Farfalla Kokketsu

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10:52 Shizuka:
  [Casa di Kan - Ingresso (?)] Si è svegliata, si è lavata si è re-impaccata con l'aiuto del papà e si è vestita per andare dal Sumi. Si il progetto è terminato ieri, sono passate meno di 24 ore ma non è importante, deve mostrarglielo e soprattutto è stufa di inventarsi scuse assurde per non passare del tempo con lui. Ora che bene o male è riuscita a fargli quella sorpresa non sta più nella pelle e vuole mostrargliela. Ormai è praticamente arrivata da lui, indossa quei leggins blu , gli anfibi neri e il busto è coperto da una maglietta nera molto larga semplice, così come la felpa con la zip frontale, del medesimo colore, che è lasciata aperta, mostrando quel ciondolo dorato a forma di farfalla con le ali blu. Le cuffie non le ha nemmeno portate con se a questo giro, ha solo lo zainetto con i due mazzi di chiavi, il portafogli, blocco da disegno, matite, pellicola e cellulare. I capelli rossi sono stati legati in uan coda alta dalla quale sfuggono solo il ciuffo e delle basette laterali a incorniciarle il visino. Ha un sorriso enorme stampato sul viso mentre si appresta alla porta dell'albino. Istintivamente proverebbe a suonare al campanello, ma si interrompe a mezz'aria; controlla invece se la porta d'ingresso sia già aperta o meno e qualora non lo fosse estrarrebbe il mazzo di chiavi vinto durante il pranzo di domenica, per entrare in completa autonomia a casa di lui. Se fosse riuscita nell'impresa di invadere lo spazio personale altrui in completa autonomia si sarebbe fermata in ingresso, poggiando lo zainetto a terra e iniziando a togliersi le scarpe, restando con delle calzine bianche molto piccole. Se il padrone di casa non si fosse ancora affacciato avrebbe recuperato lo zainetto, per poi addentrarsi lungo il corridoio cercando di fare pochissimo rumore.

10:55 Kan:
  [Letto] Molte le ore passate dall'inizio della giornata, il sole oramai sorto, alto nel cielo autunnale immettendo caldo nell'esistenza umana ma intiepidito dal fresco venticello il cui soffio raffredda quanto basta da non accusarlo. La dimora del Sumi è completamente al buio, dall'interno non proviene alcun singolo rumore, silenzio tombale, dove si trova? In camera da letto. La stanza è occupata dalla sua presenza distesa nel letto intento nel continuare a dormire in quel sonno ristoratore essendo quello il proprio giorno libero. Dopo la moltitudine di giornate passate in ospedale a dar retta a un quantitativo di pazienti esagerato, gli han concesso questo giorno come mero metodo per ritemprare corpo, anima e spirito. Non un tipo mattiniero ma neanche un gran dormiglione eppure quest'oggi ha optato per tale soluzione, complice l'assenza prolungata della Kokketsu la quale porta in lui pensieri di ogni tipo, genere e forma alla ricerca della spiegazione più consona. Si fida, nonostante ciò non riesce a far a meno di chiedersi cosa stia andando storto, il motivo di tutti quei segreti; dapprima la scusa del padre per consolarla, ora di un progetto con esso eppure dopo il pranzo tutto è apparso in discesa, calmo, nessun attrito. Ne sente la fervente mancanza, percepisce quell'allontanamento improvviso come un macigno sul proprio cuore, tale è la motivazione delle ore piccole, nottate passate nel riflettere sfruttando il proprio geniale intelletto al fine di trovare una soluzione più consona al problema. Ovviamente essa non giunge, sia mai, la risoluzione di un problema richiede talmente tanto tempo da risultare insopportabile. Sdraiato sul materasso con la coperta sparsa un po' ovunque coprendo solamente l'arto inferiore destro mentre il resto decade dal bordo del suddetto letto; luce spenta, rigorosamente buio ma è facile notare come l'albino si presenti con in dosso solamente un paio di pantaloncini corti la cui lunghezza non supera la metà coscia. Busto totalmente scoperto mostrando il fisico in suo possesso, frutto di un allenamento non intensivo ma basilare per mantenere un aspetto decente con muscoli non delineati al massimo ma presenti, spalle leggermente più larghe del normale, arti inferiori piegati verso l'interno con mani riposti al di sopra del diaframma, viso rivolto alla porta, palpebre calate. Dorme come un bambino, nulla riesce a disturbarlo, difatti non ode l'aprirsi della porta ne l'ingresso di Shizuka all'interno dell'abitazione. Il mondo dei sogni è proprietario del corpo e della mente del bianco, sogni a metà tra il bello e il brutto, piacevoli quanto spiacevoli fondendo l'intero corso degli eventi.

