Un bimbo nel corpo di un gigante

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15:30 Shizuka:
  [Pressi del Chiosco] Nonostante il freddo si stia facendo lentamente avanti data la stagione, un bel sole caldo illumina la giornata a Konoha. Questo consente alla rossa di andare in giro con un cappotto corto ma pesante, con cappuccio pelosino di colore nero, lasciato però aperto frontalmente, le gambe sono avvolte in un paio di leggins di pelle nera molto aderenti che si infilano in un paio di anfibi neri alti fino a metà polpaccio. Il busto è avvolto da un maglioncino bianco dalle maniche lunghe che giunge fino a sotto il sedere, una scollatura a 'V' molto pronunciata mette in risalto le forme esagerate della piccoletta, così come la collana dorata con il pendente a farfalla dalle ali blu brillanti. Oltre a quel gioiello, grazie alla pettinatura che è costituita da una coda alta laterale, posizionata sulla zona destra della testa della Kokketsu, sulle orecchie della piccola si possono vedere ai lobi quattro piccole farfalle, una oro e una blu per ogni lato, mentre a livello della cartilagine superiore dell'orecchio sinistro si vede un anellino completamente dorato. Gli occhi sono appena truccati, matita nera e eyeliner ad allungare un poco lo sguardo, mascara per allungarne le ciglia e rendere quelle iridi blu ancora più appariscenti. Sulle spalle sempre presente lo zainetto nero, con all'interno diversi mazzi di chiavi, portafogli, cuffie grandi e blu, strumenti da disegno, quindi blocco e matite in caso di evenienza. Il cellulare si trova nella tasca destra del cappotto, le manine permangono all'interno delle tasche di esso. Gironzola decisamente senza una meta nei pressi del Chiosco Ichiraku, come previsto dal suo progetto di 'farsi notare dai membri di quella gang'. Questo ovviamente comporta lo stare lontana dal Sumi in determinati momenti, almeno fino al raggiungimento dello scopo finale.

15:54 Ichirou:
 Di nuovo all'aria aperta, il nostro caro Hyuga si aggira per le strade della provincia di Konoha nella prefettura di Kagegakure, in quanto ormai, da tempo, la bella Konoha è stata ricreata da zero dopo la sua distruzione dieci anni orsono, distruzione della quale il povero Hyuga è stato testimone in prima persona. Ad ogni modo, quelli sono discorsi del passato, cosa dalla quale ormai tenta in tutti i modi di fuggire, anche se ogni volta che si muove, ma che dico, respira, nella sua testa una dannata vocina si presenta con tutto il suo fastidio e ricordandogli quanto lui stesso sia stato un fallimento in passato, insomma, la routine per l'uomo. Nonostante quel freddo che comincia a diventare sempre più tagliente, lo Hyuga non si fa problemi ad andare in giro con abiti leggeri, considerando che l'ultima volta che si era degnato di uscire di casa pioveva a dirotto, oggi tuttavia, il sole riesce comunque a riscaldare un minimo le teste dei passanti, seppur si senta una lieve brezza quasi invernale che soffia incessante. L'uomo indossa una casacca senza maniche di colore nero, in tinta unita e senza ricamature particolari, il suo braccio umano, il sinistro, come sempre mette in mostra quel bel tatuaggio colorato, certo se facesse caldo, si vedrebbe il disegno completo di quello stesso tatuaggio, che rappresenta un drago verde selce ricoperto di rose rosse, che giunge fino al torace per azzannare il cuore di quello Hyuga così afflitto a livello mentale, mentre sulla mano il simbolo dello Yin e dello Yang ne fanno capolino. Il braccio destro, oggi irradiato dai raggi solari, lancia qualche flash di tanto in tanto, in quanto il movimento del corpo di costui, fa si che le braccia si muovano a ritmo con ogni passo fatto, facendo così danzare la luce che si riflette su quel materiale metallico innestato al proprio corpo. I lunghi capelli corvini, sono legati in uno chignon alto e decisamente troppo grande per le solite capigliature, alcuni ciuffi infatti cadono sul viso dell'uomo, che data l'ultima amicizia acquisita, nasconde un tenero uccellino paffuto in mezzo a quel nido di capelli, che di tanto in tanto si fa sentire *CHOP!*. La parte inferiore dello Hyuga viene coperta da un paio di pantaloni in stile Mushu, non leggerissimi, ma neanche invernale, anch'essi neri, questa volta però, con delle ricamature in filo d'oro che vanno a disegnare un drago lungo entrambi i gambali di quello stesso capo da lui indossato. Ai piedi delle semplici tabi nere. Giunge dunque di fronte al chiosco e, nell'avvicinare la mano metallica a quelle tendine per discostarle ed entrare a, anche solo, bere qualcosa, le perlacee dello Hyuga si posano delicatamente sulla testolina rossa di una ragazza in particolare, riconosciuta solo ed esclusivamente grazie a quel colo e l'altezza di quella stessa persona <Ma guarda chi si rivede..!> un saluto il suo, il sorriso si palesa nuovamente in volto all'uomo che, entrando con tutto il suo possente corpo nel chiosco, va a sedersi proprio a quel bancone, in attesa di una qualunque risposta da parte della di lei persona.

