Indagini a Kiri con il raffreddore

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13:57 Shizuka:
  [Camera di Shizuka] Si è messa a riordinare la camera come promesso, il primo grande lavoro è quello eseguito sulla scrivania che viene riportata a uno stto di normalità, tutti i fogli dei diesgni in corso ordinati su di un lato, le matite ben disposte all'interno dei contenitori, i libri relativi alle arti del disegno e della pittura sono disposti ordinati e visibili proprio su di essa, il pc è spento un portatile abbastanza datato ma che il suo lavoro continua a farlo. Il letto da una piazza e mezza è stato rifatto, i vestiti di troppo sulla sedia sono stati riposti nell'armadio o messi nel cesto della roba da lavare. Su di una parete si presenta questo grande armadio di colore marrone, stessa tinta della scrivania e della struttura del letto, le coperte sono di un colore azzurro, con qualche richiamo floreale. Alla finestra sono poste candide tende che celano sguardi indiscreti dall'esterno. Davanti alla scrivania c'è questa confortevole sedia che la aiuta a sopravvivere ai lunghi periodi che passa li a disegnare, una lampada fa capolino accanto al portatile. Una libreria troneggia accanto alla finestra, sul lato del letto, piena di libri e oggettistica della ragazzina, compresi qualche peluches infantile. Rispetto alla volta precedente il basos è stato riposo accanto all'armadio in una custodia, ben protetto, sul muro appesi diversi disegni, fra i quali spiccano: il proprio ritratto, quello che a suo tempo aveva ricevuto da Ryoma, il ritratto di Ryoma stesso, con quelle ali fatte di sangue nero per poter volare, che non era mai riuscita a consegnargli, il ritratto della Kokketsu fatto da Kan, con quella parola scritta in alto "L'Unica" e infine anche quel ritratto multiplo di Shiroyuki, quelle quattro versioni della stessa persona con accanto una ragazzina rossa intenta a disegnare. Non era più stata invitata al matrimonio con Sango, ma forse questo era stato il volere della sposa dato che a quanto pare lei non le risultava particolarmente simpatica. Riuky è in casa, mentre sua madre è fuori dal mattino per un qualche impegno strano con i capoccia del villaggio, anche il padre tuttavia pare sia in procinto di uscire, infatti si trova in ingresso intento a indossare un paio di scarpe comode.

14:18 Kan:
  [Pressi Ingresso] La strada verso il distretto kusano è oltrepassata con facilità dall'albino il cui sguardo è fisso sullo smartphone in attesa di risposta a un messaggio importante. Nuovamente ha contattato quella ballerina dell'Ochaya per comprenderne lo stato di salute, porle qualche domande sulla questione discussa il giorno prima con Shinsei. Molto vi è in ballo, molte le domande nate nella mente del genin, gran parte delle quali nei confronti di quel locale notturno le cui attenzioni vengono attirate da ben più di qualcuno. Inoltre attende persino un riscontro da parte di Akaya o un messaggio di qualche genere proveniente da Furaya, più nulla ha saputo sulla questione lasciando accrescere in lui il desiderio di scovare nella Nara una possibile alleata per la liberazione del mondo esterno, per la caccia al demone, necessario all'assoluzione di tal scopo. Tanti i pensieri, forse anche troppi mentre la direzione è quella della casa della nanetta verso la quale si sta dirigendo con passo piuttosto svelto, incuriosito dal messaggio da ella lasciato, qualcosa risulta accaduto ma cosa, non è dato saperlo. L'odierno outfit del bianco è profondamente diverso dal precedente, esattamente come ogni volta in cui sceglie di cambiare stile. Questa volta ha optato per qualcosa di sobrio ma allo stesso tempo delineando i tratti della propria personalità limando quell'eccentricità iniziale. Calzari di scuro grigio discendono lungo gli inferiori arti ricoprendoli nella loro interezza, partendo dalla vita per giungere poco sopra la caviglia; marroncina la cintura intorno alla suddetta vita con fibbia nera per tenerli sollevati mentre un paio di alti stivali, del medesimo colore della cinta, ricoprono piedi risalendo fino a metà polpaccio inserendo in essi quei calzari. Al di sopra della caviglia due piccoli cinturini per tenere stretta la calzatura. Di un grigio estremamente chiaro, quasi bianco, è la maglietta a maniche corte a ridosso del busto la quale mette in evidenza il fisico del giovane, non scolpito ne tantomeno delineato alla perfezione, solo il giusto per poter risultare in forma con un minuscolo spacco a V all'inizio del petto. Al di sopra del tutto è posta, per concludere, una cappa dal colore nero all'esterno e dal rosso all'interno; una scelta di colori estremamente peculiare da parte del genin. Essa presenta una mantella la cui lunghezza tocca le caviglie, maniche lunghe a ridosso del palmo, un cappuccio tenuto abbassato, ovviamente all'indietro e tre laccetti sul petto le quali tengono uniti i due lati della suddetta veste. Bianca chioma dalla forma volutamente spettinata e un portaoggetti, con all'interno fuda e inchiostri speciali del clan, legato alla cintola, concludono il tutto. Si sofferma dinanzi alla porta d'ingresso dell'abitazione Kokketsu, destrorsa sollevata premendo sul campanello, lasciandolo suonare all'interno annunciando la propria presenza. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali][Outfit Cappa 3: https://i.pinimg.com/originals/57/01/b4/5701b4a12a678081f67b25092d155234.jpg]

14:30 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Corridoio] Indosso ha ancora quella pellicola che le copre gran parte del busto, in modo da proteggere il tatuaggio che ancora deve restare protetto per qualche giorno, soprattutto dopo l'acquazzone di ieri, sopra di esso nessun reggiseno ma un lunghisimo maglione di lanetta leggera di color nero, a collo alto e dalle maniche belle lunghe, che la copre fino a metà mano e fino a sotto il sedere. Le gambe sono inviluppate in delle collant nere, molto spesse e coprenti, che le tengono calde le gambe, ai piedini indossa inoltre dei calzini aggiuntivi bianchi, che la rendono un poco meno monocolore. I capelli rossi sono stati lavati e asciugati, così da ritornare in una forma decente, ma ora restano sciolti a ricoprire in parte la schiena di lei. Sul comodino si può notare una scatola di fazzoletti, inoltre il nasino della ragazza inizia a essere leggermente rosso, poichè irritato dal continuo soffiarlo. Il campanello suona e il padre che si trovava li intento a indossare una giacca di pelle sopra alla maglietta bianca a maniche corte sobbalza un minimo, andando ad aprire la porta d'ingresso ritrovandosi il Sumi sulla soglia. Il biondo Kokketsu lo squadra nel suo vestiario, giusto qualche istante prima di salutarlo con un sorriso abbastanza ampio: << Yo Kan! Non permetterle di uscire! Che quella stupida è rimasta fuori tutta la notte a prendere l'acqua! Yuki dovrebbe tornare per cena e io non ne sono certo. >> Spiegazione rapida su quali membri della famiglia potrebbe trovare in casa o meno a seconda dell'orario. << La trovi in camera, stava sistemando per te >> Gli rifila un occhiolino, uscendo dalla porta rifilandogli una doppia pacca sulla spalla, << Se mai ci vediamo più tardi! Chiudo io! >> E così dicendo gli lascerebbe modo di entrare in casa, prima di chiudere a chiave la porta alle di lui spalle. Nel frattempo la rossa dovrebbe aver fatto il suo arrivo almeno in corridoio, restando in attesa che il bianco varchi la sogli, manine giunte davanti alle gambe, sguardo colpevole di chi sa che si beccherà l'ennesima sgridata.

