Cosa tramano i Kokketsu
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Giocata del 25/11/2021 dalle 12:52 alle 16:47 nella chat "Zona Industriale"
[(?) -> Zona industriale] Grazie ai Kami la pioggia ha smesso di imperversare su quelle terre, almeno per un breve periodo. La rossa è andata e tornata dalla propria dimora almeno una volta, per portare qualche altro vestito a casa del Sumi, così da avere qualche ricambio per restare dei giorni in più. In fondo a casa i genitori non ci sarebbero stati, in quanto reclutati come una delle migliori squadre per poter sopperire alle mancanze sul fronte di Kiri. Indossa quel giaccone nero con il cappuccio peloso e marroncino, sotto di esso non si può vedere ma porta un maglioncino rosso dal collo alto e le maniche lunghe, la collana dorata con il pendente a farfalla dalle brillanti ali blu risalta particolarmente su quel capo. Le gambe sono avvolte in un paio di jeans strappati in più punti, anfibi ai piedi che giungono fino a metà polpaccio, sulle orecchie quelle cuffie blu troneggiano, sovrastate da quella farfallina rosso sangue che si è posata proprio in cima alla testa, nonostante le lamentele della ragazzina. Sono ormai giorni che quando esce indossa un paio di guanti in pelle nera, proprio per riuscire a recuperare quell'esserino senza provar dolore. Sulle spalle porta lo zainetto nero contenente un paio di mazzi di chiavi, blocco da disegno con relativo astuccio contenente materiale, portafogli, ombrello. Nella tasca destra della giacca il cellulare che invia alle cuffie quel suono di chitarra che sente la necessità di percepire. Troppe cose stanno cambiando, il mondo sembra muoversi in una direzione pericolosa, e strano ma vero questa volta lei procede con esso. Anche oggi dovrebbe trovarsi con quel parente scomodo che si ritrova, per parlare di Sango? Forse, ma i pensieri nella testolina sono i più svariati, magari troverà il modo di fare anche domande utili per lei stessa. Dovrebbe essere ormai prossima al luogo dell'incontro, in anticipo di pochi minuti, giusto per non far attendere il familiare. S'appresta a raggiungere il luogo dell'incontro stabilito assieme alla Kokketsu tramite messaggio, non molto distante da alcune fabbriche lì stipate una affianco all'altra. D'altronde, hanno scoperto l'industrializzazione che porterà inevitabilmente il mondo allo scatafascio nei prossimi secoli. Non che gliene freghi granché qualcosa, ma ringrazia chiunque abbia deciso di creare i pancake. Ne va ghiotto lui tanto quanto Dokuhiro, quindi è anche giusto asserire che li prepari principalmente per sé stesso - e poi per vederla sorridere. L'ha lasciata nella loro dimora, contenta che non sia tornato ulteriormente ubriaco nei giorni a venire da quella discussione. Si premura d'accelerare il passo, ampie le falcate che promuove in direzione dell'incrocio che ha prediletto come punto d'incontro con la ragazzina. Indossa una camicia bianca ben abbottonata col colletto piegato ai lati del collo, con al di sotto un paio di pantaloni neri sorretti da una cintura d'egual cromia in cuoio. La fibbia è argentata, come se fosse un pugno in un occhio assieme alla brillante camicia sulla quale si riflettono i raggi solari - quelli che riescono a passare oltre la coltre di nubi che s'è andata accalcandosi nel cielo pomeridiano. Ai piedi, calza un paio di scarpe laccate di nero. Un largo e pesante giaccone lo copre dalle spalle a ben oltre le ginocchia, d'un rosso bordeaux molto scuro. E' lasciato aperto sul davanti, permettendo dunque d'intravedere gli indumenti sottostanti. Non ha granché con sé se non un paio di tonici coagulanti e di recupero Chakra. Infila le mani nelle rispettive tasche del giaccone così da tenerle al caldo con accanto il cellulare, così da accertarsi di sentir la vibrazione qualora Shizuka tenti di chiamarlo o di contattarlo tramite messaggio. Dovrebbe essere in orario. Ricorda molto le cose ultimamente, rispetto a quando beveva. Gli occhietti chiari, infatti, dovrebbero riuscire ad individuare la fanciulla poco distante alla quale rivolgerebbe immantinente un cenno di saluto. <Ehilà> Cerca di farsi sentire dall'altra, così da attirarne l'attenzione e avvicinarsi di conseguenza - senza perdere tempo inutilmente. [ Chk On ] [Zona industriale] Una volta prossima al luogo quel richiamo che dovrebbe essere un saluto ne richiama l'attenzione, la testa rossa si volta, le blu si appoggiano sulla figura del parente che a quanto pare è in orario. La destra viene mossa verso l'alto, come a ricambiare il saluto, per poi essere utilizzata per abbassare le cuffie blu attorno al collo e interrompere la riproduzione casuale. Così facendo i capelli dovrebbero restare un poco scosati, lasciando in mostra i due orecchini a forma di farfalla presenti su ogni lobo, uno dorato e l'altro blu, oltre che quel piercing sull'orecchio sinistro, un cerchietto dorato anch'esso. La farfalla rossa andrebbe a svolazzare placidamente attorno alla testolina della ragazza, forse indispettita dall'aver perso quel posto privilegiato, non poggiandosi però sulla testa direttamente. Quel discorso su dove poggiarsi lo avevano già fatto, e l'esserino era sembrato ben disposto a non provocarle dolore inutilmente. I passi si muoverebbero in direzione del parente, arrivando in prossimità dello stesso e completando quel saluto verbalmente: << Ciao. La persona che vive con te sta bene? Tu mi sembri a posto. >> Non specifica che si riferisce proprio al gran caos avvenuto poco distante da quella zona, lei non sa dove bazzichi il genetista nel suo tempo libero. Anzi, è già buona che si sia preoccupata vagamente di lui. Nel parlare, l'altro potrebbe vagamente intravedere quel luccichio proveniente dalla bocca, quel piercing che a conti fatti aveva aggiunto al proprio repertorio di stranezze. Grugnisce non appena si rende conto d'aver una farfalla troppo vicino. Non si rende chiaramente conto che appartiene a Shizuka e non dà grosso peso ai piercing che ha indosso, per quanto non si sarebbe aspettato uno stile del genere da parte sua. <Cazzo, farfalle di merda. Sciò sciò!