Hai i miei occhi, Akagami..

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11:20 Sango:
 Ama la pioggia, senza dubbio, eppure ogni tanto anche quel debole sole sulla pelle diviene piacevole, a scaldarla ancor di più. Per coglierlo al suo massimo ha deciso di muovere i propri di passi proprio verso il punto più alto che ella conosce, il monte dei volti del quartiere di Konoha, in un punto in cui davvero potrebbe vedere quasi tutta kagegakure, perfino la fine dei distretti di kusa e suna. E' li per la calma dello stesso loco in un orario così poco frequentato, specialmente con quel freddo che vuole picchiar la pelle, ma ella appare coperta anche quest'oggi, da quella cappa nera singolare. Lunghe e larghe le maniche a giungere a metà delle dita, le unghia laccate in nero a farsi vedere. Il collo coperto dalla stessa chiusura, e lungo a campana esso arriverà poco sotto le stesse ginocchia. Non si vedrà nulla di lei, non si vedranno ne le morbide forme del seno appena accennate sotto la nera e scura cappa, ne il pancione che lievita a vista d'occhio. Le gambe sotto non sono nude, porta dei pantaloni attillati e neri che giungono perfetti fino alle caviglie, da dove sbucano un paio di sandali ninja. Non porta con se nemmeno l'equipaggiamento, inutile dire che non abbia alcuna voglia di combattere, ma di camminare, di procedere lungo quella strada con estrema lentezza per godersi la sensazione del vento sottile che sposta i capelli rosso sangue all'indietro, in un mare di rosso su nero, degli occhi azzurri che si accendono e divengono anche più chiari alla luce di un sole già alto, ma troppo debole per cui cambi la propria pelle. Passo dopo passo, i pensieri si affollano, su quel Doku da dover prendere, su Kiri e i suoi assassini, e infine sull'Ochaya, su una bambina rapita, e sulla scomparsa di Mekura Hyuga. Dov'è finita quella che era la sua unica amica? Anche lei alla fine l'ha lasciata li, ma non sola, non questa volta. Per una volta non lo sarà nei confronti dello stesso mondo. Andrebbe a fermarsi infine indecisa se proseguire diretta verso i visi dei monti o voltarsi ancora alla ricerca di una qualsiasi panchina che possa accoglierla.

11:46 Ichirou:
 In questa giornata fredda seppur soleggiata, il nostro protagonista si ritrova, dopo mesi di reclusione e solitudine, sul monte più alto di tutta la prefettura di Kagegakure, un luogo che ormai ha visitato sin troppe volte da quando è ''tornato alla normalità'', se così si può dire si intende. Nonostante, infatti, quel monte sia solo una riproduzione, la mente ormai contorta e sempre più devastata del nostro mastodontico Hyuga, continua, ogni volta che vi ci mette piede, a fargli vedere i flashback del passato, di quella volta in cui tutto cadde in malora, anche per colpa sua, ovviamente. Ormai si è capito, comunque, che l'interno della sua mente è più incasinato di quando era più giovane, ma nonostante tutto, sembra essere lo stesso di un tempo, calmo e pacato, esprimendo tranquillità da ogni poro del proprio corpo, seppur il volto potrebbe raccontare il contrario, date le immense occhiaie sotto le palpebre inferiori dei suoi occhi perlacei, che per colpa della stanchezza, si muovono più lentamente del solito, nulla che un po' di sano riposo e forse un po' di aria fresca accompagnata dai raggi solari non possa risolvere. Lo troviamo quest'oggi seduto su una panchina che affaccia sul panorama della città sottostante, il silenzio gli fa più compagnia del solito e il suo atteggiamento pacato, fa sì che un piccolo uccellino gli si posi in testa, quasi come se l'avesse scambiato per un alberello sulla quale fare il nido. Indossa una semplice casacca nera, niente di particolare, tinta unita e senza maniche, nonostante ci sia fresco, a lui non dispiace la bassa temperatura. Il braccio sinistro oggi rivela in toto il proprio tatuaggio, che raffigura delle rose rosse ed un drago color verde selce che si dirige verso il proprio cuore, mentre sulla mano il simbolo dello Yin e dello Yang fa capolino. Il destro, in quella lega metallica, è reso lucido e luminoso dallo stesso astro che regna sui cieli in questa limpida giornata. Le gambe sono coperte da dei semplici pantaloni in tela bianchi, anch'essi in tinta unita e abbastanza comodi, giusto per non privare o limitare alcun movimento. Ai piedi, delle semplici tabi da Kung Fu nere, classico abbigliamento da Ichirou insomma. I suoni che vengono percepiti dalle sue orecchie sono solo quelli dei passi dei vari passanti e a volte qualche cinguettio, proveniente proprio dalla cima della sua testa, ricoperta come sempre da lunghi filamenti di seta corvina che si stagliano sullo schienale di quella stessa panchina sulla quale si ''rilassa'' il nostro Hyuga, capelli che forse potrebbero attirare l'attenzione di qualcuno, chissà.

