Approccio al veleno

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16:45 Sango:
 Eccola li, dunque. Un nuovo giorno pregno di sole, incredibile a dirsi da quella stagione che porta ancora il freddo sulla pelle, ecco dunque perchè ha nascosto parte, gran parte in verità del proprio corpo sotto una bellissima cappa nera. Semplice invero, maniche lunghe che giungono fino a metà delle mani, le unghie laccate in nero che si ergono su una pelle pallida e intonsa. La cappa sale coprendo il collo, il corpo grazie alla cerniera, fino ai polpacci, nella quale potrà esser vista parte della pelle e infine i sandali da shinobi. Una cappa uguale a quella dell'Akatsuki, ma qui mancano solo le nuvole rosse. i capelli rossi sono legati in un'alta coda di cavallo, i filamenti sfuggono ai movimenti di un corpo che vorrebbe solo portarla avanti, avanzando verso la via di quello che è il quartiere dei Clan di Otogakure. Li riconosce? Dovrebbe, almeno dai simboli che potrebbe nel caso notare per via del tempo trascorso nella vera Oto a contatto stretto con tutti quei clan. Ma non è li per una mera visita di piacere, oggi, ne gli occhi azzurri sono completamente rilassati, anzi, sta cercando proprio l'ingresso della zona del clan dei Doku, ma prima di giungervi da sotto quella cappa, la mano destra proverebbe a formare il mezzo sigillo della capra, Li andrebbe a concentrarsi sul proprio essere, ad immaginarsi le due sfere che la abitano in due punti diversi del proprio corpo. Quella della mente rapportate al proprio intelletto e alla propria forza di volontà, due sfere opposte che andrebbe a stimolare se trovate, cercando di trascinarle verso un unico punto, il plesso solare. Una scende, l'altra sale, un movimento simile che convergerebbe li adesso, in un ultimo atto nella quale ruotandole tra loro con impeto riuscirebbero ad unirsi per impastar infine la propria forza e le proprie abilità . Vuole sentire quel proprio chakra, scorrere, linfa vitale e rabbiosa che ne accende ogni singolo nervo e ogni singolo pensiero, quella che andrebbe a donarle abilità superiori. Un richiamo che dovrebbe durare troppo anche per lei, ma che riuscirebbe a donare la nuova energia al proprio corpo . Lo stesso che tornerebbe a muoversi per raggiungere infine l'ingresso di quella suddetta parte, si, ma cercando di tenersi abbastanza lontana dalla porta principale, in modo da poter vedere chi siano gli shinobi presenti sul loco, alla ricerca di una vittima designata, un bel ragazzo,uomo, magari con cui approcciarsi, cercando di notare i vestiti, la loro usura, il tempo trascorso su di essi, ovviamente puntare su qualcuno di ricco sarebbe una stupidata, ma qualcuno di mal messo ma comunque uno shinobi? [3/4 tentativo impasto del chakra + 1/4 tentativo cammino]

Ampi e luminosi i raggi solari in quel del settore d’Oto, laddove si stagliano alte e tenebrose dimore d’alcuni clan tra i più famosi. Potremmo perder parecchio tempo nella discussione riguardante gli Uchiha, il loro dojo e quant’altro sia a loro affine. Tuttavia, quest’oggi i protagonisti sono gli indiscussi Doku. Rappresentati da delle salamandre per via del veleno intrinseco delle loro innate, dimostrano d’essere senza dubbio un valido clan tanto quanto gli altri. L’ingresso al quartiere dei clan NON è sorvegliato, ma quello riguardante strettamente OGNI clan al contrario sì. Sta a significare che al quartiere complessivo non c’è necessità di motivazione obbligatoria o di un permesso, ma per accedere alle strutture del clan, invece, è necessario un motivo o far parte del suddetto. Le recinzioni non son molto alte, proprio per via dei controlli assidui che vengono praticati a chiunque voglia entrare e sia privo dei punti necessari al loro ingresso. In parte, son in cemento divenendo di legno nella zona più alta, formando delle mura marroncine e grigiastre. Quando la donna s’avvicinerà a tal luogo, venendo rapidamente adocchiata dalle guardie, potrà notar come uno di loro si distacchi dall’ingresso con un colpo di reni, mantenendo però le braccia piegate al petto. Si tratta d’un uomo che s’aggira probabilmente sulla cinquantina, con una vistosa cicatrice lungo l’occhio mancino e il labbro inferiore, ricongiungendosi l’una all’altra. Le spalle larghe e la postura fanno intuire che non è l’ultimo degli scemi là dentro. La sicurezza che emana da ogni poro non lascia spazio a chissà quale immaginazione su dove e come abbia potuto combattere. Indossa un paio di pantaloni neri sorretti da una cintura d’egual cromia; una maglietta termica completamente nera – che fa risaltare l’addominale scolpito – fa sì che rientri nell’orlo dei pantaloni, aderendo completamente al suo corpo. I capelli corti e brizzolati son apparentemente ben tenuti. Un’altra guardia, invece, una ragazza poco più giovane di lui a giudicare dall’espressione e dai lineamenti del volto la sta invece ignorando bellamente, ma ascolta in silenzio. <Salve signora, cosa sta cercando?> Non salta i convenevoli e si dimostra comunque abbastanza educato nei di lei riguardi, seppur l’espressività non muti affatto e permanga piuttosto serioso nel suo pronunciarsi. Ne attende un responso, per il momento fermo a pochi passi dall’ingresso, rivolgendosi soltanto alla fanciulla dal rosso crine. La strada, al momento, non è molto trafficata. Non tutti scelgono di vivere nel quartiere dei Clan, dopotutto e non si tratta d’un posto che viene visitato da chiunque come potrebbe esserlo un Quartiere dello Spettacolo, ecco. [ PnG – Sango: 3m ][ Chiusa ]