16:11 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] A proposito di quelle gang, l'ultimo messaggio ricevuto dall'agente Saigo le aveva fatto venire una intensa voglia di Mochi, il fatto di passeggiare propri innanzi al chiosco di Ramen forse è stata una buona cosa. Decide di addentrarsi oltre le tendine, prendere posto a quel bancone, togliere lo zainetto e poggiarlo a terra, per po sfilare il cappotto e legarselo in vita. E' decisamente presto per la cena, ma uno spuntino non è per nulla una cattiva idea. Senza troppi complimenti si rivolgerebbe al proprietario, andando educatamente a chiedere dei mochi per stemperare la fame. Permarrebbe li in attesa, guardandosi appena intorno alla ricerca di qualche giubbetto con un viso demoniaco disegnato quando da oltre la tendina non spunta quel gigante Hyuga meccanico che ha incontrato poco tempo prima. Anche lui si avvede della piccoletta, che ha qualche orecchino in più addosso dall'ultima volta: << Che piacere Ichirou! >> Un sorriso caldo, avvlgente viene rivolto alla pertica che la raggiunge al bancone, sedendosi accanto a lei. Il corpo femminile verrebbe mosso verso di lui, espressione serena: << Come sta Chop? >> Non ha ancora udito il piccolino posto in alto, sopra la testa dello Hyuga. In fondo la differenza di altezza fra i due è notevole e non ha certo supposto che lui potesse portare con se la creaturina ventiquattro ore su ventiquattro. Attenderebbe qualche istante prima di incalzarlo con altri discorsi. << Ho consegnato il disegno a Tenjiro! >> Da comunque per scontato che loro si conoscano appartenendo alla medesima famiglia, << Gli è piaciuto alla fine! Anche se ha detto che precedentemente lo avrebbe letto in un altro modo! >> Insomma è stata brava anche a cogliere il momento giusto per la consegna, quando il vecchio Hyuga con un occhio solo era più propenso ad accettare quel messaggio di incoraggiamento. Sembra molto soddisfatta di essere riuscita a ottenere un feedback dall'interessato, quell'entusiasmo al momento la fa da padrone, mentre attende una risposta dall'altro.

16:41 Ichirou:
 Poggiando il corpo su quella seduta, il suo peso fa si che quell'ultima si abbassi un minimo, seppur il meccanismo sia fatto a posta per sorreggere persone anche più pesanti dello Hyuga stesso, non ci si ricorda mai di quanto effettivamente egli pesi, data la sua altezza nonché massa muscolare. Il braccio destro va a poggiare delicatamente su quel bancone, primo per non recare danni alla superfice in legno dello stesso bancone, ma soprattutto per non fare ''rumori molesti'' e non attirare l'attenzione su di se, insomma, l'esatto contrario di quello che sta cercando di fare la sua interlocutrice, alla quale, nello stesso momento in cui lei stessa volge il corpo in sua direzione, lui andrebbe a fare lo stesso nei suoi confronti, in maniera tale da riuscire ad avere una conversazione senza il dolore del torcicollo <Cosa ti porta da queste parti..?> andrebbe a chiedere alla ragazza che si trova davanti a lui, passando poi a Chop, che dorme sui suoi capelli <Direi che sta bene..> direbbe con un lieve sorriso alzando appena lo sguardo come a volerlo indicare alla ragazza stessa. Il discorso cambia in fretta, viene intavolato di nuovo il discorso di quel disegno che, qualche giorno addietro, lo ha emozionato così tanto da farlo comportare quasi come un bambino <Uuh, sei riuscita a consegnarlo allora..!> direbbe stupendosi un minimo, data la preoccupazione che presentava quello stesso giorno la ragazza. La ragazza gli risponde praticamente subito, asserendo quanto sia fiera di ciò che le è stato detto dal destinatario <Mi fa davvero molto piacere.. Io purtroppo non ho ancora avuto modo e soprattutto il coraggio di tornare al Dojo..> il sorriso si allevia sul suo viso, distendendosi appena facendogli distogliere appena lo sguardo, mentre in silenzio, volgendo lo sguardo verso il tizio dietro il bancone, farebbe segno, in maniera educata ovviamente <Vorrei quello che prende lei..> per poi girarsi con espressione quasi stupita verso di lei e dire <Ma hai ordinato almeno..?> per poi fissarla dubbioso ed in silenzio, un po' più scoppiato del solito si potrebbe dire "Povero Ichi-Nii, non dorme abbastanza purtroppo!" chissà come mai.

16:54 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] Lui sembra sempre molto cordiale, domanda per quale ragione si trovi lì ma per domande semplici ha già la risposta pronta. << Andrà a finire che gironzolerò un poco più del solito a Konoha ora. Sono stata assegnata come supporto all'insediamento di Tenjiro come nuovo tirocinante all'ospedale di questo distretto, quindi sto gironzolando per capire dove mangiare! >> Sorride affabile, per poi sentire quella risposta riguardo il piumettino che non aveva intravisto in cima alla testa troppo alta dello Hyuga. Lo sguardo blu si porta verso l'alto andando a scorgere il fagottino che pare tutto pacioso nella sua calda posizione. Un'espressione di estrema tenerezza andrebbe a generarsi sul viso femminile, lasciando spazio a un: << Sembra sia proprio a suo agio! >> Riferendosi allo star bene del pennutino. La consegna del disegno tuttavia porta a galla una notizia particolare, il suo non avere il coraggio di tornare a vivere con il resto del suo clan. Gli occhioni della rossa si velerebbero di stupore: << Perchè hai paura di tornare al Dojo? Hai combinato qualcosa di imperdonabile? >> Il tono è ironico, forse perchè non vuole che quella conversazione sia troppo pesante o forse perchè non crede che lui possa fare qualcosa di altamente sconveniente. La conversazione viene interrotta dall'ordinazione fatta da lui, alla quale la piccoletta aggiungerebbe dell'altro: << Allora per cortesia ci prepari anche del thè caldo! >> Non aveva ordinato da bere in effetti, troppo concentrata sulle cibarie. Ogni volta che la piccoletta apre la bocca leggermente di più nel parlare, un piccolo bagliore dovrebbe intravedersi all'interno di essa. Alla successiva domanda di lui riguardo all'ordine ella andrebbe a rispondere con una risata divertita: << Certo che ho ordinato. Per colpa di una mia conoscenza avevo una voglia matta di Mochi! Spero ti piacciano ora... >> In effetti lui ha ordinato al buio senza conoscere i gusti femminili, pensando magari a del buon ramen caldo. << Ti ricordi la storia del Salice? >> Un'estrema chiacchierona, le domande sgorgano da quelle labbra come se avesse sempre qualcosa a cui interessarsi.

