Verranno le dolci piogge

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15:35 Matono:
 Tira una brutta aria sul villaggio, oramai il tempo sta prepotentemente vertendo verso il vero autunno, nonostante esso sia arrivato finora solo a singhiozzi. Il moro si trova sulla sommità della montagna dei Kage, avventuratosi sopra la testa di quello che dovrebbe essere il terzo, ovviamente non letteralmente sopra ma poco dietro la stessa nuca, ove si trova la passerella che offre il "belvedere" su Kagegakure, certo dipende dagli occhi di chi guarda darle questo od un altro appellativo. Vestito come consueto con vestiti semplici e comodi, maglia bianca a maniche lunghe, munita di 3 bottoni giusto sotto la scollatura, pantalone scuro tendente al verde, militareggiante e scarpe chiuse. Una giacca cappucciata, anch'essa verde ma di un tono più chiaro volteggia dietro sospinta dal vento, mentre infine sul fianco sinistro è presente una sacca contenente spray curativo, tonico chakra e 3 fuuda con all'interno sigillati altrettanti tronchi. Al momento scruta dalla passerella con i gomiti poggiati al tubo di ferro che dovrebbe separarlo dalla montagna effettiva, respira l'aria in quota, assaporando quella leggera diversità che la differenzia dalla viziata aria delle strade del villaggio, specie se affollate, mentre quassù qualche sparuto gruppetto di persone passeggia sulla passerella, un disturbo minimo che potrebbe essere evitato semplicemente. Mano destra che si alza e si porta fronte al petto, distante una ventina di centimetri, compone il mezzo sigillo della "capra" mentre le palpebre levano la luce alla vista. Prima fase del tentativo, accumulare l'energia spirituale al centro del proprio corpo, riempiendo un figurato serbatoio tondeggiante, una volta riuscito in questo deve sfruttare la concentrazione e l'esperienza nel dirigere questa energia ovunque lungo il corpo, toccare ogni punto di fuga e formare un vero e proprio flusso, stabile e controllato. Se anche la seconda fase viene completata con successo infine non resta che tentare di accelerare tale scambio energetico, fino a raggiungere il massimo potenziale dato dal flusso di chakra, energizzando l'intera figura. Una volta terminato questo tentativo, rimuoverebbe il sigillo tornando a dare luce alla vista, aprendo le palpebre e respirando profondamente, nel concentrarsi aveva quasi bloccato la respirazione, entrambe le mani afferrano il palo metallico, freddo a causa del vento, Fissa il capo roccioso oltre, sembra
quasi aver l'intenzione di saltare dall'altra parte, stà giusto sentendo il rumore metallico di altre persone in arrivo, una piccola smorfia schifata compare in volto.[Tentativo attivazione chakra 3/4]

15:35 Furaya:
 Durante la mattinata, ha rapito dalla biblioteca un paio di libri che riguardano la storia dei coprifronte, dei ninja, dei vari villaggi. Non è interessata alla geografia, tanto meno alla storia che conosce ormai fin troppo bene. Tuttavia, deve cercare qualche informazione inerente ai coprifronte e ai simboli di questi ultimi. Ha con sé almeno quattro o cinque tomi, alcuni piccoli e altri di media grandezza. Sembrano rilegati, quindi sicuramente vecchiotti ma ben tenuti. Seduta sulla testa del Primo - sia mai che segga sulla propria - sta sfogliando uno dei più piccoli, andando per ordine di grandezza. Mantiene le ginocchia piegate affinché il libro sia poggiato sulle cosce tenendolo ritto davanti a sé. <Uhm> Memore della chiacchierata con Mattyse, deve aiutarlo anche in questa ricerca; specialmente per evitare che la sua mente continui a pensare che si tratti di Fenrir o del resto del branco. Ha variato nel vestirsi in vista delle temperature in rapida diminuzione e si presenta con abiti particolarmente comodi. Indossa, difatti, un paio di pantaloni nero tipologia skinny tagliati giusti ad altezza del ginocchio, i quali fasciano perfettamente le inferior leve della fanciulla. Le estremità inferiori son infilate in un paio d’anfibi d’egual cromia, ben allacciati a loro volta attorno alle caviglie. Gli schinieri, invece, son nascosti dall’indumento e coprono perfettamente lo stinco anteriore d’ambedue le gambe. Un maglioncino verde mela copre sin ad altezza del ventre il resto del corpo, lunghe maniche a sfiorar metà falangi delle dita tenendole comunque al caldo. I vambracci prendono posto negli appositi spazi, proteggendo l’avambraccio sia destro che sinistro. C’è ovviamente da considerare anche l’equipaggiamento del quale non fa letteralmente mai a meno. La vita è circondata da una cintura in cuoio nera e piuttosto spessa, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Per ultimo, ma non per importanza, sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Deve ancora testarla, ma le ha solleticato non poco l’appetito. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Or come ora, non ha timore d'aver nei dintorni qualcuno, preoccupandosi esclusivamente della lettura. Se poi venisse disturbata, beh, nulla le vieta di proseguire lo stesso tra una chiacchierata e l'altra. Purtroppo, come disse anche Tenjiro, è un luogo piuttosto popolato il Monte! Sta anche iniziando a fare freddo, dovrà procurarsi quanto prima una giacca relativamente pesante per affrontare il gelido inverno. [ Chk On ]