11:25 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Giorno libero per lui, lo sa, ne hanno parlato per quello ha deciso che nonostante la schiena abbia bisogno di prendere aria sarebbe andata da lui. Inoltrarsi in quella dimora buia non è un problema grazie alle chiavi, tuttavia le orecchie riescono facilmente a intuire che il movimento è assente. Un dubbio la pervade: che sia uscito a fare qualche commissione? Possibile, allora sarebbe stata una doppia sorpresa. In ogni caso per sicurezza si sarebbe inoltrata nella casa che ormai conosce a memoria in punta di piedi, dirigendosi verso il salotto prima, abbandonando li lo zainetto, controllando se lui si fosse appena alzato e quindi diretto in cucina. Non lo troverebbe in queste due stanze quindi proseguirebbe lungo il corridoio, mano poggiata al muro per essere sicura della direzione e di non impattare contro qualcosa. I passetti si susseguono, si sente una vera ninja che cerca di non farsi notare dal nemico. La manina poggiata al muro trova uno scalino e poi una fessura, sintomo che la porta della camera di lui è solo socchiusa. La testolina rossa si farebbe poco avanti, sbirciando all'interno che fortunatamente non è totalmente oscurato, infatti il sole che filtra poco dalla finestra riesce a delineari alcuni contorni, perfino quello del Sumi che dorme come un bambino, sbracciato e scoperto in quel letto. Si morde il labbro inferiore per trattenere una risata a quella vista, la tenerezza che dimostra è infinita e sa perfettamente di poterlo prendere in giro da qui all'eternità, anche se il cuore ha iniziato a martellare, gridando che è veramente un bello spettacolo. Silenziosamente cercherebbe di avvicinarsi al letto dove lui sta riposando, proverebbe a non fare il minimo rumore per coglierlo di sorpresa, avvicinandosi fino al bordo del letto. In quella sua posizione eretta può facilmente allungarsi su di lui qualora effettivamente lui avesse continuato a riposare serenamente. In particolare la Kokketsu proverebbe ad appoggiare le proprie labbra su quelle di lui, come se fosse il principe Filippo che risveglia la bella Aurora dal suo sonno centenario.

11:40 Kan:
  [Letto] Il sonno permane profondo, il russare diviene piccolino, appena accennato godendosi il meritato riposo. Nell'arco di quei giorni ha speso un quantitativo di energie e chakra dando retta ai vari pazienti, le arti mediche, per quanto efficaci, richiedono uno sforzo non indifferente da parte del corpo e della mente per mantenere alta la concentrazione. Ore piccole fatte giorno dopo giorno, in più deve seguire il Kokketsu in ogni sua azione tenendolo d'occhio, cercando di carpire le di lui intenzioni. L'operazione non risulta per nulla facile, al contrario, il tempo necessario non è mai abbastanza, l'energie a disposizione della vita risultano infinitamente poche. Sosta non udendo nulla, le azioni della genin permangono parte del silenzio in cui è piombato, quei passi, il suo cercarlo in casa, niente. Se fosse un ladro o un assassino, a quest'ora potremmo dire addio al bianco; fortuna dalla sua parte, Shizua avanza fino alla camera da letto aprendo la porta, trovandosi dinanzi una scena pregna di ilarità ovviamente, dal modo in cui pone, avvederlo in tali circostanze, inerme, privato di tutto quanto, molto simile a un bambino assonnato. Lento il respiro proveniente, ossigeno rigettato al di fuori delle narici con leggeri sbuffi; deglutisce permettendole di avvicinarsi accorciando quella distanza infima, troppa per i propri gusti. Viso rivolto alla propria destra nella direzione della porta intercettato dalle labbra della rossa, poggiate sulle proprie. Istintivamente quel bacio viene ricambiato, ancora immerso nei propri sogni i quali vengono modificati istantaneamente assumendo un aspetto prettamente piacevole; capo innalzato dal cuscino seguendo la scia di quel bacio passo dopo passo, percependo nel proprio subconscio la mancanza della rospetta e solo in tal momento le palpebre vengon sollevate con estrema lentezza. Vista offuscata, sgranata, necessita di qualche attimo in più per mettere a fuoco la scena illuminata appena da qualche raggio del sole filtrato dalla finestra. La figura di Shizuka diviene manifesta sopra di se mentre le labbra staccano la presa mettendo una lieve distanza con l'obiettivo banale di inquadrarla meglio <Shizuka..> tono vocale assonnato, voce roca nell'apprendere di non essere più da solo nella propria stanza <Cosa ci fai qui? Dove siamo?> palese come abbia ancora sonno, impossibile comprendere nell'effettivo le circostanze. Uno sbadiglio emerge dalle labbra del ragazzo cercando di volgere il capo altrove, destrorsa strofina le iridi scacciando lacrime, risvegliando la vista <Che ora è?> guardando intorno a se, in quella camera prima dell'ampliarsi delle labbra verso ella, mesto il sorriso <Voglio questa sveglia tutti i giorni> chiamalo scemo.

11:54 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Colpito e affondato! Altro che chissà quale genio! Una piccola Genin è riuscita ad approcciare e colpire il sumi senza farsi assolutamente notare, raggiungendo il proprio scopo. Istinto prende possesso del corpo di lui, il bacio viene ricambiato enza che le iridi di lui vengano mostrate al mondo. Un sorriso divertito le si stampa sul viso ancora prima che il contatto venga meno. Solo dopo qualche istante le dorate cercano di mettere a fuoco colei che gli sta di fronte, deve allontanarsi per capire cose stia succedendo, la chiama, assonnato, pone domande più o meno intelligenti dettate dal sonno che lo pervade ancora. Quella risata che aveva trattenuto fino a quel momento le sfugge, notando tutta quella confusione e mentre lui scosta il viso per sbadigliare le sfugge un commento: << Sei adorabile >> E' diventata leggermente rossa nel dirlo, mentre lo osserva da quella posizione, leggermente incurvata verso di lui per raggiungerlo. Quando lui chiede che ore siano lei non fa altro che mettersi a cavalcioni su di lui, annullando anche quella distanza che era rimasta, anche lei ora si trova sul letto, sovrastandolo e piegandosi in avanti, portando il proprio viso a breve distanza da quello del bianco: << Che importanza ha che ore siano? >> Le iridi dei due si specchiano le une nelle altre, la di lui richiesta infantile viene accolta con una risata. Si sporge di nuovo in avanti, le labbra a ricercare quelle dell'albino, lo bacia di nuovo, con intensità, con desiderio. Per quanto sia potuto sembrare fosse lei quella impegnata e distante, pure la rossa ha accusato il colpo di quei giorni lontani, anche lei non ha fatto altro che pensare che avrebbe preferito stare con lui e farsi curare quella schiena dal Sumi anzichè da qualcun altro. Si distanzierebbe se lui glielo avesse permesso qualche istante dopo, senza andare troppo lontana: << Ho qualcosa da mostarti amore mio e qualcosa da dirti di molto importante. >> Rimane sul vago, andare li di mattina ha sicuramente aiutato a prenderlo alla sprovvista, in questo modo la sorpresa dovrebbe essere ancora maggiore!

