<Lunga è la notte, corta è la vita, quanto so bono mamma mia>

Free

0
0

22:21 Sango:
 Ah il bosco dei ciliegi, meraviglioso bosco specialmente nel periodo primaverile ove i rami scuri si ricoprono di candidi petali rosati e deliziosi, ma che adesso somigliano incredibilmente a mani ossute che s'allungano nelle loro scure ombre verso di loro, per ghermirli e nell' oscurità incatenarli. Oh no? Sia questo o quell'altro, questa notte i lampioni e le loro luci son disturbate da quell'incessante pioggia che batte sul cappuccio che la donna ha tirato sul viso, in modo da non bagnarsi completamente e inzupparsi < ordine del medico, dannato cappuccio > borbotta infastidita, ma perchè la rossa accompagnata dal biondo crine si ritrovano proprio nel territorio di kusa? Semplice, la donna ha voluto qualcosa da mangiare da Suna, qualcosa che sa di maiale trito immerso in strane salse e anche del maiale mezzo fritto mezzo no, quello che si porta dietro dal mantello che indossa , che si è impregnato in esso e nei capelli. E ovviamente ha chiesto al biondo di accompagnarla come solito, invece che mandarlo in giro per il mondo a cercare cose improponibili e improbabili, povero Shinsei, ingiustamente sfruttato. In tutto ciò come si presenta la donna? Semplice nei gusti e negli abiti, di una maglia di un rosso vinaccia visibile, attillata mostrando un pancino che lentamente sta lievitando, adesso abbastanza visibile ad occhi attenti, di qualcosa che non è semplice peso, ma troppo tondeggiante e perfetto. Di shorts grigio fumo che scivola sulle gambe fino a metà delle stesse , per lasciare il resto della pelle nuda e candida al vento e al freddo. Sulle spalle infine a coprirla fino ai polpacci, una cappa nera e pesante, con lunghe maniche che giungono fino a metà delle dita da dove nasce una pelle pallida e intonsa, laccate di nero invece le unghie. Il viso sottile si solleva per poco, raccogliendo quelle gocce gelide su di se, con le azzurre libere sul viso del biondo, ormai sono al bosco dei ciliegi < sai, qui ho incontrato le evocazioni con cui firmai un contratto > veloce e ferale la voce, di quello che è un segreto, per lei, ma che ha promesso di non averne col biondo bellissimo che la affianca, vicino, ed enorme perfino per lei , fisicamente parlando . Ma quella sarà anche una notizia importante per lui, nuova, e relegata ad un potere molto, molto particolare, qualcosa di cui in pochi sono a conoscenza, di segreti che si sono intrecciati nel tempo di coloro che hanno approfondito le arti magiche. E lei , di quelle arti, ne conosce abbastanza. Camminerà al suo fianco in quel viale, senza dire altro, il motivo per cui sono li adesso sarà chiaro ad entrambi, la conoscenza di lei, di qualcosa di nuovo, e solo adesso porterebbe di nuovo lo sguardo davanti a se, a mirare il semi buio della notte, della pioggia, delle rarissime anime che lo abitano.

22:36 Shinsei:
 Piove il governo ladro, si dice di solito. Che il governo sia malevolo in questa babele di odio mascherato da falsi sorrisi sarebbe tutto da dimostrare, in teoria, ma come sempre accade, alcuni ce l’hanno come convinzione. Che piova invece è un dato di fatto. Non c’è clima che preferisca di più, a dirla tutta. In quella città tutto si fa ovattato con la pioggia. Quel costante rumore di sottofondo si prende il centro del palco, lasciando il resto dietro le quinte. E poi la pioggia chiude gli animi delle persone, che non escono, si riparano, o di chiudono nello spazio vitale di un ombrello, al quale nessuno ha accesso. È fantastico. La città, in quel momento, diventa proprietà di chi ama la pioggia e l’oscurità. E di chi odia dover interagire con le persone. Viene da Suna. Oh si, ormai è avvezzo a girare ogni tipo di distretto. Una volta i dolcetti, una volta il rame, una volta il pesce e poi il maiale e poi chissà, prima o poi dovrà andare a caccia di dinosauri. Almeno questa volta la regina s’è mossa con lui. Ovviamente con lui. Inizia ad essere restio a mandarla in giro da sola. Ovviamente l’avrebbe fatto, ma è arrivata la richiesta e lui è scattato come un soldato sull’attenti. E ora son li. Passeggiata serale. Sfoggia nuovi acquisti, provenienti proprio dal loro giro a Suna. Per una volta ha deciso di avvalersi dei consigli della Rossa, per non andare in giro sempre in anfibi. Un pantalone nero, largo e dal cavallo basso, nasconde la forma delle gambe tornite. Una camicia bianca a coprire il torso e la schiena sfregiata, e sopra di essa un’aori nero, corto, con le maniche ai gomiti, decorato con figure geometriche. La camicia ha i primi due bottoni aperti. Non riesce mai ad aver freddo, snudando parte del collo che sostiene il volto appuntito, dai tratti duri. Disegnato in quell’espressione fiera per natura, austera e noncurante. Lo sguardo nero, dal taglio affilato, viaggia pigramente tra quelle dita ossute, composte dai rami dei ciliegi, appena visibili sotto la luce dei lampioni. Il resto è buio. I capelli sono raccolti in una treccia ben fatta, che porta la mano della rossa che lo affianca, con un drappo rosso a chiudere le ciocche nella parte finale. I fianchi del cranio, snudato, sfoggiano alla luce i draghi d’inchiostro che li decorano <Lo capisco> Commenta alle prime parole della rossa. Sa quanto ami la pioggia di cui lui tra l’altro, è zuppo. Lo vogliamo istituire il premio mister camicetta bagnata? Ecco, perché le forme dei muscoli s’intravedono nello spazio centrale lasciato aperto dall’aori. Niente di porcareccio comunque. Le mani sono nelle tasche e lo sguardo s’affila nel sentirla parlare di nuovo, e il nero di quegli occhi torna su di lei, di profilo, voltando anche leggermente il capo, scorrendo su quella figura coperta, ma tenendosi poi sul viso <Le tigri, tue sorelle> Non sa molto altro in realtà <Chissà com’era il vero bosco> Con ogni posto che ha visitato dentro quella città s’è fatto questa domanda. Il bosco oscuro sembra un’aiuola per portare il cane, rispetto a quello vero. Una città copia d’un mondo distrutto <Come hai scoperto dove trovarle?> Chiede tenendo quello sguardo nero e pesante su di lei. Ignorando i rivoli d’acqua che scendono sul volto bagnato, lungo gli zigomi, giù sul collo o si tuffano dal mento.[https://i.pinimg.com/736x/69/dc/e6/69dce68ed79242cabee99faa374cc3ff.jpg]

22:37 Akaya:
 La giovane Nara si trova seduta sotto un albero di ciliegio con le gambe piegate ed i talloni a sorreggere le natiche. Insomma, si trova semplicemente seduta in maniera orientale. Non dice o fa nulla, semplicemente tiene una mano davanti al proprio petto mentre estrae l'energia psichica dal proprio cervelletto e la fa discendere lungo il midollo spinale mentre l'energia fisica la prende dall'area addominale facendola risalire attraverso l'esofago. Entrambe le energie si fermerebbero sul suo plesso solare dove vorticherebbero l'una sull'altra per generare il chackra che le servirà per attuare le sue tecniche o semplicemente per una mobilità aumentata. Indossa i suoi soliti abiti, composti da un top nero sovrastato da una maglia bianca che le lascia scoperto l'ombelico mentre sul retro ha un piccolo strascico che le arriva alle ginocchia. Dai capelli è possibile intravedere l'antenna del proprio auricolare ed essi sono adornati da un grosso fiocco violaceo. Dalle maniche sbucano un paio di guanti ninja con dei lunghi artigli che fuoriescono dallo stesso. Avambracci e cosce hanno fissati dei porta-kunai mentre sulle natiche ci sono delle tasche porta-oggetti [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Impasto del chackra 3/4]

