Ingresso Koshirae - Shuuya

Quest

Giocata di Clan

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con Kan, Shuuya

Alto il sole nel cielo blu del distretto kusano in quel di Kagegakure, giornata atipica per la stagione in corso, il vento è appena presente, un soffio leggero, quasi accennato ma nulla di troppo fastidio ed il sole si presenta caldo e confortante. Una giornata per lo più primaverile mettendo da parte, per qualche ora, l'autunno. Cosa accade oggi? Il nostro Shuuya ha un incontro particolare, estremamente particolare ma di cosa si tratta? Non ci è dato saperlo caro pubblico ma possiamo annunciare le nozioni pubbliche di questo particolare evento. In casa Kanzaki i genitori di lui l'hanno informato che qualcuno lo sta cercando in quanto il nostro houjutser di fiducia ha perso un foglio di recente, di quale foglio si tratta? Ovviamente Shuuya non lo so, non se lo ricorda e per lui nulla è andato perduto ma ha la sicurezza di questo suo pensiero? Ovviamente no. Viene anche informato che questa persona vuole incontrarlo davanti al dojo dei Koshirae per consegnargli l'oggetto perduto, un loco abbastanza strano in cui svolgere un incontro, non trovate? Eppure le cose vanno così ed è li che si sta dirigendo il nostro eroe senza macchia e senza paura, ad affrontare un destino ignoto in una parte di mondo a lui sconosciuta. Il quartiere dei clan di Kusa è vasto, ampio ma non gli sarà difficile trovare la strada seguendo i dovuti cartelli e giungendo dinanzi ad un'arcata immensa formata da un grosso portone a due ante con al centro il simbolo del clan in questione. Il portone chiude delle mura fatte in pietra impedendo la visione agli esterni di ciò che avviene all'interno, impedendo l'accesso a chi non può entrare. In ultimo si nota la presenza di un uomo al fianco del portone, una guardia incaricata di osservare tutti gli ingressi e le uscite, banalmente la sicurezza del Dojo. Costui ha l'aspetto di un samurai con kimono, nera cintura, pelata e barba incolta sul viso. L'avventura ha inizio. [Ambient]

16:40 Shuuya:
  [Ingresso Dojo Koshirae] Meta curiosa e inaspettata quella verso cui l'archivista è diretto oggi. Infatti, oggi si trova nel quartiere dei clan di Kusa. Più precisamente, è diretto presso il dojo del clan Koshirae. Conosce quel nome, più per sentito dire che altro, non ha mai approfondito più di tanto la sua conoscenza su quel clan. Forse un po' di più rispetto agli altri, considerata la vicinanza nello stile di combattimento, ma non tanto da dargli chissà quante informazioni approfondite. Vero, si sta allenando nell'arte della spada e si sta trovando a un punto morto, ma non gli è mai passata per l'anticamera del cervello di chiedere aiuto a loro, dando per scontato che non avrebbero mai concesso di dare consigli e istruire un povero sfigato che con il clan non c'entra nulla <Uhm...> Mugugna appena, pensieroso. A casa gli hanno detto che pare che abbia perso un foglio, o qualcosa del genere, e che doveva presentarsi all'ingresso del dojo. Anche oggi è rivestito con il suo abbigliamento classico, nonché tradizionale e per certi versi antiquato. La parte superiore del corpo si vede coperta da uno hanjuban bianco a fare da intimo, sovrastato e coperto (eccezion fatta per una parte naturalmente visibile dalla scollatura a V dell'abito) da un gi di colore blu scuro, che presenta un simbolo a forma di rombo bianco diviso a sua volta in quattro rombi più piccoli, che ritorna sia sul cuore che sulle maniche lunghe fino agli avambracci, precisamente all'altezza delle spalle. La vita è cinta da un obi nero, sovrastato però quasi interamente dal grande hakama nero, assicurato tramite lacci marroni alla vita, che ricopre gli arti inferiori fino alla caviglia, lasciando scoperti solo i piedi rivestiti a loro volta da dei sandali zori. Relativamente spartano nel vestirsi, se non per l'unico ornamento che presenta al polso destro, un bracciale di sfere di legno, simile a un rosario. Non presenta il suo equipaggiamento completo, non essendo tecnicamente in servizio. L'unica arma, da cui tende a non separarsi quasi mai, è una katana di fattura molto basilare sul fianco sinistro, assicurata come vuole lo stile tradizionale di un samurai: saya infilata fra le pieghe dell'obi in modo da fuoriuscire poi dalla spaccatura sinistra dello hakama e assicurata tramite un cordolo in tessuto nero allo hakama stesso, filo rivolto verso l'alto e manico davanti al ventre con l'estremità che punta al centro, all'altezza dell'ombelico. Lo sguardo delle iridi castane attraversa le lenti degli occhiali, posandosi sull'ambiente circostante e studiando quell'area in cui, di fatto, non aveva ancora messo piede. Un sospiro di vento scuote la chioma corvina, acconciata con una semplice coda di cavallo dietro la nuca mentre due ciocche di capelli restano ai lati a contornate un volto affilato e dall'espressione austera. Passo ovattato e costante nel suo incedere che lo porterebbe all'ingresso del dojo. Una portanza che fa evincere il senso di rispetto e formalità che prova verso la struttura. Sentirebbe da essa, infatti, un'atmosfera che lo spinge naturalmente a porsi in quella maniera, probabilmente anche per via delle grandi mura che cingono l'area e del grande portone con il simbolo del clan. Giunto presso l'ingresso noterebbe un uomo pelato e barbuto che sembra essere di guardia e, tralaltro, come vestiario somiglia in un certo senso al quattrocchi stesso. Porgerebbe un rispettoso inchino del busto verso di lui, con un fare che ha quasi del marziale <Buongiorno. Sono Kanzaki Shuuya, Genin di Kusa. Mi è stato detto di venire qui per incontrare una persona, mi dovrebbe restituire una cosa che ho smarrito...> Esporrebbe generalità e motivazioni della visita, anche se le ultime parole lasciano trasparire i dubbi che lui stesso ha su quel qualcosa che avrebbe perso. Attenderebbe quindi in silenzio un responso dell'uomo [ Katana ] [ Chakra OFF ]

