Ritrovamenti Fortuiti

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18:41 Shinsei:
  [Volto del Decimo] Nuvole sbarazzine si divertono ad intervenire in quello spettacolo per gli occhi che è il tramonto, arricchendolo con le loro forme, interagendo coi colori e generando quel meraviglioso panorama rosso sangue, rosato, arancione. Colori vivi che ancora per un po' accompagneranno la vita dei cittadini di Kagegakure, prima di scomparire nel buio. Nessuno se ne avvede, tutti troppo impegnati con le loro vite. Nessuno eccetto chi ha tempo di riflettere, di estraniarsi da quel gigantesco frullatore per vedere le cose da lontano. Con chiarezza. Che ci fa un cittadino di Oto li? Il destino solo lo sa. E lui stesso, ovviamente. In piedi in tutta la sua stazza, sul volto del decimo Hokage. Perché il decimo? Questo si può dire. È stato un caso a volerlo, visto che non conosce nessuna di quelle sette figure, ne ha scelto uno a caso. Non muove nemmeno un muscolo a dirla tutta. Sembra quasi una statua sopra quel volto. Anfibi neri, calzoni neri tenuti da una cinta nera e lisa. Una felpa nera che aderisce col tessuto morbido alle forme definite dei muscoli. Maniche lunghe tirate su fino a oltre il gomito. Zip lasciata aperta a metà, mostrando un V composta della pelle lucida del petto. Il cappuccio è morbido a riposare sulle spalle ampie. Tiene le braccia lungo il corpo, con le mani strette in pugno. Il volto affilato è dipinto in quell’espressione austera, quasi annoiata da tutto ciò che vede. E in questo caso, da li sopra, ha una visuale davvero ampia. I capelli sono trattenuti in una treccia sottile tenuta insieme da un sottile drappo rosso, un unico ciuffo è lasciato a decorare il volto. I fianchi del cranio, lisci e liberi, sfoggiano i due dragoni d’inchiostro che li decorano, dalla base del collo fino alle tempie. Ovviamente, per coerenza, non si sarebbe mai avventurato fuori dal suo settore senza attivare il chakra. Avrebbe dunque tentato di piegare l’articolazione del gomito fino a portare gli avambracci paralleli al suolo, l’uno contro l’altro, con le dita delle mani a congiungersi nel sigillo della capra proprio davanti al plesso solare. Avrebbe quindi preso un profondo respiro, necessario per lui per oltrepassare quel velo di ricordi spezzati per raggiungere la preziosa energia psichica, elettrica e vibrante. Avrebbe quindi tentato di portarla al lesso solare per congiungerla con la gemella e opposta, l’energia fisica, fluida e costante. Avrebbe quindi tentato di unire questo suo personale Yin/Yang per ottenere un’energia superiore: il prezioso chakra, che avrebbe spinto nel sistema circolatorio senza reprimere il brivido di piacere che ne avrebbe tratto, per poi sciogliere il sigillo e lasciare, di nuovo, le mani libere lungo i fianchi, chiuse in pugno. [Tentativo richiamo chakra]

18:52 Sangeki:
 Sole alto, nessuna nuvola, lo scenario perfetto per fare qualche passo tranquillo al monte dei volti di pietra, luogo dove insieme alla nobile furaya, è venuto a conoscenza di questo neo gruppo atto a liberare il villaggio da queste bestie immonde chiamate chimere, esseri divini che non sono altro che il lascito di un kami che un tempo ha quasi distrutto il genere umano, direttamente collegato al più grande fallimento ninja della storia. Il vestiario appare essere decisamente particolare, non curato è dir poco, la moda in quei panneggi è relativamente zero, in quel suo aspetto da uomo trentacinquenne che non ha mai speso neppure un minuto a pensare a cosa indossare. Stivali lunghi in stoffa che arrivano sino a sotto le ginocchia, coprendo la totalità degli stinchi con un colore tendente al grigio, mentre nelle stesse calzature viene lasciato cadere un pantalone di larga stoffa dal colore bluastro, stretto alla vita, racchiuso a quest'ultima da una cinta in pelle, dal classico colore marroncino; Al di sopra non indossa nulla di particolare, una canotta dal colore grigio chiaro come quello degli stivali, a giro maniche, giusto quel pò per coprirgli il corpo da eventuali intemperie, mentre sulle spalle poggia un mantello nero dalla media lunghezza, dal colletto alzato su ambo i lati, tenuto chiuso al petto dal copri fronte di Konoha, usato come spilla di quel nero indumento. Una chiara barbetta incolta al viso del medesimo colore rossastro dei capelli, mentre passo dopo passo si avvicina inconsapevolmente alla figura di Shinsei, che, paradossalmente, è stata l'ultima persona degna di nota vista in questi giorni, avendolo visto proprio alla fine di quello scontro nei pressi dei vicoletti di Kiri: <Mh?> mugugna in maniera gutturale verso il pacificatore, osservandolo, occhiate rapide prima di accorgersi di qualche somiglianza un pò troppo marcata per essere semplicemente casuale <Sbaglio... o ci siamo già incontrati io e lei?> spudoratamente senza mezzi termini, fermando persone in strada come se nulla fosse <Era in compagnia di una donna dai lunghi capelli rossi> ferma <Qualche giorno fa, nei pressi della zona povera di kiri> continua, prendendo fiato <o sbaglio?> domanda, visto comunque il poco tempo restato lì ad osservarlo, frutto soprattutto dell'intervento degli Anbu.