11:57 Sango:
 Proseguire o non proseguire? Questo è il dilemma. Ma la presenza di troppe persone verso i volti decideranno per lei, voltando la schiena agli stessi per iniziare il cammino alla ricerca vacua di una panchina libera, una di quelle che s'affacciano dritte al sole e sul resto di quell'enorme metropoli, troppo grande anche per i suoi standard. I passi son morbidi, così come i movimenti lenti, non ha alcuna fretta, alcun reale obiettivo da raggiungere, solo un lento trascinarsi a qualcosa di rilassante. In quei passi invero vi è la mano dei Kami, che disegnano di nuovo una strada che si ripete, antica anche, ma anche nuova nel loro fare, nel loro gioco perverso e nel tirare le fila di vite ignare del loro volere. Un destino che dopo poco tempo inizieranno a metter davanti gli occhi una zazzera scura di capelli neri, lunghi, che ad una prima visione non le direbbero nulla se non la presenza di un uomo abbastanza alto perfino per lei, qualcuno a cui non poserebbe gli occhi che per un singolo istante. Ma giunta ormai a qualche piccolo metro di distanza, giusto un paio, potrà di nuovo attirare le proprie iridi, prima del viso stesso, il braccio metallico che potrà riconoscere da un ultimo incontro molti mesi prima. Lo stesso sguardo che indaga mentre il passo fermerà il proprio di fare, lasciandola in piedi , in una posizione diagonale rispetto a quella dello Hyuga tanto vicino < dunque finalmente ti sei fatto rivedere > mormora la voce interrompendo il silenzio del mattino, le stesse iridi ormai son sul suo viso, ne vedrebbe gli occhi perlacei sullo stesso, ne riconosce i lineamenti, sebbene si mantenga a quella distanza ancora < Ichirou > lo richiama in quel nome che non dimentica, come potrebbe farlo? Anche dopo il suo esser scomparso per così tanto tempo le aveva dato da pensare < pensavo che la ragazza ti avesse rapito e rinchiuso da qualche parte > v'è un lieve tono di accusa, ma se conoscesse davvero Tachiko quella potrebbe essere una validissima motivazione, ma per lei solo una battuta di dubbio gusto. Non si avvicinerà ancora, di certo, rimanendo nel suo fare lontano e quasi distaccato, con le braccia lunghe e morte ai propri fianchi, in attesa che qualcosa arrivi da lui, una motivazione ad esempio potrebbe esser la miglior cosa, no?

12:18 Ichirou:
 Il silenzio aleggia intorno al suo corpo, quasi come se fosse in totale meditazione, anche se in realtà, per lui anche il silenzio rimane caotico e utopistico, i suoi pensieri infatti non gli danno mai pace, continua a sentire rumori, voci, parole, odio e rabbia, tutta roba che si tiene dentro da sin troppo tempo, ma si vede che a lui sta bene così se ha deciso di non fare nulla per darsi una svegliata, o quanto meno, chiedere aiuto a qualcuno. I passi lenti della rossa alle sue spalle, si fanno più vicini, ovviamente non vedendola, dovrà per forza di cose aspettare ch'ella spicchi parola nei suoi confronti, riesce tuttavia a percepire che si tratta di una figura a lui conosciuta, non perché ne abbia visto i lineamenti, letto il pensiero o perché abbia gli occhi dietro la testa, semplicemente l'uccellino sul suo capo non sì è agitato, anzi, sembra anche essersi appisolato, assumendo quella forma tondeggiante e cicciottella, tipica degli uccellini ancora in fase di crescita. La voce della donna alle sue spalle raggiunge repentina il suo udito, facendosi strada in quel cumulo di rumori che occupano la sua testa, portandolo ad aprire leggermente di più gli occhi <Sango..> un mesto sorriso si va a disegnare su quella tela pallida che rappresenta il suo viso, qualche ciuffo di capelli ne accentua i contorni e le sue iridi perlacee, voltando il volto in direzione altrui, vanno come al solito ad incatenarsi alle celesti altrui, ormai come se fosse una sorta di rito. Preferisce non dirle nulla per il momento, nota come lei sia più coperta del solito, ma non ci da troppo peso, in fondo, secondo lui, non tutti possono amare il freddo come lui no? Quando gli viene fatta quella battuta, lo Hyuga non si sente in grado di ridere, tuttavia, tornando con lo guardo verso il paesaggio, con la mano sinistra va a picchiettare il posto accanto a lui, come suo solito si preoccupa della comodità delle persone che si approcciano a lui, per poi andare a risponderle con quel suo solito tono basso, caldo e pacato <Una ragazza che devo imparare a dimenticare a quanto pare.. Non la vedo da mesi..> ammetterebbe alla volta della rossa <Tu invece..? Come stai..?> chiederebbe a sua volta alla donna, cercando di mantenere quel sorriso in volto, anche se è palese la sua stanchezza racconta più di ciò che in realtà sta nascondendo.. "Ichi-Nii io questa non me la ricordo mica però! Chi è?" mentre quella sua petulante vocina, continua a dargli fastidio.