17:35 Sango:
 Si trova li, ovviamente coscienziosa di come accedere ad un clan se non se ne fa parte e non si hanno motivazioni serie sia difficile, non impossibile, ma avrebbe aspettato la notte per un attacco allo stesso, e no, non è questo l'obiettivo odierno, anzi. Attirare l'attenzione di qualcuno sarebbe l'ideale, nei pressi delle salamandre ancor di più, giungendo anche lei infine all'ingresso di quel clan ovviamente coperto da qualche guardia, due in questo caso. Al fare dell'uomo che le viene incontro, la rossa non farà un singolo passo, mostrando gli occhioni come fosse innocente, oh beh, almeno ci prova sbattendo le lunghe ciglia nere verso lo stesso, con movimenti lenti, e centellinati nella propria mente, o almeno le sembra di poterlo fare. Ascolta il dire dell'uomo, ma un occhiata verrà lanciata comunque alla ragazza più in la, quella che l'ha ignorata. Osserva l'uomo, ne nota le rughe, i capelli pallidi e sempre più scoloriti dal tempo, di un occhio che manca e non la vita, fortunato, senza dubbio < buonasera > si trattiene dall'inveire contro il suo chiamarla "signora". Ingoia il rospo e vai avanti , Sango. Da quella sua posizione andrebbe a porre un lieve sorriso sulle labbra, amichevole vuole apparire, come nei modi affabili, lenti, gentili, come davanti una bestia selvatica. < mmh forse potreste aiutarmi > porta la destra fuori dalla cappa per porla sotto il mento qualche attimo < stavo cercando qualcuno con cui ero amica molto, molto tempo fa > inizia, con estrema calma < non so se però è riuscita ad arrivare qui dopo..beh dopo quello che è successo con le bestie > mormora quelle parole cercando di far fremere e tremare la voce sull'ultima singolare parola, bestie, come se ne avesse paura..e ne ha. Come chiunque li dentro che tiene alla pellaccia. < era una Doku molto famosa > la butta li, come a metter la pulce nell'orecchio, qualcosa che possa attirare la sua attenzione, inconsapevole di dove stia andando a finire, ma ancora il nome non verrà detto, ne si muoverà oltre in effetti, piantando i piedi sull'asfalto con calma, come se non volesse muoversi da li finchè non avrà delle risposte. [chakra on]