15:50 Akaya:
  [Terrazza] Anche lei si trova sulla terrazza di in cima a quella montagna, indossando come al solito i suoi abiti composti da un top nero coperto da una maglia a maniche lunghe bianca che le lascia scoperto l'ombelico ma sulla parte posteriore ha un lungo strascico che le arriva sul retro delle ginocchia. Sulle maniche, all'altezza degli avambracci, sono fissati un paio di porta-kunai così come sulle cosce dei gambali dei suoi aderenti pantaloni scuri. Questi ultimi le fasciano le gambe andando poi ad infilarsi sui suoi stivaletti del medersimo colore. Sulle natiche sono presenti un paio di tasche porta-oggetti. Il coprifronte di Konoha è tenuto attorno al collo a mo' di foulard mentre dai capelli sbuca l'antenna del suo auricolare. Inotule dire che un grosso fiocco scuro le decora i capelli come al solito, mentre un paio di guanti ninja dotati di lame che partono dalle nocche completano il suo vestiario. La man dritta è chiusa a pugno(eccetto due dita distese verso l'alto a formare il mezzo sigillo della "capra") mentre estrae l'energia psichica dal proprio cervelletto e la fa discendere lungo il midollo spinale mentre l'energia fisica la prende dall'area addominale facendola risalire attraverso l'esofago. Entrambe le energie si fermerebbero sul suo plesso solare dove vorticherebbero l'una sull'altra per generare il chackra che le servirà per attuare le sue tecniche o semplicemente per una mobilità aumentata. [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Impasto del chackra 3/4]

15:58 Matono:
  [Testa di furaya] Una volta accortosi di aver richiamato il chakra correttamente il suo pensiero può divenir realtà, infatti muove parte del flusso di chakra in direzione dei piedi, per essere precisi a livello plantare, concentrando e fermano un frammento energetico per poter camminare in tutta sicurezza su qualunque superfice solida. Dunque le braccia porteranno con forza la figura a saltare l'inferriata, a mo di olio cuore, agilmente insomma, andando dunque ad atterrare poco sotto la passerella dove si trova l'inizio della Nuca della montagna,dunque tramite il rilascio del chakra basilare ottenuto all'accademia, ora il moro può serenamente camminare sulla nuda pietra senza appiglio alcuno raggiungendo la sommità del capo piuttosto facilmente, con andatura anche abbastanza sicura e tranquilla.<Hm> Giunge sulla montagna giusto in tempo per il passaggio di altri turisti, che lo notano e lo guardano anche storto, poco male comunque non sembra voler dare più di qualche secondo di attenzione a degli sconosciuti, per proseguire lungo la crosta rocciosa levigata a dorma umana, infatti è curioso di sapere la testa su cui è salito, infatti tramite il rilascio riesce a sporgersi a sufficenza per denotare l'identità della faccia di pietra.<Oh.> La casualità sembra aver scelto per lui, spera solo che il defunto terzo non trovi irrispettoso che gli si cammini sul capo, sebbene questa effige non sia la reale rappresentazione, che in teoria dovrebbe esser ancora in piedi non molto distante da dove si trovano, poco male comunque, non è qui e dunque il moro può comodamente dare le spalle alla passerella prendendo comodamente a camminare dal punto più alto della testa del terzo, osservando l'orizzonte oltre le mura, guardingo come quando guarda un passante avvicinarsi a più di un metro di distanza, l'udito intanto tiene sotto osservazione le tracce sonore che vengon prodotte dai passi sul metallo dei curiosi in visita al monumento, certo in quella posizione dovrebbe aver ridotto la possibilità di esser seccato da qualcuno. Dunque il suo incedere prosegue, cammianndo con diversi gradi di angolazione verso la facciona del secondo che gli ostruiva parte della vista verso destra. Niente di difficile comunque, infatti arriva sul capo del secondo in qualche minuto, si guarda attorno e nota una indistinta figura sul dio degli shinobi, si aspettava che qualche ninja avesse la stessa idea di saltare tra le teste per passare il tempo ed evitare di avvicinarsi a qualcuno in quella stretta passerella, non riesce a distinguere correttamente l'identità della figura, al massimo direbbe che sembra una donna dai capelli sgargianti, essendo alla distanza le cose più semplici da notare. non gli resta che far qualche passo in avanti per riconoscere la decima, certo dovrebbero bastare i capelli. Giungendo a qualche metro da lei si annuncerebbe semplicemente.<Non dovresti stare sulla tua di testa?> afferma secco risalendo dall'orecchio di hashirama.[Attivazione rilascio chakra base 2/4 - 20m movimento sulle teste fino furaya 2/4 Chk On]

16:05 Furaya:
 Mugugna qualcosa – forse fastidio. Continua a sfogliare ma nulla d’entusiasmante pare apparire ai suoi occhi. Piega la testolina da un lato, leggendo velocemente e altrettanto voracemente quel che trova tra quelle pagine. Teme che la ricerca possa esser ancor più lunga di quel che crede in realtà. La di lei momentanea attenzione vien interrotta dall’arrivo d’alcuni passi nelle proprie vicinanze, il cui sono la costringe ad alzar leggermente l’ammasso rosato di capelli. Scosta gli occhietti chiari da un lato e dall’altro, cercando d’individuare la fonte di quei movimenti. <Mh?> Mugugna innanzi all’arrivo d’Akaya da un lato e a quello di Matono dall’altro, due individui che conosce anche piuttosto bene ormai e che si premura di salutare con un generico: <Salve.> Meramente adibito ad attirare l’attenzione su di sé, evitando di pronunciar sia un nome che l’altro, nella speranza che ciò basti a farsi sentire da ambedue coloro che quivi son giunti poco dopo di lei. Nel frattempo, chinando nuovamente lo sguardo dabbasso, non farebbe altro che proseguire nello sfogliare. Eventuali simboli già a lei noti vengono semplicemente balzati, poiché non ha necessità di ricordare quale emblema rappresenti Konoha o quale Kiri. Li ha ben stampati in testa. Difatti, è poi l’Uchiha ad avvicinarsi ulteriormente in sua direzione – sicché difficilmente lei avrebbe avuto motivo d’alzarsi dalla sua seduta preferita, seppur non originale come quella secolare ch’era scolpita nel vero villaggio della Foglia. <No> Replica, negando l’altrui domanda. <ho sempre preferito star seduta su quella d’Hashirama: vista migliore, il Dio dei Ninja. Vedo la mia faccia ogni mattina allo specchio e quella su questo Monte mi fa sembrare più rotonda.> Storce appena le labbra – la solita teoria delle donne d’essere più brutte quando poi in realtà non lo sono davvero: alias complessi mentali. Pone un dito al centro della pagina – in alto – chiudendo le due estremità con esso in mezzo, affinché possa mantenere il segno. <Tu che ci fai qui? Non te l’ho neanche chiesto – o forse non lo ricordo. Di che villaggio sei originario?> Eh. Bella domanda. Forse è meglio non saperlo, conoscendo un minimo del suo razzismo verso determinati individui. In caso, attenderebbe anche una risposta da parte d’Akaya, ammesso l’abbia ascoltata e preferisca risponderle, ovviamente. Non molto fuoriuscirebbe dalle labbra della Judai, la quale si trova lì esclusivamente per immergere la punta del naso nei libri come un buon topo da biblioteca. [ Chk On ]

