Si sta come d’inverno sulla riva Matono e Saigo

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20:15 Matono:
  [pressi oasi] Notte sul villaggio delle ombre, una notte sempre più autunnale contornata da una brezza decisamente fredda proveniente da nord ovest, certo Matono non è il tipo da avvedersi troppo del freddo o lamentarsene in qualche modo, sicuramente non lo fermerebbe dall'uscire di casa, casa che frequenta davvero poco. la figura dell'uchiha e ammantata da una mantellina cappucciata verde, che ne cela parzialmente il viso, nonostante l'illuminazione artificiale dell'area attorno. Sotto questa mantellina i soliti vestiti comodi, maglia bianca a mani che lunghe, ma arrotolate grossolanamente fino ai gomiti, pantaloni lunghi scuri e scarpe chiuse, infine borsetta portaoggetti sul fianco destro, contenente 3 fuuda con relativo tronco, uno spray curativo ed un tonico ripristina chakra. Si trova nell'area della sabbia, per la precisione a sud di essa a ridosso del centro del villaggio, il suo incedere lento e cadenzato su una stradina ciottolata lo ha portato a ridosso dell'area del laghetto sunese, lo sguardo controlla i dintorni con attenzione, espressione come sempre piatta, sebbene sia piuttosto difficile scorgere qualcosa dalla bocca in su. Giunge ora a ridosso dello specchio d'acqua, osservandone l'inizio poco distante dalle proprie calzature, l'immagine riflessa e non è molto nitida e solo abbozzata, mancanza di luce suppone, la studia comunque, rivedendola molto più reale di una osservata durante il giorno. Dunque si siede in riva a questo lago, disteso con le caviglie incrociate, la schiena si porta verso il terreno, lasciandola letteralmente cadere e controllandone la velocità con gli addominali, una volta raggiunto il suolo lascia che anche il capo vi si poggi, osservando dunque il cielo notturno, in silenzio totale, solo il vento che increspa leggermente l'acqua che di rimando avanza lungo la riva giunge all'udito dell'Uchiha, un ottimo momento per pensare si direbbe, ma meglio pensare con tutto il proprio potenziale attivo, anche la mente ne gioverebbe di sicuro, dunque lesto porta la mano destra a ridosso del petto e componendo il consueto mezzo sigillo della "capra" per andare poi a socchiudere gli occhi temporaneamente, regolarizzare il respiro dopo aver tratto un profondo sospiro. Il primo passo è tentare di concentrare il chakra all'interno di sè, un immaginario contenitore dalla forma tonda inizia a riempirsi di chakra. Una volta colma tenterebbe di dare un moto a questa energia, lasciandola scorrere come un fiume in tutto il corpo prepotentemente, controllandola per quanto possibile tramite la mente, che dovrebbe dirigere tale moto, tenta di attivare ogni tsubo presente lungo il proprio corpo, da capo a piedi, andando infine a tentare di rendere questo flusso duraturo e regolare , dando energia ad ogni muscolo e potenziando inoltre tutti i sensi , o almeno è quello che si aspetta succeda nel caso il tentativo riesca . Palpebre ora che tornano a vedere la luce, o meglio l'oscurità della volta notturna[3/4 tentativo impasto][3 fuuda tronco - spray curativo 1 - tonico chakra 1]

