Un passo in più

Free

0
0

14:24 Furaya:
 Strano ma vero, dopo un paio di giorni uggiosi, la pioggia ha smesso di cadere in quel di Kagegakure. Nonostante questo, la Decima ha optato per diriger i propri passi in direzione del Bosco oscuro dove sa potrà trovare Keiga – questo, quanto meno, la stragrande maggioranza delle volte. Vuol stare un po’ con lei, giusto per passar il tempo, per evitare di bazzicare sempre attorno alle stesse persone e prendendosi un po’ di tempo per sé stesse. Peccato che, a prescindere dal vagare in un luogo avvolto da oscurità per gran parte della giornata, non pare esservi traccia di molta altra vitalità, se si escludono gli animali selvatici che pullulano tra i rami e la fitta vegetazione. Ha variato nel vestirsi in vista delle temperature in rapida diminuzione e si presenta con abiti particolarmente comodi. Indossa, difatti, un paio di pantaloni nero tipologia skinny tagliati giusti ad altezza del ginocchio, i quali fasciano perfettamente le inferior leve della fanciulla. Le estremità inferiori son infilate in un paio d’anfibi d’egual cromia, ben allacciati a loro volta attorno alle caviglie. Gli schinieri, invece, son nascosti dall’indumento e coprono perfettamente lo stinco anteriore d’ambedue le gambe. Un maglioncino verde mela copre sin ad altezza del ventre il resto del corpo, lunghe maniche a sfiorar metà falangi delle dita tenendole comunque al caldo. I vambracci prendono posto negli appositi spazi, proteggendo l’avambraccio sia destro che sinistro. C’è ovviamente da considerare anche l’equipaggiamento del quale non fa letteralmente mai a meno. La vita è circondata da una cintura in cuoio nera e piuttosto spessa, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Per ultimo, ma non per importanza, sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Deve ancora testarla, ma le ha solleticato non poco l’appetito. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. <…> Silente per il momento, reputa non idoneo iniziare a chiamare la Inuzuka a gran voce, attendendo di fatto che possa palesarsi lei o, al massimo, Akuma sentendo l’odore della Nara. Che non siano in casa? [ Chk On ]

14:34 Liuka:
 A volte il fato può giocare strani e crudeli scherzi. Il caro capello diaspro, che giusto la giornata prima era stato mazzuolato dalla cara Inuzuka, si era avventurato, nel tetro bosco, giusto per incontrare quest'ultima e propinarle un qualche tipo di scusa: sapeva di essersi comportato male? Difficile a dirsi, non sapevo neanche come si era comportato!. Tetri pensieri annebbiano la sua mente, ricordi nefasti che spingono fuori dalla sua bocca pesanti sospiri. Il fanciullesco viso del Kiriano è decorato da bianchi cerotti, nel particolare, uno sul setto nasale, bello grande, ed un paio più piccoli situati sullo zigomo sinistro. Il giacchetto nero, classico pezzo del suo outfit, lo ricopre per intero, con la zip tirata su fino al collo; accompagnano poi i pantaloni a campana color pece e le scarpe col motivo a scacchiera, inoltre, come pezzo forte, legato attorno al collo, vi è il coprifronte del proprio distretto: riportante il simbolo di Kirigakure, scintillante e pulito. Con le mani ben affondante nelle tasche dei pantaloni, si aggira, in modo anche abbastanza goffo e svogliato, tra gli arbusti austeri di quel tetro bosco, alla ricerca, della propria beniamina. Già, il fato è proprio strano, poiché dove si aspettava di trovare Keiga ecco che scorge...Furaya? Oh beh, le due devono aver scambiato luogo che frequentano, poiché si trovano esattamente dove non si aspettava di trovarle. Inarca le sopracciglia alla fine della Ninja, per poi, dopo aver tolto le mani dalle tasche, avvicinarsi a lei. < Signorina Furaya? > andrebbe a chiedere, con tono dubbioso, eppure, calmo e pacato: il classico tono di voce che lo contraddistingue.

