Un bagno rilassante

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15:21 Furaya:
 Si può dire che sia in tenuta da casa quando si è vestiti abbastanza bene da essere attraenti? Ha indosso un top che si incrocia ad altezza del petto, lasciando scoperto il ventre piatto e allenato e le braccia, con un pantaloncino al di sotto anch'esso nero. Svariate sono le cicatrici e i tatuaggi disseminati s'un corpo che parla al pari d'una cartina geografica, etichettando ogni simbolo a qualcosa di vissuto. Lungo il fianco mancino, v'è un orchidea che s'avviluppa sin sotto al seno e fino al bacino, testimone del suo primo tatuaggio in assoluto quando studiava per diventarlo. Una vistosa cicatrice a forma di X prende posto ad altezza del ventre, inflittale da suo padre mentre la torturava per cercare di farla diventare una cavia umana per i suoi esperimenti. Altre piccole cicatrici sono disseminate per la schiena, altre di natura più varia anch'esse legate alle torture subite. Per fortuna, queste ultime - così come le caratteristiche sulle braccia - son nascoste da un kimono lasciato totalmente aperto sul davanti, munito di maniche abbastanza larghe da nascondere anche le mani. Esso è tendenzialmente nero con sopra disseminati fiori di ciliegio dal candido colore rosa che risalgono in obliquo lungo il tessuto della schiena, coi petali disseminati lungo le maniche. Scalza, passeggia per casa. Ha cercato di trovare un accordo con Tachiko che fosse l'affidamento congiunto della bambina. Finché la Nara sarà tra quelle mura, la bambina potrà andare a trovarla, restare a dormire e soggiornare nell'appartamento che Fru divide con Matt ogni volta che vuole. Allo stesso modo, potrà tornare da Tachiko quando vorrà farlo. Non avrebbe accettato chiaramente un no come risposta. L'appartamento, ad ogni modo, non è grande ma abbastanza per poterci far vivere almeno due persone. Il salotto è sì spazioso ma viene condiviso con la cucina, poggiata sulla parete di sinistra perpendicolare all'ingresso. Dal lato opposto, vi è un divano sotto un'ampia finestra oscurata con delle tende scure ed una televisione poco distante, nell'angolo in cui le due pareti s'incontrano. Il tavolo al centro della stanza, d'un legno massiccio sembrerebbe, è disposto al centro esatto tra la zona cucina e la zona giorno. Un frigorifero è anche disposto lì nei pressi della parete di sinistra, capiente anch'esso. C'è una porta, frontale all'ingresso, che conduce alle stanze. Ve n'è una da letto con un matrimoniale, un bagno di modeste dimensioni con tanto di vasca da bagno (l'unica su cui non ammetteva repliche per i suoi lunghi bagni in cui riuscire a riflettere con lucidità) ed uno stanzino adibito a cameretta per Senshi. O per Kimi, quando riusciranno a riaverla indietro. Sdraiata sul divano, potrebbe anche attendere delle... visite? [ Chk On ]

15:25 Keiga:
 Ha appena finito la missione, ed è incazzata come iena. Non che sia una novità. E non è neanche una novità che puntualmente vada a rompere le palle alla povera Furaya, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Akuma ha fiutato le tracce ed è sicuro che la rosata sia a casa. Dunque, eccoli arrivare. Lei, a cavallo del cagnolone, indossa una felpa nera con cappuccio sempre sulla testa. Un paio di pantaloni neri, attillati e di finta pelle, le coprono la parte inferiore infilandosi in un paio di anfibi neri ben allacciati. Capelli neri, lunghi fino al sedere e lisci sono nascosti sotto al cappuccio e qualche ciuffo incornicia il viso dagli occhi neri e la pelle olivastra con i due triangolini rossi, simbolo del clan, sempre sulle guance ma nascosti per la maggior parte da una mascherina nera di tessuto. Sotto la felpa, le braccia sono avvolte da vambracci mentre le mani da guanti senza dita con la placca di ferro a protezione dei dorsi. Sopra il pantalone, invece, porta gli schinieri. Legato alla coscia destra c'è il porta armi con dentro due inutilissimi kunai e due shuriken. Al fianco sinistro è fissata la tasca porta oggetti che porta all'interno solo un tonico curativo e uno di recupero chakra. Appare come una sagoma nera, del cui viso, tra cappuccio e mascherina, si vedono a fatica solo gli occhi. E' un tantino sporca, tra polvere e qualche chiazza bianca di farina, ma molto meno del solito. Smonta dal canone, con un salto, fino a flettere le ginocchia quando le piante dei piedi toccano terra. Uno sguardo attorno prima di avvicinarsi alla porta. Bussare? Perchè? No, lei si acquatta li davanti, con Akuma che la copre da occhi curiose piazzandosi per lungo proprio alle sue spalle. E lei inizia a cercare di forzare la maniglia o pomello che sia. Non usa forcine o quanto altro di astuto si possa usare. No, lei cerca proprio di scassarla, facendo pure non poco casino.

