo con loro, che in semplice consiste nel mettere in seria difficoltà una certa Ishiba, e per farlo a lui servirebbe il veleno Doku. >> Lo sguardo si sposterebbe lateralmente, non lo osserva più come se quell'affermare il piano contro l'amica dell'altro fosse una specie di dispetto da bambina dell'asilo che non dovrebbe assolutamente compiere, anche per rispetto nei di lui confronti. Eppure, la famiglia conta più del resto, soprattutto più di una bisbetica. Gli occhi vengono alzati al cielo per quel riferimento al loro rapporto più intimo finchè le braccia altrui non l'avvolgono, acconsentendo a quell'uscita con il Senjuu: << Sapere che ci sia gente forte potrebbe essere utile, vedrò di avvisarlo quanto prima. >> Non ha intenzione di farlo ora, è il momento sbagliato, ora l'attenzione è tutta rivolta all'albino, il cui abbraccio viene ricambiato. [Chakra 23/30]

21:44 Kan:
  [Stanzino] La preoccupazione nei confronti della Kokketsu non può dirsi più alta, tutto sta accadendo in fretta, procede senza sosta ponendo sulla via del Sumi un numero considerevole di pericoli in cui la rossa entra a far parte giorno dopo giorno, adesso ancor di più. L'alleanza stipulata con il dinamico duo non porta ancora alcun tipo di frutto eppure comincia ad avvedersi dei rischi, di come Mattyse voglia portarla in missioni al quanto pericolose. Non riesce a star silente, nemmeno dinanzi all'altrui rabbia la quale esplode in un palese nervoso; consapevole di non poter fare poi molto per migliorare la situazione, lui stesso l'ha coinvolta in tutto quello, ora ne paga le conseguenze. Per qualche momento tace evitando di replicare alla sequela di domande la cui risposta è ben più che ovvia all'udito di chiunque e solo alla fine, dopo quel corpo inferto schiude le labbra. Accusato di non essere sveglio, di non ragionare con la dovuta lucidità in quanto i sentimenti prendono piede ad ogni parola avanzata, ogni concetto espresso mostra l'emozioni come dittatrici <Mia> alzando appena il tono vocale per poter surclassare la vocina <Ti ho vista correre in lacrime preoccupata, ora sei corsa qui ancor più preoccupata. Io sto provando la medesima cosa perchè ho visto, quello che ci aspetta, ho scoperto con i miei occhi i pericoli e se dovesse accaderti qualcosa, non riuscirei a perdonarmelo> deglutendo con difficoltà un grumo di saliva <Due anni fa ho perso la persona a me più cara senza riuscire a proteggerla. Non voglio commettere nuovamente quell'errore, non posso permetterlo> un pensiero in apparenza altruista ma impregnato di un egoismo senza pari eppure in tali parole vi è la verità assoluta, tenerla al sicuro ad ogni costo. Nonostante l'alzata di tono, permane tranquillo nell'esporre i fatti per come stanno realmente. Essere lucidi attualmente è un lusso di cui non riesce a godere, non solo per via del legame che li unisce bensì anche per tutti gli eventi di quel periodo, uno dopo l'altro hanno scalfito la corazza penetrando all'interno dell'animo, creando una ferita di difficile guarigione. La mente, pur sempre geniale, trova una falla nell'altrui verbo, ricerca in maniera costante delle spiegazioni, delle motivazioni sensate ma ciò che ode lo porta a schiudere le labbra, sorpreso, stranito; la storia diviene momento dopo momento sempre più intricata, una ragnatela di eventi <Una certa Ishiba?> socchiudendo le palpebre <Perciò voi volete mettere nei guai quest'Ishiba per riavere il corpo di Kamichi e per farlo, vi serve veleno Doku?> non ne pronuncia il nome, ha compreso, forse fin troppo bene. Destrorsa racchiusa nel palmo, nocche sbiancate <Merda> impreca lasciandosi andare notando come lo sguardo di lei venga scostato eppure non dir nulla, non come desidera, consapevole che avrebbe preso le parti della Kokketsu in qualunque occasione, persino contro Sango. Si lascia avvolgere ponendo i palmi sui fianchi della ragazzina stringendola a se, tenendola ferma contro il proprio corpo <Si, sarà utile> saperlo prima può aiutare lui ma soprattutto lei <Dobbiamo mettere fine a questa storia il prima possibile e tornare a vivere tranquilli> cercando di adagiare nuovamente la fronte sull'altrui, palpebre chiuse, respiro rallentato.