La guardia del Dojo continua ad ascoltare e a tener sott’occhio la ragazza dal rosso crine. Non si muove d’un passo, mantenendo altresì le braccia incrociate al petto. Ne attende un risvolto e quando quest’avviene, si premura anche di fornirle una risposta quanto più adeguata possibile. <Se mi fornisce del nome di questa sua amica, posso rintracciarla s’è presente nel Dojo e farla uscire.> Sottolinea, mantenendo l’espressione austera di poc’anzi. La compagna, silente, permane poggiata contro l’ingresso. La cassa toracica s’alza e s’abbassa ritmicamente come se stesse dormendo. Una guardia che non fa il suo lavoro? <Purtroppo senza un nominativo, mi risulta essere abbastanza difficile aiutarla in questa sua ricerca.> Reputa di non doverle dare poi molte spiegazioni, d’altronde si capisce da sé che se non fornisce un “qualcosa” di identificativo è complicato per chiunque non sappia leggere nella mente. Non commenta l’ultima affermazione da lei fornita, incoccando esclusivamente lo sguardo in quell’altrui in attesa d’una risposta alle domande che le ha rivolto. Non pare esserci molto casino, si sentono dei rumori provenire dall’esterno, ma con molta probabilità si tratta di qualcuno che si sta allenando – trattandosi, per l’appunto, d’un Dojo dedito anche all’allenamento dei clannati. Col Chakra attivato, non è complicato udire od osservare, ma ciò che riesce a vedere dall’entrata non è questo granché. Una strada lastricata che conduce direttamente all'ingresso delle varie strutture, un giardino ben curato per ogni abitazione e un quartiere che comunque s'estende abbastanza su ambo i lati e in profondità. Qualcheduno passeggia, qualche altro assiste. L'affluenza non risulta essere comunque eccessiva. [ Chiusa ]

18:05 Sango:
 Prende il suo tempo, la calma le servirà, di certo aggredirlo e portare quell'uomo per le strade di kagegakure potrebbe non essere un ottima idea, insomma, come potrebbe giustificarsi ad un atto del genere? Difesa personale? No, una strategia già vagliata con Shinsei ma scartata per ovvietà di cose, è li per proporre qualcosa a qualcuno, ma non una persona qualunque, qualcuno che possa sembrarle quanto più "ragionevole" e anche in cerca di qualcosa di nuovo. Di certo vendere la propria innata non è che sia una delle cose normali da farsi, ma insomma, cosa ne può sapere un Ishiba? Può vendere carta per strada al massimo. Tossicchia lievemente portando le iridi a quelle dell'uomo che le starebbe abbastanza vicino, ma comunque da non invadere il suo stesso spazio personale < Kimi Doku > pronuncia quel nome antico, di dieci anni prima, quasi certa che lui possa magari sapere qualcosa di quello che è il suo clan, specialmente alla sua di età < siamo state alleate durante la liberazione di Otogakure > per lei quella non è stata altro che una liberazione, non un colpo di stato, ma il detronizzare un essere incompetente e orribile, colei che ha messo su un bellissimo carcere ma altro non era che un campo di annientamento totale di coloro che contro andavano a tutta l'alleanza < dopo dieci anni ancora non sono riuscita a reincontrarla > conoscendola sa, può immaginare, che ella sia morta in quell'ultimo atto. L'ultima loro guerra ha mietuto varie vittime, e molte di loro non sono divenute altro che polvere, perfino i portatori di Demoni, perfino un Tessai, e infine anche la mente di colui che porta il potere di un Kami negli occhi è morta. Attende che quelle parole facciano breccia non solo in lui, ma anche sulla ragazza che è stata trattenuta molto più indietro, colei che forse è troppo giovane per ricordare, o che magari ha avuto almeno l'interesse di sapere chi sia stato a portare quel clan ad esser uno dei riconosciuti nel mondo ninja. Non si scompone, vuol vedere lei stessa la reazione che si potrebbe avere ad una notizia del genere, confidando ovviamente in una reazione quanto più positiva. [chakra on]