14:53 Furaya:
 La mandritta s’allunga verso la tasca del pantalone, tirandone fuori un telefono cellulare appena comprato. Ha ancora la pellicola sul vetro – per dirne una. S’è procurata persino una cover perché le hanno detto ch’era necessario – facendosi fregare, chiaramente – avendo però il suo senso. E’ completamente nera, rivestendo completamente l’aggeggio elettronico con disseminati dei petali di ciliegio. Poteva mai sceglierla diversamente? L’avrebbe acquistata ancorché non fosse adatta al proprio modello, potete starne certi. Rimuove il blocco schermo, un qualcosa che non sarebbe riuscita in alcun modo a compiere se non gliel’avessero spiegato ben prima. <Uhm> Mugugna qualcosa, piegando la testa di lato e sospirando pesantemente. Sullo schermo, sta cercando una piccola icona che rappresenti la macchina fotografica – un ulteriore aggeggio tecnologico che, da quel che ha capito, serve per fotografare. Mentre è lì ferma a tentare di comprendere qualcosa che è ben fuori dalla propria concezione, avendo vissuto lontana da simili marchingegni, una voce dietro le sue spalle ne attira immancabilmente l’attenzione. Aggrotta per un attimo le sopracciglia, preoccupandosi di fatto di girar sul posto d’appena novanta gradi, volgendogli un fianco e il profilo. Gli occhietti chiari vanno subito alla ricerca della figura di Liuka, cosicché possa inquadrarlo e, in caso, riconoscerlo. <Liuka?> Ne pronuncia il nome un filino titubante, memore però delle raccomandazioni del bianco e del compito che gli ha affibbiato. Doveva trovare sia lei che Keiga se non erra. Sol infine andrebbe a volger anche l’intero fronte in sua direzione, mantenendo ancor nella dritta quella maledizione di telefono. Ma chi gliel’ha fatto fare, esattamente? <Ne capisci qualcosa?> La domanda le sorge abbastanza spontanea. Trattandosi di un ragazzino, dovrebbe capirne sicuramente più di un adulto che vi si approccia per la prima volta in vita sua. [ Chk On ]

15:02 Liuka:
 Stampa le iridi color fuoco sul viso dell'altra, appena giratasi, e tira un sospiro di sollievo, uno profondo, uno di quelli grandi, andando addirittura a portare la mano destra al petto, per poi, inarcare la schiena e lasciarsi andare col petto in avanti. < Oh per fortuna siete voi... > riapre gli occhi dopo quelle parole, limitandosi a sorridere. < Si sono io, per mia fortuna, voi siete voi > ammette, ridacchiando, per poi, avvicinarsi, passo dopo passo, a lei. Sta per prendere parola, eppure, si ferma con le labbra mezze schiuse, limitandosi, ad abbassare le proprie attenzioni sul telefono. < Oh...si certo, non è così difficile da usare. > le spiega gioviale, andando a mettere le mani nelle tasche del giacchetto. < Che cosa ci dovete fare? In base a quello il procedimento cambia molto > e rimette gli occhi sui suoi. Si, la stava trattando come una vera e propria ignorante, almeno in campo tecnologico, sia chiaro. Oltre a lei, in effetti, aveva visto anche il caro Sumi perdersi a causa dello stesso aggeggio elettronico: possibile sia così difficile usarli?. < La signorina Keiga non è casa vero? > spezzerebbe quel filone di silenzio, protraendo le mani verso di lei per farsi consegnare l'oggetto. La voce del capello diaspro è piena di timore, a quelle parole, addirittura, si volta varie volte su se stesso, torcendo il busto, per capire se la Inuzuka fosse nelle vicinanze. Tra la padrona ed il cane, ormai, aveva più paura della padrona, il che la dice tutta su cosa aveva vissuto a causa di quella Ninja. Si limita a sospirare mentre i ricordi invadono la sua mente, per poi, tornare statico sul posto, con le proprie attenzioni sul crine rosato. < Allora, dicevamo, telefono, si > e torna sorridente.