19:09 Shinsei:
  [Volto del Decimo] Ciò che consente di capire che non si tratti di una statua di pietra è il vento, che ad ampie folate, ogni tanto ne scuote la treccia che danza dietro le sue spalle e gli abiti che si appiattiscono sul corpo che coprono. Assorto in chissà quali pensieri, pare ignorare all’inizio l’arrivo del rosso, quel primo mugugno iniziale. Ma a quanto pare l’uomo è una persona diretta. Difficile sfuggire ad una domanda tanto diretta. Eppure non lo fa subito il biondo. Lentamente, volta il capo verso la spalla destra, lasciando comparire agli occhi del rosso il profilo del volto, appuntito, per consentire allo sguardo nero, denso e pesante, dal taglio sottile, feroce, di poggiarsi sulla figura. Lo squadra, incamerandone i dettagli, dai piedi ai capelli, per insistere, fermo sullo sguardo altrui. Come volesse la certezza di esser proprio lui l’oggetto della sua curiosità. Appurato questo, le labbra sottili si schiudono <Non sbagli.> Risponde semplicemente e solo a quel punto sposterebbe il peso sulla gamba sinistra, per torcere il corpo all’indietro spostando la destra fino a cambiare completamente orientamento del corpo, fronteggiando il rosso questa volta. Qualche passo viene compiuto in sua direzione, ma non s’avvicinerà oltre i tre metri, sempre restio al contatto fisico. Lo sguardo affilato premuto nel suo. <a parte per il fatto che non serve il “lei”> Sembra quasi curioso di carpire quanti più dettagli possibile di lui. Lo sguardo è quasi troppo insistente, soprattutto perché chiuso in un’espressione austera, quasi noncurante, eppure resta fermo li. Come una goccia sulla pietra: insiste. Lunghi istanti di silenzio vengono lasciati correre, come se non gli pesasse, prima di schiudere di nuovo le labbra. <Ti sei dovuto battere quel pomeriggio?> Chiederebbe, la voce ha un tono basso ma limpido, spingendo quella domanda verso l’interlocutore. Non ha avuto coscienza di come sia andato per lui il pomeriggio. Può solo aspettare che una storia venga narrata.[chakra on]

19:23 Sangeki:
 Non aspetta troppo prima di ricevere una risposta effettiva da parte del combattente, lo squadra, lo osserva, deve capire effettivamente chi sia quella figura che ora gli sta rivolgendo la parola, visto e considerato che sembra essere uscito, come lui, del tutto illeso da quello scontro. <Ricordo ancora bene allora> fortunatamente non ne ha sessanta di anni, ma mai dire mai, alla fine lasciarsi il beneficio del dubbio è sempre qualcosa di utile, soprattutto quando si parla di persone viste per poco o di sfuggita. <Come preferisci allora> riguardo l'utilizzo dei pronomi personali classici di rispetto, a differenza della decima, gli concede qualcosa di meno formale, in quanto il pacificatore è letteralmente anonimo nella storia e nella vita del nostro rosso kakuzu; Lo sguardo quindi continua ad essere sul ragazzo, che a sua volta, ovviamente, pone la domanda al nostro genin riguardo al pomeriggio passato al quartiere povero di Kiri: <Esatto, ero lì per vedere se fossero fondate le voci riguardo quanto successo a quei ninja in quelle strade> cosa poi accertata dalla presenza di quei bellicosi ninja, lì presenti proprio per tirare una trappola ai vari passanti per quelle strade trasandate del quartiere kiriano. <A quanto pare ci siamo tutti e tre imbattuti nel problema di quella zona> riferendosi, come terza figura, a quella della Ishiba <Ed a giudicare da come ti vedo> continua, prendendo fiato <Sembra che neppure voi avete avuto problemi vari nei confronti di quel pericolo> riferendosi al fatto, che pur avendo lottato, appaiono entrambi nuovi di zecca, sinonimo che o sono molto forti, o molto fortunati. <Voi chi avete beccato, quel giorno?> curioso di sapere contro chi si siano scontrati loro due, e come.

