Tako e Yaki

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Nel bel mezzo del centro di Kagegakure, esiste un piccolo locale adibito alla raccolta di richieste e urgenze da parte della popolazione rivolte agli Anbu. In questo modo, pur non avendo una base “conosciuta”, la gente può rivolgersi a questi ultimi senz’alcun problema. E’ anche naturale che gli Anbu vengon visti ovunque durante l’arco della giornata, quindi questo ripiego è necessario soltanto per raccogliere reclami, urgenze, contatti e quant’altro: una sorta di info point. Innanzi a queste varie cassette della posta, v’è la presenza di due Anbu che, quest’oggi, stanno raccogliendo tutte le informazioni raccolte in quelle cassette, le quali è possibile aprirle esclusivamente tramite un’accurata scannerizzazione delle impronte digitali: va da sé che solo gli Anbu possano effettivamente farlo. Non si trova chiaramente sulla strada principale, bensì defilata in una delle stradine senz’alcun logo in particolare o insegna. Il muro di cassette è lungo almeno cinque metri ed alto un paio, così da poter venir utilizzato pressappoco da chiunque a qualunque altezza. Il sole ne illumina uno scorcio, giusto un angolino poiché bloccato da un edificio poco più alto che lo scherma leggermente. Non c’è molta folla al momento, l’orario lavorativo è ancora nel clou del momento, per non parlare delle pause pranzo giunte quasi al termine. Qualche passante v’è sicuramente, che bazzica per le vie più grandi e principali, anziché nelle stradine laterali. Qualche cartaccia svolazza sospinta dal vento, qualche ragazzino non sapeva ficcarla in uno dei cestini disposti ai lati delle viuzze. La splendida agente scelto Manami potrà comportarsi come meglio crede, approcciarsi agli Anbu nel modo migliore possibile – o peggiore, a seconda delle domande che vuol rivolgere e del modus operandi che intende adottare. Le due figure precedentemente citate sono difficili da identificare per quanto riguarda sesso e lineamenti, poiché bardati con la doverosa maschera che ne modifica la voce e ne oscura i tratti, per non parlare della pettorina e dell'equipaggiamento che son soliti portare con loro. L'unico scorcio di pelle reso visibile son le falangi e il bicipite destro dov'è tatuato il simbolo della corporazione. [ Ambient – Chiusa ]

14:04 Saigo:
 Se solo avesse deciso di usare il suo ruolo nella shinsengumi forse avrebbe già potuto archiviare la questione, avere le informazioni necessarie e poi levarsi di mezzo e invece. No invece nonostante la sua sia un’indagine ufficiale oggi ha deciso di provare a fare la brava, niente abuso di divisa con questi anbu, almeno questa volta. Indossa un paio di anfibi con un leggero tacco a slacciarla, cammina lungo la stradina secondaria alla ricerca di quel dannatissimo posto per le segnalazioni, dopo aver invano gironzolato tra le mura per individuare la maschera a lei fin troppo conosciuta. Dopo giorni di ricerche si è arresa e quindi eccola semplicemente avanzare per quei luoghi, pessimo umore oggi. Un paio di pantaloni gessati a coprirle le gambe, un lieve risvoltino intorno alla caviglia così da far notare il paio di stivaletti dalla suola imponente. A coprirle in parte il busto una semplice camicia bianca, lasciata slacciata e legata in vita, poco sotto al seno, in modo da coprire tutto ciò che la decenza impone ma mostrare comunque un po’ di pelle candida, un giacchettino in pelle chiude il look di oggi. I capelli sono sciolti ed ondeggiano ad ogni suo passo, sul viso un filo di trucco, giusto per dare una lieve vita alle guance e del mascara per sottolineare quegli occhi rossi. Individuati i suoi obiettivi è verso di loro che si dirigerebbe, con le mani nelle tasche della giacca, lì pronta ad ogni evenienza ha sistemato i documenti che la identificano come agente scelto e anche il cellulare, non si sa mai. Si avvicinerebbe quindi continuando ad osservarli senza nemmeno provare a nascondersi <buongiorno> un lieve flettersi delle gambe, le ginocchia che si piegano mentre il capo stesso si china appena in avanti in quella che è a conti fatti un’elegante riverenza. Mostra rispetto ma al contempo non si prostra ai loro piedi, educata sì ma non per questo sottomessa, suggerendo quasi una posizione di parità sociale tra loro, un favore che ad altri anbu in diverse circostanze forse non avrebbe mai donato <sono Manami Saigo> non aggiunge il titolo, per ora ancora sta decidendo di non agire come agente, nonostante potrebbe anche esserne autorizzata <avrei bisogno di parlare con qualcuno di voi> solo adesso si rialza e porta i suoi occhioni rossi verso quelle due maschere, osservandoli ed attendendo un gesto, un inchino forse o semplicemente un saluto

