Magnare in compagnia in mezzo alla via

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con Kan, Shuuya

19:46 Kan:
  [Sedia] Giornata giunta al termine dopo un turno massacrante in ospedale, il Sumi opta per il classico chiosco di Ramen da Ichiraku, l'unico e solo originale. L'autunno porta con se un'aria fresca seppur in questo caso non venga risentita più di tanto, anzi, risulta accondiscendente il clima a tal punto da spingere il genin ad un abbigliamento estremamente tranquillo. L'odierno outfit del bianco è profondamente diverso dal precedente, esattamente come ogni volta in cui sceglie di cambiare stile. Questa volta ha optato per qualcosa di sobrio ma allo stesso tempo delineando i tratti della propria personalità limando quell'eccentricità iniziale. Calzari di scuro grigio discendono lungo gli inferiori arti ricoprendoli nella loro interezza, partendo dalla vita per giungere poco sopra la caviglia; marroncina la cintura intorno alla suddetta vita con fibbia nera per tenerli sollevati mentre un paio di alti stivali, del medesimo colore della cinta, ricoprono piedi risalendo fino a metà polpaccio inserendo in essi quei calzari. Al di sopra della caviglia due piccoli cinturini per tenere stretta la calzatura. Di un grigio estremamente chiaro, quasi bianco, è la maglietta a maniche corte a ridosso del busto la quale mette in evidenza il fisico del giovane, non scolpito ne tantomeno delineato alla perfezione, solo il giusto per poter risultare in forma con un minuscolo spacco a V all'inizio del petto. Al di sopra del tutto è posta, per concludere, una cappa dal colore nero all'esterno e dal rosso all'interno; una scelta di colori estremamente peculiare da parte del genin. Essa presenta una mantella la cui lunghezza tocca le caviglie, maniche lunghe a ridosso del palmo, un cappuccio tenuto abbassato, all'indietro. I laccetti son messi in posizioni diverse con uno solo ad unire le due ante della cappa mentre sul lato sinistro, in direzione del cuore, una placca in metallo con un effige al di sopra legata alla cappa stessa. Il tutto è concluso dalla presenza di un portaoggetti con al suo interno gli speciali inchiostri e fuda forniti dal clan, permettendo al suo innato potere di mostrarsi in tutto la bellezza di cui è dotato. Seduto su una delle sedie dinanzi al bancone attende la propria ordinazione <Abbonda con il manzo, mi raccomando> esordisce innalzando appena il tono vocale. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

19:57 Shuuya:
  [Chiosco] Dopo una dura giornata d'allenamento, non c'è niente di meglio di un bel pasto caldo. Questo è stato il ragionamento dell'archivista che, dopo una lunga e (finalmente) fruttuosa sessione di addestramento, ha deciso di allontanarsi dal proprio settore e andare a far nuovamente visita a quel piccolo angolo di paradiso che è il Chiosco di Ichiraku. Inoltre ormai è sera, quindi è giusto in tempo per cenare. Il suo classico vestiario tradizionale e antiquato a ricoprirlo. Il torso è protetto da un gi blu scuro decorato da un rombo bianco diviso in quattro rombi più piccoli, un simbolo che torna sia sul cuore che all'altezza delle spalle, sulle maniche lunghe fino a metà avambraccio. Dalla scollatura del gi si può intravedere appena il bianco dello hanjuban che svolge la funzione di maglia intima sotto di esso. Alla vita è legato un obi nero, quasi del tutto nascosto però da uno hakama anch'esso nero , legato da dei lacci marroni, che riveste per intero gli arti inferiori del quattrocchi, fino alle caviglie, lasciando appena scoperti i piedi protetti da sei semplici sandali zori. La sobrietà dell'abbigliamento viene interrotto unicamente da un bracciale di sfere di legno al polso sinistro, simile a un rosario buddhista. Inoltre, con sé ha l'ormai inseparabile Bishamonten: una katana apparentemente simile alle altre, se non per le dimensioni leggermente maggiori e per i colori, sgargianti