20:17 Shinsei:
  [Volto del Decimo] Alle prime due frasi sostanzialmente non risponde, ha già confermato il suo non errore di deduzione, d’altronde. E si limita ad un cenno del capo quasi impercettibile in merito al fatto che non approva l’utilizzo di tutta quella formalità. Assottiglia lievemente lo sguardo però nell’ascoltare il suo racconto. Una storia che non ha vissuto, perché concentrato nella sua. Qualcosa avvenuto non lontano da loro, di cui non ha saputo niente. Ascolta quindi, spostando lo sguardo sulle labbra dell’altro che si muovono, per poi tornare nei suoi occhi. Annuisce al suo primo dire. Rispondendo così a quell’osservazione. Ne sono usciti tutti e tre più o meno illesi effettivamente. Non è abituato a percepire cose del genere come una vittoria, ma è un modo interessante di vederla, a tutti gli effetti. Quello che è sicuro è che dei problemi li hanno riscontrati. Tutti e tre. <Effettivamente no> Ammette, certo nello scontro è sempre tutta un’altra questione. Scelte giuste, scelte sbagliate. Ne sono usciti illesi però, questo è vero. Quella domanda, l’ultima del discorso dell’altro, lo porta a riflettere, assottigliando lo sguardo, effettivamente c’è qualcosa di strano. <Noi abbiamo incontrato l’uomo dall’occhio bianco> Risponde sempre a tono basso, pacato per ora. <Si accompagnava ad un individuo abile nei genjutsu> Oh lo sa bene. Una coppia per una coppia. Ma la domanda sorta all’inizio, gli resta in testa <Se noi abbiamo incontrato il tizio al centro di quelle voci con il suo compare… tu chi hai incontrato?> è strano in effetti. A quanto pare quel tizio con l’occhio bianco era solo il frontman di una banda di delinquenti, ed effettivamente un tizio così grosso affiancato ad uno abile nelle arti illusorie, non sono certo una coppia facile da battere. Ma resta l’incognita di chi sia il terzo membro che ha affrontato il rosso <Sono venuti anche da te gli Anbu?> Ricorda bene il momento in cui l’hanno privato della sua vendetta, e solo al pensiero stringe la mascella, facendo danzare quel drago tatuato a causa dei muscoli sottostanti che si contraggono. [Chakra On]

20:39 Sangeki:
 Ascolta le parole del buon shinsei, a tutti gli effetti, figuro amante della rossa ishiba, che ancora non è mai stata incontrata ed incrociata dal nostro kakuzu, che ignora del tutto l'astio e la guerra che la suddetta aveva nei confronti del biondo eroe della foglia Kamichi. Importante osservazione portata avanti dal pacificatore, la soffiata era arrivata indicando un maschio dal mono occhio bianco come bellicoso guerriero di quelle strade, ma effettivamente il rosso ha incontrato degli individui paradossalmente diversi. <Giusto...> asserisce nei confronti del senza clan <Ora che mi ci fai pensare, era relativo proprio a quel tipo con l'occhio bianco> aveva quasi del tutto eliminato l'informazione ricevuta da parte di quelle voci che giravano per kiri <Io ho avuto a che fare con una ragazzina che fingeva di essere malconcia e quasi morente, con tanto di trucco> afferma, svelando l'arcano motivo di come probabilmente venissero sviluppate le aggressione da parte di quel trio. <Ovviamente, non ci sono cascato, era palese che qualcosa non andasse lì dentro> e lui con un pò di esperienza è riuscito a vederci lungo, preparandosi sul terreno tutto il necessario per sciarmarla di botte. <Tirava dei pugni assurdi però, se mi avesse colpito mi avrebbe fatto sicuramente molto male> ricordiamo che quella nanetta era quasi riuscita, con un solo colpo, a togliere di mezzo Giustizia. <Si, anche da me> prende fiato <Li ho chiamati io assieme ai soccorsi, vedendo quella ragazzina conciata così> lungimirante il rosso <Ed anche perchè, presupponendo fosse una trappola, ho pensato che trattenendola, con gli anbu in arrivo, sarebbe stato più facile catturarli> un genio del male questo sangeki, riuscito in tutto questo senza nessun tipo di problema... anche ad ammazzare una bambina a quanto pare. <Ah, ora che ci penso> continua <Anche a te farfugliavano qualcosa di strano alla fine?> quella frase che tanto sembra non avere senso, ma che alla fine, hanno ripetuto tutti e tre.