16:15 Akaya:
  [Terrazza] Continua ad accumulare chackra fino a quando non è soddisfatta della stessa, andando quindi a completare il sigillo unendoci l'altra mano ed intrecciandone le dita(ovviamente tranne le solite due che rimangono distese assieme alle gemelle) mentre cerca di immaginarsi la sua solita immagine di se stessa, esattamente com'è ora, con tre particolari appendici in aggiunta: un paio di orecchie triangolari feline ed una lunga e sottile coda, il tutto ricoperti da una corta e soffice pelliccia del medesimo colore dei propri capelli. Sistema alcuni dettagli e poi attiverebbe la tecnica. Fatto ciò muoverebbe subito le appendici per verificare che sia andato tutto come doveva. Quindi solleva il capo, e presumibilmente rizzerebbe le orecchie, nel sentire prima la frase di Matono e poi la voce di Furaya, andando quindi a voltarsi verso la testa di Hashirama e quindi sorridere allegramente mentre farebbe guizzare la propria coda dietro di se, andando quindi a muoversi più vicina alla testa di Hashirama mentre tiene d'occhio, al momento, Matono che non conosce, piegando un orecchio nella sua direzione [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Trasformazione 2/4] [Chackra 28/30]

16:38 Matono:
 Dopo qualche secondo in più giunge a ridosso della decima, analizzandola sul momento nota prima i libri e poi tutto il resto, cerca di scorgere con qualche occhiata il genere di essi, senza grossi risultati, dunque l'attenzione si sposta ove si trova il viso di Furaya, osservandola negli occhi, lascia che ella completi il discorso rispondendo alla domanda decisamente stupida portata dal moro, certo era la miglior cosa che gli fosse venuta in mente vedendola, un semplice ragionamento logico che forse doveva stare chiuso nella testa. Certo la rosata conferma il fastidio provato da quella rappresentazione, che lei definisce rotonda, incisa sulla montagna.<Non ti piace proprio.> Considera l'ovvio distogliendosi dal puntare la faccia di Furaya, camminandole attorno fino a giungere l'altro lato, quindi verso la fine della montagna, dandole per un attimo le spalle.<Vengo da Oto.> Asserisce serenamente, certo non lo tiene nascosto, ma non sempre si porta la fascia dietro, dunque non è riconoscibile al volo.<Non faccio nulla in realtà, è il punto più alto del villaggio, o almeno credo. Miglior posto per passeggiare senza passanti.> Infatti Furaya che legge su Hashirasma è un puro caso d'incontro fortuito.<Non ricordo nemmeno l'ultima volta che ho guardato uno specchio, magari il tuo distorce.> Effettivamente non ha ben afferrato la differenza sostanziale tra Furaya e la raffigurazione, non a caso anche la prima volta che ha fatto un confronto gli sembravano uguali. La coda dell'occhio riesce a Catturare un movimento proprio mentre termina la replica alla decima, dunque il capo si muove in quella direzione per mettere a fuoco correttamente la figura in arrivo, accompagnata dai passi sul metallo. Identifica una donna con delle caratteristiche feline, probabilmente una trasformazione, o qualche innata di cui non è a conoscenza, ma rimembra proprio per queste caratteristiche l'identità della ragazza, passata compagna di missione.<Tu sei quella che va in giro mezza gatto.> Considera laconicamente, indicando Akaya con l'indice destro, poi ondeggiandolo, in viso appare un espressione concentrata, cerca infatti di risalire al nome nell'archivio mnemonico.<Akaya.> Sospira flebilmente subito dopo l'affermare il nome della donna, che a giudicare dall'espressione interrogata, non sembra averlo riconosciuto.[CHk On]

16:51 Furaya:
 La fanciulla dal corvino crine, munita delle sue amabili orecchie e della consueta coda, s’avvicina in sua direzione limitandosi ad un sorrisetto cordiale. Nient’altro. Nessuna voce vien fuori dalle sue corde vocali, lasciando invece ondeggiar l’appendice dietro di sé. <Come stai?> Le rivolge soltanto quest’ultima domanda, sicché concentrata perlopiù al suo libro che, conseguentemente, vien riaperto innanzi ai suoi occhi. Continuerebbe ad analizzare parola dopo parola, soffermandosi sulle frasi che potrebbero contenere qualche informazione ulteriore, balzando invece tutte quelle che non ne contengono o che portano con loro notizie già conosciute. <…> Deve rintracciare un simbolo: un cerchio con all’interno un punto nero. Non sa cosa possa rappresentare, non sa neppure a cosa possa essere collegato. Dunque, qualunque informazione possa ricavare potrebbe tornarle utile. Qualora Matono tenti di guardare quel che v’è scritto sulle copertine dei libri, potrà notare che trattano perlopiù di storia e simbologia. <Già.> Non le piace affatto. Un brivido le risale lungo la colonna vertebrale, facendola stringere pian pianino nelle spalle quando pronuncia quel nome. Cinque settori, cinque villaggi… e lui è di Oto. Sospira pesantemente. <Oto e Konoha, eh? Sai che non sono mai andati veramente d’accordo?> Una domanda retorica, invero; non necessita d’una risposta da parte sua. Si lascia sfuggire una piccola risata in seguito a quanto proferito, giusto per smorzare la tensione ed evitare che venga fraintesa nel tono. <Sono io quella che ha vissuto nel passato o tu? Perché inizio ad avere seri dubbi.> Non s’è mai guardato allo specchio? Sul serio? E dove vive? Fuori dalle mura privo della tecnologia? Sorpresa, assottiglia appena lo sguardo, adocchiandolo dandole le spalle poco più in là rispetto alla sua attuale posizione. Dapprima di riportare gli occhi sul libro che sta leggendo con discreta attenzione, glissa alla volta del panorama che dovrebbe riuscir ad adocchiar da lì. Niente d’entusiasmante. Non le dice davvero nulla. Non è neppur paragonabile a quello d’un tempo che aveva persino ritratto in una tela, appendendolo nel salotto di casa. <Mh? Vi conoscete?> Riferendosi ai due, sicché Matono ha pronunciato il nome dell’altra. Una mera constatazione e niente più, in realtà. Giusto per non restar fuori dalla conversazione. Chiude il libro, giunta al termine. Deve passare al prossimo, ma inizia a sentire un lieve sconforto. Incuriosita, vorrebbe immediatamente le risposte alle sue domande, ma deve pazientare. [ Chk On ]