L'arrivo di Shuuya nei pressi del portone rispetta le previsioni di quel messaggio a lui fatto arrivare. Dall'interno delle mura giunge un silenzio quasi mistico, non una foglia si muove, apparentemente e tutti il quartiere dei Koshirae è immerso in un silenzio tombale, esattamente come il Dojo stesso. L'uomo a guardia rispetta quella condizione alla perfezione non proferendo parola alcuna ma abbassando lo sguardo non appena lo spadaccino rivolge lui la parola, lo scruta dall'alto verso il basso per qualche momento di troppo <Kanzaki hai detto? Oh, tu devi essere il figlio di...> prima di poter continuare la frase una voce irrompe distruggendo totalmente quel silenzio, un grido femminile proviene dalla sinistra del genin <SHUUYA-SAN> la voce, oltre ad essere femminile, proviene palesemente da una ragazzina. Voltandosi, se lo desidera, il nostro noterà una piccola tappetta dai capelli marroncini e lisci corrergli incontro, il visino impregnato di sudore, kimono blu indossato e una busta della spesa in mano. Ansimante nella corsa mentre accorcia la distanza fermandosi a circa un metro da Shuuya. Occhietti marroni ne fissano il viso prima di chinarsi, adagiare la busta a terra e riprendere fiato, evidentemente mozzato per via di quella imperterrita corsetta effettuata. Piccola curiosità, ora che la vicinanza è poca, sulla schiena di lei emerge una katana incastonata nell'apposito fodero avente l'elsa particolare, estremamente lunga, quasi quanto la lama stessa della katana <Un attimo Shuuya-San, un attimo soltanto...> prende fiato, respira profondamente, stanca, distrutto per quanto ha corso ma non demorde, chiaro...no, in realtà vorrebbe morire li e dormire per sempre ma non può farlo. Attimi di pausa e la ragazzina si rialza dall'alto nel suo metro e sessanta <Ciao cugino, io sono Ichika Koshirae e sono tua cugina> si presenta la ragazzina con una notizia al di fuori del comune <E la storia del foglio era una balla> sorriso a trentadue denti emerge sul volto della ragazzina, solare, divertita, felice stranamente. [Ambient]

Ichika: https://i.pinimg.com/originals/45/21/7e/45217ecaf552df00de726330cfb2d97d.jpg

17:18 Shuuya:
  [Ingresso Dojo Koshirae] Ascolterebbe il dire dell'uomo, che sembra dire qualcosa quando all'improvviso quel silenzio quasi mistico che pervadeva l'area viene vivacemente spezzato da una voce femminile proveniente dalla sua sinistra. Il volto assume prima un'espressione di sorpresa, sollevando le palpebre e aprendo appena di più gli occhi, al sentire quella voce così solare. Poi, si volterebbe verso quella direzione, vedendo quindi la giovane ragazza in kimono. Sembra essere arrivata di corsa, tutta affaticata e con una busta in mano. Gli sembrerebbe che sia andata a fare la spesa, o qualcosa del genere. Lascerebbe che prenda fiato, senza dire nulla, seppur provi un filo di disagio di fronte a quella vivacità e spensierata sfrontatezza che porta la giovane a porsi così vicino a lui. E si potrebbe anche intravedere, vista la posizione leggermente arretrata della schiena, come a cercare di mantenere distanze più o meno consone. Non è che gli dia fastidio, ma quando si trova di fronte a persone così solari e audaci si sente sempre un po' soverchiato. Un po' le ricorda Shizuka, anche se questa è molto più esuberante. Noterebbe anche l'arma dietro che porta alla sua schiena, una via di mezzo fra una katana e una naginata, che però non riconoscerebbe. Quindi, ecco che la giovane prende parola, presentandosi <Oh, buongiorno. Ichika-san. Piacere di con-> Si bloccherebbe un istante, solo ora il cervello ha elaborato quell'informazione lasciata sgusciare con tanta nonchalance nonostante la sua natura scioccante, almeno per il quattrocchi <Un momento... cugina?> Direbbe, prima che la ragazza continui esponendo un'altra sorprendente verità <Come sarebbe?> Confuso, fatica a collegare i punti <Voglio dire, non ricordavo effettivamente di aver perso niente, e avevo dubbi che ci fosse stato un errore o qualcosa del genere, ma...> Breve pausa, come a cercare di dare il tempo al cervello di elaborare quella situazione <Temo di non seguire. Noi due saremmo cugini?> Domanderebbe ancora, sperando in qualche chiarimento

La reazione del nostro genin è più che normale, ricevere informazioni tanto delicate così all'improvviso porta una stonatura estremamente evidente. Ichika, ancora affannata e affaticata raddrizza la schiena lasciando la busta della spesa adagiata sul suolo, intenta ad osservare la reazione di lui alla notizia. Capo inclinato sulla destra, labbra a formare un'espressione divertita, occhietti marroni lucidi ma accesi, chiaro come ella sia in procinto di scoppiare in una fragorosa risata e di come si stia in realtà trattenendo dal farlo. Si avvicina ancora di più a Shuuya rendendo nulle le distanze, leggero slancio in punta di piedi innalzando l'arto mancino superiore, mano chiusa a pugno andando a far impattare le nocche contro la testa dell'altro, un colpetto non forte ma può essere effettivamente sentito <Si, baka tontolone> la voce è palesemente quella di una ragazza che non ha ancora raggiunto la maggiore età, non più di 16 anni ella dimostra <Tua madre e mio padre erano fratello e sorella e io sono tua cugina di primo grado, Ichika-chan> mancina ancora innalzata dando un altro colpetto sulla testa del cugino ritrovato <Chiaro boccolone occhialuto? O ti serve un disegnino> ironica e goliardica la ragazzina, non mostra un filo di tristezza in quello sguardo, spensierata come può esserlo una ragazza cresciuta nella felicità più pura. Lo sguardo di lei viene scostato sul guardiano dell'ingresso andando a fargli un occhiolino <Ci apri il portone, Senpai?> l'uomo le sorride, fa un solo cenno del capo e il portone viene aperto sotto gli occhi di entrambi con non poca forza <Allora cuginone, mi hanno detto che con la katana sei al quanto scarso, è vero?> occhio destro totalmente aperto, sinistro appena più chiuso puntandolo con sguardo indagatore, non staccando le marroni del suo viso alla ricerca continua di risposte <A me puoi dirlo, prometto che non ti prendo in giro, no no cuginone baccalone> alzando entrambe le braccia al cielo in segno di sincerità. [Ambient]

17:58 Shuuya:
  [Ingresso Dojo Koshirae] Noterebbe come la ragazzina sia particolarmente giocosa e non abituata alla formalità, tanto da dare un colpetto sul capo del quattrocchi che non fa in tempo a reagire, né si cura di come lo chiama, sorpreso quant'è da quella situazione che ha del surreale. La ragazza quindi continua a sparare informazioni di parentela e sembra non curarsi del fatto che quello che sta dicendo all'archivista sia per lui un flusso di informazioni che sta sconvolgendo la sua stessa esistenza. Cugina? Il padre di lei era fratello di sua madre? Quella di sangue? Un insieme di notizie che lo lasciano scioccato. L'espressione è ancora più sorpresa, fatica a credere a quelle parole, che sembrano andare in contrasto con tutta la sua storia. Alla domanda goliardica di lei, ci metterebbe qualche secondo a riprendersi <No, ecco... ho capito, ma...> Cerca le parole giuste <Non ne sapevo nulla. I miei genitori non mi hanno mai detto niente, né abbiamo mai avuto contatti con il clan> Spiega le motivazioni dei suoi dubbi <La mia famiglia si è sempre occupata solo di vendere libri, prima che le tasse del consiglio aumentassero e finissero per...> Lascerebbe in sospeso la frase, in teoria Ichika dovrebbe capire a cosa si riferisce e qual è stata la loro fine, essendo stata simile a quella di molti altri civili in quel periodo <Ma quindi, questo significherebbe che sarei... un Koshirae?> Titubante mentre dice quelle parole, a cui lui stesso stenta a credere. Farebbe comunque per seguire quella che a quanto pare sarebbe sua cugina, la quale fa un altro commento che va piuttosto dritta al bersaglio. Diretta, anche troppo, ma a lui poco tange. Lui stesso ne è consapevole <Beh, mi sono allenato a lungo, ma ultimamente sento che non sto facendo alcun progresso. Come se ci fosse qualcosa che mi blocca, come se mi mancasse una chiave di lettura> Direbbe, cercando di riprendere un po' di compostezza <Quindi... direi di sì, mi considero ancora "scarso"> Accento su quell'ultima parola, più che altro a evidenziare come non rientri nelle sue corde per motivi di registro parlato e generazionale <E mi merito anche eventuali prese in giro> Non traspare senso di offesa verso le parole di lei, anzi, sembra quasi sorridere appena. Lui stesso ne è ben consapevole, e lo sguardo lascerebbe trasparire una determinazione al voler migliorare se stesso in quell'ambito. In che modo, però, ancora non lo sa