15:23 Furaya:
 Numerosi i punti interrogativi che vanno a formarsi sulla testolina della donna, la quale fissa l’interlocutore senza capire. Tanto da dovergli domandare quanto segue, con espressione titubante che si riflette anche nel tono usata per porgergliela: <Ch’è successo?> Non ipotizza neppur qualcosa in merito, proprio perché non ha la benché minima idea di cosa frulli per la testa dell’altro. Confusa come non mai, attende una risposta in merito – ammesso ne riceva, passando comunque a ben altro genere d’argomenti. <Mi hanno detto che ci potevo scattare delle... fotografie...> Non è sicura neanche sull’uso di quella parola, alternando lo sguardo tra Liuka e il telefono cellulare con espressione attonita e per niente convincente. <però non ho capito come né come ciò sia possibile.> Non dirglielo, per piacere. Intaserà la sua galleria di foto del suo gatto Kai - sì, non fate domande neanche sul nome. E’ intuibile la motivazione per la quale quel felino sia stato chiamato a quel modo. Si passa una mano tra i capelli, ravvivandoli appena soltanto per non far notare quell’esaurimento in corso che potrebbe prender piede da lì a poco. <Poi non so... Ho salvato dei numeri, ma come posso contattare quel determinato individuo?> Non sa dove andare e sua figlia s’è messa le mani nei capelli tanto quanto lei ben prima che arrivassero all’applicazione di messaggistica. Salvare dei numeri non è mai stato così complicato, ma crede d’aver capito bene o male come possa funzionare. <La cercavo anch’io> Riferendosi a Keiga. <di solito, Akuma mi riconosce dall’odore e viene subito da me; questa volta, così non pare. Potrebbe essere uscita.> Non a caso, quel bosco è letteralmente casa di Keiga fin da quando l’hanno convinta ad entrare tra le mura di Kagegakure. Quindi, la trattano esattamente come se, ad un albero all’ingresso della foresta, vi sia la targhetta col nome della diretta interessata. <Ti ha fatto qualcosa?> Conoscendo la Inuzuka e conscia del tono che usando per parlarne... insomma, avrà fatto sicuramente qualcosa! E ne pagherà le conseguenze. Gli porge comunque l’aggeggio infernale, tendendo la mandritta con cui lo stringe. Che i Kami ce la mandino buona perché l’ultima volta non è andata poi così bene. [ Chk On ]

15:34 Liuka:
 Sbatte le palpebre alla domanda dell'altra, rimanendo completamente marmoreo a prima acchito. < Oh si...giusto, questo > ed usa le mani, con gli indici protratti verso di se, per indicare i vari cerotti. < Beh...allora... > come poteva porgere la questione senza sembrare particolarmente crudele verso la Inuzuka?. < Ho approcciato Keiga l'altro giorno, era verso i volti di pietra > già, era pronto ad unire la prima e l'ultima domanda dell'altra, mentre, nel frattempo, accoglierebbe il telefono tra le mani, per poi, calarci gli occhi sopra. < ...le mie domande devono averla fatta arrabbiare. > constata, ancora dubbioso sul perché o come mai. < ...e qualche sua mano ha gentilmente incontrato la mia faccia, però la capisco! > si sbriga a puntualizzare, rialzando le iridi color fuoco sulla Yoton. < Devo averla innervosita...o stuzzicata...non lo so > conclude, per poi, dopo una veloce scrollata di spalle, limitarsi a sospirare. Con le attenzioni sul cellulare, ora, lo andrebbe a scandagliare velocemente con gli occhi, per poi, sorridere. < Non è difficile > va a cambiare completamente discorso, ora pronto ad insegnare qualcosa all'altra. < il "come sia possibile" va ben oltre le mie conoscenze scientifiche. Per il come si fa...è molto semplice > piega lo schermo dello strumento verso di lei, per poi, indicare con il pollice l'icona a forma di macchina fotografica presente sul normale sfondo del dispositivo. < Vedi questo? Ci clicchi sopra... > procede nella propria spiegazione, cliccando sull'app. <...poi punti cosa vuoi fotografare... > alza le braccia, protraendole in avanti e puntando un qualsiasi arbusto li vicino. < ...e poi premi il pulsante qui in basso > sfrutta il medesimo pollice per premere il pulsante di scatto, il flash precede la foto e poi...TAC, foto scattata. < Le foto vengono salvate nella "galleria" > clicca la prima impressione della foto appena scattata in basso a sinistra e questa si espande per tutto lo schermo. < Non è difficile no? > chiede, sorridente, mentre porge il telefono all'altra mostrandole la foto.