Non appena vien pronunciato quel vecchio nome, il petto della donna poco più in là viene sconquassata da una risata che aumenta man mano d’intensità. Inchina il capo all’indietro, lunghi capelli biondi raccolti in un’alta coda che scendono dietro le sue spalle smosse dall’ilarità del momento. <Medusa non era amica neanche di sé stessa! E se la conoscessi davvero un minimo come dici, non la chiameresti neanche con il suo reale nome.> La risata cessa man mano tra una parola e l’altra, asciugandosi l’angolo d’un occhio con l’indice della mancina. Riapre gli occhietti chiari focalizzandoli adesso sulla figura antistante, la quale adesso si ritroverebbe ben quattr’occhi a guardarla con insistenza. L’uomo piega la testa da un lato, dapprima parzialmente confuso dalla risata che risale dalle viscere dell’altra guardia, dopodiché comprendendo – in effetti – quel che voleva dirle. <L’unica cosa carina che Medusa abbia fatto per i Doku è stata riunirli nuovamente nel villaggio del Suono, ma non avevamo poi molta scelta, in realtà.> Stringendosi nelle spalle mentre la compagna riprende nuovamente a ridacchiare sotto i baffi, cercando di tornare quanto più seria possibile nel minor tempo necessario. <Ad ogni modo, se fosse qui se ne renderebbe conto a sua volta.> Non era certo una persona che sta zitta e ferma in silenzio. Si sarebbe già mossa, avrebbe fatto qualcosa, avrebbe organizzato un piano suicida per farsi rispettare da chiunque. Al contrario, è rimasta tacita ed assente – perché è tale. Inesistente. Potrebbe anche esser morta per quanto riguarda entrambi. <Ora, compresa l’assenza della sua “amichetta”> Risolino – ancora una volta dalla fanciulla bionda. <ha altro da aggiungere?> Perché non ha molto senso che resti lì davanti all’ingresso, una volta stabilita l’assenza di Kimi. Perché dovrebbero lasciarla entrare esattamente? Per chi, nella fattispecie? In attesa trepidante d’una nuova quanto esaustiva risposta, l’uomo riacquista la postura rigida di poc’anzi e lo sguardo attento e lapidario che non ha mai perso. La donna, invece, la tiene sott’occhio – or tornata seria – con espressione tutt’altro che felice. [ Chiusa ]

18:56 Sango:
 La risata della donna poco più in la sposta ovviamente l'attenzione, scosta le iridi azzurre più lontano, verso la stessa, di certo non era li ad ignorare, ma solo ad ascoltare come una comunissima vrenzola qualsiasi. Solleva quel sopracciglio con un mesto sorriso sulle labbra, nulla di più. < posso ritenerla io tale > amica? Non proprio, quanto più alleata dal fatto che nessuna delle due abbia mai cercato di uccider l'altra. < mi ricordo benissimo come riuscì a farlo > inizia lei con calma e lentezza < ero li > lei stessa ha ucciso un pò di Doku prima di partire verso Otogakure, ma non è li per rinvangare il passato. < meglio la libertà della propria terra o rimanere confinati sotto il controllo di altri?> chissà cosa ne pensano dopo dieci lunghi anni di nulla se non distruzione e devastazione, lei che non li ha potuti vivere appieno le manca in effetti quella piccola parte, che tanto piccola non è. < ne sono sicura > risponde semplicemente, non le importa poi molto di quei due in particolare < ero qui per lei, sicura che avrebbe voluto elevarsi oltre molti con la sua dote > un piccolo riferimento al loro poter usare quel loro veleno, di cui in verità sa poco e nulla, non conosce alcuna differenza, rimembrando solo quello della defunta Kimi dopo tutte le battaglie combattute al suo stesso fianco < ma mi sa che i clan si sono arresi. > scocca lo sguardo verso l'uomo stesso, il più vicino in effetti, sollevando delicata il proprio sopracciglio, a metterlo in dubbio nella sua essenza di Shinobi, ma il dire è chiaro e limpido, udibile anche dalla bionda < sempre che non sia rimasto qualcuno che voglia fare qualcosa di diverso che rimanere piantonato in attesa che qualcosa succeda > quella lenta morte che il corpo e la mente hanno nel tempo in cui non si trova alcuna cosa che possa elevare l'anima < se non siete interessati non posso far altro che andare via. Non rimane molto da fare, no? > no, non ha intenzione di entrare dentro quel clan, quanto più ispezionare e conoscere i suoi clannati. Senza ovviamente nominare nulla, senza dare troppe informazioni, solo il bocciolo di qualcosa che potrebbe essere, ma senza dare davvero notizie in merito. E li il corpo andrebbe a voltarsi per metà, quasi a volersene andare, ma rimanendo in attesa di una loro espressione per comprenderli ancor meglio. [chakra on]