20:59 Shinsei:
  [Volto del Decimo] Spinge, con quella domanda, alla riflessione anche il rosso davanti a lui. Annuisce due volte, lentamente alle sue prime parole. Per poi ascoltare la descrizione del suo avversario. Una bambina a quanto pare molto abile nelle arti marziali. <mh> Arriva anche a distogliere lo sguardo da lui, riflettendo lui stesso. Quindi erano in tre… sta già cominciando le sue elucubrazioni mentali, quando l’altro torna a parlare, confermando la presenza degli Anbu. Li per li non gli da troppo peso, ma di colpo alza di nuovo il capo, inchiodandolo con lo sguardo nero piantato nel suo<Li hai chiamati tu?!> La voce è più ferma, lo sguardo indurito sul volto affilato, dipinto in un’espressione a dir poco contrariata. <Tsk> Lascia schioccare forte la lingua sul palato <Mi hai tolto la possibilità di sistemare il mio avversario.> è un torto, ovviamente lo è. Lo si vede dal volto decisamente meno rilassato e dalla voce decisamente più gelida. Probabilmente il rosso ha fatto la cosa giusta, ma non per tutti. Non per il biondo di fronte a lui, che ora lo guarda dall’alto in basso. Ed è uno sguardo che non distoglie nemmeno dopo l’ultima domanda. Dovranno passare molti istanti, passanti per il biondo a valutare le possibili conseguenze di possibili azioni. Lentamente si volta, tornando a donargli il profilo, mentre guarda verso il paesaggio. <Si.> Decisamente più ostile nel tono <Hanno detto qualcosa in merito al fatto che non dimenticheranno> Commenta freddo, per poi ricominciare la sua riflessione <Tre persone. Uno abile con le arti illusorie, una abile con le arti marziali e il tizio con l’occhio bianco, abile con la spada, che è morto> Bisogna specificarlo, mentre gli altri due sono in mano agli Anbu. <Se ne avessero avuto uno bravo con le arti magiche, avrebbero fatto un quartetto perfetto> le labbra si stendono in un sorriso affilato, ovviamente è una battuta… forse <Sai se avevano qualche parentela l’uno con l’altro? Ha detto qualcosa la bambina? Chiamato qualcuno?> Non lo guarda, per ora, non più. Si limita a tenere le iridi nere fisse sul panorama davanti a se.[Chakra On]

21:40 Sangeki:
 Alla fine della storia, il giovane, sembra avere a che fare con un mezzo fanatico pazzo sgravato, che a quanto pare, voleva a tutti costi terminare il suo avversario, cosa davvero stupida da fare visti i risvolti che hanno avuto sulla questione. Lo ascolta parlare, gli lascia spazio e tempo, incurante di sguardi, cazzi e mazzi, ha trentacinque anni, non diciannove, ste cazzate le lascia a chi, decisamente senza nulla cui pensare, ci da peso; <Esatto, sempre meglio avere le spalle coperte quando succedono queste cose> afferma <A quanto pare, si parlava di uno, ed invece erano tre> prende fiato <Sarebbero potuti essere virtualmente infiniti con le informazioni che avevamo, molto meglio così> difende, agevola e soprattutto conferma la sua idea, ha agito secondo strategia ed è risultata essere vincente e giusta, dirgli altro significa andare razionalmente contro al giusto. <Sistemare il tuo avversario?> porta il capo leggermente verso destra, inclinato, esponendo al biondo un viso decisamente dubbioso, rivolto soprattutto a quell'affermazione appena ascoltata dal giovane, volendo farsi spiegare quanto detto prima dal pacificatore. <Idem, stessa cosa detta dalla ragazzina> continua <Ed a quanto pare la loro strategia era attirare i passanti con la bambina, intrappolarli con l'illusionista, e terminarli con l'armaiolo> simpatici i nomi usati per quelle figure, che rispecchiano però in tutto e per tutto quanto detto dal giovane Shinsei, che continua le sue domande e le sue supposizioni <Indifferente, fino a quando fossero stati in un numero accettabile, con gli anbu in arrivano, potevano avere chi loro volessero> i mascherati dei servizi segreti di kagegakure, corpo speciale di massima efficacia, dedito alla salvaguardia del villaggio e dei suoi cittadini. <Parentele dici? Nessuna che io ricordi> asserisce verso quella figura <Ma ora che ci penso, non ci siamo ancora presentati> verso shinsei <Il mio nome è Sangeki> prende fiato, aspettando che anche il ragazzo, a sua volta, faccia la sua presentazione.