22:51 Sango:
 Avanzano sotto la musica della pioggia stessa, passo dopo passo i sandali smuovono quello che trovano sotto facendo quel solito rumore di chi pesta qualcosa che non può vedere, almeno quest'oggi non ha i sandali aperti ma quelli chiusi davanti, comodi con la suola alta, atti al combattimento, sempre che possa essercene uno. E' sempre dietro l'angolo, quello, insieme a mr camicia bagnata che si trova di fianco, in cui si perde lo sguardo sulle gocce che si infilano nei muscoli ben definiti, tonici che si aprono al mondo, e menomale che non vi è alcun altro a cui mostrarli in tal modo, ma solo per lei. Ovvio che li fissi per molte volte, inutile dire che lo sguardo azzurro ne viene attirato come una farfalla alla luce di un fuoco bollente in cui prima o poi, finiranno per bruciare violenti. < mi vorrebbe anche impedire di continuare con la shinsengumi, almeno per il momento > una dichiarazione che non ha preso esattamente bene, anzi, si è pure abbastanza incazzata con lo stesso, chi osa dirle cosa fare e cosa non fare a lei? Nessuno. Ah no, Shinsei stesso vi riesce senza troppi drammi, anzi, che potere molesto quello di cui è stato investito. Sente di nuovo quello sguardo nero, pesante sulla propria di pelle, sente un lieve brivido scivolare lungo la colonna vertebrale per annidarsi come focolare al ventre rotondo < coloro che mi hanno insegnato tutto sulla natura, fino a divenirne.. unico cosmo. > unicità, tra una donna e la natura intorno, qualcosa di nuovo, vitale, importante e sconosciuto a moltissimi, di cui in pochissimi son riusciti a giungere davvero senza morirne come statue di pietra. < era molto simile > osserva anche lei, continuando quel cammino verso un Akaya che praticamente si troverà nel fango dato il tempaccio che c'è quella notte < lo hanno ricostruito bene, ed è l'unico luogo di Kusa che mi è sempre piaciuto > un ricordo piacevole è rimasto, incredibilmente a lei , impresso a fuoco nella propria memoria, e sente quella domanda, e sa che.. alcuni segreti dovranno esser rivelati < un tempo era Ren a cercarle, ma fu.. rinnegato. Non lo accettarono > da li è partito il proprio percorso < ma.. ci fu un kami che mi mostrò cosa significasse un legame con la natura, qualcosa di nuovo, superiore a molti > un kami, shinsei, e tu ancora non ne sai nulla. Ma tutto verrà alla luce, col tempo, lentamente . E il passo andrà a fermarsi, in quella piccola tettoia in legno che troverà da una parte della strada, quella che contiene alcuni avvisi , ma che potranno ripararli dalla pioggia, dalla strada opposta a quella di Akaya, che potrà vedere con lo sguardo laterale, ma per via del tempo non riuscirà a distinguere.

23:23 Shinsei:
 Ha il passo adeguato a quello di lei, non sfrutta che una piccola parte dell’ampia falcata di cui dispone, per rimanere al fianco della rossa. Non è distante più che una manciata di centimetri da lei. Ne ascolta le parole <mh> Ci riflette un attimo. Non solo sulle parole. Sul tono che utilizza, sulle emozioni che riesce a percepire, come se narrassero la storia di com’è andata con quel medico <A me sembri ancora in grado di fare tutto> Commenta insistendo con quello sguardo in quello di lei, con quella morbosa curiosità di capire che effetto abbiano su di lei le sue parole, ogni volta come fosse la prima. È una frase detta con il solito tono, scuro e vibrante, basso sotto quella pioggia. Eppure il modo in cui abbia potuto saggiare il fatto che lei sia ancora in forma smagliante è uno solo, ed è quello che verrà evocato nella mente di lei con quelle parole. <Sono altre le cose che spero non ti venga proibito di fare> Ammette candidamente, lasciando anche qui che la frase s’intuisca da sola. <In ogni caso sono sicuro che capirai da sola quando sarà il caso di evitare certe cose. D’altronde so che questa è una cosa che vuoi tenere per te il più possibile. Nessuno ti conosce meglio di te> Sono considerazioni semplici le sue, pensieri che vengono spinti da lei, in lei, curioso di condividerli, come sempre, con le persone con cui ritiene sia valido farlo. Lascerà cadere li l’argomento. Sa benissimo che farà ciò che crede e che impedirglielo sarebbe distruttivo per chiunque. D’altronde ha già trovato il coraggio di esprimere la sua preoccupazione per lei una volta. È una cosa che le ha già affidato. Non c’è bisogno di ripetersi. La ascolterà ancora. Assottigliando lo sguardo, informazioni donate, che vengono registrate nel suo archivio, troppo ancestrali, leggendarie, per esser comprese da chi non ha quella conoscenza <cosa ti hanno insegnato?> Chiede nel sentirla parlare di natura, di cosmo. Il tono non è inquisitorio, in realtà, è tremendamente curioso di conoscere quella donna nel mondo che c’era un tempo, quello che per lui non è mai esistito. Continuerebbe a camminare al suo fianco. La ascolterà parlare di quel luogo, stende le labbra sottili nell’accenno d’un sorriso. Strano vederlo su quei lineamenti duri, ma non per lei. <Bei ricordi lo segnano> Quel posto, forse è per quello che il posto le piace così tanto? Saprà dirlo lei. Il sorriso muore lesto tra le sue labbra, donandogli di nuovo quell’espressione fiera e austera, mentre la ascolta. Non parla questa volta, la osserva, si ferma con lei sotto quella tettoia, lei, lo fa anche lui, che però è sotto l’acqua. Si limiterebbe così a dare a lei la frontalità, voltandosi di novanta gradi verso il suo lato. Tenterebbe un lento passo in avanti. Per farlo, ovviamente c’è bisogno che lei indietreggi trovando il contatto con il legno della bacheca e facendo spazio anche a lui, sotto la tettoia, di fronte a lei, tremendamente vicino. La guarda dall’alto, cerca quegli occhi, ovviamente, non è certo un gran che da guardare il suo cappuccio <Hai esaudito dunque tu stessa il sogno di Ren> Lo usa. Perché i nomi sono importanti, hanno un senso, evocano persone, ed è quello che vuole fare, ma lo sguardo resta per lei, s’assottiglia <Non solo il suo… mi sbaglio?> Cosa fa? Scava dentro quella donna che conosce <Hai esaudito anche il tuo.> Le ha desiderate per se, quelle tigri. Deve aver desiderato quelle compagne per se stessa, a un certo punto, oltre che per la memoria di Ren. La donna che conosce ora avrebbe fatto così, ma è solo una supposizione. Sta chiedendo, infatti. <Kami.> Mastica quella parola <Esistono?> Lei dovrebbe saperlo, lui non ci ha mai creduto. Solleverebbe lo sguardo da lei, senza allontanarsi d’un millimetro, bagnato e gocciolante, per portare quelle iridi in giro, e piantarle sull’unica altra figura presente. Pesante lo sguardo ma ancora troppo lontano, si posa sulla mora sotto la pioggia <mh?> Niente di più. Non è da lui avvicinarsi. Un misantropo del genere? Nope.