se confrontati al resto del suo abbigliamento. Il fodero, infatti, è di un blu elettrico con venature dorate, mentre l'impugnatura è bianca. L'arma sacra trova posto al fianco sinistro dello spadaccino, infilata sotto obi e hakama e legata a quest'ultimo tramite un laccio nero. I capelli presentano la solita semplice acconciatura, che consiste in una coda di cavallo a tenere ordinata la chioma corvina, eccezion fatta per due ciocche ai lati, a contornare un volto dai lineamenti austeri. Lo sguardo delle iridi castane vaga per la zona, attraversando le lenti degli occhiali, senza che cerchino qualcosa in particolare se non il chiosco stesso, mentre il lento passo cadenzato lo porterebbe lungo la strada che, in base alla sua memoria, lo dovrebbe portare proprio verso la sua meta. Ecco, infatti, che il chiosco si presenterebbe dopo poco tempo davanti ai suoi occhi. Si avvicinerebbe ad esso, quindi, alzando l'arto destro in modo da sollevare appena le tendine caratteristiche che celano parzialmente l'interno del chiosco, così da entrare <Buonasera> Il saluto formale rivolto verso l'oste. Lo sguardo analizzerebbe al volo l'interno, notando la figura di Kan, a lui ancora sconosciuta. Andrebbe quindi a prendere posto allo sgabello alla sua destra, sistemando con cura lo hakama prima di sedersi. Ogni movimento è curato, come se cercasse di seguire una sorta di formalità anche in quei semplici movimenti, ma anche per fare attenzione a non far sbattere la propria Bishamonten da nessuna parte <Una porzione di tonkotsu, per favore> Ordinazione che verrebbe esternata all'oste, quindi. Le braccia verrebbero posate sul bancone, rilassate e composte. Attenderebbe quindi in silenzio che la propria comanda venga portata ad esecuzione nell'area di cottura del chiosco [Bishamonten]

20:10 Kan:
  [Sedia] Per quanto lunghi, i tempi di attesa risultano piacevoli in virtù dell'ottimo ramen preparato, nessuno può battere tale luogo e nessuna pietanza ha eguali in tutta Kagegakure, nemmeno il tipo nominato da Sango mesi prima. Attende paziente picchiettando con le bacchette sul bancone, dorate fisse dinanzi a se lasciandosi trasportare da una mole di pensieri uno dopo l'altro, tutti ricollegati alle ultime vicissitudini. Spazia la mente tra informazioni di un certo peso, piani per il futuro, obiettivi da raggiungere e legami da mantenere; mai come in quel periodo tanto è in gioco, non solo la propria vita bensì il destino, esso sta agendo attraverso il bianco spingendolo nel compiere azioni di diverso tipo, estremamente slegate dalla propria personalità ma necessarie se vuol portare l'ideale di libertà in quel mondo oramai succube. Inspira ed espira lanciando veloci occhiate alle figura dell'oste il quale sta cucinando il manzo, l'odore di carne si espande per tutto quanto il chiosco riempiendolo totalmente. Schiarisce la voce assaporando, inspirando quanto sta per essergli servito eppure tali distrazioni vengono meno quando una voce improvvisa si erge al suo interno inoltrandosi, sedendosi su una di quelle sedie; istintivo il moto del capo nel voltarsi per osservare il nuovo arrivato, un tizio con indosso vestiti particolari, antichi esattamente come lo stile da lui sfoggiato. Scruta l'altro con mesta curiosità ma molta attenzione, nota i piccoli particolari, la katana da lui portata. Impossibile per il genin comprendere la vera natura di tale arma, essa non è altro che un mero strumento eppure risulta facile ricondurre lo stile di combattimento altrui al più classico degli spadaccini, se non un'utilizzatore stesso dell'arte dell'houjutsu. Discosta lo sguardo, riporta le dorate sul viso trattenendo una leggera risatina, mitigando quel sorrisino la cui forza lo spinge a mostrarsi appena distendendo, di poco, le labbra, increspate <Ti vesti come in uno di quei film sui samurai> esordisce l'albino con tono vocale abbastanza alto da poter essere udito tranquillamente e senza troppa difficoltà <Sei un'attore per caso? O qualcuno in famiglia di ti vuole male?> riferendosi sempre e comunque all'abbigliamento; palese come in tale quesito vi sia una presa in giro piuttosto esplicita. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