12:36 Sango:
 No,, non s'avvede ancora di quell'uccellino, decisamente interessata a colui che lo porta, a quella voce che infine la saluta dopo molto, troppo tempo. Finalmente i passi continueranno la propria corsa solo per portarla in linea d'aria a lui stesso, in modo da poterlo davvero vedere in viso, e farsi vedere in viso senza torcere il collo del giovane uomo, le mani ancora morte ai propri fianchi, in evidente attesa di ciò che l'ha portato ad estraniarsi dal mondo, ovvio, ciò che non concerne la morte innanzitutto. < è scappata? > ridacchia lievemente, si , stronza, ma come sempre no? < scusa > comprendendo il proprio dire, ma senza esserne davvero dispiaciuta, infondo anche lui è scomparso per altrettanti mesi < quindi non la vedi più e.. cosa? Ti sei buttato giù in questo modo per una donna? > solleva il sopracciglio, inarca vistosamente in un chiarissimo giudizio che gli sta dando, un giudizio non favorevole, ovvio. < voi maschi quando perdete la testa per una donna non la ritrovate più > semplice il suo dire, prima che le azzurre si portino per un attimo verso la città, a cercar qualcosa, la propria casa lontana, prima di tornare a lui < potrebbe sempre andarmi meglio > Sango vecchia in un attimo, sebbene la mano destra andrà a porsi al pancione sottostante, un segnale che la mente gli da prima ancora che lo comprenda davvero < sono incinta > beh potrebbe nasconderlo a tutti, ma allo Hyuga? Non proprio, anzi, dopotutto egli voleva venire ad Oto con lei a quel tempo, venire li dove la guerra è nata e dove tutto è morto, ovviamente non consapevole di quella solita vocina che egli sente nella propria di testa < raccontami..> dirà lei, e senza dire niente, senza chiedere il permesso, andrà a porre, o provarci almeno, il proprio sedere sulla panchina, molto vicina allo Hyuga enorme < hai per caso visto Mekura? > una domanda che deve porre, specialmente a chi fa parte di quello stesso clan, a chi potrebbe vedere ciò che lei non riuscirà mai, sollevando di poco il viso, senza sorriso alcuno, è raro vederla sorridere li fuori.

13:00 Ichirou:
 Sente quelle sue parole, la prima battuta non lo tocca minimamente, per quanto ne sa lui, potrebbe essere anche la verità, ma la cosa che lo colpisce di più, è il fatto che lei si sia scusata per una cosa che ha detto, il che lo fa voltare in direzione della sua interlocutrice, ormai posizionatasi accanto a lui su quel sostegno di legno, andando a contemplare per qualche istante quelle stesse parole <Non sono molto sano ultimamente.. non mi andava di creare problemi, ne di risultare pazzo agli occhi della gente.. che lei sia scappata o meno, la cosa non mi tocca minimamente, non è la prima volta che una donna mi rifiuta..> le lancia una frecciatina tornando con lo sguardo perlaceo sulla città sottostante <Non stereotipare l'uomo solo perché ti senti in vena di farlo.. se perdiamo la testa per qualcuno, significa che riteniamo quel qualcuno degno di tale azione.. come fu per me la prima volta che ti incontrai..> ammette l'uomo, senza peli sulla lingua, con lei non si è mai tenuto le cose, non vede perché mai dovrebbe cominciare adesso <Semplicemente volevo prendermi del tempo lontano dal mondo, dato che per dieci anni sono stato da solo con i miei pensieri.. si vede che il chaos di Kagegakure mi ha fatto male.. ma standomene in solitudine per questi mesi.. devo ammettere che mi ha fatto ancora più male..> ammetterebbe dunque, prendendosi una piccola pausa. Mentre lei rivela la sua condizione, gli occhi perlacei dello Hyuga si fanno a lubrificare appena, come se riprendessero vita e, girando il volto verso la di lei persona, va ad osservare quella mano poggiata su quel pancione, che poc'anzi, per via della sua stanchezza mentale, non era riuscito a notare, andandole a chiedere <P-posso..?> la sua mano sinistra poi si muoverebbe senza controllo, sollevandosi lentamente, ma senza approcciarsi a lei, solo nel caso in cui lei avesse dato il consenso l'avrebbe appoggiata sul suo pancione per cercare di sentire quella piccola vita muoversi dentro di lei. La domanda su Mekura lo lascia spiazzato, non era a conoscenza del fatto che le due si conoscessero, o quanto meno non ne ha memoria, quindi si limita a darle una risposta sincera, ossia <L'ho vista mesi fa.. l'ho incontrata di sfuggita, ma poi ho perso le sue tracce.. mi spiace non esserti utile..> ammetterebbe dunque alla volta della rossa, attendendo in silenzio una sua risposta "Sì ma Ichi-Nii mi dici chi è questaaa? Prontoooooh1?" ignorando completamente la voce nella sua testa.