17:06 Akaya:
  [Terrazza] Localizzata la figura di Matono, non tarda a riconoscere che l'ha già incontrata anche se alla fine non ricorda esattamente chi è. Quindi semplicemente inclina il proprio capo piegando le proprie orecchie una nella direzione di Furaya e l'altro nella direzione di Matono per assicurarsi di sentire ciò che le venga detto lo senta nel miglior modo possibile, sorridendole appena < Sto bene grazie Furaya-sama, ho solo avuto un paio di episodio che mi han dato da pensare > ammette, per poi abbassare le orecchie di qualche millimetro < Ed alla fine la questione del genetista sembra essere più complicata del previsto... Ci devo pensare molto meglio nel mentre rimarrò con l'henge no jutsu > replica con un'espressione rassegnata, per poi notare come ella stava leggendo e quindi si fermerebbe praticamente sopra la testa di Hashirama, anche se è ancora sulla terrazza < Ah! Ti sto disturbando? > domanda preoccupata, per poi voltarsi verso Matono < Non hai uno specchio? > perplessa nel tono mentre solleva la coda e ne piega lievemente la punta per formare una specie di "?" stilizzato, per poi sorridergli lievemente senza rispondergli, almeno fino a quando non sente il proprio nome e quindi abbassa e solleva semplicemente il proprio capo con un cenno affermativo, andando quindi ad inclinarlo di lato < Tu invece eri quello silenzioso giusto? Della missione della vecchia kunoici > domanda incerta, dato che alla fine l'ha incontrato solo quella volta e quindi non può essere certa che sia proprio lui [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

17:17 Matono:
 Quando Furaya apre il libro che aveva in grembo riesce perlomeno a scorgere l'argomento trattato dalla copertina, storia e simbologia, cosa mai starà cercando all'interno? la domanda l'avrebbe già pronta in gola, ma la trattiene, la fa morire li mentre nella mente inizia a fare qualche ipotesi. Quello che maggiormente attira l'attenzione del moro è più la prima reazione a sentire la sua provenienza.<L'avevi scordato?> Commenta semplicemente subito dopo, certo la risposta la conosce.<Conosco la storia.> Sospira a sua volta, ma stancamente, non è il discorso preferito quello.<Ad oggi quella storia credo abbia ormai perso di significato.> Indica il villaggio, il riferimento non dovrebbe essere difficile da cogliere tutto sommato.<Che significato potrà mai avere di fronte a questo. In ogni caso io non ho interesse ne colpe in quello che hanno fatto altri.> Dunque il braccio destro torna ad abbassarsi, mentre torna a fissare Furaya annuendo.<Io ci sono rimasto nel passato.> Non che sia un anti tecnologia, certo non ci ha mai fatto granchè affidamento, sebbene sia entrato addirittura in possesso di un telefono, che al momento riesce ad utilizzare solo per i messaggi, oltre ad averlo quasi perso già tre volte. L'attenzione ora si porta su di Akaya, essendo ormai entrata entro due metri dalla posizione del moro, automaticamente il capo và a squadrarla con più attenzione, rispondendo per Furaya alla domanda di Akaya.<Per quello ciò già pensato io.> L'espressione rimane piuttosto piatta, nonostante volesse far passare la frase per una battuta, anche il tono non è che aiuti molto allo scopo, lento e basso. La considerazione di Akaya sullo specchio è corretta, infatti Matono con un alzata di spalle le direbbe semplicemente.<A che mi dovrebbe servire.> Storia vecchia, gli specchi gli stanno sulle palle, certo non si dilunga in noiose spiegazioni, tagliando corto sul discorso, la successiva domanda della donna gatto infatti troverebbe proprio in questo la risposta, il risparmio di parole prima di tutto, alza il pollice destro verso di lei, a segnalarci di averci preso.<Proprio io.> Non ricorda precisamente quanto ha parlato in quel particolare frangente, se deve considerare la sua consueta media la Kunoichi non sbaglia.<Abbiamo fatto una missione di scorta ad una anziana, qualche tempo fa.> Specifica verso Furaya.<Dire di conoscerci forse è esagerato.> Infatti non la conosce minimamente se non per aver portato a termine la missione, da quel giorno non aveva più incrociato la strada con la ragazza ora li presente, anche se la sua caratteristica dominante è subito saltata all'occhio, che strano.[Chk On]