> Agita la mancina proprio per cercare di spingere la farfalla cremisi ad andarsene, anziché restare nei paraggi suoi e di Shizuka. Darebbe di matto. Come quando durante la presa di Oto, ha dovuto avere a che fare con le farfalle di Kimi! O con Kimi, direttamente. <La persona che vive con me sta benissimo, pronta a rifocillarsi con nuovi pancake.> Mormora senza neanche pensare a quel che ha appena pronunciato, imbronciato e contrito che tiene d'occhio l'animaletto per evitare che gli s'avvicini troppo. Detesta poche cose - anzi no. Non ha senso come frase, possiamo lasciarla cadere. <Perché non dovremmo star bene?> Non ha granché interesse nelle notizie che circondano quel luogo, anche perché la stragrande maggioranza del tempo, questa settimana, l'ha passata tra il settore konohano - nella vecchia casa di Touma - e nel settore kusano - nell'ospedale in cui lavora. Deve eseguire delle ricerche, ma non è molto spronato a farle invero. Dovrà comunque mettersi d'impegno, altrimenti salteranno tutti gli accordi presi e non è proprio un buon momento per farli saltare, anche perché ne ha alcuni che valgono davvero la pena. <Mai stato meglio.> Anche se un bicchierino se lo farebbe volentieri, cosa piuttosto scontata e che si premura di pronunciare ad alta voce sicché sarebbe del tutto deleterio - per sé stesso in primis, dato che la necessità aumenterebbe a dismisura anziché cessare. <Comunque, bando alle ciance, dobbiamo parlare di quell'affare.> Riferendosi al messaggio che le ha mandato tramite cellulare per parlare del corpo di Kamichi, includendo Sango nel contesto per qualche ragione a lei sconosciuta. <Devo solo capire quanto odio provi nei suoi confronti. Abbastanza da volerla nei guai o morta?> Perché, per quanto riguarda il rosso, potrebbe anche volerla morta. D'altronde, sarebbe un peso in meno nel mondo, una stronza con le cosce aperte che si fa scopare gratuitamente da mezzo mondo in meno per le vie di Kagegakure. Paradossalmente, quel bambino che ha nel ventre crescerebbe meglio senza una madre simile, ma chi è lui per giudicare? Neanche il demone sarebbe un ottimo genitore, è un dato di fatto. Ci sono diversi esempi a favore di questa tesi: ha convinto un ragazzino di tredici anni a spacciare e conseguentemente a prostituirsi. [ Chk On ] [Zona industriale] Quando lui inizia a smanacciare per cacciare la povera farfalla è quasi tentata di lasciarlo continuare, aspettando il momento buono in cui quella cosina dovesse sfiorargli una mano e fargli del male. Però sono lì ancora una volta per sopportarsi un poco e cercare di raggiungere un obbiettivo comune. Le mani guantate vengono portate in alto, a coppa, così che quell'esserino vi si appoggi all'interno; aveva promesso di prendersene cura no? Lentamente farebbe si di appoggiarla sulla propria spalla destra, sussurrandogli appena qualcosa: << Stai li per favore, il signorino non sa come comportarsi. >> Da la colpa a Rasetsu? Ovviamente! << Non hai sentito che la porta di Kiri è stata sfondata dalle Chimere? Vivi in un altro mondo per caso? >> Lo rimbecca, dire che l'adulto dovrebbe essere lui, e lei che pure ha sprecato tempo a preoccuparsi. << Però l'idea dei pancake mi piace, magari quando torno a casa ne preparo un poco.... >> Ci pensa quei cricetini che valutano la possibilità, anche per tirar su di morale il fidanzatino. Lui decide di andare subito al sodo, in fondo entrambi non apprezzano particolarmente la compagnia l'uno dell'altra e questo è un dato di fatto. Le blu si scostano verso di lui, lo osserva a quell'affermazione poco consona: << Morta mi sembra esagerato. In fondo essere ignoranti può considerarsi un crimine? Però penso che si meriti un sonoro calcio nel culo e che abbassi la cresta. >> E' sempre educata e rispettosa nei confronti di chiunque, chissà perchè però l'altro sangue nero riesce a tirarle fuori il lato peggiore. << Ormai ho incontrato abbastanza addormentati. E una cosa mi è chiara, tutti voi avete perso gran parte del vostro potenziale di dieci anni fa. L'unica che si atteggia come la distruttrice dell'universo è lei. Posso concordare che abbiate più esperienza, ma la prossima volta che mette in dubbio il nostro sangue ho tutta l'intenzione di farle sputare il suo. Che Kan concordi o meno. >> Già perchè il fermarsi quella volta è stato dettato dal far vedere che è una persona a modo, che è prima un medico rispettoso del regolamento e infine anche perchè consapevole che la figura dell'Ishiba in qualche modo è cara al Sumi. << Che cosa hai in mente? Ah ho qualcosa da chiederti anche io. Ma ci pensiamo dopo... >> Giusto perchè quei dubbi deve levarseli dalla testa, più prima che dopo. Fa schioccare la lingua contro il palato nel notare come quella farfalla paia ascoltare le parole di Shizuka, abbastanza da appoggiarsi sulla sua spalla subito dopo. <Oh, cazzo. Non dirmi che è tua. Mi sembra di essere tornato a dieci anni fa.> Peccato che lei non produca veleno e che non sia poi così acida come lo era Kimi. Chissà s'è sopravvissuta o s'è morta. Probabilmente, non lo saprà mai fin quando non morirà per davvero anche lui. E considerando che si reputa immortale, considera la sua morte come un evento ormai lontano. I dieci anni sotto terra lo hanno salvato anche dalla possibile morte per mano d'una ragazzina che, raggiunta la maggior età, avrebbe dovuto ammazzarlo. <Ma cosa vuoi che me ne freghi del portone, delle chimere o quant'altro? Sono riuscite ad arrivare alla zona industriale? No> Rispondendo da solo alla domanda che le ha appena rivolto, trattandosi per l'appunto d'una domanda retorica. <quindi, sto bene. E se ci fosse stato qualche problema, avrei combattuto per salvarmi la pellaccia.> Mica scemo. Sa difendersi adeguatamente quando vuole, peccato che abbia ben poche chance in caso di fuga, considerando la sua lentezza e magrezza. Non è mai stato portato per le attività fisiche. La maggior parte del suo tempo la passa a ridosso dei libri, già quand'era soltanto un bambino. <Posso darti la mia ricetta. Escono veramente morbidi!