15:41 Furaya:
 Il rumore che avverte alla porta è di quanto più chiaro possa essere. Se in un primo momento lascia perdere, quando vede come diventi costante lo scampanellio nella sua testa inizia a dar di matto. C'è qualcuno che sta forzando l'ingresso, la qual cosa non è contemplata nella casa di un fottuto Hokage. S'alza dal divano cercando di far meno rumore possibile, agguantando la prima arma che trova a tiro che, per quanto la riguarda, potrebbe esser anche un coltello e saprebbe usarlo comunque per far del male al pari d'una spada. S'avvicina pian piano verso la porta con il coltello nella dritta puntato dabbasso, pronta al grande passo - e non si parla mica di matrimonio, per quelli anche basta. Stava rischiando il secondo. S'acquatta sulle inferior leve, allungando la mancina affinché possa girare la maniglia della porta una volta arrivata nei pressi, acquattandosi sulla destra dell'ingresso, ai lati della porta. In questo modo, tenta d'aprire l'anta e spingerla dal lato opposto al proprio, affinché chi sta scassinando la porta possa aver visione del salotto in primo luogo, ma non di lei nascosta di lato. Si girerebbe di scatto poi con la lama puntata verso l'alto, pronta a farla scender dabbasso e rischiare di ciecar l'occhio a qualcuno, ma non per questo ferma da qualche remora. Non si entra a casa sua e si spera di uscirne illesi. Faceva parte della squadra degli assassini più nota al mondo, coloro che combattevano esclusivamente per l'Hokage e per difendere il villaggio. Quindi, qualunque tecnica stealth o di soppiatto è conosciuta, ben stipata nella sua memoria e nei movimenti del corpo che, nonostante il tempo, dovrebbero riuscire a replicarli bene o male come allora - tralasciando forza e agilità ridotte per via del tempo trascorso sotto terra a venir usata come batteria per il finto Dio. <Uh?> Si ferma, impone al suo braccio d'arrestarsi prima che sia troppo tardi. Stringe saldamente le falangi anche a costo di farsi del male, ammesso sia riuscita nel portarsi lì di fronte prima di venir presa d'assalto da qualcuno - che sia Keiga o Akuma che s'è lanciato appena ne ha sentito l'odore nei pressi della porta. <Ma che cazzo fai?> Le domanda sgranando gli occhietti chiari, fissando l'interlocutrice sottostante, di certo abbassata rispetto alla figura sollevata della Nara ch'era di fatto già pronta a colpire, se non fosse stata la figura della Inuzuka a fermarla. [ Chk On ]

15:56 Keiga:
 <Mapporca troia..> Brontola mentre armeggia con la maniglia. La mano la tiene salda e la agita su e giu, dando di tanto in tanto qualche spallata, nel caso avesse bisogno di un incitamento più diretto per aprirsi. Akuma volta il muso verso la porta, tirando indietro le orecchie ed inclinando il muso di lato al fare della sua umana. Non ha ancora capito perchè quello pacato e carino debba sempre essere lui. Sbuffa un ringhio, slappandosi poi il muso con quella lingua molto simile ad una bistecca. <Eddaaai.> A denti stretti quasi trattiene quelle parole. E poi giù spallata. Una. Due. Poi la porta si spalanca. <Tkz, un gioco da ragazzi> Ma certo. E fa per muoversi, restando china, per spostarsi in posa canina, quando si ritrova Furaya davanti. Ha più o meno la faccia ad altezza bigioia dell'altra. <Ah> Alza lo sguardo, notando il suo abbigliamento, prima del coltello che tiene in mano. <La tua porta è rotta. Non si apre> Ci sarà un motivo. Recupera la postura eretta, finendo con il guardare la Nara dall'alto in basso. La guarda negli occhi e poi guarda il coltello prima di tornare su di lei. Resta zitta per una manciata di secondi, con uno sguardo di quelli che pare voglia fare le peggio cose. Non in generale, proprio a lei, alla rosata. <Voglio bere. Sono incazzata> Ma no, per lo meno non adesso. Tenterebbe anche di entrare, manco fosse casa sua. Akuma, nelle retrovie, scodinzola quando Furaya apre la porta. Raddrizza le orecchie nere e puntute e appena Keiga si sarà levata dalle palle, anche lui cercherà di entrare con la grazia di un carro armato, facendo levitare la lingua verso la faccia della rosata, con tutto l'intento di riempirla di bava amorosa.

16:17 Furaya:
 Un gioco da ragazzi. Senza dubbio. L'espressione per nulla sorpresa della donna torna a farla da padrone, fissando l'interlocutrice per dei secondi che potrebbero anche risultar essere interminabili se non si ha abbastanza pazienza. <Soprattutto se qualcuno ti apre la porta, hm?> Le domanda in maniera ironica, sollevando un sopracciglio con palese sarcasmo mentre scuote mestamente il capo. Il coltello vien abbassato nuovamente, evitando che qualcuno possa farsi male, infilando nella tasca posteriore dei pantaloni con la lama rivolta verso l'alto e di lato. <Non è rotta, era semplicemente chiusa. Potresti bussare, la prossima volta, oppure usare la chiave che ti abbiamo dato per aprirla come le persone normali.> V'è un po' di rabbia repressa nelle sue parole, cercando di darlo a vedere il meno possibile. Ormai, sa com'è fatta la Inuzuka, dunque arrabbiarsi è totalmente inutile. L'unica cosa che può fare è farle capire come comportarsi, sperando che poi prenda in considerazione l'idea. Caso contrario, dovrà utilizzare le maniere forti e, anche per quelle, è quasi certa che a Keiga non dispiacciano purché possa rispondere in qualche modo. <Come se fosse casa tua, giustamente.> La esorta vedendola entrare subito dopo, facendo schioccar la lingua contro il palato ed accogliendo di buon grado Akuma che, al contrario dell'altra, l'ha quanto meno salutata con una leccata sulla faccia che, a giudicare dalla grandezza dell'altrui lingua, la ricopre quasi totalmente. <Ciao, bello.> Gli accarezza i lati della testa, scompigliandogli il pelo, allargando le inferior leve così da aver maggior equilibrio sulla pavimentazione evitando che il grosso cane possa buttarla a terra per via del peso. Gli sorride affabile, innamorata degli animali com'è sempre stato. Da qualche parte, forse nella camera da letto, dovrebbe esserci Kai che, non appena accortosi della minaccia dettata da una che sa di cane ed un canide effettivo, ha preferito isolarsi piuttosto che averci a che fare. Ma per i due canidi, in effetti, l'odore di gatto dovrebbe essere piuttosto lampante per non parlare dei croccantini e della ciotola disposte apposta per il felino. Una volta fatto scendere l'animale, la Nara si premura di chiudere la porta - possibilmente a chiave a questo giro, così da prevenire eventuali infiltrazioni dall'esterno mentre, magari, sono altrove. Non che sia tanto grande come appartamento, ma vabbè. Ognuno si difende come può. <C'è sicuramente del sakè da qualche parte e del vino in frigo.> Il secondo è chiaramente per lei, seppur non ne beva mai eccessivamente, se non ogni tanto. Forse proprio quando è in vasca a contemplare la vastità dei propri pensieri su quant'accade giornalmente nella sua vita. <Che è successo? Non sei riuscita a scassinare qualche altra porta?> Giusto per sottintendere quanto poc'anzi fatto, con un ulteriore velo di ironia nella voce perché non si lascia certo scappare l'opportunità di farglielo pesare ulteriormente. [ Chk On ]