13:16 Sango:
 Ascolta le sue di parole, semplicemente sedendosi a quel fianco, rilassando i muscoli lungo la panca, adagiando delicata la schiena < tu ti preoccupi un pò troppo > di certo per quella che di disturbo ne ha sempre creato a bizzeffe non può che esser solo una scusante, la sua < o solo perchè non volevi che ti giudicassero? > pone il perno di quel pensiero li, al giudizio degli altri occhi, al giudizio di coloro che possano guardarlo, non che ella se ne preoccupi invero, anzi. Ascolta le sue varie frecciatine, come coltellini che vogliono ferirla < Ichirou > lo chiama col suo nome per intero, senza problemi nemmeno lei, senza peli sulla lingua < le nostre strade si son divise molto tempo fa > lo ricorda bene, quando egli perfino scomparse per tornarne privo di due arti < ma suppongo tu sia andato.. avanti > curiosa nel saperlo, per il proprio ego? No, semplice curiosità di comprender come la sua mente si sia evoluta in quel lasso di tempo, dopotutto aveva quasi trovato una compagna < troverai qualcuno che faccia per te > lui forse troppo gentile per quel mondo, ma qualcuna la fuori ci sarebbe stata, non ne ha dubbi < sebbene se sceglierai una Kunoichi ti direi sempre di stare attento > a cosa? Lascerà a lui quella risposta, ovviamente, tascendo in quel momento per lasciare ancora la sua voce a impregnar l'aria di un mattino che ormai inizia a calare verso una nuova sera, una nuova notte quella in cui vivranno. < essere da soli è difficile, ma anche il riempire il tuo spazio con qualcuno che non merita lo è > insomma, nessuna compagnia tanto per non star da solo potrebbe mai aiutarlo, farlo bene. A quella richiesta rimane lievemente stranita, passano i secondi prima che semplicemente annuisca e lasci che la sua mano vera possa toccarle il pancione, insomma sta ancora crescendo ma potrà sentire la curvatura della carne, la pelle più tesa al di sotto dei vestiti, come un piccolo melone. Non se ne preoccupa, non di lui almeno che possa attaccarla o farle chissà cosa . < tranquillo, non la vedo ormai da mesi > si mordicchia le labbra, i denti affondano in quelli inferiori < avrei avuto bisogno di lei in questo momento > sibila contrariata < e dei suoi occhi soprattutto > un byakugan è per sempre, o quasi?

13:42 Ichirou:
 Sa che quelle parole sono vere, ma come solo un vero stupido saprebbe fare, evita di vedere e accogliere quelle parole come veritiere, quindi le lasci volare via in quella fresca giornata, dandole però un lieve quanto mesto sorriso, come se volesse farle capire che ha capito quelle stesse parole. Le sue frecciatine vengono percepite dalla donna in dolce attesa, che per quanto si sforzi di non prenderle sul serio, sembra esserci rimasta un po' male, o forse è solo un impressione chissà, sta di fatto che quasi subito, le viene di giustificarsi con l'uomo che le siede accanto, la sua aria stanca seppur rilassata non perde il minimo colpo, come se non si pentisse di ciò che ha detto alla sua interlocutrice, l'uccellino sulla sua testa emette un piccolo pigolio durante la sua veglia, ma giunge il momento delle risposte <Non fraintendermi.. non ti sto incolpando di nulla.. sono stato io a non avere il coraggio di seguirti quando avrei potuto.. e che ne sai..> direbbe volgendo i suoi occhi perlacei sulla donna <Se l'avessi fatto, magari non avrei neanche perso i miei arti.. i miei capelli non sarebbero diventati così lunghi.. e magari il bambino che porti in grembo avrebbe potuto persino essere mio per quanto ne sappiamo entrambi..> ammetterebbe spostando lo sguardo dalle sue iridi alla sua pancetta in fase di sviluppo, sulla quale ora, in maniera quasi impercettibile come suo solito fare, si va a posare la sua enorme mano, come se fosse un petalo od una foglia caduta su quella stessa pancia <L'unica persona che posso incolpare per quello che mi è successo in tutto questo tempo, sono io e io solamente.. ma ormai, il passato è passato..> direbbe dunque, tornando con le perlacee sulle sue celesti, mantenendo adesso un sorriso, seppur stanco e sfatto, molto più caloroso e quasi gioioso rispetto a prima. Quelle parole sulla solitudine non lo toccano minimamente, lui in fondo, non lo è mai, quindi si limita semplicemente a dirle <Semmai trovassi qualcuno in grado di sopportarmi o anche solo di gestire il mio.. carattere eccentrico.. allora potrò darti ragione, per ora mi limiterò semplicemente a dirti, che forse è un bene che io passi del tempo per i fatti miei.. se succederà che un giorno qualcuno si farà avanti per me, allora ti manderò una lettera.. o magari verrò a dirtelo di persona, perché no..> un altro mesto sorriso, lievemente più spento rispetto a quello donato alla vita nel suo grembo. Parlando della questione Mekura, lo Hyuga viene a conoscenza del fatto che la Ishiba, seppur andando contro il suo stesso orgoglio, sia in cerca di aiuto, tirando in ballo persino l'innata del suo Clan <Che ti serve.. se posso chiedere ovviamente..> lo sguardo si fa serio, mentre l'uccellino sulla sua testa agita la testolina come se fosse un cane, per poi tornare al suo riposino, provocando un lieve movimento ai capelli dell'uomo, in attesa di qualche risposta.