20:34 Shuuya:
  [Chiosco] Una volta entrato nel chiosco non può non essere ammaliato dal tripudio di profumi che lo contraddistingue. L'odore del brodo e delle carni preparate si mischiano in un'aroma generale che non può fare altro che stuzzicare ulteriormente l'appetito dei clienti. Anche questa fase, precedente all'effettiva consumazione del pasto, in cui si inizia a mangiare con l'olfatto e l'immaginazione, è fondamentale nel determinare la qualità di un locale. E il quattrocchi non può che apprezzarlo, percependo in esso la lunga tradizione che ha permesso la chiosco di restare in piedi nonostante le varie vicissitudini della storia. Nel mente che attende, sentirebbe chiaramente la voce del suo vicino di posto rivolto verso di lui, a commentare sul suo vestiario. Mettiti in fila, tesoro: non sei il primo, né sarai l'ultimo. Lo spadaccino ormai si aspetta questo genere di commenti, il che non lo tangono minimamente. Si limiterebbe a voltarsi verso il konohano, allargando appena il sopracciglio destro. Nessuna nota di irritazione o offesa sul suo volto. Sono emozioni che in questo momento non trovano spazio. Angolo destro della bocca che si inarca appena, in un sorriso sommesso <Nessuna delle due. Vengo da una famiglia di stampo piuttosto tradizionale, sono abituato a vestirmi in questo modo. In fondo mi piace, inoltre si presta al mio stile> Anche e soprattutto di combattimento, ma lo lascia sottinteso, limitandosi ad abbassare per un istante lo sguardo verso la Bishamonten, prima di riportarlo poi su di lui. Il tono è assolutamente tranquillo, non cerca di difendersi, né di attaccare in alcun modo l'altro. Lo sguardo si posa sul Sumi, osservando invece il suo di abbigliamento. Decisamente più moderno. Diametralmente opposto al suo stile, come vale ormai per la maggior parte delle persone, d'altronde <Tu invece? Posso chiedere di cosa ti occupi?> Domanderebbe. Giusto per fare conversazione, per quel che gli riguarda non c'era niente in particolare nell'abbigliamento di Kan che possa suggerirgli quale sia il suo mestiere. Ha solo un sospetto, dovuto alla tasca portaoggetti, ma è ancora presto per trarre conclusioni. Nel frattempo, ecco che arriverebbe la suo ciotola di ramen tonkotsu fumante <Grazie> Rivolto all'oste [Bishamonten]

21:48 Kan:
  [Sedia] L'odierna vittima è rappresentata dal genin con il kimono, in attesa dell'arrivo della pietanza è su di lui verso il quale concentra le proprie attenzioni continuando a guardarlo, a fissarlo alla ricerca di una reazione, di un qualcosa capace di farlo divertire. La battuta sul vestiario è palese eppure il viso di lui non dice nulla, non mostra rabbia, irritazione, nessuno di quei sentimenti umani tipici. Straniato attende paziente quanto meno di sentire una replica, un confronto ed esso bene o male avviene sotto forma di spiegazione sulla propria discendenza, una famiglia tradizionale e un abitudine ad indossare un vestiario di questo tipo. Silente ode quanto ha da dire senza interromperlo neanche una volta <Tradizionale è un eufemismo, ho visto fossili essere più alla moda> si sofferma qualche secondo a parlare <Cavolo amico, mio nonno sembrava più giovane di te> continuando con quella serie di prese in giro ai danni del povero Shuuya. Non ci possiamo fare niente, il bianco è fatto così, deve rompere le scatole quando può per il proprio divertimento, passare il tempo nei modi migliori che conosce ovvero tirare fuori il peggio di se e delle persone. Se messo a confronto, il proprio abbigliamento risulta decisamente alla moda, molto più moderno, con uno stile totalmente opposto il quale cozza terribilmente con la tradizione. Gli piace così, uscire fuori dagli schemi ogni qual volta ne ha la possibilità, emergere dalla folla come figura unica, diversa da tutto e da tutti <Io? Sono un medico all'ospedale del distretto di Kusa e cameriere dell'Ochaya qualche sera> informa sui propri lavori e mestieri svolti nel corso della settimana <E tu invece? Sei un fabbro per caso?