L'espressione di sorpresa diviene manifesta sul volto della ragazzina nell'ascoltare le giustificazioni dell'altro, sorpresa di sentire determinate parole provenire dal proprio parente. Il sole comincia a scemare, il cielo diviene più scuro con il passare dei minuti e la sera giunge inevitabile mentre nel quartiere vengono accesi i lampioni per illuminare le strade <Perciò è vero anche che non ti hanno detto niente...> commenta a bassa voce ma perfettamente udibile dall'altro il quale, alla fin fine giunge a una conclusione non da poco affermando di essere egli stesso un Koshirae <No, ma davvero? E ci sei arrivato solamente adesso dopo...quanti anni hai detto di avere?> fonde l'ironia con la verità nella solita maniera giocosa con cui si è presentata <Bene cuginone tontolone, lascia che sia io ad aprire il vaso di Pandora svelandoti l'arcano mistero che si cela dietro la tua vita> la tensione sale nel pronunciare quella frase <Tu...> indicandolo con l'indice destro <...sei una mezza sega> tirando fuori uno sprizzo di volgarità improvviso, per nulla indifferente <Anzi, la tua famiglia in parte lo è. Vedi, la tua famiglia biologica è particolare...solitamente vengono definiti pecore nere> un'affermazione di grande forza e impatto <Tua madre, mia zia, e tuo padre non hanno mai risvegliato il potere dei Koshirae. Ora, tua madre è stato un caso ma da parte di tuo padre..beh, questa cosa va avanti da generazioni, si finì a pensare che in quella linea di sangue la forza si fosse sopita e...> ascolta le spiegazioni dell'altro sul suo essere effettivamente scarso, qualcosa gli manca per progredire e come dargli torto, dopotutto non riesce ad andare oltre le sue normali abilità <Mh...> la destrorsa della ragazzina si porta sull'elsa della katana. Shuuya dal canto suo la vedrà sparire completamente dalla sua vista e dopo neanche un paio di secondi sentirà il gelido freddo di una lama scoperta sul proprio collo. Ichika è alle sue spalle, la sua katana adagiata contro il collo di Shuuya. La mente di lui non ha metabolizzato l'incredibile velocità di spostamento della parente, palese come il dislivello sia enorme tra i due <Si, sei ancora scarso ma almeno senti di essere incompleto, è già qualcosa> la katana viene tirata indietro e riposta nel fodero <Quando i tuoi genitori morirono venisti affidato ai Kanzaki, una fazione dei Koshirae. A quanto pare non ti dissero niente nella speranza che, senza l'influenza del clan, tu potessi manifestare qualcosa di tua spontanea volontà ma così non è stato, o meglio, non è accaduto completamente. Mi segui fin qui?> incrociando le braccia al petto dandogli le spalle <Prendi la busta a terra e seguimi cuginone> dicendo ciò si avvia verso la soglia del portone per superarlo ed entrare nell'effettivo Dojo. [Ambient]

18:38 Shuuya:
  [Ingresso Dojo Koshirae > Dojo Koshirae] Non risponderebbe alle parole della ragazza che, come ha fatto fin dall'inizio, sembra essere sempre un po' provocatoria, nonostante capisca sia dovuto più a una sua goliardia. Lascia che Ichika parli, dando ora le dovute spiegazioni. In religioso silenzio ascolterebbe quelle informazioni che, per quanto per lui possano sembrare inizialmente assurde, hanno allo stesso tempo un senso logico. O perlomeno, spiegherebbero alcune cose <Uhm...> Mugugna appena, ancora colpito da tutte quelle nuove informazioni sulle sue origini. A un certo punto, perderebbe completamente di vista la ragazza e, il momento successivo, sentirebbe del freddo metallico sul collo. S'irrigidirebbe in quel momento, rendendosi conto che quella è la lama che la Koshirae aveva assicurato dietro la schiena e che ora sta minacciando il suo collo. Un divario assurdo di capacità, che va oltre l'età anagrafica. Il capo si abbasserebbe appena, come a concentrarsi e prender atto di quel dislivello. La mano sinistra indugia vicino alla tsuba della katana, senza toccarla, come a ulteriore constatazione della sua incapacità. In realtà si considerava relativamente abile nella spada, ha studiato a lungo e le cose le sa. Ma quel grado di abilità... È qualcosa che va oltre. Una volta che sentirebbe che la lama viene allontanata dal suo collo, si volterebbe verso la cugina, così da ascoltare il resto della spiegazione <Capisco...> Direbbe infine. Seguirebbe poi le indicazioni di lei, facendo per prendere la busta da terra e seguirla all'interno dell'are adel dojo. Non prova rabbia per nessuno, se il gene era ormai sopito è comprensibile che ci sia stata tutta quella indecisione sulla comunicazione al quattrocchi delle sue origini. Non ne avevano motivo. Ma allora... <Se è così, come mai ti stai approcciando a me in questo modo, adesso? È successo qualcosa che vi ha fatto cambiare idea?> Domanderebbe, cercando di capire se può effettivamente sperare in qualche miglioramento

