Mai curare due persone insieme!
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Giocata di Corporazione
Giocata del 10/10/2021 dalle 16:14 alle 23:09 nella chat "Ospedale [Kusa]"
[Hall Ospedale] Il tempo è incerto tanto quanto l'umore del moro, il cui passo claudicante lo porta fronte all'ospedale di Kusa. Si accompagna a Shinsei ed entrambi imboccano la salita che delimita il grande vialone che porta a ridosso dell'entrata all'ospedale, che Matono comunque aveva già percorso in precedenza portandovi un rimastone che stava per lasciarci le penne. Si presenta con vestiti comodi, maglia semplice chiara e pantalone scuro, scarpe chiuse e nient'altro, nessun accessorio fronzolo e nemmeno il coprifronte, quel giorno. Il dolore cominciava ad essere decisamente meno intenso rispetto ai giorni passati, infatti le botte ricevute eran diventati ematomi neri attorno all'area colpita, uno sulla schiene ed uno sull'avambraccio sinistro, oltre al bel bernoccolo.<L'entrata sta la.> Alza pigramente il braccio destro indicando con l'indice, la porta vetrata è ora nei loro pressi. Un latente mal di testa ne increspa leggermente l'espressione, che di tanto in tanto, in concomitanza alle fitte improvvise storcerebbe il naso e socchiudendo leggermente l'occhio destro, essendo sempre da quel lato del capo che proviene il dolore. Nonostante l'emicrania guadagna comunque l'ingresso dell'ospedale, supponendo che Shinsei gli fosse subito dietro senza controllare, va a spingere la porta vetrata con la destra entrando nella hall d'ingresso. Una volta li senza perder troppo tempo andrebbe a portarsi a ridosso della reception, senza poggiarvisi, e attendendo che la ragazza aldilà gli dia retta.<Mh Salve, Sto cercando un medico che lavora qui.> Ci penserebbe su un secondo.<Dottor Kan.> Affermerebbe tranquillo prima di star li con espressione vagamente preoccupata attendendo che gli venga dato un qualche riscontro, nell'attesa si volterebbe verso Shinsei controllando che effettivamente fosse dietro il Moro, dato che per ora era stato zitto tutto il tempo del viaggio, non che fosse strano, ma nemmeno un imprecazione. [Hall] Non in grado in alcun modo di curare quell’ustione sulla spalla, si è limitato a fasciarla, se non altro per evitare di provare dolore ogni volta che si è svestito o rivestito. Eccezion fatta per queste cose, ha provato un bruciore costante in questi giorni, ad ogni movimento compiuto fitte di dolore lo hanno accompagnato. Fitte che, in quello strano modo di tradurre gli impulsi nervosi, sono diventate di un calore quasi piacevole. Strane concezioni del dolore a parte, non è un’idiota, sa che quella spalla va curata, e non è l’unica cosa che va curata, c’è anche il moro. Ed è per questo che si sono mossi insieme. Cammina dietro di lui, graffiando il terreno con gli anfibi dentro i quali s’infilano pantaloni scuri, tenuti alla vita, sottile rispetto alle spalle larghe, da una cintura lisa, di cuoio nero. Una felpa copre la parte superiore del corpo, Maniche lunghe tirate su fino al gomito, lasciando scoperto l’avambraccio, con le mani infilate nelle tasche, la zip dell’indumento è tenuta abbassata fino a metà del torso, lasciando intravedere quello che sarebbe un petto lucido, che però è coperto da una fasciatura mal messa. Non è capace. Il cappuccio della felpa cade morbido sulle spalle, lasciando libero un viso affilato, decorato da draghi d’inchiostro nero che decorano i lisci fianchi del cranio. Capelli biondi trattenuti da una treccia che ondeggia morbida poco oltre le spalle. Austera l’espressione, fissa sulla schiena del moro che ha davanti, come se non ci fosse niente di importante da vedere. <mh> Mormorio pesante, vibrato ma distratto nel ricevere l’indicazione del moro, come se avesse la mente da un’altra parte, quello sguardo pesante si scosta un attimo per portarsi sull’ingresso della struttura. Lo osserva spingere la vetrata, incede con lui, incurante del fatto che questa tenti di richiudersi subito dopo, per venire di nuovo spinta da una sua spallata, non voluta, ma dovuta dal fatto che è subito dietro al moro. Come se non l’avesse sentita. Resterebbe un passo dietro Matono che si informa alla reception, schiudendo le labbra subito dopo <Capelli bianchi, occhi dorati.> Magari una descrizione aiuta. Non ha il cognome di quel ragazzo, purtroppo. Mormora quella descrizione con estremo disinteresse, lasciando vagare lo sguardo nero tutt’intorno. Non entra con piacere in quei posti. Anche se dal volto affilato nulla traspare. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Ambulatori] E' ormai praticamente guarita da quel raffreddore, il bel tempo di questi giorni e il vestiario pesante probabilmente l'hanno aiutata a riprendersi rapidamente, o forse sono state le cure amorevoli della famiglia e del ragazzo. Poco importa comunque, è tornata in ospedale ad occuparsi dei pazienti, in particolare quest'oggi le è toccata la seduta ambulatoriale. Indossa un maglioncino a collo alto e maniche lunghe di un colore panna, lavorato in maniera semplice, dei pantaloni neri molto aderenti le fasciano le gambe esili, ai piedi delle ballerine nere con un fiocchetto davanti. Sopra al tutto porta un camice bianco, lasciato aperto, nel taschino sulla sinistra sono presenti diverse penne colorate, un paio di evidenziatori, un pennarello e una forbice, al bordo di esso appeso un cartellino con segnalato il nome e il cognome della ragazza: Shizuka Kokketsu Tirocinante. I capelli rossi sono raccolti in una lunga treccia morbida che le cade lungo la schiena, un paio di ciuffi ribelli le cadono comunque sulla fronte, al collo indossa una collana dorata, con pendente a forma di farfalle, le cui ali all'interno sono adornate da brillanti blu, colore pressochè identico agli occhi della Kokketsu. Dato che si sta dirigendo nella zona ambulatoriale la destra viene portata dinnanzi al petto, mezzo sigillo ovino ivi composto, così da aiutare nel richiamare a se il Chakra. Ormai quasi avezza a tal pratica andrebbe a ricercare l'essenza fisica di esso a livello del ventre, immaginando una viammella rossa a rappresentarla, l'essenza mentale invece verrebbe immaginata come una fiammella blu, ricercata a livello del cerebro. Una volta ritrovate esse verrebbero smosse in direzione del petto, a livello del muscolo cardiaco dove ella cercherebbe di farle unire, mergere, così da creare una fiammella dal color viola, accesa e viva. Qualora fosse riuscita nell'intento la piccoletta sarebbe riuscita a richiamare a se il Chakra, presentandosi al cospetto dei pazienti già pronta ad eseguire eventuali cure. Nel frattempo nella Hall i due richiedenti un dottore si presentano alla reception, trovando una ragazza molto carina, bruna e cordiale che alla domanda del moro risponde cortesemente: << Buongiorno a voi. Purtroppo il Dotto Sumi non è in servizio quest'oggi ma se avete solo bisogno di vedere un medico potete accomodarvi nel corridoio più avanti sulla destra, nei pressi della Stanza numero 3 dove verrete chiamati a breve da un altro dottore. Potete lasciarmi i vostri nominativi per cortesia? E' la prima volta che ricevete cure dal nostro ospedale? >> [Se Chakra 30/30] [Hall Ospedale] Il biondo integra la descrizione del soggetto, con informazioni che il moro non conosceva al momento, comunque anche con la descrizione aggiuntiva non gli viene in mente nessuno con queste caratteristiche.