> Si stanno davvero scambiando pareri a proposito dei pancake o stiamo sognando? Perché credo che siamo arrivati ad un livello di clownaggine paragonabile soltanto a quello d'un circo con un intero squadrone di pagliacci. Si schiarisce la voce poi, dato che l'argomento successivo è importante rispetto al resto, desideroso dunque di concentrarsi esclusivamente su questo punto prima di passare al resto citato poc'anzi dalla Kokketsu. <Ma sinceramente a me non dispiacerebbe farla fuori> Ammette, senza troppi fronzoli come se quell'affermazione fosse del tutto normale e non stesse cercando di far fuori un essere umano senziente come lui - ah no, lui è ad un livello superiore, lui è un demone! <tuttavia, non credo rientri negli accordi. Magari, se lo faccio sembrare accidentale...> Sghignazza divertito, lanciando delle rapide occhiate nei dintorni per sincerarsi che non ci sia troppa gente nei paraggi. D'altronde, se vi sono, si trovano all'interno delle fabbriche dato che hanno superato - o sono in anticipo - gli orari d'ingresso e d'uscita dei lavoratori. Vivendoci di fianco, ha ormai imparato quali sono la stragrande maggioranza. <Per tutti i Kami, quanto mi piaci quando fai così!> Esuberante, gli s'illuminano gli occhietti verdastri come se vi fossero delle scintille al loro intero, assolutamente entusiasta d'aver a che fare con una Shizuka che pare assecondarlo totalmente - tranne che nell'uccisione, ma quello è un dettaglio irrilevante al momento. <Ad ogni modo, la Shinsengumi ha aperto un'indagine su di lei ora ch'è in congedo per maternità.> E si sta trattenendo FIN TROPPO dal pensare ad eventuali battute che possano riguardare questo status della fanciulla. Prima il dovere, poi il piacere. <Sta abusando del suo titolo di agente scelto per avere dei vantaggi, anche se non conosco quali, al momento. Se riesco a far ottenere alla Shinsengumi delle informazioni che la incastrino, possiamo riavere il corpo di Kamichi.> Inspira profondamente, mantenendo il di lui tono abbastanza basso e confidenziale, pur schifando apertamente la presenza della farfalla ed evitando d'avvicinarsi troppo alla di lei volta. <Ma perché permettere loro di incastrarla con le buone quando possiamo incastrarla noi con le cattive?> Il ghigno s'amplia, lanciando l'esca in attesa che Shizuka possa coglierla - qualora voglia. [ Chk On ] [Zona industriale] Lo sguardo si fa torvo quando si rivolge in maniera tanto sgarbata al lepidottero: << Si è mia, ho promesso a un paio di persone di prendermene cura! E vedi bene di non infastidirla o ti faccio fare del male! >> Per prima cosa lo minaccia, che non si sa mai con quel tipo, poi i cricetini fanno il resto: << Aspetta in che senso dieci anni fa? >> Il visino si fa stupito, sembra quasi che quell'individuo sia in questo momento più utile dell'Hokage stessa, sembra che davvero abbia qualche informazione che lei stessa può sfruttare per sapere come muoversi con quella farfalla. Tanta preoccupazione per un codardo simile! Sarà pieno di gente come lui a Kagegakure, gente che pensa che i problemi non siano i propri finchè non ti toccano personalmente, che pensano egoisticamente solo alla loro pellaccia. Come potrebbero andar d'accordo in questa vita nonostante lo stesso sangue? Gli occhi blu si alzano al cielo prima di commentare acidamente il suo sproloquio: << Stupida io ad essermi preoccupata.. >> Già avrebbe potuto evitare, in fondo lui non ha bisogno di tali attenzioni, è pur sempre il disgraziato che ha torturato Ryoma! Però il tutto cambia quando si parla dei pancake: << Se non ti dispiace mi tornerebbe utile! Più sono morbidi meglio è no? >> Cavolo, uno dei punti più deboli della ragazzina messo in mostra così! Il cibo è sicuramente una di quelle cose che la distraggono facilmente, manco fosse un cricetino. Fortunatamente però almeno uno dei due resta concentrato abbastanza per parlare della tematica principale, e dopo qualche insulto grautito all'Ishiba che oltre ad averla minacciata, ha anche messo in dubbio la sua eticità in quanto medico, ecco che pure l'altro dice la sua; fortuna che l'orario aiuti con la segretezza. Lui apprezza il nervosismo dell'altro, solo ed esclusivamente se diretto in direzione di qualcuno che non sia il genetista si intende. Però il succo del discorso è un altro, lei è indagata, per abusi di potere, un commento sarcastico le sfugge dalle labbra non appena lui menziona il fatto: << La cosa non mi sorprende... >> Già perchè chi pensa di essere una specie di divinità forse non s'è resa conto che in dieci anni il mondo è cambiato e lei non conta più nulla. Quando è il corpo del parente a essere nominato, lei sa perfettamente dove lui voglia andare a parare, e purtroppo ci ha visto giusto. << Mi stai chiedendo se voglio fare uno sgambetto di quelli brutti a una montana per riavere il corpo di uno dei nostri? >> Lo ripete ad alta voce, come se volesse sincerarsi che non la stia prendendo in giro, che non ci sia qualche inghippo dietro a quello che il Kokketsu le sta proponendo. << Mi sembrava che andassimo d'accordo solo su una cosa. Ora scopro che andiamo d'accordo anche sui pancake ma non è questo il punto. >> Cavolo, quel discorso la sta ancora distraendo, forza cricetini, al lavoro! << La famiglia va protetta e onorata più di qualsiasi altra cosa. Se devo sacrificare un Ishiba per riavere il corpo di un Kokketsu non capisco perchè non mi hai ancora spiegato il piano. >> Inutile dire che lui sapeva già che la nanerottola avrebbe accettato, però ha dovuto chiedere per sicurezza, per sapere di avere un piccolo alleato. Fa roteare gli occhi verso l'alto, nuovamente infastidito - non che ci voglia poi molto a renderlo tale, conoscendolo. <Sai che paura.> Può mai avere paura d'una farfalla? Oh, per piacere. <C'era una stronza infame che manovrava delle farfalle enormi. Ci ho combattuto assieme nelle prigioni di Keimusho. Non hai idea di quanto siano brutte a quella grandezza!