Il genin non oppone resistenza in nulla, ne al finto attacco, ne alla mole di informazioni scagliate contro la sua persona, assorbe tutto quanto come una perfetta spugna inoltrandosi insieme alla parente all'interno di quel Dojo. Esso si presenta con un ampio giardino sul davanti pregno di alberi, una piccola fontana e una stradina in pietra che porta direttamente al Dojo stesso, una conformazione in legno sulla quale sosta una persona, in particolare una donna intenta a dondolarsi su una sedia a dondolo. La distanza è troppo per poter notare dettagli rilevanti se non il vestiario composto a sua volta da un kimono ma rosso e una katana adagiata al fianco sinistro. Tranquilla, pacata mentre Ichika avanza seguita dal proprio parente <Si> ammette con estrema franchezza <Sono nata io e, come ama definirmi mio padre, un'instancabile rottura di scatole> lasciandosi andare in una leggiadra risata pregna di divertimento <Quando mi è stata raccontata la vostra storia, 5 anni fa, l'età in cui divenni genin, andai dalla capo clan chiedendole di aiutarti e non si può dire di no a una bambina innocente, sai?> continua con quella risata senza mai porvi fine <Ma lei mi disse che non eri ancora pronto. Non avevi dato alcun segno e io da brava rompi scatole mi impuntai, così facemmo un accordo ovvero che se mi fossi dimostrata abbastanza abile da poter competere 5 minuti con la capo clan, avrebbe acconsentito a vederti per metterti alla prova> breve pausa viene fatta <Sono stata sconfitta dopo 5 minuti e 18 secondi> sorriso a 32 denti in bella vista, mancina ad esibire il segno di vittoria voltandosi verso Shuuya mentre giungono dinanzi al Dojo ed a quella donna seduta sulla sedia a dondolo. Adesso il genin può notare il viso di lei, per metà è marchiato da cicatrici di ustione, pelle grigiastra, deturpato <Lei è la signorina Tamako, capo clan dei Koshirae>. [Ambient]

19:21 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Eccolo quindi che, finalmente, entra ufficialmente nella residenza dei Koshirae. Una zona esteticamente splendida, perlomeno per i gusti dell'archivista. Lo sguardo palleggia per la zona, osservandola, studiandola e contemplandola. Per certi versi ricorda la residenza Kanzaki (piuttosto comprensibile per lui, visto che ora sa del loro collegamento), ma ovviamente qui si respira un'aria diversa. Sente che in quella zona c'è un'atmosfera che solo uno dei più antichi clan di Kusa può donare. Nel mentre che si addentra nella residenza insieme a Ichika, ascolterebbe la sua storia che, a quanto pare, è strettamente collegata alla sua. O, perlomeno, alla sua presenza lì in quel momento. Resterebbe stupito anche sull'età in cui è diventata Genin, il che andrebbe a ulteriore conferma sul fatto che quella ragazzina sia un prodigio. Non fa nessun commento alle imprese che lei ha fatto per dargli la possibilità di quell'incontro, e nemmeno al tempo preciso in cui è durata nello scontro. Il fatto che una come Ichika, che agli occhi dell'archivista è un portento assoluto, abbia faticato così tanto per durare contro la capo clan, gli lascia dedurre quanto l'abilità di quest'ultima vada oltre quelli che per lui sono i limiti umani <Capisco. Te ne sono veramente grato> Direbbe ora a lei, sincero. Ecco quindi che, dopo un po', arrivano al cuore della residenza: il dojo effettivo. E lì, come un kami che presiede il suo dominio, un'anziana signora dal kimono rosso che la cugina rivela essere proprio l'attuale capo clan. Certo, sta su una sedia a dondolo, ma l'aura che emana e i segni dell'esperienza sul volto non permetterebbero al quattrocchi di lasciarsi ingannare dalle apparenze. Appena la ragazza gli presenta la signora, lui si appresta immediatamente ad assumere una posizione eretta, di solenne rispetto, prima di compiere un inchino del busto, con fare marziale, alla capoclan. Ancora non la conosce, ma già non può fare a meno di provare rispetto verso di lei. Inoltre, vuole fare di tutto per dimostrarsi degno di essere lì, ora <Kanzaki Shuuya. Sono onorato di incontrarvi> Breve pausa, rimanendo ancora giù sia con il busto, che con lo sguardo <Ichika-san mi ha appena detto del vostro accordo. Vi ringrazio profondamente per avermi concesso questa opportunità> Terminerebbe ora, osando rimettersi eretto con la schiena e posando lo sguardo di nuovo sulla signora Tamako, con rispettosa determinazione

Gli occhi della capo clan saettano sulla figura di Shuuya, a quelle parole pregne di rispetto nei di lei confronti, all'inchino esibito. Non si tratta di una donna anziana bensì di una donna, magari non più giovane come un tempo ma non la si può definire anziana essendo in possesso, ancora, di una bellezza senza tempo. Il silenzio permea quel luogo, tranquillità assoluta, nessuno segno di caos, solo silenzio <Un'opportunità è qualcosa che va guadagnata> esordisce con tono vocale basso, pacato mentre arresta il moto di quella sedia incastonando le iridi in quelle di lui <Io ho solo accettato di metterti alla prova, non ho mai parlato di darti un'opportunità. Per quella, dovrai essere tu a convincermi, darmi prova di essere pronto> solleva se stessa dalla sedia mentre prende la katana alla propria destra andando a legarla alla cintura; discende il gradino portando i passi sulla stradina in pietra soffermandosi dinanzi al genin <Voglio vedere se la mela non è caduta troppo lontana dall'albero e se dentro di lei non si cela un bruco> osservandolo con minuziosa attenzione da capo a piede <Hai un solo minuto di tempo per mostrarmi le tue abilità affrontando Ichika> anch'ella fa una breve pausa <Lei avrà 30 secondi per metterti in ginocchio. Se riuscirai a resistere 30 secondi contro di lei ed a mostrarmi le tue doti in 60, forse avrai la tua opportunità> passi indietro vengono fatti mentre Ichika stessa si allontana di 5 metri con un solo balzo all'indietro estraendo la katana dal fodero, una guardia perfetta quella della ragazzina. Shuuya, sei pronto ad abbracciare il tuo destino? [Ambient]