23:41 Akaya:
 < No, ancora non ci riesco > replica tra se e se. Quindi sospira appena ed inclina il proprio capo di lato e quindi si alza nuovamente, andando a pulirsi un poco di terra dal vestito anche se alla fine non riuscirà a fare molto, quindi sbuffa appena anche se, grazie al fatto dell'albero che la copre, non è esattamente sotto la pioggia quindi per ora non è zuppa. Solleva lo sguardo tra le fronte e quindi solleva una mano per portarla vicino al plesso solare a per ricominciare da capo, stando facendo il mezzo sigillo della "capra" con la mano destra chiusa a pugno eccetto indice e medio sollevati sopra di se, guardandosi attorno per assicurarsi che non ci siano grossi problemi e forse vedrà anche l'arrivo dei due mentre continua ad estrarre quelle due energie, fisica e psichica, rispettivamente dalla zona addominale e dal plesso solare e quindi le sposta verso il proprio plesso solare attraverso esofago e midollo spinale allo scopo di far vorticare le due energie e quindi creare nuovamente quel chackra che le servirà a breve. Nota due figure che si avvicinano, quindi il suo sguardo dorato si posa su di loro per studiarle mentre continua ad impastare il proprio chackra senza dire una parola. D'altronde, tra la poca luce serale e la pioggia, non riesce ancora a capire del tutto se si tratta di semplici ombre o di persone tanto pazze quanto lei [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Impasto del chackra 3/4]

23:44 Sango:
 Cammina, ancora non come una papera, ma normale, molto normale difatti non trova nessun fastidio ancora nel fare ciò che la vita chiede di fare < cosa che gli ho detto anche io > sbotta offesa, gonfia un poco le guance, indispettita da chiunque possa dirle che non riesce a fare qualunque cosa, di restarsene calma a casa, come se mai potrebbe farlo! E sorride mesta a quella frase, comprende da sola a cosa si riferisca, ma non vuole dare soddisfazioni adesso < chiederò > semplice e concisa, ma lasciando che sia lui a ripetere un discorso già affrontato insieme, nell'intimità della loro casa, ma che adesso vengono ripetute e trascinate via da un vento che di solito accompagna una qualsiasi pioggia, non troppo violento, anzi. Cosa le hanno insegnato le tigri? < ad esser come loro > una tigre < mi chiamarono Byakko anche per questo. Significa tigre bianca, anello dell'akatsuki di Konan > tutto era collegato, tutto aveva un senso, e soprattutto non era stata lei come una scema a darsi quel nome < lo fece l'Uchiha. Amai quel nome da quando me lo pose addosso > come una veste, un trono, uno scettro, tutto aveva un senso di esistere a quel tempo , un senso che adesso fatica a ritrovare. Si che segnano quel bosco in bellissimi ricordi , di qualcosa di romantico, dolce anche, ma quasi sempre sola. < io.. qui ho incontrato non solo le tigri .. > sussurra con gravità, vuole solo estraniarsi dalle proprie emozioni < un fratellastro venne a me > confessa qualcosa di orribile e bellissimo allo stesso tempo, prima di trovarsi li, in quella tettoia, indietreggiando nel solo vederlo avanzare con il viso sollevato completamente, e il cappuccio che cala sulle spalle fradicio esternamente, ma quella sua copertura interna permetterà a lei di restare completamente asciutta. Sussulta lieve, a incontrar direttamente quegli occhi, di quello che narra, di quello che affronta. Grave, pesante. < il mio sogno era portare a termine il sogno di Ren > pronuncia bassa quelle parole, impossibili da udire al di fuori di loro due < per pagare per la sua vita, per avere la possibilità di liberarmi di quella che è la mia colpa > tremenda, orribile, omicidio. Di qualcuno che altro non è che suo fratello. E i kami, esistono? < esisteva, il portatore del rinnegan > un sussurro ancora più basso, lieve, solo per lui, in una confessione tremante e bassa < e.. > e cosa? < era il mio compagno > compagno. Amante, devoto, qualsiasi cosa lui potrà trovare nelle sue parole, nella sua incertezza, sarà proprio quello. In quel respiro che freme incredibilmente, e per il fatto che avrà Shinsei davanti a coprire tutto - il suo stesso corpo è enorme al posto proprio tanto da coprirla quasi interamente - e quell suo mugugno che le arriva < c'è qualcuno?> di certo non può parlare di quelle cose in quel loco, troppo scoperto, i segreti devon sempre restare tali.

00:13 Shinsei:
 Impossibile non stendere di nuovo le labbra in un ghigno sottile, divertito, su quei lineamenti appuntiti. Non risponde, non può entrare nel rapporto di lei con il medico, che sarà sempre più costante. Annuisce solo, una volta, a quella promessa d’una richiesta. È sempre meglio chiedere. Tanto farà comunque come vuole. Ascolta quella storia, la storia di Byakko, già narrata. La storia di Byakko di Akatsuki. Eppure narrata in questo contesto, sembra quasi avere più senso <Esser come loro> Mastica di nuovo quelle parole. Tornando a guardarla negli occhi, <?> il tono interrogativo trasparirà solo dallo sguardo, con un sopracciglio che istintivamente s’inarca leggermente, sottile anche quello come una lama. Non sta capendo, in effetti. Non potrebbe. Non ha le conoscenze per sapere di cosa lei stia parlando. Ha già conosciuto quell’Uchiha nei suoi racconti. Ha già visto l’orgoglio che quel nome, e quei ricordi le portano agli occhi. Quale terribile perdita dev’essere, perdere tutto e trovarsi con niente. Impossibile non comprendere, in quella situazione, il profondo desiderio che le dà vita e la fa splendere come una fiamma. L’aiuterà. Se lo sono già detto. Sono altre parole, ora, a riportare l’attenzione su di lei. E quel sopracciglio s’inarca in fretta stavolta. S’assottiglia lo sguardo <Raccontami> Ha percepito la gravità di quel tono. Non dovrebbe volerglici molto ormai a percepire quelle microscopiche variazioni che la caratterizzano. Attende, ascoltando nuove parole. Annuisce due volte nel toccare con mano quale fosse l’ambizione che l’ha mossa verso le tigri, ad avere successo dove il fratello ha fallito. Ed è dopo aver annuito che lo sguardo cade su Akaya, e la osserva, notandola sollevare le mani nel sigillo della capra. Sgrana lo sguardo, voltandosi di nuovo verso la rossa, ma di scatto questa volta, tanto velocemente che la treccia cambia lato in semicerchio di goccioline. Immediatamente la mano sinistra svetta al centro del petto, chiusa in pugno tranne per indice e medio che svettano verso il mento, nel mezzo sigillo della capra. Si, potrà notarlo lei, non serve più il sigillo completo. Sta crescendo, l’uomo che ha davanti. Più forte ogni giorno. Lo sguardo chiuso, inspira profondamente, tenta di liberare la mente quando una scheggia gli perfora il cervello, lo sguardo si riapre, nero e fiammeggiante di pura sorpresa, all’udire quella parola. “compagno”. Lei dovrebbe saperlo, come funziona la mente frammentata di quel biondo, che adesso schianta gli occhi su di lei, opprimente, se solo potesse sentire il battito del cuore. Ma non può. E sotto la pioggia, poco distante da loro c’è qualcuno che sa usare il chakra. Non ha tempo di affrontare quel discorso, ma lo sguardo che la rossa riceverà prima che il biondo torni a concentrarsi per il chakra, è una solenne promessa. Ricominciamo da capo. Tenterebbe di evocare la propria energia mentale, elettrica e vibrante, portandola al centro del plesso solare per unirla con quella fisica, fluida e costante, mescolandole tra loro per ottenere qualcosa di meglio, di migliore. Il suo chakra. Un brivido lo coglie mentre lo spinge nel proprio sistema circolatorio. Istintivamente poggia una mano al centro del petto della donna, poco sopra al petto. Un contatto presente e mai delicato. Volto a richiamare l’attenzione su di lui <Ho appena visto una usare il mezzo sigillo della capra qua dietro> Un mormorio oscuro. Ma lo sguardo è ancora pregno di quell’oscura promessa, che ora necessariamente deve accantonare. Non è allarmato, ma non è nemmeno tranquillo come se non ci fosse nessuno. Anzi. Le volterebbe le spalle, coperte dal nero aori decorato da geometrie bianche. Hanno la loro formazione, d’altronde, che di solito prevede che lui prenda di petto le situazioni e lei resti a distanza. Lascerà a lei la decisione se seguirlo o meno. Lui, mani in tasca, sguardo fiero, espressione apparentemente severa, se pur completamente rilassata, sguardo nero fisso su Akaya, arriverebbe fino a rimanere ad una decina di metri da lei. <Serve una mano> C’è un punto interrogativo che però è troppo debole per essere percepito da chi non lo conosce. Solo l’Ishiba potrà notarlo. Magari la conosce. Si sta facendo problemi per niente. Chissà. Lo sguardo nero, in quegli occhi al taglio affilato, avvolge la sconosciuta, ma si ferma allo sguardo di lei, assottigliandosi, sospettoso. [Tentativo impasto del chakra]