> Insomma, erano almeno due o tre metri. Non erano davvero tutto quel bel vedere. E' come se guardassi da vicino una formica. Non è bella visivamente parlando! Al sol ricordo di quanto vicino possa esserci stato, gli risale un brivido lungo la colonna vertebrale. <Ecco, brava, ora parliamo d'argomenti importanti.> Si riferisce alla consapevolezza della Kokketsu. Non deve preoccuparsi per lui, non se ne preoccupa neanche sé stesso. E' un'inutile perdita di tempo per chiunque. Sa cavarsela egregiamente da solo. <Hm, poi te la scrivo.> Non perché non se la ricordi a memoria - avendone dell'ottima, oltre ad usarla piuttosto spesso - ma perché ha necessità di discutere di tutt'altro con Shizuka. Un piano da organizzare va fatto nel migliore dei modi. Si limita ad un mero cenno del capo quando la rossa ripete ad alta voce l'entità del suo piano e dell'eventuale patto che andrà a fare con la ragazza. Non comprende se stia accettando o meno, quindi aggrotta le sopracciglia ed attende pazientemente che vada avanti. Si stanno trovando davvero d'accordo s'una moltitudine di argomenti e considerazioni, nonostante tutto. Nonostante Ryoma. <Vorrei che tutti i Kokketsu fossero come te. La famiglia va onorata sempre e comunque, ha la precedenza su qualsiasi cosa e su chiunque.> Neanche Dokuhiro, ad esempio, avrebbe voce in capitolo se nell'altro piatto della bilancia vi sono i Kokketsu da considerare. Non potrebbe in alcun modo venir ascoltata dal demone. <Allora> Inspira profondamente, prima di proseguire, consapevole che sarà un discorso lungo. Unisce le mani al centro del petto, facendo intrecciare le dita tra di loro, come se questa mossa possa dare maggiore enfasi alle sue parole. <ho un accordo con Shinsei, quello che l'ha ingravidata - sempre ammesso che sia lui, eh. Cioè, insomma, so che ultimamente bazzicano spesso assieme e Shinsei s'è incazzato non poco quando, durante un'illusione, gli ho mostrato Sango che veniva pugnalata a morte da me medesimo.> Ma è un dettaglio opinabile al momento, è bene proseguire ed andare oltre, affinché possa spiegarle l'entità del piano vero e proprio. <Deve recuperarmi delle fiale di veleno dai Doku e - per tutti i Kami - sono certo che quella stronza d'una Ishiba> Sia mai che si sprechi in insulti nei suoi confronti. <stia contribuendo ad aiutarlo, mai che si metta fuoco assieme a quei suoi foglietti di merda. O che venga sbranata dalle tigri. INSOMMA> Si schiarisce la voce, così da proseguire, divenendo anche fin troppo prolisso. <non so come stiano andando le cose, né se abbiano o meno cominciato a cercare quello che voglio in cambio. Però, Sango mi chiese di cercare delle informazioni a proposito del Consiglio e sul motivo per il quale chiudesse un occhio sui traffici illeciti, quali droga e prostituzione. La motivazione penso d'immaginarla piuttosto bene, ma non voleva pagarmi profumatamente per questo servizio, come se non fossi io quello che rischiava di pigliarselo in culo.> E non che gli dispiaccia - di nuovo - ma andiamo avanti, anziché procrastinare il verdetto ultimo. <Intendo farle trovare addosso qualcosa che possa incastrarla, che possa confermare che sfrutta il suo ruolo per tutt'altro genere d'affari. Magari, le tolgono anche la custodia del futuro nascituro tempo zero.> Così capisce cosa vuol dire essere un genitore a cui viene strappato il figlio. <Se riesco ad ottenere quello che cerco SENZA aspettare loro due, il mio patto con loro verrà meno e potrò agire come voglio. Non che non lo stia già facendo, avendo accesso alla mente di Shinsei.> Ammette, stringendosi nelle spalle, dandole prova di quanto possa essere organizzato ma al tempo stesso infimo. [ Chk On ] [Zona industriale] Interessante scoprire che qualcuno con quelle farfalle enormi ci ha pure combattuto e al fianco di Rasetsu stesso. << Hai mai visto una farfalla blu, veramente grande insieme a questa donna? Lei com'era? >> Già le interessa quell'argomento, forse non è la notizia del giorno ma pur sempre qualche domanda da buona lingua lunga deve pure fargliela no? Ottiene senza troppi problemi la ricetta dei Pancake, punto cardine ormai del loro rapporto di mutua sopportazione. << Ah ho scritto all'Arufa per chiedere il permesso per i posti, non ho ancora ottenuto risposta ma presumo sia impegnata. >> Già perchè nel frattempo lei si era mossa attraverso i canali legali. Il discorso principale si fa avanti, e il rosso non ha dovuto nemmeno faticare molto per convincere la nanerottola ad ascoltare qual è l'inghippo che sta dietro al tutto. Lo osserva, nei modi, negli sproloqui contro l'Ishiba, che sinceramente non la infastidiscono minimamente, anzi in parte li condivide. Ancora una volta ode il nome di Shinsei, sente per la prima volta parlare di veleno Doku e una piccola spia luminosa le si accende nel cervello, tanto da interrompere il discorso di lui: << Cosa fa il veleno Doku? >> Già perchè ora che ci riflette il dolore causato da quella farfallina potrebbe essere a conti fatti veleno, anche se non ne ha la certezza assoluta. Non interromperebbe ulteriormente quel lungo monologo, cercando di carpire dove vuole giungere l'altro: << Quindi a te serve il veleno Doku per liberarti dai legami che hai con loro. Quindi vorresti che fossi io a recuperare questo veleno? >> Più facile a dirsi che a farsi, conosce molto poco dei Doku, giusto qualche accenno sulla loro provenienza. I cricetini iniziano a girare rapidamente nella testolina rossa. << I Doku sono originari di Oto giusto? >> Domanda come se volesse solo una conferma, da quel poco che ricorda di quella sceneggiata messa in piedi poco prima dell'attacco dell'assassino che ha sventato insieme all'altro. La manina destra si poggia sotto il mento come a riflettere, trovare una soluzione ad entrambi i problemi che le si pongono innanzi. << Senti Zietto, cosa ne sai della Yakuza che sta dietro all'Ochaya? Sicuramente