15:58 Furaya:
 Diciamo che in un primo momento a quei cerotti non ci ha fatto particolarmente caso, tanto meno alla motivazione per la quale ce li avesse. Non è una ficcanaso, non indaga se non è qualcosa che le interessa – come in questo momento, ad esempio, riguardando Keiga. <…> L’espressione muta rapidamente: da sorpresa passa immancabilmente a quella preoccupata – poi innervosita. <Ah, col cavolo che le porto la carne secca la prossima volta.> Borbotta al sol pensiero che la ragazza dal crine corvino abbia davvero preso a pugni il povero e tenero Liuka. Fa schioccare la lingua contro il palato. <Non impensierirti sul motivo. E’ fatta così, non sei stato tu ad averla stuzzicata.> Replica alla di lui volta con tono di scuse, nonostante non sia lei a dovergliene chiedere ma la diretta interessata che, in questo momento, è probabilmente ben lontana da quel posto – a meno che non stia dormendo sotto un albero e non si sia accorta di niente e di nessuno. <Piuttosto, temo che non sia stata avvertita da Matt> Tirando fuori un nome che l’arancio qui di fronte dovrebbe aver conosciuto qualche giorno prima, a seconda delle informazioni che ha ricevuto da parte del bianco. <e che, quindi, t’abbia preso come un rompiscatole.> E’ l’unica spiegazione logica che riesce a darsi e a dargli, conoscendo anche fin troppo bene quella pazzerella di Keiga: è praticamente cresciuta in casa sua per un annetto, prima di venir travolti dalla distruzione del mondo. <Sei passato in ospedale? Ti fa tanto male?> Gli chiede, allungando appena la mandritta per sfiorare delicatamente l’altrui guancia, così da sistemare meglio il cerotto posto s’una delle ferite adoperando comunque una pressione piuttosto delicata, affinché non gli causi comunque eventuale dolore. Ad ogni modo, innanzi alla spiegazione altrui inerente al come si fanno le fotografie, la donna annuisce con un cenno del capo, restando in silenzio. Segue man mano le altrui indicazioni, salvo poi riprendere il telefono in mano. <…> Osserva la foto e sposta l’attenzione sull’albero fotografato. <Wow.> Sorpresa sul serio, non farebbe altro che alzare adesso l’aggeggio e puntare la fotocamera verso Liuka così da riprenderlo. <Fermo così.> Un futuro da fotografa, altro che da Hokage. Tenta di mettere a fuoco, col risultato che la foto sarà leggermente offuscata – per fortuna, non esce mossa, ma esclusivamente per via della mano ferma che ha imparato ad avere utilizzando armi da lancio e katana. “Click”. Si limita a fissar poi l’immagine che le risulterebbe sullo schermo. <Non è difficile, ci devo prendere la mano.> Ed ecco come iniziò il disastro... [ Chk On ]

16:10 Liuka:
 Ridacchia nel notare le premure dell'altra, limitandosi a farle cenno di star calma con le mani: una pantomima composta della braccia alzate, le mani stese, ed un lento e costante movimento avanti e indietro. < No, ancora non mi sono fatto dare una controllata, eppure, insomma, nulla che non possa gestire > si fa forte, non solo per placare le preoccupazioni dell'altra, ma anche per cercare di alleggerire la pena, che poi, dovrà scontare la Inuzuka. < Probabile, Mattyse mi ha chiesto di cercarvi...quindi ho dato per scontato che non sapeste nulla. > Specifica, rimettendo le mani nelle tasche dei pantaloni. < Mi ha anche detto che era un consigliere o roba così, il che è assurdo visto che sembra così giovane!...chissà se ha gradito l'inchino > si domanda, alzando gli occhi al cielo e mettendo la mano destra sul mento calvo. Fa spallucce a quel pensiero così vago, per poi, seguire con gli occhi ciò che fa il crine rosato col il ritrovato strumento magico tra le mani. < Già, semplice no? Soprattutto per un Ninja > afferma sorridente, contento che l'altra non veda quel pacifico strumento come se fosse una granata in movimento, cosa che, al contrario, molti sembrano fare. < La tua predizione si è avverata sai? > se ne esce di punto in bianco, alzando le iridi sul suo volto. < Il Katon ed il Doton dico, sono proprio gli allineamenti del mio Chakra. Buffo no? > le domanda, per poi, tornare a guardare il cielo. < Mio padre usava il Katon, si, ma non gli vedo mai usare il Doton. Deduco che provenga da qualche mio nonno o cose così... > nuovamente manda a quel paese il quesito con una lieve scrollata di spalle, per poi, tornare sull'argomento principale. < Mattyse mi ha detto che tu e Keiga avreste potuto darmi qualche risposta in merito a ciò...che...ho deciso di accettare, e partecipare > un po' titubante, non sapendo neanche lui, a tratti, a cosa avesse acconsentito.