15:29 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Ascolta il dire della donna, che manifesta tutta la sua dignità in quello sguardo e quel tono di voce. Si rende conto del fascino di lei, che sembra non risentire minimamente della tremenda cicatrice su parte del volto. Lei specifica quello che per lui è ovvio. Sa benissimo che non gli verrà regalato nulla, ed è pronto a dimostrare le proprie capacità <Naturalmente, ne sono consapevole> Lo sguardo resta su di lei, in attento ascolto, mentre questa espone quindi gli estremi della prova a cui andrà incontro. A quanto sembra, la sua avversaria sarà proprio Ichika. Giusto poco prima ha avuto un assaggio delle potenzialità della cugina, apparentemente inarrivabili. Ma non ha spazio per i dubbi, la paura, l'esitazione. È solo un motivo in più per portarlo a dare tutto sé stesso in quello scontro <D'accordo> Sibila solamente, alla fine della spiegazione di Tamako. Mentre la cugina si appresta subito a mettersi in posizione, lui si volterebbe verso l'avversaria, senza però muoversi di lì, conservando quindi alla distanza di 5 metri imposta dalla cugina stessa. Movimento dei piedi che strusciano a terra in modo da roteare il corpo, così da essere completamente indirizzato verso di lei, mentre la sinistra andrebbe a porsi alla bocca della saya, impugnandola e assicurando il pollice sulla tsuba. La mano destra andrebbe quindi a sollevarsi all'altezza del petto, chiudendosi a pugno tranne per l'indice e il medio uniti verso l'alto, a comporre il sigillo della "mezza Capra" che gli servirà da catalizzatore per il processo successivo. Sguardo fisso verso la ragazza mentre dentro di sé andrebbe a richiamare l'energia fisica, dalle cellule e i tessuti del proprio corpo, e l'energia psichica, derivata da tutte le sue esperienze passate. Due flussi che verrebbero portati a confluire all'altezza del plesso solare in un vortice che darebbe origine quindi al chakra. Nuova energia, vitale per ogni essere vivente, soprattutto per gli shinobi, che verrebbe portata a irrorare ogni muscolo del proprio corpo attraverso l'apposito sistema circolatorio. Un sospiro, a stabilire equilibrio spirituale dentro di sé, prima di portare la destra sul manico della katana. Pollice della sinistra che farebbe leggera pressione sulla tsuba in modo da facilitare l'estrazione della lama; destra che tirerebbe appena per estrarre, mentre la sinistra tirerebbe la saya in direzione opposta facendola accompagnare lungo l'obi, in un movimento coordinato di entrambi gli arti che si concluderebbe in un'accurata estrazione della katana. Arma che verrebbe impugnata successivamente anche con la sinistra, così da avere entrambi le mani sull'impugnatura. Destra che, essendo adibita principalmente al controllo della lama, sarebbe leggermente più salda sul manico rispetto alla sinistra, pronta invece a dare velocità e potenza ai colpi quando necessario. Filo verso il basso, mani all'altezza dell'ombelico, leggermente in avanti, a tenere la lama inclinata intorno ai 45 gradi verso l'alto, o comunque a un'angolazione tale da mantenere la punta con naturalezza ad un'altezza poco sotto il collo. Impugnerebbe la katana in modo tale da infondere tramite essa come una sorta di leggera pressione verso l'avversaria. Piede sinistro appena avanzato rispetto al destro, gambe impercettibilmente inclinate a dare flessibilità alla sua posizione. Ogni movimento e posizionamento fatto dal momento dell'estrazione verrebbe effettuato tenendo ben cura di ognuno di quei singoli dettagli, con l'intenzione di assumere una posizione di guardia da manuale, quanto più precisa ed efficace possibile, che comunichi presenza mentale dello spadaccino nel qui ed ora. Il tutto mantenendo il capo leggermente abbassato, con lo sguardo inchiodato su Ichika. Concentrato, quanto non lo è mai stato prima d'ora. Attento a cogliere anche il minimo movimento di ogni muscolo della cugina, con l'intenzione di preparare la mente e il corpo a reagire a ogni sua mossa, incluso un attacco alle spalle come quello che lo aveva colto impreparato poc'anzi. Sentirebbe il chakra scorrere in tutto il suo corpo, perfino nella testa, come se volesse far sì che quell'energia possa supportare la sua concentrazione. Ogni parte del suo essere verrebbe irrorato di chakra. Non sa bene se Tamako darà effettivamente un segnale di inizio dello scontro o meno. In ogni caso, lui non attacca subito. Sa quanto l'altra sia veloce, anche nell'impasto del chakra, e lui conosce i propri limiti. Buttandosi a capofitto finirebbe solo per ritrovarsi la testa rotolare per terra, se fosse uno scontro all'ultimo sangue. Resterebbe in attesa, quindi, mantenendo il respiro stabile e la concentrazione al massimo. Presente. Concentrato. Pronto [ Chakra OFF > ON ] [ 3/4 - Tentativo impasto chakra ]

Il chakra viene richiamato dal nostro spadaccino, quella forza primordiale cresce dentro di lui intensificando le abilità in suo possesso, il tutto sotto gli occhi della capo clan e della cuginetta. Quest'ultima ha posto una distanza di 5 metri, intenta a scrocchiarsi il collo ed a fare dello stretching per riscaldare i muscoli impedendo futuri strappi. Inferiori arti allungati di lato, busto piegato, braccia allungate preparandosi all'imminente scontro <Pronto cuginone boccolone? Perchè io lo sono e questa volta prometto di non sparire dalla tua vista> sorriso a trentadue denti impresso sul volto della ragazzina, eternamente felice, estroversa, troppo per la sensazione di sacralità che si respira all'interno di quel Dojo <AH abbiamo un problema...lui deve...> rivolgendosi alla capo clan la quale la zittisce con un veloce moto della mancina impedendole di continuare quella frase. Cosa stava per dire? Perchè è stata messa a tacere? Quante domande, quanti segreti aleggiano in quello scontro di cui Shuuya è totalmente all'oscuro <D'aaaaaaaaaaaccordo> di nuovo schiocca il collo <Shuuya-san, dai il meglio di te e ricorda, combatti sempre seguendo il tuo ideale a dispetto dell'avversario. La tua strada è una, seguila, abbracciala, traine forza per questo combattimento> il viso muta, perde il sorriso, mostra serietà, mostra l'esperienza in suo possesso nonostante la giovine età, un'esperienza al di sopra del genin <Cominciate> la capo clan da il via a quello scontro ma Ichika non attacca limitandosi solamente in una presa di posizione divaricando le gambe, portando la destrorsa a contatto con l'elsa pronta all'estrazione. Shuuya ha il primo colpo, il primissimo attacco della giornata. Tamako, dal canto suo, adagia la mancina sull'elsa della spada, innalza lo sguardo al cielo proferendo un'unica e sola parola <Giudicatelo>. [Ambient][Distanza: 5 metri]

16:10 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Lo sguardo continua a restare fisso sulla ragazza. Statuario, ma attento comunque a non essere troppo rigido con il corpo, così da mantenere una certa flessibilità muscolare e facilitare la reattività fisica. Ascolterebbe le parole della cugina, annuendo silenziosamente alla sua domanda. Non commenta, il capo si limita ad abbassarsi in maniera impercettibile, come ad aumentare la concentrazione. Sembra aver capito che gli darà un handicap. Da una parte ne è grato, visto che sa bene che, se lei avesse fatto veramente sul serio da subito, sarebbe finita in un lampo. Da un lato, però, non può non sentire un pizzico di umiliazione per aver costretto lei ad abbassarsi al suo livello. Ma lascia quella sensazione lì, lasciando che sia la oggettiva e logica constatazione del suo livello a prendere il sopravvento sull'emozione. La cugina sembra dire dell'altro, ma viene interrotta dalla capo clan e, successivamente, si appresta a dargli altri consigli. Percepirebbe che quelle parole hanno a che fare con qualcosa che servirà a loro per valutarlo. Sente che c'è un qualche segreto dietro, a lui ignoto. Ma anche questi ragionamenti vengono messi da parte, per concentrarsi sul presente <Grazie> Si limita a dire, ermetico. Infine, ecco che arriva effettivamente il via della capo clan. Da quel momento, la sua mente entrerebbe in uno stato di concentrazione ancora superiore, come a voler escludere tutto ciò che non gli interessa allo scontro. Nella sua mente restano solo lui, Ichika e il terreno di combattimento. Non si accorgerebbe quindi del dire di Tamako rivolto verso il cielo. La cugina, dal canto suo, non si muove. Sentirebbe come se lo stesse invitando ad attaccarla. E lui, alla fine, decide di abboccare. Compirebbe quindi un rapido scatto verso di lei. Katana portata al fianco sinistro parallela al terreno, filo rivolto verso l'esterno, punta che darebbe le spalle così che da rendere più difficile per l'avversaria leggere il prossimo colpo. Una volta arrivato a Misura d'Ingaggio, punterebbe i piedi a terra per fermare il proprio moto e porterebbe entrambe le mani verso l'alto così da caricare il colpo. Porterebbe così un colpo diagonale, uno sgualembro roverso, all'altezza del volto di Ichika. Con tale movimento andrebbe anche a torcere leggermente il proprio corpo di 3/4 verso la propria destra, così da accompagnare il colpo con più fluidità e offrire un bersaglio ridotto all'avversaria. Il tutto verrebbe effettuato dando completamente fondo alle proprie conoscenze nel kendo, infondendo quindi il chakra come di dovere sulle gambe e sulle braccia, in modo da rendere il tutto più fluido ed efficace [ Chakra ON - 14/15] [ Scatto - 1/4 + Attacco con arma 3/4] [ Kendo: -1 chakra/turno ]