12:06 Kan:
  [Letto] Il senso nullo di quelle domande si evince dalla confusione in cui vige il bianco, inconsapevole, in un primissimo momento, di esser nella propria stanza nonostante risulti perfettamente normale. La sera prima è andato a dormire in solitaria, logico pensare come la dimora sia del tutto vuota, priva di vita, perciò la presenza di Shizuka scatena in lui numerosi quesiti in principio, salvo poi tornare con la mente al presente. L'intelletto ricomincia con i propri ragionamenti mettendo a fuoco l'abitacolo, ricordo tornano con prepotenza rimembrando cosa effettivamente abbia fatto ovvero donarle le chiavi di casa in modo che possa entrarvici senza permesso alcuno. Un'arma a doppio taglio di cui ne sta pagando le conseguenze venendo preso, quasi, di soprassalto, messo nel sacchetto dalla rossa con facilità a dir poco estrema la quale se la ride bellamente davanti alla figura appena fatta. Di nuovo innalza i superiori arti ponendo le mani a ridosso degli occhi, strofinati liberandoli dalle intemperie del sonno, scacciando gli ultimi rimasugli di sonnolenza presenti in essi <Lo so, per questo ti sei innamorata> lingua fuoriuscita prendendola bonariamente in giro, piccola rivincita presa da parte sua eppure essa dura pochissimo. Attimi brevi ritrovandosela al di sopra, sovrastato dalla piccolina; sdraiato su quel materasso con la Kokketsu sopra di se, un risveglio ben più che ottimo, paradisiaco e se questo è il paradiso, allora potrebbe morire benissimo in quel momento non rimpiangendo nulla <Adesso, davvero nulla> replica accogliendo quell'ennesimo, volto avvicinato a quello di lei, mani lente smuovono dalla loro posizione adagiandosi sui fianchi della nanetta lasciandosi cullare da quelle coccole e attenzione mancate nei giorni precedenti. Il cuore perde un piccolo battito percependo un'incessante felicità farsi strada, un'attenzione mancata ora ripristinata. Spinge le labbra sulle sue mostrando quel desiderio da troppo tempo represso, intenso, spinto nell'affermare quanto entrambi si appartengano. Poco, troppo poca la durata di quel contatto interrotto dall'altra trovando nell'altro si un sorriso ma accompagnato da uno sbuffare, ne desidera ancora, desidera lei, nessun'altra <Cosa Mia?> mani permangono sui fianchi di lei <E' successo qualcosa? Riguarda il progetto con tuo padre? Sango?> leggero l'allarmismo del bianco ma dopo gli svariati dubbi, è lecito pensare a qualcosa di negativo o, comunque, qualcosa di non troppo positivo. Spera di non dover fare i conti con brutte notizie, la mattinata inizia bene, desidera farla proseguire nel modo migliore possibile.

12:42 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Gli occhi vengono portati in alto a quell'affermazione supponente, classica dell'albino e purtroppo in parte veritiera. Non commenta si porta sopra di lui, eliminando l'attenzione verso il tempo, lo spazio e tutto ciò che non sia lei e solo lei. Il secondo bacio che si scambiano è forse meglio del primo, più consapevole, più coinvolto, lui come lei lascia intendere che quella distanza lo ha provato; quelle mani la toccano come se non volesse altro dalla vita se non lei in quel momento. Eppure la rossa si distanzia, poco, ma abbastanza da farlo sbuffare provocando in lei l'ennesima risata breve e leggera. Domanda subito, curioso, in parte preoccupato, tirando fuori un argomento che la infastidisce un pochino e che subito vuole eliminare dalla lista dei pensieri di entrambi: << Di Sango non mi importa nulla, lei non vale la pena di impegnare la mia testa. >> Si è rabbuiata un poco, il tono è duro contrariamente a quanto avvenuto fino a quel momento, sa che quella frase può eventualmente turbarlo ma al momento non vuole assolutamente parlare di quella befana. Il sorriso viene forzatamente riportato a galla, la figura della rossa eliminata dalla testa della Kokketsu e recuperato il vero motivo di quell'assalto mattutino. << Si è successo qualcosa. Devo scusarmi con te. >> Si interrompe, le mani si allontanano da lui, la felpa che prima indossava slacciata viene rimossa e appoggiata li accanto sul letto. Lo sguardo blu si distoglie per un attimo daquelle d'oro che lo fronteggiano per poi ritornavici molto serie: << Ti ho raccontato qualche bugia durante la settimana, non sono stata onesta nei tuoi confronti e vorrei che mi perdonassi. >> Si interrompe nuovamente, il faccino decisamente colpevole. << Volevo farti una sorpresa ma senza dire qualche bugia non ci sarei mai riuscita. E per farlo ho coinvolto perfino i miei. Non esiste alcun progetto mistico dei Kokketsu, Mio. >> Si spiega, ma ancora non mostra ciò che ha fatto in quella settimana, vuole prima che lui sia disposto a perdonarla, per quelle piccole bugie, per quella distanza che ha messo fra loro, per un capriccio solamente femminile.