I due Anbu si stanno occupando di raccogliere tutte le informazioni inserite in quelle cassette, una alla volta e con dovizia d'attenzioni. In qualcuna d'esse, vengono trovati anche annunci pubblicitari di qualche simpaticone che le ha scambiate come casella di posta di qualche abitazione. Le scartano immediatamente, accartocciandole e facendole cadere ai piedi. <Mhpf.> Sbuffa uno dei due, mentre vengono interpellati da una giovane che s'avvicina loro con un chiaro intento. Quello sulla sinistra, con varie scartoffie tra le mani, volge l'attenzione su Saigo da dietro la maschera a forma di volpe. Replica con un mero cenno del capo, appena flesso in avanti, il saluto altrui ma senza flettersi ulteriormente. Quell'affianco, nel frattempo, una volta terminata la raccolta, volge anch'egli lo sguardo sulla ragazza. Per quanto non sia possibile vederlo, sbarra gli occhi dietro la maschera felina. <Ti ho già vista da qualche parte! Eri in qualche spot pubblicitario, vero?> Le chiede con poco velato interesse, in attesa d'una risposta che sia quanto più affermativa possibile. La fama la precede, eh? Le reti televisive hanno cambiato totalmente il mondo che riguarda la fama, riuscendo ad arrivare nelle dimore di qualunque cittadino abbia accesso alla ninjanet o tivù. Maschera di volpe gli rivolge una piccola gomitata nel fianco, sistemando le richieste in un blocco unico che gli sbatte a ridosso dello stomaco, cosicché le prenda e continui a fare il suo dovere. Maschera felina si lamenta con un piccolo grugnito insoddisfatto, riprendendo da dove aveva lasciato ma non per questo esente dalla discussione che avverrà di lì a breve. <Scusa l'irruenza del mio collega. Se non sbaglio, era arrivata una richiesta da parte tua> Una di quelle che avrà tra le mani? Che sia stata poi smerciata direttamente in quelle caselline? Sta di fatto che ha comunque qualcuno a cui rivolgere le sue perplessità o le sue richieste e tanto dovrebbe bastare, no? <ma dimmi pure. Vedrò di aiutarti fin dove posso.> Poiché è altrettanto palese che dalla bocca degli Anbu non possa uscire completamente la verità. Vi saranno informazioni che soltanto loro possono avere e che non devono divulgare. La segretezza è il loro cardine principale fin dall'alba della fondazione degli Anbu, dopotutto. [ Ambient - Chiusa ]

18:24 Saigo:
 Li osserva, quel modo di relazionarsi, la gomitata e persino le parole che le vengono rivolte. Sorride gentile e disponibile come le si impone, come la cortesia le ordina. Come dire di no a quel faccino? Annuisce comunque simulando nel volto un po’ di imbarazzo <sì anche se penso che la maggior fama derivi da quell’annuncio sui ricercati della Shinsengumi, avete presente no?> continua a fingere semplicità ed imbarazzo lei pur mentre con il miele che viene esalato dalle sue corde vocali lascia che il principale messaggio li raggiunga. Non sta abusando del suo ruolo, le è stato praticamente chiesto, non si sta identificando ma almeno ora gioca a carte quasi scoperte <l’intervista per quei traditori> sorride ancora. Attende qualche istante, dietro alle maschere non può scorgere le loro espressioni ed adattarsi di conseguenza, non avrà facilmente idea di quanto le sue parole abbiano sortito l’effetto desiderato ma non può lagnarsi, cerca di concentrarsi quindi sugli altri segnali non verbali, i movimenti del corpo, eventuali scambi di occhiate tra i due, insomma cerca di tirare acqua al suo mulino accontentandosi di quel che le viene messo a disposizione. Non smette mai di mostrarsi cortese e ben disposta, una pacata e tranquilla espressione resta sul suo volto <avrei necessità di consultare i vostri fascicoli o almeno sapere se avete informazioni ad una certa gang> va subito al sodo. Si guarda intorno <forse possiamo parlarne in luogo più tranquillo?> non che li ci sia una folla in delirio eh ma non si sa mai, con certi argomenti la prudenza non è mai troppa. Semplice. La destra si alza, uscendo dalla giacca di quel chiodo in pelle, l’indice di mostra e circa all’altezza del suo orecchio va a stringere una ciocca di capelli nella quale si attorciglia, oh che dolce ed innocente ragazzina