00:22 Akaya:
 Continua ad accumulare chackra fino a quando non è soddisfatta, quindi unirebbe anche l'altra mano per completare quel sigillo intrecciando le dita tra loro e lasciando indici e medi tesi verso l'alto. Tremola lievemente per il freddo ma cerca di ignorare quella sensazione, andando quindi distribuirlo lungo tutto il corpo, in particolar modo sulla fine della spina dorsale e sulla nuca. Prende un respiro ed elaborare l'immagine di se stessa con un paio di orecchie triangolari ed una sottile coda, il tutto ricoperte da corto pelo felino del medesimo colore dei propri capelli. Una volta che è soddisfatta di ciò che ha ottenuto semplicemente attiverebbe l'henge no jutsu per far fuoriuscire le appendici. Giusto in tempo per ritrovarsi Shinsei davanti. Registra la sua figura ma non lo saluta subito, controllando semplicemente che la tecnica sia andata a buon fine semplicemente muovendo quelle appendici e valutandone quello che riesce a vedere. Quando poi l'altro prende a parlare solleva lo sguardo(e presumibilmente le orecchie), per fissarlo < Non credo > per poi inclinare il proprio capo ed osservare meglio lui e la figura dietro di lui, sgranando nuovamente gli occhi nel fissare Sango... E quindi sospira appena tornando sulla figura di Shinsei < Posso chiedervi invece il contrario? > domanda sfarfallando appena le proprie ciglia < Posso aiutarvi in qualche modo? > [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline 2/4] [Rilascio del chackra base 1/2] [Chackra 28/30]

00:34 Sango:
 < esser come loro > ripete a quella domanda che arriva, sa che sarà una domanda per lei, con quel tono quasi piatto ma l'espressione a raccontar di più ciò che vuole sapere < una tigre. Un evocazione anche. Abitare e vivere nelle foreste, combattere come loro, avere il loro stesso senso della famiglia > molto ha imparato da loro, ma nemmeno potrà raccontare in così breve tempo tutto ciò, avrebbe dovuto mostrarlo direttamente anche la rossa col suo corpo, cosa significa essere una delle tigri della foresta. Perchè non è solo una questione mentale, ma di un attitudine, di un corpo che si muove e respira come loro. Raccontargli , raccontare di cose tanto private serve tempo, giorni, forse mesi per fargli comprendere il legame che vi era tra loro, quello stesso legame che le ha tenute vicine. Ma viene distratta da quei movimenti, da quel suo stare attento, lo stesso che farà irrigidire il proprio di corpo a qualsiasi eventualità , e di quel mezzo sigillo della capra che lui andrà a porre davanti a se, allarmandola ulteriormente. Difatti il discorso sul portatore del Rinnegan verrà messo da parte immediatamente, avranno modo di parlarne in separata sede, per qualcosa di troppo importante, di informazioni che son vitali e che molti shinobi hanno sempre ignorato. La propria esperienza la pone li, sul sapere troppo di troppe cose, di vicoli, poteri, di tecniche proibitive. Anche la rossa porrà a se il mezzo sigillo della capra, ma nascosto sotto la manica destra della veste. Li andrebbe a concentrarsi sul proprio essere, ad immaginarsi le due sfere che la abitano in due punti diversi del proprio corpo. Quella della mente rapportate al proprio intelletto e alla propria forza di volontà, due sfere opposte che andrebbe a stimolare se trovate, cercando di trascinarle verso un unico punto, il plesso solare. Una scende, l'altra sale, un movimento simile che convergerebbe li adesso, in un ultimo atto nella quale ruotandole tra loro con impeto riuscirebbero ad unirsi per impastar infine la propria forza e le proprie abilità . Vuole sentire quel proprio chakra, scorrere, linfa vitale e rabbiosa che ne accende ogni singolo nervo e ogni singolo pensiero, quella che andrebbe a donarle abilità superiori. Un richiamo che dovrebbe durare troppo anche per lei, ma che riuscirebbe a donare la nuova energia al proprio corpo . Se lui non è troppo allarmato, lei lo è, fissata come è stata fatta dal tempo e dalle situazioni da trovare sempre un pericolo e un nemico in ogni cosa. Di certo non ha bisogno di rispondere a quel sussurro che le arriva dritto in faccia dal biondo, solo un mezzo cenno di aver compreso. E lei rimarrà dietro, pronta, protetta da quelle spalle che la coprono e dunque ad Akaya se non l'ha vista prima, non la vedrà adesso. Ascolta quella domanda, di lui, per assottigliare lo sguardo, potente se il proprio chakra sia stato attivato . Nemmeno Shinsei è davanti la ragazza, infatti come stato detto egli come la rossa si troveranno dalla parte opposta alla sua in quella larga strada che li divide, almeno una decina di metri. Lentamente, ella si farà sempre più vicina alla schiena dell'Uchiha, ponendo le proprie mani sulle sue spalle, delicato l'appoggio, sentendo le parole che vengono dette, e no, nessuno sguardo su sango che non potrai vedere Akaya. Solo il biondo ti si para a parecchi metri da te, distante e sotto la tettoia di quelli che sono semplici annunci e una vaga descrizione riguardo quello stesso loco . Può solo vederne le gambe oltre le sue, unica verità che si pone verso le loro figure. E alla fine anche la rossa farà un mezzo passo a destra, in modo infine di farsi vedere davvero, di poterle dare modo di vederla, e anche lei di vedere se stessa. < ah > niente di che, abbassa solo le spalle senza problemi < solo una che usa la trasformazione per i suoi capricci > lo sguardo che si solleva solo adesso al biondo, ed essendo al suo retro spalla, potrà vederne un vago profilo < non c'è nulla di cui preoccuparsi > un dire che raggiungerà non solo Shinsei, ma anche Akaya, la voce alta, sicura, e .. distante. [tentativo impasto del chakra 3/4]