17:42 Furaya:
 Chiuso il primo libricino, si preoccupa di prenderne un altro. Lascia da parte quello ormai concluso, poggiando il nuovo esattamente dove l’è più comodo. Anche in questo caso, si premura fin da subito di sfogliarlo. Tenta d’adocchiare delle figure, qualcosa che sia quanto meno riconducibile al simbolo descrittole da Mattyse. <…> Mugugnante e pensierosa, come se questo stato d’animo possa servire anche soltanto a qualcosa, si premura comunque di tendere un orecchio nei confronti degli astanti così da rispondere, quando e se interessata, a quanto vien da loro proferito. <La questione del genetista? Oh, quella con Shizuka.> Pare ricordarsene nell’istante stesso in cui pronuncia ad alta voce la frase. E’ successo qualche settimana prima, ma se n’è tenuta fuori sicché occupata in ben altro, sbolognando la patata bollente nelle mani di chi ne capisce sicuramente di più. <La scelta è soltanto nelle tue mani. Quanto complicata?> Le domanda in netto riferimento alla complicanza che quest’operazione potrebbe portare. D’altronde, non tutte le operazioni son facili da portare a termine. Si limita, invece, a scuotere la testolina ammantata di rosati ciuffi quando le chiede, preoccupandosene, se la stia disturbando nella lettura. Riesce a fare più d’una cosa assieme, è multitasking quando vuole. Si perde qualche altro istante nei meandri della lettura, sfogliando con attenzione e soffermandosi esclusivamente laddove possa trovar qualcosa d’utile ai suoi scopi. <Evidentemente, la mia mente mi stava portando a dimenticare questo dettaglio.> Ridacchia nuovamente innanzi alla risposta che proviene da Matono. <Bisogna sempre imparare la storia, nonostante perda di significato. Da essa, traiamo sia lo spunto per sopravvivere a quanto c’è già accaduto e sia il modo per andare avanti evitando di rifare gli stessi errori.> Si stringe nelle spalle, umettandosi appena la punta dell’indice con la lingua, così da cambiar pagina velocemente evitando che l’una s’appiccichi all’altra. <Ad esempio, il tuo villaggio ha portato soltanto guai per la maggior parte delle volte, ma allo stesso modo Konoha non ha mai tentato un approccio differente dalla solita guerra. E quando ci ha provato, le hanno comunque risposto picche.> Non necessariamente soltanto nei confronti di Oto. Gli dà comunque parte del proprio resoconto in merito alla storia che ambedue dovrebbero conoscere. Non è l’unico ad esser rimasto nel passato, forse è proprio per questo che pare stiano andando un po’ più d’accordo rispetto a qualunque altro membro di quel villaggio. <Beh, vi siete comunque già incontrati.> Replica soltanto quando il ragazzo le fa notare che il termine “conoscersi” è eccessivo nei riguardi suoi e d’Akaya, ma evita d’intromettersi oltre. Non la riguarda. [ Chk On ]

17:55 Akaya:
  [Terrazza] Alle parole di Furaya abbassa il capo e le orecchie < Abbastanza complicata dal rischiare di morire solo per una possibilità di avere successo. Pensavo potesse semplicemente farmele crescere come mie ma dovrebbe ricrearmi da zero per farlo > ammette a mezza voce, ammettendo la sua ignoranza e dopotutto l'altra le ha fatto cenno di diniego quando le ha chiesto se la disturbava. Non si intromette nel loro discorso anche se rimane comunque ad ascoltare ciò che i due si dicono. Quindi riflette pensierosa alla domanda di Matono e quindi replica semplicemente che < Ti potrebbe servire a guardarti in faccia o a guardare nell'insieme il tuo corpo, ma i motivi per fare ciò sono spesso puramente estetici > ammette per poi ascoltare il suo discorso riguardante la storia, ascoltandola con un'espressione incuriosita non avendola potuta studiare quand'era più giovane... A causa dell'apocalisse. Quindi sorride a Furaya ed annuisce alle sue domande, per poi rizzare le proprie orecchie < Ah, dimenticavo > voltandosi verso Furaya < Un tizio ha usato uno strano marchingegno per i genjutsu per far vedere una scena di guerra con delle grosse farfalle volanti alla fiera di Kiri, sai dirmi più su quella cosa? > domanda speranzosa < Quando ho richiamato l'hijutsu però quel genjutsu si è spezzato > spiega pensierosa, attendendo un'eventuale risposta dellla Judai se vorrà dargliela [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

18:39 Matono:
 Afferra il discorso tra Furaya ed Akaya, riguardo un genetista o qualcosa che riguardi questo argomento, se parla di trasformazione come soluzione evidentemente ha trovato il motivo delle fattezze feline, certo e ora curioso della motivazione che porta la donna a camuffarsi così, ma per il momento resta in silenzio ascoltando quanto viene affermato, senza commenti o gesti. il Proseguo di Furaya invece sembra ormai preso la piega storica, in linea con quanto sta leggendo probabilmente, in ogni caso questo ancestrale odio tra suono e foglia lo ha sempre lasciato con decisamente poco interesse, non che sia super partes nella vicenda, ma ha un pensiero ben chiaro a fare da cardine come disse qualche giorno fa durante il loro ultimo incontro.<Come ti dissi.> Una pausa, respira profondamente.<Finché l'uomo riuscirà a sopravvivere e si considererà la luce del mondo, i suoi nemici incarneranno sempre le tenebre. È lo stesso per entrambi i fronti.> Come ad Oto anche a Konoha, entrambi i fronti vedevano nell'altro un elemento malevolo, che minacciava la stessa esistenza dell'altro, cancellando dunque ogni sorta di dialogo possibile. Maledizione che sembra esser rotta unicamente dalla creazione del villaggio delle ombre, sebbene Matono non è così stupido da crede che queste cose vengano dimenticate, certo se lo augura, ma non appena la paura del dio cesserà dalle menti delle persone, i vecchi rancori non faranno altro che fare capolino dalle menti dei veterani.<Il mio villaggio non esiste più, così come il tuo.> Lapidario espone la sua quadra al discorso, sebbene la cosa in futuro possa cambiare, allo stato attuale non c'è troppo da starci a pensare.<Sono anche certo che nessuno dimentichi, così come tu non lo hai fatto. Sembra essere solo una grande pausa.> Lo stesso fatto che la decima sia ancora così suscettibile a sentire il nome del villaggio del suono, dopo una decade, sembra essere un segnale chiarificatore anche di come potrebbero esser impresso nella mente di altri abitanti della foglia, la cosa non lo preoccupa sulle prime, ma merita di essere annotata mentalmente.<In ogni caso da come dici, non sembra che nessuno abbia imparato un bel niente dai libri.> Spietata logica, non sembra che la storia abbia una qualche importanza per qualcuno a giudicare dai gesti attuati.<La pace esiste finchè l'esistenza degli uomini è in pericolo.> Infatti è un pò che non lo è più. Alle parole morire di Akaya comunque si volta per un attimo, ora il discorso sembra attirarlo, risponde giusto riguardo lo specchio, incalzando sul discorso già trattato.<Non sono incline.> A guardarsi o ad abbellirsi, almeno se non per quello che riguarda il minimo indispensabile, fattibile anche senza specchio, al massimo ci sono i fiumi. La descrizione successiva di questo sconosciuto che fà sedute a base di genjutsu gli desta più di qualche sospetto, l'argomento lo incuriosisce ma per il momento non si scopre a riguardo piuttosto verte l'attenzione su Akaya, come sempre lascia che sia il fato a dargli le informazioni.<Perchè ti presti a questi esperimenti?> Voce tranquilla, la domanda vien portata senza peso, non ha lo sguardo indagatorio, anzi guarda Akaya con palpebre socchiuse e viso rilassato.[Chk on]