> indicando la di lui lama, ancora una volta non nota niente di particolare in essa, non che abbia visto mole katane in vita sua dopotutto. Schiarisce ancora la voce mentre la ciotola di ramen giunge finalmente, ricolma di brodo, noodles, manzo, uova e tutto l'occorrente per fare una cena degna di questo nome <Finalmente, grazie capo> cenno del capo all'oste prendendo le bacchette cominciando a girare la pietanza dinanzi a se. I giri vengono svolti lentamente, piccoli tocchi per raffreddarla il giusto per evitare di bruciarsi <Ichiraku è il migliore, non esiste nulla all'interno del villaggio capace di rivaleggiare con lui> ennesimo complimento rivolto al locale. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:08 Shuuya:
  [Chiosco] Ascolterebbe il konohano continuare con le sue frecciatine (decisamente poco velate) sull'anacronismo dello stile d'abbigliamento del quattrocchi. Niente di nuovo, lascia scappare una lieve risata sommessa a quella presa in giro, di cui tutto sommato apprezza la fantasia. Anche stavolta non abboccherebbe alle sue parole. Non perché si sforzi di non farlo o si trattenga dal rispondere, ma semplicemente perché ormai ne ha sentite così tante che quei commenti ormai gli scivolano via come brina su foglie di salice. Ha imparato a prendere il suo stile atipico con un certo orgoglio, essendo un modo per separarsi dalle masse. Non che a lui queste cose interessino, in realtà. Ascolterebbe poi Kan rivelare le proprie mansioni <Oh, lavori all'ospedale di Kusa? Sei un kusano, quindi?> Conclusione per lui logica, o comunque la più intuitiva. Sa che, soprattutto a Kagegakure, non sia scontato che chi lavora in un settore sia di quelle stesse origini, ma ritiene che comunque le probabilità siano relativamente basse, quindi non è la prima possibilità che prende in considerazione <Oh no, sono semplicemente un Genin specializzato nell'arte della spada> Direbbe, senza che nelle sue parole trasparisca orgoglio o altro. Semplicemente, è così <Kanzaki Shuuya, Genin di Kusa. Piacere di conoscerti> Un leggero inchino del capo accompagna quella presentazione, con fare rispettoso e formale, anche se non troppo ostentoso. L'attenzione verrebbe portata ora alla ciotola di ramen appena arrivata. Le bacchette verrebbero afferrate dalla destra prima che il palmo di questa venga portato a unirsi a quello della gemella, come in posizione di preghiera, e le bacchette stesse vengano posizionate fra pollici e indici di entrambe così da essere tenute orizzontalmente. Mani così congiunte che vengono portate all'altezza del petto e capo che si inchina appena <Itadakimasu> Formalità pre-consumo esternata ed ecco che le mani si staccherebbero lasciando solo alla destra il dominio delle bacchette, portate all'interno della ciotola per afferrare la prima manciata di noodles e portare la stessa alla bocca, la quale si occuperebbe poi di aspirare gli spaghetti. Farebbe attenzione a non fare troppo rumore, anche se qualche suono è inevitabile che venga prodotto. Un'esplosione di sapore all'interno del varco orale stimolerebbe le papille gustative, andando a dichiarare per l'ennesima volta la già consolidata supremazia culinaria di Ichiraku. Sentirebbe poi il commento di Kan sulla fama del cuoco. Boccone che verrebbe masticato e mandato giù, così da poter rendere la bocca fruibile al dialogo <Concordo appieno. A Kusa ci sono ottimi locali che offrono ramen, ma Ichiraku ha qualcosa di davvero unico> Ultime parole, prima di andare a riportare nuovamente le bacchette nella ciotola, pronte ad afferrare le prossime prede [Bishamonten]