16:33 Furaya:
 Ritira la mano allungata precedentemente verso il viso del ragazzo per via dell’altrui atteggiamento e relativa risposta. Le assicura che sta bene e perché negare che lo sia davvero? Si limita quindi a portar le mani al proprio posto, rivolgendogli un sorrisetto cordiale e genuino. <Penso passeranno da sole in qualche giorno, comunque.> Ne ha viste di ferite – in particolar modo su sé stessa; quindi, pur non essendo un medico riconosce l’entità di quelle che ha potuto vedere. Non può sapere in che condizioni siano le ossa sottostanti, difatti perché non è un medico qualificato. <A me l’ha detto che mi stavi cercando, ma non ho fatto nulla di che per farmi trovare o per non farlo.> Si stringe nelle spalle, d’altronde non avrebbe avuto senso. E’ una mera iniziazione, se così vogliamo chiamarla. L’altrui affermazione riguardante la possibilità che Mattyse ricoprisse la carica di Consigliere la fa sorridere, se non del tutto ridere per qualche istante. <Gli piace vantarsene, ma non lo era ufficialmente. A quel tempo, dovevo decidere se sbatterlo nel Carcere di Hoozukijoo a Kusa o trovargli qualcosa da fare che ripagasse quanto causato.> Alla fine della fiera, non sa dire quale scelta sarebbe stata la più sensata. A suo avviso, un giretto nel carcere avrebbe dovuto farselo lo stesso. Rifletterci ora, tuttavia, non è adeguato poiché non può permettersi di cambiare il passato – ma il futuro sì. <Hm?> A proposito della predizione altrui, non ricorda bene di cos’abbiano parlato tanto meno di dove Liuka voglia andare a parare. Per questa ragione, ne attende un responso e, quando lo ottiene, sbatacchia un paio di volte le palpebre. <Ti hanno detto altro a proposito delle tue origini?> Perché possedere due elementi cardine dell’innata Yoton, ma non sapendo la discendenza di quest’ultimo, è grossolano. Potrebbero sbagliarsi così come asserire che sia possibile. Appartiene al settore kiriano, ha i due elementi fondamentali e ciò potrebbe anche bastare come scusante e aggravante, però mai dire mai. Esiste anche chi non riesce ad attivare l’innata. La domanda posta, infatti, verte anche sul comprendere questi particolari. <Sì, a tal proposito> L’idea che hanno sviluppato e che sta portando non pochi consensi in giro per il villaggio. <cerco di fartela piuttosto spicciola.> Inutile girarci attorno, quello avverrà poi qualora abbia delle domande e qualora riesca davvero ad accettare quello che vogliono compiere da lì in poi. <Dieci anni fa, partecipammo alla guerra finale dove il Kami distrusse ogni cosa. Personalmente parlando, lo faccio per ristabilire ciò che ho aiutato a distruggere indirettamente> Avrebbero potuto evitare la guerra, ad esempio, ma non l’hanno fatto reputandola necessaria ed importante: da portare a termine per riacquistare la pace. Perché è questo che i ninja sanno fare meglio fin dall’alba dei tempi. <recuperando i territori esterni, bonificandoli e ricostruendoli. Quando mi hai parlato del tuo intento nei confronti del tuo settore, mi son posta una domanda> Lascia passare qualche attimo prima di proseguire, valutandone le ipotetiche espressioni facciali. <perché non ne approfitti per ridare ai tuoi concittadini una *vera* Kiri?> … [ Chk On ]