14:48 Kan:
  [Corridoio] L'attesa dinanzi alla porta risulta infima, quasi non fa in tempo a suonare ritrovandosela aperta con Riuky intento ad uscire. Schiude le labbra per poter proferire parola venendo preceduto dall'altro con un saluto stranamente giovanile, gioviale, inaspettato. Labbra tenute schiuse, incredulità nel volto dell'albino il quale cerca di metabolizzare il modo di comportarsi dell'altro prima di udire il seguito del di lui verbo. Serrata la mascella, Shizuka a quanto pare non è in forma dopo aver passato l'intera notte sotto l'acqua, forse è questo quello di cui vuole parlargli? Per questo si son lasciati ieri? Per farla andare a prendere acqua durante la notte? Adesso emerge quella fervente curiosità, la necessità di comprendere gli avvenimenti capaci di spingerla a tanto eppure, una parte di se, è sicura della motivazione. Svolgere il proprio ruolo di shinobi, dopotutto, ella è una kunoichi. Annuisce per quanto concerne l'arrivo di Yuki, l'assenza di lui <Tranquillo, non resto molto, stasera ho il turno di notte e devo andar via un po' prima> per quanto voglia rimanere in compagnia della rossa, quel lavoro chiama, la supervisione di Rasetsu anche. Un doppio lavoro scelto da se, un compito arduo da portare avanti eppure esso viene svolto con dovizia senza lamentela alcuna, al contrario, brama di comprendere fino in fondo quell'essere, assimilare le sue conoscenze rendendole proprie <Oh, d'accordo> ricambiando l'occhiolino con mesto sorriso, estremamente divertito dalla situazione creatasi. Quei due non assomigliano a due genitori tipici e classici, al contrario, più riconducibili a una coppia di amici molto protettivi <A dopo dunque> varcando la soglia di casa lasciando al Kokketsu il compito di chiudere la porta. Sospira gettando aria all'esterno in un veloce sospiro <Quel Yo poi deve spiegarmelo> borbotta tra se e se, dubbi posti con tono vocale leggermente più alto, abbastanza udibile da chi presta ascolto. Qualche passo viene fatto oltrepassando l'ingresso per ritrovarsi nel corridoio della dimora, per la prima volta è in quella casa senza i genitori di lei, un'esperienza del tutto nuova se non fosse che le dorate vengon posate sulla nanetta comparsa all'improvviso. Scruta la figura di lei, osserva le vesti, il nasino arrossato <Non toccarmi la schiena però> rimembrando le richieste del giorno prima <E poi stai fuori tutta la notte sotto l'acqua> gira quel coltello in una piaga già totalmente aperta <Ora, dimmi, amore mio, eri in missione? Mi volevi parlare di questo?> incrociando i superiori arti all'altezza del petto, permanendo in attesa. Serioso nel tono, palese come tali parole risultino una ramanzina. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:08 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Corridoio -> Camera di Shizuka (?)] Avendo vagamente sentito tutto il dialogo fra i due sapeva che sarebbe finita in quel modo, lo sguardo colpevole si abbassa sempre di più verso i piedi come se non fossero bastate le ramanzine infinite dei genitori ora le tocca pure quella del fidanzato. Già ci era rimasta fin troppo male per non essere riuscita a salvare quel ragazzo, in più si era raffreddata e ora pure le sgridate. << Non esattamente... >> Mugugna in sua direzione, senza avvicinarsi nemmeno di un millimetro, non lo guarda nemmeno in faccia, consapevole di non essere completamente nella ragione. << Ero contenta dopo essere uscita da casa tua e ho pensato che era da un bel po' che non facevo un giro a Kiri a curare la gente. >> Si interrompe, alzando la testina e ricercando quelle iridi dorate: << Lo faccio per impratichirmi, e a loro serve aiuto, e spesso non si fidano degli ospedali. Poi il tempo era bello... >> Boffonchia un pochino soprattutto l'ultima affermazione, testina abbassata di nuovo. << Solo che poi è scoppiato un terribile temporale e sono successe cose che non ho potuto ignorare. E' di questo che volevo parlarti. >> Di nuovo cerca di far leva sulla curiosità insita nel corpo dell'albino, scostando la conversazione da 'quanto shizuka è stata cattiva' a 'però shizuka ha scoperto delle cose strane'. Rosso crine che viene smosso indietro, capino alzato andando a cercare nuovamente le dorate: << Mi dispiace... Ti va di venire in camera? >> L'invito è semplice, senza malizia però, vuole semplicemente farlo accomodare per spiegargli il tutto e magari passare un poco di tempo insieme. Qualora lui avesse accettato lei lo avrebbe preceduto in camera da letto, andando a prendere posizione sul letto e battendo sopra di esso con la mano destra un paio di volte, così da invitarlo a prendere posto accanto a lei.