La biondina, rimasta indietro rispetto al compagno, ridacchia nuovamente all’ardire di Sango. Non la guarda neanche in faccia, testimone di come non le interessi chi ha davanti – ancorché sia un membro della Shinsengumi. Non indossa la divisa e non ha una motivazione più che valida per entrare. <Penso che si stia rivoltando nella tomba in questo momento.> Sghignazza ancora mentre il suo collega tenta in tutti i modi di restare il più serio possibile, irrigidendo la muscolatura della mascella e della mandibola. Continuano ambedue ad ascoltarla, tornando diligenti e rientrando nei ranghi del ruolo che stanno ricoprendo. <Ascolti> E’ l’uomo adesso a parlarle, sciogliendo le braccia dal precedente intreccio e porgendole la mandritta. Il palmo è abbastanza grande, son mani forti e prestanti. Le dita lunghe hanno alle estremità delle unghie discretamente tenute. <mi dispiace molto che non sia riuscita a trovare la sua alleata> Ecco, così facendo evita che ambedue abbiano nuovamente quella ridarella precedente che ha sconquassato le loro casse toraciche. <tuttavia, non penso sia qui il luogo giusto per rintracciarla.> Interviene la bionda, poco oltre, poggiata nuovamente all’ingresso con le braccia incrociate e la gamba sollevata, la cui suola giace contro il muro retrostante. <Prova sotto terra.> Commenta ancora, stringendosi nelle spalle. L’uomo devia l’attenzione dalla collega, porgendole la dritta con vivide scuse rivoltesi anche sull’espressione facciale: deve fare il suo dovere come si deve. <Piacere d’aver fatto la sua conoscenza, ma reputo che sia ora d’andare via.> Palesemente ignorando il discorso altrui, ma tendendole l’arto affinché possa – ammesso voglia farlo – stringere l’altrui mano per salutarsi. Non c’è altro da dire, in effetti… O forse l’Ishiba ha un asso nella manica che potrà essere sfruttato per ottenere qualcosa in più? Quanto meno, non andrà via a mani vuote. Tutto sta nelle sue, di mani chiaramente. Le argomentazioni date loro non sono state affatto sufficienti. [ Chiusa ]

15:49 Sango:
 Lascia perdere quella ragazzetta, di certo non ha l'abilità di conquistare una ragazza ne di star appresso ad una mocciosetta, troppo seria per quelle cose , difatti andrà a guardare solo l'uomo vicino, lo stesso che porge quella sua mano a lei, con quelle sue parole, e li , la propria mano scivolerebbe fuori dal suo nascondiglio per avanzare, delicata, priva di forza, molto curata , di chi di lavori non ne ha mai fatti, avendo le proprie abilità in altre..parti. Andrebbe ad incontrare quella mano con la propria, decisa nel farlo seppur non brutale, cercando di utilizzare quell'appoggio per tentare di avvicinarsi a lui, in modo da avere il viso e il petto estremamente vicini. Se vi fosse riuscita andrebbe a schiuder le labbra, la voce ne uscirebbe come un sibilo, un sussurro , con le labbra che scandiscono piano le parole, a pochi centimetri da quelle di lui, che poi a dirla tutta, non è nemmeno così troppo grande in confronto a le i< so benissimo che è morta > rivela con un mezzo sorriso, il tutto per non farsi sentire dalla ragazzetta più indietro, ma solo da lui . E allora tutta quella parte per cosa? Per comprender innanzitutto meglio chi ha davanti, come pensi quello stesso clan < ho un lavoro per un Doku > la mano allenterebbe la presa ma non staccandosi del tutto, sempre che sia riuscita in tutto quel movimento di avvicinamento < qualcosa di molto remunerativo, ma per pochi > un altro piccolo riferimento a quella loro innata, quella loro capacità di avvelenamento < se volessi potresti viver ancor meglio di adesso, sarebbe qualcosa di vantaggioso > per tutti quanti, lo sarebbe, e pensare che sta facendo quello che sta facendo solo per Shinsei, ma anche per quello che per lei non è altro che divertimento allo stato puro < pensaci, riflettici, e magari potremmo rincontrarci da soli per spiegarti in cosa consiste > le lunghe ciglia che sbattono, lasciando infine quella mano e riportandola al proprio di fianco, se vi fosse riuscita adesso andrebbe a sorridere < pensaci mio caro, sarai sempre tu a decidere > un ultimo dire, allontanandosi infine da lui, dalla ragazza, in attesa ultima di lui, sperando che sia riuscita a piantare almeno la curiosità di sapere di cosa si tratti il tutto, solo quella, il resto sarebbe stato un altro passo. [chakra on]