17:22 Ichirou:
 La ascolta parlare senza interromperla e, come al solito, con lo sguardo che si va ad incatenare alle azzurre altrui, più per un fattore di interesse nell'intrattenere una conversazione con qualcuno che non sia all'interno della sua testa, il che gli da modo di scoprire ufficialmente dell'occupazione della ragazza <Quindi sei una crocerossina eh..> andrebbe a dire con un minimo di stupore in volto, con una lieve malinconia che va a presentarsi negli occhi dell'uomo, che facendo scivolare le perlacee sul bancone di fronte a lui, continuerebbe il discorso ricordandosi del passato <Se ci fossimo conosciuti dieci anni fa avrei potuto farti fare pratica.. anche se probabilmente dieci anni fa non avevi nemmeno l'età per fare l'esame di ammissione..> ammetterebbe dunque in direzione della ragazza. Il discorso verge su Chop, nuovamente quell'uccellino si prende le attenzioni che si merita, anche se in questo momento riposa beato su quel morbido nido di seta corvina <Non fa altro che dormirmi addosso da quando mi si è affezionato..> una piccola risata si manifesta dalle labbra dello Hyuga. Era inevitabile una domanda del genere, dopo tutto è stato proprio lui a tirare in ballo il discorso, quindi una risposta è più che dovuta a questo punto quindi, con una bella dose di ossigeno nei polmoni, lo Hyuga spiega le sue motivazioni alla rossa <Non ho un bel rapporto con il Clan in generale..> ammetterebbe intrecciando le dita umane a quelle metalliche <In passato.. delusi molte volte la mia maestra.. e non la vedo da quando tutto andò in malora.. questo è ciò che mi spaventa di più.. nonostante io sia grande e grosso, incontrare una persona mi spaventa a morte..> andrebbe a dire sbeffeggiandosi da solo con una risatina sbuffata dalle proprie narici. Sente come lei continui quell'ordine e, quando lei ridendo gli pone quell'incognita, lo sguardo dello Hyuga passa da lei al tizio dietro al bancone, per poi girarsi nuovamente in direzione altrui rispondendo <Non li ho mai assaggiati, ma visto che ho messo la mia vita nelle tue mani, il minimo che posso fare è pagare il conto quando arriverà..!> la frase non ha il minimo senso, questo lui lo sa? Se ne sarà reso conto? Chi può dirlo, sta di fatto che ormai l'ha detto. Gli viene posta un'altra domanda dalla rossa, non gli dispiace chiacchierare in fin dei conti, solo non ci è abituato, quindi va a risponderle con estrema sincerità <Certo che mi ricordo.. quella sera mi presi un bel raffreddore e soprattutto mi andò via la voce per quanto avevo parlato..!> in effetti, non è abituato neanche a parlare da solo, figuriamoci con altre persone <Perché..?> chiederebbe a sua volta alla sua interlocutrice, rimanendo in attesa di una di lei risposta col sorriso in volto.

17:42 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] Quel termine che lui utilizza le fa un poco strano, ma sembra stupito che quella piccoletta sia in grado di risanare i corpi stanchi dei guerrieri. L'affermazione che segue poco dopo la fa sorridere: << Dieci anni fa i miei erano impegnati a proteggere me e un mio amico d'infanzia dal gran caos della guerra. Avere sei anni e non dominare ancora la mia innata mi rendeva un soggetto estremamente vulnerabile, senza parlare poi di Yasuhiko.... >> Lui non può sapere chi sia, le sfugge quel ricordo, quel dettaglio di un'infanzia che ricorda poco, ma ora si rende conto di quanto sia stato complesso proteggere una piccola Kokketsu e un piccolo Uchiha nel momento peggiore della guerra. << Ma se dovesse servirti sono disponibilissima a prendermi cura di te. >> Continua a dispensare le sue capacità se necessario, soprattutto a coloro che risultano essere particolarmente affabili. Quelle brevi affermazioni scambiate riguardo all'uccellino si concludono con un'affermazione sicura della rossa: << Si vede che apprezza il tuo animo calmo e gentile! >> Già gli animali sono molto più sensibili degli esseri umani riguardo a questo aspetto. Tuttavia la curiosità giovanile la spinge a ficcanasare in quel passato, ottenendo informazioni personale che lui non teme di rivelare. Il visino si fa pensieroso, capisce come mai si senta in difetto: << Dieci anni fa, da quale lato stavi? A favore o contro Yukio? >> Un'altra domanda, per non parlare di ciò che ha fatto per deludere la propria maestra, per non far pensare troppo agli errori del passato. << Comunque essere grandi e grossi fuori, non significa essere forti e indistruttibili dentro. Sbagliare però è umano, non dovresti precluderti il futuro per un errore del passato. >> Sembra così strano ripetere le stesse frasi a due membri dello stesso Clan? Sembra che quelle persone dagli occhi perlacei abbiano più pesi sulle proprie spalle che tanti altri. La coppia viene interrotta dall'arrivo del thè insieme a quei mochi, che sono stati portati in doppia porzione ma con un solo piattino, che viene posto fra loro. Quella frase strana dello Hyuga viene accolta con sguardo interrogativo: << L'importante è che tu non sia allergico al riso! >> Lo dice con tono sereno, come se desse per scontato che tale evenienza fosse impossibile, una manina andrebbe a cogliere una di quelle palline fra indice e pollice, portandola alla bocca che una volta spalancata mostrerebbe anche quel piercing fatto sulla lingua al proprio interlocutore. Andrebbe a masticare con estrema felicità quel piccolo pallino di riso mentre ascolta le affermazioni di lui riguardo al salice e una volta ingoiato, risponderebbe indispettita: << Io te lo avevo detto che stare sotto la pioggia ti avrebbe fatto ammalare! E' una regola base a cui nemmeno i tizzi altissimi e grandi possono sottrarsi! >> Una nuova ramanzina, fatta con un tono da bambina che la metà basta, quindi poco credibile. << Comunque ne ho fatto un disegno! >> Risponde a quella domanda intavolata dall'altro, come se fosse ovvia la risposta, in fondo lei non ha faticato a immaginare quella rappresentazione, Chop compreso!