15:25 Kan:
  [Corridoio] Conserte le braccia, dorate incastonate nelle azzurre di lei, leggero il rimprovero nei suoi confronti, non è realmente arrabbiato ne lo vuole essere, solo curioso nel comprendere il motivo tanto importante da spingerla a stare sotto l'acqua tutta la notte finendo per ammalarsi. Inspira, espira, parte dell'ossigeno viene trattenuto dentro di se gonfiando appena il petto. Denota il non essere guardato, la vocina bassa pregna di colpevolezza; tale scena basta e avanza per portarlo allo scioglimento, labbra trattenute dall'esibire quel sorriso, trattiene persino una leggera risata, divertito sinceramente per il modo di porsi della Kokketsu. Palese come l'innocenza prenda piede momento dopo momento nell'animo della figurina; silente ne ode la spiegazione ricambiando lo sguardo appena risalito, osserva il visetto non perdendo alcun dettaglio di quanto viene detto, annuisce alle svariate motivazioni fornite. Comprensibili, dalla prima all'ultima, fare pratica, aiutare chi diffida da strutture ospedaliere seppur all'avanguardia, prive di rischi. Shinsei è una prova lampante, il biondo non gode di fiducia verso tali luoghi, motivo per cui non se ne sorprende per nulla, al contrario, compatisce una simile diffidenza immotivata. Lento il sospiro <D'accordo rospetta> richiamando il vecchio soprannome datole in passato, portato avanti con tono affettuoso, privo dell'intento denigratorio di mesi prima, oramai tale fase può dirsi conclusa se non del tutto morta. Bakan, rospetta, termini il cui significato risulta andato ben oltre, al di là dello sfottimento, del semplice voler bene, punti cardinali di un passato capace di portarli a quel determinato punto della vita in cui ogni cosa risulta diversa, cambiata. Scioglie l'intreccio degli arti riportandoli in maniera perpendicolare al busto, rilassato, tranquillo <Non dispiacerti, non sono arrabbiato con te> labbra estese appena mostrandole un piccolo sorriso privo di qualsivoglia emozione negativa mentre ne segue il passo verso la camera di lei. Incammina se stesso oltrepassando il corridoio, le altre stanze, sorpassa la soglia chiudendo la porta alle proprie spalle evitandole di prendere ulteriore freddo, basta quello della notte. Adagia il corpo sul materasso al fianco della rossa, nulla dice avvicinando il viso all'altrui, richiama a se quelle labbra da troppo lontano; viso spinto in quel bacio prelevato senza chiedere il permesso relegando l'importanza del raffreddore allo zero. Porta avanti quel contatto, difficile cessare, arduo impedire il continuo costringendo se stesso a quella piccola pausa. Volto allontanato <Vuoi che prepari qualcosa di caldo prima?> prima che cominci la spiegazione, prima di inoltrare entrambi in quel discorso. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:45 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Alla fine lui non è arrabbiato, l'ha scampata in maniera più semplice che coi genitori, fortunata insomma a non ricevere di nuovo una strigliata non indifferente. Le spiegazioni per lui sono sufficienti, abbastanza da perdonare quel nasino rosso e mostralre un sorriso, che le fa inevitabilmente generare un sospiro di sollievo. Lo invita in camera e insieme proseguono in quella direzione dove lui poi chiude la porta, così da evitare che ci sia troppo ricircolo di aria corrente. Lei si siede sul letto, lui la affianca e nonostante lei sia ammalata le si avvicina, senza permesso le ruba un bacio che ella ricambia in maniera spontanea, un qualcosa dettato dal piacere del contatto con il bianco. Quando lui si allontana lei fa altrettanto, lasciandolo parlare e sentendosi in parte in colpa per aver permesso a lui di avvicinarsi tanto nonostante sia raffreddata. << No non serve, Papà mi ha appena costretta a bere del latte caldo con il miele! Fammi svuotare un poco lo stomaco prima di prendere altro! >> Il tono è infantile, quasi come una bimba che si lamenta di tutte quelle attenzioni che sono imposte. Però la mano destra viene intrecciata con la gemella di lui, per poi discendere sul letto, distendendosi e costringedolo a fare la stessa cosa. Se lui l'avesse seguita in quel moto il visino verrebbe nascosto contro il petto di lui. << Mi piace come sei vestito >> Non c'entra assolutamente nulla su quanto successo la sera precedente ma purtroppo si distrae molto facilmente con lui attorno. Le braccia andrebbero a cingerlo attorno al corpo, stringendosi un poco vicino a lui, come a ricercare un poco di calore: << Comunque poco dopo lo scoppio del temporale ieri sera ho sentito l'urlo di una donna. Chiaramente sembrava avesse bisogno di aiuto, quindi ho provato a cercarla. Sono salita sugli edifici per avere una visione migliore del luogo e ho identificato un gruppetto di persone che sembravano guardare qualcosa o qualcuno. Mi sono avvicinata senza farmi notare e ho visto che era un corpo. >> Spiega sommariamente quanto successo, glissando sul fatto che un edificio fosse quasi caduto sotto i suoi piedi. << Era in una pozza di sangue Mio, qualcuno dei passanti ha detto che si muoveva ancora perciò ho dovuto controllare e mi sono lavata... >> Ecco perchè ha preso così tanta acqua per aiutare qualcun altro, uno sconosciuto che non è nemmeno riuscita a salvare alla fine. Il visino è portato all'altezza di quello di lui, lasciando che le iridi di entrambi restino in contatto durante tutto il racconto.

16:13 Kan:
  [Corridoio] Nonostante ella sia ammalata, quel bacio viene richiesto, rubato, poco è l'interesse verso quella condizione, nulli i problemi fatti nel compiere quel gesto, dopotutto non basta un raffreddore per impedirgli di toccare ciò che è suo. Quelle labbra, il visetto, il corpicino, tutto di lei gli appartiene, unico con il diretto di avanzar una simile pretesa nei di lei confronti. Cessa il bacio, la durata, purtroppo, risulta infima, il desiderio esploso ieri non è ancora del tutto passato eppure si contiene, è li per ascoltare quanto ha da dire, accogliendo quella richiesta di parlargli. Permane il sorriso sul volto del bianco, rilassato con la mancina intenta nel carezzarle il visino, scosta qualche ciocca della rossa chioma permettendo alle dorate un'immersione maggiore in lei <Sembri proprio una bambina quando fai così, lo sai?> lascia andare se stesso ad una leggera risata divertita <D'accordo ma tra un po' ne prendi dell'altro, ok? E stanotte la passa a casa, nel letto, sotto le coperte, intesi?> come fosse un padre, un fratello preoccupato per la sorellina più piccola eppure in quegli occhi si evince un sentimento maggiore, superiore al bene avanzato da un parente. Discende nel letto ponendosi al fianco, viso rivolto sul lato, dorate incastonate nelle azzurre prima di vederle svanire contro il proprio petto; arti superiori innalzati avvolgendola, stringendola a se adagiando il mento sull'altrui capo, un abbraccio per tenerla al caldo <Sto sperimentando nuovi look, questo mi piace particolarmente anche se apporterei qualche modifica> consapevole di indossare vesti di un certo tipo, uniche sotto ogni aspetto, conscio di star bene con qualunque tipo di straccio addosso. Raramente ha avveduto se stesso in malo modo, la scelta dell'outfit viene fatta con minuzia, una maniacale precisione nello scegliere i capi da accostare con i relativi colori e mai una volta si ritrova nell'errore. Silenzio ricade sul genin nell'udire il verbo della controparte dando inizio alla spiegazione degli eventi della sera prima donando lei la necessaria attenzione per comprendere cosa sia realmente accaduto. Urla di donna, un gruppo di persone e un corpo immerso in una pozza di sangue, questa la descrizione della visione della ragazzina. Non osa immaginare l'emozione provata dinanzi alla macabra scena da lei appena descritta, una visione a cui certamente un medico deve far l'abitudine eppure sortisce sempre un certo effetto. Il contatto visivo non viene meno durante l'arco del racconto permettendo al silenzio di far metabolizzare quanto udito <Cosa l'ha ridotto in quello stato? Ora come sta? Cos'è accaduto in quella zona?> pone quesiti inerenti alla questione, ricerca indizi, ulteriori nozioni e spiegazioni dell'accaduto mantenendo un tono vocale, udibile solamente alla presente. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