La donna riapre gli occhietti chiari nell’istante in cui la guardia maschile porge la mano alla donna. E’ come se stesse aspettando qualcosa – sebben non si sappia cosa. D’altronde, si tratta meramente d’una stretta mano. Sango l’afferra, la stringe e s’avvicina in sua direzione cosicché possa trovarcisi maggiormente vicina. Succede, però, qualcosa. Non appena la sua pelle incontra quella del Doku, si sentirà leggermente più debole del previsto. Nessun capogiro, niente d’eccessivo – sia chiaro. Però, qualora provasse a camminare o a scappare da dove si trova, si renderà conto che le sue gambe reggono ben poco la velocità che avrebbe avuto prima. <Prima regola: mai toccare un Doku. La tua “amichetta” non te l’ha insegnato?> Sghignazza la donna, gettando la testa all’indietro e lasciandosi andare in un’altra prorompente risata che le sconquassa il petto. Con questa sua mossa, ha appena dimostrato di non conoscere assolutamente alcunché del clan in questione. Ha oltremodo dato motivo alla guardia femminea di non credere neanche sotto tortura alle parole che fuoriescono dalla sua gola. L’uomo, invece, sogghigna e stringe saldamente la presa attorno alla sua mano. La forza è nettamente maggiore rispetto a quella della Ishiba, non ci vorrà molto ad intuirlo data la stretta che le sta fornendo. <Le do un consiglio> Le pronuncia a poca distanza dal volto, sostenendone l’altrui sguardo. <se deve inventare delle balle, si assicuri di conoscere bene il copione; altrimenti, avvengono imprevisti come questo.> La lingua vien fuori, umettando le labbra con l’ausilio di quest’ultima e fissando ancor l’interlocutrice, seppur adesso vi sia ben altro negli occhi dell’uomo: brillano, il ghigno s’amplia e s’allarga – come se fosse divertito, il fremito della caccia. Ha una preda di fronte. <Se ne vada il prima possibile o non mi limiterò ad una stretta di mano.> Sta invadendo un territorio senz’alcuna motivazione. Ha usato scusanti che non hanno assolutamente retto. Quindi, ora come ora, le restano esclusivamente due scelte da fare: andarsene – con quella poca velocità che le resta in corpo a fronte del suo massimale – oppure tentare un approccio significativo, ma nient’affatto positivo. [ Malus Agilità: -11 per 3 turni ][ Chiusa ]

16:47 Sango:
 Afferra quella mano, non aveva mai provato gli effetti del veleno sul proprio corpo, nemmeno con Kimi tanto vicina in qualsiasi loro battaglia, anzi, un tempo aveva perfino chiesto che l'avvelenasse per uscire da un potente genjutsu, e quella sarà la prima volta in assoluto dunque dovranno giusto passare un poco di secondi per rendersene davvero conto. Sorride alle parole di entrambi e alla loro spiegazione , come se il corpo ci mettesse di più a fare qualsiasi movimento, come fosse rallentata, avesse dei pesi ulteriori a trascinarla indietro, trattenendola quasi < vedo che al clan Doku piace attaccare i membri della Shinsengumi, vi dobbiamo dunque ritenere degli oppositori del governo > sorride, malevola a quel dire, lasciando la sua presa in modo da riprendere il suo di spazio , rimanendo lievemente intontita da quel veleno che circola dentro di se, attraverso la stessa mano che andrà a guardare per studiarne gli effetti, i lasciti visibili se ve ne sono così da averne una qualche sorta di traccia, e perciò andrebbe a cercare di pulirla sulle proprie vesti, per impregnarle ma toglierle dalla pelle < spero tanto che oltre questo proverai a colpirmi, non sai cosa ti arriverà addosso a te e al tuo intero clan > riporta di nuovo le iridi azzurre su di loro, su entrambi , sottolineando di come la colpa di tutto quello sia Loro, non propria, anzi < prima di attaccare qualcuno, vi direi di comprendere chi sia, e che non sia un semplice cittadino ma un agente scelto > un lampo arriva alla mente, un piccolo furore nello sguardo violento che passa attraverso i visi dei due < Sango Ishiba manda al vostro capo clan i saluti, avrà presto notizie > da chi? Ah non andrebbe a dirlo, ma sta di fatto che hanno fatto un piccolo errore matematico, attaccare lei con il loro veleno per divertimento. Un singolo sorriso malevolo prima di voltarsi di schiena, e proseguire invece verso oltre, verso una delle piazze del quartiere di Otogakure, una delle più vicine in effetti, attendendo lo svanimento di quel veleno all'interno del proprio sistema circolatorio < mh magari si può arrivare direttamente al cuore del clan > un ultimo mormorio, dopotutto deve ringraziare anche il caratteraccio di quel clan, lascito della stessa Kimi anche nel carattere, perchè le si sia formata un occasione tanto..ghiotta. E nella sera ormai tarda anche la rossa scivolerà attraverso il villaggio delle ombre, per riunirsi anche quella notte al calore d'un focolare ancora acceso e vivo. [end]