01:06 Shinsei:
 Accantona ogni cosa. Ha imparato a lasciarsi andare ad ascoltare, ma resta, nell’animo, un combattente, perfettamente in grado di metter da parte ciò che deve esser messo da parte e di dedicarsi al presente. Niente è chiuso, niente verrà dimenticato, ma ora è li, mani in tasca e atteggiamento austero, davanti alla donna piegata e intenta in qualcosa che non sa riconoscere. Ciò che dovrebbe poter vedere però, avendola tenuta d’occhio da tanto tempo, è l’apparizione di quelle orecchie. Pugni che si serrano dentro le tasche mentre il chakra inquieto vibra. Calda la pelle che lo contiene. Eppure la voce e le parole non sembrano nemiche, anzi, sembra cortese. Tiene lo sguardo premuto su di lei in quel taglio sottile, osservando quei guanti artigliati, l’antenna fuoriuscire dai capelli. Una ninja fatta e finita, sembra pronta a qualche tipo di missione. Ma se non altro non dovrebbe aver coscienza che lui e la rossa hanno il chakra impastato. Ancora sospettoso. A quella domanda resta in silenzio per lunghi secondi, fermo con lo sguardo su di lei. Hanno bisogno di una mano? <no> Risponde semplicemente Per poi sentire quel tocco morbido e delicato dietro la schiena, La visione periferica, libera dai capelli ora raccolti, gli consente di vedere Sango far capolino dalle sua ampie spalle, rese una valida copertura anche dall’Aori, non certo un indumento aderente. Mentre la sente parlare, lo sguardo si sposta, donandole la coda dell’occhio, sottile e resa nera da quell’iride che la inquadra <mh?> Incuriosito, torna su Akaya, tecnica della trasformazione, inaspettatamente il ricordo di come Sango ha usato quella stessa tecnica in una locanda di Suna insieme a Matono gli torna alla mente. La trasformazione, è quindi per quello che sono comparse quelle orecchie. Diffidente, schiude le labbra sottili <Perché> Chiede alla ragazza, ancora assai scarso il senso di domanda che accompagna quella parola, che però per fortuna è interrogativa già di suo, soprattutto se da sola. Non riesce a capire la logica dell’utilizzo di questa tecnica. Lo sguardo si volta a Sango, il sopracciglio inarcato. Esiste qualcuno desideroso di spendere il chakra in una cosa come due orecchie da gatto? Qualcuno lo aiuti a capire, vi prego.[Chakra On]

01:15 Akaya:
 Continua a fissare quei due, mantenendo un'espressione decisamente preoccupata visto com'è andato l'ultimo incontro avuto con la rossa. Nel sentire quella negazione semplicemente non risponde se non facendo guizzare la propria coda dietro di se, prima di replicare semplicemente alla sua domanda con un piccolo sorriso, sebbene incerto, e due sole parole < Perché no? > inclinando appena il proprio capo di lato ed il petto che si gonfia e si sgonfia ritmicamente sotto quel top, e se non fosse per gli abiti scuri che sono i più aderenti probabilmente la maglia bianca le darebbe altri motivi per imbarazzarsi. Il fiocco è afflosciato dall'acqua ed il suo corpo continua a tremolare lievemente visto che non si muove, eccetto quei movimenti involontari prima descritti, ma continua ad osservare i due cercando di capire cosa vogliono. Non osa nemmeno spostare le mani dal sigillo, esattamente come un gatto che fissa qualcosa ed è pronta a scattare in qualunque momento senza nemmeno starci a pensare... D'altronde, l'ultima volta Sango ha passato il loro incontro a cercare una scusa per aggredirla e, sebbene sia stata rassicurata sull'effettiva pericolosità di quella donna... Ora ha una variabile in più: Shinsei, una persona che decisamente non le inspira enorme fiducia. Ma rimane in silenzio e senza fare alcun movimento volontario per ora, fissandoli [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

01:23 Sango:
 Dalle ampie spalle che la coprono adesso solo per metà del corpo, spunta anche la rossa col suo corredo, vestiti ma anche pancia, insomma, ormai trova anche inutile provare solo a nasconderlo, essendo magra com'è sempre stata nella propria ampia altezza di donna, superando le comuni donne odierne e passate - figurarsi se debba farlo in compagnia del taijutser, anzi, se ne sente vagamente protetta in qualche modo. Le piace, in qualche senso le piace, nonostante non ne abbia davvero bisogno, ma può comprendere anche il motivo per cui lo faccia, come un animale difende ciò che più ha vicino, egli fa lo stesso con lei. Ma davanti si trovano qualcuno che non pare essere uno shinobi reale, non ai propri occhi. Preoccupazione nell'altra? Come se avesse mai minacciato lei stessa, ma si sa, un mukenin fa sempre quell'effetto, oh che orgoglio che porta dentro < semplice spreco di Chakra per qualcosa di futile come una trasformazione come gatta. Niente di utile > sarà invece lei a rispondere a ciò che l'altra non risponderà, semplicemente sotto quella pioggia che ormai ha terminato il suo corso, muore la stessa in favore di uno spicchio di luna . < l'ultima volta l'ho chiesto anche io, ho solo trovato cose blande risposte di qualcuno che non sa cosa significhi essere una shinobi > schietta, diretta, così come è stata allora, di certo d'aggredirla non ne troverebbe nulla se non la noia, il tempo che trova. Semplici le mani ormai l'hanno lasciato andare, consapevole di quella vicinanza per tornare di nuovo per la strada ora che la pioggia ha smesso d'esistere < sei solo inquietante nel tuo silenzio e nel tuo fissare e nel tuo sguazzare nella fanghiglia > la giudica dalla sua posizione sopraelevata , in piedi la rossa rispetto la gattara pazza che si ritrova vicino, solo per portare le iridi al biondo stesso, per soppesarne le iridi nere con un vago divertimento nello sguardo, nella linea che le labbra prendono < ne parleremo da qualche altra parte > le labbra vibrano veloci, istintive, sussurrate solo per lui, per non far udire a nessun altro qualsiasi cosa, ora che la pioggia non c'è più. Non sono più soli, dunque nemmeno le loro parole rimangono per loro, non esiste più quella bolla che li protegge. [chakra on]