13:56 Sango:
 L'aria del mattino ormai s'è fatta sempre più calda, non soffocante come in estate, il vento li sopra soffia con più forza in effetti, ma le parole dei due non andranno a perdersi nello stesso, vedranno un loco ove posarsi e restare, semplicemente li, come se fossero delle statue di sale in attesa che qualcosa cambi. < forse > ammette a quel dire, che le provoca un brivido alla schiena, di qualcosa che sarebbe potuto essere < ogni nostra azione è sempre nostra colpa. La nostra debolezza, la nostra testardaggine..tutto non rimane che nelle nostre mani > lente anche le proprie si sollevano, perfette, curate, eppure perchè ci vede sempre e solo del sangue ? Un attimo, prima di posarle al proprio lato, in quanto parte del corpo viene presa da lui, dalla calda mano che non sentirà, se non quel lieve scostare la cappa nera che indossa < se avessi fatto diversamente tanto tempo fa, non sarei nemmeno qui probabilmente > non in quella condizione, non con quel passato, nemmeno viva probabilmente < ma quanto senso ha affondare tanto in ciò che sarebbe potuto essere? > solleva il mento verso di lui, per guardarlo è costretta a farlo < farlo mi ha quasi spezzato, Ichirou. Vivere costantemente nel passato è facile, mi apre ferite e un dolore che voglio sentire > tutto per sentirsi viva, o almeno, questo è quello che credeva < adesso non posso fare altro che andare avanti con quello che ho, magari trovando qualcosa di nuovo > per lei è quella bambina, per lui chissà cosa potrebbe essere. Un obiettivo, magari. < oh Ichirou > ride lievemente a quelle sue parole < sei uno degli Shinobi più gentili che conosca. Ma il mondo è assai crudele con chi lo è > perchè essi son quelli da poter prender di mira, e i kami lo sanno bene, quell'incontro fortuito non è forse stato predestinato da loro? < ma per trovare qualsiasi cosa, devi uscire dalla tua grotta > ovvio che intenda la sua solitudine scelta < chi pensi arrivi da te oltre al postino sennò? > oh magari potrebbe esser lui colui di cui innamorarsi? Scaccia via quel pensiero futile con un lieve scossone del capo. < c'è una bambina che è stata rapita dieci anni fa dentro un locale alquanto.. losco > si ferma dal dire che quella bambina sia proprio la figlia della Hyuga, almeno per il momento < voglio entrare per comprendere molte cose.. non solo su quella bambina, ma su questo nuovo mondo > lo sguardo che torna serio improvvisamente, puntando le iridi azzurre lontane < nonostante abbia trovato chi possa darmi una mano, son tre piani di edificio, di cui due non sappiamo come siano fatti > ed ecco infine che sta per giungere alla conclusione, ma il moro ci sarà arrivato prima di lei? Lo osserva di sottecchi, aspettando che quelle parole facciano breccia nella sua mente < degli occhi Hyuga ci permetterebbero di avere un grosso vantaggio > oh eccome, e lo sa, lo sta perfino proponendo a lui mettendola a mò di storia, prima di attaccare deve studiare il nemico, sarà in grado di comprendere cosa voglia lei? Lo sguardo stesso che infine si posa sul pennuto, semplicemente guardando qualche piuma che fuoriesce dal suo crine, si, è sempre stato estremamente gentile, lui. Lei, crudele.