un paio di contatti con la malavita organizzata di Kagegakure li avrai no? >> Quel termine è utilizzato esclusivamente a suo vantaggio, come a sottolineare che quel rapporto di sangue è decisamente una delle poche cose che li lega, oltre ai Pancake! Vorrebbe rispondere in maniera esaustiva alla domanda che gli ha appena rivolto nei riguardi d'una farfalla grande e blu. Piega la testa da un lato, stringendosi nelle spalle. <Credimi che, in quel momento, ho fatto ben poca attenzione al colore d'una cazzo di farfalla> Sputa ancora veleno nei confronti di queste ultime, totalmente inutili dal proprio punto di vista oltre che brutte e ingombranti. Non che abbia mai preferito un animale o qualcosa del genere, visto e considerato come non ne abbia mai avuti. <dato che dovevo evitare di venire ucciso, però mi sembra strano tu non l'abbia sentita nominare. Forse, eri troppo piccola per ricordare i nostri manifesti da ricercati.> Non impossibile, considerando che Shizuka ha sedici anni. Si parla pur sempre di quando lei non era nient'altro che una bambina. <Kimi, anzi Medusa.> Come preferiva essere chiamata. <Non so bene cosa facesse per campare, ma era un elemento piuttosto pericoloso. Se non sbaglio, era la figlia di Yukio - adottiva, suppongo, perché non ci credo che quell'abominio fosse sangue del suo sangue. Insomma, guarda i miei nipotini! Quelli sì che erano veramente cazzuti.> Si porta la mancina alla fronte, nascondendo per un attimo lo sguardo rattristato - neanche troppo invero, ma deve fare la parte dello zietto disperato per non aver più potuto vedere i nipotini. <Piuttosto, che fine hanno fatto i figli di Yukio? Erano dei mocciosi quando finimmo sotto terra.> Qualcuno lì attorno dovrebbe sapere cos'è successo alla prole dell'Hasukage o no? Hanno addirittura un Kokketsu come Kage, di nuovo. <Ah, com'era.> Perdendosi di tanto in tanto nei discorsi. <Capelli neri? Aveva gli occhi bizzarri. Non ricordo di che colore erano. A quell'epoca, facevo uso della Sbrilluccica anche durante le missioni, dato che era stata creata propriamente per quelle.> Quindi, la sua memoria non è certamente delle migliori, senza contare come si sia fatto cancellare la memoria da Yukio per non ricordare d'aver tradito Oto. Poco male. Era già compromessa di suo. <Chi cazzo è l'attuale Arufa?> Il suo linguaggio è come sempre colorito, difficile che possa cambiare conoscendolo. Tuttavia, pone ambedue le mani ai lati dei fianchi, continuando ad ascoltare le domande e le perplessità di Shizuka. Ella pone una domanda che porterà, inevitabilmente, il demone a straparlare. <Il veleno Doku causa disturbi nell'individuo che ne viene a contatto, sulla base delle quattro tipologie di veleno esistenti.> Gesticola con la mancina, sollevando indice, medio, mignolo e anulare man mano che elenca i quattro tipi. <Tossico, Allucinogeno, Debilitante e Stordente.> Gli ultimi non gli sono mai interessati più di tanto, ma potrebbe passare delle ore a parlare di quello tossico e allucinogeno, assieme a tutti gli esperimenti che ci ha fatto sopra. <Quello tossico causa dolore nel corpo, quindi alla pari d'un vero e proprio avvelenamento. Quello allucinogeno intacca le capacità motorie. Li utilizzavo per le mie droghe. Diamine, quanto mi manca crearle.> Il tono diviene stranamente triste - di nuovo, tranne per il fatto che balzi nuovamente di tonalità in tonalità sulla base del proprio umore. <Non era questa la mia intenzione. Potrei anche andarci da solo dai Doku, facendo loro capire che so il motivo per il quale due individui dovrebbero presentarsi alla loro porta. Tuttavia, andandoci così su due piedi potrebbero pensare che sia io il mandante - ed è così, ma questo loro non devono saperlo.> Fa spallucce, proseguendo nella conversazione e cercando di mantener ulteriormente allineati i pensieri esattamente come stanno facendo. Stanno proseguendo lungo la stessa strada in maniera naturale e spontanea. <Come pensi di riuscire ad ottenerlo tramite loro?> Non sa come abbiano intenzione di farlo Shinsei e probabilmente Sango, però se la nanerottola ha qualche idea in testa potrebbe esser un'ottima quanto valida idea. <Sì.> Riferendosi all'origine dei Doku. Sgrana gli occhi quando lo chiama zietto, tanto da costringersi ad allargare le braccia verso l'esterno per spingerla contro il suo petto ed abbracciarla. Dokuhiro starà aspettando come un cane da caccia qualunque odore fuori posto indosso a lui. <Zietto mi chiamava Sosachi... o era Zashiki?> Ma non ti vergogni? <Vabbè, fanculo, uno dei due.> Che erano comunque i suoi due preferiti, anche se Sosachi nell'ultimo periodo era diventato tanto fondamentale quanto provvidenziale. Non poteva muoversi senza di lui o senza qualche consiglio. <L'unico contatto che con la malavita al momento è la loro inutile caccia nei miei confronti. Gli devo dei soldi, ma evidentemente hanno dimenticato chi ero dieci anni fa.> Il Kokujin. L'uomo nero. Il capo della Yakuza. <Perché?> La lascia andare dopo qualche istante, a meno che non sia stato fermato precedentemente dalle amorevoli gesta altrui. [ Chk On ] [Zona industriale] Ottiene informazioni ben più utili di quanto si sarebbe mai aspettata, e ora ha qualcosa di più preciso da chiedere a Furaya. Kimi, Medusa, sembra quasi corrispondere alla descrizione di quella donna che le ha lasciato la farfalla. << Capelli neri, occhi bicromi, uno rosso e uno blu. Tipino diretto, molto fredda e distaccata, non rispondeva mai alle domande. >> Quel poco che ha colto dalla figura eterea che ha intravisto in quel sogno, non sono domande sono affermazioni, che lui sarà libero di ignorare o commentare a suo piacimento. Però quel riferimento al passato lo ha fatto tornare indietro coi ricordi lasciando che si perdesse in sproloqui parentali, riguardo ai nipoti, ai figli di Yukio eccetera. << L'attuale Arufa si chiama Joruri Kokketsu...Te l'avevo già detto! >> Si lamenta un poco a quella domanda retorica, tanto sa perfettamente che lui se lo