20:43 Saigo:
 Non importa quanto freddo possa fare, non importa quanto le temperature possano essere scese, lei ha visto il cielo terso, senza nubi e così è uscita per andare a comprarsi un gelato. Infatti eccola lì tornare verso casa sua con un vassoietto ormai praticamente finito di mochi gelato appena fatti. La pallina appiccicosa di colore arancione è nella sua mano destra, la regge con pollice ed indice e mentre quelle due estremità congelano velocemente apre la bocca per dare un primo morso a quel fredde, anzi fresco, cibo. Cammina tranquillamente per la strada, diretta verso l’oasi e quindi verso casa sua. Decide solo all’ultimo di fare una deviazione, così per finire di mangiarsi il gelato senza farsi beccare da Nobu o farselo rubare dal gatto. Indossa un semplice paio di pantaloni della tuta grigi, enormi a ben vedere, tanto che sono stati risvoltati un paio di volte in vita così da evitare che le cadano e soprattutto che i pantaloni striscino a terra. Un paio di sneakers nere e molto semplici. Sul busto invece un cappottino nero, elegante e molto scuro, in lana e chiuso in vita grazie ad una cintura ben stretta, dalle sue spalle, proprio sotto all’invernale cappotto spunta, in prossimità del coppino, un cappuccio di una classica felpa, il rosso lotta con il mare rosa da cui è invaso, impegnato l’indumento in una guerra. Non si vede altro di quel corpo quasi minuto nascosto sotto a quegli abiti palesemente indossati a caso. I capelli sono malamente lasciati sciolti, spettinati, tenuti fermi solo da un cappellino in lana nera abbastanza ampio da coprirle quasi tutta la fronte. Occhietti rossi vispi come non mai. Quanto sono buoni i mochi. Mastica. Cammina. Trascina un po’ i piedi per la stanchezza e finalmente non pensa a nulla. Non ci sono bestie a Kiri, non c’è Fuji accanto al suo appartamento e non c’è lo spettro di Haru a ricordarle l’ennesimo rifiuto. Passa tra un lampione e l’altro addentrandosi poi sulla sabbia abbandonando così la luce per immergersi nell’oscurità, avvicinandosi ad un Matono che per il momento le appare ancora invisibile, un’ombra scura ai suoi occhi che non merita molta attenzione. Ormai è vicina a raggiungerlo

20:56 Matono:
  [Pressi oasi] Guardando il cielo gli sembra di percepire meglio i rumori naturali, la stessa vista sembra più nitida e tutto più dettagliato e messo a fuoco, in questo caso le stelle e la luna, in crescita ma ancora ridotta ad un piccolo spicchio. Resta in quella posa per diversi minuti, nulla sembra esser pronto a disturbarlo in alcun modo, c'è solo Matono, il rumore dell'acqua e del vento, sabbia sulle mani, sabbia che si alza sospinta dal vento e gli arriva addosso, ma non se ne avvede particolarmente, restando immobile. Poi un lieve fruscio, un moto nei suoi immediati pressi lo mette in allerta, l'udito triangola la posizione dal quale proviene ed il cervello manda l'impulso al corpo di darsi una svegliata, polpacci e bicipiti che si tendono, l'atto è funzionale al potersi alzare velocemente con gli addominali a dare manforte quando deve trarre la parte superiore del corpo via dal terreno, il rumore ormai gli è addosso. La figura del moro dunque scatta in piedi con un movimento circolare, direttamente voltato in direzione del disturbo improvviso, espressione torva sotto il cappuccio, che dato il movimento repentino cade indietro e rivela le sue fattezze più chiaramente agli eventuali assalitori.<Mh?> Mugugna, facendo fuoriuscire dalla gola più che dalla bocca, un suono senza significato colloquiale, un onomatopea allarmata dello stato attuale delle cose, ora può cercare di mettere a fuoco la figura scura in avvicinamento, l'altezza e la corporatura si direbbero quelle di una donna, poi scorge il rosato colore della chioma e gli occhi rosso languido, più scuri al centro, la fissa per qualche secondo prima di riconoscere effettivamente chi si trova di fronte, ne osserva comunque la fisionomia facciale con attenzione fissandola poi negli occhi, dapprima torvo poi ammorbidisce il suo approccio, tornando alla piattezza consueta.<Oh sei tu.> Riconosce in Saigo la presenza presso il lago, cosa che gli ricorda che quello è esattamente il posto preferito della donna, certo in realtà voleva trovare proprio lei, ma ultimamente reagisce come una molla abbastanza spesso. Intanto la donna mastica bellamente e vistosamente del cibo, corredata da un abbigliamento che ne fa decisamente un maschiaccio, almeno a prima vista, Matono comunque non gli frega molto dell'aspetto a cui ha dato solo qualche secondo, resta a fissarla negli occhi per tutto il tempo prima e dopo l'intermezzo, commentando poi con voce atona.<è da un pò.> Effettivamente dall'ultima volta ne sono successe a pacchi, ma il moro non è qua per raccontarsela o fare pettegolezzi.<Credo sia il momento di dare un colore alla nostra idea.> Cripticamente afferma d'esser li per discutere del piano del laboratorio, si augura che Saigo sia in un momento di grande perspicacia per capirlo[Chk ON]