Lo scontro comincia con Shuuya come prima pedina a muoversi, effettuare uno scatto ma è così sicuro di riuscirci? Le facoltà mentali della sua avversaria sono elevate, ogni movimento da lui effettuato per lei risulta limpido come l'acqua non perdendo neanche un singolo scorcio. Ne segue il fare anche quando la vicinanza è minima, abbastanza da permettere lei di muoversi a propria volta. Il tempo scorre, quei primi 30 secondi sono sempre meno e i patti son di doverlo mettere in ginocchio il prima possibile. Veloce il movimento dell'arto destro nell'estrarre la katana dal fodero facendola impattare contro quella di Shuuya bloccandone l'offensiva in maniera pulita, diretta, lasciando scontrare le due lame inevitabilmente. Le braccia di Ichika sono rigide, non presentano il minimo tremolio o cedimento, segno di come riesca a tenergli testa senza fare sforzi <Così attacchi per uccidere Shuuya-San?> domanda senza esibire alcun tipo di sorriso <Mi hai vista sparire sotto i tuoi occhi e la prima cosa a cui hai pensato, è attaccarmi faccia a faccia? Perchè? Solo perchè ho promesso che non l'avrei più fatto?> Ichika, mantenendo il contatto tra le due lame, salta velocemente, l'arto destro inferiore viene allargato verso quel lato per poi sfrecciare verso il viso di Shuuya nel tentativo di sferrargli un calcio in pieno volto sfruttando il collo del piede data la vicinanza. Il movimento è veloce ma trattenuto ma, vista la distanza inesistente, il genin deve difendersi in una manciata di millisecondi se non vuol perdere la sfida istantaneamente. [Ambient][Difesa: 1/4 di turno]

16:46 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Naturalmente si aspettava che quel colpo non sarebbe andato a segno. Anche un principiante l'avrebbe bloccato o deviato e, ovviamente, Ichika interrompe il moto della sua spada facendola impattare con la propria, con facilità e sicurezza disarmante. L'espressione sul volto dello spadaccino non cambia, lo sguardo è fisso su di lei mentre gli parla, evidenziando le sue lacune. Vero, sa bene quali sono le potenzialità della cugina, ma ha comunque preferito cercare di prendere l'iniziativa, per quel che vale, piuttosto che soccombere agli attacchi di lei. In ogni caso, ascolterebbe le parole di lei fino a un certo punto, cercando di mantenere la sua mente in equilibrio, di restare fisso sul proprio obiettivo e fedele ai propri ideali. Migliorare sé stesso. Portare onore ai Kanzaki, a Sanae, tramite l'arte della spada. Ecco quindi che l'avversaria parte al contrattacco portando un rapidissimo calcio con la destra. Lo spazio di reazione è ridottissimo. Deve schivarlo, o tutto finirà lì, in un istante. Deciderebbe quindi di piegare quanto più rapidamente possibile le proprie gambe, in modo da abbassarsi e scostare quindi la testa dalla traiettoria del piede, con l'intenzione di lasciarlo volare sopra la sua testa. La schiena rimarrebbe eretta, le braccia seguirebbero naturalmente il movimento del corpo, così da mantenere la propria guardia. La lama sarebbe tenuta leggermente inclinata, a mantenere la posizione che aveva assunto per il colpo precedente, così anche da coprire meglio il proprio corpo per altri eventuali colpi, oltre che a toglierla dalla traiettoria del calcio stesso, per evitare di correre il rischio che con quel movimento Ichika possa anche approfittarne per cercare di disarmarlo [ Chakra ON - 14/15 ] [ Schivata - 1/4 ]

Una difesa veloce viene portata avanti da Shuuya prediligendo il restare attaccato alla ragazza piuttosto che muoversi. La gamba di lei oltrepassa il capo del ragazzo la chioma viene smossa dalla potenza del colpo, evitato si ma la vicinanza è tale che è la stessa Ichika a muoversi all'indietro staccando la lama da quella del genin. Di nuovo schiocca il collo piegandolo verso i rispettivi lati, non perdendolo mai di vista mentre la lama della katana viene fatta girare all'interno del palmo preparando la prossima offensiva <Tutto qui? Non mi attacchi più cuginone? Oppure stai temporeggiando? Coraggio boccolone, non mi sono esposta per ritrovarmi davanti davvero una mezza sega> parla, provoca palesemente mentre lancia uno sguardo alla capo clan. Essa osserva in silenzio lo scontro mantenendo la mancina fissa sull'elsa della propria arma, il distacco risulta inesistente <Ichika, 10 secondi> emerge la voce informando del tempo rimasto per la ragazza per metterlo al tappeto. Udendo quell'informazione uno scatto è fatto, avanza accorciando quella distanza con il proprio avversario, lama portata sulla destra cercando di farla impattare contro il fianco del genin ma non di taglio, bensì di piatto. Chiaro come ferirlo non sia il suo intento, anzi, il compito è solamente metterlo in ginocchio, di conseguenza, attaccare per uccidere è escluso a priori. Il cielo diviene scuro, il sole cala lasciando spazio ai primi scorci di luna, il vento si alza maggiormente incrementando la freddezza dell'aria. Prosegue il combattimento tra i due spadaccini mentre Tamako segue lo svolgersi del rituale lanciando una veloce occhiata alle proprie spalle, guarda il dojo con la coda dell'occhio percependo come, il momento effettivo, stia giungendo. [Ambient][Difesa: 2/4 di turno]