22:00 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] La risposta che la raggiunge la fa innervosire ancora di più, il tono calmo di lui contrapposto a quello concitato della rossa son un chiaro esempio di come i due riescano a gestire le proprie emozioni. << La differenza sta nel fatto che tu ti stai fasciando la testa prima che qualsiasi cosa accada! Io sono corsa disperata e in lacrime due volte su due quando tu eri già bell'è che ferito! >> Le braccia si incrociano sotto quel seno, come a voler decretare una vittoria schiacciante. << La mia sicurezza non è solo ed esclusiva responsabilità tua Mio, così come non lo è la tua per me. Non puoi vivere con il pensiero che da un momento all'altro potrebbe accadere qualcosa, altrimenti non starai mai più bene! >> In fondo potrebbe anche caderle una tegola in testa fra cinque minuti e stramazzare a terra sul colpo. La vita è imprevedibile e rischiosa, che loro si siano infilati in un giro non troppo promettente è indubbio, ma la responsabilità non può ricadere su uno solo dei due presenti. << Io non posso morire, sono una Kokketsu! >> Mano destra che va a poggiarsi sul proprio cuore, mentre il braccio sinistro si apre un poco verso l'esterno. << Se ci feriamo lo facciamo da soli, sempre! >> A conti fatti, anche le due morti violente di Kamichi e Ryoma erano sostanzialmente stati degli errori di calcolo da parte degli utilizzatori, ma questo non lo possono sapere i due ragazzini che si trovano a fronteggiare dei pericoli inaspettati a Kagegakure. LA testardaggine di lui però la porta a disvelare quel piano a grandi linee, e mentre lui lo ripete a voce alta, lo sguardo blu rivolto al muro, le labbra si schiuderebbero: << Scusa... Vorrei solo che smettesse di darsi tante arie. >> Insomma, niente di che, ma perdere il lavoro perchè è corrotta in fondo mi sembra il minimo considerato dove lavora la rossa Ishiba. Lascia che quei corpi si avvicinino, che si coccolino un poco: << Va bene glielo farò sapere, ma preferirei vederlo di persona che scriverglielo... Inoltre Satori mi ha detto che la maschera sarà pronta fra qualche giorno, quindi per ora lasciamo stare Hime. >> Lo stringerebbe a se un poco: << Ti terranno qui in osservazione o possiamo tornare a casa? >> Lei lo ha sistemato, ma non è detto che vogliano lasciarlo andare. [Chakra 23/30]

22:17 Kan:
  [Stanzino] Placarle il nervoso è impresa ardua, le sta solo proferendo la verità, il motivo che lo spinge a comportarsi in quel modo mostrandosi preoccupato anche per ogni minima sciocchezza. Quanto accaduto a Kushina l'ha segnato a tal punto da impedirgli di vedere, da rendere Shizuka l'oggetto principale delle sue preoccupazioni, colei da tenere in salvo ad ogni costo <Si perchè quando accade è troppo tardi. Meglio prevenire che curare> sentenzia nuovamente andando contro quella sensazione di vittoria giunta nell'animo della rossa. Non ha vinto ma neanche perso, posseggono solamente due pensieri opposti, almeno attualmente, fin quando non si calma ritrovando la lucidità perduta <No, la tua responsabilità non è soltanto mia ma lo è comunque in parte e se posso far qualcosa per evitare che tu ti metta in pericolo, allora ben venga> ci prova in tutti i modi possibili <Io mi fido di te, mi fido delle tue capacità, le ho viste con i miei occhi, così come ho visto quanto tu sia più forte di me> shinobisticamente parlando ella è di gran lunga superiore al bianco, una forza con cui non può competere minimamente, non adesso <Ma non è un pensiero che non riesco a scacciare> sospira infine con una certe pesantezza. Il petto fa male, il muscolo cardiaco batte con maggior forza; in quella vita può succedere la qualunque, da un momento all'altro può ritrovarsi