16:32 Keiga:
 Schiude le labbra alla domanda sarcastica della Nara, dapprima presa come seria. <Tkz> Per poi finire con il far scoccare la lingua sul palato. Dietro la mascherina il naso si arriccia. <Non l'hai ancora abbandonato a Suna quell'affare?> Brontola, riferita al gatto, del quale sente l'odore. E lo stesso Akuma, dopo essersi preso le coccole dalla rosata, butta il muso a terra, iniziando la sua grande caccia al gatto infame. <La chiave?> Chiede, ruotando la testa verso di lei, prima di infilarsi in cucina. <Quella cosa grigia?> Lo sa cos'è una chiave, ma è incazzata e deve fare la bambina. Alza il viso per annusar l'aria, l'odore di croccantini per ora pare attirare l'attenzione più del resto. <Mi hai dato la chiave, no? Un pò è anche mia> Ribatte alla Nara. Quanto è stronza quando è incazzata. Cerca roba, aprendo le ante degli eventuali scaffali in cucina, il frigo, credenze, fino a trovare il sacchetto dei croccantini. Si prende anche la briga di leggere gli ingredienti per poi aprirlo che neanche un pacchetto di patatine. <Prendi anche quelli alla carne?> Alza un po la voce, abbassandosi la mascherina sul mento <Sempre pesce, che palle. Stupido gatto> Questo lo brontola, portandosi una manciata di croccantini in bocca. Si appoggia con il sedere lungo il piano della cucina e mastica, davvero, neanche mangiasse patatine. Si sa che ai cani piace il cibo dei gatti, è più salato del loro. <Ho finito una missione del cazzo> Ci risiamo. <Cosa abbiamo scritto in testa, centro salvataggi?> Brontola, buttandosi in bocca un'altra manciata di croccantini. Il rumore del pacco che viene aperto lo sente anche Akuma che quasi slitta per raggiungerla in cucina, supplicante di averne un pochino <No, ti fanno male. Sono per gatti, non per cani> Keiga, il controsenso umano. <Gne..> Butta una smorfia riguardo alla porta scassinata. Mastica, nervosa <Cioè. O ci mandano a morire per annusare cose, o ci fanno portare via gente> Stringe i denti, guardando il vuoto per un attimo <Io li ammazzo tutti> Che è sempre la soluzione migliore.

16:59 Furaya:
 Fa roteare gli occhi verso l'alto, prendendo posto sul divano e affossandosi in esso, quando parla del gatto con quell'accezione negativa. <Impara a convivere con Kai perché preferirò far dormire te fuori in balcone piuttosto che lui.> E' una gattara fatta e finita, non c'è possibilità di redenzione. Nonostante sia un'amante sfegatata degli animali, è altrettanto naturale che preferisca i felini in ogni loro forma - pur avendo poi stretto un legame con dei canidi piuttosto grossi e feroci. <E tu avresti l'opportunità di dormire nel lettone.> Con lei e Mattyse, ma specialmente abbracciata a lei dato che non è molto incline a vedere quei due troppo vicini. Non ha dimenticato cos'è successo dieci anni prima, nonostante il bianco non ricordi assolutamente niente della notte passata con la Inuzuka. <Proprio quella.> Biascica per tutta risposta alla sua domanda in merito alla chiave, scrutando con attenzione ogni suo movimento all'interno dell'abitazione. Non perché non si fidi, ma perché - appunto - la signorina s'è fiondata direttamente sui croccantini. <...> S'alza in piedi di scatto con un profondo respiro che testimonia quanta pazienza possa avere per permettere alla sua sanità mentale di non vacillare avendo a che fare con una bestia come lei. <Se apri il frigo, ci sono almeno due bistecche e qualche affettato. Non potresti mangiare *quelli* anziché i croccantini di Kai? Se sono fatti per i gatti, non sono fatti per te> E abbassando lo sguardo su Akuma, a mo' di rimprovero notando come a sua volta voglia avvicinarsi e cibarsene. <e neanche per te, signorinello.> Tuttavia, allunga ambedue le mani in avanti: la mancina tra le orecchie di Akuma e la destra tra le ciocche scure di Keiga. Ne carezza delicatamente la zona ad entrambi, scompigliandone a chi il pelo e a chi il capellame. Tuttavia, nel buio della camera da letto, due occhi vispi e brillanti stanno fissando i due canidi con violenta intenzione. Un soffio ringhiante proviene da quella stanza mentre un felino dal manto completamente bianco e gli occhi ambrati - capite perché se n'è innamorata a prima vista? - inizia a camminare con i dentini appuntiti in bella mostra ed il pelo rizzato, assieme alla coda a punta esclamativo. Si stacca dai due, cercando di raggiungere la bestiolina che, con fare schivo, evita anche la sua padroncina. D'altronde, ha per le mani odore di cane. La ignora bellamente, scodinzolano appena quando la vede, ma niente di più. Svicola dalle sue mani con astuta velocità, miagolando insistentemente nel notare la busta dei croccantini far rumore. Ignora persino il grosso cane a cui rivolge soltanto un nuovo soffio infastidito, puntando al contrario la compagna di quest'ultimo con gli occhioni dorati. <Le missioni funzionano esattamente in questo modo: vieni mandato a morire per recuperare oggetti o persone, per scortare questi ultimi in determinati luoghi o per ammazzare qualcun altro. Cosa dovevi fare?> Le domanda, mentre tenta di controllare la situazione prima che tutti e tre possano ammazzarsi tra di loro, con lei a supervisionare la scena da mattatoio. [ Chk On ]