21:07 Saigo:
 Ah le si è appiccicato tutto alle dita. Mentre si avvicina osserva appunto il mochi che resiste ad ogni suo tentativo di aprire la mano. Maledizione. Scuote appena le spalle e va a dare un secondo morso cercando di far presa con i denti per staccarsi il cibo dalle falanga, seppur temporaneamente. Presa in quella furiosa lotta quasi non nota Matono voltarsi verso di lei, se non fosse per quelle parole probabilmente si sarebbe accorta d’essere arrivata all’oasi solo dopo essersi bagnata le scarpe. Blocca il suo passo e mastica. Riprenderà a scollarsi dopo. Lo osserva con estrema attenzione. Non se lo ricordava così, in qualche modo le era pur sempre sembrato insicuro, come se mancasse qualche pezzo di lui, o forse è solo passato del tempo e si sta confondendo. Comprende quel che le vien detto ma visto che appunto è da parecchio che non ne sa nulla non sembra sprizzare di gioia da tutti i pori <ti sei procurato un cellulare?> domanda solamente. Non ribatti alle parole del ragazzo, a quella che viene interpretata da lei come una presa di posizione, si ricollega al discorso concluso ormai anni fa. Forse non anni ma quasi. Lo osserva con attenzione, non ci cascherà nuovamente, si promette di non farlo ancora, è stufa di venir rifiutata. Si infila quel che rimane del gelato in bocca, andando a liberare finalmente la mano destra per quanto pollice ed indice restino appiccicosi. Mastica. Non offre nulla oggi. Non che sia più restia a farlo, semplicemente li ha già finiti. Gli occhi rossi lasciano il ragazzo andando a spostarsi sulla sua mano, ora giochicchia con indice e pollice facendoli attaccare tra loro per poi allontanarli pian piano, sembra così presa da quel movimento. Deglutisce. Continua quasi ad ignorarlo <perché ci hai messo tanto?> infondo lei aspettava. Come sempre nella sua vita. Lei era lì, passiva, si era affidata a loro e attendeva solo di essere ricordata, cercata. Contattata. Per quanto Matono le sembri cambiato forse non si rende nemmeno conto di quanti passi avanti abbia fatto lei, non è più in attesa, chiede, domanda e quasi ordina. Ha perso e riacquistato sicurezza in sé una marea di volte e pian piano sta imparando a non affidarsi nemmeno inconsciamente ad altri, se fallirà sarà solo a causa sua, quello può sopportarlo. Ha affrontato, si fa per dire, una bestia ed è+ ancora viva per raccontarlo, le ha incrociate sul suo cammino per due volte e ne è sempre uscita fisicamente illesa, ha affrontato la morte in combattimento, perché non iniziare anche a muoversi da sola? L’unica stampella di cui ha bisogno è Nobu

21:29 Matono:
 Sulle prime Saigo sembra non rendersi minimamente conto della sua presenza, data la lotta che cattura la totale attenzione della rosata, sembra che stia perdendo contro un dolcetto al quale non riesce a dare identità, un po perche lo sta mordendo ed e ridotto a pezzi, un po per il fatto che ha smesso di guardarlo immediatamente. Poi ricorda che gli aveva detto di procurarsene uno, cosa che il moro ha inavvertitamente fatto, ma poi completamente dimenticandosi di utilizzarlo per comunicare appunto con Saigo.<Oh> sospira prendendo coraggio, non cerca scuse, tanto non è molto capace a mentire, dunque taglia corto ed ammette sinceramente.<Me lo sono procurato si, ma ancora non l'ho mai utilizzato se devo essere sincero, dunque mi sono proprio dimenticato di averlo.> Cerca di archiviare velocemente questo buco nero nella sua memoria e nella sua dignità proseguendo verso la seconda replica della rosa, che poi è una domanda, ha decisamente ragione a riprenderlo.<Si ciò messo tanto.> Conferma, ma ha decisamente delle buone ragioni per essersi occupato perlopiù di quello che lo riguardava, un gran egoista si, però e qui e i tempi non erano stati stabiliti, quindi con espressione serena continuerebbe<Ma ora sono qui, come avevo detto.> La parola l'aveva data ed ora l'ha mantenuta, certo ci sono molti passi da portare a termine, però finalmente ne stanno parlando. Nota perfettamente che Saigo fa un pò la sostenuta su questo ritardo, dunque il moro fà quello che gli riesce meglio, ignorare le cose facendo finta di nulla, anche perchè in realtà non capisce bene quello che sta succedendo a livello strutturale.<Credo sia il momento di muoversi.> Afferma deciso, continua a fissarla in viso anche quando ella distoglie lo sguardo per portarlo in luoghi casuali, attende che ritorni verso il moro semplicemente, mentre la bocca porta nuove parole all'udito della rosa.<Poi avremo tempo di parlare del motivo percui non mi hai visto. ma dato che hai aspettato già tanto, direi di cominciare a parlarne seriamente.> Preme l'acceleratore andando a vedere il piccolo bluff emotivo di Saigo oppure è offesa davvero, Matono non lo comprende ancora, troppe poche informazioni sul soggetto rosato, quindi si augura segua la grinta del momento.<Sempre se hai ancora quelle intenzioni.> Resta sul vago, sia mai che qualcuno origli due che parlano di notte in riva ad un laghetto, dovrebbero passare abbastanza inosservati si augura.[Chk On]