13:42 Kan:
  [Letto] La fretta non è insita nell'albino, dopo aver atteso mesi per sentire determinate parole, per vedere nelle azzurre altrui quel sentimenti ricambiato, adesso il desiderio di correre non è presente per quanto sia pressante. Borbotta e sbuffa nello staccare le labbra da quelle di lei, dopo tanto tempo può assaporarle in solitudine, solamente la Kokketsu intorno senza altre figure, genitoriali, amici o qualsivoglia intoppo portato avanti dalla vita. Permane in tale posizione tutto il tempo necessario, non disdegna minimamente la visione di lei, per quanto gli riguarda, posson rimanere in quella posizione tutto il giorno tutti i giorni e mai per un momento la sazietà avrebbe raggiunto la mente, gli occhi e il cuore del bianco. Mantiene il contatto delle mani adagiate sui fianchi della ragazza la quale scaccia fin dal principio il pensiero dell'Ishiba lasciando ampliare le labbra al genin, un sorriso rasserenato, consapevole di non dover affrontare nuovamente l'argomento della donna. Sospira leggero <Meglio, volevo mettere la parola fine alla questione> non aggiungendo altro, nemmeno lui vuol impegnare la mente con simili argomenti quando vi è qualcosa di più importante, qualcuno la cui precedenza è il tutto, senza di essa egli probabilmente risulterebbe solo un guscio svuotato della propria essenza eppure, finalmente, un po' di verità giunge a galla. Lento il lasciare il corpicino abbassando gli arti superiori i quali vengono innalzati portandoli al di sotto del capo come sostegno al cuscino. Crucciato non pone commento alcuno limitandosi al mero ascolto, notando la privazione della felpa da sopra di se, non riuscendo a comprendere se ciò sia effettivamente uno scherzo, un giochetto nuovo inventato da lei o stia parlando seriamente cercando un modo per riappacificarsi. No, non percepisce eccitazione, solo strane sensazioni. Una richiesta d perdono è avanzata insieme alla confessione di una serie di bugie dette nell'arco dell'intera settimana, confermando i timori di una verità taciuta per troppo tempo di cui ora può venirne a conoscenza <Una sorpresa?> incuriosito, ora più di prima in quelle confessione susseguite una dopo l'altra <Io ti perdono, anche se non hai nulla da farti perdonare però qual è questa sorpresa? Perchè hai dovuto coinvolgere persino loro?> ovviamente parla dei suoi, strano come una singola operazione richieda tanto via vai di persone e di parole <In questa settimana temevo ti stessi allontanando da me per quanto accaduto, temevo di aver rovinato qualcosa tra noi> ammette in maniera franca e diretta il proprio pensiero.

14:08 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] La reazione di lui a quell'ammissione di colpa è meno rabbiosa del previsto, ma anche solo il fatto che non le cinga più i fianchi la impensierisce, è come se volesse allontanarsi parzialmente da lei, da quella che ha deciso di mentirgli per una settimana intera anche se solo per una sorpresa. Deglutisce, mandando giù quel pensiero negativo, sperando che poi la rivelazione del piano architettato dalla ragazzina lo soddisfi abbastanza da fargli scordare quella bravata. Ha usato però le parole giuste, parlando di 'sorpresa' ha attivato la curiosità del Sumi, che la perdona anche solo per vedere di che sorpresa si tratti. Domanda per quale motivo abbia dovuto coinvolgere i suoi ed espone le proprie paure, le proprie angosce. Lo sguardo di lei si intenerisce a tali affermazioni, un sorriso le si stampa sul viso: << E cos'è successo? Cosa hai fatto tu per rovinare ciò che siamo? Hai preso le mie difese di fronte a qualcuno che per te ha una certa rilevanza. >> Non usa la parola amicizia, non vuole immaginare il perchè i due siano legati da un rapporto del genere date le diverse mentalità che li caratterizzano. << Tu hai deciso di difendere la mia persona, la mia professionalità. Tu hai preferito me a lei. Non vedo come questo possa aver incrinato qualcosa fra noi >> Si piega in avanti, annulla la distanza, un bacio gli viene donato sulla fronte, mentre quelle mani delicate gli accarezzano il viso. Si distanzia di nuovo, tornando a sovrastarlo e cercando di essere il più sincera possibile ora che ne ha la possibilità: << Avevo bisogno del loro supporto per avere una scusa per starti lontana, oltre al fatto che dovevano aiutarmi nel mantenimento e nella cura della sorpresa. >> Si interrompe lasciando qualche attimo alla mente geniale di elaborare quanto detto e magari immaginare qualcosa. << Se devo essere sincera però quanto successo mi ha toccata profondamente. E quello che ho fatto si può anche legare a ciò. Ho semplicemente deciso che sono cambiata, sono cresciuta e sono rinata in una nuova forma. Più fiera di quello che è, più sicura di poter fare quello che credo, più matura e desiderosa di dimostrare al mondo quanto valgo. >> Erano cose che nella testolina rossa erano presenti da tempo, ma dopo quell'atto, sia da parte dell'Ishiba che da parte del bianco ha deciso che sarebbero diventate una sorta di mantra. Le manine vengono portate in basso, sul bordo inferiore della maglietta nera che viene sollevata davanti a lui. Non indossa alcun reggiseno, non che sia un problema, si sono già visti senza veli, però il corpo è avvolto da quella pellicola trasparente che anch'egli aveva dovuto utilizzare per ricoprirsi il polso, il tatuaggio sotto il seno sinistro ben in mostra e sempre identico. Forse ora la mente di lui dovrebbe intuire cosa lei sta nascondendo, non nel dettaglio ma almeno il cosa. Lentamente la ragazzina inizierebbe a spacchettare il tutto, finalmente libera di mostrarsi e lasciare la pelle all'aria. Una volta finito il procedimento andrebbe a poggiare le mani sul petto di lui: << Puoi chiedere gli occhi per me Mio? >> Richiesta effettuata per creare ancora più pathos e che, se venisse o meno accolta, porterebbe, in ogni caso, la figura della piccoletta a voltarsi, sempre stando sopra di lui a cavalcioni ma mostrandogli la schiena e quindi quel nuovo tatuaggio, quella farfalla che le ricoprirebbe la parte laterale della schiena, colonna in mezzo intonsa e quelle ali dispiegate, colorate con l'oro e il blu, i loro colori. Se lui avesse chiuso gli occhi, una volta voltata completamente la vocina si farebbe udire nuovamente: << Ora puoi guardare >> Le codine inferiori di queste ali arrivano praticamente alla parte superiore della natica, leggermente celate da quei leggins che indossa.