17:19 Keiga:
 La risposta della Nara non è che le piaccia poi tanto. Essere spodestata da un gatto è un qualcosa che non tollera proprio. Quando però l'altra ammette della possibilità di dormire nel lettone, sta zitta, e si caccia un'altra manciata di crocchette in bocca. Riguardo alla chiave la guarda soltanto, masticando, inespressiva, come se non volesse commentare altro. Deglutisce e quasi sobbalza appena quando l'altra si alza dal divano per raggiungerla in cucina. Ha ancora la busta di croccantini nella sinistra. Akuma sta li accanto, con gli occhioni da cane deperito e bisognoso di cibo. <Ma lui è grasso, non ne ha bisogno> Risponde, perchè è pur sempre una cagna e probabilmente non andrà mai d'accordo con il gatto. Forse pure peggio di Akuma. Canone che, alle parole della rosata verso di lui, tira indietro le orecchie incassando il muso. La carezza che arrivo subito dopo, però, basta per farlo rilassare, con tanto di zampa destra posteriore che parte a muoversi come un trattorino. Ed anche lei, a quella carezza, sospira appena. Non riesce proprio a resistere al fare della rosata. Un qualcosa che la manda sempre in brodo di giuggiole. Ma, c'è qualcosa nel buio che lentamente tra soffi e odore, si avvicina. <Argh! Gatto!> Mostra i denti, ringhiando appena. Anche Akuma volta il muso a guardarlo, trattenendo a stento un ringhio in gola. Ma nel vederlo guardarla in quel modo guarda il sacchetto di croccantini e poi ancora lui <Cosa vuoi.> Aggrotta la fronte <Non ti fisso quando mangi> La destra viene sventolata, intimandogli di andarsene <Sciò..> Storce di nuovo il naso, distogliendo lo sguardo e ruotando il viso, finendo con il guardarlo di sbieco <Cheppalle> Si inclina in avanti, appoggiando scazzata il sacchetto intero di croccantini a terra. <Toh, affogaci dento> Con i migliori auguri. Torna in piedi ed apre il frigo, annusando ed adocchiando subito una bella bistecca rossa. Gli occhi quasi le brillano. La prende, così com'è, addentrandola a crudo e lasciandola penzolare tra le fauci. giusto per prenderne un altra e lanciarla al cane che, al volo, la intrappola tra le fauci. Richiude il frigo e si volta nuovamente verso Furaya. Tiene la bistecca con entrambe le mani, tirandola in avanti mentre con i denti conficcati in essa, tira nel lato opposto, strappandone un pezzo. <Chomp. Chomp. Salvare una tizia da suo padre> Generica e concisa <E quando mi fanno fare quelle dove devo ammazzare qualcuno?> Risponde, alterata per il discorso, con un mezzo ringhio appena udibile. Morde di nuovo la bistecca, mentre Akuma si piazza direttamente a terra, tenendo la bistecca tra le zampe, leccandola e strappandola. <Vuoi?> Così, solo perchè è lei, gliene offre un pezzo.

17:51 Furaya:
 Nota come stia in silenzio quando le parla di dormire nel lettone, questo perché la rosata ha ormai capito come ci si comporta nei confronti di Keiga. Purtroppo, è restia a capire e quindi, pur avendole detto qualcosa, l'indomani se ne sarà già dimenticata. Quante volte pensate che la Nara le abbia detto di non mangiare la carne cruda, poiché rischia di farsi venire un'indigestione tanto quanto con le crocchette dei gatti? Ne ha perso il conto. E se quand'era piccola riusciva vagamente a controllarla, ora ch'è adulta e che non vive sotto il suo tetto, la cosa è diventata un po' più complicata di così. <Kai non è grasso. Ha messo su il pelo invernale.> Questa l'ha inventata sul momento, non ci posso credere neanche io che sia seria quando lo dice. Però, le mani poggiate sui rispettivi fianchi lo testimoniano. Sfila comunque il coltello precedentemente posto nella tasca posteriore dei pantaloni, così da poggiarlo sul tavolo in cucina ben distante dal bordo dal quale Kai potrebbe farlo cadere o dal quale Akuma potrebbe acciuffarlo con le fauci. <Non iniziare, è venuto soltanto a reclamare il suo cibo.> Borbotta, guardando l'animale che, nel frattempo, sta quasi preparandosi al lancio. Il culetto sollevato con la coda ondeggiante, le zampe posteriori pronte al prossimo passo testimoniano come sia lì lì per appropinquarsi all'agguato. E' soltanto grazie a Keiga che si rasserena, poggiando a terra la sua scorta di croccantini. Difatti, il gatto si lancia immediatamente in direzione del sacco, annusandolo per almeno sessanta secondi buoni prima di rendersi conto che sono i suoi soliti croccantini di sempre. Ne ha nella ciotola. Al pari d'un'alzata di spalle, torna ad ignorare il sacco. Voleva soltanto che due cani come loro andassero via? Che lasciassero andare il suo spuntino quotidiano? <Io non li capirò mai.> Ammette alla volta di Kai che, in ogni caso, torna a mangiare con assoluta tranquillità quelli che ha già nella ciotola, mentre la rosata si premura che non faccia qualche mossa azzardata... tipo far esplodere una carta bomba come fa il suo padrone. Si gira soltanto per soffiare nuovamente alla volta di Keiga, odiandosi a vicenda al primo sguardo. Akuma viene ignorato per l'ennesima volta. <...> Avvicinandosi, invece, al frigorifero Keiga tira fuori due bistecche. Una viene lanciata verso il cane, venendo immediatamente intercettata dal gatto che, ben più agile, vi si fionda tempo zero addentandola prima che Akuma possa prenderla per primo. Inizierà una battaglia intestina tra gatto e cane, come sempre è stato. Non riusciranno ad andare mai d'accordo. <Keiga> Le s'avvicina mostrando un piccolo sorriso malizioso, mantenendo la connessione tra il proprio sguardo e quello altrui. Le si ferma a poca distanza, veramente irrisoria, portando una mano sul banco contro cui lei poggia i glutei, così da superarla e porle una sorta di divieto con quell'arto superiore. <casa mia, regole mie.> Le sussurra all'orecchio, sollevandosi proprio per arrivare alla sua altezza. <Metti quella carne in una padella> L'altro braccio, giacché libero, viene sollevato in direzione dell'altrui gola. D'altronde, con Mattyse s'è comportata anche peggio, marchiandolo a fuoco con un simbolo ad altezza delle clavicole. Con lei, può andarci un po' più leggera. Sorvola sulla carne penzolante, l'aggira con la mano, portando le dita della relativa a contatto con quella del collo. Stringe lievemente la presa, ammesso le sia concesso farlo e lei non si sia sottratta al gesto della rosata. <e vatti a dare una lavata.> Punto e basta. [ Chk On ]