Saigo cerca di far capire agli Anbu che hanno davanti un membro della Shinsengumi e, per quanto non sia in divisa, sempre tale rimane. A differenza loro, gli Anbu hanno due vita - ambedue separate l'una dall'altra, permettendogli così di vivere in maniera tranquilla quella originale. <Oh, vero.> Ammette quello con la mascherina felina, tornando a lavorare prima che il collega con la maschera da volpe gli rifili un'altra gomitata nelle costole. <Sì, mi ricordo anch'io.> Aggiunge successivamente colui che pare esser superiore all'altro, giudicando il modo in cui si rapporta con quest'ultimo e l'aver preso in mano la faccenda. Tuttavia, comprendendo come non sia quello il motivo che ha spinto la Manami sin lì, l'Anbu tenta immediatamente di protendere l'ascolto esclusivamente nei riguardi della vera e propria richiesta. <Difficile avere accesso ai fascicoli senza un mandato adeguato o una richiesta al Generale Boryoku. Devi possedere una motivazione più che valida, come suppongo tu saprai.> Serio nel vociare, non allude ad alcuna battuta a sfondo razzista per il ruolo che ricopre, tanto meno intende accendere un diverbio che potrebbe portare a nient'altro che problemi. <Tuttavia, se vuoi porre delle domande in merito a quest'argomento, vedrò quando e se sarà possibile rispondere.> Rigido nei modi di fare e nel parlarle, annuisce con un mero cenno del capo a proposito dello spostarsi in un punto più discreto. <Yaki, non far passare nessuno.> Bercia nei confronti della maschera felina, così da sincerarsi che il posto in cui la sta portando sia effettivamente "sicuro". <Seguimi.> Le intima, iniziando ad incamminarsi verso tutt'altra stradina, prendendo per sinistra e fermandosi a qualche metro di distanza dal punto precedente. E' più defilato rispetto a quella strada principale, meno trafficata perché è un vicolo cieco. Al momento, non passa nessuno e l'Anbu volge un'occhiata attenta sia in alto che nei pressi per assicurarsi che nessuno giunga proprio in quella stradina. Soltanto allora, riporta l'attenzione sulla ragazzina con la schiena poggiata contro il muro e le braccia incrociate al petto. <Ricerca personale, deduco.> Per esser qui senza una divisa, un mandato o qualcos'altro che attesti l'appartenenza alla Shinsengumi, l'unica motivazione che riesce a trovare è quest'ultima, a prescindere che la Manami voglia o meno dargli la soddisfazione d'una risposta. <Cosa ti serve esattamente?> Volendo andare immediatamente al dunque a sua volta. [ Ambient - Chiusa ]