16:45 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Al commento divertito di lui le guance si gonfiano istantaneamente, portandola nella direzione diametralmente opposta rispetto al risultato che vorrebbe ottenere: << Hey non sono una bambina! >> Ecco appunto, con il naso rosso e quel broncio assolutamente non sembra proprio una bimbetta capricciosa. Lui rincara la dose sottolineando come avrebbe poi dovuto prendere un altro di quei bicchieroni con il miele. << E dove vuoi che vada se tu fai il turno di notte? Sarebbe meglio se ci fossi qui tu con me sotto le coperte... >> Boffonchia, reclamando la sua presenza in maniera infantile e assolutamente senza comprendere il doppio senso appena generato. Ascolta quel commento sul vestiario restando appiccicata a lui, desiderosa effettivamente di ricevere coccole e attenzioni come qualsiasi essere umano che si ammali. Parte quindi quel racconto, breve ma intenso, puntuali come un orologio le domande di lui arrivano, desiderose di comprendere di sapere di più sull'accaduto. Alla richiesta su come stia l'altro lo sguardo blu si abbassa un pochino, le manine di lei si stringono attorno al corpo del Sumi automaticamente: << Non ce l'ha fatta purtroppo... >> Le dispiace tanto, non è riuscita a portarlo in salvo nonostante desiderasse vivere, nonostante abbia combattuto per farlo, l'interruzione da parte degli Anbu è stata proprio fastidiosa. << Non so cosa lo abbia ridotto in quello stato comunque, non c'erano armi sul posto e le ferite inferte erano strane, non riconducibili a qualcosa che conosco.... >> Si interrompe, rimuginando, cercando di descrivere alla meglio al fidanzato anch'egli medico ciò che ricorda, << Le gambe erano ridotte male così come il basos ventre, lacerazioni importanti a livello di entrambi. Ciò però che mi ha stupita di più era il petto, c'erano fori allineati per formare delle mezze ellissi, sembrava quasi il morso di un cane ma non esistono cani così grossi! >> Ecco cosa è riuscita ad elaborare durante la notte, un bel niente in pratica. Comunque il racconto non termina. << La gente del distretto è scappata, hanno sussurrato qualcosa riguardo al fatto che qualcuno sarebbe arrivato. Sono scesa dal tetto per prestare le prime cure ma effettivamente ho potuto sentire delle voci in avvicinamento. Ho cercato di stabilizzare il ragazzo il più possibile e l'ho portato con me al riparo in un edificio abbandonato prima che chiunque stesse per arrivare comparisse. >> Riprende fiato un attimo, le iridi che si riflettono in quelle d'oro, << Sono arrivati degli Anbu sul posto, però non sono sicura fossero alleati... >> Lascia cadere quel discorso, dubbiosa, insicura anche sulle proprie sensazioni al momento.

17:14 Kan:
  [Corridoio] Da lieve quella risata emerge in maniera prepotenza, surclassa tutto il resto lasciandosi andare, il broncio capace di scatenare ilarità porta anche a quello. Davanti a se si mostra una bambina nel vero senso del termine, grande dopo quel cambiamento eppure piccola in egual modo per determinati atteggiamenti <Oh si che lo sei, la mia> pur nello scherzo, nella bonaria presa in giro, reclama quella proprietà. Tossico? Forse ma non desidera qualcosa in maniera diversa, dopo tanta fatica adesso necessita la permanenza di tale situazione tra i due, l'uno la proprietà dell'altro. Sopracciglio destro innalzato al doppio senso avanzato dalla rossa, inaspettato, specialmente da lei la quale si espone poco se non quando la situazione verte in determinate direzioni <Nulla mi vieta di rimanerci fino a quando non inizia il turno, mh?> un invito accettato, una proposta avanzata, totalmente all'oscuro della casualità delle frasi appena pronunciate <E comunque, ieri non ho fatto il turno di notte e sei rimasta fuori tutta la notte sotto l'acqua. Dove vuoi che vada eh? Divertente> rimbecca quella scelta di parole, è andata via la notte scorsa ritirandosi con malanni di varia genere. La scusa non sortisce l'effetto desiderato seppur, nuovamente, si sciolga nel vedere l'atteggiamento infantile non riuscendo a impedire a se stesso di ripensare costantemente a come sono giunti a quel punto. Nonostante siano passati mesi, ancora fatica nel crederci, un'eterna fase di metabolizzazione la cui fine risulta ben lontana. Ora come ora gode di ogni momento in sua compagnia, del più felice al più triste senza porre a se stesso troppe domande. Percepisce l'altrui abbraccio, a sua volta ne stringe il corpicino, una stretta intensificata ad ogni secondo passato mentre prosegue con quel racconto. Il corpo ritrovato è deceduto, probabilmente troppo grave per poter essere salvato, l'entità delle ferità han fatto perdere un quantitativo di sangue oneroso impedendo una corretta ripresa eppure l'interesse verte sulle frasi successive, la descrizione di quelle ferite ricevute. Straniato lo sguardo, corruccia la fronte mettendo una leggera distanza dal viso della ragazza osservandone le fattezze, ricercando le iridi <Non ne sarei così certo> ammette in maniera franca <Esistono bestie codate immense, come i demoni, forse esistono anche delle vie di mezzo ma se così fosse, come sono entrati nel villaggio? Quale razza di animale ha potuto eludere tanto facilmente la sorveglianza di Kagegakure?> pone ulteriori quesiti sulla questione, uno più importante dell'altro mentre il pensiero è messo in moto, l'intelletto agisce su quelle informazioni pervenute ricercando un nesso logico. Riflette lasciando parlare, pensa, formula ipotesi di cui non mette al corrente la nanetta <Hai sentito voci sull'arrivo di qualcuno e sono arrivati gli Anbu...forse hanno sentito anche loro l'urlo di quella donna> mera ipotesi la sua <Ma...in che senso non sei sicura fossero alleati? Parliamo degli Anbu...a meno che...non fossero loro> un tarlo è sopraggiunto, la peggiore di quelle ipotesi. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

17:54 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Quel momento di ilarità iniziale viene praticamente surclassato dalla serietà del discorso che viene intavolato dalla rossa. Vicini, uniti chiacchierano di cose importanti sdraiati sul letto, una mezza malata e l'altro ad abbracciarla. Che strano essere una coppia di ninja. << E' questo il punto! So che ci sono bestie enormi la fuori, il punto è che non dovrebbero stare qui dentro! >> Commenta ora decisamente più agitata, per finire con quelle domande sugli Anbu. << Lo so Mio che è assurdo! Però quello che hanno detto sembrava strano, stavano cercando il ragazzo che ho cercato di salvare, forse è stato il momento di tensione, forse solo una mia impressione ma non sembrava fossero interessati al salvarlo. >> Non è più convinta di nulla in effetti. Già la pioggia non le piace, per giunta proprio mentre era dedita a curare quel malcapitato ha dovuto fare una scelta critica per il paziente. Il temporale, il rumore della pioggia, quelle mezze frasi dette da coloro che ha intravisto dal suo nascondiglio. << Le divise erano le loro. Non so perchè gli abitanti del quartiere povero dovrebbero temerli. Però sono loro che hanno parlato di una creatura maledetta... >> E' decisamente confusa, sono troppe informazioni e strane per giunta. << Inoltre il ragazzo aveva addosso una specie di coprifronte, ma il suo simbolo era strano. Quella me lo sono portata via per studiarlo meglio. Sembra il simbolo di Kirigakure ma al centro c'è un cerchio con un punto nero esattamente al centro! >> Cerca di spiegare alla meglio quanto rinvenuto, dato che quel simbolo ora è all'interno del proprio zainetto che si trova sul retro della sedia alla scrivania. Ovviamente non ha la minima intenzione di alzarsi dal letto ne tanto meno di lasciar andare il corpo caldo del bianco. << Ah giusto ho anche un nome! Pare che quello a capo dell'operazione fosse un certo Koga! >> Ovviamente non ha idea di chi sia e non ha contatti fra gli Anbu che possano offrirle quelle informazioni, tuttavia le è sembrato intelligente condividere tutti quei segreti con la mente della coppia.