18:55 Ichirou:
 La ascolta in maniera molto interessata, quell'aria malinconica ormai non si scolla più dal suo viso, ricordare il passato è sempre una sorta di pugnalata, sia al cuore che al suo stesso cervello, malato da diverso tempo "Non ascoltarlo Ichi-Nii" ..comunque sia, lei racconta a grandi linee cosa le successe durante la distruzione di dieci anni prima, il che lo porta a guardarla con aria decisamente colma di rammarico <Accidenti.. mi dispiace davvero tanto..> ammetterebbe nei confronti della sua interlocutrice. Quando lei stessa si offre di aiutarlo nel caso in cui gli dovessero servire delle cure mediche, allo Hyuga appare un tenue quanto tenero sorrisetto in viso, seppur sporcato dalla sua tristezza, che lo porta a rivelare <Mi sa che ne avrò bisogno presto.. dovrò affrontare una persona e sono parecchio arrugginito.. quindi le prenderò di sicuro..> una lieve risata viene fatta uscire dalle labbra del nostro protagonista, non è preoccupato, il dolore non lo spaventa, ne tanto meno lo impensierisce, credo si sia capito, bensì è lo svolgimento nonché l'esito di tale sfida, ma questo è un altro paio di maniche. Il discorso torna su quell'uccellino che se la dorme sui capelli del gigante, al che le iridi perlacee dello Hyuga si portano sulle iridi altrui, il sorriso torna normale, non più dettato e dipinto dalla tristezza, in fondo è pur sempre un complimento, quindi, andrebbe a domandarle <Pensi che sia per quello..?> direbbe portando la mano umana verso l'uccellino per accarezzarlo, cosa che appena avviene, lo fa diventare ancora più piccolo e paffuto del solito, in quanto gli piace quel contatto <Ti piace la calma eh..> sorriderebbe a questo punto. Il discorso volge nuovamente sui dieci anni passati, alla guerra per Oto ad esser precisi, il che, come detto prima, da una stilettata al cuore dell'uomo, che con non poca riluttanza va a ritirare quella mano umana dai suoi capelli, poggiandola lentamente sulla propria gamba metallica e stringendone la rotula, meccanica ovviamente, con non poca rabbia ad essere onesti, sentimento che lentamente va scemando, non è proprio abituato a mostrare quel sentimento così negativo, dunque risponderebbe con calma, come suo solito <Vedi.. durante quella guerra.. io non ho avuto modo neanche di schierarmi, in quanto mi stavano facendo questo..> il suo sguardo passerebbe sulla sua mano destra <Tre mesi infiniti..> ammetterebbe alla volta della sua interlocutrice. Il discorso viene lasciato cadere poco dopo quella sentenza, lei continua a ravvivare la fiamma del suo misero ego, cercando di tirarlo un po' su di morale, non ha molto da dire a riguardo, le dona giusto un sorriso, cosa che a volte, secondo alcuni, potrebbe valere più di mille parole, decide di rispondere, con un lieve rossore sulle gote, direttamente alla prossima affermazione della di lei persona <No no, niente allergie..!> quindi mochi approved! Il discorso cambia in maniera piuttosto celere, quindi andrebbe ridacchiando a rispondere a quelle stesse parole <Effettivamente.. devo ammettere di essere sta-..!> il suo parlato si blocca istantaneamente, gli occhi, seppur stanchi, si vanno a sgranare, facendo diventare il volto di un'uomo triste, quello di un bimbo che sta per aprire il più bel regalo di natale che abbia mai potuto ricevere in vita sua <C.. ci hai fatto un disegno..!?> incredulo, lo Hyuga pone quella domanda con non poca sorpresa e soprattutto felicità, cosa che quasi gli provoca la pelle d'oca, per via del fatto che non si sentiva così da parecchio tempo, non gli resta che attendere le sue azioni a questo punto.

19:37 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] La risposta che ottiene da lui la fa sorridere, una risata sincera, per nulla tediata da tristezza. << Di cosa ti dispiace? Io e Hiko stiamo bene, i miei stanno bene. Faccio fatica a ricordare i dettagli perfino! Ti dispiace che ci sia stata la guerra? Capita spesso. Io mi sento fortunata a vivere in questo spiraglio di pace. >> Lo osserva, ne nota la tristezza che ne contorna il viso, è proprio vero che la differenza fra generazioni è terribile, qualcosa che i suoi non le avevano mai mostrato interamente. << Più della metà della mia vita, l'ho passata tranquilla, tra le mura di una casa a giocare e crescere con un amico d'infanzia. Di cosa devi dispiacerti Ichirou? >> E' poco sensato chiedere scusa in generale, quando ci si scusa è meglio farlo per un motivo preciso. Le cure che gli vengono offerte però sembrano essere accettate per un motivo che la indispettisce parecchio. Lo sguardo si irrigidisce, è evidente che ora si sia innervosita parecchio: << Perchè devi affrontare qualcuno? Non si può parlarne? E poi non devi essere da solo! Io posso aiutarti! >> Non le piace sapere che dovrà fare a botte con qualcuno, ne di lasciarlo per i fatti suoi nel farlo, a prescindere prende le sue difese, non vede come una persona tanto pacata possa non essere obbligata a combattere. Quando l'argomento verte sull'uccellino lei non fa altro che confermare con fermezza quanto già dichiarato: << Certo che lo penso! Gli animali sono molto più sensibili di noi su queste cose! >> Cerca di sottolineare i punti buoni, cerca di cambiare argomento, senza allontanarcisi troppo per distrarlo, ma pare che i ricordi e la sua assenza durante quello schieramento lo infastidiscano parecchio. Come è solita fare però quei grandi occhi blu cercano sempre il lato migliore della medaglia. << Allora ti hanno salvato la vita eh? Hanno fatto un buon lavoro per quanto possa essere stato doloroso no? Respiri ancora, questo non ti piace? >> La domanda vuole essere retorica, lasciata a lui come scappatoia, come via di fuga. Così come lo sono i Mochi che arrivano interrompendo tutta quella serietà, rompono gli sguardi tristi e lasciano che l'infantilismo essere della Kokketsu la faccia da padrone, mangiando con le mani, sorridendo al sapore del cibo, sgridandolo per non essere stato attento. E' solo allora, dopo tutti quei discorsi che lo Hyuga sembra animarsi, per davvero forse per la prima volta da quando i due si sono conosciuti. << Certo! Te lo faccio vedere! >> La ragazzina andrebbe a recuperare all'interno dello zaino il blocco da disegno, scorrendone le pagine fino a sopraggiungere a quella dedicata allo Hyuga. I colori sono i pastelli a cera, utilizzati nei toni scuri, nero, blu, verde, marrone, grigio, tinte che rendono il disegno decisamente cupo, come a voler rappresentare l'essenza stessa del proprio itnerlocutore, o almeno quello che lei stessa ha osservato guardandolo. Ciò che è impresso sulla carta è un bellissimo salice piangente, le fronde lunghe che si presentano ai lati e posteriormente, toccando quasi il terreno. Sotto di esso, appoggiato con la schiena al tronco del maestoso albero c'è la figura di Ichirou, i lunghi capelli neri lasciati sciolti, che poggiano sul terreno come serpenti, lui indossa quell'abito smanicato, con i pantaloni morbidi e la scarpette. Le mani dello Hyuga sono giunte, fra di esse c'è un piccolo Chop appallottolato, unica nota di colore quel drago che si arrampica sul braccio umano del protagonista. E' indubbio come il tronco, come il corpo di Ichiro siano al centro, una linea centrale che attira l'attensione, spezzata dalla disposizione cascante dei rami, e dei capelli. Sulle fronde si può scorgere di tanto in tanto qualche goccia di pioggia, in fondo l'idea era quella di rappresentare un uomo che si ripara dalla pioggia sotto un albero, proteggendo quel batuffolino di piume. Lascerebbe il disegno sul tavolo, così che lui possa prenderlo e guardarlo, mentre senza dir nulla andrebbe a recuperare un altro paio di mochi. Lo sa meglio di chiunque altro, che l'arte ha bisogno del suo tempo.