19:04 Saigo:
 Un giorno imparerà a cavarsela da sola, senza necessità di sotterfugi ma è chiaro che quel giorno non sia oggi. Le speranze vengono disattese, certo se avesse beccato lo stesso torturatore, anzi il pessimo anbu che l’ha interrogata, avrebbe potuto agire ben diversamente, con varie pressioni ma così. Vorrebbe sospirare ma serba per sé stessa quel pensiero e quella delusione continuando a sorridere e mostrarsi esattamente come prima. Annuisce alla sua prima affermazione, senza cadere in quella che potrebbe anche venir vista come provocazione <ne sono consapevole ma ho pensato che avrei fatto prima così> sì cercando una maschera ormai scomparsa, forse a causa sua. Certo avrebbe potuto inoltrare richiesta ma per cosa? Uno smemorato che all’improvviso ricorda qualcosa del suo lontano passato per una vaga ed infondata minaccia al governo? Non è così scema. Le servono le prove prima di poter passare dai canali ufficiali. <grazie> ed è così che inizia a seguirlo andando semplicemente a muoversi dietro di lui, attenta a ricordare la strada ma soprattutto a cercare eventuali trappole, gli occhi si muovono, certo sono anbui e bla bla bla ma chi le assicura che non siano in qualche modo corrotti? Non si può mai sapere al giorno d’oggi e diciamo che il suo giudizio versso quelle uniformi non è dei migliori. La conversazione cotninua una volta arrivati e si ritrova a scuotere il capo. Scoprire le carte? Forse, giusto alcune <in realtà no, la gang potrebbe essere collegata d un caso ma si tratta solo di illazioni per ora e prima di muovermi ufficialmente ho bisogno di esserne certa> ammette così lei. Non ha molto da dire in merito, di certo non parlerà del caso in sé o di Kan. Raduna poi le informazioni, poche, che ha avuto fin ora <un gurppo che si fa chiamare Kyosei, li avete mai sentiti? Usano la bocca di demone come simbolo> ammette semplicemente <da quanto sono attivi? Sapete dove si ritrovano o c’è qualche membro già identificato? Ma soprattutto quanto sono pericolosi?> trutte informazioni necessarie prima di mandare Shizuka nella bocca di quel demone

Agli occhi di Saigo, nessuna trappola in vista. La strada sembra pulita e non c’è nessun riscontro che possa anche solo lontanamente lasciar credere che vogliano farle del male. Il collega dalla maschera felina resta indietro come gli è stato ordinato di fare, mentre quello con la maschera da volpe attende soltanto un responso da parte della donna. Si mantiene persino a distanza, discreto, aspettando che sia lei a prendere la parola – o a metter da parte dapprima le paranoie, per quanto assolutamente lecite. Un singolo cenno del capo è necessario per annuire alle di lei parole, alla spiegazione per la quale sta facendo quelle domande. Non è molto, invero, ma reputa che sia comunque abbastanza. <Non so se sei passata per la piazza di Kusa ultimamente> Mormora verso di lei con tono pacato, per quanto mascherato sapientemente dal modulatore vocale, rendendo difatti la voce androgina e meccanica. <ma la fontana non è un bel vedere. Qualche giorno fa, dei teppisti hanno generato una gigantesca rissa nella quale son rimaste coinvolte delle persone.> Le racconta, pur tenendo per sé una buona dose di particolari – come l’identità di queste persone, appunto. <Da quel che so, erano coinvolte due bande rivali in combutta per chissà quale territorio. Chi era nei paraggi, ha sentito dire che si trattava d’alcuni konohani e d’alcuni otini.> Sospira, mantenendo alta l’attenzione sia nei riguardi di Saigo che nei dintorni, accertandosi che comunque nessuno possa avvicinarsi a quella strada scelta per discutere dell’argomento. <Sono dei ragazzini che si divertono a fare a botte, causando però notevoli disagi. Se poi coinvolgono persone che gli danno manforte e che sfruttano il loro casino per generarne dell’altro, diventano un problema più grande. Non sono inarrestabili, ma sono in molti.> Il numero fa la forza, diceva un detto. Ma quando quest’è vero? Ne attende una reazione, sancendo il termine di quello scambio d’informazioni. <Dove hai sentito parlare della Kyosei? Potremmo scambiarci informazioni di frequente se cerchiamo le stesse persone.> Indirettamente... le sta proponendo forse una collaborazione sotto banco? Le informazioni che possono uscire dalla bocca degli Anbu sono ovviamente centellinate, tenendo conto che alcune sono strettamente confidenziali, soprattutto se non si hanno ancora prove concrete tra le mani. [ Ambient – Chiusa ]