17:36 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Il movimento di schivata va a buon fine, facendogli guadagnare preziosi secondi di vita. La ragazza prende quindi le distanze, ricominciando a parlare e prepararsi per il prossimo attacco, e nel frattempo anche il quattrocchi si alzerebbe, rimettendosi eretto, in posizione di guardia. Piede sinistro leggermente più avanti rispetto al destro, in equilibrio. Ormai lui non la sente più. Ha capito che è il modo di fare di lei, attaccare non solo fisicamente, ma anche con le parole, in modo da destabilizzarlo. Lui non glielo permetterebbe. Nella sua testa le parole di lei rappresentano solo un insieme di fonemi privi di vero significato. Per lui, l'unica cosa che ha importanza sono le sue azioni. Pensa alla differenza che c'è tra Ichika, così giocherellona (talvolta sul limite del fastidioso), e Sanae, che era per lui la massima espressione della dignità e l'onore che si cela nell'arte della spada. Con l'immagine della sua sorella adottiva nella mente a rafforzare la sua determinazione, si appresterebbe quindi a rispondere all'attacco successivo della cugina, che stavolta punta al suo fianco destro. In tutta risposta, lo spadaccino spingerebbe in avanti con il piede destro arretrato, allungando la gamba sinistra facendo strusciare il piede della stessa in avanti a sinistra sul terreno, in un passo leggermente diagonale che vorrebbe sfruttare il moto contrario dell'avversaria stessa per anticipare il colpo ed evitare che questo impatti sul suo fianco, almeno non direttamente. Nel contempo, le braccia si solleverebbero, portando le mani sulla destra del volto e incrociate, così da spostare la lama facendola puntare verso il basso, in verticale sul fianco destro, così da impattare e bloccare il colpo anch'egli con il piatto della lama, o comunque a coadiuvare il movimento dei piedi a incalzare e schivare. In questo movimento il chakra verrebbe sapientemente gestito sugli arti in modo da supportarli nell'operazione di difesa dal colpo. In caso si fosse salvaguardato correttamente dall'attacco avversario, si così al fianco di lei e sfrutterebbe così il moto guadagnato dall'impatto tra le due spade per spostare la propria spada facendola passare dietro la schiena, portando nel contempo le mani dal proprio lato destro a quello sinistro. In questo modo caricherebbe il colpo e portare un tondo roverso all'altezza del fianco. Il filo è rivolto effettivamente per tagliare. Deve dimostrare la propria determinazione, a scapito dell'avversario, come Ichika stessa ha detto poco prima. Sguardo che nel frattempo non si sarebbe spostato dall'avversario, tenendola costantemente sott'occhio, consapevole della possibilità più che concreta di una sua risposta alla sua controffensiva [ Chakra ON - 13/15 ] [ Kendo: -1 chakra/turno ] [ Blocco/schivata - 1/4 + Attacco con arma - 2/4 ]

Il movimento di Shuuya funziona riuscendo a scostarsi ed a parare il colpo con la propria lama seppur possa evincere un particolare non da poco. Nel momento in cui la lama para il colpo, piccoli pezzi della suddetta si staccano volando per tutto il giardino scheggiandola inevitabilmente. La forza immessa da Ichika risulta essere al quanto fuori dall'ordinario ma lo stesso Shuuya non è intenzionato nel fermarsi proseguendo con la propria offensiva dimostrando quanto vale. Con la coda dell'occhio la cugina osserva il suo movimento, attimi brevi ed ella svanisce dalla vista del genin la cui lama impatta contro un tronchetto per la sostituzione. Ichika dove è finita? La ragazza si trova al fianco della capo clan, la lama della propria katana riposta nuovamente nel fodero lasciando la parola a Tamako le cui iridi non si son scostate neanche un secondo <Seguimi Shuuya> dando le spalle all'altro andrebbe a varcare la soglia del dojo per inoltrarsi al suo interno <Ichika aspetta qui> la ragazza fa qualche passo di lato attendendo in completo silenzio. I minuti passano, la capo clan aspetta pazientemente l'arrivo del genin all'interno dell'edificio. Esso, almeno in quella stanza, si mostra in pieno stile giapponese con un tavolo al centro, quattro posti a sedere ed un quadro raffigurante cinque divinità ognuna delle quali presenta al centro un foro capace di contenere un'intero braccio. I cinque kami sono disposti a pentagono, esattamente come i 5 fori <Il potere dei Koshirae discende dalle divinità stesse, sono loro ad averci fornito i poteri in nostro possesso, poteri derivanti dalle nostre armi> indicando la katana al proprio fianco <Ogni arma possiede una propria volontà e ognuna di loro segue un'ideale, per questo ogni Koshirae ne possiede una diversa tra quelle cinque divinità> indicando il pentagono <Qual è il tuo ideale? Lo sai tu e lo sanno le divinità, loro oggi ti hanno guardato combattere, hanno seguito il tuo animo e sono pronti a guidarti. Avvicinati al pentagono, infila il braccio in una delle cinque fessure e prendi il potere che ti spetta di diritto. Segui il terzo occhio> indicando il centro della fronte mentre lascia carta bianca all'altro. [Ambient]

18:19 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Il colpo sembra venire effettivamente parato, evitando che le costole del quattrocchi vadano in mille pezzi. Però, c'è qualcos'altro che si spezza: la sua spada. Lui però è troppo preso dal movimento del proprio colpo per accorgersene, continuando con il proprio contrattacco che, prevedibilmente va a fendere il nulla. La ragazza infatti scompare nuovamente alla sua vista. Per un secondo l'archivista resta in posizione plastica dopo il colpo, guardando ancora in quello spazio vuoto prima occupato dalla cugina, come se la vedesse ancora lì. O come se il suo sguardo mentale fosse stato in realtà da tutt'altra parte. Sembrerebbe come svegliarsi da una specie di trance quando solleva appena il capo, voltandosi prima a destra e poi a sinistra, posandosi infine in direzione della capo clan, al fianco della quale trova Ichika. Presume che quindi lo scontro sia finito, anche se non sa l'esito. Sinistra che va alla bocca del fodero mentre la destra compirebbe un ultimo piccolo taglio a vuoto verso il basso prima di rinfoderare la katana nella saya. Movimenti tecnicamente inutili, visto che non c'è nemmeno del sangue da scolare dalla lama, ma essenziali per la forma e la solennità che lui ha sempre impresso nella sua arte della spada. Un profondo sospiro, a rilassare anima e corpo e farlo fuoriuscire dallo stato di combattimento. Si metterebbe eretto, quindi, in posizione di riposo, quando sente Tamako chiamarlo a sé. Si avvicinerebbe alle due e, prima di oltrepassare la porta, porgerebbe un marziale inchino del busto verso la cugina, come a ringraziarla formalmente di quello scambio di colpi. Mantiene ancora il silenzio, mentre si addentrerebbe seguendo la donna. Lo sguardo si posa sugli interni della struttura, soffermandosi poi sul quadro con 5 kami. L'espressione si rilassa, assumendo una leggera connotazione di sorpresa e ammirazione verso quell'ambiente così solenne e mistico. Si volgerebbe poi verso la donna, ascoltando le sue parole. Parole che rivelano il segreto del potere del clan. Delle loro spade. Del loro stile. Si volterebbe di nuovo verso il quadro quando gli dice che le divinità lo hanno assistito combattere e, osservando il dipinto, ha come il sentore che sia stato effettivamente così. Infine, le ultime istruzioni di lei, che lo invita ad avvicinarsi al pentagono. Annuirebbe silenzioso, non osa rompere la solennità di quell'area con parole prive di significato. Qualche passo verrebbe fatto verso il quadro, fino a fermarsi abbastanza vicino ad esso da poter mettere facilmente il braccio in uno di quei fori. Un ultimo sguardo a contemplarlo, prima di chiudere gli occhi. Indagherebbe di nuovo su sé stesso. Sui propri ideali. Sulle proprie propensioni. Un animo votato all'autocoltivazione fisica, mentale, spirituale. Conoscere sé stesso e migliorarsi, per portare onore alla casata che lo ha ospitato. Si concentrerebbe, come a voler richiamare un terzo occhio che ha finora ignorato, trascurato. Qualche secondo, ed ecco che gli occhi si aprono di nuovo. Iridi castane che si poserebbero sul kami Bishamonten, prima che la destra si avvicini al foro, inserendo la mano in esso. Una volta fatto ciò, cercherebbe di sentire cosa c'è all'interno, anche se un sospetto ce l'ha. Quindi, farebbe per stringere le dita, con rispettosa determinazione. In caso riuscisse a trovare effettivamente il contatto con qualcosa (verosimilmente una katana), farebbe quindi per estrarla dal foro, con cura solenne [ Chakra ON ]