18:10 Keiga:
 Furaya è la persona che la conosce meglio in assoluto, è ovvio che sia anche l'unica a riuscire a gestirla in toto. Guarda il gatto ed il pelo invernale, alzando un sopracciglio. Non è mica convinta che sia solo pelo quel botolume. <Anche io> Risponde riguardo al cibo. Tra l'altro è entrata che voleva bere. Vabbè. Torna sul gatto, ben intento a voler balzare e per fortuna non lo fa o probabilmente avrebbe tentato un calcio per stamparlo contro al muro. <Ma guarda che sei stronzo!> Sbotta, quando quello prende e se ne va verso la ciotola. <Almeno rimettili a posto, palla di lardo> E niente. E' pura routine. E la faccia di Akuma quando il gatto gli soffia la bistecca da sotto al naso è epica. Guarda Keiga, con quello sguardo che dice tutto "Posso mangiare anche il gatto?". E lei lo guarda a sua volta, spostando le nere anche su Kai. Alza le spalle. Sta per schiudere le labbra per parlare ma Akuma scatta, slittando con le zampe posteriori a terra per inseguire il gatto e la sua bistecca <Troppo tardi> Brontola per nulla allarmata. Si spera che la casa resti in piedi, dopo le corse di quei due. Lei ce l'ha la sua bistecca. E se la sta anche gustando, almeno fino a che Furaya non si avvicina. Tanto, vicina. Deglutisce, probabilmente avrà bisogno di un moccio. Sta ancora stringendo tra i denti la bistecca quando sente quel sussurro. E non è tanto il sussurro, è la situazione in generale. Sempre un tantino "caliente" quando si parla di Furaya. Le braccia piegate con le mani davanti alla pancia, spostate appena in tempo perchè quando le viene detto di mettere la carne in padella lei molla la presa dei denti sulla carne e lascia cadere la bistecca verso il basso. Deglutisce nuovamente ma stavolta con un minimo di fatica in più vista la mano della rosata sul collo. Se vuole ucciderla, lo sta facendo nel modo giusto. <Ok.> Avesse le orecchie sarebbero basse e tirate indietro. Con permesso, lasciando la carne sul piano, perchè per ora sta tenendo d'occhio Furaya, si sposterebbe verso il bagno. Probabilmente avrà anche bisogno di un cambio di mutande.

18:39 Furaya:
 Oh, beh lei è sempre caliente. Basti pensare che diventa bollente quando attiva lo Yoton e che il suo elemento principale è il Katon. In quest'istante, cane e gatto diventano praticamente un secondo luogo, concentrata sul concedere a Keiga un avvicinamento clamoroso ed un'abbondante dose di buone maniere. <Brava, bambina.> Mormora nei di lei riguardi, lasciandole un piccolo bacio lungo la linea della mascella. Lascia che si distacchi dal ripiano della cucina per potersi dirigere verso il bagno, medesima cosa che farebbe l'altra, non prima d'aver accalappiato Kai dai fianchi mentre si trascina dietro una succulenta bistecca che non finirà mai da solo. <In punizione o faccio il bagno anche a te.> Commenta con un tono leggermente infastidito rispetto alle volte precedenti, mettendo un punto a quanto sta accadendo in quell'appartamento prima che possa succedere una catastrofe di proporzioni bibliche. Mentre miagola con fastidio immenso, lo conduce nella cameretta della quale poi chiude la porta. Si acquieterà di lì a poco, graffiando la porta di tanto in tanto, ma calmandosi una volta dimenticatosi della motivazione per la quale stava facendo quel che stava facendo. Rivolgendosi a Keiga, s'intrufola dapprima nella camera da letto alzando un poco il tono di voce affinché sia possibile per l'altra continuare ad ascoltarla. <Ad ogni modo, per missioni come quelle che vorresti tu, dovrai aspettare un po', credo. Se il sistema missioni non è stato modificato da quello di dieci anni fa, fino al grado C sono molto basilari.> L'avvisa, tirando fuori un maglioncino completamente nero, niente pagliette, niente strass o scritte particolari, assieme ad un pantaloncino non molto diverso da quello che indossa già la ragazza, ma questa volta di jeans. <Dovrai aspettare che usciamo dalle mura.> Consapevole che, una volta all'esterno, avranno a che fare con bestie - e forse persone - con le quali combattere, anche magari cercando d'ammazzarle dato che queste ultime non si fermeranno davanti a niente (nella fattispecie, parlando delle chimere). Una volta raggiunto il bagno, a prescindere ch'ella sia nuda o meno (non costituirebbe un problema), le porge gli abiti puliti. <Non so se il mio intimo ti piace o ti stia.> Ammette, stringendosi nelle spalle. Keiga porta una taglia di poppe sicuramente più considerevole di quella Nara che s'assesta ad una terza - sì e no. <Dobbiamo iniziare a cucire delle casacche. E, ben prima di questo, io e te dovremmo andare all'Ochaya.> Sempre per quella stessa storia. Non che sia cambiato poi molto nel giro di qualche giorno. Ferma contro lo stipite della porta, non s'allontanerà neanche quando inizierà a lavarsi. Oh. L'ha fatta grossa. [ Chk On ]