18:18 Kan:
  [Corridoio] Ilarità, ironia e goliardia messi da parte favorendo la serietà del discorso intavolato permanendo tra le braccia della rossa, a sua volta ella nelle braccia del bianco in quel caldo abbraccio condiviso con il semplice scopo di riscaldarla, coccolarla, proteggerla da tutto ciò che la porta al malanno. Ode prestando la dovuta attenzione in quello scambio di opinioni, giusti, sensati, allo stesso tempo senza il minimo senso visto il corso degli eventi <Appunto, sono riusciti a sbeffeggiare la sicurezza di Kagegakure agendo indisturbati> breve pausa riflettendo su quelle parole trovando un nesso logico <Oppure possono essere state evocate da qualcuno, magari è una tecnica particolare e nel villaggio non ci sono realmente delle bestie o animali> varie le ipotesi messe sul piatto con l'intelletto ancora in movimento per intraprendere la strada più corretta alla risoluzione dell'enigma. L'attenzione verte sulla squadra Anbu arrivata sul luogo, strano come la loro presenza instilli dubbi nella rossa; essi rappresentano sicurezza, protezione ma in essa vede solo un senso di timore nei riguardi di tali forze <Hai capito chi fosse questo ragazzo? Magari era un ricercato, per questo non volevano salvarlo, magari è stato proprio lui l'artefice di quegli attacchi e gli si sono rivolti contro. Non scarterei quest'ipotesi, dopotutto Kagegakure è un villaggio chiuso, è difficile che qualcosa sfugga all'attenzione di chi comanda> deglutisce al sol pensiero di avere nel villaggio una squadra anbu sotto copertura, un'organizzazione estranea, soprattutto se Shizuka si ritrova coinvolta in simili operazioni. Inspira trattenendo ossigeno all'interno dei polmoni, petto gonfio ripensando, ricalcando quei passi da lei fatti, studiando le informazioni fornite <Creatura maledetta?> dorate nelle azzurre, preso alla sprovvista, impreparato <Temono gli Anbu e hanno parlato di una creatura maledetta? Te l'hanno anche descritta?> si, ora può definirsi confuso a sua volta, i pezzi non s'incastrano, tutto risulta privo di senso, di logica. Le conoscenze del mondo ninja in proprio possesso risultano misere, troppo infimi per carpire dettagli nascosti. Non commenta sul simbolo sul copri fronte, esso veramente non dice nulla di concreta, al contrario, rappresenta il nulla, l'oscurità più tetra in quel marasma di eventi accaduti solamente la sera prima. Apprende il nome del capo dell'operazione, Koga, l'ennesimo nominativo su cui bisogna indagare <Sai con chi dovresti parlare?> verbo fuoriesce alla fine <Con Saigo> mettendo in mezzo l'agente <So che ha conoscenze tra gli Anbu, forse lei può scoprire chi sia questo Koga e se effettivamente è stata inviata una squadra in soccorso ieri notte> prendendo l'ennesima pausa <Inoltre, potrebbe esserci qualche informazione negli archivi della Shinsengumi, come detto, è un villaggio chiuso e se un simile evento si è verificato anche prima, loro di certo avranno qualcosa> unica e sola soluzione venutagli alla mente, unica strada da percorrere per giungere alla verità. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

10:28 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Il discorso si fa più complesso, la serierà a farne da padrona. I dubbi vengono esposti, il bianco risponde in maniera logica, cercando una soluzione ove ella non pare riuscire a trovarla. Il visino si fa confuso per un attimo nel momento in cui lui parla di evocazioni: << Evocate? In che senso evocate? La storia che si possono evocare i demoni è solo una leggenda no? >> Non ha mai creduto a quelle stupidate dette dagli antenati, il fatto di discendere da un patto demoniaco effettuato con un essere diabolico, eppure proprio lei possiede un potere derivante da un'evocazione. Quando la discussione verte su quell'insicurezza provata quella notte è sempre il Sumi a cercare un senso logico al tutto, lei si nasconde un poco con il viso addosso a lui: << Forse... non so chi fosse il ragazzo e non sono nemmeno certa che fossero aggressivi nei suoi confronti. Ero spaventata Mio...il temporale, le voci dei passanti, tutto quel sangue. Pensavo di essermi nascosta da qualcuno che volesse finire il lavoro all'inizio... >> Già non sopporta la pioggia, i temporali men che meno, è stata abbastanza coraggiosa da gettarsi a salvare il malcapitato, o quanto meno provarci, ma lì, sotto l'acqua, al buio, la paura l'ha portata a nascondersi, a trovare un angolino sicuro. Poi lui unisce le informazioni in maniera contorta, facendo si che la testolina rossa torni a fronteggiarlo: << No aspetta, mi sono spiegata male. La gente era preoccupata di chi stesse per arrivare, non hanno mai menzionato qualcuno nello specifico ma se ne sono andati. Sono stati gli Anbu a parlare di creatura maledetta... >> I concetti sono separati devono esserlo, e forse lo sono completamente, << Ma forse a questo punto la gente di Kiri non parlava degli Anbu ma di qualcun altro... >> Già, il sospetto giunge solo ora, che si trova al caldo fra le braccia di chi ama, non nel freddo del vicolo da sola con un cadavere. Spiega del coprifronte, spiega di quanto sia diverso dal consueto ma come prevedibile nulla viene detto a riguardo, non può conoscere tutto nonostante l'intelletto elevato che possiede. Però propone qualcosa, di parlare con qualcuno, Saigo. Lo sguardo della rossa prende una piega infastidita in maniera automatica, mentre l'albino continua a spiegarle il perchè di quella decisione. La Kokketsu non commenta, i cricetini nella testa sono in agitazione, in movimento continuo come quando Nobu le ha lanciato addosso la sua giacca della Shinsengumi... Nobu... Perchè interagire con Saigo se poteva passare da lui che sembrava un tipo a posto? Ah già è lei che conosce gli Anbu, poi magari non è nemmeno pessima come sembra. La vocina andrebbe a farsi sentire, leggermente borbottosa: << Non voglio andare a cercare roba negli archivi della Shinsengumi... >> torna l'infantilismo, probabilmente nemmeno può andarci a ficcanasare li dentro, però il fatto di non voler andare dove potenzialmente potrebbe incontrare l'ex che nemmeno le risponde ai messaggi la indispettisce, facendole perdere la ragione. << Però potrei parlare con Saigo forse... >> Lo sguardo blu si fissa sulle dorate, << Tu hai il suo numero? Potresti chiederle quando è libera? >> E' una buona idea in fondo, non devono diventare migliori amiche deve solamente cercare di comprendere cosa sta succedendo di così terribile nei quartieri poveri.