14:40 Kan:
  [Letto] Non può provare rabbia, non sente la necessità di arrivare ad avere dentro di se un simile sentimento nei confronti della rossa. Qualcosa è accaduto seppur non sappia cosa e l'unica reazione è l'abbassare di quelle mani, venir meno al contatto con ella per poterla ascoltare, comprendere cosa l'abbia portata a mentire in quel modo; la negatività del pensiero è si presente eppure non può immaginare minimamente la realtà dei fatti, troppo attaccato alla terrenità degli eventi per giungere a conclusioni di quel tipo. Deglutisce restando in attesa della riposta mentre espone i propri timori, i pensieri coltivati nell'arco di quei giorni, difficile quanto delicati da sopportare. Da lupo solitario a comune essere umano bramoso di avere accanto a se la ragazzina capace in poco tempo di accalappiarlo, mettergli un guinzaglio rendendolo suo nel corpo, nella mente, privandolo, in un certo senso, della libertà per fornirgliele una di diverso tipo. Si, ha preso le sue difese dinanzi all'amica non permettendole di pestarle in piedi, ne davanti a lui ne alle proprie spalle, ha scelto, per un momento, la parte da cui schierarsi; l'altra continua con il proprio dire, spiega i motivi per cui quelle preoccupazioni risultano inutili, privi di senso e ragione se messe a confronto con la realtà dei fatti <Non è una questione di preferenze Shizuka> rettifica solo quell'ultimo punto <Semplicemente, io voglio te e solo te, di tutto il resto, di tutti gli altri, non m'interessa nulla> l'insinuazione dell'altra nell'animo risulta talmente radicata, profonda da portarlo al totale disinteresse verso il resto del mondo, verso qualcosa che non comprenda la rossa o che la riguardi. Accoglie il bacio sulla fronte socchiudendo le palpebre, avvicina il capo, percepisce le carezze e ogni tocco intensifica il sentimento da lui provato. Ogni giorno esse cresce, esplode al pari di un vulcano intendo ad eruttare; lava bollente sovrasta il cuore dell'albino al posto di vene e sangue, un calore così intenso da sovrastare ogni altra sensazione presente o emozione. Tacciono i pensieri continuando con l'ascolto da lei avanzato <Come supporto tua madre fa abbastanza schifo, sai? Ha detto di non preoccuparmi ma allo stesso tempo mi dice che vuoi stare con tuo padre per via dell'ospedale> ogni tanto anche Yuki merita di qualche stoccata, si diverte troppo quella donna e lui necessità di imporsi. Nel proferire tal verbo, dentro di se, ride, se la ride di gusto al solo pensiero della reazione della Kokketsu. Si, apertamente sfida la madre di lei. Sorpresa, stupore nell'udire una presa di posizione della genin ammettendo il suo cambiamento, il rinascere dopo quanto successo, dopo gli eventi degli ultimi mesi capaci di modificarne il mondo rendendola diversa pur rimanendo sempre la stessa. Per la prima volta, una nuova emozione giunge, fierezza. Fiero di quanto sente, della ragazzina che ha davanti, della sua crescita, della forza di simili affermazioni in netto contrasto con la rospetta incontrata nel quartiere tecnologico tempo prima e poi la sorpresa lenta si mostra. Il suo spogliarsi restando completamente senza veli, può ammirarne il corpo, le forme del seno ma ciò che ne cattura l'attenzione è la pellicola a ricoprirne l'intero busto mettendo in lui quel tarlo <Ma...> ha fatto un tatuaggio? Tutto lascia presagire quello, altrimenti la presenza di essa non si spiega e quando anche la pellicola viene meno, giunge una richiesta. Palpebre calate esaudendo il desiderio altrui, immerge se stesso nell'oscurità sentendo il movimento al di sopra di se, il suo voltarsi, sistemarsi nuovamente fino all'arrivo del permesso. Lento lo schiudersi delle iridi ammirando, infine, la sorpresa. Un paio di ali da farfalla impresse sull'epidermide, una scelta eclatante costernata dai loro colori, oro e blu esattamente come la collana da lei indossata. Stesso significato, stesso valore. Attimi in cui muoiono le parole, il muscolo cardiaco perde un battito; attonito fissa il disegno, il tatuaggio da lei creato, la scelta di imprimere quel loro simbolo per sempre sul corpo di lei. Da bruco è divenuta farfalla. Da cucciolo ad adulta. Leggero il colpo di reni per sollevare il busto avvicinandolo all'altrui, evita di impattare mantenendo la necessaria distanza mentre il tono vocale emerge sussurrato <Sei davvero folle> sorride nell'additarla in tal modo <E sei bellissima> breve pausa ammirando ancora l'opera da lei compiuta <Ora siamo un'unica realtà ed è la sorpresa migliore che potessi farmi, Mia> dita della destra ne carezzano il collo, scostano qualche ciocca liberando l'epidermide <La mia unica paura era di non essere all'altezza, solo un ripiego per dimenticare il passato> essendo ora in un momento di ammissioni, tanto vale parlare anche di quello <Ma ora non l'ho più, grazie> adesso, d'ora in poi, la paura è scacciata, la conferma, la certezza definitiva di quel sentimento si presenta dinanzi ai propri occhi, emerge in tutta la potenza di cui è dotato <Farfalla Kokketsu> ridacchiando, distendendosi nuovamente per poter avere una visuale migliore, totale del disegno mentre quelle due paroline emergono spontanee.