20:51 Ichirou:
 La ascolta parlare, gli spiega meglio cosa effettivamente lei ha passato, il che gli fa capire un minimo la situazione, quindi in questo caso, non c'era effettivamente bisogno di scusarsi, il che porta lo Hyuga a scusarsi, questa volta per una cosa sensata, un errore suo in effetti <Perdonami, pensavo fosse successo qualcosa ai tuoi o al tuo amico.. ho tirato una conclusione affrettata senza essere a conoscenza dei fatti..> andrebbe ad ammettere in direzione altrui, la prossima affermazione infatti, ha ben più senso delle sue stesse scuse <Col senno di ciò, di niente.. avrei dovuto semplicemente lasciarti finire di parlare..> un lieve sorriso imbarazzato si presenta in volto all'uomo, che quando si tratta di rapporti umani, sembra più un bambino piuttosto che un adulto, incapace di dimostrare l'età che porta. Successivamente, nell'osservare quella sua reazione così adirata e, per certi aspetti, quasi preoccupata, lo Hyuga andrebbe a far sfarfallare le palpebre, non si aspettava una reazione del genere, la cosa lo lascia un attimo basito, ma in un certo senso gli scalda anche il cuore, infatti, sorridendole con un pizzico di malinconia negli occhi, andrebbe a spiegare la situazione <Apprezzo molto ciò che stai dicendo, non credo di aver mai avuto una persona che si preoccupasse in questo modo per me..> non in senso fisico almeno "Ah ecco, diciamo le cose come stanno..!" ..appunto <Per quanto mi riguarda, la trovo una cosa completamente inutile e avrei anche io preferito parlarne.. ma purtroppo, non tutti la pensano allo stesso modo no..?> andrebbe a dire alla sua interlocutrice <Non voglio che tu venga coinvolta comunque.. ti ringrazio davvero per il pensiero, ma è una cosa che devo sistemare io.. sarai la prima persona che cercherò una volta finito tutto, così potrai effettivamente aiutarmi..> un altro sorriso, questa volta con un lieve rossore in volto, ancora troppo poco abituato alle offerte di aiuto delle persone. La ascolta parlare a riguardo degli animali e di come reagiscano alle emozioni, il tutto però, viene lievemente oscurato da quel commento sulle torture che ha subito, la cosa non lo tocca, non così tanto almeno, tuttavia, non gli viene spontaneo di prenderla alla leggera, solo un piccolo sorriso malinconico si presenta nuovamente sul suo volto, sorriso che viene lentamente riempito con dei mochi, pizzicati da uno stuzzicadenti e che lo fanno diventare uno scoiattolo umano <Cwedo di fì..> andrebbe a rispondere a quelle sue parole <Che bwuoni..!> ammetterebbe poi riguardo a quel pasto. Il disegno non tarda ad arrivare, nel momento in cui viene fatto vedere allo Hyuga, quest'ultimo ha come un brivido lungo tutto la schiena, che per qualche piccolo istante fa si che persino il piccolo Chop ne venga colpito, un piccolo sussulto in pratica, che lo porta ad agitare la testolina per scrollarsi di dosso quel lieve brividino, mentre per quanto riguarda lo Hyuga, il brivido è talmente forte che gli si riempiono gli occhi di lacrime, facendo sembrare quello scoiattolo, un ammasso di ciccetta lacrimosa, portandolo a perdere ogni singola parola e rimanendo con quegli occhioni lacrimanti a guardare quell'opera d'arte, incapace di descriverle quanto ciò gli piaccia, per ora.