10:49 Kan:
  [Camera] Molte le possibilità messe sul piatto, può essere tutto e niente dinanzi a quella spiegazione. Lo svolgersi degli eventi si dimostra articolato, straniante, estremamente lontano dalla logica reale trovando in tutto questo un senso svanito. Kagegakure, nata per proteggere, tenere al sicuro chiunque dal mondo esterno, si ritrova attaccata dall'interno da creature non ben definite dall'oscura natura; esseri proveniente da non si sa dove, capaci di aggirare le difese create con tanto sforzo, sudore e sangue <Non parlo di demoni ma di animali. Magari sono stati evocati degli animali all'interno del villaggio e a loro si deve l'attacco> si spiega meglio prima di passare sul punto dei demoni <Durante la tua dimostrazione mi hai evocato davanti quei così orrendi, credo che tutto sia possibile a questo punto> come Kokketsu risulta dotata di capacità fuori dal normale, possiede un potere estremamente superiore al proprio, inutile negarlo, è così. L'allenamento svolto ha messo in chiaro la differenza tra i due, non abissale ma presente in egual modo. Stretta quelle braccia tenendola contro di se, destrorsa ne carezza il capo smuovendo qualche cicca della rossa chioma, piccoli movimenti, mere coccole donatele. Coccole accentuate nell'apprendere dell'altrui spavento, la condizione di disagio in cui ha vissuto durante la notte, la visione del sangue, l'udire di voci spaventate e la possibilità di essere attaccata <Arriveremo a capo anche di questo> adagiando il mento sul capo <Ma adesso sei qui, non devi temere più nulla Mia> non esser stato con lei risulta una grave mancanza, messa in pericolo in un tempo non favorevole dove la pioggia ha reso la situazione ancor più ardua del normale. Deglutisce al sol pensiero di come quegli eventi sarebbero potuti cambiare in maniera tanto drastica. Chinate le dorate, incastonate nelle azzurre di lei esponendo quel ragionamento, a quanto pare errato, un'unione del racconto sbagliato. Silente presta maggior attenzione a quanto proferito cogliendo i propri errori <Mh..perciò gli Anbu qualcosa effettivamente sanno> non sono campati in aria <Se sanno, allora, forse, stavano davvero indagando su queste creature e questo ragazzo potrebbe davvero essere coinvolto> tutto acquisisce un suo senso, in esso si trova una certa logica per far funzionare tutto quanto nel modo migliore <E' probabile ma chi? Chi stava arrivando? Forse gli Anbu sanno anche questo> oramai essi sono il punto di riferimento dell'intera indagine, importante apprendere tali conoscenze, quanto meno per evitare un nuovo attacco impedendo ulteriori morti. Unica persona di sua conoscenza capace di realizzare tutto ciò è Saigo, l'ultima conversazione avvenuta con lei diviene di estrema importanza, le conoscenze in possesso dell'agente sono fondamentali giunti a questo punto <Non penso neanche ci possa andare. Sono archivi privati accessibili solo a loro> leggero buffetto lasciato sulla guancia a cui segue un piccolo bacio donato nella medesima zona <Si, ce l'ho, te lo passo così glielo chiedi direttamente> sia mai che non abbia il numero di qualche ragazza dopotutto <Anche perchè voleva metterti al corrente della nostra indagine su Kushina, perciò, credo, ti avrebbe contattata in qualche modo> informandola anche di questo piccolo particolare. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

11:05 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Animali evocati, la cosa risultava essere tanto banale da non venir presa in considerazione, inoltre lui le fa notare che lei è la prima a poter evocare dal nulla delle creature. Strabuzza gli occhi alla realizzazione di ciò, realizzando che non è qualcosa di personale, ma eventualmente un buon ninja può essere in grado di evocare degli animali, potenzialmente più grandi del normale. E' chiaro come sia lui quello in grado di usare il cervello in maniera impeccabile ogni volta, e lei quella più impulsiva, guidata dalle emozioni e dai sentimenti. Deve assolutamente lavorare su questo punto. << Dobbiamo cercare di capire se si possano evocare dei canidi di dimensioni maggiori a quelle normali allora. >> Plurale utilizzato, lo include nella ricerca, in fondo lo ha incluso in quel lavoro nel momento in cui ha deciso di rivelargli l'accaduto, e poi fra loro non ci sono segreti, se non quelli atti a sorprendersi vicendevolmente. Lui la accarezza, la conforta coccolandola un poco, stringendola a se e scacciandone i timori con i gesti, con le parole. La mente più calma riesce a ragionare in maniera migliore, fra quelle braccia calde e accoglienti, spiega meglio l'accaduto, arrivano alla stessa conclusione: << Potremmo provare ad andare a chiedere alla gente di Kiri...Saranno restii a parlare ma magari riusciremo a convincerli >> Non ne è certa dato quanto sono schivi anche solo sulle cure, tuttavia tentar non nuoce e tutte le piste devono essere vagliate. Il rifiuto infantile viene messo a tacere, l'animo in subbuglio si calma lentamente: << Va bene, però non adesso che voglio stare con te >> Lo stringe più forte, si aggrappa a lui per scaldarsi, per percepire il suo affetto e la presenza stessa del Sumi. Poi arrivano quelle informazioni, quel parlare di nuovo di colei che non c'è più che è venuta tragicamente a mancare: << Hanno scoperto qualcosa di più? Ci sono novità? >> Chiede, curiosa ma il tono è preoccupato, lui è forte ma il pensiero di quella perdita non è detto che sia stato metabolizzato appieno ancora.