19:10 Furaya:
 Ascolta il resoconto che Akaya le fa a proposito dell’incontro col genetista e dell’operazione rischiosa alla quale sta pensando di sottoporsi o meno. <A mio avviso, reputo che dovresti continuare con la tecnica della Trasformazione, se proprio vuoi ottenerle. Tuttavia, devi anche entrare nella concezione che, durante una battaglia, non avrai tempo per attivare la tecnica soltanto per l’aspetto fisico. Inoltre, qualora ti servisse per una tattica o tutt’altro scopo, come faresti?> Vuol cercare di farle capire che, nonostante tutto, è qualcosa che deve lasciarsi alle spalle. Le orecchie son carine, altrettanto la coda, ma durante una battaglia non è fondamentale come ci si presenta esteticamente, bensì quel che si sa fare con le proprie abilità. Aggrotta le sopracciglia, invece, quando la gatta le racconta di quant’accaduto in quel di Kiri – ultimamente, pare succedere tutto in quel settore. <Un marchingegno per i genjutsu?> Non sta assolutamente capendo a cosa vada alludendo. Cos’è quest’altro aggeggio che questo dannato villaggio tira fuori? Molteplici son i punti interrogativi che vanno formandosi sulla testa della giovane, sollevando gli occhietti chiari dal libro e fissando l’interlocutrice come se fosse ammattita. <Di che stai parlando?> Successivamente, in attesa di risposte da parte sua, si concentra su Matono così da replicare anche alla di lui volta senz’alcun problema. <Già.> Ammette nuovamente nei di lui confronti. L’argomentazione riguardante la luce e le tenebre non si sente in dovere di redarguirla. Ha molto senso, se ne trova concorde e si limita ad annuir con un rapido cenno del capo. <E’ karmico.> A proposito della distruzione d’ambedue i villaggi esterni appena citati da entrambi. <Due villaggi perennemente in lotta tra di loro che, nel bel mezzo della battaglia per la supremazia, vengono puniti severamente da una divinità della quale chiunque s’era dimenticato.> Ridacchia, non che si tratti davvero d’una battuta divertente, tuttavia tenta di smorzare la situazione e l’eventuale tensione che quelle parole potrebbero creare – che sia in sé o nell’altro. <Una stasi che dura da dieci anni.> Ne conviene nuovamente, d’altronde non è un caso che si siano trovati spesso d’accordo su qualunque argomentazione tirino fuori, a prescindere dal fatto che appartengano a due villaggi differenti. Nei di lui confronti, vuol mettere da parte l’odio razziale nei confronti della parte malsana del villaggio del Suono, poiché priva di fondamento. Or come ora, si dimostra oltremodo utile alla causa. <Oh, nessuno imparerà mai dagli errori degli altri, credendosi soltanto migliori di chi ha errato. Come hanno fatto coi ninja.> Anziché progredire – tecnologicamente parlando l’han fatto e non lo mette in dubbio – tornano indietro. Anche i villaggi, un tempo, erano sigillati nel periodo di guerra, ma adesso lo si è ogni giorno che si vive tra quelle mura. <La pace esiste finché c’è un deterrente.> Sospira, socchiudendo per un attimo gli occhi nel tentativo di rilassarsi prima d’andare avanti nella lettura. Quel coprifronte sembra essere piuttosto difficile da trovare – o quel simbolo, a qualunque cosa appartenga davvero. [ Chk On ]

19:19 Akaya:
 Ascolta le parole di Furaya, replicando semplicemente che < Credo che tu abbia ragione > d'altronde aveva detto che stava arrivando alla stessa conclusione < E sì, so che a seconda delle circostanze dovrò lasciare temporaneamente perdere questo mio vezzo estetico > ammette con un piccolo sorriso < Inoltre è una tecnica estremamente fragile, e non mi aspetto che i miei avversari facciano pause per darmi modo di riattivarla. Sarà anche un modo per vedere quanto sarò migliorata come kunoichi: se finisco uno scontro con l'henge no jutsu attivo significa che sono riuscita a non farmi prendere no? > sorridendole per poi semplicemente riflettere pensierosa < Si tratta di una specie di occhiali: tu li metti e vedi cose come in un genjutsu molto realisto > cerca di descriverlo come può < Lo ho a casa, ma se vuoi ci organizziamo per fartelo vedere... Ma credo che l'hijutsu l'abbia rotto > spiega pensierosa, prima di sentire il discorso dei due e quindi piegare un orecchio verso Matono per continuare ad ascoltarlo, andando quindi a sospirare appena < Il cammino per il male è lastricato di buone intenzioni > sospira appena, per poi inclinare il proprio capo di lato, voltandosi verso di lui nel sentire la sua domanda finale, alla quale sospira ed abbassa appena le orecchie < L'henge no jutsu è fragile, sto cercando una soluzione più... Definitiva > senza dire altro per ora, ma facendo guizzare di lato la propria coda mentre lo squadra da capo a piedi < Dato che ora non stiamo correndo a destra ed a sinistra... Magari potremmo conoscerci meglio, che ne pensi? > sorridegli incerta [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