21:43 Saigo:
 Si lecca le dita, infine è giunto il momento di ripulirsi, in un certo senso. Il primo a finire in quelle labbra che si spalancano appena è l’indice, richiude la bocca e poi manco fosse il suo primo bacio si lecca via ogni residuo di mochi dal polpastrello. Visto la quantità di zuccheri che si ingurgita quotidianamente strano non sia una trottola iperattiva, anche se effettivamente dorme davvero poco e corre in giro per il villaggio quasi tutto il giorno, cercando di star dietro a più cose contemporaneamente. Il dito viene semplicemente estratto ed ora è al pollice che tocca, ripete esattamente lo stesso gesto di poco prima e mentre il pollice è ancora nella sua bocca alle parole del ragazzo l’espressione muta rivelandosi infastidita. Scuote vistosamente il capo come per biasimarlo e poi semplicemente continuerebbe nella sua operazione. Lascia che Matono parli e solo dopo aver liberato anche quel secondo dito si prenderebbe la briga di osservarlo con attenzione e poi schiuderebbe le labbra lasciando che questa volta la voce segua i movimenti del suo viso <Non ti capisco, il piano c’è già> perché quella fretta? Di che diamine devono parlare ancora <sappiamo cosa fare, serve solo il quando> continua semplicemente <che avremmo dovuto decidere appena tu mi avessi contattata con il cellulare> glielo ricorda e sì questa volta pare proprio sgridarlo per non aver usato minimamente la tecnologia. Ma si può essere nel 10 DG e non usare il cellulare? Che è il vecchio mondo? Polizia della tecnologia aiuto, maledetti boomers <quindi ora tira fuori il tuo telefono e segnati il mio maledetto numero> sospira quasi infastidita dal dover essere arrivata a tanto <così magari decidiamo quando e andiamo> che poi lei che doveva fare? Trovare una divisa? Lo osserva <però devi metter su massa muscolare, i vestiti del mio coinquilino ti staranno enormi altrimenti> o forse avevano deciso di usare la trasformazione? Oh i dettagli del piano le sfuggono ormai, è passato del tempo e troppe preoccupazioni hanno riempito quella testolina intanto

22:13 Matono:
  [Pressi lago] Saigo al momento sembra comportarsi più come un gatto panciuto ed annoiato, più che come una ragazza, ma ancora una volta a Matono la cosa passa piuttosto inosservata.<Il parlare seriamente intendeva il dare una data netta.> Non certo parlare del piano nuovamente, tanto era piuttosto semplice, almeno nella testa del moro, che alla fine avrebbe dovuto agire solo nel caso le cose si mettessero nel verso sbagliato. Intanto saigo continua a sgridarlo, rimane stranito dalla cosa, non essendo abituato a questo tipo di atteggiamento nei propri confronti, tenderebbe anche a prendersela parecchio in questi casi, ed in effetti inizia un po a guardare storto la rosetta, giusto qualche secondo.<Si ho capito sei seccata.> Ondeggia la mano destra nell'aria, potrebbe sembrare seccato. Poi la stessa mano corre verso la tasca rispettiva, fruga qualche secondo estraendola, con stretta tra indice ed anulare una matita corta e mangiucchiata, mentre con il pollice a spingere sul palmo un foglietto di carte lacerato e macchiato, decisamente pacchiano. Con il palmo della mano sinistra a fare da ripiano scrive il proprio numero sul foglietto,, calligrafia grossolana segno di chi non è che scriva poi molto nella vita per poi andare a porgerlo a Saigo.<Ecco.> Sbuffa attendendo che ella lo prenda, nel caso lo faccia abbozzerebbe un sorriso per poi ritrarre il braccio, udendo infine l'ultima replica.<Perchè devi darmi dei vestiti?> L'idea di indossare vestiti di qualcun altro lo fa rabbrividire non poco, certo nel tono la cosa si dovrebbe notare.<Non serve.> Ignora completamente il commento sulla scarsità di tono muscolare, almeno a voce, dato che Saigo si becca un ulteriore secondo di occhiatacce torve.<Uso la trasformazione.> Dunque motiva il diniego all'offerta della ragazza, certo dal suo punto di vista gli sembra di essere stato anche piuttosto garbato nel rifiutare, dunque non si preoccupa più di tanto e prosegue.<Se vuoi facciamo un riassuntino di quel che dobbiamo fare ? Laboratorio irruzione ed infine informazioni.> Più stretto di così c'era solo spiegarlo a gesti con le dita che simulavano le azioni delle persone, letteralmente il più striminzito riassunto possibile.[Chk On]