16:48 Liuka:
 Annuisce alle parole della Ninja, limitandosi, con la mano sinistra, ad accarezzarsi lo zigomo afflitto dalla ferita. < Si si, nulla di troppo doloroso. Spero solo che non mi abbia storto il naso > ammette, buttandola sul ridere, cosa che, come è facile notare, fa molto spesso e volentieri. < Beh beh, è naturale che non vi siate scomodati. Alla fine, ha chiesto a me di cercare voi ed evitargli un compito così....banale? Non ho idea di cosa faccia di solito Mattyse > ne sussegue una veloce scrollata di spalle, per poi, spostare lo sguardo altrove, vagante tra gli austeri arbusti. Ascolta le parole del crine rosato e se la ridacchia, la storia del giovane albino era sicuramente qualcosa di divertente visto che, fino ad ora, lo aveva visto come qualcuno di importante e di regale piuttosto che uno scapestrato da galera. < No, non so niente. Ho fatto una visita ai quartieri dei Clan l'altro giorno ma mi sono imbattuto in un Sumi che aveva smarrito la strada. L'ho aiutato ma alla fine della fiera mi sono...dimenticato, ecco > ammette, portando la mano destra nella folta chioma color diaspro, come a volersi consolare per quella grossolana mancanza. < Però, insomma, uno di questi giorni sicuramente ci riproverò. D'altronde, verificare non costa nulla...e i miei genitori hanno le labbra cucite con me, quindi...meh > e fa di nuovo spallucce, una situazione davvero povera ed intricata per il caro Kiriano, il quale, si trova praticamente in mezzo alla tempesta su quell'argomento. A proposito di tempeste, ecco che arriva la tanto richiesta spiegazione, quella per cui si era preso due pugni sul muso!. Toglie le mani dalle tasche dei pantaloni, mette dritta la schiena. è tutto orecchi. Le parole dell'altra gli entrano in un orecchio e lì rimangono, espressione marmorea, un qualcosa tra il crucciato e l'attento. < Beh... > sbuffa, tornando a consolarsi la testa con la mano destra, mettendo, la sinistra, sul fianco. < è sicuramente una iniziativa di proporzioni...colossali, stravolgerebbe tutto! > ammette, sorridente, alzando lo sguardo al cielo. < Però...io sicuramente vi aiuterò! Ma...non so se...insomma, ci sarà sicuramente qualcuno di più qualificato per guidare Kiri no? Sono inesperto, faccio errori, non voglio...intralciarvi troppo. > ed abbassa lo sguardo sul terreno. Dalle stelle alle stalle, anche letteralmente dato il cambio della propria attenzione.

17:11 Furaya:
 Ridacchia innanzi all’affermazione riguardante il di lui naso. <Non sembra così storto, dai.> Tenta di sdrammatizzare in qualche modo. Si perde per qualche istante ad immaginare cosa possa fare Matt durante il giorno quando, magari, non è impegnato a pianificare atti di morte e distruzione nei confronti dell’Ochaya, di Kagegakure, di Sango o di qualunque altro individuo possa anche SOLO mettersi sulla sua strada e la pensi diversamente da lui. <Facciamo finta che di solito mangi schifezze davanti alla tivù.> Quell’altro aggeggio infernale che tiene incollata Senshi – sua figlia – gran parte della giornata, anziché piegare la testa sui libri qualche minuto in più e studiare per aver un’istruzione degna di questo nome. Chiaramente, non è vero che Mattyse faccia questo durante la giornata. Al massimo, compra le carte bomba, le riempie di Chakra e poi le ammira – psicopatico che non è altro. <Un Sumi? Capelli bianchi?> Ne conosce praticamente soltanto uno, quindi tanto vale lanciare la monetina e sperare che sia quello giusto. Potrebbe anche sbagliarsi, ma non ne conosce poi molti. <Posso domandarti per quale motivo non vogliono dirti nulla? Trovo innaturale che tue le origini ti vengano nascoste. Dovresti fare qualche ricerca, magari quanto non sono in casa o chiedendo direttamente nel quartiere dei clan – senza dimenticartene, questa volta.> Ridacchia, tentando come sempre di stemperare la situazione per evitare che pesi eccessivamente sulle spalle di chi ha di fronte e possa minarne l’umore. Sembra un ragazzo assolutamente genuino. <Lo è> Riferendosi alle proporzioni bibliche della sua richiesta. E’ innegabile che lo sia, non per questo ha scelto di fermarsi. <e non ti viene chiesto di guidare Kiri. Riflettere già su questo è di proporzioni colossali ben più dell’idea appena nata.> Lo rimbecca ma pur sempre con un tono pacato. <Prima di tutto, dobbiamo organizzare la squadra – non siamo soltanto in quattro.> Rivela quanto meno una delle prime informazioni importanti. <Dopodiché capire come essere affiatati in battaglia, altrimenti rischiamo di rimetterci la pelle appena due passi fuori Kagegakure. Scopri innanzitutto le tue origini e noi ti aiuteremo a sviluppare le tue potenzialità. Come reciproco accordo può funzionare?> Lui dà loro una mano, ma saranno proprio questi ultimi a formarlo in modo tale che possa dargliela. [ Chk On ]