11:27 Kan:
  [Camera] Le conversazioni con Sango lo han portato ad avere una maggiore consapevolezza sulla questione evocazioni, un percorso è deciso ad iniziare con la rossa ma non adesso, non ora in cui le proprie abilità non risultano abbastanza da poter affrontare il mondo esterno. Necessita di migliorarsi, di carpire dapprima come trovare i demoni e solo dopo uscire, liberare il mondo circostante cominciando quel percorso. Il quesito di Shizuka è giusto, dal canto suo, però, trova la risposta forse al quanto semplice, diretta <Onestamente? Io credo di si. Basta guardarsi intorno, la volpe a nove code, le chimere la fuori, sono esseri dalle dimensioni abnormi, fuori scala. Se esistono loro, cosa impedisce l'esistenza di cani ben più grossi?> semplice, facile come ragionamento dal canto proprio. In quel mondo esiste l'impensabile, vivono in un periodo dove tutto è possibile, la sorpresa risulta difficile giunti a un punto tale. Viene incluso nella ricerca delle informazioni, oramai tra loro i segreti non esistono più, tutto viene rivelato di volta in volta ritrovandosi coinvolti a vicenda nelle proprie vite. Leggero il sorriso sul viso dell'albino, un sorriso delicato mentre ne coccola il capo consolandola, cercando di portare in lei una certa sicurezza scacciandone le paure, allontanando i vari e possibili timori, facendola sentire protetta, al sicuro. Un susseguirsi di spiegazioni con migliori specifiche sull'argomento raggiungendo un punto in comune, d'incontro dove poter agire <Possiamo provare, si> non mette via quella possibilità <Magari cominciamo dalla zone dove hai trovato il corpo del ragazzo. Forse può essere sfuggito qualcosa e di giorno, con un tempo decente, potremmo ricostruire meglio quegli eventi> un'idea non da buttare via, al contrario, accolta e si, l'indagine nasce esattamente da li. Prima di chiedere, di porre quesiti è bene indagare sulla zona del misfatto per giungere a una maggiore consapevolezza del tutto e solo dopo cercare risposte nei testimoni. Inspira, ossigeno trattenuto all'interno dei polmoni gonfiando di poco il petto <D'accordo> ridacchiando imprimendo maggior forza in tal stretta <Non voglio fare il turno di notte, voglio passarla con te> sbuffa, a sua volta si lamenta, fa i capricci non volendo andar in ospedale, preferendo la compagnia della Kokketsu a quella dei pazienti, come è giusto che sia. Deglutisce con uno scuotere del capo <Purtroppo no, o meglio, non lo so> prende una breve pausa <Qualche settimana fa ero al bosco oscuro per un allenamento e mi sono imbattuto in due tizi recanti come simbolo la maschera di un demone. Quel simbolo mi ha ricordato qualcosa ma la memoria non collabora, l'ho già visto ma non so dove> in breve, ecco le conseguenze del coma <Inoltre avevano con se un sacco per sotterrarlo, in apparenza sembrava contenesse un cadavere e invece al suo interno era contenute delle foto di questi due tizi insieme ad altri> schiarita la voce <Io e altri due li abbiamo fermati e portati dagli anbu per delle indagini. Poco dopo ne ho parlato con Saigo la quale avrebbe indagato sulla faccenda> concludendo il breve racconto di quanto avvenuto. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:09 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Lui pone domande retoriche, effettivamente di mostri dalle dimensioni enormi ce ne sono parecchi ma il punto non stava in quello: << Esistono, ma si possono evocare cose tanto grandi? Quegli obrobri che faccio io sono piccoli... >> Ci pensa, non ha una simpatia immensa per quei goblin ma a conti fatti sono sue creazioni, ma forse è solo questione di potenza? Forse. Finisce fra le di lui braccia, coccolata, avvolta, consolata, proteggendola indirettamente da dubbi, timori, angosce. Le proposte della Kokketsu vengono considerate come positive, effettivamente andare sulla scena del crimine ha sempre un suo perchè, anche se probabilmente certi accertamenti saranno stati fatti ormai dagli Anbu stessi. Però tentar non nuoce! Poi la lamentela sul non volerlo far andare via, seguita da un profondo sospiro da parte del Sumi che in maniera abbastanza infantile le da corda, facendo i capricci, concedendosi di tornare un bambino almeno davanti a quegli occhi blu. Lo osserva divertita per poi avvicinarsi alle labbra di lui, donandogli un bacio sentito, che dura parecchi secondi, le mani femminili che si portano sulle guance di lui, in un gesto affettuoso. In fondo è adorabile in quella versione, quella semplicità che teneva nascosta sotto quintali di apparenze e che lei ha sempre guardato con sospetto. Arriva però il boccone amaro, quella domanda posta per interesse che lo rattrista decisamente, rivelazioni fatte riguardo ad avvenimenti che non erano ancora stati discussi fra i due in maniera articolata. Ascolta quanto detto da lui, quei ricordi appannati che non lo aiutano a scoprire il mistero di quanto avvenuto. Lo lascia terminare per poi cercare di fargli abbassare la teta, spingendosi in alto e donandogli un bacio sulla fronte: << Vedrai che poco per volta recupereremo tutto quello che hai li dentro di sigillato! >> Un sorriso dolcissimo le si stampa sul viso, sicura di quanto detto, con calma, forse lentamente ma sicuramente ce la faranno insieme. << Quindi Saigo ti sta aiutando? Sembra una tipa carina in fondo... >> Già i pregiudizi, quelli che lei tanto non sopporta si sono insinuati in lei, per essere poi parzialmente distrutti da quel tipo affabile al Karaoke. Perchè non dare una chance a Saigo? << Le parlerò anche io allora, in fondo lei avrà più possibilità di noi di raggiungere degli Anbu no? >> Giusto deve estrapolare il concetto di Shinsengumi da quello di Yasuhiko, in fondo non è la corporazione che lo ha obbligato a lasciarla indietro, è stata una scelta libera. Si stringe nuovamente a lui, corpi a contatto: << Appena riusciamo a liberarci andiamo a Kiri va bene? Prima che mi scordi che vicolo era! >> Ci scherza, è improbabile scordarsi il luogo, più che altro per l'edificio crollato, sotto i suoi piedi!

22:35 Kan:
  [Camera] Pensieroso diviene il viso del Sumi, quel quesito vien posto eppure le risposte risultano difficili da fornire, le conoscenze in suo possesso sono poche, poco avvezzo a quel tipo di arte la cui difficoltà è fin troppo elevata per l'attuali abilità. Capo chinato, ripensa alle discussioni avvenute con l'Ishiba, in esse cerca qualche indizio, una possibile strada da seguire per donare alla Kokketsu quanto richiede <Questo va oltre le mie conoscenze> concludendo infine ad alta voce, rende palese l'ignoranza in tal materia <Non ho mai visto quella tecnica in azione e chi me ne ha parlato non è andato molto nello specifico> ci vuole il giusto tempo per imparare determinate arti, sfruttarle al meglio ma il dire di Sango torna. Tali animali necessitano di rispetto, di essere compresi, trovare un'affinità con essi, in pratica, un lungo percorso prima di poter giungere a padroneggiare quel potere <Però, sappiamo chi potrebbe risponderci, giusto? Abbiamo una ex kage da incontrare> Furaya oramai rappresenta la risposta a tutto, la sua esperienza in merito è utile in più di qualche campo, essa è la chiave per riportare quel mondo alla sua vera natura, far rinascere i ninja rendendoli degni di quel nome. Strano il procedere della vita, una donna creduta da morti da dieci anni, un eco lontano tornato dal mondo dei morti. Stringe la nanetta consolando i malanni di lei, il desiderio di passare quella serata in sua compagnia diviene maggiore momento dopo momento, ciò si evince da quella lamentela portata a galla. Non ha nulla da nascondere, nessuna maschera da innalzare, ella può vedere la parte più profonda, quella infantile, ragazzina, priva di scudi o menzogne. Unica degna di avvedersi di parte della vera natura del bianco. Ricambia quel bacio spingendo il viso contro l'altrui, un movimento lento della lingua per incrociare la controparte, un contatto dalla durata di qualche secondo richiedendone ancora e ancora ma il discorso prosegue, verte su Kushina. Capo china, palpebre socchiuse, pupille rimpicciolite lasciando che l'angoscia e la tristezza prendano il sopravvento qualche momento, il ricordo di lei è ancora vivido, il dolore presente seppur sopperito dalla compagnia della rossa. Si lascia baciare mentre spiega, informa lei di quanto accaduto, del rapporto con Saigo e di quello che stanno facendo per risolvere il giallo dell'assassinio della donna <Lo spero, perchè qui dentro c'è la soluzione> un cenno del capo indicando banalmente se stesso, la propria mente di natura geniale. Deglutisce ampliando appena le labbra, leggero il sorriso creatosi <Si, è carina devo dire> innalza il destro sopracciglio <Ma non quanto te> ridacchiando da sotto i baffi <Però si, mi sta aiutando e sto rispettando il patto di informarla ogni volta che scopro qualcosa> rimembrando quella discussione al chiosco del rame da Ichiraku mesi orsono <Sicuramente ne ha più di noi due messi insieme> sono semplici ninja, tirocinanti, nulla di più. All'interno di quella società, la loro importanza è pari a zero per adesso <D'accordo rospetta, sei tu il capo dopotutto> avvicina il viso all'altrui poggiandolo al fianco, struscia il muso contro la guancia standole il più vicino possibile. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