18:58 Keiga:
 Il bacio è una sorta di colpo di grazia che la fa proprio ammansire del tutto. Un agnellino che si dirige verso il bagno. Non si premura di guardare Furaya alle prese con il sacco di pulci felino, ma ne sente in lontananza un brontolio infastidito. Aggrotta la fronte un attimo ed inizia a spogliarsi. Per prima toglie la mascherina, del tutto, appoggiandola sul lavandino. Quei dannati triangolini sono sempre li e ci staranno per sempre. Poi porta le braccia ad incrociarsi, con le mani che afferrano i lembi della felpa. Tira verso l'alto, scoprendosi anche di quell'indumento che lascia cadere a terra. Sospira, guardando di sbieco la vasca che forse è meglio inizi a riempire. Resta con una canotta nera, i pantaloni di pelle e gli anfibi mentre raggiunge la vasca ed apre l'acqua, bloccandola. E' calda, probabilmente troppo. Mai usata quella cosa, lo ha sempre fatto la rosata. Ne sente la voce dalla camera ed alza le sopracciglia mentre la ascolta, slacciandosi gli anfibi fino a toglierseli, cacandoli lì in mezzo al bagno. A piedi nudi, finalmente. Probabilmente farà uscire l'acqua nera. <Non le può fare qualcun altro?> Domanda, alzando un poco la voce a sua volta. <Si, sempre aspettare> Brontola, stavolta con un volume vocale più basso. Si sfila anche la canotta, restando con il seno al vento. <Eh?> Ruota il capo verso Furaya, abbassandolo poi sugli indumenti. Una rapida occhiata per poi star zitta, visto che è tutto nero. Se non mi sta non lo metto> Semplice, qual è il problema. Ed infine toglie il pantalone con tasca e porta armi annessi e quelli che paiono slip, assieme, lasciando anch'essi sul pavimento. <Io non so cucire> Non fa una mazza, per l'esattezza. <Quando?> Chiede, giusto per organizzarsi tra i mille impegni. I conigli non si catturano da soli. Si avvicina alla vasca, guardandola come si guarderebbe un avversario di alto livello. Una vasca fumante, perchè l'acqua che sta scendendo è bollentissima. Si flette sulle ginocchia, assumendo una posa canina nuda con i capelli che le nascondono la schiena da quanto sono lunghi. Si sporge, quasi a volersi fare scudo con il bordo. Alza la destra, distendendo l'indice per avvicinarlo lentamente, pure troppo, verso l'acqua intrappolata nella vasca.

19:25 Furaya:
 Keiga non è ovviamente molto contenta d'aspettare. E chi lo sarebbe al posto suo? Anche lei e Mattyse stanno pazientando, non c'è molto altro da fare se non ottengono tutte le risorse necessarie. <Puoi anche non partecipare, se non te la senti.> Cerca di buttarlo dal punto di vista tattico e fisico, quindi orgoglioso dell'altra. <La prossima volta, potremo farne qualcuna assieme.> E anche questa potrebbe essere un'idea da non scartare. Tira fuori dai cassetti un paio di mutande nere ed un reggiseno bianco panna. Dovrà farselo andare bene, non c'è molta altra scelta. Si stringe nelle spalle, portando tutto nel bagno e poggiando il vestiario s'una sedia posta lì vicina probabilmente per quella ragione. <Vuoi riprendere la tua nipotina Kimi dalle grinfie dell'Ochaya o vuoi uscire dalle mura senz'averla tolta dalle loro mani?> Non è in vena di scherzi, adesso. L'argomentazione che le ha posto è piuttosto importante, quindi s'aspetta una risposta altrettanto convincente da parte sua - o che faccia silenzio, non è importante. Inizia a sfilarsi di dosso il kimono, lasciandolo cadere dietro le sue spalle, chiudendo altresì la porta dietro di sé onde evitare che qualunque altro animale possa entrare lì dentro. La scruta levarsi tutto di dosso e appropinquarsi alla vasca piuttosto titubante. Lei, nel frattempo, rimuove di dosso il paio di pantaloncini che aveva, assieme al top che le stringe il petto. <Entra in vasca, ti prometto qualche massaggio rilassante alle spalle. So farli, giuro.> Come se fosse quello il problema dello stare ASSIEME nella stessa vasca e non poco palese istinto sessuale della Inuzuka nei suoi confronti. Ora è possibile ammirare quel corpo disseminato di tatuaggi e cicatrici, pur restandole frontale e coi capelli sciolti, affinché il marchio a fuoco tra le scapole non sia visibile. Tolti gli ultimi indumenti, rimasta completamente come mamma Kaneko l'ha fatta, infila la prima gamba nell'acqua calda assieme alla successiva, piegandosi per sedersi nella vasca. <Staremo un po' strettine, ma io e Matt non abbiamo avuto grossi problemi.> Così, giusto per sottintendere che è stata comunque testata da due persone contemporaneamente e che è abbastanza grande per poterli contenere ambedue. Dovranno stare vicine, ma ehi. Se per la Nara non è un problema, figurarsi per Keiga! E' un modo come un altro per convincerla ad entrare, senza che perda ulteriormente tempo. <Un giorno di questi. Non dovrai cucire tu. Dobbiamo solo capire come comportarci. In ogni caso, io e te non conosciamo Matt.> Sottolinea l'informazione più importante di tutte, sicché sarebbe un problema non da poco qualora lo venissero a sapere, questo devono tenerlo sempre a mente in qualunque mossa nei confronti del locale. [ Chk On ]