19:37 Saigo:
 Kusa tzè, chi ne ha avuto il tempo? Lei avrebbe potuto ma se anche è passata in piazza non ricorda nulla di strano a dirla tutta manco ricorda se è passata da Kusa in questi giorni. Troppi zuccheri. Poco male, ascolta quello che ha da dirla cercando di capire in che modo possa essere collegato a quello che le interessa. Che si occupino loro dei teppistelli lei ha ben altro da fare. Lo lascia quindi esporre tutto il discorso senza fiatare, ascoltando e memorizzando ogni informazione, anche se inizialmente reputata superflua, chissà che possa esserle in qualche modo utile. Sparisce ora quel dolce e delicato sorriso, seria finalmente deponendo quella maschera, invisibile a differenza di ciò che indossa l’anbu <prima vorrei delle risposte> replica alla sua prima domanda. Non ah ricevuto nulla e già chiede ancora, certo lei è andata in cerca di un favore ma a quanto pare non è la sola interessata e crede che il suo interlocutore la reputi una buona fonte, quindi perché non tirare un pochino la corda <siamo colleghi in un certo senso> fa fatica a dirlo senza che una risata ironica si manifesti o senza che il disgusto prenda il sopravvento su quell’espressione imperiosa <quindi come si dice: una mano lava l’altra?> sta accettando? Pare proprio di sì, uno scambio di informazioni che se da una parte arriveranno centellinate dall’altra potrebbero addirittura essere false, inventate di sana pianta o nascoste, per quanto si faccia sempre sottovalutare nessuno ha mai sottointeso che le sue fossero buone intenzioni. Lo osserva <potremmo iniziare da ora, voi mi dite cosa sapete e io vi dico come li ho scovati> ovvero facendosi ferire quasi mortalmente e andando in ospedale, beh saprà sicuramente renderla una storia più interessante

La rosata pare accettare la proposta che le viene rivolta dall’Anbu, il quale non fa altro che svolgere la sua mansione di ricerca d’informazioni. La fanciulla, però, non pare molto concorde con le informazioni che le ha concesso, tanto da replicare a modo. Maschera da volpe non si scompone affatto, restando fermo e rigido nella posizione precedentemente assunta come se fosse una statua di sale. <T’ho già dato delle informazioni. Se sei venuta da noi, reputo tu non fossi a conoscenza dell’appartenenza di quelle gang a Oto e Konoha.> Tira su col naso, per quanto anche questo rumore venga chiaramente ovattato dalla maschera e dal relativo modulatore. Imperturbabile, anche e soprattutto ringraziando ciò che lo copre in viso, l’Anbu continua ad ascoltare e a guardare l’interlocutrice che, rispetto a poc’anzi, ha perso anche solo l’ombra di quel sorrisetto gentile e affabile. <Posso darti il nome dell’altra gang.> Anticipa l’informazione, dandole un trailer, un incipit. L’intenzione è stuzzicarle l’appetito, la curiosità. Non può volare poi molto alto se la Manami non si decide a rispondere a sua volta. <Un’informazione per un’informazione.> E così che le migliori – o le peggiori – menti si sono alleate col passare del tempo. Gira tutt’attorno al sapere, alle notizie che si possono recuperare in giro per i villaggi e i vari territori; un vantaggio che possa portare uno dei due a spuntarla sull’avverso. Bisogna trattare e, per quanto di fronte abbia un agente scelto, non v’è nessuna regola in vigore al momento. Ambedue possono agire come meglio credono, consci delle ipotetiche conseguenze. Di tanto in tanto, è possibile ascoltare maschera felina che intima a dei passanti di cambiare strada per via di alcune indagini in corso. Quasi nessuno protesta, tranne qualcuno che si limita a sbuffare perché dovrà allungare la strada per tornare a casa. Poco male, sta facendo il suo dovere e pare che stia anche funzionando. Quindi, Saigo e maschera di volpe possono continuare la loro trattativa senza un effettivo intoppo. [ Ambient – Chiusa ]