22:23 Saigo:
 Non è certo colpa sua se le uniche interazioni simil umane sono con Poldo ed il suo padre, a furia di aver a che fare con quel gatto dispettoso pare aver assunto alcuni suoi comportamenti, in maniera del tutto naturale. Osserva il fastidio negli occhi di Matono ma non pare preoccuparsene. Basta così poco per allontanare le persone, un minimo di assenza e il suo trauma d’abbandono torna allo scoperto, qualche accenno di dolore ed eccola chiudersi lasciando che i sentimenti diventino man mano sempre più freddi, lo spettro negativo a farla da padrone e quella somiglianza che l’ha spinta a fidarsi subito svanisce, quel desiderio di parlare anche di altro, di farsi nuovi amici viene strappato come un cerotto che si è indossato troppo. Matono ora cosa vale per lei? Solo le informazioni che le servono, chissà se poi pian piano sarà in grado di passare nuovamente oltre quel gelo. Prende il foglietto e con la mano destra invece andrebbe a ravanare nella tasca della giacca, alla ricerca di quel cellulare <speriamo che siano tutti scemi o che la tua trasformazione sia perfetta allora> inizia a vedere le falle di quel piano, ora che ragiona forse più freddamente di quel giorno <ad ogni modo non dimenticare> non lo sta fissando mentre lei si limita a digitare sul telefono quel numero per andare semplicemente a salvarselo <dopo che avremo fatto per lui dovrete aiutare me> la prima volta si esporrà semplicemente per Shinsei e magari la remota possibilità di trovare qualche file su di lei o il finto dio ma poi loro saranno in debito e dovrà riscuotere <o hai cambiato idea?> solo adesso torna a fissarlo. Ha bisogno di sapere, ora più che mai, adesso che sente la presenza di quell’essenza più forte che mai, ora che ha visto le bestie a Kiri ha bisogno di scoprire cos’ha di sbagliato o meglio cosa la collega al finto Dio, il perché di quella visione, lo deve sapere, deve conoscerlo per potersi poi innalzare oltre le proprie paure, deve iniziare a vivere.

23:01 Matono:
 Alla fine, dopo un ulteriore messa alla berlina da parte di Saigo il carattere permaloso viene un pelo fuori, lo sguardo torvo permane ancora mentre le braccia si tendono e si portano fronte al petto del moro, le mani si uniscono componendo il sigillo della "capra", la missione dovrebbe essere copiare, dunque il cervello del moro traccia un immagine nel cervello basandosi semplicemente su quel che vede, ovvero una ragazza bassina dai capelli rosa e dalla carnagione pallida, il viso ha linee dolci e sfumate sebbene i capelli siano spettinati e rinchiusi in un cappello di lana inoltre Indossa un semplice paio di pantaloni della tuta grigi decisamente di due taglie più grandi a vedersi, infatti sono stati stati arrotolati un paio di volte in vita, altrimenti cadrebbero lasciandola in mutande. Un paio di sneakers nere qualunque. Un cappottino nero, elegante e molto scuro, lanoso e chiuso in vita mediante una cintura stretta, dalle sue spalle, proprio sotto all’invernale cappotto spunta, in prossimità del coppino, un cappuccio di una classica felpa qualunque. Effettuata la trasformazione si guarda un attimo e poi riprende a guardare Saigo, ora gli occhi rossi come quelli della donna si rispecchiano, espressioni diverse ma della stessa faccia, almeno Matono lo spera.<Così va bene ?> Chiede, anche se dal tono si capisce che non vuole realmente una risposta ala domanda.<Io non dimentico.> Almeno finchè ha dato la parola.<Difficilmente cambio idea.> Certo finchè non si trova ad andar contro i propri interessi s'intende, in questo caso lo fa soprattutto per il biondo, altrimenti certo non sarebbe tornato per mettersi in altre problematiche, già ne ha poche d'altro canto. Passato qualche secondo andrebbe a rimuovere la trasformazione in Saigo per andare a continuare con il discorso.<Non ti dirò fidati, ti dirò vedrai.> Conclude con tono sicuro sospirando e rimettendosi seduto in terra, ormai l'allerta era passata e non vedeva perchè stare in piedi scomodi.[Trasformazione 2/4 chk 23/25]