Ascolta la ragazza dargli un indicazione, stanza 3, denota la bellezza ma non sembra avvedersene quindi si limita ad un semplice.<Grazie.> Una pausa di due secondi.< Matono e sì, è la prima volta che veniamo in cura.> Con il capo farebbe un piccolo cenno di ringraziamento prima di allontanarsi di due passi dal bancone, e attenderebbe che Shinsei risponda alle stesse domande, dando i propri dati, dunque la figura del moro ruoterebbe in direzione del corridoio indicatogli e prendendo a camminare a passo lento, fino a raggiungere la Stanza numero 1, osservandola e osservandovi dentro distrattamente, sembrano stanze per visite o qualcosa di simile, non si sente molto a suo agio comunque assottigliando la linea degli occhi verso la stanza numero 2 che pur non essendo quella a loro destinata, guarda torvo ugualmente. Dunque la stanza che segue è per forza di cose quella giusta, vi si ferma di fronte ed osserva la porta , come la precedente, storto e un filo preoccupato di dovervici entrare. Approfitta del momento di stallo per rivolgersi al biondo, si dà un occhiata in giro velocemente.<Che hai?> Abbaia osservandolo, con il capo che si deve alzare leggermente, data la statura decisamente differente.<Lascia perdere vediamo di risistemarci.> Riporta il capo in posizione comoda e sulla porta, attendendo che qualcuno venga a chiamarli, ovviamente stufo di star sulla porta si porta alla sinistra di essa, a mezzo metro, poggiando la schiena al muro, il capo poggia anch'esso sbuffando, la posizione gli ricorda ancora che la schiena gli duole, ma niente di insopportabile. Dunque socchiude gli occhi e vaga per i suoi pensieri, in silenzio, mentre i suoni esterni si ovattano leggermente, non abbastanza per impedirgli di sentire un eventuale chiamata comunque. [Hall] Non ha interesse nella figura che risponde loro, ma ne capta le parole, e istintivamente la mascella spigolosa s’irrigidisce, facendo serpeggiare quei dragoni sulle tempie, mossi dai muscoli sotto di essi <tsk> lascia schioccare forte la lingua sul palato. Lanciando uno sguardo al moro, di un passo avanti a lui. Non si sarebbe fatto curare volentieri da Kan, figurarsi da qualcun altro. Eppure restare con quell’ustione è uno scenario peggiore. Non è un gran che come danno, ma lo limita nei movimenti. E lui ha bisogno che il suo corpo, l’unica arma che ha, sia sempre affilato e pronto all’uso. Ovviamente ignora il fatto che non è mai consigliabile trascurare alcun tipo di ferita. <Shinsei.> Ringhia basso verso la tipa, limitandosi ad annuire semplicemente alla domanda. Bei clienti chiacchieroni le son capitati. Si limiterebbe a seguire il moro, questa volta aumentando leggermente la falcata, quel tanto che basta per affiancarlo. Si prende quell’abbaio, sbattendo un paio di volte le palpebre, come se fosse stato richiamato a quella realtà <…> Schiude le labbra senza effettivamente rispondere, tenendo lo sguardo fisso davanti a se, a bruciare chiunque abbia la malaugurata idea di incrociarlo anche solo per sbaglio. <Non lo so> Ringhia poco dopo. Superando le stanze. <è tutto più strano da quando sono arrivato in questo maledetto posto> Spinge le parole tra i denti, graffiandole e lacerandole, e facendole arrivare in quello stato alle orecchie del moro <Si, meglio.> Annuisce. Meglio pensare a ristabilirsi, che almeno qualcosa torni come deve essere. Serra i pugni, dentro le tasche, fermandosi anche lui vicino alla stanza 03, Non s’appoggia da nessuna parte, resta davanti alla porta, al centro del corridoio, noncurante di chi avrebbe bisogno di passare. Sarebbe interessante se passasse una barella in quel momento <Odio questi posti> Di nuovo un ringhio sommesso, per il moro. Non sarà una novità. Ultimamente ben pochi posti gli vanno a genio, c’è da dirlo. Non resta che attendere. Istintivamente porta lo sguardo nero a cercare una finestra che non c’è. Sempre in cerca di possibili, probabili (o meno probabili) vie di fuga. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3 - Ambulatori] Lei si trova a passare dalla reception proprio poco dopo che i due si sono allontanati in direzione degli ambulatori. Si infila nella zona dell'accettazione dove la brunetta educata di prima le rivolge un sorriso: << Hey Shizu. Hai già due clienti! Credo siano insieme e soprattutto cercavano Kan! >> Lo sguardo blu si fa decisamente più serio, il testino inclinato di lato come a riflettere sul perchè qualcuno dovrebbe cercare il suo ragazzo. Nel frattempo la ragazza le passa i nomi dei due che si sono appena presentati, così che la tirocinante li abbia già. << Grazie mille Kirai. Volevo sapere se ci fossero appuntamenti fissati per oggi. >> La receptionist scuote appena il capo, come ad indicare che saranno tutti accessi diretti, la Kokketsu sospira un pochettino, alzando le spalle e ringraziando per poi muovere i suoi passi in direzione della Stanza numero 3 degli ambulatori. Qui dovrebbe incrociare i due, appena fuori dalla porta, intenti a fissare il vuoto o sovrappensiero, sembra quasi che non siano insieme. Li squadra un poco cercando di capire al volo quale sia il problema che li conduce li, inquadrando i lividi e il bernoccolo presente sul viso di Matono e intravedendo quella fasciatura pessima sul corpo di Shinsei. Si avvicina con un viso decisamente sorridente, cordiale e affabile come sempre, esordendo con tono cristallino: << Buongiorno! Sono la Dottoressa Kokketsu e sono colei che si prenderà cura dei vostri acciacchi oggi. >> Si interrompe passando davanti al gigante, aprendo la porta dell'ambulatorio e muovendo un paio di passi all'interno di esso voltandosi quindi verso i pazienti: << Mi hanno detto che siete insieme, se volete fare la visita separati potete entrare uno alla volta, altrimenti questa stanza è provvista di due lettini. In ogni caso vi pregherei di accomodarvi, scegliere la vostra postazione e restare in intimo, così che io possa verificare il vostro stato di salute. >> Professionale in tutto e per tutto, non si scompone non arrossisce e lascia a loro la possibilità di scegliere se entrare in due o da soli, in ogni caso fra i due letti vi è una tenda di separazione che per ora non è distesa, e accanto a ogni postazione c'è un attaccapanni per i vestiti. Lei nel frattempo si volterebbe alla scrivania, accendendo il computer e ricercando i loro dati anagrafici nel sistema. [Chakra 30/30] [Hall Ospedale] Matono nota il biondo rinsavire quasi di colpo quando ode la prima domanda, espira lentamente denotando quindi che effettivamente c'aveva visto giusto, aveva il cervello da un altra parte per tutta la mezz'ora passata per giungere fino all'ospedale.<Allora non sono l'unico.> Alza le spalle in riferimento al fastidio provocato dall'essere li, al resto non replica, non che ci sia molto altro che arriva dal biondo, che si è piazzato perfettamente al centro del corridoio, piuttosto irrigidito e compassato, spera che nessuno lo urti involontariamente, ma tanto siamo già all'ospedale, non dovrebbe esserci problema. Sebbene condivida con Shinsei l'ansia ospedaliera, cerca di non farci caso sforzandosi e più che altro chiudendosi nei propri pensieri, distraendosi e estraniandosi dal corridoio di nuovo, come poco prima. Sobbalza leggermente quando ode una coppia di passi rimbombare nel corridoio, sposta capo in quella direzione, voltando leggermente il collo, mette a fuoco la donna che è giunta e si è presentata, analizza la figura nella sua interezza, colore occhi, colore capelli e vestiario del momento, poi ricorda il nome che ella porta, riconoscendone la provenienza, comunque il tutto annotato nell'archivio mentale.<Matono.> Si limita a bofonchiare scostandosi dal muro e facendo un piccolo segno con il capo. La Kokketsu va avanti.<Credo vada bene assieme.> Non credo che Shinsei ponga qualche obiezione, ma per esserne certi in quel momento porta lo sguardo sul biondo.<Giusto?> Attenderebbe dunque un eventuale segno di assenso da parte di Shinsei per poi con passo rapido entrare all'interno della stanza, dunque portandosi a ridosso del muro opposto alla porta, si leverebbe la maglia, per poi andare verso il lettino a destra e poggiandovela.<Dovrebbe andare bene solo la maglia.> Ora indicherebbe l'avanbraccio sinistro e la schiena con la mano destra.<Qua ho ricevuto le due botte, e come ha visto ho un bel bernoccolo.> Espira profondamente toccandoselo con l'indice destro appena appena. La osserva andare verso la scrivania a battere sui tasti del computer, dunque andrebbe a sedersi sul lettino ove c'è la maglia. Ora che è senza maglia entrambi i presenti potranno notare delle strane cicatrici che si intersecano, una partendo dalla spalla destra e correndo fino all'addome, mentre l'altra parte nel fianco, sul costato percorrendo il petto perpendicolarmente fino a sfumare verso il centro. [Avatar 2] [Hall]