22:22 Kan:
  [Sedia] Nonostante voglia ottenere qualcosa, quel qualcosa non giunge mai, al contrario, nell'altro sopraggiunge una mesta risata come se si stesse divertendo; in fondo, anche questo fa parte del gioco, non ottenere soddisfazioni bensì qualcuno che sta al gioco senza offendersi, estremamente positivo per rendersi simpatici alle dorate del Sumi eppure nel fare di Shuuya è presente uno stile forse fin troppo vecchio, difficile da sopportare o digerire per chi, al contrario, sfrutta a pieno le tecnologie fornite da quel nuovo mondo creato a posta per surclassare il vecchio. Annulla totalmente quei commenti nei di lui confronti optano per una soluzione diversa ovvero glissare completamente in favore del discorso che ne consegue. Scuote il capo alle altrui deduzioni, logiche, giuste su tutta quanta la linea, egli stessi avrebbe dedotto un simile finale senza se e senza ma, naturale quando si è privi di indizi capaci di permettere un'analisi ben più accurata <Konohano di nascita e stirpe> li una leggera fierezza emerge, mai una volta ha nascosto la propria appartenenza al villaggio della foglia essendovi persino nato, nell'originale. Fiero di quel villaggio ospitante di tanti ninja di valore, i migliori che il mondo intero abbia mai visto a discapito di tutti gli altri quartieri, persino superiori a quelli di Kusagakure <Si, quello lo vedo> cenno del capo indicandone la katana <Intendevo di cosa ti occupi tu invece> rigira la domanda a propria volta cercando di capire quale sia il ruolo dell'altro all'interno della società oltre ad essere uno spadaccino <Kan Sumi, genin di Konoha> presentandosi a propria volta ricambiando la gentilezza dell'altro <Non ti ho mai visto nel distretto di Kusa e dire che passo più tempo li che in quello di Konoha> ovvie le ragioni, non solo il lavoro ma anche la presenza della Kokketsu. Mere osservazioni quelle avanzate dal bianco, nulla di troppo invasivo prima di aprire le bacchette a propria volta cominciando a gustare il piatto; la fetta di manzo è la prima ad essere presa, portata alle labbra, addentata, masticata con fame e con voglia di riempire quello stomaco vuoto eppure Shuuya esordisce con l'ennesimo modo di fare antiquato <Tradizionale, eh? Santo cielo, sei troppo un coccio di legno> breve pausa <Non dirmi che per divertirti aiuti i vicini di casa anche tu> improvviso il quesito posto, dorate focalizzano lo sguardo sul volto dell'uomo alla ricerca di una risposta con il dire di Liuka ad occupare la mente. Una singola affermazione avente la capacità di mettergli i brividi peggio di un film dell'orrore <Ichiraku ha quello che manca in questo nuovo mondo, la passione> prelevando i noodles, tirandoli su uno dopo l'altro. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:54 Shuuya:
  [Chiosco] Ascolterebbe le parole del giovane andare in direzione opposta alle sue deduzioni, svelando quindi le sue origini <Oh, capisco. Non capita spesso di vedere qualcuno lavorare in un settore diverso dal proprio. Perdonami il frainteso> Si scuserebbe per le conclusioni affrettate, anche se per certi versi era inevitabile <Posso chiedere come mai proprio all'ospedale di Kusa e non di Konoha? Pura curiosità> Domanderebbe, aggiungendo quella postilla finale per specificare come la sua sia una innocente curiosità per andare a chiarire un qualcosa di atipico, privo di alcuna critica o chissà cosa, e questo lo si evincerebbe anche dal tono della voce, che rimarrebbe comunque cordiale. Il konohano andrebbe poi a riformulare la sua domanda, aggiungendo poi una presentazione completa, rivelando la sua posizione nel sistema ninja konohano e dissipando quindi il dubbio che era sorto nel quattrocchi a causa della tasca portaoggetti <Sono in apprendistato come archivista, presso l'archivio del settore di Kusa> Rivelerebbe poi per soddisfare la curiosità altrui. Non ha motivo di celarlo, non è che sia chissà