01:54 Shinsei:
 Sicuramente la pioggia ha smesso di cantare per loro quella musica di sottofondo, trasformando quel posto in niente di più se non un parco per coppiette arrapate. Potrebbero essere tra quelli, lui e la rossa, ma forse anche no. Resta dunque la figura inzuppata e gocciolante. Prima o poi s’asciugherà. Si sarà privato dei suoi vestiti molto prima di quanto serva per asciugarli. Resta con lo sguardo su di lei e ne ascolta le uniche due parole. Potrà vedere, la gatta, le mascelle irrigidirsi, i muscoli che le controllano si muovono come serpenti sotto la pelle, facendo muovere i due tatuaggi che gli decorano il lato del cranio. No, non è dell’umore per fare giochetti. Probabilmente in una situazione diversa si sarebbe anche prestato. Quella domanda alla sua domanda non lo aiuta a capire chi ha davanti, e la cosa lo contraria. E non va bene contrariarlo. Non quando c’è la rossa li nei pressi. Potrà notarlo, Akaya, se vorrà sostenere lo sguardo dal taglio affilato, nero come l’abisso e pesante, il bagliore di un’intenzione feroce contro di lei. Ma resterà solo un’intenzione nei suoi occhi neri. Perché presto è la rossa a porre fine alla tensione che il biondo sta per scatenare, rispondendo lei alla sua domanda. Sembra l’unica tra i tre in grado di spiccicare un discorso normale, a quanto pare. Ascolta il biondo la prima frase. Lo sguardo ora sulla rossa, ma solo con la coda dell’occhio, deve avere nel campo visivo anche Akaya. Assottiglia lo sguardo, quindi davvero qualcuno terrebbe una trasformazione attiva solo per senso estetico? A cos’altro potrebbe servire? Un trucco per allenarsi in quella tecnica? O nella manipolazione del chakra in generale? Sta pensando troppo da combattente e decisamente troppo poco da umano. È la seconda frase però, a rilassare i pugni chiusi dalle tasche e a smorzare ogni tipo di velleità violenta verso la Nara. <La conosci?> Un tono più basso, dedicato alla rossa. C’è la domanda, ma non dovrebbe esserci. È pleonastica. Non esiterebbe un attimo, acquisita quella consapevolezza. Lei non è un pericolo. Come se avesse perso ogni interesse per lei, lo sguardo si appoggia di nuovo, completamente, sulla figura di Akaya. Un semplice cenno del capo, le darà quindi l’ampia schiena, ignorando completamente la frase di Sango alla quale ora dovrebbe donare la quasi totalità della frontalità. Si limiterebbe ad allungare il braccio sinistro verso il sottile polso destro della rossa. Se lei lo consentisse, l’avvolgerebbe con le dita affusolate, per poi iniziare a camminare, sempre dando le spalle alla Nara, allontanandosi da lei, Il movimento dovrebbe portare, se l’Ishiba avesse consentito quel tocco, a portarsi dietro anche lei, Ovviamente non usa praticamente niente della forza che potrebbe usare, soprattutto col chakra impastato. Lei potrà opporsi senza sforzo in qualsiasi momento. Non ha interesse in una persona che non conosce, ma che ha capito non essere un pericolo. Ha capito anche che il precedente incontro tra le due non deve essere stato un gran che, e forse per questo manterrà la percezione della presenza sulla gatta Nara anche di spalle. Solo per la sicurezza di percepire eventuali spostamenti di lei. Lei che, solo se avesse avuto l’accuratezza di leggere quello sguardo, avrebbe saputo quanto vicina è stata a doversi battere. Insomma, in soldoni: Inizierebbe ad allontanarsi, tentando di potare con se la rossa. Soprattutto dopo il sussurro che lei gli ha dedicato [Chakra On]

02:03 Akaya:
 Continua a fissarli con un'espressione preoccupata, prima di sentire le sue successive parole e quindi sospirare appena < So quanto basta per non avere paura di lei > ammette lanciando uno sguardo alla rossa, per poi tornare verso l'uomo < A parte questo, non ho particolari opinioni sul suo conto > facendo spallucce mentre ritrarrebbe le dita portando la mano destra sotto quella sinistra, in una posizione che sa di non essere di alcun sigillo ma le è più comoda da tenere ed, in caso di bisogno, sarebbe più facile ottenere un sigillo da quella posizione piuttosto che da quella di prima. Ma per ora spera che non sia il caso, limitandosi ad inclinare il proprio capo di lato e donandogli un piccolo sorriso < Mi piace chi non da aria alla bocca > ammette tranquilla, forse per ingraziarselo oppure solo per cercare di spezzare la tensione o per altro, ma di sicuro è sincera nel dirlo. Quindi si volta verso Sango ad ascoltare le sue successive parole, donandole un lievissimo sorriso puramente di circostanza allargando appena le proprie labbra verso l'esterno ed un poco verso l'alto, ma non dice assolutamene nulla nella sua direzione, ma cerca di tenere comunque Shinsei nel suo campo visivo, senza dire alro per ora [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Chackra 28/30]

attendere fato

<Lunga è la notte, corta è la vita, quanto so bono mamma mia>. Parole risuonano in quel parco di ciliegi, parole trascinate da un vento, un vento che ha preso il posto della pioggia e che ora porta a voi ignari protagonisti di un nuovo episodio della vita tali parole. Petali di ciliegio librarsi nel cielo accompagnare quel vento così possente, così vicini ma al tempo stesso così impossibilitati ad unirsi completamente come paolo e francesca, uniti nel turbinio di una passione che mai potranno consumare. Dunque tali parole afferreranno la vostra attenzione, a tutti e tre, ma nessuno di voi riuscirà, complice il vento, a comprender la fonte d’origine di tali parole, strambe, strane? Forse, eppure palese potrebbe sembrarvi dunque la presenza ancora ignota però di una quarta figura che ben presto potrebbe fare la sua apparizione in questo magnifico teatro, pronto per andare in scena nel suo atto migliore, quello finale. La pioggia ormai diradatasi lascerebbe quell’odore piacevole a tratti, lasciando però quella freschezza e quel fantastico colore agli alberi di ciliegio, su cui la luna vi si poggerebbe leggiadra mostrano la loro miglior caratteristica, in questo magnifico scenario voi tre anime erranti a breve potrete udire novelle parole provenire da una diversa direzione ammesso che , ancora una volta, sia quella l’origine esatta <Il cuore delle donne come il cielo d’autunno> un chiaro riferimento alle due donzelle presenti ed infine <Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero> anch’esso palesemente riferito all’unica figura maschile presente tra gli alberi di ciliegio. Infine nuovamente il silenzio, un silenzio che stara a voi decider se lasciar tale, lasciando nel mentre quelle parole arrivino a voi tramite folate di vento e come per magia scomparire nuovamente seguendone la scia, frasi apparentemente a caso eppure par quasi che questo individuo o chiunque egli sia sembra sapere più di quel che sembra su ognuno di voi, facendo si che le parole da poco udite da voi udite siano ben più precise e mirate ad ognuno di voi di come in realtà a prima vista potrebbe apparire. E dunque tra fiori, vento, la luna ormai nuda a voi ordunque vi si chiede di agire, di fare ciò che più vi aggrada…di giocare magari.