Scuote il capo all’indirizzo di Matono, ma non dirà altro, Restio a parlare in un posto simile. Non si cura dello scambio tutto sorrisi e gentilezze tra colleghi. Lo sguardo nero, pesante si porta direttamente sulla figura della dottoressa che si presenta. Kokketsu. Un cognome che ormai ha imparato a conoscere bene, e che richiama conversazioni con persone. Tutte stranamente dai capelli rossi. Prende annotazioni mentali, limitandosi a tenere quello sguardo dal taglio affilato, su di lei. C’è una differenza d’altezza importante tra loro due, ma non è quello che lo incuriosisce. Oltre al cognome, che è sicuramente un fattore di interesse, c’è qualcosa… <Shinsei.> Mormora basso all’indirizzo della tirocinante. Annuisce invece a Matono, infilandosi in stanza subito dopo. Tiene d’occhio la Kokketsu finchè quel qualcosa non emerge, incerto nella sua testa, ma non nel tono con cui viene proferito <Io ti ho già incontrata.> Chiunque prenderebbe quell’affermazione come una sentenza, forse giusto Matono sarebbe in grado di cogliere una leggerissima inflessione d’incertezza in quel tono vibrato <Forse.> Aggiunge poco dopo. Si sono visti di sfuggita in realtà, in una serata al Karaoke. Un dettaglio che però, per ora, non affiora nella testa del biondo. Che resta con lo sguardo a cercare quello di lei, quasi a cercare una conferma. Inarca un sopracciglio affilato alla richiesta di restare in intimo. Ringraziando il celo non ha ferite agli arti inferiori. Riluttante, solleva una mano sfoderando le dita affusolate dalla tasca, portandola alla zip e abbassandola. Nota Matono svestirsi. Entrambi due timidoni insomma, ma entrambi con delle buone ragioni. Non sfugge a quello sguardo nero la mappa di quelle cicatrici, ma si sforza di non essere invadente, almeno con l’Uchiha, nell’utilizzo di quello sguardo. Toglie la felpa anche lui, liberando il torso allenato, dalla carnagione viva. Dona le spalle ai presenti quel tanto che basta per appendere la felpa all’attaccapanni, mostrando una porzione di quelle orrende cicatrici che gli devastano la schiena, roba vecchia ormai, compiendo un disegno quasi a scacchiera sopra ai muscoli e scomparendo sotto quell’orribile fasciatura fatta alla bell’emmeglio. Voltandosi, per ora, solo un solo la cicatrice verticale che gli decora il basso ventre scolpito sarà visibile <Io ho solo la spalla da farmi vedere> Commenta semplicemente andando a sedersi sul suo lettino <Puoi cominciare da lui.> Ci mancherebbe altro, è anche quello ridotto peggio. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] Il più basso dei due si presenta come Matono, l'altro di conseguenza sarà Shinsei. I due decidono di entrare insieme nella stanza, così che lei possa esaminarli entrambi nello stesso momento. Al computer rileva pochi dati sensibili sintomo che i due non hanno frequentato l'ospedale prima d'ora almeno ufficialmente. Gli occhi si spostano prima sul moro, che toglie solamente la maglietta, avendo subito dei colpi solo alla parte alta del corpo, le blu seguono quel corpo mentre lui spiega dove prova dolore, visualizzando i lividi, osservando il bernoccolo già evinto fuori dalla porta, avvedendosi anche di quelle cicatrici sul corpo, profonde e vistose in un punto particolare. Non fa domande, ma mentalmente annota quei dettagli, alla fine dovrà stilare una cartella clinica dei pazienti e ogni dettagli è fondamentale. La vocetta cordiale si rivolgerebbe prima al moro, poco dopo la fine della di lui breve spiegazione: << Hai mal di testa per caso? >> La domanda giunge spontanea dato quella botta ricevuta in testa, qualora ricevesse risposta positiva andrebbe a recuperare un tonico per la salute da uno dei cassetti della scrivania dopo aver indossato un paio di guanti blu scuro. Si sarebbe dunque avvicinata a lui, lasciandogli il tonico in mano: << Questo aiuterà con la testa, per il resto ci penso io. >> Essendo più vicina anche a Shinsei andrebbe a scrutare anche lui con fare attento ma professionale, vagliando quale sia il problema principale del biondo tatuato. Lui si è spogliato in maniera quasi restia, mostrando anch'egli cicatrici importante, mai curate adeguatamente, quelle poche affermazioni dette dal biondo la fanno riflettere, guardandolo non solo come paziente ma anche come persona. Poi la lampadina si accende arrivata alla testa, come tatuatrice non poteva dimenticare quei draghi: << Ha ragione! Credo che ci siamo intravisti una sera in centro. Io uscivo dal Karaoke e ho salutato l'agente della Shinsengumi con cui stava parlando. >> Sempre del lei, sempre formale, non si permette di ridurre le distanze se non richiesto. Tuttavia lo sguardo blu prosegue su quel corpo, identificando si la spalla ma anche una cicatrice importante verticale a livello del basso ventre. << Posso chiederle come si è procurato quella cicatrice Signor shinsei? >> La domanda le sfugge dalle labbra, le ricorda troppo il corpo di Ryoma, quella cicatrice sfiorata con la punta delle dita, rappresentante il dolore subito per diventare ciò che era. Detto questo comunque andrebbe a spostarsi posteriormente alla seduta del moro, le mani verrebbero allungate sulla di lui schiena, sfiorando appena la zona incriminata per poi iniziare ad applicare le prima cure a quel corpo martoriato. Andrebbe a convogliare il proprio Chakra medico verso gli arti superiori e in particolare le mani, una volta che fosse riuscita a concentrarlo li avrebbe cercato di farlo fuoriuscire dagli tsubo, andando ad irrorare con esso la zona lesa del Uchiha. << La prego di stare fermo Signor Matono, potrebbe sentire del formicolio ma è tutto normale >> Il tono pacato, mai sopra le righe ne troppo impostato. [Se Chakra 25/30 -> Mani terapeutiche rigenerazione 8 PV a turno.][Se utilizzo del tonico +15 PV per Matono] [Sala visite 3] Nota Shinsei affermare d'aver già visto la ragazza, sebbene sembri deciso, nota una leggera insicurezza, portata a galla dal successivo forse. Lo osserva poi levarsi la maglia e posizionarsi nell'altro lettino, dunque all'invito ad andare per primo semplicemente alza le spalle e afferma a voce bassa.<Va bene.> Dunque prende a guardare Shizuka soprattutto perchè ella si rivolge dunque al moro.<In realtà sempre non è solo in riferimento al colpo.> In effetti il dolore del mal di testa è più localizzato a livello della tempia destra, in ogni caso prende il tonico che SHizuka gli sta allungando, lo stringe nella mano destra osservandolo e facendo girare sul palmo quella piccola sferetta rossa, prima di portarsela alla bocca, ingoiandola. Per un attimo ha il dubbio fosse questo il giusto procedimento o se andasse masticata, in ogni caso poco importa non apre bocca per domandare. Segue distrattamente il discorso tra gli altri due, fermo a guardare un punto nel muro leggermente incantato, forse il tonico da un po di sonnolenza, forse è ancora stanco e confuso per tutto il resto, fatto sta che resta immobile fino a quando Shizuka non lo invita a stare fermo mentre si avvicina con le mani ad uno dei suoi ematomi. Certo Matono finora era stato bravissimo a stare fermo, ma quando Shizuka si avvicina per un attimo tende tutti i muscoli della parte superiore, mascella serrata e sguardo torvo, lascerebbe l'irrigidimento un attimo dopo, una reazione appena percettibile, in quanto dopo riuscirà comunque a stare immobile. Non appena la dottoressa inizia il procedimento medicale la parte lesa lo notifica, infatti il moro percepisce un formicolio a tratti piacevole, sentendo quel leggero dolore resti ad andarsene appiattirsi finalmente.<Non si preoccupi.> Assicura, rilassandosi per quanto gli è possibile, questo lo costringe a stare lucido e non tornare a perdersi nel cervello, dunque non gli resta che fissare Shizuka, un pò più morbidamente rispetto a quello scatto di poco prima. [Sala visite 3] Ci pensa la tirocinante a risvegliare quel ricordo. Annuisce con lentezza <mh> Muta conferma di qualcuno incapace a parlare come si deve. <Mi ricordo.> Ammette più per se stesso che per altri, in effetti, non che ci sia molto da aggiungere a quella conversazione, si dedica con lo sguardo di nuovo alla tirocinante, una volta seduto sul suo lettino, come al solito non è che si faccia problemi a sembrare invadente, anzi. Ma in questo caso è concentrato sul processo di cura. Non è una cosa che si vede tutti i giorni. Quello ninja in particolare. Gli arriva la domanda della Kokketsu, tornerebbe a cercarne lo sguardo, con il suo, arrogante ed affilato <mh?