19:41 Keiga:
 <Alle missioni?> Domanda quasi con una luce di speranza negli occhi. Però quando parla di farne qualcuna assieme, distoglie lo sguardo e lo abbassa <No, va bene, le faccio> Fa quasi ridere come Furaya potrebbe fare con lei e di lei tutto quello che vuole. Completamente sottomessa. Riguardo a Kimi la guarda, la ascolta e no. Non risponde. Ruota il capo verso la vasca, quindi abbassando anche lo sguardo che si perde nell'acqua. E' che ha bisogno di sfogarsi e svagarsi. La cosa che anche lei sarebbe entrata non se l'aspettava ma ovviamente non dice nulla per fermarla. Anzi. Probabilmente la rosata potrà sentire lo sguardo scuro che la radiografa lungo tutto il corpo, passando su tatuaggi e cicatrici, in un meritato silenzio. Schiude però le labbra quando la incita ad entrare, guardando la vasca. Sullo stare strette, figuriamoci se è un problema. Una gioia, piuttosto. La guarda entrare per poi fare altrettanto, anche se molto più lentamente dell'altra. Appena infila un piede, storce il naso <Brucia> Brontola. Che schifo l'acqua. Ma continua, appena la parte si abitua, fino ad entrare completamente. Raggiunge il fondo con i glutei, sospirando, perchè non si sta poi così male. E da la schiena alla rosata, rannicchiandosi nell'acqua. Annuisce <Si lo so. Devo entrare nella sicurezza> Parla. Sa bene quello che deve fare. <Mi fa male qua.> L'indice destro cerca di raggiungere un punto sulla schiena, poco sotto le scapole. Al contrario della rosata non ha il corpo così martoriato. La pelle è olivastra e non chiara come quella dell'altra. Ed è inutile dire che col massaggio l'ha convinta tantissimo. E di certo se la rosata poggerà le mani sulla sua schiena potrà facilmente notare che la cagna conviva con un qualcosa di molto simile ad una lastra di marmo e ricca di contratture.

20:03 Furaya:
 Convinta con poco - nuovamente - la rosata non si sente neanche minimamente in colpa per quel che ha appena fatto. E' consapevole d'aver usato un'arma impropria nei suoi confronti, altrettanto consapevole d'essere riuscita nel proprio intento adottandola. Aspetta che lei entri, dandole la schiena, spostandole lentamente i lunghi capelli neri da un lato affinché abbia le spalle libere. In effetti, a differenza della rosata, il corpo della Inuzuka non è pieno di segni, cicatrici o simbologie bizzarre - che per lei hanno un chiaro significato, come il drago tatuato sulla spalla o la fenice stilizzata lungo il polso. <Ottimo, l'importante è conoscere la tua posizione.> Allungherebbe le braccia verso l'esterno, piegando i gomiti affinché siano questi ultimi a rivolgere in quella direzione. Porterebbe le mani ad altezza delle di lei scapole. I pollici punterebbero nel punto indicato da Keiga, mentre le altre quattro dita ne circondano ognuno la rispettiva spalla. L'accoglie tra le sue cosce, permettendo così ad entrambe di stare abbastanza comode. Solleva le ginocchia ai suoi lati, fungendo anche da appoggio qualora le occorra una maggiore comodità. Inizia con piccoli movimenti circolari, rendendosi conto di come sia rigida e contratta in quelle zone. Non che la sua schiena sia messa diversamente dopo aver passato dei mesi a dormire su quel divano-letto poco letto e tanto divano. <Qui?> Constata con ulteriori movimenti e pressioni del pollice, saldando bene la presa attorno alle spalle della ragazza. <Non ti converrebbe riposare qui per qualche giorno? Possiamo sfrattare Matt sul divano o nella stanza di Senshi.> Ridacchia, proponendole però un modo per evitare che stia quasi sempre in mezzo agli alberi. E' chiaro che non intenda che debba starci per sempre - come invece avrebbe voluto intendere il bianco. Quella casa è per *loro due*, così avevano deciso fin dall'inizio. Ad ogni modo, non c'è niente di più rilassante d'una serata passata in una vasca calda - alla pari d'una sauna o d'un bagno termale. <Ci vorrebbe proprio quel vino che ho il frigo.> Altro che lunghi bagni rilassanti per pensare. Al massimo, per alcolizzarsi e dormicchiare. [ Chk On ]