15:16 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Non commenta quell'esternazione di lui riguardo al volere solo lei e nessun altro. Lo sa, glielo legge negli occhi ogni singola volta che lo vede, per quello è stata lei a dirgli di occuparsi di Sango quella sera, perchè lui avrebbe abbandonato la donna per seguire la Kokketsu. Invece il commento riguardo alla madre la fa ridere, e le strappa una confessione: << Beh Yuki non voleva mentirti. >> Probabilmente non riteneva corretto lasciare quel ragazzino nell'oblio, proprio dopo un avvenimento del genere. << Perciò sono riuscita a strapparle un silenzio, e lei ha potuto parlare solo di ciò che è avvenuto con mio padre. >> Non nega che lei si sia rifugiata dal padre per sfogare la rabbia e la frustrazione del momento, quanto detto dalla madre non è mai stata una menzogna. Il suo levare i vestiti viene probabilmente preso come la vera e propria sorpresa almeno all'inizio, fintanto che non si avvede della pellicola. Commenta a malapena, il cervello attivato, probabilmente intuito cosa lei abbia fatto, ma senza aspettarsi il risultato finale. Accetta di chiudere gli occhi, la lascia muovere sul proprio corpo come meglio crede e gli occhi restano all'oscuro finchè è la rossa a dargli l'ok per tornare a osservare il mondo. Gli occhi di lui che si aprono lentamente, si ritrovano innanzi un quadro, la rappresentazione di tutto ciò che è avvenuto nell'ultimo periodo, tutto quello che si è concretizzato. Lo sente alzarsi, ridurre la distanza fra i corpi ma quelle mani non la toccano, per il momento, forse in dubbio di rovinare qualcosa. Le prime parole che le dona la fanno divertire, le sfugge una risata, forse più per il tono di voce dell'albino. Poi quel complimento che la fa arrossire, lui che all'interno di quella pelle incisa per sempre vede esattamente quel messaggio che lei voleva che arrivasse. E' a questo punto che quelle dita la sfiorano, sul collo, allontanando i capelli raccolti in quella coda per liberare la tela, la sua schiena. Altre rivelazioni sopraggiungono riguardo alla paura di essere inadeguato, di ricoprire il ruolo di sostituto. Lo sguardo di lei si fa più serio, indubbio come quel pensiero abbia sfiorato anche lei, un dubbio lecito perchè il Sumi è sopraggiunto come un fulmine a ciel sereno nella sua vita, totalmente inaspettato e non desiderato. Eppure il suo starle accanto, sostenerla senza pretese, attendere placidamente che lei potesse eventualmente cambiare idea l'hanno portata dalla di lui parte. Ancora rivola a lui con la schiena andrebbe a commentare: << All'inizio temevo anche io questa cosa. Non mi andava di appoggiarmi a te perchè tu avresti potuto consolarmi. Mi sembrava un abuso nei tuoi confronti, dei tuoi sentimenti per me. Non te lo meritavi. >> Si interrompe un pochino, recupererebbe la felpa, che verrebbe inserita alcontrario così da lasciare la cerniera sul lato sella schiena. << Quando quell'agente della Shinsengumi ti ha detto di Kushina ho capito che non eri un rimpiazzo. Non potevo accettare di vederti stare male in quel modo, ho realizzato che avrei voluto proteggerti da tutto quel male, perchè nessuno avrebbe dovuto più fartene. Me compresa. >> La sofferenza di lui come catalizzatore per realizzare l'affetto, in fondo fino a quel momento lei stessa lo stava ferendo, eppure non gliene era mai importato nulla, troppo egoista, troppo capricciosa. L'unica cosa che la infastidisce è ammettere che sia stata proprio Sango a farla smuovere. Lo sente allontanarsi, chiamarla in quel modo e allora sceglie di alzarsi, tornare a voltarsi verso di lui, il seno coperto da quella felpa, mentre la schiena con quel nuovo disegno lasciata libera di respirare. Andrebbe a sdraiarsi su di lui, abbracciandolo con decisione: << Ho sempre pensato di dover fare qualcosa per mettere in ombra il tatuaggio fatto per Hiko. Doveva però essere qualcosa di grandioso, perchè doveva essere un segnale forte, definitivo, così da non vedere più quella faccia abbattuta nel vedere quelle quattro lettere. >> Il testino viene alzato, ne cerca le iridi dorate: << Ti amo e sarai mio per sempre. >> Ci vuole veramente poco per lei per raggiungere le labbra di lui, un bacio che parte già intensamente, con la lingua che cercherebbe di farsi strda fra le labbra altrui, per spiegargli quanto quell'affetto sia vero, unico e indissolubile.