> Inarcando un sopracciglio mai ricevuta tanta sfacciata curiosità tutta insieme. Reprime il senso di fastidio, deducendo che deve essere un modo per lei di non sembrare completamente menefreghista. <Non me lo ricordo> Ammette, è sincero, ma quel tono sembra sempre eccessivamente schietto. Ovviamente anche qui il moro ha un vantaggio nell’individuare la sincerità del biondo. Spesso è difficile guardarsi allo specchio senza sapere cos’ha plasmato ciò che si sta guardando, per questo non lo fa mai, per questo odia ed evita accuratamente le superfici riflettenti. Perché al loro interno non vedrebbe che fumo. <Shinsei e basta. E dammi del tu, non ci tengo a queste cose> Non è così che si mostra il rispetto. O meglio, non è così che lui è abituato a mostrarne, o a riceverne. Attimi di silenzio, mentre lo sguardo nero si sposta sul corpo del moro. Realizza in quell’istante che non l’ha mai visto a torso nudo. L’avrebbe detto più gracile. Colpa del modo in cui l’altro si pone. Si vede che non è l’atletismo il suo forte, ma non è proprio uno scrocchiazeppi <Com’è messo?> Lo chiede a lei, è evidente. Pur senza guardarla, lasciando intercorrere altri attimi di silenzio prima di tornare sulla pelle del compagno. <Sarei curioso di sapere tu come ti sei fatto quegli sfregi> Un po' più sciolto nel parlare col moro, per quanto si percepisca comunque che non sia un gran chiacchierone. Lo sguardo resta sulle cicatrici dell’altro per qualche istane, prima di osservare le mani della tirocinante. La mascella s’irrigidisce di nuovo, visibilmente nervoso <Devi toccarmi per fare… quella roba?> Le parlerà senza il rispetto dovuto, ma d’altronde l’ha avvisata, non è in grado di mostrarne, con le parole. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] Quelle reazioni quasi nervose ai movimenti della nanetta le fanno intuire sempre più che quei due non siano esattamente a proprio agio all'interno dell'ospedale: vecchie cicatrici, poche parole, tensione di fronte a un medico. Insomma forse ha intuito perchè volessero proprio il fidanzato, magari si conoscono e preferiscono qualcuno di noto che li aiuti. Ci mette un poco a risanare la schiena dell'Uchiha, per poi spostarsi frontalmente, tornando fra i due lettini, avvicinandosi al biondo. Le mani appena utilizzate sulla schiena si sposterebbero sulla zona più conciata, quell'avambraccio che sembra aver subito un colpo diretto e molto forte. Le mani andrebbero ad avvolgersi su quell'arto nella porzione anteriore anatomicamente parlando, ovvero quella corrispondente al palmo della mano. << Qui sarà un poco più lungo il procedimento, sembra il punto più conciato. >> L'ematoma infatti è molto esteso, probabilmente vi è anche un'incrinazione delle ossa date le tinte, tuttavia nulla di irrisolvibile con un poco di riposo. Mentre lei operava tuttavia pare che il biondo l'abbia associata correttamente a quel ricordo, e si espone in qualche altro commento rispondendole pure riguardo a quella cicatrice. Non ricorda, e un impianto è qualcosa che si ricorda, il fantasma di Ryoma sparisce così come sopraggiunto e un sorriso si distende su quel visetto: << Meglio così dunque, deve essere stato qualcosa di non troppo psicologicamente segnante. >> Si lascia in congetture, i due non sembrano dei chiacchieroni ma è molto noioso operare senza fare uno scambio. Inaspettatamente sembra proprio il biondo ad essere il più inquisitorio: << No, per quanto riguarda la tua spalla non dovrò toccarti. Essendo una bruciatura per consentire alla pelle di distendersi è meglio che io non appoggi le mani su di te. >> Spiega in maniera tecnica, qualcosa che comunque colui che le sta vicino non sarà in grado di fare autonomamente: << Per quanto riguarda il Signor Matono credo che il braccio avrà bisogno di qualche altro giorno di riposo, senza sforzi eccessivi, diciamo al massimo un paio. La schiena dovrebbe essere completamente sistemata, e per la testa deve darmi un attimo. Per il mal di testa ricorrente magari può sottoporsi a degli esami successivi, qualora fosse molto invalidante per lei. >> Si rivolge con le blu direttamente al moro, infatti sta parlando di lui. << Comunque trovo che quei tatuaggi siano molto ben fatti. E' un lavoro proprio curato. >> Si slancia in commenti al di fuori dell'ambito medico, ma di una che se ne intende comunque anche di quel tratto scuro che marchia la pelle, in fondo è ciò che fa di mestiere nel tempo libero. [Se Chakra 24/30 -> Mani terapeutiche rigenerazione 8 PV a turno.][Matono: +23 pv][Shinsei: +0PV] [Sala visite 3] L'attenzione del moro ora si posa su Shinsei, quando esso và a rispondere alla domanda fattagli dalla dottoressa, osserva ora bene che i segni del passato sulla pelle sembrano esser molti, forse dovuto al suo esser attaccabrighe, o figlie di qualcosa di più oscuro, al momento solo supposizioni basate sul nulla annebbiano i suoi ragionamenti, probabilmente glie chiederebbe, ma il biondo stesso non lo rimembra, quindi sarebbe una domanda spinosa inutile da fare, magari più avanti. Nel mentre il formicolio sembra aumentare di intensità, sentendo come se la pelle cominciasse inoltre a tirare prima di diventare nuovamente pallida, emette un sospiro profondo notando che la donna si scosta e va verso l'altro ematoma presente sul corpo del moro, sull'avanbraccio, immaginava quello fosse il punto più dolente comunque. L'attenzione ora va l'attenzione su Shinsei, nonostante con la coda dell'occhio tenti di tenere sott'occhio cosa Shizuka facesse, non che dovesse far qualcosa in particolare a parte curare.<Lo saprai.> Certo per quel che riguarda Shinsei non ha grossi problemi a rivelarsi, ma per quel che riguarda la Kokketsu è ancora in quella fare conoscitiva con una persona nella quale più che altro è guardingo, la guarda male e vorrebbe allontanarsi, perlomeno è la norma per tutti.<Lo immaginavo, vedrò di non sforzarmi.> Afferma con voce neutra portando lo sguardo verso Shizuka, ora desicamente più semplice da tener d'occhio, essendo intenta a curare l'avanbraccio sinistro.<Non si preoccupi> Rifiuta pacatamente l'invito ad effettuare esami ulteriori, per ora la voglia di farsi mettere in un lettino ed analizzare e decisamente inferiore al fastidio portatogli dai mal di testa, no preferisce tenerselo di gran lunga. L'apprezzamento di Shizuka lo porta dunque a tornare ad osservare Shinsei, dal canto suo aveva si denotato i tatuaggi del biondo, ma onestamente non li aveva mai analizzati sotto il punto di vista artistico, essendo lui un cane anche a far disegni stilizzati e che il suo gusto estetico sia bello arido. La schiena comunque sembra essersi completamente ristabilita, passati circa trenta secondi dalla tecnica di cura utilizzata.<Confermo che la schiena è tornata perfetta.> Si limita a considerare, come fosse richiesta esplicita mentre denota nuovamente l'inizio del formicolio sul braccio, questa volta sembra esser leggermente meno apprezzabile, avendo fin da subito una certa intensità alta, e che gradualmente aumenta ancora, molto più fastidioso rispetto alla schiena si direbbe, storce un pò l'espressione, nulla di che comunque per qualche attimo al massimo.[Cure+23] [Sala Visite 3] Lo sguardo si concentra su quelle mani di lei, come se volesse bruciarle, con quello sguardo tagliato, animalesco, antipatico, austero. Decisamente attratto dal tentare di capire come sia possibile che lei riesca a rigenerare i tessuti tramite il chakra, quegli ematomi si riassorbono come se non fossero mai comparsi. <Mh> Risponde al moro. Giusto, scemo lui a lanciare quella domanda involontaria. In quel momento poi. Ci pensa la Kokketsu, l’unica ad avere il briciolo di cervello necessario a capire che quel posto senza neanche un briciolo di conversazione diventa un mortorio. Ai due, a dirla tutta, sembra anche andar bene la cosa. Chiusi nel loro silenzio e nei loro mugugni, in quei ringhi buttati la come se tutto contasse molto poco. Lei risponde nel modo corretto alla domanda che lui pone. Nessun contatto fisico. La mascella si rilassa un pelo. Bene. <mh> Risponde annuendo una volta. Che altro c’è da dire? Ha risposto alla domanda. E a quanto pare risponde anche alla successiva, in modo tecnico, dettagliato, esteso. Un ghigno divertito gli si staglia sul volto affilato. Sta a lui stavolta godersi il fatto di averlo ridotto in quel modo. Fino al prossimo incontro. Anche perché se il moro continuerà a fare quei miglioramenti, ci vorrà poco per capovolgere gli esiti. Ma niente se non un <mh> uscirà da quelle labbra, sospirato dal naso. La questione del mal di testa ricorrente la sente adesso, ma terrà per se le domande. Sarebbe inutile porle adesso. È il riferimento ai tatuaggi che costringe il biondo a deviare di nuovo verso il volto di lei quello sguardo nero. Sopracciglio inarcato. Non fa domande su quei tratti d’inchiostro che effettivamente permangono scuri come se fossero stati fatti da pochi giorni, sulla pelle, nonostante gli anni. Per fortuna non fa domande, perché non saprebbe rispondere <mh?