21:12 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] Lei sorride tranquillamente alle scuse successive di lui, come se in qualche modo quel tipo altissimo le facesse tenerezza: << Beh, posso immaginare che la mia sia stata fortuna. I miei cari stanno bene, il mio amico sta bene e anche i suoi genitori. C'è chi non ha avuto le stesse gioie! Paradossalmente siamo tra i pochi! >> Un caso raro, avere tutti gli affetti vicini, non aver perso nessuno di fondamentale nella propria esistenza. Tuttavia l'argomento duello ha la massima priorità di lì a poco. Il visino permane indispettito, corrucciato anche alle risposte di lui che non vuole coinvolgerla in alcun modo e quindi non gli consente di proteggerlo. << Non mi hai ancora detto chi è l'imbecille che vuole metterti le mani addosso! Che poi vorrei capire il motivo di questa violenza su qualcuno come te! >> E' arrabbiata, è come se non riuscisse a comprendere quella vena violenta nei confronti di un gigante buono come Ichirou. << Comunque ci conto! Voglio che tu gliele suoni di santa ragione e quei due graffietti che ti farà verrai a farteli sistemare subito! >> Se lui crede poco in se stesso, ci vuole poco perchè una piccoletta tutto pepe provi a instillare quella sicurezza che gli manca nell'animo altrui. Sembra quasi più combattiva la rossa al momento! Lo vede allungare le mani su quei mochi, in maniera più elegante di lei ma risultando molto più cricetono nel farlo. Boffonchia qualcosa addirittura con la bocca piena, facendo si che la Kokketsu scoppi in un risata divertita, tanto sentita da farle quasi venire le lacrime agli occhi: << Come credi! Io sono contenta che tu respiri ancora! Altrimenti mi sarei persa questo spettacolo adorabile! >> Ride tanto quasi da tenersi la pancia, quell'uomo grande e grosso sembra un bambino, un lato infantile che fa tenerezza e porta gli altri inevitabilmente ad affezionarsi. Tuttavia è lei stessa a rompere quella magia, quel disegno, ove in basso a destra compare la firma dell'autrice 'SK', mette lui in soggezione. Non può scorgere quel brivido che lo attraversa, ma può vedere quegli occhi perlacei inumidirsi, uno spettacolo molto suggestivo a dire il vero, come se un lago ghiacciato all'improvviso si ricoprisse d'acqua e iniziasse a sciogliersi lentamente. Quella risata si spegne, lo sguardo della nanerottola si fa serio, dispiaciuto, rapidamente andrebbe a prendere un tovagliolo di carta, entrambe le manine andrebbero a poggiarsi delicatamente sulle guance di quell'uomo che per quanto sia grande e grosso pare esere fragile come un cristallo. << Scusami io... non era mia intenzione... >> Con la destra e quel tovagliolo in mano cercherebbe di asciugare quelle lacrime, mentre la sinistra cercherebbe di fare la stessa cosa anche senza quella carta, accarezzando l'epidermide delle guance altrui. Ha toccato di nuovo qualcuno in profondità, con quegli occhi blu che oltre a vedere la realtà del mondo, la ricreano in forma d'arte. Farebbe fatica lei stessa a parlare, non sa bene come poterlo consolare, come poter interrompere quel fiume che lei stessa ha creato.

21:47 Ichirou:
 In un attimo, quelle risate si spengono all'improvviso, ancora una volta le emozioni del povero Hyuga prendono il sopravvento sullo stesso uomo, la cosa, almeno per lui, non è per niente una novità ovviamente "Ichi-Nii.. se fai così piango anche io però.." persino quella stessa voce all'interno della sua testa sembra essersi dispiaciuta per lui, la cosa è strana, in quanto di solito è lei la causa della sua tristezza interna, ma ora non è questo che ci serve sapere. Quando lei si avvicina con le mani e quello stesso fazzoletto di carta, il contatto fisico lo ridesta da quella sensazione di tristezza, le iridi perlacee si vanno ad incatenare con quelle altrui, per quanto siano alla stessa altezza per ora, dato che, deglutendo il boccone, l'uomo andrebbe ad alzarsi, sovrastandola con la sua immensa altezza, ovviamente le lascia il tempo di allontanarsi un minimo, anche se la cosa durerebbe poco, in quanto, con tutta la calma del mondo, lo Hyuga tenterebbe di allungare le braccia in direzione altrui, solo il braccio umano tuttavia, non le vuole donare il tocco freddo di un braccio privo di vita, quindi, nel caso in cui lei si lasciasse raggiungere da quello stesso arto tatuato, lo Hyuga la attirerebbe delicatamente verso di se, dandole modo di poter ascoltare il proprio battito cardiaco, un battito profondo, calmo e dal ritmo rilassato, classico del gigante, ovviamente, il tutto sarebbe possibile solo se la signorina glielo permettesse. Il silenzio però non può permeare il tutto, c'è bisogno che qualcuno dica qualcosa, quindi, con un bel respiro e portando la mano sana sulla testolina altrui, lo Hyuga andrebbe a spiegare la sua reazione <Non ti devi scusare.. non ho mai visto una cosa così bella.. e il fatto che qualcuno col tuo talento mi vede in quella maniera, mi riempie il cuore di gioia.. solo che..> farebbe una piccola pausa lasciandola andare da quella presa, certo sta a lei allontanarsi ovviamente <Non sono abituato a provare questo tipo di emozioni.. quindi mi sono emozionato un po' più del dovuto.. perdonami..> farebbe un piccolo sorriso addolcito da tutto quello che è appena successo. Una volta finito il pianto, l'uomo va a prendere nuovamente posto su quella seduta da lui usata poc'anzi, sedendosi con calma accanto a lei, andando a prendere un altro mochi, questa volta solo uno, per poi continuare a parlare con la sua interlocutrice <Ti ringrazio davvero.. ti prometto che ce la metterò tutta, contro voglia.. ma ce la metterò tutta!> andrebbe a sorriderle di nuovo <Però per favore..> andrebbe adesso a guardarlo con gli occhioni da cucciolo bastonato <Non ti arrabbiare con me..> mentre la bocca verrebbe riempita nuovamente a mo di scoiattolo, per tentare di farla ridere di nuovo.