14:26 Ichirou:
 Lo sguardo dello Hyuga rimane fisso su quella pancetta rigonfia, non che sia una cosa brutta sia chiaro, ma il fatto che al suo interno si stia formando una vita, gli crea una sorta di malinconia mista a felicità che gli viene quasi complesso comprendere, la malinconia data dal fatto che se fosse stato più coraggioso tempo addietro, adesso quella pancia potrebbe essere in fase di creazione di un piccolo Hyuga, la felicità invece, è data tutta alla donna che si trova davanti, una donna che ha saputo metter da parte il proprio orgoglio per poter dar luce ad una nuova vita, del resto ormai si sa, Sango non è mai andata via dalla testa di Ichirou e, nonostante tutto, per lei ha sempre un occhio di riguardo e farebbe di tutto per la stessa, cosa che lei sa benissimo. Ad ogni modo, come entrambi hanno già ammesso, vivere nel passato non porta a nulla, quindi, con un lieve sorriso in volto, lo Hyuga carezza lievemente la pancia della donna, per poi ritrarre la mano con calma, non vuole darle fastidio ne recarle disagio, gli sembra la scelta migliore. Si sente dire quelle cose, e come è sempre stato, la donna colpisce sempre i punti giusti dello Hyuga, scoprendo il suo punto più debole, il che lo porta, anche se ci si deve fare molta attenzione, a colorare le proprie gote di un chiarissimo rosso appena appena visibile, simbolo di un imbarazzo che ormai non si faceva vivo da tempo, rossore che svanisce quasi subito, una volta ritrovata la sua ''sanità'' mentale <Per questo sono qui.. ho passato mesi in solitudine.. ora ho bisogno di aria e luce..> una lieve risata, soffocata solo dalla sua raucità, dovuta alle troppe parole usate in questa mattinata, non è più abituato ad uno scambio di opinioni così lungo. Le informazioni non tardano ad arrivare, come al solito, la Ishiba va dritta al nocciolo della questione, un pregio raro che ormai nelle persone fatica a formarsi. L'uomo, sa benissimo dove vuole andare a parare, ma ne sarà in grado? Sarà all'altezza di ciò che la donna sta proponendogli in maniera del tutto velata ed implicita? <Sarò del tutto onesto con te Akagami..> ancora si ricorda del soprannome che le diede a Kiri <Mi avevi convinto già a ''bambina rapita''.. ma non scendo in campo da troppo tempo.. non so se ci si possa fidare di me..> lo sguardo si fa serio sul volto dell'uomo, insicuro all'ennesima potenza delle sue capacità, ormai sopite da svariati anni, ma lascia a lei la parola, vediamo cosa ne pensa di questo suo velato consenso.

14:43 Sango:
 Lo sa davvero che provi egli ancora qualcosa per lei? Qualsiasi cosa che non sia il residuo di un affetto molto vecchio che è poi sfiorito col tempo? Non completamente, o nemmeno la rossa si troverebbe seduta in quella maniera insieme al moro, eppure la domanda prende piede, dovuta anche alle frecciatine che egli le ha donato, belle incisive sebbene pronunciate con una certa delicatezza, da lui. < Ichirou > lo richiama, in quello stesso silenzio iniziale che si interpone tra di loro, osservandolo dal basso, ancora così come prima < provi ancora qualcosa ? > non ha bisogno di specificare il soggetto, ha notato quel sorriso che gli ha dato, felice si, ma anche sporcato da quella che le pare esser quasi tristezza. Lo osserva, cercando anche lei una delicatezza che non trova sfogo normalmente, dura e letale solitamente la voce ne esce, così come le parole velenose di quella serpe in seno che ancor la nutre. E attende, curiosa, si, ma curiosa di sapere quanto in passato egli ancora viva in effetti. La solitudine, l'hanno trascorsa loro, nel momento in cui lo stesso mondo era in fermento, ove molti prendevano decisioni egoistiche atte a creare qualcosa solo per loro, ed egli ne è uscito dimezzato, non solo nel corpo, ma anche nella mente a quanto può vedere. < benvenuto al nuovo mondo, allora > sebbene egli l'abbia vissuto molto più di lei, sebbene lui debba esser quello che si sia ambientato meglio, non le pare reale come cosa. No, lo stesso rinchiudersi da qualche parte per estraniarsi dal mondo, in attesa di una ragazza che adesso par esser scomparsa completamente da quella terra, chissà dove, a far cosa, ma non ha dato nemmeno alcun dire a lui, come non lo meritasse. Stringe lievi le labbra, in una smorfia, qualche attimo prima che scompaia, racconti anche di quella bambina, e di come l'abbia solo convinto .. ma qualcosa prima viene detto < mi ero dimenticata di quel nome > sorride mesta al sentirlo dopo tanto tempo < mi ero così tanto abituata a Byakko da averlo rimosso > quante cose hai rimosso, Sango? Quante vite con cui hai intrecciato la tua hai voluto rimuovere, per non pensare alla loro morte, per non darti speranze nemmeno, rimanendo nel limbo del non voler sapere cosa sia accaduto loro. < non siamo li per combattere > osserva con calma < non potrei nemmeno volendolo in questo momento > ovvietà a parte, continua col suo lento dire < solo capire cosa ci sia, capire cosa ci nascondono. > lo sguardo che si farebbe più intenso, deciso < vorresti darmi una mano? > lo richiede, non lo ordinerebbe mai, tantomeno a lui, in attesa di una qualsiasi risposta, negativa o positiva che sia.