> Più interrogativo stavolta, mentre le labbra si schiudono per davvero stavolta, leggermente, per far uscire un mormorato <E tu che ne sai di tatuaggi?> Domanda prima di riportare lo sguardo su quelle mani e sulla pelle di Matono che lentamente acquisisce sembianze sempre più normali. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] L'attenzione nonostante il chiacchiericcio permane su quel braccio che pare essere un poco più ostico nella cura. Il livido lentamente va via via disperdendosi ma molto probabilmente il moro sentirà la zona un poco intorpidita e comunque non totalmente ottimizzata ancora. Come detto sarà necessario permanere a riposo un altro paio di giorni senza sforzare l'arto eccessivamente per recuperare completamente l'utilizzo. Una volta finito su quella zona andrebbe a passarsi un braccio sulla fronte, sospirando appena e portando poi una mano sulla fronte dell'altro, toccandolo in maniera superficiale. << Togliamo il cornino allora e diciamo che in due giorni dovrebbe essere come nuovo Signor Matono >> Il fare è spigliato anche se sempre professionale. Sulla fronte lui dovrebbe sentire il medesimo formicolio, molto meno esteso e come una forza circolare che parrebbe agire, come a voler massaggiare concentricamente il bozzo. Contrariamente ai due presenti che sono molto meno prolissi la rossa sembra una persona normale in grado di chiacchierare ed essere esaustiva. Fortunatamente le occhiatacce gratuita che si becca da Shinsei passano inosservate, troppo impegnata a curare l'altro, però è lei ad aver attirato l'attenzione finalmente con quel commento riguardo ai tatuaggi che porta sul corpo. << Beh nel mio tempo libero lavoro in uno studio di tatuaggi qui a Kusa, in centro. >> Pubblicità gratuita, informazione di poco conto considerato che basterebbe passare di lì per scoprirlo. << Non so se lo avete notato ma il Dottor Sumi ha un tatuaggio sul polso. Quello è opera mia. >> E' lei a nominare il fidanzato, lo fa in maniera distaccata, lasciando alla mente dei due il collegamento con quel Kan che loro stavano cercando, in fondo la tipa all'ingresso lo aveva menzionato nello stesso modo, bisogna vedere se i due fanno due più due nella maniera corretta. [Se Chakra 23/30 -> Mani terapeutiche rigenerazione 8 PV a turno.][Matono: +31 pv][Shinsei: +0PV] [Sala visite 3] Le domande della donna e le considerazioni rivolte a Shinsei ricevono ancora meno parola di quelle che lui stesso aveva lasciato andare, non sono molto di compagnia, un pò per carattere e un pò per essere entrambi in dei momenti di merda, a dir poco, almeno a tener in ordine la testa. L'espressione e lo sguardo del moro difatti non cessa si essere sempre sul chi va là, certo sembra rassenerarsi leggermente quando nota che l'ematoma sull'avanbraccio si schiarisce piano piano fino a tornare del consueto pallore caratteristico del moro. Quando si rivolge nuovamente a lui, fissa negli occhi Shizuka, fitto, come se la studiasse.<Ok grazie.> Cornino? L'espressione di Matono si tende, interrogandosi, non afferra il significato al volo restando attonito per qualche secondo. Nota un segno di fatica dopo aver eseguito il secondo ciclo di cure, annota mentalmente la cosa, curare sembra esser dispendioso in termini energetici. Mentre lei si avvicina la fissa finchè non è con le mani imposte, dunque chiude gli occhi e e li tiene chiusi per tutto il tempo che ella agirà sulla sua fronte, ove si sta presentando lo stesso formicolio delle ultime due volte, si limita giusto a catturare con l'udito le eventuali affermazioni di Shizuka o meno probabilmente di Shinsei. Viene a sapere del secondo lavoro della dottoressa, non ha mai pensato a farsene uno, e decisamente nella sua tabella di marcia non c'è spazio per pensarci. Poi nomina il dottor Sumi, non gli è precisamente chiaro se la donna si riferisca a Kan non conoscendone direttamente il cognome, si toglierà il dubbio chiedendo a Shinsei in separata sede. Nel mentre ormai abituato al caratteristico formicolio, considera che tutto sommato venire non è stata una cattiva idea, giusto il sopportare l'ambiente ospedaliero, e farsi imporre le mani da una sconosciuta, però la celerità e l'efficacia delle cure fatte da un medico piuttosto che da lui stesso è piuttosto alta, è combattuto, nel dubbio meglio evitare di scassarsi così tanto di nuovo.[Cure +31] Ancora indicazioni per Matono da parte della Kokketsu, puntualmente ignorate dal biondo come è giusto che sia. Matono non fornisce utili spunti alla conversazione, così ci pensa di nuovo la Kokketsu a salvarli dall’impaccio. Compare uno studio di tatuaggi. Notizia nuova a dirla tutta, che giustifica a pieno quella conoscenza dei tatuaggi. Eppure non fa ulteriori domande. E quella informazione verrà registrata e archiviata con un ennesimo <mh> sospirato dal naso appuntito, annuendo una volta, piano E per fortuna lei ha modo di aggiungere qualcos’altro, altrimenti l’azione sarebbe durata due righe, visto il mutismo che affligge entrambi. Si prende quelle parole senza guardarla, concentrato su quell’imposizione delle mani. Ma il cervello lavora. In realtà dovrebbero avere entrambi sufficienti elementi per collegare il cognome “Sumi” alla figura di Kan, dal momento che hanno nominato il medico di Konoha per nome alla reception, ma la signorina dall’altra parte ha risposto nominandolo per cognome. Un’informazione che dovrebbe bastare. Lui tra l’altro ha delle informazioni in più, da quella rossa tutto pepe che sia il moro che il biondo hanno imparato a conoscere. Informazioni che a tutti gli effetti richiedono una conferma, e così le labbra si schiudono <Perché tu conosci Kan?> Quattro parole, è più o meno la media delle parole che riesce a rivolgerle per ora. È sempre difficile con gli sconosciuti. Potrà sembrarle molto diretta la domanda, ed effettivamente lui non fa niente per ammorbidirla. Purtroppo è fatto così. Solo per il momento in cui pone quella domanda, lo sguardo nero si pianta sul volto di lei, curioso di intercettare le reazioni che quella domanda suscita dal punto di vista emotivo. Si sa, gli occhi difficilmente mentono. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] Si sente decisamente osservata dall'Uchiha, sembra quasi che non sia abituato a usufruire dell'aiuto di un medico e che in generale non si fidi di lei. Un poco il silenzio mantenuto e un poco quegli sguardi da parte di entrambi la portano a pensare che sia per via del cognome che porta, in fondo la maggior parte del mondo non è così a favore di quel suo Clan associato ai demoni. Questo paradossalmente la spinge ad impegnarsi forse di più ancora in ciò che fa. Effettivamente la botta in testa non è così forte dall'aver causato qualche lesione interna, che eventualmente dovrebbe essere stata aiutata nel recupero dal tonico che lui ha ingerito. Dopo un poco di tempo la mano poggiata sulla fronte di lui verrebbe abbassata, con conseguente sorriso verso il moro, nonostante quello sguardo visibilmente sospettoso lei non abbasserebbe mai il proprio, in fondo non ha nulla da nascondere. << Direi che è quasi come nuovo ora Signor Matono. Mi raccomando riposi ancora un paio di giorni e se dovesse avere ancora qualche problema venga pure in ospedale per un ulteriore controllo. >> Detto questo andrebbe a circumnavigare il lettino dell'altro malato, portandosi posteriormente al biondo per poter intervenire sulla parte posteriore della spalla destra, in particolare la scapola. Però mentre chiacchiera quasi da sola, dalle labbra riesce a tirar fuori qualcosa che smuova