20:39 Saigo:
 Almeno ora ha capito perché le sono state date informazioni inutili. Sorride. Un sorriso diverso, più affilato, meno gentile e delicato, non ha più voglia di farsi sottovalutare qui si sta parlando di affari <il tuo metodo è sempre fornire informazioni non richieste?> informazioni parziali e con qualche aggiunta <perché dovrebbe interessarmi il nome dell’altra gang?> una provocazione? No una reale domanda, perché dovrebbe essere interessata ad altro? La comune amministrazione dei comuni criminali non la riguarda di certo, non la tocca né come privato cittadino né tantomeno come agente scelto. Non sbaglia mai quando giudica male quella corporazione, pensare che l’aveva quasi fatta ricredere <i demoni sono di Konoha o Oto?> più specifica ora, si leva di dosso quell’espressione fastidiosa, da stronzetta insomma, torna semplicemente seria. Un passo indietro poi ad alzare gli occhi verso il cielo, riflessiva parrebbe. Cosa potrebbe mai inventare? Chi lo sa. Vediamo spaccio di droga? Nah troppo facile. La mente corre alle informazioni ricevute da Kan <va bene ti dirò come ho scoperto il loto nome>. Sul volto torna quella dolce e delicata espressione, che stia davvero per dare qualche informazione utile <ho sentito delle voci in merito, pare si divertano a seppellire corpi> molto romanzata. Sì molto molto molto esagerata come questione <non che reputassi affidabili le fonti> menzogna? In un certo senso non ha mai ritenuto il medico affidabile sulla questione migliore amica, i sentimenti offuscano il giudizio e lui ne prova sicuramente molti <ma ora pare che io debba ricredermi> ammette mentre immutata resta quella dolce, docile e delicata espressione. Attende le sue informazioni come un cane attende il suo biscottino, ma attenzione potrebbe essere pericoloso reputarla addomesticata, non si può mai sapere quando deciderà di rivoltarsi

La lingua schiocca contro il palato innanzi all’affermazione proferita da Saigo, alla quale l’Anbu non può che replicare in quest’esatta maniera. Si lascia sfuggire anche una piccola risata di circostanza, portando la testa a piegarsi da un lato munita della consueta maschera a forma di volpe e gesticolando appena con la mancina. <E’ così che ti fai gli alleati?> Risponde all’altrui domanda con un’ulteriore, consapevole che quest’ultima appena esposta sia palesemente una provocazione rispetto al modo di trattare che ha avuto sinora. <Sei stata molto vaga sull’argomento della discussione.> Ha letteralmente dovuto estrapolare le altrui parole ad un certo punto, trovando per l’appunto un pretesto che potesse esser valido per tutt’e due le parti e non soltanto per il singolo. Questo per sottolineare ch’è complicato darle delle informazioni necessarie o ritenute utili se, per prima, non rivela ciò di cui ha davvero bisogno. <I demoni sono konohani.> Le rivela, giusto per sembrare meno ostico rispetto alle risposte e al tono usate per darle quelle più recenti. La discussione nasce in virtù degli atteggiamenti d’ambedue, seppur maschera da volpe si sia immediatamente arrestato, provando a risanare quel misero rapporto nato dalla necessità della Manami di rintracciare quanto più le sia utile. <Divertente. Dove li sotterrano?> L’attenzione è palpabile, la necessità di scovare quella risposta è quanto più incline al comportamento d’un cane, d’un segugio come lo sono gli Anbu in primis. <Ad ogni modo, parla chiaro. Sto esaurendo le risposte che posso darti in via confidenziale.> Sottolineando come sia tempo per lei di giocare le ultime carte se vuol ottenere qualcos’altro, allo stesso modo di come sta giocando lui, adesso. Mette le mani avanti per ovvie ragioni, tanto da rivolger un cenno del capo oltre quell’angolo, come a sottolineare qualcosa d’ovvio: troppe orecchie indiscrete che potrebbero far rapporto alla persona sbagliata. Colleghi sì, ma scalare le gerarchie è utile. [ Ambient – Chiusa ]