19:34 Matono:
 Furaya sembra ora spiegare il vezzo della donna, di avere delle caratteristiche feline, certo la visione della decima bada decisamente al concreto, cosa che vede il moro esser d'accordo, che ancora si chiede cosa porti la nara a volerle, certo la risposta che porta sembra segnalare di aver afferrato il concetto portato da Furaya, comunque lascia che termini tale discorso prima di reinteressarsi e fare attenzione, la macchina dei genjutsu è decisamente un argomento che viene accolto dalla mente di Matono a braccia aperte, sebbene sia piuttosto criptico questo appellativo, prova a ragionare su una macchian del genere, attivata con il chakra, per forza di cose, certo la sua poca familiarità con la tecnologia sofisticata gli rende il compito di capire questa cosa più arduo, ci penserà più avanti.<Certo hanno combinato davvero molti casini per avere una risposta karmica di tale portata. Sarei curioso di conoscere il computo dei morti.> Storce il naso portando l'affermazione con voce cupa.<Potrebbe essere l'unico aspetto positivo di queste mura allora.> Certo il contenimento di un astio cosi riverberante nelle menti potrebbe far l'effetto di una bella pentola a pressione, specie in un contesto di convivenza forzata.<O magari siamo seduti su una bomba.> Guarda verso i propri piedi, poi verso il centro del villaggio, ove risiede il consiglio delle ombre, torvo.<Quindi quella che cambia è solo l'autore degli errori nella storia.> Conviene verso furaya, incrociando le braccia, dunque terminato il dilei discorso, ruota la sua figura di una cinquantina di gradi per portarsi girato preciso verso Akaya, che nel frattempo sembra entrare nella descrizione dell'evento, sembra quasi descrivere una sorta di occhiali mentre rivolgendosi al moro giustifica questo suo sottoporsi ad esperimenti con quella che sembra una folle.<Capisco. Questo mi costringerti a chiederti perchè vuoi delle fattezze feline.> Chiede schiettamente, senza dare tono interrogativo alla domanda, bensì portandola come un affermazione. Nota poi che Akaya lo osserva in studio, ricambia lo sguardo, espressione guardinga, consuetudine.<Del tipo ? Vuoi sapere qualcosa su di me?> Scruta più intensamente la donna, ovviamente Matono non sta ragionando sul fatto che le persone normali si conoscono e parlano, bensì guarda con sospetto Akaya, interpretando la richiesta come sospetta sulle prime, lascia passare qualche secondo nel quale resta abbastanza rigido nella figura, poi lascerebbe andare la follia mentale per affermare più calmo.<Chiedi.> Certo non è incline particolarmente a far questo genere di cose, come comunicare molto, farà uno sforzo, d'altra parte una domanda per una domanda, ci può stare come scambio..[Chk On]

20:00 Furaya:
 Akaya le fornisce una sommaria spiegazione, in merito alle perplessità sollevate dalla Nara. Quest’ultima si limita ad un mero movimento del capo, annuendo distrattamente a quant’ella dice. <L’importante è che tu sia realista.> Reputa così chiuso l’argomento, non avendo altro da aggiungere, preoccupandosi maggiormente dei libri che deve ancora leggere e sui quali sta spendendo gran parte del suo tempo. Sospira, riprendendo da dove aveva lasciato, continuando a sfogliare con tutta calma. Regolarizza il respiro, va alla ricerca visiva d’un simbolo che sia anche soltanto paragonabile a quello che sta cercando. <Sì, dovrei vederlo dal vivo per riuscire a capire qualcosa o anche solo comprendere vagamente il suo funzionamento.> Riferendosi all’aggeggio che la donna ha etichettato come in grado di creare delle illusioni, seppur abbia il serio dubbio che si tratti meramente di queste, ma nella fattispecie non di genjutsu veri e propri. D’altronde, questi ultimi dovrebbero avere un flusso di Chakra costante, dunque nascere da qualcuno o da qualcosa che possa generarne. Trova inverosimile che nasca da un oggetto. Fino ad allora, potrà soltanto far delle teorie. Infine, non per importanza, va concentrandosi nuovamente ai danni di Matono, così da ascoltare quel che dice e replicare di conseguenza. <Oh, assolutamente. Secoli di guerre e di distruzioni non avrebbero potuto portare a nient’altro che a questo.> E’ una risposta karmica più che sufficiente per quanto disastrosa. Non lo mette in dubbio, ma tirando le somme perché non avrebbero dovuto meritarselo? <Non è da sottovalutare, sai?> Riferendosi all’eventualità che siano seduti s’una bomba – sì, una carta bomba, per la precisione appartenente a quel bombarolo di Mattyse. D’altronde, fu il primo a sancire la voglia di far esplodere quel luogo perché non conforme ai canoni dei vecchi e precedenti villaggi, più per altre mille motivazioni che non vanno loro a genio. <Sì, esatto. Ogni storia ha il suo antagonista, anche adesso che viviamo tra quattro mura non è diverso.> Ammette, iniziando ad alzarsi in piedi. Raddrizza le spalle, pulisce alla bell’e meglio il pantalone qualora si sia sporcato di polvere e terra. Si china sulle ginocchia per raccattare tutti i libri che ha preso in prestito – e che vanno quindi restituiti – così da portarli con sé. <Mi tocca salutarvi.> E’ un modo come un altro per lasciarli soli, sicché dalle parole d’Akaya ha percepito un non so che d’interesse nei confronti dell’Uchiha – ma forse è soltanto il suo allarme gossip che s’è acceso senz’alcuna motivazione vera. <Alla prossima.> Li saluta, scendendo poi dalle scale per dirigersi verso casa. [ Exit ]