quale posizione di rilievo <Non bazzico molto per il distretto, mi ritrovo buona parte del tempo a lavorare all'archivio e, soprattutto negli ultimi tempi, sono stato preso da varie cose> Tra cui i nuovi allenamenti presso il dojo Koshirae e il dover metabolizzare il fatto stesso che è membro di quel clan. Niente di che, roba di tutti i giorni. Le bacchette andrebbero ora a prelevare un'altra manciata di noodles, accompagnata da una fetta di maiale e un'alga nori. Il tutto verrebbe quindi portato alla bocca, per assaporare quella nuova combinazione di sapori. Ancora una volta, Kan commenta il suo modo di fare antiquato. A quanto pare è allergico alla tradizione. Non risponderebbe nemmeno all'ennesimo commento, limitandosi a mantenere gli occhi chiusi, mentre gode del suo boccone. Una volta mandato giù, risponderebbe poi alla successiva domanda, o meglio presa in giro, del konohano <No, sono ancora più noioso. Leggo e affino la mia arte> Un sorriso piuttosto largo rispetto al suo stile normale verrebbe rivolto verso l'interlocutore, in un'espressione divertita che accompagnerebbe il tono autoironico dello spadaccino, ben consapevole dell'atipicità dei propri gusti, decisamente non giovanili, né tanto meno alla moda o socievoli. Mentre le bacchette portano alla bocca un altro boccone, ascolterebbe il commento del medico sulla qualità di Ichiraku, mantenendo l'attenzione portata momentaneamente sulla ciotola. ulteriore boccone mandato giù <Già, non hai tutti i torti. Questa situazione problematica ha provocato dei grandissimi cambiamenti sociali...> In riferimento ovviamente alla situazione al di fuori delle mura, con quelle bestie a zonzo per il mondo che costringono la gente a quarantenarsi in quelle mura che sono Kagegakure <Tu in cosa la trovi? La passione, intendo> Domanderebbe infine [Bishamonten]

23:16 Kan:
  [Sedia] Non si sorprende dell'altrui sorpresa, normale restare stupiti nell'apprendere di qualcuno il cui lavoro è situato in un distretto diverso rispetto al proprio <Perdonarti? Non mi hai mica offeso> ridacchiando, lasciandosi andare ad un risolino divertito. E' vero, non capita spesso, la stessa Kokketsu lavora a Kusa in quanto ninja di tale distretto, tutto nella norma per lei e come il destino insegna, la domanda giunge puntuale come un orologio. La curiosità innata dell'essere umano viene a galla nell'essenza di Shuuya eppure la risposta è ben più complicata di quanto si possa immaginare; rispondere con la verità risulta escluso, troppo vi è in ballo e la segretezza dev'essere mantenuta. Qualcosa, però, può dirla, un riferimento, un qualcosa nato per puro caso <L'ha chiesto la mia ragazza> semplicemente <E' medico anche lei e per passare più tempo insieme, ha proposto il mio trasferimento in pianta stabile all'ospedale di Kusa, perciò, eccomi la> schiarisce appena la voce <Non che cambi molto, se serve mi spediscono lo stesso a Konoha per una giornata> l'hanno dimostrato ampiamente, l'ultima proprio di recente. Un modus operandi atipico del sistema sanitario del villaggio delle ombre. Inspira, espira, prende e rilascia continuamente ossigeno nel rispondere a quelle domande, continuare la conversazione nata per puro caso <Un archivista? Mh...si, ho conosciuto uno tempo fa dello stesso mestiere ma non so se fosse apprendista> la mente volge direttamente a Shiroyuki ed alle sue parole, le affermazioni di quel giorno al bar <Praticamente sei un topo di biblioteca> ennesima la presa in giro ai danni del povero Kanzaki il quale subisce evitando di ribattere <E qual è il compito di un apprendista archivista? O dell'archivista in generale comunque> per quanto possa azzardare una risposta, desidera udirla direttamente dall'interessato ottenendo, in questo modo, una sicurezza maggiore su cui poter fare affidamento. I discorsi proseguono tra una mangiata e l'altra, un boccone trattenuto tra i denti, spaghetti risucchiati dal brodo gustando la propria cena in pace fino a bloccarsi nuovamente <Posso capire la lettura, leggo anche io ma considerare l'allenamento un divertimento...