21:58 Shinsei:
  [Volto del Decimo] Non risponde alla difesa che l’altro apporta. Basta guardarlo in faccia per capire che il suo modo di ragionare è troppo diverso. Non è mai stata, per lui, una questione di sicurezza, ne per se stesso, ne per coloro che si sono trovati coinvolti ne tantomeno per gli abitanti del luogo. È sempre stata solo una questione personale. Ragionamenti, modi di vivere troppo diversi, che derivano da profonde differenze personali. Lo sguardo torna sull’altro, nero e pesante, ma non sul volto, quanto sul petto <Tipico di un genin di Konoha> Ammette fissando quel coprifronte in bella vista sul petto. La sicurezza prima di tutto, in sostanza. Non è vero, ovviamente, chiunque dotato di un minimo di sale in zucca (e della capacità di usare un telefono) avrebbe reagito esattamente nello stesso modo. Ma com’è detto, col biondo la questione è differente. <Si. Mi hanno fermato sul più bello> Mormora. Non ha più importanza ormai. Torna a volgere lo sguardo verso il villaggio. Ascolta quella presentazione. Sbatte due volte le palpebre <Shinsei.> Non ha niente da porgli. Quel ribrezzo verso qualsiasi contatto fisico lo porta a restare fermo dov’è. Ancora lunghi momenti di silenzio in cui il biondo sembra ponderare l’accaduto <Che ne è stato della bambina. Agli anbu è rimasto un cadavere o l’hanno presa viva?> è utile saperlo? Lo è sempre. C’è da capire da quante persone gli Anbu possono trarre informazioni prima di tutto. Sicuramente l’uomo dall’occhio bianco è andato. È rimasto solo il genjutse? O sono in due? <Non è indifferente. Se c’era qualcun altro che non è intervenuto la questione non è chiusa. Quello che hanno detto quei tre idioti ti sembrava facesse intendere una questione chiusa?> è una domanda retorica. È ovvio che non è così. Bisogna solo capire che piega prenderanno gli eventi. Mentre parla, tiene lo sguardo sulla città sotto di loro.

22:23 Sangeki:
 Non sembrano avere gli stessi pensieri lui ed il biondo, o quantomeno, non le stesse opinioni per quanto riguarda quello che sembra essere uno sbocco verso qualcosa di decisamente più grande, sinonimo che porta avanti l'idea che quelle cose, non sembrano essere poi tutte casuali. Si sono sicuramente trovati in alcuni punti, ad esempio, l'essere riusciti ad ascoltare quelle ultime parole famose, che difficilmente possono essere state dette da tutti e due, in quel modo, in quella circostanza. <Bha, saran cazzi tuoi> prende fiato, nei confronti del biondo <Shinsei dunque> non pare udire cognome o nomi che possano ricondurlo a qualche clan particolare, dunque avvolto dal mistero il buon shinsei <La ragazzina, purtroppo, credo sia in prognosi riservata all'ospedale di Kiri> ammette, visibilmente dispiaciuto, in quanto non avrebbe voluto portarla così vicina alla morte <Credo passerà del tempo prima che gli anbu possano interrogarla> avverte a malincuore il nostro rosso kakuzu, avvelandosi di quanto ha sentito con quelle ossa che si rompevano sotto i getti dei suoi colpi di elemento fuuton <Se ci fosse stato qualcun altro, Shinsei, sarebbe intervenuto per attaccare me contro quella ragazzina> ed invece, sono stati lì da soli, in due gruppi separati. <Avrebbero dato man forte al genjutser> asserisce <O quanto meno, avrebbero cercato di evitare la morte dello spadaccino> logica alla base di tutto questo ragionamento, erano in tre quella sera, nessuno era nascosto, oppure avrebbero risposto al fuoco con il fuoco. <Posso dirti più che altro, che probabilmente, c'è qualcosa di più grosso sotto Shinsei> abbastanza facile da presuppore, visto che persino la soffiata di un singolo ninja che dava problemi, si è trasformata in un gruppo che pareva essere fornito di specifici ninja per lottare in gruppo. <Casuale non poteva essere quella frase, ma proprio non saprei a cosa associarla> il problema è proprio questo, hanno una frase, ma non una pista.