ferita, offesa, tutto. Consapevole di non poterle evitare ogni singolo male ma, quanto meno, determinate situazioni si, questo può farlo e deve farlo. Non replica alla successiva frase, falsa per via di Kamichi; egli è deceduto in missione nonostante fosse un Kokketsu, prova vivente di come essi non siano realmente immortali bensì solamente esseri dotati di uno speciale potere, di una forza al quanto anormale seppur bella in ogni sua parte. Dorate incastonate nelle azzurre, non abbassa mai lo sguardo, neanche quando viene tirata in mezzo Sango e il piano ai danni di lei notando il fare di Shizuka <La cosa grave è che io farei lo stesso se fossi al tuo posto> ammette il proprio modo di pensare, di vendicarsi nei confronti di chi gli fa torto rendendo la vita fastidiosa. Stretta in quella morsa, percepisce la calma sopraggiungere, il muscolo cardiaco rallenta il proprio battito rendendolo regolare <Lasciamola da parte, ora voglio stare con Shizuka> di Hime, ora come ora, gli interessa poco o nulla <Possiamo tornare a casa, non ho subito ferite così gravi da richiedere una degenza in ospedale...nonostante ciò, penso rimarrà la cicatrice sulla schiena> il taglio, dopotutto, è netto su quella precisa zona del corpo.

22:43 Shizuka:
  [Stanzino di Pronto Soccorso] Prevenire avrebbe voluto dire continuare con la loro vita: nessun muro da abbattere, nessuna ricerca della libertà. << Io sono il tuo scudo. Ho già fallito due volte nel mio dovere quindi non ti permetterò di farmi fallire di nuovo. Mi dispiace. >> Le blu nelle dorate non ammettono repplica, decise come non mai a non fare un passo indietro su quelle scelte che ormai sono sue personali e non capricci da bambina. Infiltrarsi in quella gang le può dare parecchie opportunità al momento e non ha intenzione di lasciarsele sfuggire. << Comunque non ti ho mai chiesto di non preoccuparti. >> Un pesante sospiro le sfuggirebbe dalla bocca, è stanca, nervosa per aver decisamente fallito di nuovo il suo unico compito nei confronti del compagno e la giornata lavorativa non è stata leggerissima. << Tu lo sai, Mattyse saprà chi sono, e forse ancora più importante lo sa Rasetsu. >> Si interrompe, le blu decisamente meno furenti di prima, << Che sia un tipo poco raccomandabile è indubbio ma per la famiglia, farebbe qualsiasi cosa. Si è offerto di farmi da guida in quel mondo per proteggermi anche. Sai quanto ci tenga a queste cose, me lo hai detto tu che per lui, il sangue nero conta più di qualsiasi cosa. >> Una mano passerebbe fra quel crine bianco, una carezza: << Sono resistente e avrò parecchi alleati. Non sarà impossibile, ti prometto che starò attenta. >> Insomma forse era solo questo di cui l'albino aveva bisogno? Essere rassicurato? Magari, ma il nervosismo nell'aria ha avuto la meglio, così come ora sta facendo la stanchezza. Quelle scuse proferite in merito alla decisione presa contro Sango non vengono accettate a voce alta, ma sicuramente vengono comprese e quasi condivise, una sorta di silenziosa legittimazione del gesto. Però è quel contatto che fa sciogliere entrambi, con lui che, in maniera infantile, richiama la di lei presenza, solo per lui. << Se ti piacerà tenerla visibile la lasceremo così, altrimenti ho visto parecchi lavori di tatuaggi fatti in prossimità di cicatrici per nasconderle. Ma ci penseremo poi, in fondo hai già un tatuaggio da fare no? >> Gli sorriderebbe in maniera dolce, le labbra poggiate sulla fronte rapidamente, baciando quella zona: << Andiamo a riposare a casa? >> Domanda innocente, anche se nasconde il desiderio di passare quella notte insieme, abbracciati, ad assicurarsi di essere ancora in due, dimenticandosi ancora per un poco il gran caos che li circonda. [Chakra 23/30][//END (?)]