dimenticherà di nuovo. Pare tuttavia che punzecchiato sui dettagli giusti anche il rosso sia uno di molte parole, lanciandosi in una chiacchierata dettagliata sui poteri del veleno Doku. Inutile dire che i cricetini in quella testa stanno associando il dolore provocato da quella farfallina al veleno tossico dei Doku; che sia davvero un esserino composto dal sangue? << Quindi nessun veleno Doku lascia delle macchie viola sul corpo? Conosci qualcosa che lo faccia? >> La conoscenza dei veleni e degli allucinogeni dell'uomo che si trova innanzi è decisamente più utile di quanto non sembrasse all'inizio. La mente della Genin è decisamente in fermento, mai si sarebbe aspettata di poter raggiungere tanti obbiettivi con una sola chiacchierata, forse anche per quello si riferisce a lui come zietto. Tuttavia la reazione altrui non è per nulla prevista, sgrana gli occhi e allunga quelle braccia ossute verso di lei, che stupita si lascia avvicinare senza scansarsi. La farfalla di contro si alza in volo, decisamente non interessata a entrare in contatto con l'altro, nemmeno per fargli del male. Di nuovo si mette a sproloquiare, non ricordando nemmeno i nomi dei nipoti, dopo questo piccolo intermezzo ludico la ragazzina andrebbe a poggiare le mani sul petto dell'altro, sospingendosi un poco indietro cercando di recuperare la libertà oltre quelle braccia, mostrando così un visino decisamente arrossato, in imbarazzo totale. Da uno sguardo esterno potrebbero quasi sembrare una coppia, ma sia mai! Un breve colpo di tosse per recuperare un minimo di dignità èrima di esporre il pensiero, senza entrare nei dettagli: << Diciamo che mi sono ritrovata a dover fare un lavoretto per la Shinsengumi. Devo infiltrarmi in una gang e si dia il caso che questa gente abbia dei dissapori con Oto. >> La lascia più vaga possibile, nominando solo quell'organo che anche lui ha bisogno di sfruttare. << Se io riuscissi a entrare in questa gang, probabilmente potrei avvicinarmi ai Doku con più facilità e ottenere quello che ti interessa. Oltre che poter mettere Sango in difficoltà. >> Sottolinea i vari vantaggi che lui potrebbe ricavarne da questo giro dei tre cantoni, gli occhietti blu si metterebbero in contatto diretto coi verdi altrui: << Però è chiaro che io non sia proprio pratica di quel mondo. Se hai delle dritte su come attirare l'attenzione di un gruppo di malavitosi mi aiuteresti parecchio. E aiuteresti te stesso. >> Già perchè il fulcro sta lì, unire le forze per un obbiettivo comune, Sango, i Doku, i pancake.
Giocata del 29/11/2021 dalle 14:40 alle 16:04 nella chat "Zona Industriale"
Fa roteare gli occhi verso l'alto al sentire della descrizione che fa di Kimi. <Per tutti i Kami, è proprio lei. Non dirmi ch'è tornata perché preferisco staccarmi i testicoli e darli in pasto a dei cani.> Quanto la fa tragica, mamma mia. Come se il loro rapporto fosse andato sempre così male - sì, è andato così male a prescindere. Indirettamente, ha comunque dato una risposta affermativa alla fanciulla dal rosso crine, definendo come quella descrizione combaci perfettamente con la Doku che ha conosciuto. <Ad ogni modo, ti ho chiesto che fine hanno fatto i figli di Yukio! Lo saprai sicuramente.> Se non t'ha risposto, forse è perché non lo sa, invece. Sta di fatto che persiste in questa sua richiesta - ricordando perfettamente i nomi dei nipoti al contrario, ma non trovando alcuna necessità nel pronunciarli ad alta voce. Piuttosto, si limita ad attendere quella che per lui è una risposta fondamentale che già dovrebbe dargli. <No, credo che quello tossico o qualunque altro veleno possa lasciare simili macchie laddove è avvenuto il contatto.> Ammette al contrario, gesticolando con la mancina durante la sua spiegazione, come a voler sottintendere ulteriormente quel che sta dicendo. Si limita a scrollar un po' le spalle, lasciandola libera da quell'abbraccio improvvisato per il troppo giubilo - notando quelle manine poggiarsi contro il petto come a volerlo spingere via. Tossicchia a sua volta, reo d'aver commesso qualcosa che, dall'alto della sua malvagità, non avrebbe mai dovuto fare. <Ahm, dicevamo.> Cerca di tornare in carreggiata, evitando ulteriori coinvolgimenti fisici. Ha già osato eccessivamente e reputa che non sia stato manco idoneo farlo - giustamente, seppur non sia stato commesso con nessuna cattiva intenzione. <Devi capire in cosa si sono invischiati. Se stanno spacciando qualcosa, allora faciliteresti il loro lavoro trovando degli acquirenti sicuri - che non vadano a raccontarlo in giro o (peggio) agli sbirri.> Shinsengumi o Anbu che siano, alla fin dei conti, non fa molta differenza. <Se invece hanno dei nemici, sarebbe conveniente che tu ti faccia vedere aiutandoli contro questi ultimi. Creano loro fastidio? Fa qualcosa per farli smettere, fatti notare da loro. Tuttavia, per quanto riguarda la malavita, meno ti metti in mezzo e meglio è. A nessuno piacciono gli impiccioni men che meno ad un'organizzazione del genere.> In parole povere, deve dapprima capire con chi ha a che fare per davvero, comprenderne il modus operandi - allo stesso modo, gli atteggiamenti di coloro i quali ne fanno parte poiché soltanto così può anche arrivare a facilitarsi il compito e l'impiego che desidera portare a termine. <Se riusciresti ad ottenere il veleno, sarebbe una gran cosa. Farglielo trovare addosso, sarà poi compito mio.> E troverà sicuramente un modo, non c'è da temere. Quando vuole, la sua mente lavora fin troppo. <E sta attenta. Se si tratta di malavitosi, non appena farai qualcosa fuori posto, li avrai addosso. Vola basso, all'inizio. Nessuna presa di posizione.