22:54 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Nozioni non pervenute, dovranno andare a studiare anche quello oltre che i demoni in biblioteca però lui tira fuori l'ennesima risorsa: Furaya. Non aveva più saputo nulla da Akaya ma per lo meno aveva lasciato a lei il compito di consegnare i propri dati alla ex Hokage: << Sono andata insieme ad Akaya a finire il tatuaggio. Le ho chiesto di portare a Furaya il mio numero di cellulare e il mio indirizzo. Sia mai che anche lei non abbia uno smartphone. >> Sogghigna un pochino, la cosa le sembra così assurda in quel nuovo mondo che non riesce a fare a meno di pensare che persone come la gattina non esistano. Si baciano nuovamente, lui si lascia andare, si spinge a intrecciare la propria lingua con quella di lei che così fatica a distanziarsi. E' un attimo accendere quella passione adolescenziale che provano l'uno per l'altra, tuttavia il discorso che viene a galla verte su qualcosa di meno sereno, un pensiero pesante, che lo rattrista ogni volta. Quel bacio sulla fronte viene donato senza alcuna opposizione, cerca di stargli vicino, fisicamente, sostenerlo in maniera silenziosa e non. << Tu sei fantastico. Sicuramente troveremo la soluzione, non ho dubbio alcuno in merito. >> Si ripete, la fiducia che ha in lui è totale, assoluta. Il riferimento alla carineria dell'agente si riferiva ai modi di fare sicuramente non all'aspetto fisico, però lui sottolinea invece proprio quel tratto, beccandosi uno sguardo truce dalla rossa nonostante poi le rifili quel complimento. Le guance si gonfiano mentre borbotta qualcosa a denti stretti: << Adesso fai il ruffiano eh? >> Gelosa di ciò che ritiene suo, non vuole che pensi alle altre come carine, lei deve surclassarle tutte. Il resto sono solo frasi che la assecondano con quel piano di verificare la zona del misfatto. Uno sbadiglio sfugge alle labbra Kokketsu, mentre la testolina viene poggiata contro il petto di lui: << Sai Mio? Dovremmo cercare magari anche indizi sulla donna, quella di cui ho sentito l'urlo... Il ragazzo avrà avuto poco meno di trent'anni, non poteva avere un urlo così acuto... >> E' abbastanza provata dalla notte passata insonne, la vicinanza di lui, il fatto che ora sia molto più serena, evidentemente la stanno portando in una direzione che è quella dell'intorpidimento, in fondo è malata.

23:19 Kan:
  [Camera] Furaya soluzione di vita e di problemi esistenziali. Una donna contenitore di tutto quanto. Quell'incontro sta aspettando da veramente troppo tempo, devono riuscire nell'intento di vederla, parlarle, comprendere quanto sappia su tante, troppe questioni <Spero altrimenti siamo punto e a capo, non ho davvero idea di dove andare a cercarla> per nascondersi per così tanto tempo deve aver trovato un posto veramente occulto. Non possiede la minima conoscenza dei luoghi bazzicati dalla donna, sarebbe una ricerca vuota, una partenza inutile non avendo con se alcun tipo di dettagli utile alla causa. Il bacio prosegue imperterrito, voluto da entrambi accendendo quel desiderio represso per troppo tempo, ancora devono recuperare quella settimana e la notte prima non è riuscita a soddisfare quella passione esplosa. Non desidera, però, procedere, il malanno di Shizuka va curato, esso ha la priorità su ogni cosa; parte del motivo del distacco risiede anche in questo, non solo agli argomenti trattati quanto alla preoccupazione provata per l'altrui salute. Cazziarla risulta inutile, quel che è successo è successo, il passato non si può cambiare <So di essere fantastico amore mio, talmente tanto da essere riuscito a trasformare il tuo disprezzo in amore> lingua fuoriuscita, palpebre socchiuse in quella bonaria presa in giro, ogni tanto fa bene ricordare il corso degli eventi e cosa li ha portati a quello che sono <Comunque, un modo credo ci possa essere> schiarisce la voce <Ho chiesto a Saigo se esistesse un modo per vedere i ricordi e lei ha parlato di possibili genjutsu. Purtroppo non li conosce ma li avrebbe studiati> insomma, si è portato avanti in quel compito alla ricerca della soluzione migliore, non consono, poco ortodosso ma necessario per mettere la parola a una storia vecchia di due anni, forse anche più. Il complimento a Saigo è avanzato con fare ironico, il solo scopo è infastidire la nanetta riuscendoci pienamente, il borbottio, lo sguardo truce, la gelosia, dettagli capaci di scatenare in lui diverse reazioni, dallo scioglimento all'amore, dal desiderio di stringerla a quello di baciarla <Ne ho bisogno?> strusciando il nasino contro quello di lei, no, non ne ha bisogno. La fiducia in ella è totale, la dimostrazione dell'altro giorno basta per scacciare via ogni singola paura o preoccupazione. L'abbiocco viene notato, capo adagiato sull'altrui calando le palpebre, respiro lento a propria volta ricambiando lo sbadiglio; evidente come il sonno giunga per entrambi, lei per stanchezza, lui per rilassatezza <Cercheremo anche quella donna Mia, ti aiuterò in quest'indagine> la stretta s'intensifica ulteriormente <Adesso pensa solo a riprenderti, a riposare e tornare in forma. Domattina vedremo come muoverci> tono vocale basso, appena accennato. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

23:33 Shizuka:
  [Casa Kokketsu - Camera di Shizuka] Lascia cadere il discorso Furaya, lei in fondo si fida molto della gattina e sono amiche, sicuramente arriverà a parlare con l'hokage e quella lettera verrà recapitata a casa Kokketsu. Quando lui vince quel complimento, lo fa proprio e se ne vanta, causando alla rossa un'innalzata di occhi ma anche un sorriso sul viso. Poi parla di ciò che ancora ha chiesto all'agente della Shinsengumi, i pensieri si spostano su quanto accennato da Akaya, il terrore e il trauma suscitato in lei appunto a causa di un genjutsu. Il nasino arrossato si storce un pochino: << Non so, i Genjutsu sono arti pericolose... Se qualcuno deve entrarti nella testa vorrei essere io, ed io soltanto. >> Protettiva, forse in parte anche egoista. Non vuole comunque che qualcuno si infili nella testa del bianco e vi ravani dentro. Quel complimento verso Saigo viene preso male, corrucciando la fronte e lagnandosi, generando divertimento nell'altro che si avvicina, strofinando il proprio naso su quello della rossa, domanda retorica avanzata alla quale viene risposto con stizza: << Forse? >> cerca di darsi un tono che in realtà non esiste, le mani che già si stringono attorno al corpo altrui, affetto sincero, fiducia totale. Tuttavia dopo il primo sbadiglio femminile ne segue uno maschile, sintomo che per entrambi il sonno sta arrivando, per un motivo o per un altro. L'albino la rassicura, cercheranno ogni pista e ogni indizio, però al momento deve guarire dal raffreddore. Si stringe sempre di più a lui, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal calore emesso dall'altro: << Domattina non faremo un bel niente...tu devi riposare... >> Pause nel discorso, che sottolineano come nel frattempo si stia addormentando, << ...che fai il turno di notte.. >> E chissà se poi lui andrà a farlo quel turno di notte o meno, sicuramente la Kokketsu è ormai nel mondo dei sogni, nonostante sia aggrappata saldamente al suo maggior sostegno. [//END]

Kan va da Shizuka la quale si presenta con il raffreddore per via della nottata sotto la pioggia a Kiri. Si informano a vicenda di quanto successo, la rossa degli avvenimento della notte prima e il bianco di quanto accaduto nella foreste e della chiacchierata con Saigo. Decidono come agire su entrambi i fronti portando alla creazione di un piano primordiale fatto, per adesso, di indagini. Il tutto finisce con entrambi addormentati sul letto.