> incredulo riporta le dorate sull'uomo, una versione cresciuta di Liuka <Porca miseria, c'è un ragazzino di nome Liuka con cui andresti d'accordo. Adesso dimmi che sei vergine e ho trovato l'accoppiata perfetta> ecco, giusto per girare il coltello nella piaga. Difficile come tutto ciò rappresenti una mera coincidenza, il destino a volte è davvero assurdo. Ode quanto viene proferito, annuisce trovando se stesso d'accordo con l'altrui verbo ed ecco il quesito, l'ennesimo, più diretto, più personale <Nella libertà> sentenziando <In ogni sua forma ed espressione, la libertà è tutto. Tutto ciò che Kagegakure non sarà mai>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:44 Shuuya:
  [Chiosco > Settore Kusa] Nel mentre che continua a consumare il proprio ramen, ecco quindi che arriverebbe la spiegazione del konohano al dubbio del quattrocchi. C'è di mezzo una ragazza, quindi. Ignaro che essa sia proprio Shizuka, che ha conosciuto poco prima. Quello no, è un collegamento ancora impossibile per lui <Ah, capisco. Non pensavo fosse possibile. Non sono molto pratico delle politiche del sistema sanitario attualmente in vigore a Kagegakure, ma effettivamente ha senso. Dopotutto, ora siamo tutti piuttosto vicini, gli spostamenti da un "villaggio" all'altro è più semplice> Enfasi posta in quella parola usata al posto di 'settore', a sottolineare l'atipicità della situazione e il fatto che, per quel che possono dire in giro, quei settori non saranno mai i veri villaggi ninja, attualmente lì fuori in balia delle bestie. Alle parole di lui relativamente alla mansione del kusano, e in particolare alla ulteriore presa in giro più che telefonata, andrebbe a sorridere nuovamente <Precisamente> La risposta di lui. Molti la considerano un'offesa, ma lui non ci trova nulla di male. Meglio un topo di biblioteca che un gorilla senza cervello <Beh, un archivista in generale si occupa principalmente di inserimento e catalogazione di informazioni, di vario genere. Naturalmente, a seconda del grado di esperienza si può accedere a informazioni sempre più precise, ma nel mio caso sono piuttosto limitate> Breve pausa <In quanto apprendista, oltre a essere seguito da un superiore per apprendere meglio il mestiere, mi occupo della risistemazione di documenti e, vista la tecnologia presente qui, anche nella conversione in digitale di alcuni testi. Sempre roba molto semplice, comunque> Spiegherebbe, per soddisfare la curiosità del proprio interlocutore, senza entrare troppo nei dettagli sul bagaglio di informazioni a cui può avere accesso o meno. Non che siano tante, comunque, in quanto apprendista è alla base della base della catena d'informazioni. Ulteriore commento incredulo del Sumi sugli hobby dello spadaccino. Doveva aspettarselo, ormai ha capito che in quanto a stile sono proprio come acqua e olio <Questione di punti di vista> La sua risposta, convinta e comunque priva di tracce di risentimento o altro. In fondo, per lui è più che un divertimento. È quasi la sua ragione di vita. La sua via del ninja. Ultimi bocconi che andrebbero a finire il ramen, lasciando quindi solo il brodo. Quando poi lo sente nominare un certo Liuka, sconosciuto a lui, e fare adduzioni sulla sua attività sessuale, il kusano si limiterebbe a fare una lieve risata sommessa, andando poi a portare la ciotola alla bocca, così per iniziare a bere parte del brodo del ramen. Lascerebbe quella enigmatica risposta lì, lasciando che il Sumi maceri nel dubbio atroce (ma anche no). Poi, il tema diventa un momento più serio. Libertà. Un semplice verso a bocca chiusa, soffiando dal naso, come a voler sommessamente manifestare un'opinione dopotutto concorde con le parole del konohano, ma che lascerebbe comunque spazio ad altre interpretazioni. Il tema è delicato e