23:02 Kan:
  [Stanzino] Medico e scudo, quel patto creatosi tempo orsono torna nuovamente a far da contorno alle motivazioni capaci di spingerla a compiere simili atti. Deglutisce, inghiotte, comprende come non voglia repliche <Non hai fallito comunque> rassicurarla è necessario, giusto <Sia con Kyosei che con le chimere, ho pensato di voler tornare da te. Il tuo pensiero mi ha fatto da scudo, in un certo senso> il desiderio di tornare da lei ha impedito la morte dell'albino incrementando l'istinto di sopravvivenza, rendendolo capace di sopravvivere allontanandosi dal pericolo per quanto abbia, lui, effettivamente fallito in entrambi gli scontri <Non ne sarei comunque capace> impossibile non provare preoccupazione nei di lei confronti, come richiesta risulta essere infattibile. Cessa di parlare, la pesantezza della serata si fa sentire, sia in lei quanto in lui, percepisce in ella stanchezza, la medesima del bianco il quale permane seduto sul lettino senza muovere un muscolo. Straniato, silente, ode quanto viene proferito, in tutto lo devono sapere in tre e in tre soltanto <Se lo saprò Mattyse, allora deve saperlo anche Furaya. Se lui è coinvolto in questa faccenda, inevitabilmente Furaya è dentro> esattamente come il Sumi e la Kokketsu, anche i due vecchi piccioncini si ritrovano coinvolti entrambi eppure smette di interromperla udendo la spiegazione, di come Rasetsu protegga la famiglia accettando di guidarla in un mondo a lei sconosciuto <E' l'unica cosa che mi rassicura, sapere che non farebbe mai nulla contro di te> i Kokketsu nelle mani di tal pazzo sono al sicuro, Shizuka è al sicuro e tanto gli basta per poter ottenere un minimo di tranquillità. Lento l'annuire del Sumi, un movimento delicato del capo <D'accordo Mia> mancina innalzata a carezzarne il delicato visino, piccole le carezze a lei donate per stemperare in via definitiva la tensione ed il nervoso nato, il tutto per colpa dell'albino e delle disavventure in cui si ritrova negli ultimi tempi. Si lascia accarezzare la chioma a propria volta ricercando maggiormente i contatti, sentire il calore, la di lei presenza. Sorride ampliando appena le carnose labbra <Si Mia, ne ho ancora uno> ricevendo quel bacio, sospirando, socchiudendo le palpebre <Ma pensò la terrò come monito> un'avvertenza di quanto sta affrontando e del pericolo che entrambi corrono lungo quella via, quel percorso. Annuendo scende dal letto riprendendo la maglia, infilandola sul busto e le nera giacca, riveste se stesso assumendo un aspetto più consono; destro braccio sollevato, passato sulle spalle di lei abbracciandola, stringendola ancora a se <Andiamo a casa> labbra avvicinate alla di lei tempia, leggero il bacio rilasciato per poi avviarsi verso l'uscita della stanza e dell'ospedale diretti alla volta i casa. [END]

Kan manda un sms a Shizuka avvisandola di essere finito in ospedale. Lei si fionda da lui decisamente arrabbiata per quanto successo e poco incline a sopportare i continui assalti alla salute del suo compagno. Poco per volta la situazione si stempera anche se il nervosismo di entrambi li porta a battibeccare parecchio. Fortuna che riescono comunque a tornarsene a casa insieme, grazie alla stanchezza!