10:01 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] Quel tocco avviene senza che l'altro vi si opponga, forse perchè nemmeno consapevole di quanto accade attorno, tuttavia non appena esso avviene lui pare ridestarsi, facendo si che le perlacee si intreccino con le blu, osservandola in maniera profonda. Succede in un attimo, lui si alza, sovrastandola con quell'altezza suprema che lo contraddistingue, il braccio vivo che si allunga verso di lei che non oppone resistenza, ma arrossisce parecchio, come se colta alla sprovvista nonostante lui non abbia agito di impulso. Viene attirata a se quella testolina rossa, poggiata praticamente a livello del petto altrui, così che quell'orecchio pieno di orecchini ormai possa ascoltare quel battito regolare, calmo, come sempre pare lo Hyuga di fronte a coloro che lo osservano. Riceve una carezza, subito dopo un respiro profondo da parte dell'uomo, lei permane li, poggiata a percepire quella calma che non pareva appartenergli più. La voce di lui le giunge all'orecchio, complimenti per quel disegno fatto pensando di rappresentare quella natura sensibile, che ancora una volta si palesa in quella spiegazione. La presa di lui viene meno, la testolina rossa si allontana, le blu si alzano al cielo, cerca quegli specchi lattiginosi con i propri inumiditi. Semplicemente non è abituato a gioire? Cosa turba l'animo e la vita di una persona che apparentemente sembra buona e gentile? Le lacrime lasciano posto a un sorriso dolce, si allontana da lei, torna a sedersi, rubando un mochi dal piatto e ringraziandola per quel supporto da cheerleader. Poi guardandola con uno sguardo dolcissimo le chiederebbe di non arrabbiarsi, tornando subito dopo in modalità scoiattolo. Quelle blu velate di tristezza tuttavia non tornerebbero a sorridere, nonostante la faccia di lui sia impagabile. << Mi arrabbierò con te se non gliele darai anche da parte mia! Questo imbecille che vuole darti fastidio a prescindere non lo sopporto... >> Borbotta, è innervosita dall'idea che qualcuno possa venire alle mani con qualcuno che è già profondamente ferito. << E mi arrabbierò ancora di più se non verrai da me a farti sistemare! Sarò super arrabbiatissima in quel caso! >> E' indubbio come ora quel faccino corrucciato stia facendo i capricci, come la bambina che in fondo è. Seppur un male fisico, non le piace l'idea che una persona tanto fragile debba nuovamente subire dei soprusi, dei fastidi. Imitando un poco lui e per farsi passare il malumore andrebbe anche lei a infilare un mochi dopo l'altro in bocca, gonfiando le guanciotte: << Comwnqwe il disegnwo è twuo... >> Parlare con la bocca piena non è una brillante idea, soprattutto quando si sta regalando qualcosa a qualcuno.

10:32 Ichirou:
 La osserva in tutto quello che succede, il fatto che una ragazza così minuta sia entrata in contatto così facilmente con uno sconosciuto qualsiasi come lui, lo fa un minimo riflettere, gli dà da pensare, magari il fatto che lui si sente in quella maniera, è solo per il semplice fatto che ha passato troppo tempo lontano da tutto e tutti, magari, il fatto di avere quella vocina interiore non è un segno così negativo e forse, prendete le mi parole con le pinze mi raccomando, si tratta solo del mero bisogno di conversare di più con qualcuno che non sia necessariamente nei nostri pensieri o, che dir si voglia, noi stessi. Il tutto, viene però cancellato dal fatto, tuttavia, che lei non si metta a ridere di nuovo nel vedere la sua faccia gonfiarsi come quella di uno scoiattolo, la trova una cosa normalissima dopotutto, sembra esserci rimasta davvero male per quella confessione riguardo lo scontro che lo Hyuga si ritrova costretto ad affrontare, nell'udire quelle sue stesse parole, le sue labbra vanno a formare una piccolissima ''U'' capovolta, come se stesse indicando un certo senso di colpa nei confronti della ragazza, che tuttavia, viene compresa dall'animo dello Hyuga stesso, che nuovamente, anche se impercettibilmente parlando data la bocca piena di cibo, va a sorriderle in maniera molto addolcita, il classico sguardo di una sorta di fratello che guarda la sorella più piccola mentre tenta di esser forte dopo un pianto dovuto ad una caduta che ne ha causato una piccola sbucciatura sul ginocchio, quindi il classico pianto da spavento più che da dolore, le sue iridi perlacee si posano nuovamente su quel magnifico disegno, i suoi stessi occhi fanno quasi fatica a rimanere ''asciutti'' per così dire, vanno infatti ad inumidirsi di nuovo, senza tuttavia far cadere lacrima alcuna e, tornando poi su di lei, quello stesso sguardo si fa quasi illuminato, le palpebre si spalancano e quella piccola ''U'' capovolta, viene portata al suo stato originale nel vedere come anche lei sia effettivamente diventata uno scoiattolo con le guanciotte piene, ovviamente ha ascoltato e capito tutto ciò che ha detto, dalla parte della rabbia sino al regalo fattogli, quindi, di nuovo, quell'arto umano si andrebbe a muovere in direzione altrui, l'indice andrebbe ad irrigidirsi appena, puntando proprio su quelle stesse guanciotte, che sembrano così morbide da non far resistere il nostro protagonista, il quale, in maniera molto delicata ovviamente, preme appena su una di quelle stesse, sempre ammesso che gli venga permesso sia chiaro, per poi andare a rispondere con un semplice <Gwazwe..> la bocca sin troppo piena per poter anche solo pensare di dirlo bene, però si capisce, non gli resta che ritrarre quella mano adesso e aspettare una sua reazione o risposta, il tutto, donando un altro sorriso alla rossa, addolcito e sincero, come detto prima, più espressivo di mille parole.