15:40 Kan:
  [Letto] Tra il non voler mentire e fornire una spiegazione pericolosa, la differenza esiste, sostanziale quanto pericolosa, ne è la prova lampante. La risata di lei stempera il tutto però negare di come Yuki l'abbia realmente fatto preoccupare sarebbe un crimine, una menzogna ai danni della rospetta <Quello mi ha fatto davvero preoccupare, non avrei potuto sopportarlo> un allontanamento di lei per colpa di un esterno, di qualcuno con le cui parole è riuscita a ferire la propria unica realtà, il suo mondo, la sua visione di tutte le cose. La sorpresa viene svelata alla fine, deliziosa, magnifica sotto ogni singolo aspetto, un tatuaggio rappresentativo di quanto passato, dell'evoluzione subita da entrambi, una crescita personale quanto di coppia portandoli alla comprensione di quanto quel legame sia divenuto estremamente forte, incisivo per le vita che stanno vivendo, forse ben di più di quanto immaginato e sperato. L'osserva in silenzio in primis prima di sollevare se stesso additandola, esplicando quanto la ritenga bella, notando quella risatina sfuggita, il leggero rossore, un accenno sul visetto. Tutto di lei riesce nell'intento di portarlo alla pazzia, controllata ovviamente ma di questo si tratta, una follia nata per i pur sentimenti provati nei confronti della rossa. Purtroppo quelle paure, quei dubbi sopraggiungono, necessitano di esser detti, portando l'altra a conoscenza di quanto vissuto in quell'ultimo periodo. Ora risultano andati, dissolti nel nulla grazie ad un gesto di una semplicità estrema, doloroso ma significativo rendendo quel rapporto talmente saldo, importante da risultare impossibile una sua rottura. Sdraia se stesso nuovamente sul materasso ammirandola dal basso verso l'alto, la propria dea, il proprio mondo si estende sopra di se perchè questo rappresenta lei, un'estensione di se, parte integrante della propria vita di cui non può fare a meno e mentre quel pensiero è realizzato, ella parla, disquisisce. Consapevole di come all'inizio quel rapporto è nato per mera esigenza di lei di possedere qualcuno per esser consolata senza nulla in cambio, esso ha portato la sofferenza nel cuore del bianco, inevitabilmente. Le felpa indossata al contrario ne copre le forme ma non il disegno permettendogli una chiara quanto continua visione seppur non commenti il verbo da lei proferito. In silenzio ascolta senza dire nulla, di come la notizia di un decesso abbia portato la rossa alla consapevolezza di un sentimento di protezione, al desiderio di scacciare la sofferenza e sorride, sorride senza farne a meno dovendo ringraziare Kushina per l'ennesima volta. Ella, persino dopo la morte, riesce a ribaltare la sua vita portandolo sulla retta via, impedendogli di esagerare, di essere un problema; veglia su di lui, sente la presenza dell'amica d'infanzia, soddisfatta dal corso preso dagli eventi. La lascia muovere, cambiare posizione, sdraiarsi sopra di se e vorrebbe abbracciarla, stringerla, non lo fa, quel tatuaggio, come dimostrato dalla presenza della pellicola, è ancora fresco e qualche dolore ancora presente forse. Non replica neanche questa volta, non sa cosa dire percependo solamente il cuore subire un accelerata immediata al di sotto della figura della Kokketsu, emozionato, commosso, abbastanza da inumidire le iridi dorate arrossate <Ti amo> replica solamente ritrovandosi le labbra occupate, prese con forza in quel bacio ancor più deciso del precedente lasciando alla lingua l'intromissione verso l'altrui. Il desiderio nasce, la brama di possederla si intensifica <Sei Mia e non permetterò a nessuno di separarci ne di intromettersi> staccando per un attimo le labbra prima di riprendere quel contatto immediato, mani ne carezzano il corpicino, solleticano l'epidermide alzando appena le felpa per risalire il busto fino al petto, toccarla, sentirla, gustare quel corpo oramai completamente suo.

16:00 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Le parole di lei occupano la stanza, con l'altro che le accoglie, valuta e ne sorride senza che però la rossa lo sappia essendo ancora voltata di schiena. Tuttavia sa che se avesse avuto qualcosa di cui lamentarsi lo avrebbe fatto, ora più che mai. E' lei che riaccorcia le distanze, che si distende sopra di lui per sentire quel contatto, quella vicinanza per troppo tempo negata. Alle affermazioni femminili solo due parole vengono corrisposte, prima che il Sumi si ritrovi nell'ìmpossibilità di parlare, la lingue di lei che si insinua fra quelle labbra per unirsi alla gemella altrui, gustarla, condividere i sentimenti che prepotenti si fanno largo nel cuore di entrambi dato che anche lui ricambia quelle attenzioni. Quando si allontano per scambiare poche parole è il visino della Kokketsu ad imbronciarsi, ad essere insoddisfatto di quell'interruzione. Ma non dura che un istante andando quindi a riprendere da dove avevano interrotto, quel bacio intenso accende entrambi, le mani di lui si muovono per prima sfiorando quel corpicino in maniera passionale, desiderosa di averla per se, un gesto associato alle parole da poco pronunciate. Il corpo femminile trema sotto quelle carezze, ne vorrebbe di più, vorrebbe stare con lui di nuovo, è da troppo tempo che non diventano effettivamente una cosa sola, però ciò che le ricopre la schiena ha bisogno di attenzioni per non essere rovinato, dovranno attendere almeno un altro paio di giorni prima di potersi concedere tutto. Le manine della Kokketsu andrebbeo a poggiarsi sul petto del bianco, spingendo un pochettino, allontanandosi da quel bacio, mordendo in parte il labbro inferiore di lui nel distacco. Il visino arrossato, gli occhi lucidi, nel quale si può leggere quanto sia complesso per lei allontanarsi: << Mio...>> Il fiato è corto e nemmeno hanno iniziato, solo quel sentimento già la stordisce, le rende difficoltoso il respiro. << Scusa ma dobbiamo aspettare un paio di giorni almeno, il tempo che smetta di perdere... >> Gli occhi blu più che fissare le dorate sono fissi sulle labbra dell'altro, come se stesse pensando se ributtarcisi sopra oppure no. << E' per questo che non potevo vederti... perchè poi ti voglio e rischio di perdere la testa. >> E' ora decisamente rossa in viso, in parte si vergogna di aver ammesso quanto lo desideri, il suo corpo, il suo cuore, la sua anima, d'altro canto è impossibile negare che quella distanza fisica è necessaria, perchè quel capolavoro resti perfetto, simbolo al mondo di ciò che sono e saranno.