17:26 Liuka:
 Tira un profondo sospiro di sollievo alle parole dell'altra, andando ad abbassare la mano destra contro il petto, sovrastante a dove è situato il cuore. < Beh per fortuna, ci tengo al mio naso > risponde divertito, schiudendo le labbra in una flebile risata che segue il filone di quelle della Ninja. Riapre gli occhi appena questa riprende il proprio filone su Mattyse, limitandosi, a sbattere le palpebre. < Oh...ooooh, ho capito. Ricevuto. > risponde, per poi farle l'occhiolino. Se la risposta che aveva ricevuto è quella, allora l'albino è un tipo decisamente losco, o, quantomeno, era stato proprio il capello diaspro ad essere fortunato ed averselo ingraziato con poco. < Non ne ho idea, onestamente la via del Ninja è un percorso che ho scelto di mia spontanea volontà. I miei volevano che li aiutassi a casa con le fornaci e cose varie...mio padre è un buon panettiere! > esclama, sorridente, anche se il volto, in piccoli dettagli, trasuda una lieve nota di amarezza: forse proprio a causa di tutte quelle informazioni nascoste. Bando alle ciance, però, era il momento di tornare sul pezzo forte, il discorso cardine di quella giornata. Quell'alternare tra la vita quotidiana ed il futuro del paese era...particolare, eppure, il Kiriano riesce a tenervi testa senza troppi problemi, d'altronde, per i suoi modi di fare, è un binomio vivente. Ascolta le parole dell'altra e rimane silenzioso, limitandosi a portare la mano destra al mento e ad annuire, in segno di assenso, di tanto in tanto. Ora che tutto era più chiaro, più limpido, ci vedeva effettivamente una remota possibilità di successo, per se stesso, ovviamente. Si riprende da quello stato riflessivo, sbattendo la mano destra, chiusa a pugno, sulla mano sinistra stesa. < Si, si si si > si convince da solo praticamente, a suon di affermazioni. < Mi sembra sensato, decisamente ben pensato. > ammette, volgendo in fine gli occhi sul crine rosato. < Funziona fin troppo bene. La vostra è una causa...epocale, eppure, sono sicuro che...farà soltanto del bene. Non ho avuto il tempo di partecipare agli eventi passati...eppure, ho decisamente volontà per partecipare a quelli futuri. Che dire, sono già dei vostri...eppure, ora sono anche convinto > chiuderebbe il discorso così, come di suo solito, sorridente, per poi, protrarre una mano aperta verso la Ninja. < A voi, e alle persone di questo paese. >