10:58 Shizuka:
  [Bancone Chiosco Ichiraku] Il silenzio della piccoletta in quei gesti che rompono il di lei spazio interpersonale sono abbastanza significativi, così come lo è il fatto di non spostarsi, lasciarlo avvicinare e toccarla. Ma questo lui non lo sa, non è mai stato necessario suggerirgli di stare al suo posto, non superare il confine sottile del rispetto per gli altri. In maniera completamente naturale si sono avvicinati, forse per la profondità dimostrata dallo Hyuga, per il solo fatto di non tenere alta la guardia contro la Kokketsu. In fondo chi la conosce di più sa che non le piacciono le maschere, non ama chi mente nascondendosi dietro a una facciata di convenienza. Il fatto che lei non torni subito di buon umore rende lo stesso gigante meno sereno, la vede innervosita, arrabbiata, tratti caratteristici di una testolina calda come quella di Shizuka, che lui conosce appena. Però dietro a quello strato di rabbia si nasconde pur sempre una bimba, dai modi gentili e dal buon cuore che finisce per ingozzarsi di cibo per far passare il malumore. Alla fine sembrano due criceti con la bocca piena di mochi, cosa che fa ridere lui ma anche lei che tossisce un poco e cerca di mandar giù quel malloppo, bevendo un poco di thè subito dopo. Prende un bel respiro prima di rivolgersi a lui, un sorriso stampato sulla faccia mentre lo prende in giro: << Certo che sei proprio un tipo strano tu! Non riesco nemmeno a immaginarti mentre malmeni qualcuno. >> Già forse è anche un poco per quello che si è offerta di spalleggiarlo, perchè nonostante la stazza lei sa di essere ben più violenta di quanto sembra, soprattutto quando il sangue nero ribolle in quel corpicino. << Però mi raccomando lascia a casa Chop! Lui non deve vedere quella violenza! >> Già il povero pulcino non deve essere tediato dalle stupidaggini umane; sia mai! << Sono contenta che il disegno ti piaccia. Però mi piacerebbe farne un'altro un poco più acceso. Quando starai meglio >> Sposterebbe la testolina di lato, sul destro, lasciando intendere che lei in fondo si è accorta che lui non sia esattamente felice, o libero da quei pensieri cupi che aleggiano nella sua mente ma che non ha espressamente condiviso. Sarà lo sguardo dell'artista a rivelare i segreti della psiche altrui a una piccoletta che poco ha vissuto della crudeltà del mondo? Nella sua innocenza vorrebbe tutti felici, anche se spesso questo non è possibile. La mano destra andrebbe a prendere un altro mochi, infilandoselo un bocca masticando prima di parlare nuovamente: << Ne ordiniamo altri? >> Il faccino sereno si volge nuovamente a lui, come a invitarlo a condividere quel momento di tranquillità, il disegno viene staccato dal blocco e lasciato sul tavolo, mentre il resto viene riposto con cura. Non sembra voler andare via, in fondo si può parlare di un sacco di cose belle mentre si mangiano cose buone in ottima compagnia. [//END]

11:26 Ichirou:
 Mentre continua a mangiare, mandando giù quel boccone enorme, lo Hyuga la ascolta mentre lei stessa si beffa dei suoi comportamenti, la cosa non gli dispiace chissà quanto, sa di essere un tipo strano e che non dimostra la sua età biologica, ma a lui sta bene così, non le prende come delle offese, quindi andrebbe a risponderle con la sua solita pacatezza <Mi crederesti se ti dicessi che l'ultima volta che ho combattuto sul serio era proprio dieci anni fa per la protezione di Konoha dalle bestie demoniache..?> la sua sentenza è ricolma di amarezza, evidente ed apparente, ma il sorriso non si lascia dissolvere dal passato, anzi, il suo stesso sguardo si posa sulla di lei persona, nuovamente, andando a continuare quel discorso <Ero parecchio forte sai..? Riuscii persino ad abbatterne una in un colpo solo..!> ricorda come quella tecnica impatto sul volto di quella bestia <Purtroppo però, ci sovrastarono in numero, quindi dovemmo ritirarci..> seppur sia un racconto relativamente triste, lo Hyuga ha assunto sin troppa gioia per poter farsi abbattere in questo momento e, quando lei si preoccupa per Chop, subito un altro sorriso le viene donato <Non preoccuparti, non l'avrei mai portato con me..> andrebbe ad ammettere. Quando lei professa quel suo desiderio, lo Hyuga ne rimane per un attimo stupito, quasi senza parole, in un attimo lei ha capito, senza che lui dicesse niente, certo non che fosse complicato capire che non è appostissimo con la testa, ma a lei è bastata qualche ora, complessivamente parlando si intende, per capirlo al volo, quindi un piccolo sorriso viene fatto in direzione altrui, i suoi occhi vanno di nuovo ad ''impattare'' con quelli altrui, portandolo a professare <Attenderò con trepidazione quel momento..> ammetterebbe <Sia il momento in cui starò meglio, ma soprattutto il momento in cui farai quel disegno..> un altro sorriso, questa volta con una minima punta di malinconia. Quando lei lascia quel disegno sul bancone, lo Hyuga lo prende con delicatezza, non vuole che si rovini, spostandolo da dove si trovano le bevande ed il piatto ormai vuoto del cibo ordinato in precedenza, in maniera tale da salvarlo da eventuali schizzetti di tè o macchie di mochi, non lo vuole piegare, lo rovinerebbe, per ora se lo tiene vicino, protetto dai pericoli di quel bancone, per poi rispondere <Assolutamente!> per poi attendere in sua compagnia, l'arrivo della seconda portata appena ordinata, chiacchierando in tutta tranquillità con quella persona, che tanto lo ha capito come quanto lo ha accettato per quel che lui stesso fa apparire ed è, una persona sì grande, ma fragile e bisognoso si contatto con la realtà, un bimbo nel corpo di un gigante insomma. [END]

Shizuka e Ichirou si incontrano per caso in prossimità del chiosco di Ichiraku. Essendo lei di Kusa, da brava eretica ordina dei mochi invece che il ramen. Tuttavia i due si ritrovano a chiacchierare del più e del meno, conoscendosi un poco meglio. La Kokketsu riesce a rompere un poco le distanze attraverso un disegno e i suoi modi infantili. Se Ichirou verrà malmenato sicuramente avrà qualcuno che possa riattaccarne i pezzi!