22:42 Shinsei:
  [Volto del Decimo] Il sopracciglio, lentamente, si inarca nel sentirlo parlare in quel modo. Ha consentito un linguaggio più formale, non certo gli insulti. Ma in fondo, potrebbe non essere una buona idea rispondere con le azioni in quel posto che, in sostanza, non conosce. Annuisce quando si sente chiamare di nuovo <è viva dunque. Verrà interrogata> Condensa le informazioni <Gli Anbu hanno quindi due fonti di informazioni.> Purtroppo. Ascolta le congetture dell’altro <Non è detto. La ragazzina non era con gli altri due. Erano separati, e se ci fosse stato qualcun altro ad occuparsi di altre zone di quel quartiere è probabile supporre che non si sia accorto di quello che è successo, o che fosse impegnato in altro. Non possiamo giungere a conclusioni così affrettate.> Commenta, sempre senza guardarlo, come se stesse guardando un punto specifico del panorama. Ascolta quell’ultima supposizione <Potrebbe essere> Commenta semplicemente ascoltando anche l’ultima frase <Chi lo sa. Sarebbe utile parlare con gli Anbu e capire se e quando avranno informazioni in merito. Ormai è tutto nelle loro mani> Commenta semplicemente piegando i gomiti per infilare le mani nelle tasche, e voltarsi definitivamente dando le spalle a quel panorama. Fronteggiando di nuovo il rosso direttamente. Ma non lo guarda, le nere iridi sono piuttosto rivolte al di là della sua spalla, verso il percorso che scende dalle teste <Suppongo che ne riparleremo quando se ne saprà qualcosa. Fatti un giro ad Oto se hai nuove notizie. Magari mi trovi> Non ci sono poi tanti punti d’interesse ad Oto. E a lui interessano zero, ma mai dire mai. <Altrimenti salirò io su questi brutti musi> Sembra una minaccia, ma in realtà ci sta già, su quei brutti musi. Semplicemente lo supererebbe, mani nelle tasche, sguardo alla scalinata <Buona serata, Sangeki> tono basso della voce rivolto all’altro, ormai alle sue spalle. Ormai il tramonto è andato. Deve rincasare.[End]

02:03 Sangeki:
 Ha incontrato quel ragazzo per caso, sia oggi, che la scorsa volta presso le strade del quartiere povero di Kiri, ed ha avuto l'informazione riguardo la stessa ed identica frase detta dal loro nemico, così com'è stato per la voce di quella bambina quasi uccisa. Che siano persone e modi diversi, questo, è fuori discussione, ma che si siano trovati tutti e tre immischiati in qualcosa di più grosso ed importante, è altrettanto ovvio, e quindi parrebbe quasi giusto ed utile arrivare a collaborare con quelle persone, sino a raggiungere la fine di questa strada misteriosa appena cominciata. <Che la ragazzina facesse parte del piano, è praticamente ovvio, era lì pronta a tendere un messa in scena davanti tutti> continua, affermando quanto già detto prima, ripetendosi, in quello che crede essere una sicurezza <è sicuro che ci sia dell'altro dietro, possibile pure che fossero presenti altri malviventi in attesa di shinobi, negli altri vicoli> dare sempre il beneficio del dubbio, non è mai sbagliato, ed anzi, ora come ora devono solo e soltanto dare supposizioni varie ed eventuali riguardo quello che potrebbero, un domani, trovare i nostri eroi. <Difficilmente troveremo cose così, dal nulla, senza seguire una pista precisa, Shinsei> prende fiato <Se senti la rossa che era in tua compagnia> si ferma per qualche istante <Parlane anche con lei, in tre abbiamo più possibilità di trovare qualcosa di utile> anche perchè ora come ora, brancolano nel buio più assoluto. <Oto? Vale lo stesso per te, qui a Konoha> come luoghi in cui trovarsi, ovviamente. Il primo passo è andare verso gli Anbu, o ancora meglio, interrogare la ragazzina prima di loro quando si riprenderà in ospedale. E dopo questo, si volta, tomo tomo, tornando verso casa [End]

Incontro fortuito tra Shinsei e Sangeki, presso Konoha.
I due parlano di quanto accaduto a kiri, e scambiano delle informazioni e delle supposizioni vaghe riguardo l'accaduto, per poi congedarsi sino a nuovo incontro.