17:52 Furaya:
 E chi è che non ci tiene al proprio naso? Tuttavia si limita ad un mero cenno del capo e un nuovo sorriso, portando la testolina a piegarsi da un lato. Ha ormai infilato il telefono nella tasca del pantalone, divenuto un lontano ricordo. Deve convincere Matt a prendersene uno, altrimenti non saprà a chi dar fastidio quando imparerà ad usare la tastiera e l’applicazione di messaggistica. <Non gli hai mai visto usare un metodo alternativo per accendere la fornace?> Lei lo fa COSTANTEMENTE quando si tratta del lavoro che svolge in quanto fabbro. Non ha più bisogno d’un forno in cui riscaldare le sue armi per sistemarle o crearle da zero. E’ un notevole vantaggio sicché le fa risparmiare anche sul costo. Liuka sembra essere comunque convinto in merito all’argomentazione e all’accordo che la Nara gli ha fornito, tanto da annuire e accettare quella richiesta. <Non sono molto sicura che le persone di questo paese saranno tutte concordi con quello che vogliamo fare. Noi crediamo che lo sia. Infatti, prima di rivolgerci a Kagegakure tutta, porteremo delle prove della nostra intenzione.> Ammette, distendendo l’arto destrorso a sua volta, così da stringere la mano del ragazzo in una salda presa. Pare che abbiano un accordo. <Chiaramente, di questo ti parlerò assieme a Mattyse. Dovrai conoscere ben presto anche gli altri.> Liuka sembra essere propenso nonché fiducioso. Non ha dubbi sulla fiducia della Nara, ma quest’ultima lo terrà comunque sott’osservazione. Come per Matono o per Shinsei, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Quindi, farà comunque le sue valutazioni. Il Senjuu reputa che sia un elemento ideale, però, e di lui si fida abbastanza – se non totalmente. <Vuoi del ramen?> A mo’ di scuse per quel che gli vede in faccia, soffermandosi per l’appunto sulle ferite riportate dal precedente incontro con Keiga. In qualche maniera, vuole chiedergli scusa a nome della Inuzuka, seppur non sia nelle sue corde farlo sicché non è stata lei a comportarsi male. Ma vedrete che anche Keiga avrà le sue conseguenze! [ Eventuale Exit? ]

18:04 Liuka:
 Riflette sulla domanda postagli dall'altra, alzando lo sguardo al cielo, ormai notturno, e portando la mano destra sul mento calvo: il suo linguaggio fisico, ora come ora, è limpido e cristallino, d'altronde, si muove sempre così. < ...no, ma mi hai ricordato una cosa. > ammette con sguardo serioso, rimettendo gli occhi sull'altra e puntandola con l'indice, smuovendo lievemente la mano: come se stesse cercando di pescare qualcosa dalla propria memoria. < A casa abbiamo una specie di...grosso contenitore metallico. C'è fin da quando sono piccolo, quindi deve essere abbastanza vecchio. Apparteneva a mio Nonno, o così mi hanno detto... > ora che ci pensava, ora che qualche indizio gli stava venendo gettato nella mente, alcuni strani ricordi iniziano a tornare. < ...si, decisamente dovrò indagare...all'inizio parlavamo di eredità lontane no? Forse è quello la chiave...si... > lo sguardo serioso, poco a poco, ritorna rilassato, insieme, ad un paio di movimenti d'assenso volti verso se stesso. Era vicino a qualcosa, come una falena che vede un bagliore tra la fitta nebbia notturna, eppure, era ancora così lontano. Scuote la testa, come per esorcizzare quei pensieri, e ritorna sul discorso del crine rosato, un discorso ben più ampio ed importante. < Lo immaginavo, l'idea del cambiamento fa paura a tutti...figuriamoci a coloro che ci si trovano bene nel villaggio... > già, un pensiero comune soprattutto nel quartiere di Kiri, dove, la sopravvivenza e la conservazione di se stessi è particolarmente spiccata data le condizioni povere in cui vergono i cittadini. < Ramen? Certamente! > risponde, gioviale come un fiore appena sbocciato. Ora che i discorsi seri erano finiti, poteva finalmente rilassarsi. Tira un sospiro di sollievo e rimette le mani nelle tasche dei pantaloni, per poi, voltarsi. < Andiamo su su, altrimenti troveremo pieno! > e a quelle parole, subito, inizia a camminare in direzione dell'uscita della foresta. Un grande giorno per il capello diaspro, un giorno pieno di promesse e speranze. Un giorno da ricordare. [Exit]

Liuka viene incaricato da Mattyse di trovare Keiga e Fru.

Trovata Keiga che lo malmena, incontra la sua salvezza su due gambe (?)

Oltre a parlare circa la possibilità che discenda dagli Yoton, discutono anche a proposito della squadra per recuperare i territori esterni. Liuka accetta di farne parte purché gli venga insegnato come combattere e rendersi utile.