23:12 Saigo:
 Lo osserva, trasformarsi in una sua copia perfetta, sorride. Ecco a quanto pare finalmente si intravede il carattere di quel ragazzo, sempre così serio, distaccato quasi incapace di manifestare una vera reazione, insomma un pezzo di ghiaccio che in qualche modo scioglie. Può sembrare inutile ma quel semplice gesto, quell’intravedere una parte di Matono a lei nascosta fino a quel momento la scioglie un pochino, riavvicinandola in un certo senso <troppo alto> replica prendendolo palesemente in giro, lasciando poi che quel sorriso sfoci in una risata divertita e si mostri pienamente a lui. Non è facile da interpretare, finge così tanto e mente a sé stessa da così tanto tempo che probabilmente quell’atteggiamento non sarà compreso eppure è questo che è. Un’adolescente dispettosa, che vuole le attenzioni degli amici, che si diverte a metterli in difficoltà proprio come faceva con…no non ci deve pensare e lui non si nomina. Un’ombra che passa su di lei e la porta a smettere di ridere <e comunque io sono più bella di così, dovresti metterti un paio di occhiali> replica ancora, il sorriso le illumina nuovamente il voto. Certo se fosse così bella lui non sarebbe sparito dopo averla baciata. Se fosse davvero così bella Haru le avrebbe letto quel libro. Basta piangersi addosso. Mentre ombre e luci si alternano nei suoi occhi il discorso prosegue <ti manderò una mia foto in divisa così che tu possa replicarla al meglio> e non sta scherzando, forse è questo il problema. Matono continua, da sfogo a quel suo lato più orgoglioso e lei semplicemente annuisce <ad inizio settimana prossima, hai impegni? Ovviamente mi muoverei nel primo pomeriggio o addirittura in mattinata> continua quindi concordando quello che è a tutti gli effetti l’appuntamento per attuare il piano <ho anche la scusa perfetta> annuisce lasciando che l’idea si fissi nella sua mente

23:49 Matono:
 Ed eccola che ricomincia, prima con le critiche, poi con un atteggiamento che trova Matono piuttosto confuso, certo riconosce in Saigo degli atteggiamenti dispettosi e relativamente immaturi, nonostante non sembri così piccola da giustificarli, è anche vero che manifesta pensieri logici ed anche affini alle idee del moro, questa combinazione lo confonde, non riesce a estrapolare dalla ragazza un idea precisa che dovrebbe farsi su di lei, uso comune verso la maggior parte delle persone che incontra, le classifica e le scheda, certo la rosa è piuttosto criptica, definirla richiede decisamente un gran lavoro.<Non mi sembrava cosi male.> Si limita a commentare prendendola sul personale, ovviamente, l'ego è la prima forma di difesa ad uscire in un terreno di scontro di questo tipo, ovvero senza sigilli, pugni e Kunai ma solo a parole, qui è decisamente scarso il moro.<Ci vedo benissimo tranquilla.> Ironicamente anche al buio ci vede piuttosto bene previo attivazione dell'innata, ma ancora restio a sbandierarla troppo all'infuori del biondo, dunque per il momento l'unico rosso oculare presente è in possesso di Sango, che ride sorride si agita in un ciclo continuo, terminando le critiche con l'invito ad usare una foto in divisa, ancora una volta non afferra cosa dovrebbe voler dire l'affermazione, cosa c'è di meglio della realtà per prendere spunto.<Foto?> Controbatte domandandolo quasi a se stesso, di che foto parla non è dato sapere e per ora ignora la cosa, probabilmente gli arriveranno cose strane sul telefono conoscendo il soggetto, si vedrà.<Inizio settimana prossima? Dovrei essere disponibile nel primo giorno della settimana, forse anche il secondo.> Cerca di richiamare la memoria, ma non gli sembra che abbia particolari impegni repentini, anche se si è abituato a riceve consegne di 'problematiche con cadenza giornaliera.<Scusa per?> Ci vorrebbe un dizionario saigo, perchè fatica a seguirla di tanto in tanto.[ chk 23/25]