E da quel Kami Shuuya estrae la bishamonten, l'arma a cui lui stesso ha fatto riferimento tramite i propri ideali, guidato dalla volontà delle divinità le quali l'hanno seguito per tutto quel tempo. Sotto gli occhi della capo clan, per l'ennesima volta, qualcuno sta tracciando il proprio destino segnando definitivamente la propria strada percorrere <La Bishamonten, una lama donata a coloro che sono saggi e fanno tesoro delle informazioni in proprio possesso migliorando se stessi> spiega brevemente in cosa consiste quella lama, qual è l'ideale designato da seguire. La capo clan non abbassa lo sguardo neanche per un singolo secondo, determinata ad arrivare fino in fondo, comprendere se quell'uomo dinanzi a se è davvero un membro del clan o solamente un ninja la cui linea genetica ha soppresso l'innata <Il nostro potere è strettamente collegato alla lama, senza di essa non potrai avere accesso, ricordarlo. Se lo vuoi, essa deve trovarsi nella tua mano e voglio che tu lo faccia, adesso. Il terzo occhio è la chiave, trattiene l'arma nella tua mano e concentra il chakra nel terzo occhio, libera il nostro potere ed avanza staccandoti da quell'immobilità che per anni ha trattenuto la tua famiglia> sprona l'altro a prendere il potere, a risvegliarlo perchè non basta possedere l'arma se non si è in grado di utilizzarla <Fallo o questa è l'ultima volta che vedrai l'interno di questo Dojo> intimandolo delle conseguenze di un possibile rifiuto o fallimento da parte del genin stesso. La vita non è facile, così come non è facile divenire più potenti. [Ambient]

18:51 Shuuya:
  [Dojo Koshirae] Da quella fessura, ecco quindi che estrae l'arma sacra, che di cui Tamako rivela le caratteristiche, sorprendentemente vicine proprio all'essere del quattrocchi. O forse, non così sorprendentemente. Prenderebbe la spada con entrambe le mani rivolte verso l'alto tenendola orizzontale, parallela al terreno, con il manico rivolto verso destra. La destra sarebbe all'altezza della bocca del fodero, impugnato con tutte le dita tranne il pollice, posato sulla tsuba, mentre la sinistra la tiene a qualche centimetro dall'altra estremità. Filo rivolto verso l'esterno, spada tenuta quindi sollevata davanti al volto, all'altezza degli occhi, con le braccia leggermente distese, nella posizione che gli spadaccini definiscono 'saluto alla spada', ma effettuato in piedi. Ne osserva le fattezze fino al minimo dettaglio, come per cercare di conoscere meglio quella che potrebbe diventare la sua compagna nel destino. Senza scostare lo sguardo dall'arma sacra, ascolterebbe ancora le parole della donna, che ora entra nel dettaglio. Gli parla del terzo occhio e lo istruisce su cosa fare perché esso si risvegli, oltre a dargli un vero e proprio ultimatum. Ora che si trova lì, con quell'arma in mano, sente che sta veramente facendo un passo che lo potrà portare a un livello diverso, che gli permetterà di sbloccare la chiave che lo aiuterà a migliorarsi veramente nell'arte della spada. Concentrato in ciò che deve fare, chiuderebbe gli occhi. Le mani sarebbero ben salde sulla spada, mantenendola nella solenne posizione di 'saluto' che aveva assunto. Con il tatto cercherebbe di entrare ancora più in sintonia con la lama, mentre all'interno del suo corpo andrebbe a guidare il flusso di chakra, ancora attivo dallo scontro di prima. Esso verrebbe fatto convergere in quell'area che la donna aveva indicato riferendosi al terzo occhio, nel mezzo della fronte. Tutto andrebbe lì, focalizzato. Tutto il suo essere, e non solo il chakra, viene concentrato in quel singolo punto. Tutta la sua storia, le esperienze che ha fatto, i suoi allenamenti, sono stati per questo momento. E così continuerebbe a concentrarsi, mantenendo il chakra nel centro della fronte, con l'intenzione di liberare quell'occhio che per troppo tempo è rimasto sopito [ Chakra ON ]

Il potere dei Koshirae fiorisce nel corpo di Shuuya donandogli una nuova forma, una nuova esistenza. In quel momento tutti i suoi sensi vengono repressi lasciando prendere forma al sesto senso. Il suo occhio destro andrà a riflettere tutto quanto come uno specchio seppur sia cieco, sordo, privo di tatto, olfatto e udito. Essi sono nulla eppure, in un raggio limitato, vede ogni cosa sotto forma di informazioni non visibili. Alla capo clan non serve spiegarlo, egli sta vivendo quelle sensazioni in prima persona. <Porta onore al nostro clan Shuuya e persegui nel percorso che hai scelto> commenta la capo clan <D'ora in poi dovrai allenarti ogni giorno per migliorare, dovrai studiare la nostra storia per comprendere il reale potenziale dell'arma che possiedi, la sua provenienza, la sua forza> concludendo dandogli le spalle <Rendici fieri> incamminandosi verso un'altra stanza, lasciandolo li in solitaria, privo di sensi ma con un nuovo potere tra le mani <Cuginone boccolone, allora? Qua fuori comincia a far freddo e voglio il zuppaaaaaaaaaaa> lamentandosi da li fuori, Ichika fa sentire la propria voce. Insomma, gran bella giornata, no? [END]

Shuuya incontra una sua parente dinanzi al Dojo Koshirae la quale gli rivela il suo passato e la sua appartenenza. Subito dopo, sotto gli occhi della capo clan, avviene un combattimento contro questa sua parente dando inizio, segretamente, al rito per divenire parte dei Koshirae.
Alla fine Shuuya riesce ad ottenere la spada attivando la propria innata.

Commento: Ambient d'ingresso nel clan
Correzioni già fatte in separata sede

Katana: Bishamonten