20:20 Keiga:
 Annuisce. La sua posizione la conosce fin troppo bene. Tutte le sue posizioni. Non solo quello che dovrebbe fare al locale ma anche lo stare tranquilla e non cacciarsi nei guai, sebbene questo le costi davvero tanta fatica. Emette un altro sospiro per via dell'acqua calda che quasi la sforza a rilassare i muscoli sempre tesi. Lo sguarda basso, sembra quasi ipnotizzato dalle piccole onde create dai loro movimenti. E quando inizia il contatto, socchiude appena gli occhi, sebbene si irrigidisca subito dopo, perchè di stare tranquilla mai. <Ahi..> Ribatte quando l'altra tocca il punto dolorante, confermandone la posizione. Inclina la testa verso destra e poi verso sinistra prima di riportarla eretta, probabilmente anche scrocchiando un poco. E tra il calore dell'acqua, uita al vapore che si alza vero l'alto, tra la posizione -finalmente un assaggio dello stare tra le gambe di Furaya- inizia ad avvampare un attimo. Alza la destra per grattarsi la faccia e massaggiarla. Sospira nuovamente. Gli occhi sfrecciano poi sia a destra che a sinistra quando l'altra piega le ginocchia. E si, giusto perchè sta particolarmente sciogliendosi tra caldo e tutto, cerca di appoggiare gli avambracci sulle rispettive ginocchia dell'altra, lasciando penzolare le mani. <Se per lui non è un problema> Dice alzando un poco le spalle. Fosse stato Saisashi, come quando era più piccola, probabilmente avrebbe anche premuto per cacciarlo di casa. Ma con Matt è tutta un'altra cosa. Gli vuole bene. <Ma solo qualche giorno> Conferma, proprio perchè sono solo loro due <Senti..> Si ferma, visto che l'altra parla del vino <Dico ad Akuma di prenderlo?> Domanda, che tanto il cane sta già cercando di infilarci il muso nel frigo, visto che si è già fatto fuori la bistecca che Keiga ha lasciato sul bancone.

20:39 Furaya:
 La vede sistemarsi meglio tra quelle cosce, la qual cosa non pare disturbare nessuna delle due. Reputa d'essere tra donne, no? Dimenticando, forse soltanto per questo momento, che ha a che fare con qualcuno che se la piegherebbe nel cucinino senz'alcun problema. <Vedo che Matt non ti dispiace affatto come coinquilino.> Ricordando, per l'appunto, quando dieci anni prima mal sopportava Saisashi nonostante sia il padre di Senshi. Stringe un po' di più la presa, volutamente nell'istante in cui cita il nome del Senjuu. Chissà per quale motivo. Sancisce il suo territorio, in un certo senso. <Resisti, vedrai che dopo starai meglio.> Ammette in sua direzione, continuando con lenti e piccoli massaggi in modo che la sua muscolatura possa rilassarsi ulteriormente al pari della mente. <Non lo sarà.> In fondo, è stato proprio lui a chiedere alla rosata di farla stare un po' di tempo tra quelle mura, abbastanza da permetterle d'avere un pasto caldo - possibilmente cotto - e dell'acqua corrente con dei vestiti puliti. <Resterei nella vasca per l'eternità.> Mica scema, d'altronde è un posto parecchio rilassante e lo sarebbe assolutamente per chiunque. Meno che per Keiga, dato che mal sopporta la possibilità di farsi un bagno decente di tanto in tanto. <Oppure possiamo stringerci e dormire tutt'e tre assieme.> Lei al centro, ovvio. Non li lascerebbe avvicinare per nessuna ragione, ponendo di fatto dei paletti. <No, servirebbe anche l'apribottiglie. Conviene uscire due minuti e andarle a prenderla.> Il problema sussiste nel momento in cui nessuna delle due vuole uscire o, nel caso della Inuzuka, sarà difficile tornare all'interno della vasca. Qual che sia il modo con cui riusciranno ad ottenere quel vino, resteranno nella vasca ancora a lungo a farsi massaggini e coccoline vicendevoli. Forse ne usciranno prima che arrivi Matt o perché avranno fame di qualcosa di sostanzioso. [ EXIT ]

21:00 Keiga:
 Si accomoda, si. Lascia che l'altra la massaggi storcendo il naso ed alzando un angolo del labbro destro quando sente più male. All'affermazione dell'altra alza debolmente le spalle <Mh> Conferma con un debole mugugno per poi sospirare prima di riprendere fiato <Credo di volergli bene> Crede, perchè il fatto di non dispiacergli la sua presenza la porta a pensare a questo. E non c'è nulla di malizioso, è un qualcosa di affettivo. <Ahi..> Di nuovo, a quella stretta un attimo più marcata. Sospira poi, senza rispondere sul fatto che dopo starà meglio. <Ok> Risponde, fidandosi ciecamente, come al solito, delle parole della rosata. Gli avambracci prima poggiati sulle ginocchia della Decima cercano di farsi strada tra le stesse ginocchia e i bordi della vasca, tentando di immergerle quasi ad abbracciarle le gambe con le rispettive braccia e piazzarle le mani nella parte inferiore delle cosce. E proprio quando l'altra dice che resterebbe nella vasca per l'eternità, lei cerca di inclinarsi indietro, per appoggiarlesi contro con la propria schiena contro il seno altrui. Guarda il soffitto -se permesso- continuando ad accarezzarle le gambe. <Come volete> Alla fine è casa loro. Ed è sottinteso che tanto se la abbraccerebbe lo stesso durante la notte. <Mmmh..> Brontola pensosa riguardo all'uscire. E' in una posizione più che comoda, se non fosse già stata scacciata a suon di lava. E quindi ne approfitterebbe per restare lì, probabilmente azzardando a far spostare le mani, di tanto in tanto. La fame non le manca, ce l'ha sempre, ma in quel momento pare dimenticarsi proprio di avere uno stomaco. Sta bene cosi. Ancora per un pò. ||End

Keiga va a casa di Fru incazzata, con l'intenzione per altro di scassinarle la porta.

Fru la accoglie tra le mura domestiche, dandole da mangiare, facendola litigare con Kai (il suo gatto) e permettendole di farsi un bagno rilassante in sua compagnia.

Parlottano dei prossimi obiettivi mentre si fanno le coccoline al calduccio del bagno. E KEIGA ALLUNGA LE MANI è_é