complesso. E, tra l'altro, l'ora è tarda per il quattrocchi. Ecco quindi che andrebbe a terminare il ramen, sorseggiando il brodo rimasto dalla ciotola <Speriamo che un giorno riusciremo a riconquistarla> Si limiterebbe solo a dire, prima di posare la ciotola sul bancone. Bacchette che verrebbero posate quindi in orizzontale sulla ciotola come vuole l'etichetta, prima di la destra vada a infilarsi nel risvolto interno del gi in cerca di qualche ryo, il corrispettivo del pasto appena consumato. Denaro che verrebbe quindi posato sul bancone, pronto per essere ritirato dall'oste <Grazie mille. Era squisito, come sempre> Ringraziamento accompagnato da un altro leggero inchino del capo appena accennato <È stato un piacere conoscerti, Kan-san. Chissà, magari la prossima volta ci vedremo da me> In riferimento al settore di Kusa, ovviamente. Si alzerebbe dal suo posto, quindi <Buona serata> Ultimo saluto verso di lui, prima di uscire dall'area del chiosco oltrepassando le tendine, per poi allontanarsi, diretto verso il proprio settore [Bishamonten] [USCITA]

23:58 Kan:
  [Sedia] Molte cose sono attualmente possibili con il nuovo sistema di distretti, adesso essere parte di un solo villaggio rende i rapporti drasticamente più facili rispetto a dieci anni prima in cui la distanza può causa problemi di qualunque tipo <Beh, di base un medico va dall'ospedale di Konoha a quello di Kusa continuamente se serve, perciò anche senza un trasferimento avrei comunque prestato servizio anche li. Con il trasferimento posso considerare quella struttura la mia sede principale> una risposta al quanto semplice ma esplicativa di come funzionino le cose <Più semplice è dire poco, i distretti sono attaccati. Ci si può spostare con immensa facilità seppur siano una replica dei villaggi originali, un plastico gigante> paragone azzardato ma non può dire nulla di più, quello sono, quello rappresentano e nulla in quel mondo può cambiarlo, per adesso. Il piano sta procedendo lentamente ma deve procedere, liberare il mondo esterno dalle chimere avrebbe concesso quel tipo di libertà a lui tanto agognata e desiderata, oltre al permettere l'accesso a numerose possibilità in più. Ode l'affermazione dell'altro insieme alla spiegazione su cosa sia un'archivista; il proprio ragionamento risulta in parte corretto, la definizione è, bene o male, simile a quella pensata pur apprendendo qualche nozione in più. Anch'essi variano in base al loro grado, all'esperienza, egli ha accesso a qualcosa di molto più limitato <Comprendo> annuendo <Potrei dire che è si tratta di un lavoro noioso ma ha il suo perchè, ne ha molto> qualcosa frulla nella mente del bianco, un lavoratore del genere può essergli utile? Decisamente. Forse può fare ben più cose di quanto si possa pensare. Non replica nei riguardi dei punti di vista, non desidera entrare nuovamente in quel discorso preferendo dare risposta al quesito successivo. La libertà è la passione del bianco, un tema riscoperto da poco, bramato, desiderato ardentemente e per cui è disposto a fare di tutto <Sperare non serve a niente se nessuno fa nulla, Shuuya. Se vuoi la libertà, devi muoverti e agire> qualcos'altro viene smosso nella geniale mente dell'albino seppur ancora non esplichi niente, anzi. Trattiene qualsiasi altro pensiero, i momenti non sono propizi. L'osserva alzarsi, pagare ed elargire un saluto. Un cenno del capo come replica <Tanto mi trovi sempre da quelle parti, sicuramente ci incontreremo> confida anche in questo per il futuro <Sera a te> tornando, una volta che l'altro se ne sia andato, a mangiare il proprio ramen con tranquillità ed in silenzio immergendosi nuovamente nella mole di pensieri. [END]

Kan e Shuuya si incontrano al chiosco di ramen. Iniziano a parlare, prima tra gli sfottimenti del sumi per poi inoltrarsi in argomenti più spinosi come la libertà, il lavoro di archivista dell'altro e la speranza di riottenere la libertà privata.