> Perché il suo superiore non sarà affatto clemente. [ Chk On ] [Zona Industriale] La descrizione che fornisce della ragazza fluttuante corrisponde in pieno a quella donna soprannominata Medusa, o per lo meno questo confermano le parole del rosso, che dopo aver inscenato una lamentela abbastanza colorita tace. << Non credo tu debba preoccuparti di un suo imminente ritorno... >> Il tono è abbastanza serio, i cricetini però nella testa avrebbero voluto completare quella frase con un: "se non attraverso di me". In fondo non sa ancora se quella donna sia intenzionata o meno a condividere con la Kokketsu il proprio sapere, e sopratutto...Da quand'è che vede i morti?? Va beh lasciamo perdere questo infimo dettaglio, l'altro infatti prosegue con le sua lagne e lametele, ostinandosi su quell'informazione che non ha di preciso e rispondendo alla pericolosità di quel veleno e le macchie che può lasciare sul corpo. << Non ho idea di che fine abbiano fatto! Insomma non nello specifico, ma posso provare a chiedere ai miei che hanno più o meno la tua età e non erano addormentati! >> Sbotta un pochino, infastidita dall'ostinazione di lui, anche se dietro si legge facilmente l'interesse per quella parte della famiglia che ha perso per strada a causa di quel blocco. Il discorso del veleno viene compreso ma eviterebbe altre domande per non destare troppi sospetti in merito. Quell'abbraccio, partito un poco per caso, finalmente si interrompe, nell'imbarazzo di entrambi che a fatica tornano su discorsi più prettamente pratici. Come previsto lui è sicuramente più avezzo all'ambiente e, come se nulla fosse, consiglia a una ragazzina di soli sedici anni come approcciarsi ad un mondo pericoloso e oscuro, anche se si dilunga in consigli che potrebbero potenzialmente salvarle la pelle. << Quindi infastidire la gang opposta per farmi notare, capire quali siano le loro azioni effettive. Forse su questo posso farmi aiutare dal mandante dell'operazione. >> In fondo l'agente Manami avrà continuato ad indagare in merito no? << Se non piacciono gli impiccioni sarò costretta a mordermi la lingua parecchie volte... >> Auto critica pesantissima, sa perfettamente di essere una curiosa chiacchierona, dovrà limitarsi parecchio, per il suo bene e per quello di Kan. << Vedrò che posso fare per il veleno, ma sembra una strada che richiederà tempo, in fondo non è detto che io sia così fortunata da arrivare subito a uno di loro. Avevi altre idee su come cogliere in fallo Sango? >> La testolina sta elaborando, chiaro che recuperare del veleno sarebbe un'ottima cosa, non sa nemmeno se quella farfalla che ora si è tornata a poggiare sulla spalla femminile, possa eventualmente essere d'aiuto allo scopo, ma ha già deciso che quella non è un'opzione percorribile. Rasetsu non deve sapere delle potenzialità di quel lepidottero. << Comunque ti ringrazio per le dritte, cercherò di non farmi fregare. >> Dirlo e farlo sono due cose molto diverse, però altro non può fare, è la strada che ha scelto di percorrere per diventare più forte e soprattutto per aiutare il Sumi. Spera ardentemente che non debba preoccuparsi d'un ritorno di Medusa, correndo il rischio di desiderare il suicidio. <M-e-g-l-i-o.> Scandisce bene anche la parola, come a voler sottolineare quanto possa esser per lui un sollievo la mancata eventualità che una persona del genere possa tornare dal regno dei morti. Nessuno osa immaginare cosa possa accadere quando il rosso morirà e finirà nel Naraka... magari nel cerchio gestito proprio da Kimi. Un brivido gli percorre la schiena a prescindere dal pensiero appena espresso. <Come preferisci. I loro nomi sono Joji e Hime, sono gemelli.> Un maschio ed una femmina, per inciso. Si stringe nelle spalle, poiché è un'informazione della quale ha certamente bisogno, ma che non è essenziale per vivere. Non gli dispiacerebbe avere a che fare di nuovo con quegli esserini fastidiosi quanto cattivelli nell'animo - non a caso, erano figli di Yukio. <Assolutamente sì. E sii coscienziosa sulle informazioni che riveli di te: col tuo nome possono risalire facilmente a chi sei, alla tua famiglia, ai tuoi legami. Perché se non possono arrivare a te, cercheranno d'arrivare a chi ti sta vicino.> Questo s'intende nella malaugurata ipotesi le cose vadano male, ma considerando che vi sarà soltanto infiltrata, tanto vale riuscire ad avere delle contromisure ben prima che tutto possa avvenire. Se ha davvero a che fare con un gruppo malavitoso... Sembra che tutto giri attorno alla Yakuza, nonostante il tempo passato. N'è certamente contento, non c'è che dire, ma lui n'è completamente fuori e questo non gli va granché bene. <Se mi viene in mente altro, ti aggiornerò tramite telefono.> Commenta ulteriormente a proposito del modo migliore per incastrare Sango. Potrebbe coinvolgere qualcun altro, qualcuno di cui sa che può fidarsi - quindi, ben poche persone tolte Shizuka e Dokuhiro. <In base a quel che ti diranno o faranno, fammi sapere. Qualunque mossa possiamo anticiparla se si tratta della Yakuza.> Lui può anticiparla perché sa come si muovono, sa come funzioni quel mondo, quindi non ha assolutamente nessun dubbio nell'agire. Un accordo pare essere stato trovato, quindi questo è l'importante. Sanno come muoversi, ma il piano è ancora bell'e che abbozzato. C'è bisogno di stilarlo meglio, trovare tutte le possibili conseguenze o cambi del momento dettati da un plausibile cambio di programma. Ma cascasse il mondo - di nuovo - riuscirà ad incastrarla. [ Chk On ] [Zona Industriale] Sembra soddisfatto ampiamente dalla risposta della ragazzina che decide quindi di far cadere l'argomento. I nomi dei figli di Yukio vengono pronunciati, gemelli, assimila le informazioni. Alla fine quel soggetto decisamente mal visto dalla Kokketsu si sta rivelando infinitamente utile, ma è un rapporto basato sullo scambio di informazioni e favori, difficile definirne la complessità sentimentale. Altri consigli vengono elargiti, qualcosa che non aveva considerato ma che potenzialmente avrebbe potuto rendere il tutto più semplice da gestire: << Quindi sarebbe meglio usare un nome differente, difficile non mostrare le mie abilità innate ma almeno usando un altro nome e un altro aspetto potrei depistarli un minimo e anzi trarne vantaggio >> Sta pensando a una sorta di travestimento. Così che possa continuare a visitare Kan in