La rossa prova su di sé l’effetto d’una delle tipologie del veleno Doku. Dopodiché si premura anche d’avvisare chi le sta di fronte, ma l’uomo non pronuncerà – per il momento – assolutamente nulla. Porta nuovamente le braccia ad incrociarsi al petto, compiendo dei rapidi passetti indietro così da tornare alla stessa altezza della sua compagna d’armi. Ed è quest’ultima a replicare subito dopo, mantenendo un tono di voce meno divertito rispetto al precedente utilizzato per schernirla. <Non t’ha attaccato. Ti ha teso la mano per capire se fossi sincera oppure no. Se conoscessi un minimo i Doku, sapresti che toccandoli ne resti avvelenata. E’ un dato di fatto. Hai esclusivamente fallito il test sincerità.> Si stringe nelle spalle, scostandosi dal muro soltanto per avvicinarlesi d’appena un passo o due, restando comunque a distanza di sicurezza. Le braccia scendono lungo i fianchi, tenendosi in prossimità degli stessi. Nessuno le ha alzato le mani addosso. Nessuno le ha lasciato un segno, anche perché quel veleno cesserà di dar problemi nel giro di qualche altro minuto. Qualora avesse anche soltanto attaccato la donna, quest’ultima dovrebbe aver dei segni addosso che lo dimostrino. <Inoltre, sei tu che hai proposto a noi un accordo – o qualunque cosa sia – nell’istante in cui hai capito che il tuo legame con Medusa faceva acqua da tutte le parti. Puoi anche rivolgerti a chi di dovere, ma non penso ne uscirai pulita.> Ammette, facendo schioccare la lingua contro il palato, tornando al suo ruolo ed al suo posto. La guarderanno andare via, incurante della presentazione che ha appena fatto, ricordandone però il nome. Non la fermeranno né faranno alcunché per trattenerla. Ha già fatto abbastanza, forse addirittura più di quel che avrebbe potuto. Come primo approccio, è stato piuttosto fallimentare: che il secondo possa andare diversamente? Sta di fatto che il sipario si chiude sulle due guardie assorte nei loro pensieri che si scambiano giusto una occhiata di sottecchi. Non è finita qui. [ End ]

Sango si reca al dojo del clan Doku per cercare di parlare o d'incontrare qualcuno interessato a quel che vuole proporre.
Incontra due guardie - un uomo ed una donna - che la invitano a fermarsi, sicché poste innanzi all'ingresso per quella ragione.
Sango s'improvvisa amica di Kimi, ma i due non sono molto d'accordo con quanto dice. Al che l'uomo le porge la mano per salutarla, che lei stringe venendone avvelenata.

Si trattava meramente d'un test per testare la verità, fallito miseramente.
Mentre la Ishiba svela la sua vera natura, rivela loro che ci saranno delle ripercussioni, ma la guardia-donna si difende immantinente.
Nessuno l'ha attaccata, ha solo stretto una mano di sua iniziativa, consapevole che tutti i Doku son velenosi anche al tocco.

//OFF//

Sinceramente, mi aspettavo di più! Non hai sfruttato benissimo quello che avevi.
Usare la scusante di Kimi sì, ci sta, ma soltanto nel modo corretto. Kimi non ha mai avuto amici, per chiunque la conoscesse era alla pari di un tiranno.
Inoltre, quando le guardie hanno capito che non era vero, anziché cercare di farli ricredere, hai poi esordito con "lo so che è morta". Hai praticamente affossato la tua idea iniziale di sfruttare il nome di Kimi.

La stretta di mano, come anticipato, era proprio un test per capire se veramente conoscessi i Doku, non c'è mai stata volta in cui Kimi non abbia provato ad avvelenare qualcuno XD
Va da sé che hanno presupposto tu dovessi saperlo.

Attaccarli era chiaramente fattibile.
Sfruttare il ruolo di Shinsengumi, a mio avviso, avresti dovuto farlo dall'inizio; magari presupponendo ci fosse una qualche scusa per permetterti così di entrare.


Ambient singolo giocatore: no exp.

GG per il resto ♥