02:32 Sango:
 La domanda la recepisce, ed è per la rossa, non per la gatta, al chè al suo rispondere al proprio posto lo sguardo diviene ferreo , infimo, brutale < non osare rispondere a ciò che non è per te ,gatta, e resta nella tua lettiera > l'addita così, violenta nel suo controllare quel che è suo, quel che è per lei. Vuole esser un animale? Che venga trattata come tale. Imparziale e violenta, colma di un rosso fuoco che si impregna di gelosia infima e violenta, di colei che non può porre nemmeno il suo sguardo a ciò che le appartiene. Avanza infatti fino a trovarsi al fianco dello stesso Shinsei < inutile. Ecco cosa è lei. > la addita in quel modo, crudele nel suo esserlo, violenta, superiore, arrogante, infima e rabbiosa. Se lui s'accende per un uomo che le si avvicina, lei implode per chi come quella inutile creatura prova solo a parlargli senza averne alcun diritto, specialmente in quel che a lei sembra un vero e proprio apprezzamento, nell'essere lui una creatura di poche parole, molto meno rispetto alle proprie, cosa che nasce dalla rughetta alla fronte, profonda, infastidita, violenta < cerchi di conquistarlo? > a lei pare quello, una chiara dichiarazione di intenti, ma solo probabilmente per il rapporto stretto che la lega al biondo vicino < provaci pure > una chiara provocazione la propria, e anche un chiaro invito, di rapporti e interazioni umane che non le piacciono affatto quando si tratta di qualcuno che le appartiene, includendo anche le interazioni blande quando non si ha nulla da esprimere se non il silenzio e il vacuo occhio di chi non ha nemmeno un anima ai propri di occhi. Inutile per lei, inutile per loro, sa benissimo cosa Shinsei stesso provi per molluschi del genere, ed a lui quello sguardo carico di furia repressa arrivi, dritto agli occhi neri, dritto al cuore, bestiale a suo modo come mai l'ha vista. < prima che le stacchi la testa dal collo anche solo per averti guardato > vibra bassa la voce, sfarfalla in sua direzione, vuol esser bassa e sussurrata alle sue sole orecchie tanto sono vicini. Vorrebbe andare solo a casa adesso. Ma quelle parole vengono portate dal vento, ovvio il brivido di ribrezzo a sentirle, come le foglie che si appiccicano nel vento sulla pelle umidicce, orribile sentore, di qualcosa che non è per lei, ne che vorrebbe mai sentir pronunziar da alcuno in vita. E si spostano le iridi, a destra in particolare - la sinistra adesso coperta da Shinsei - davanti a se, e poi indietro, dietro le proprie spalle, come qualcosa da voler, dover ignorare, ma troppo breve il silenzio che giungono altre parole , qualcosa di troppo reale. Troppo loro. Troppo vero. S'alza l'attenzione immediata, s'alza e si spinge contro Shinsei stesso, ma non con il lato sinistro, bensì poggiandosi di schiena a lui, se potesse e riuscisse a farlo, per avere una parte di se coperta, per aver lui stesso una parte coperta. < di uomini e di donne ne abbiamo tante > sbuffa tra i denti, in un mezzo ringhio, colpa anche della gravidanza < spero che non sia un altro genjustu come a kiri > nel quartiere di Kiri, per la precisione, ma Shinsei stesso dovrebbe sapere benissimo di cosa parla. E resta in silenzio solo ora, attenta. [chakra on]

02:58 Shinsei:
 Troppo tardi per evitare ciò che probabilmente è giusto che succeda. Lo sguardo torna verso Akaya, nel sentirle dire quelle che senza dubbio sono le frasi più complete che abbia mai pronunciato, non si cura della seconda frase. Un’opinione che non c’è non può essere espressa ne ricevere risposta <Non sai abbastanza> Tre parole dovrebbero bastare, per confutare la convinzione che la rossa sia innocua. Non ne riserverà altre sull’argomento. D’altronde non è sua intenzione convincerla. Sta ad Akaya stabilire quanto preziose siano quelle tre parole. Se rimanere della sua convinzione o metterla in discussione. Sarà probabilmente anche l’ultima volta che dedicherà alla Nara il suo sguardo, per poi portarsi sulla rossa. La prima frase non è diretta a lui, quindi non può rispondere, la seconda invece lo è, e ormai dovrebbe arrivare mentre lui s’è voltato e le ha preso la mano <mh> non ha modo di confermare quelle parole, può fidarsi, sicuramente non ha modo nemmeno di smentirle. Ma se quel che dice l’Ishiba è vero, a maggior ragione non ha senso rimanere. Arriva come un attacco di raiton alla nuca l’ultima frase di Akaya, la mascella si serra e <tsk> la lingua sciocca forte contro il palato. No, non è la reazione alla frase in se. Ma a quello che sospetta possa succedere, che puntualmente accade, ma con una magnitudo inattesa, si scatena quel terremoto emotivo. Al punto da catturare completamente l’attenzione del biondo sull’Ishiba. Com’è trovarsi dall’altra parte? È meraviglioso, che domande. Reprime un brivido che lo pizzica dalla nuca giù lungo la schiena, mentre la osserva. E sostiene lo sguardo che lei gli dedica, decisamente diverso da quello che lei conosce. Battagliero e incendiato. Potrà leggerlo, in quello sguardo affilato che in pochi sanno decifrare, il piacere. Ma non è ancora tempo di lasciare quel luogo. Vento, voci e petali li raggiungono. In pochi potrebbero cogliere la citazione iniziale con la quale chiunque sia si palesa. Di sicuro non Shinsei, che si limita, immediatamente, a lasciar correre lo sguardo intorno a loro. Ha la visuale più libera della rossa, essendo a tutti gli effetti il più alto. Eppure prediligerà il lato non coperto da lei. Immediatamente percepita la voce le lascia la mano, come se bruciasse. No, non per colpa di lei, ci mancherebbe. Ma sa che se servisse avrà bisogno di compiere i sigilli. La sente voltarsi. Si conoscono troppo bene per dover pensare e istintivamente, dona anche lui l’ampia schiena. Schiena contro schiena significa 360 gradi di visuale. Sono combattenti dallo stile radicalmente diverso, ma se difficile trovarne di più affiatati. <Le hai sentite anche tu… se fosse ci siamo dentro insieme.> A Kiri fu lui solo oggetto di quel Genjutsu. Tutt’altro che una rassicurazione l’eventualità che ci sia dentro anche lei, a dirla tutta, si serra la mascella, nervoso, mentre tenterebbe di concentrarsi sull’ambiente intorno a se. Vorrebbe spingere i sensi ovunque, anche fuori dal cono di luce dei lampioni. Ad esplorare. Cosa vedrà? Cosa potrà ascoltare? Cosa potrà fiutare? Cosa potrà percepire? Non può dirlo, quello che può fare è, come un segugio, cercare intorno a se. [Tentativo di percezione della presenza][Chakra On]

03:11 Akaya:
 Alle parole di Sango si limita semplicemente ad allargare un sorriso, per poi inclinare il proprio capo di lato < Nah, non lo conosco nemmeno > fa notare, per poi semplicemente fare spallucce alle sue parole < Quanto so mi basta > dice solamente, per poi semplicemente sollevare due dita per ogni mano, il medio e l'indice, da quella posizione senza però staccarle tra loro, tenendo come prima le dita della mano destra sotto quelle della mano sinistra. Inizialmente un lampo di preoccupazione le arriva sul volto, poi semplicemente si ricorda le parole di Furaya e semplicemente sospira lievemente, senza nemmeno risponderle ma semplicemente facendo un passo indietro per assicurarsi di non averla troppo vicina. No, non le da nemmeno mezza risposta. Poi sente le parole di Sango, e la sua mente ritorna ad un episodio che le era capitato nel distretto di Kiri. Andrebbe quindi a mantenere quelle mani nel sigillo del "ratto" che ha semplicemente composto mezzo istante prima e quindi si guarderebbe attorno, cercando di capire da dove provenga quella voce mentre la sua ombra si ispessirebbe lievemente. Non una parola, non un fiato, le orecchie semplicemente si piegano nelle varie direzioni per assicurarsi di sentire meglio eventuali rumori. Un singolo guizzo laterale della coda viene fatto da destra a sinistra, poi più nulla. Chissà se semplicemente attivare l'hijutsu avrà lo stesso effetto che aveva avuto l'ultima volta [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Hijutsu Nara 2/4] [Passo 1/4] [Chackra 27/30]

attendere fato

Le voci vanno e vengono, una notte come tante, che sarebbe potuto diventare teatro di molte cose eppure nulla accade, nessuna figura si palesa e di quel bosco di ciliegi solo voi e la luna rimarreste all’ascolto di voci che come vi sono arrivate, così sparirebbero come folata di vento. Chissà chi era quell’individuo, chissà quali poteri poteva mai avere, interessante indubbio il vostro provare come nel caso di Shinsei a percepirlo eppure nessuna informazione ti tornerebbe indietro, mentre per Akaya indubbiamente pronta ad ogni evenienza, un semplice sforzo di energie e chakra ma nulla di più, non comparendo per l’appunto alcuna figura. Chissà forse presto o tardi quelle voci torneranno a farvi compagnia o forse sono unicamente legate a questo bosco…chissà. [end fato] [continuare pure o endate se dovevate]