il biondo. Il tono di lui in quella domanda è indecifrabile, non sa se prenderla come interesse o come domanda indagatoria, quel tipo sembra così duro e diretto che è difficile comprendere se sia ostile o meno solo dal tono. Decide di optare per la via più pacifica e quindi rispondere in maniera quasi divertita: << Beh io sono la sua ragazza! >> Come se fosse la cosa più ovvia del mondo quella frase viene fatta scivolare con un sorriso, mentre le mani femminili andrebbero a imporsi a una distanza minima dal corpo del tatuato, lasciando che il Chakra distenda quella pelle e la rigeneri. Anche lui ora dovrebbe sentire un leggero formicolio, associato tuttavia a un leggero senso di freddo, come se quella zona si stesse rinfrescando. << Però ora sono curiosa. Come fate voi due a conoscere Kan? >> La domanda viene posta in maniera spensierata, in fondo loro possono intuire che quella notizia le arriverà in ogni caso appunto proprio dal medico che stavano cercando. [Se Chakra 21/30 -> Mani terapeutiche rigenerazione 8 PV a turno.][Matono: +39 pv][Shinsei: +0PV] [Sala visite 3] La domanda di Shinsei torna utile anche a Matono, d'altra parte entrambi seguono bene o male le stesse piste. In ogni caso Matono perdura a guardarla anche mentre sorride, prova ad ammorbidire l'espressione in segno di ringraziamento oltre a portare verso di lei un piccolo cenno con il capo che va verso il basso, una specie di ringraziamento. Rialzandosi si tocca curioso la fronte, denotando che non vi è più dolore ne fastidio, e senza soprattutto l'effetto visivo.<Mi sento decisamente meglio, ti ringrazio.> Cerca di dare un po di colore al tono finora quasi sempre piatto, cercando di risultare un po più riconoscente. Poi si stiracchia piuttosto visibilmente e senza curarsi troppo di esser visto, emettendo qualche leggero rumore prodotto dalla gola. Riposizionandosi giusto in tempo per sentire quanto afferma Shizuka, la sua compagna dunque era la stessa persona di cui aveva sentito parlare. La guarda, non vede nulla di strano nella ragazza, almeno finora.<Io solo di nome.> Ammette placido, attendendo di sentir quanto avrebbe detto Shinsei, anche perchè quello che davvero lo conosceva direttamente era il biondo, Matono si è solo accodato a lui. Attende qualche secondo prima di arrivare addirittura a fare una domanda, e non limitandosi unicamente a rispondere ad eventuali imbecchi esterni, spingendo la propria socialità al massimo possibile.<Perchè curi la gente?> Domanda curioso, di punto in bianco, fissandola sempre nei pressi degli occhi, quando possibile direttamente in essi, ma con un fare decisamente più morbido rispetto a prima, una sorta di sguardo neutro, ne negativo ne positivo. Curare è un impegno piuttosto pesante, quindi star a sentire una motivazione riguardante rappresenta un improvviso interesse, finora qui restato piuttosto piatto e caratterizzato dall'uso ben raro della parola. Certo non si aspetta che gli risponda per forza, una domanda così diretta ad una sconosciuta, portata però con una sincera curiosità.[Cure +39] A naso si potrebbe dire che l’unica persona curiosa in quella stanza sia proprio la Kokketsu, seppur anche Matono pare a un certo punto appellarsi a tutta la voglia di parlare che ha. Probabilmente lo rivedremo parlare dopo natale. Ma andiamo con ordine. È l’affermazione della Kokketsu che interessa al biondo, la risposta alla sua domanda. La analizza con lo sguardo. Risposta sicura, con un velo di ironia, entrambi segni di una relazione stabile, almeno secondo lei. Non ha dubbi. Quindi è lecito pensare che si fidi di lui. Tutti i tasselli tornano. Le informazioni combaciano, il puzzle si completa. Lei è esattamente chi sospettava che fosse. Non paga, chiede. Da brava curiosa qual è. E Matono se ne lava le mani, giustamente, non l’ha mai visto. Sta al biondo dunque rispondere. Si schiudono con lentezza le labbra sottili <L’ho incontrato la prima volta in quel locale di spogliarelliste, Ochaya mi pare> Oddio, una frase di più di cinque parole… una fata muore ogni volta che succede. E non ha finito. <L’ho conosciuto meglio all’ospedale di Konoha> commenta semplicemente senza guardarla, anche perché lei lentamente si sposta, finendogli di alle spalle. Potrà notare i muscoli sotto la pelle guizzare energici come serpenti sotto la pelle e tendersi come cavi d’acciaio. È nervoso <Non mi devi toccare.> Impone di nuovo, con voce notevolmente più fredda. Potrà notarlo lei, con le mani che iniziano a stringere con forza i bordi del lettino. Resterà in tensione fino alla fine del procedimento. Ma quello è un riflesso automatico. La mente intanto galoppa, sopportando quel formicolio che per lui, con quella sensibilità cutanea, diventa proprio un leggero fastidio. Ragiona sul fatto che ora è molto più chiaro il motivo per cui l’albino si sia trasferito a Kusa. Ma ripercorrendo quella conversazione, ora una domanda è venuta in mente anche al biondo. Sicuramente diversa da quella del moro, ma almeno la povera tirocinante si troverà di colpo con ben due domande alle quali rispondere <Perché eri in quel locale con quel bell’imbusto della Shinsengumi?> Nobu. L’ha conosciuto. Anzi, quando se n’è andata lei, erano quasi uno contro l’altro. Dalla sicurezza con la quale ha risposto non può che emergere quel dubbio. Ci sarebbe dovuto essere anche Kan. O magari no. Curisosità che galleggiano nell’aria. [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] Che sia la cura ultimata o il fatto che conoscano qualcuno entrambi ma pare che il Moro faccia del suo meglio per sciogliersi un pochino. La prima cosa che la rossa nota è il passare dal lei al tu, molto più diretto e personale. Uno dei primi obbiettivi per un buon medico è quello di far sentire i pazienti a proprio agio, così che si sentano liberi di tornare a farsi curare. Lei è avvantaggiata in questo compito dall'altezza esigua che la rende tendenzialmente molto dolce alla vista, cosa che viene poi associata ai modi affabili e alla professionalità. Quel ringraziamento che arriva, con quel movimento del capo la fa estremamente felice, tanto che l'Uchiha vince un sorriso ben più ampio e un brevissimo: << Non c'è bisogno di ringraziarmi, è stato un piacere essere d'aiuto! >> E' proprio ciò che la porta a muoversi verso Shinsei e la sua bruciatura. Il fatto che il più bassino dei due sia più accomodante nei confronti della Kokketsu sembra dare un poco più di apertura anche all'altro che a quanto pare è quello che conosce meglio il Sumi. Si esprime in due incontri, uno rivolto all'Ochaya, che lei associa a chissà quanto tempo indietro dato che a dire dell'albino non ci mette piede da un bel po', il secondo invece in ospedale a Konoha. Le labbra si schiudono automaticamente, pensando ad alta voce: << Strano perchè non risultava una cartella a tuo nome. Non sei stato li come paziente vero? >> E' stato automatico il pensiero, probabilmente una domanda fastidiosa per il biondo burbero. Lui sembra molto più teso anche davanti alle cure, Matono non si è divincolato o infastidito tanto quanto il tatuato. << Ti ho già detto che per questa procedura non è richiesto che io ti tocchi, comunque almeno per le cure dovresti adeguarti un poco. Un medico non tocca mai un paziente per infastidire ma solo per portare beneficio. >> Già, per quanto lui non apprezzi essere toccato alle volte è necessario, chissà dove trova la lingua di parlare così a un tipo che la supera di quaranta centimetri. Ciò che tuttavia la stupisce di più è la domanda dell'Uchiha, che la fa arrossire un poco, lo sguardo rivolto alla pelle rigenerata di Shinsei: << Veramente è stato un caso che scoprissi questa abilità, mi sembrava uno spreco non sfruttarla. >> Il tono è sensibilmente meno alto di prima come se quella risposta fosse più intima e personale: << Poi è diventata una questione di riscatto personale. Kagegakure non vede di buon occhio il mio Clan. Voglio dimostrare al mondo che non necessariamente chi ha il sangue nero è una brutta persona >> Già è un motivo egoistico quindi, non per bontà d'animo, non perchè le piace vedere gli altri felici, ma per portare avanti un ideale. Sembra tuttavia che l'esporsi di uno porti anche l'altro a fare la medesima cosa, mentre le mani della ragazzina si