20:13 Akaya:
 Ascolta le parole di Furaya e quindi sorride lievemente mentre inclina il proprio capo di lato, senza dire una singola parola ma limitandosi ad annuire < Va bene, allora poi te lo mostro > sorridendole < Ti vengo a trovare a casa di tua cugina? Oppure ti sei già spostata? > inclinando il proprio capo di lato mentre semplicemente si volta verso Matono, sorridendogli lievemente < Perché mi pare di essere più completa con esse, tutto qui > facendo semplicemente spallucce per poi sentire il discorso dei due. Quindi riflette pensierosa per un lungo momento fino a quando non sente il commiato di Furaya, alla quale compie un semplice inchino < Ja nee Furaya-sama > salutandola quindi, per poi semplicemente voltarsi verso Matodo e sorridergli < Beh, era semplicemente per fare conversazione > ammette facendo spallucce < Dopotutto la vecchia ha iniziato subito a correre come una pazza, non so nemmeno di che clan fai parte > ammette ridacchiando appena e facendo guizzare la propria coda dietro di se, attendendo l'altrui risposta [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

20:24 Matono:
 Un freddo ed intenso vento da nord est inizia a soffiare sulla montagna dei Kage, la notte ormai è calata da ore, la visibilità lassù risulta davvero azzerata e certo Furaya oramai non potrà più leggere in solitaria quassù, alla fine le ha mangiato mezza giornata in un secondo. Ormai ha lasciato perdere quel marchingegno che crea illusioni, certamente indagherà se dovesse risentire quel determinato appellativo da qualcuno, certo questo genetista potrebbe essere già collegato a qualcosa, ancora non riesce a mettere insieme tutti i puntini. La replica in sua direzione di Furaya viene accolta con un amaro sorriso, una rara nota espressiva finalmente vien dipinta in quel volto piatto.<Una guerra civile sarebbe la cosa peggiore che possa capitare> Pondera, certo un cambio di potere è un lancio di dado a moltissime facce, non una scommessa logica porterebbe a considerare quello un evento positivo.<Quindi l'antagonista chi dovrebbe essere.> Domanda più a se stesso anche se in funzione di quanto detto dalla decima, ci ha pensato molto, soprattutto dopo l'esser diventato un ninja, identificare quale sia il nemico non gli era mai importato, genericamente tutti quanti potevano essere il nemico, certo da quei tempi si è decisamente ammorbidito, sotto tutti i punti di vista.. Dunque la decima decide di dileguarsi, certo l'ora ed il discorso sembrano determinare questo naturale proseguo degli eventi.<Sai come trovarmi.> Alza la mano destra e porta anche un cenno con il capo verso Furaya, studiandola andare via, prima di riportare il capo verso Akaya, dunque terminerebbe anche il discorso che riguarda la donna gatto portandole un ultima replica, tono pacato.<Di nessun clan.> Certo tecnicamente sarebbe un uchiha, ma non solo non si ritiene ancora minimamente parte di quel clan, men che meno ancora riesce a fidarsi di loro, nonostante si siano dimostrati più che amichevoli, attualmente la lotta interna al proprio io è ancora in corso.<Il mio clan è letteralmente solo un pazzoide biondo con il codino. Ma non ti auguro di incontrarlo> Mischia sempre serietà alle battute, certo Shinsei lo giudichi a seconda del punto di vista con il quale lo guardi, ma sicuramente non è quasi mai un bell'incontro. Non commenta oltre la questione orecchie, innanzitutto non capendola non sa come prendere quel discorso, quindi onde evitare incomprensioni lascia semplicemente scivolare via il discorso.<Signorina.> Fà un piccolo cenno di saluto piegando il capo.<Sono curioso come mai così tante persone giudichino il clan come un informazione conoscitiva della persona. > Non è una domanda quanto più una considerazione a voce alta, portata mentre muove i primi passi in direzione della banchina.<Ti saluto.> Detto questo muove piccoli passetti fino ad arrivare quanto più vicino possibile alla banchinma, saltando oltre la barra metallica corrimano, dirigendosi infine verso la discesa, che gli porterà via più di qualche minuto, non ha troppa fretta, il passo è portato lento e cadenzato, in quella completa oscurità.[End]

20:36 Akaya:
 Ascolta le parle di Matono, alle quali semplicemente abbassa le orecchie < Gomen. Vivo in un quartiere dove tutti hanno un clan, non sapendo cosa chiederti ti ho chiesto la prima cosa che mi è venuto in mente > ammette, per poi aggrottare le proprie sopracciglia < Un... Pazzoide biondo con il codino? > domanda incuriosita, come se questa descrizione le avesse effettivamente richiamato qualcosa alla memoria, ma non dice altro visto che lui sembra doversene andare. Quindi china appena il proprio capo al suo saluto e, quindi, salutarlo < Ja nee > per dirigersi semplicemente altrove, riflettendo pensierosa sul fatto che non è riuscita a chiedere quella cosa a Furaya, ma semplicemente cammina verso le scale per dirigersi semplicemente altrove, presumibilmente nella magione dei Nara ma magari anche in un'altro luogo. Insomma, chi la seguirà vedrà come passerà il resto della serata, ma sicuramente si fermerà da qualche parte a mangiare mentre cerca di capire se ha effettivamente già incontrato quel "pazzoide" di cui parlava Matono. [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

Furaya tenta di leggere in pace dei libri, il posto scelto è la sommità della raffigurazione di Hashirama, primo Hokage e leggenda ninja. La cosa gli riesce per qualche minuto al massimo , perchè l'intervento di Matono prima ed Akaya poi minano leggermente la concentrazione della rosata decima hokage, che continua ad odiare la sua rappresentazione pietrosa.

Al che seguono il classico discorso per nulla leggero intrapreso tra Furaya e Matono, che parte dalle diatribe foglia-suono, e quanto questo comporti, considerazioni a parte, una pausa che non potrà essere infinita.

mentre Akaya parla alla decima di una strana macchina in grado di creare genjutsu artificialmente, il tutto in dei pratici occhiali, oltre che di un certo genetista senza nome che sta sottoponendo la Nara a degli esperimenti, che in qualche modo riguardano il suo voler esser artificialmente dotata di elementi felini alle sue fattezze. Il tutto concluso con un breve scambio tra Matono e Akaya riguardante i clan, l'uchiha in paranoia rifugge l'argomento e nasconde la sua appartenenza, ad entrambe.