03:34 Sango:
 Ignora totalmente la gatta, non le interessa sprecar fiato, specialmente adesso, con la schiena che tocca piano quella di Shinsei stesso, quella che si muove, la propria, in attesa che qualcosa, qualcuno arrivi. Arrivi per loro, di una voce che hanno sentito, chiaramente, non solo lei almeno < non sono la sola > sibila tra i denti stretti, ma ancora in posizione di difesa, in attesa che l'attacco arrivi, da qualche parte, da qualsiasi parte, ma nulla pare avvenire. Una voce che è arrivata, una voce portata dal vento, nulla di più, un sentore di disgusto che si amplia nel proprio essere, troppo tesa per rimanere li, al buio di quella straduncola < .. > digrigna qualcosa, troppo bassa per esser udita perfino dal biondo vicino, da chiunque altro se non dalla propria di mente. < non è la serata giusta per combattere > sibila adesso , di nuovo udibile a chi le è estremamente vicino, per qualcosa che la prende nella mente così come a kiri, ma a kiri, c'erano andati loro due di spontanea volontà. E solo adesso lo sguardo privo di umanità si volge alla stessa gatta < ruzzola nel tuo fango, li appartieni > li dove l'hanno trovata. inconsapevole che qualcuno possa anche solo definirla innocua, di colei che ha dichiarato guerra a più di mezzo mondo ninja e partecipato a quelle di molte nazioni, l'ultima quella di Otogakure. < inutile > lo è. Per questo volterà le spalle alla strada verso l'imbocco che è la strada diretta che la riporterà al suo tempio, a quello degli Ishiba a cui appartiene, ad Amegakure anche troppo lontana da li < andiamo > imperativa, lo è, iniziando la propria camminata verso quel loco, intenzionata a mollare subito la parte ove potrebbe esserci qualche assassino novizio, di quelli che ha preso a Kiri, ma molti altri ci sono, così è stato detto loro. Per questo il passo, per quanto leggero dapprima, inizierebbe a violentare il terreno stesso, a spingere il corpo verso avanti, le gambe a smuovere i propri muscoli e la mente allentata a pensare ma anche osservare qualsiasi cosa potrebbe mai seguirli, intaccare la strada. E non una corsa elegante, una corsa aggressiva, di quelle che fremono contro la terra, di quelle che somigliano più ad artigli, come l'espressione, molto più simile a quella di una tigre. Molto più simile a Byakko. E Shinsei? Oh beh, quell'espressione l'avrebbe vista a casa, nella loro solitudine. [end]

03:52 Shinsei:
 Attimi di profonda tensione. Non che fosse successo niente, a dirla tutta, ma le voci nell’aria difficile siano buon segno, in quella notte buia e tempestosa. Sente presto la tensione sciogliersi dietro di se, ed effettivamente non è riuscito a percepire gran che. Torna di tre quarti, donando il suo profilo alla rossa, ma per ora lo sguardo vaga ancora in giro. No, hanno percepito tutti e tre qualcosa. Le nere iridi impattano di nuovo sulla Nara, anche lei in allerta, forse sin dall’inizio. Ascolta le parole di Sango, ma tiene lo sguardo su Akaya, quasi resterebbe curioso di vedere l’effetto di quelle parole su di lei. Ma viene richiamato da qualcosa di decisamente più importante. Quell’unica parola di Sango richiama anche il suo sguardo <mh> Annuisce. È decisamente il caso di andare. Decisamente non è il momento adatto per combattere. Non parte subito. Lo sguardo nero s’alza alla luna, ripensando un attimo a quelle parole emerse nell’aria, come portate dal vento. Chissà. Un alito di vento, lo sguardo su Akaya, affilato come un coltello, per poi donarsi alla figura elegante dell’Ishiba che graffia il terreno in corsa. Flette le leve inferiori e poi, di colpo, le rilascia con tutta la forza che ha contro il mattonato. Un tonfo profondo e vibrante sarà udibile. Dovrebbero bastargli poche falcate ben assestate con quelle lunghe leve e lei potrà di nuovo udirlo alle sue spalle. È un passo tremendamente agile e felpato, il suo, ma quello sguardo, sulla nuca di lei, lo sentirà pesante. Non solo per lei in realtà. Resta dietro di lei non solo per la visione di quelle chiappe d’oro, ma perché terrà d’occhio per entrambi i lati di quello spostamento. E sarà per lei scudo per eventuali offensive da dietro. È difficile togliersi quella mentalità sempre pronta a tutto di dosso, ma ci pensa. Rievocherà, durante il tragitto, discorsi interrotti, serrando la mascella in un ringhio.[end]

04:05 Akaya:
 Non percepisce alcuna differenza da prima, ma nel caso non si trattasse di un genjutsu almeno è pronta. Ma nessun pericolo si palesa, solo le parole di Sango che semplicemente le rubano un sospiro mentre si allontana da quell'albero non appena li vede muoversi, diretta verso sud e per ora mantenendo ancora l'hijutsu attivo per sicurezza. Non si sa mai del resto. I passi sono veloci, dirigendosi verso il distretto di Konoha con una certa tensione del cuore visto che, alla fine, l'ultima volta che ha avuto una visione strana, eccetto con quell'apparecchio, ha avuto una visione di casa propria non esattamente piacevole. Continuerà a correre verso casa, liquidando il pensiero su Sango con qualcosa del tipo "farà così per compensare" in accordo che le informazioni che ha di lei, ma dopo aver liquidato quei pensieri ed archiviato le sue impressioni su Shinsei, semplicemente si focalizza sul tornare a casa, e probabilmente non sarà tranquilla finché non varcherà quella soglia e non si assicurerà che sia tutto a posto. Fino ad allora, semplicemente la tensione e la paura le daranno passi sempre più veloci [Auricolare, guanti, artigli, porta-kunai braccio dx(), porta-kunai braccio sx(), porta kunai gamba dx(), porta kunai gamba sx(rotolo piccolo, pennello e inchiostro), porta-oggetti dx(), porta-oggetti sx()] [Traformazione: coda ed orecchie feline] [Hijutsu Nara attivo] [Chackra 27/30]

Incipit di un ambient da parte del master Kioku

Sango e Shinsei dopo essersi spostati da Suna - per ovvie ragioni culinarie - si trovano nel bosco dei ciliegi. La rossa comincia a parlare di qualcosa di particolare per lei, le evocazioni, l'esser come le tigri stesse, un incipit per qualcosa che deve ancora avvenire di nuovo. Li incontrano per caso Akaya, accucciata nel fango sotto la pioggia torrenziale nel tentativo di richiamare più volte il suo chakra. Vista da Shinsei, entrambi si mettono sull'attenti, ma ne viene fuori solo la gattara. Ma qualcosa di più importante disturba il battibecco che ne nasce, una voce, qualcuno di cui non hanno niente se non le parole che parrebbero riguardare loro. Un semplice uomo o qualcosa di più?