spostanolateralmente su quella spalla, sempre senza sfiorare l'epidermide. << In realtà è stato l'Agente a offrirmi il posto, io ero li per prenotare una stanza ma non c'erano posti liberi. Quando stavo per tornarmene a casa ha iniziato a piovere e quel tipo si è prima lavato sotto l'acqua e poi mi ha portata a cantare con loro, lanciandomi addosso pure il suo cappotto, ero vestita un poco leggera. >> Spiega senza troppi problemi, in fondo non c'è granchè da nascondere, è stato solo un caso, che l'ha portata se possibile più vicina al superamento di un fastidio personale riguardo la Shinsengumi. << Eri anche tu alla ricerca di una sala? >> Domanda curiosa, in fondo le sembra una roba abbastanza scontata. [Se Chakra 20/30 -> Mani terapeutiche rigenerazione 8 PV a turno.][Matono: +39 pv][Shinsei: +8PV] [Sala visite 3] Anche Shinsei sembra essersi sbloccato vocalmente, alla fine era costretto anche perchè il moro si era defilato dalla domanda della ragazza, però e anch'esso curioso di come, ascolta Shinsei dar le sue spiegazioni per poi irrigidirsi al momento nel quale Shizuka si avvicina, se la aspettava quel tipo di reazione a dirla tutta, infatti il moro sembrava curioso di vedere come si sarebbe svolto il ciclo di cure, fissa la mano di Shizuka continuando ad agire sulla ferita del biondo, nota come essa sembri ritrarsi in se stessa a vista d'occhio, senz'altro ancora gli risulta affascinante da vedere. L'avviso lanciato dal biondo comunque ne denota chiaramente che non è affatto rilassato, sembra come sul punto di saltare sul soffitto, se per caso dovesse essere toccato, anche da una mosca di passaggio. Nota come poi abbia deciso di accompagnarlo nel fare una domanda alla donna, si sono sbloccati assieme insomma. Sente le rassicurazioni di Shizuka, per curiosità dunque lancia un occhiatina fugace a Shinsei per verificare se abbiano avuto qualche effetto, prima di tornare con gli occhi poco sopra verso Shizuka, nota reagire arrossendo alla sua domanda, imbarazzo probabilmente, ma non identifica il motivo di questo, continua a cercare di carpire qualche reazione espressiva tenendola sempre in vista<Pensi che aiutare gli altri aiuti in superare questa diffidenza.> Afferma, anche se sembra farlo quasi a se stesso, alza le spalle e sbuffa.<Quello che importa è quello che fai tu come singolo non quello che è stato fatto da altri.> Sembra più una critica alla sua situazione, non una a lei direttamente, parla decisamente in maniera strana quella serata.<Quindi tu non sei una brutta persona?> Domanda ancora, anche questa volta piuttosto criptico, non si aspetta nemmeno ora una risposta in realtà, ha lasciato andare la domanda così come gli era uscita dalla mente, dritta fuori dalle labbra, incrocerebbe le braccia restando a fissare Shizuka mentre perdura nel curare uno Shinsei che sembra una coca cola agitata in una lavatrice. Decisamente peggio di quello che ricordasse, che sia il caso di muoversi con queste sedute, magari gli danno anche una maggiore calma rispetto a questo genere di azioni, come il parlare o avere contatti, seppur minimi con altri umani. Per il resto fa vagamente attenzione a quanto parlottano poi i due riguardo l'Ochaya, essendo terreno d'interesse anche quello a dirla tutta, informazioni che però finora non sembrano poter essere utili alla causa. [Sala 3] Non si dedica al parlato verso Matono, che ignora, la supposizione che lei fa e corretta, così scuote il capo, che in questo caso non è diniego ma conferma, visto che è lei ad aver supposto una negazione, e aiuta con un <No. questa è la prima volta che metto piede in un ospedale per farmi curare> Commenta breve, ma per i suoi standard nemmeno troppo. È ancora la tirocinante ad attirare la sua attenzione, nel modo più sbagliato possibile. Le mani si stringono al punto da far cigolare la pelle imbottita, li ai bordi del lettino, mentre lui drizza la schiena e volta lentamente il capo, fino a donarle il profilo, poggiando un solo occhio, dal taglio sottile, d’iun color nero assoluto, su di lei <Doc> gelido, schiudendo le labbra <Se non mi stessi “adeguando”> Sibila quella parola, non ti avrei lasciata avvicinare nemmeno a un metro da me.> è una fredda, lucida costatazione dei fatti. Starebbe a lei comprendere quanto profondo sia il disagio della persona che ha davanti nel farsi toccare, e quanto grande sia lo sforzo nel farla avvicinare così. Si volta di nuovo, lentamente, lasciandola fare e concentrandosi un po' sul sopportare quello che, alla fine, è solo un fastidio, un po' nell’ascoltare le risposte. Quella della stessa dottoressa arriva poco dopo. Completando una storia che aveva udito solo a metà. <Mi mette tensione stare con quelli della Shinsengumi> Spinge quel pensiero fuori, non chiesto da nessuno, così a caso. Certo dipende dal tipo di tensione. C’è membro e membro, per dire. Eppure quel giorno non si è sentito affatto a suo agio. C’è da dirlo, quel bell’imbusto che ha incontrato non gli ha lasciato affatto un buon ricordo. Nel frattempo, mentre ricorda, gli arriva anche la domanda di lei <mh? No, cercavo una persona> Ammette semplicemente, senza dilungarsi in dettagli inutili.[Cure: +8 PV] [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] La sincerità paga quasi sempre più di ciò che ci si aspetti. Le mani non toccano mai la pelle di Shinsei che tuttavia torna ad avere un aspetto perfetto, come se nessun fuoco l'avesse mai scalfita. Tuttavia pare che quella procedura per lui sia decisamente insopportabile, come un cane randagio pare essere veramente in difficoltà nel relazionarsi alla gente, sembra decisamente aggressivo e in tensione, come se avere qualcuno accanto lo indisponesse. Non commenta e anzi decide di dare più peso alle parole di Matono che attira l'attenzione di lei più del biondo; che sia attratta dagli Uchiha per qualche strana ragione? Questo non è dato sapersi, tuttavia le parole del ragazzo la fanno sorridere nuovamente, trovando un nuovo punto in comune. Avendo finito sulla spalla di Shinsei tornerebbe verso il moro, mani che si poggerebbero nuovamente su quel braccio, spendendo ancora un poco del suo potere su di lui, eliminando totalmente l'affaticamente su di esso: << Su questo siamo d'accordo Signor Matono, io credo che indipendentemente dal nostro corredo genetico, ognuno possa fare quel che desidera e crede sia giusto. Un Clan non può essere messo al bando per le scelte di un singolo. >> Quelle parole sono esattamente quello che pensa, in relazione a chiunquem ed ora anche alla Shinsengumi. Alla successiva domanda tuttavia si troverebbe alquanto stupita, non sa bene come rispondere: << Credo sia qualcosa di soggettivo. Io credo di fare del mio meglio per non esserlo, ma ognuno ha dei difetti. Potrei non piacere a tutti. >> Lo sguardo si posa su Shinsei che evidentemente non ha accolto di buon grado la vicinanza della Kokketsu seppur ella gli abbia portato solo beneficio. Quando però al gigante sfugge quel commento nei riguardi della Shinsengumi le sfugge una risata vera e propria: << Scusa, ma anche io ho qualche difficoltà a interagire con i membri della Shinsengumi in maniera rilassata. >> Un punto in comune più definito che non la conoscenza dell'albino, peccato che i due vadano d'accordo con persone diverse di quella corporazione. Non domanda altro al tatuato, cercando di terminare completamente anche il lavoro sull'arto del moro. [Se Chakra 19/30 -> Mani terapeutiche rigenerazione 8 PV a turno.][Matono: +39 pv][Shinsei: +16PV] [Sala visite 3] Nota che i sentimenti riguardo la Shinsengumi e lo stesso governo siano meno positivi in giro per il villaggio di quanto lui stesso non pensasse, a dirla tutta qualcuno che difendesse la situazione non l'ha ancora trovato a dirla tutta, non che le autorità possano fare qualcosa riguardo questo sentimento in alcuni, ma nemmeno sta tentando di arginare il fenomeno in qualche modo.<Così come il singolo non va messo al bando perchè facente parte di un clan.> Le replica per completare la frase da lei iniziata. andando dopo qualche secondo ad aggiungere infine.