00:03 Saigo:
 Matono fatica a seguirla solo perché non assume abbastanza zuccheri da essere iperattivo e con un cervello che elabora fin troppe informazioni. Non che sia un vanto quel suo saltare di palo in frasca senza alcuna logica, non che non esiste un filo nel suo pensiero è solo che spesso salta, per comodità e non esplicita i ragionamenti, ecco quindi come siamo arrivati a questo punto. Annuisce comunque, questa è la risposta alla domanda, le frasi precedenti le ignora, come si diceva qui sopra: ormai è passata ad un altro argomento <per entrare ovvio, tu lascia fare a me> ed eccola quindi limitarsi ad estrarre nuovamente il cellulare andando alla ricerca del numero di Matono, che per comodità ora viene rinominato come “moro musone”. Ecco sì questo è un altro problema, la maggior parte dei suoi contatti sono sotto pseudonimi il che potrebbe portarla a confondersi tra qualche tempo <se è tutto io andrei> e così dicendo si limiterebbe a tornare verso casa sua, iniziando semplicemente ad allontanarsi da quella riva. Si fermerebbe poi, gli occhi sul telefono, da le spalle al ragazzo. Clicca quindi sulla cornetta e poi si limita a voltarsi per fissare l’altro, attende di osservarlo magari salvare il suo numero o quantomeno rispondere, sia mai che le abbia dato il numero errato. Tace qualche istante. Lo osserva. Tace. Aspetta di sentir squillare il telefono. Fissa intensamente. Si porta il cellulare all’orecchio. Attende. Non parla. Si innervosisce. Allora quando prenderà sta benedetta linea? Guarda lo schermo. No ok sembra stia andando. Torna con gli occhi rossi verso quell’ombra che adesso è Matono. Attende. Squilla. La sente la suoneria? Forse è in silenzioso? Le vuole rispondere o no? Tace. Immobile. Si sta come Saigo sulla riva d’inverno.

00:31 Matono:
 A giudicare dal comportamento degli ultimi secondi il livello di attenzione che Saigo da alle cose ha un tempo limite variabile, ma sempre insolitamente basso per una persona, certo vive a duecento all'ora, decisamente il contrario del moro che vede a diapositive, certo dovrebbe tenere lo sharingan sempre attivo con la rosa, magari così dovrebbe riuscir a faticare meno a seguirla.<Conto proprio su quello> D'altra parte senza Saigo non ci sarebbe molto su cui lavorare, se non tentare di sfondare la porta con le carte attuali.<Se le cose vanno male tu fai lo stesso.> Certo l'eser utile solo in caso di brutte evenienze lo lascia un pò stranito.<Non c'è molto altro vai pure.> Segue un cenno con il capo verso la pallida, prima di tornare a distendersi per terra, il freddo ormai decisamente intenso della notte non sembrano impensierire troppo Matono, che a quanto pare non ha ancora intenzione di muoversi da li, tiene sotto controllo con l'udito l'allontanarsi della ragazza, prima che il telefono prenda a vibrare furiosamente, era la prima volta che riceveva una chiamata, perciò l'effetto inaspettato dell'apparecchio lo fa sobbalzare mentre afferra il telefono allarmato, tenendolo nella mano destra lo fissa seccato, cercando di capire come farlo smettere, osserva dunque un numero visualizzato sul display e deduce che sia una chiamata in arrivo, da questo capisce che premendo il simbolo verde dovrebbe accettare questo contatto, portando dunque lo strumento all'orecchio affermerebbe<Pranto?> Dunque guardandosi attorno attende che qualcuno dall'altra parte dia qualche segno di vita, identificandosi come dovrebbe essere la forma di comunicazione attraverso i telefoni, nella testa istintivo sarebbe lanciare l'apparecchio nel lago e tornare a sonecchiare[chk 23/25]

Dopo una mezza litigata iniziale (Saigo litigava da sola) finalmente decidono quando agire.
Finisce con Saigo che si assicura che Matono non le abbia dato il numero sbagliato.
(chiusura aperta perchè il meme è bello)


Ahn: Matono verrà sommerso da selfie di Saigo in divisa