veste di Shizuka ma per la gang essere un'altro membro del clan e quindi qualcuno di utile per avvicinare potenzialmente la donna più vicina al Sumi. Dovrà pensare anche a comprare qualche orecchino diverso e qualche piercing finto in più. E magari coprire quei tatuaggi che ha sul corpo; visibile come la testolina si stia muovendo in un'altra direzione, arrovellandosi su quello che è meglio fare. << D'accordo, intanto direi che l'opzione Gang sembra la migliore. Che colore di capelli pensi mi starebbe meglio se non il rosso? >> Domanda stupida, ma sta ancora pensando al travestimento da adottare. Lui sembra veramente fin troppo disponibile riguardo all'aiuto da fornire: mero tornaconto personale o in fin dei conti, il sangue lega più che l'astio personale? Difficile a dirsi ma al momento è indubbio che tutto quel supporto sia benvoluto e auspicabile. Fra Rasetsu e Mattyse forse sarebbe anche riuscita a cavarsela in quel mondo ignoto per una ragazzina innocente quanto lei. << D'accordo, non avrei mai pensato di restare così tanto in contatto con te sai? >> Lo sguardo si fa un poco confuso a quel pensiero anche se a conti fatti, osservando la situazione è chiaro che quella relazione sia fondamentale per entrambi. << Grazie >> Sincerità più pura con una semplicità infinita, difficile possa scalfire l'animo di quell'altro anche se probabilmente ringraziamenti di cuore, nella vita non ne ha ricevuti moltissimi. << Direi che per ora siamo a posto no? Ci aggiorniamo? >> Le informazioni sono state dispensate ampiamente, il piano è vago ma bisogna iniziare per definirlo meglio, quell'accordo fatto all'ombra della zona industriale sembra giunto ormai al termine.
Giocata del 29/11/2021 dalle 21:27 alle 23:00 nella chat "Zona Industriale"
Porta le braccia ad incrociarsi al petto, facendosi per un attimo pensieroso. Ragiona sulla proposta avanzata da Shizuka, la quale asserisce la possibilità di cambiare nome - difficile modificare l'innata - palesandosi però per qualcun altro, pur sempre legato al clan Kokketsu. <D'altro canto, con gli innesti ch'è possibile attuare adesso, non dovrebbe esser difficile far loro credere che non sei una diretta discendente.> Si stringe nelle spalle, approvando indirettamente l'idea che l'è balenata in testa. L'ipotesi di cambiare anche colore dei capelli per non sembrare la solita ragazzina ch'è vien approvata con un lento annuir del capo. <E se ti tingessi di biondo? Inoltre, dovresti cambiare il tuo atteggiamento. Non devi somigliare a Shizuka, no? Allora, non devi neanche essere la solita bambinetta dell'accademia che sembri ogni volta.> Non si sa se questo possa essere considerato persino un insulto, visto e considerato che le ha appena dato dell'infantile, ma d'altronde non è colpa sua se gli ha chiesto un parere! Lui gliel'ha soltanto dato. Difatti, si limita ad una nuova alzata di spalle, lasciandole intendere che dovrà anche cercare di mantenere tutt'altro genere di carattere - si tratta quasi d'essere un attore. <Neanch'io, ma apparteniamo alla stessa famiglia.> E come disse Kurona: <Tra mostri, ci si aiuta sempre.> Appare un piccolo sorriso malinconico a ridosso delle labbra del demone, il cui pensiero volge immantinente alla sorella, a quel volto ormai scomparso, quella vita presa. <Va bene, allora io m'incammino. Fa attenzione.> Oh, si starà mica iniziando a preoccupare per la sua incolumità? Sta di fatto che protenderà per prendere tutt'altra via, approfittando del tragitto per pensare e allungando di proposito - qualora venisse seguito da qualcuno o da Shizuka stessa. Conosce i rischi del mestiere e gliene ha dato prova proprio poc'anzi durante i consigli elargiti. Non torna a guardarsi indietro, piuttosto tira fuori il cellulare. Ha una ricetta da inviarle! [ EXIT ] [Zona Industriale -> (?)] Gli occhi blu si allargano un poco sentendo il commento dell'altro riguardo agli innesti, i cricetini nella testa di lei stavano rivolgendosi proprio a quel pensiero, spacciarsi per un'innestata Kokketsu, le fa strano che i loro pensieri siano così tanto simili. Poi però l'idea di tingersi fa si che il capo venga mosso violentemente a destra e manca: << Assolutamente no! Rovinerei il mio colore!! Piuttosto una parrucca ben fatta sarebbe meglio! Valuterò il biondo... >> Sembra essersi indispettita parecchio per quell'opzione di stingersi il crine rosso, così simile a quello della madre, anche se provare il biondo del padre forse non è una pessima idea. << Lo so che dovrò essere un poco meno me. Però stavo valutando di pensare quasi sempre di essere arrabbiata. In ogni caso quando qualcuno ha poco rispetto per me, tendenzialmente gli urlo contro. >> Già, il tipo rosso che le ha dato della spogliarellista ne è una prova lampante, oppure lo stesso genetista, con quella sfuriata per quanto fatto a Ryoma. Lo stupore riguardante quel contatto così frequente è condiviso dal familiare, che tuttavia si pronuncia in una frase che la indispettisce non poco, anche se probabilmente voleba essere a fin di bene: << Noi non siamo mostri. Siamo Demoni, c'è una sottile ma enorme differenza! >> Essere un mostro significa necessariamente essere qualcosa di negativo, un demone è forte, negativo all'occorrenza ma potente. Acconsente all'aggiornamento futuro, congedandosi e riservandole quelle due parole finali, che quasi sembrano far tenerezza. Un sorriso veramente molto ampio le si stamperebbe sul volto, cosa mai successa in presenza del Genetista fino ad ora, mano destra portata verso l'alto in segno di saluto mentre le labbra si schiudono: << Buon rientro Zietto! >> Per lei quel soprannome è una specie di canzonatura, non ha ben compreso che è stato proprio quel termine a farlo muovere in direzione di quell'abbraccio completamente inaspettato. Non si soffermerebbe a osservare la sua direzione, volgendogli le spalle quasi immediatamente, tornando sui propri passi, testolina a rimuginare le varie informazioni, riflettendo sulla parrucca e su dove comprarla. [//END]