<Una persona intelligente lo sa di per se> Infatti resta ancora guardingo nei confronti di Shizuka, nell'espressione e nello sguardo, certo non perchè essa sia un Kokketsu comunque ma meramente come semplice essere umano, che poi appartenga ad un clan maledetto o meno, questo Matono non lo sa, non conoscendo precisamente la storia del clan del sangue, ma soprattutto perchè non glie ne può fottere di meno da dove vieni nel giudizio personale almeno, per quel che riguarda la domanda diretta sull'esser cattivi o meno, ne analizza la risposta, sembra portata piuttosto sinceramente, quindi sulle prime non vedrebbe in Shizuka persona da trame oscure alle spalle, ha portato alle sue orecchie una risposta piuttosto normale in fondo.<Le persone con un problema con le autorità sono molte.> Considera aggiungendo alla lista anche Shizuka, essendo stata lei ora a sollevare la questione Shinsengumi, anche se a dirla tutta anche nei suoi stessi componenti, a parte uno , che fosse cosi in linea con la visione di "legalità" governativa. Nonostante possa non aver ancora la minima fiducia nella ragazza, raccogliere informazioni sul malcontento, anche dovessero volerci anni, resteranno un buon investimento, inoltre non era stato poi così traumatico farsi curare, certo eviterà di doversi ritrovare in tale situazione, se lo è già ripetuto tra l'altro, ma meglio piantarselo bene nel cervello.<Comunque lasciamo perdere> Forse meglio non farsi portare a far discorsi sovversivi in mezzo ad un ospedale. Non v’è una risposta. Forse meglio così. Non ha intenzione di esporsi di più sull’argomento. Si limiterà a sopportare quanto deve. È li per quello, dopotutto. Le chiacchiere s’infittiscono tra il moro e la tirocinante. Li lascia a civettare amabili sui massimi sistemi. È la risata di lei a riportarlo alla realtà, di nuovo torna a buttare un occhio dietro di se, un sopracciglio inarcato. Strano sentirla ridere, ancor più strano sentirla concordare con lui. È un pensiero pericoloso, quello che ha espresso, volendo. Eppure a quanto pare non in quella stanza <mh> Morora basso sentendola d’accordo con lui. Un’altra persona. Un altro ninja che non è d’accordo. C’è da rifletterci, e lo fa Matono per lui. Mentre lui, d’istinto, appena la sente allontanarsi, vola ad ampie falcate ad afferrare la sua felpa e ad indossarla di nuovo, maniche lunghe tirate su fino a oltre il gomito, zip chiusa fino a metà. E ora può rilassarsi di nuovo Osserva lei dedicarsi di nuovo al moro. E ascolta le parole di lui <è l’autorità che ha un problema con un po' troppe persone.> Commenta semplicemente lasciando poi cadere il discorso. Come Matono vuole. Ne cerca lo sguardo per un lungo attimo, li accanto all’attaccapanni <Ti aspetto fuori. Ho bisogno d’aria.> Come se fosse stato in apnea tutto il tempo, afferrando con violenza la maniglia della porta ed imboccando l’uscita, ma prima di scomparire si ferma un secondo. Uno sguardo alla tirocinante, le labbra si schiudono <Ciao Doc.> e quando mai a ringraziare. Molto, molto difficile, soprattutto quando l’ha sentita rispondere con un “non c’è bisogno” al ringraziamento del moro. Non si sprecano i grazie per chi non ne ha bisogno. Matono lo troverà sulla scalinata d’ingresso, pronto ad avviarsi con lui al distretto di Oto [END] [Ospedale di Kusa - Piano terra - Sala Visita 3] Matono non fa altro che completare il pensiero di lei, trovandosi decisamente in linea con quelle parole, tanto da convincerla a sottoporlo a un ulteriore infusione di Chakra, per terminare completamente quel lavoro. << Beh non direi che ho un problema con le autorità. Il mio ex ragazzo mi ha mollata perchè 'il lavoro' era più importante. Caso vuole che il lavoro fosse la Shinsengumi. >> Usa le virgolette per sottolineare quella parola, disegnandole in aria e lasciandosi poi a un commento impersonale riguardo a un altro componente di quella sorta di polizia. << Pare inoltre che un altro dei suoi membri mi abbia preso in antipatia. Ma come hai detto tu, non si può fare di tutta l'erba un fascio no? >> Già a questo era arrivata dopo quella serata al Karaoke con mezza Shinsengumi ubriaca a cantare le Spice Girls! Evidentemente la risposta della Kokketsu è meno aggressiva di quella del biondo che come un fulmine recupera i suoi indumenti non appena viene lasciato libero. Inoltre si allontana rapidamente anche dalla stanza senza ringraziare delle cure ricevute, non che se lo aspettasse, in fondo sono venuti lì per quello e per Kan. Tuttavia riceve un saluto al quale risponde cortesemente: << Ci vediamo Shinsei! >> Sa che la cosa non ha molte probabilità di essere vera, ma se è un amico del Sumi potrebbe pure capitare. La tecnica viene poi interrotta, un ulteriore sospiro le esce dalle labbra, per la stanchezza di quella chiacchierata e di quel lavoro perdurato. Si allontanerebbe dall'Uchiha, lasciandogli modo di rivestirsi e recuperando dalla scrivania un foglietto di carta, sul quale andrebbe a scrivere il proprio nome e cognome oltre che il numero di telefono. Lo sguardo blu verrebbe poi rivolto verso l'unico rimasto, porgendogli quel pizzino: << Qui c'è il mio numero di telefono. Se lei o il suo amico aveste bisogno di un medico io effettuo prestazioni anche a domicilio. >> Già il loro nervosismo per quel luogo era visibile anche a un cieco. << Sempre che non vi piacciano le cicatrici così tanto >> Ci scherza rivolgendogli un sorriso. << Inoltre Shinsei potrebbe essere più incline a farsi avvicinare sempre dalla stessa persona che non un medico diverso ogni volta. Anche se non ci conto molto! >> Non fa ironia, ha intuito le difficoltà dell'altro nel rapporto interpersonale, però vuole cercare di venirgli incontro qualora ne sentisse il bisogno. << Stia comunque attento con quel braccio anche se ora dovrebbe essere completamente a posto. Se possibile beva molto latte! >> Attenderebbe quindi il fare di lui, non certa che accetti quell'offerta fatta su due piedi. In ogni caso qualora lui si fosse allontanato avrebbe rivolto la sua attenzione al computer, per compilare le cartelle cliniche dei due, inserendo i vari dati. [Chakra 19/30][Matono: +47 PV][Shinsei: +16PV][// END (?)] [Sala visite 3] Il punto di sopportazione di Shinsei sembra esser stato superato, infatti dopo la risposta piccata alla sua affermazione, cerca di guadagnare la porta quanto più velocemente può lamentando un bisogno d'aria, non fatica a crederlo guardandolo uscire dalla porta in tutta fretta.<Tranquillo arrivo.> Nel mentre Shizuka starebbe ultimando del tutto le cure sull'avanbraccio sinistro, i passi di Shinsei lungo il corridoio si perdono e scompaiono ma da per certo che lo troverà subito fuori il delimitare dell'ospedale, a lanciare qualche lattina a terra guardando brutto i passanti. In ogni caso nel mentre Shizuka va avanti con il pensiero, certo non era proprio quello che immaginava con problema con le autorità quello espresso ora da Shizuka, ma poi lascerebbe stare come detto l'argomento andando avanti, annuendo riguardo il pensiero espresso sul non fare qualunquismo, d'altra parte era il pensiero portato dal moro poco prima. Ormai le cure sono terminate, dunque Matono scende ora dal lettino, andando a rimettersi la maglietta abbastanza velocemente, dunque sospirando tornerebbe a voltarsi verso Shizuka, poggiando le mani al lettino ove pocanzi era seduto.<Lo prendo e ne terrò conto, non saprei dirti se le cicatrici ci piacciono o meno, quel che è sicuro e che non ci piacciono molto gli ospedali.> Dunque andrebbe a cercare la sua fidata matita masticata, ed il suo riciclatissimo pezzettino di carta scrivendo il contatto della ragazza, prima di reintascare il tutto nella borsa posta sul fianco destro. <Potrebbe essere un idea, nel caso potremmo rivederci.> Non conta molto sul fatto che Shinsei possa voler genericamente tornare in ospedale nemmeno Matono, d'altra parte se sarà costretto potrebbe esser considerabile quella strada, si vedrà.<Non si preoccupi grazie ancora.> Sforza un espressione un po piu morbida, ci prova perlomeno prima di far per guadagnare a sua volta l'uscita dalla stanza.<Beh ciao> Saluta prima di ripetere il cenno con il capo fatto anche prima, e dunque andar con la mano destra a prender la maniglia, aprirla ed uscire dalla stanza, raggiugnendo l'esterno dell'ospedale con passo piuttosto frettoloso, ritrovando Shinsei alla fine della discesa d'entrata, come aveva immaginato calciava lattine.<Andiamo va.> [END]