15:04 Ichirou:
 Ogni volta che i due si incontrano, sembra sempre che un fulmine debba cadere a ciel sereno, c'è sempre quella sensazione di elettricità che potrebbe o no, scatenare qualcosa di inaspettato, come adesso ad esempio, nel sentire pronunciare il proprio nome, lo sguardo dello Hyuga si concatena a quello della Ishiba, il che gli provoca un lieve brivido dietro al collo, la domanda che segue, estende il brivido a tutta la schiena, se infatti vi facesse caso, la donna potrebbe notare una lieve pelle d'oca sul braccio e sul collo dell'uomo, mentre l'uccellino, di tutta risposta, agita per un istante le ali, come se fosse stato spezzato quello specchio d'acqua limpida e calma che era in precedenza quello stesso Hyuga, che dopo appena pochi attimi, torna sereno, o quanto meno calmo. Schiarendosi la voce, con tutta calma va a rispondere a quella domanda come solo lui saprebbe fare, in totale onestà <Sì..> secco nel sentenziarlo <Ti dissi molte volte che l'averti incontrata mi ha segnato profondamente, per quanto io abbia provato a dimenticarti, io non riesco a cancellarti dal mio passato, ne tanto meno dal mio presente a quanto vedo..> un lieve sorriso viene accompagnato da uno sbuffo, una piccola risata <Nonostante non ci cerchiamo per mesi o anche anni.. alla fine finiamo sempre col ritrovarci per raccontarci ciò che ci è successo e le cose nella quale stiamo per immischiarci.. Quindi incomincio a pensare che sia tutta una questione di destino.. non riesco però a nasconderti la verità, questo l'hai sempre saputo di me.. quindi la mia risposta è sì Sango.> come se nulla fosse, lo sguardo dello Hyuga torna all'orizzonte, mentre l'uccellino sul suo capo si addormenta nuovamente. Non ha intenzione di farle la stessa domanda, sa perfettamente la risposta, e forse non vuole sentirselo dire, quindi si limita a sbuffare nuovamente una piccola risata quando lei gli da il benvenuto nel nuovo mondo <Il fatto è.. che quel soprannome lo usavo solo io nei tuoi confronti.. volevo e soprattutto vorrei rimanesse così, quindi hai fatto bene a dimenticartene..> ammetterebbe. La ascolta quando si torna a parlare di quella stessa bambina rapita, non si fa sfuggire il minimo particolare di quello che gli viene detto, poi, la richiesta arriva in maniera diretta alle orecchie dello Hyuga, il che, con pacatezza ed un lieve sorriso, andrebbe a guardare in direzione della rossa, per poi <Farò del mio meglio.. Akagami..> acconsentire alla richiesta della Ishiba. "Non ci sto capendo niente però io, Ichi-Nii.."

15:18 Sango:
 Ascolta quelle parole rinnovate, dopo tutto questo tempo è ancora li, ma non troverà nulla sul viso della donna che un vacuo sorriso, seguito da un sospiro , ovvio che non possano dimenticare, sarebbe stupido e stolto anche solo pensare di poterci riuscire a qualcosa del genere. Non trovandoci davvero una dichiarazione attuale, ma quanto più sentimenti che vengono strascicati dal tempo, non che ne trovi difficoltà a starsene tranquilla in quella posizione, nella sua estrema vicinanza, semplicemente quel mezzo sorriso < pensi che sia davvero qualcosa del destino? > a cosa voglia andare a parare ovviamente non verrà detto, apprezzando invero la sua di sincerità, ma senza dire altro, ne per ferirlo ne per incoraggiarlo in effetti, semplicemente per sentirgli dire quelle parole, senza nemmeno giudicarlo rispetto a quello. Lieta anche di non dover rispondere lei stessa, questa volta la sua risposta sarebbe cambiata in rispetto al loro passato, semplicemente andare avanti, quello le riesce meglio, almeno in quelle cose. < non penso che qualcun altro possa chiamarmi in questo modo > nemmeno adesso, adesso che si trascina invece lei l'ombra pallida di chi fu la vera Byakko , e quella che ancora sente molto più vicina. < era un periodo diverso quello.. ancora non eravamo in guerra a Kiri, non totalmente almeno. Non ero una mukenin, il mondo era rimasto come era .. > e dopo? Caos. Distruzione. Morte. Dolore. Sangue. E da quel sangue è nata quella città che si estende sotto i loro piedi, come a volerla vedersi inchinare, ecco lo sguardo che lancia a quelle case, ma a quel governo soprattutto, il grande occhio rosso che si eleva altissimo e privato. < allora.. > sorride al suo ultimo dire < dovremmo metterti al corrente di molte, moltissime cose prima di lanciarci come dei pazzi dentro un locale così pericoloso > osserva con calma, la mente fredda e analitica < dovrai giusto conoscere un paio di persone > Matono e Shinsei sicuramente < preferirei che non ne facessi parola con altri. E' già pericoloso che lo faccia, sarebbe ancor peggio se qualcuno a cui non sto.. Simpatica > che eufemismo eh? < cerchi di ammazzarmi prima > la mente lavora ancora come a Kiri, sempre in guerra contro il mondo, sempre sul chi va là, in attesa che qualcuno esca un Kunai e lo pianti dritto al proprio cuore.