21:29 Saigo:
 Finalmente parla chiaro. Lascia stare la prima frase, come proprio lo stesso anbu si da fare per evitare che tutto degeneri lei si sforza di fare la stessa cosa, fortuna che non sia una tipa orgogliosa, capace di ingoiare qualsiasi rospo pur di ottenere quello che vuole. Bene i demoni sono dei Konohani, il che la porta sulla strada giusta, infondo Kane la sua amica sono dei mangiaramen <in quale chiosco di ramen si ritrovano?> un modo molto razzista di parlare in codice ma poco importa. Chi meglio di lei può comprendere quel cenno, miss “se serve tradisco pure mio padre” comprende perfettamente quel cenno così dopo aver chiesto una nuova informazione si limiterebbe ad evocare la conversazione avuta qualche tempo fa con il medico. Andiamo cosa sa lei, dove ha detto che ne aveva sentito parlare? <bosco oscuro> ed eccola andare poi a voltarsi appena verso l’inizio della via <posso confidare sul fatto che sarai in grado di trovarmi tu?> tic tac, sente il tempo scorrere, meglio non tirarla troppo tra le lunghe infondo, non che tema di non poterne uscire, infondo non ha mai detto di sì ne rivelato volutamente informazioni false, forse è stata solo parziale e frettolosa nell’analisi delle sue parole. Certo non le si potrà fare una colpa l’essere un’ingenua adolescente no? <il tuo nome in codice?> dovrà pur poterlo ritrovare e sarebbe difficile andare a millantare un certo anbu faccia da volpe, anche perché quanti ne esisteranno? Una foto alla maschera teme poi sarebbe un gesto troppo azzardato <immagino comunque che sarai in grado di trovarmi se dovesse servire> ammette. Infondo lei non ha coperto la sua identità. Attende ancora in silenzio senza dire altro. Tra poco sarà il momento di dileguarsi e andarsene. La mano destra si sistema i capelli, fingendo indifferenza, forse anche un po’ di noia, le spalle vengono date all’altro anbu lasciato di guardia ora, se il volto è serio e attento il resto del corpo comunica tutt’altro, come a volersi distaccare e in un certo senso voler suggerire a colui che non sta ascoltando quanto noiosa sia la loro conversazione adesso. Che faccia meno domande possibile, le è parso di capire che persino tra di loro qualcuno miri a far carriera. Un cane pronto a mordere la mano del padrone, alla fine non sono poi così diversi da lei, stile e ambizioni a parte

Da sotto la maschera, sente provenire una risata, qualcosa di difficile controllo che fa sì che l’Anbu si schiarisca la voce subito dopo. <Cazzo s’era razzista.> Ammette a mezza voce, staccandosi dal muro con un colpo di reni cosicché possa continuare ad avere le braccia incrociate al petto, senza il bisogno d’usarle. <Questo non l’abbiamo ancora scoperto.> Si stringe nelle spalle, mentre la guarda allontanarsi con quel suo sicuro modo di fare, come se sapesse già tutto del mondo, fiera di sé. A meno che non sia solo una maschera. D’altronde, si ha a che fare con un’attrice. <E’ il mio dovere.> Trovare le cose, rintracciare le persone. Allude al suo incarico ovviamente, dando per scontato che riuscirà a trovarla con estrema facilità. Si tratta pur sempre d’un volto noto e pubblico, ragion per cui reputa di non aver alcuna difficoltà. <Tako.> Annuncia il suo nome in codice. E’ divertente, non trovi? Yaki è un suo sottoposto, mentre lui è Tako. Takoyaki. Non si sa bene chi dei due abbia uno strano senso dell’umorismo o se sia Boryoku in persona quella triste tra tutti gli Anbu per farli girare in coppia. L’accorgimento di Saigo viene certamente apprezzato dall’Anbu, il quale si limita a fissar la donna allontanarsi, fingendo d’annoiarsi come se non avesse ricevuto alcunché da Tako. Ed è quel che Yaki deve essere portato a credere. <In caso, t’aggiornerò.> Si premura di replicare, seguendola soltanto quando quest’ultima si sarà allontanata abbastanza, districando le braccia dal loro precedente intreccio. <Yaki, hai finito?> Gli chiede, spostando la maschera per un’ultima volta all’indirizzo della rosata, lasciandola andare. L’accordo pare segnato. E chi l’avrebbe mai detto? Anche i due cani da guardia andranno via per provvedere a tutt’altro genere di richieste. Vengono fatti nuovi passi in avanti, una raccolta di informazioni che non si fermerà certo qui. Se ne attendono gli sviluppi mentre le strade vanno a separarsi, come è giusto che sia. [ End Ambient ]

Saigo cerca la figura degli Anbu per porre delle domande inerenti alle gang.

Incontra Tako e Yaki, riuscendo ad ottenere delle informazioni:

- I Kyosei sono originari di Konoha, l'altra gang di Oto
- La rissa a Kusa e la distruzione della fontana con persone coinvolte

Chiudono un accordo: si aggiorneranno.

No exp!