15:40 Ichirou:
 Quella sua domanda e le sue reazioni, dicono all'uomo molto più di ciò che in realtà, lei stessa non avrebbe potuto rivelare a parole, come già detto prima tuttavia, la risposta lui la conosce già, quindi è in pace con la sua anima, per quanto lo riguarda <Dimmi una solo cosa che non è dettata dal destino..> andrebbe a risponderle <Per quanto tu possa metterci dell'impegno in ciò che fai, la tua storia è già scritta dal momento in cui vedi la tua prima luce.. Ma questo è solo il mio pensiero, non ho intenzione di far cambiare idea alle persone cercando di inculcare la mia opinione nelle loro menti.. semplicemente la vedo così..> un altro lieve sorriso le viene donato. Le prossime parole della donna vengono percepite dallo Hyuga senza problema alcuno, i ricordi che ha di quell'isola maledetta non se ne sono mai andati dalla sua testa, e mai se ne andranno, questo lo sa bene, soprattutto il momento in cui è stato genjutsato e gli è stato mostrato il corpo tumefatto, mutilato e privo di vita della donna che ha accanto <Se per te è un problema, allora non ti ci chiamerò più..> ammetterebbe in risposta a quel soprannome da lui solo usato <Ricordo perfettamente quel periodo..> lascerebbe cadere il discorso di Kiri con quella sentenza, è passato troppo tempo da allora, meglio non rivangare ulteriormente il passato e lasciare a riposo i morti che quella guerra si è portata dietro. La donna dunque lo ragguaglia a grandi linee su ciò che dovrà succedere nel suo imminente futuro, tutte informazione alla quale lo Hyuga annuisce senza la minima esitazione, tuttavia, il tempo scorre repentino ed inesorabile e, nonostante non lo sembri affatto, la donna potrebbe essere anche un po' stanca di stare seduta su del legno duro, quindi, issandosi sulle leve inferiori con tutta calma, lo Hyuga le tende la mano sinistra, quella umana, offrendole un appoggio per facilitarle la risalita <Dai, ti accompagno.. immagino tu sia stanca di rimanere seduta qui.. facciamo una passeggiata e poi ti accompagno a casa.. ti va..?> un lieve sorriso il suo <Così magari incomincia anche a raccontarmi qualche dettaglio sulle persone che devo conoscere..> unire l'utile al dilettevole no? Quindi, nel caso in cui la rossa accettasse le sue premure, lo Hyuga si dirigerebbe insieme a lei sul sentiero che porta ai piedi della montagna. [END]

15:46 Sango:
 Stringe le labbra in una morsa ferrea, in dubbio su quelle parole < alle volte ci credo > ai kami, al loro giocare con le loro vite, a tirare i fili delle situazioni solo per far andare la storia come vogliono loro < altre volte voglio credere di poter cambiare le cose con ogni mio singolo gesto e non lasciare ad altri il lusso di poter giocare con la mia di vita > un dubbio che ha, in quel sentirsi in bilico tra quelle sue due versioni, visioni per lo più su quello che è il mondo degli Shinobi. Se hanno quel potere, manipolare il mondo, la sua forza, cosa o chi lo ha dato a loro se non un entità più grande? < no, non mi da fastidio > non a lei, almeno, ma sente un brivido gelido scendere lungo la schiena, come un paio di occhi neri fissi ad osservarla da lontano e giudicarla, in attesa di prendersi la sua punizione legittima. Aia. Osserva lo Hyuga alzarsi, emulando lo stesso identico gesto per propria mano, sollevandosi di nuovo nella propria altezza < andiamo > lo invita anche lei ad avanzare e proseguire verso quello che è il quartiere dei clan di Amegakure, dopotutto in quelle condizioni continuare a girare con la veste della Shinsengumi sarebbe solo superfluo. < non penso potrò dirti molto su di loro > osserva con fare disinvolto, scostando i capelli dalle spalle in favore della schiena < dovrai esser tu a conoscerli, ma hanno la mia fiducia. Penso che questo possa bastarti > insomma, non sono persone qualunque quelle, per lei. Avanzeranno verso i sentieri per scender giù da quei monti, continuando una lunga camminata in ritorno ad una casa che lui non conosce, ma che adesso potrà saperne l'ubicazione esatta. [end]

Dopo del tempo passato lontano da tutti, Ichirou incrocia di nuovo il suo cammino con Sango, i due parlano un po', ragguagliandosi sul passato e facendo confessioni riguardo il suddetto, Ichirou scopre della dolce attesa della donna e quest'ultima lo invita a lavorare insieme..


P.S.: Spero di esser tornato ç^ç