16:14 Kan:
  [Letto] Un contatto prolungato, un bacio continuato scacciando tutti quei pensieri uno dopo l'altro svuotando la mente, lasciando solo la presenza della rossa come unico punto di riferimento. Il desiderio immenso colpisce entrambi, la lontananza ha accresciuto quella brama di passare del tempo insieme, lo scambio di baci risulta essere solo un preludio, un punto minuscolo nella loro unione ed il corpo è mosso dal puro istinto, le mani si smuovono da sole ricercando ulteriori contatti con il corpicino della rossa, sentirne il calore, le forme. La presenza del tatuaggio rappresenta un impedimento eppure non gli interessa, la lucidità svanisce nel momento esatto in cui le labbra si vengono incontro ritrovandosi dopo tantissimo tempo; per alcuni sono solo pochi giorni ma il bianco, essi rappresentano un infinità, un passare lento dei minuti, delle ore arrivando all'interminabilità. Ricerca di sollevare quella felpina arrivando al petto, di privarla dell'indumento eppure percepisce un contatto sul proprio petto, leggera la spinta capace di allontanarli; rosso in viso, pupille totalmente dilatate, respiro affannato senza aver realmente cominciato a far nulla e quel fiato corto di lei è solo la prova di quanto tutto ciò è condiviso, provato dalla controparte <Mia...> di rimando richiamandola a se, riportando la possessività in mezzo a loro, affermando quel dominio ricambiato da entrambi. Deglutisce incastonando le dorate nelle azzurre, nota il rossore, l'affaticamento dovuto dal momento e poi la stoccata, quell'inevitabile attesa dovuta alla guarigione dell'opera d'arte disegnata sull'altrui pelle <Capisco...> lo dice seppur non sia realmente vero, a sua volta le iridi discendono in prossimità delle labbra volendone ancora, richiedendo tacitamente quel contatto, prolungarlo; allo stesso tempo si ritrova consapevole di non potere. Se il contatto avviene, giunge l'impossibilità di fermarsi cedendo agli impulsi, le voglie portando in lei dolore, snatura tutto quel lavoro fatto con grande sofferenza <Io avrei perso la testa se non avessi potuto vederti> ansimante ammette, privo di inibizioni o freni, aprendosi in maniera quasi maniacale, lasciando che quel cuore venga letto sotto vari di punti di vista, in maniera diversa ogni volta <Forse...forse è meglio alzarci e uscire magari...> non lo vuole però è necessario per la sanità mentale di entrambi, evitare la tentazione, evitare di lasciarsi andare <...è difficile> ammette anche quello.

16:47 Shizuka:
  [Casa di Kan - Camera da letto] Si chiamano a vicenda, entrambi rossi in viso, il fiato corto, entrambi con lo stesso desiderio stampato in faccia, palese come quella settimana di distanza richiami la passione, soprattutto in due soggetti così giovani. Entrambi vorrebbero di più, lei forse meno esperta è più titubante, vorrebbe sentirsi abbracciare, vorrebbe lui sopra di lei, uniti nei corpi in maniera totale. Però quando lui propone di alzarsi la testolina rossa non vuole accettare quell'esito, il desiderio di lui è decisamente lampante, lui già indossa poco o nulla, e per lei ci vuole un attimo ad associarsi. Il visino si imbroncia, le guance si gonfiano e la protesta arriva in maniera infantile, un capriccio in piena regola: << Non voglio uscire! Voglio stare con te e basta. >> Sembra davvero indispettita dall'idea di non poterlo avere solo per se. Lo sguardo blu si scosta dalle labbra altrui, si fissa sulle dorate, quasi supplicante, mentre il realtà il tono di voce è indeciso, titubante: << B-basta che...che io non appoggi la schiena. >> Si interrompe il rossore sul viso che aumenta, le manine esili che si stringono sul petto di lui, graffiandolo leggermente, aggrappandovisi: << Non toccarmi la schiena... Si può fare no? >> Lo sguardo chiede a lui, come se necessitasse di conferme, di sapere che lui sarà abbastanza lucido da non toccare ciò che non deve. << Poi mi faccio una doccia magari e mi aiuti a richiudere tutto quando vado a casa? >> Se andrà mai a casa ora che si trova li, sopra di lui, una posizione che non avrebbe dovuto adottare, che ha risvegliato tanto, forse troppo, in entrambi. Qualora lui non rispondesse celermente in maniera positiva su quella richiesta sarebbe lei a decidere di imporsi, non vuole che il mondo si interponga fra loro, non oggi. La felpa utilizzata come minimo indumento verrebbe rimossa completamente, lasciando scoperto quel corpicino marchiato dal nome dell'amico d'infanzia, il busto verrebbe riportato in avanti, appoggiata in tutto e per tutto a lui, mentre le labbra andrebbero avidamente a cercare quelle del bianco, tornando a baciarlo con desiderio, tornando sui propri passi. Decisa come mai a non interrompere quel sentimento che prepotentemente si è fatto strada in loro.

17:15 Kan:
  [Letto] La proposta viene avanzata, liberarsi da quella presa, alzarsi da letto uscendo di casa sbollendo il calore appena creatosi. L'impedimento del tatuaggio non consente loro di proseguire come vorrebbero, di espandere il desiderio ben oltre quelle mete e per quanto faticosa risulti l'operazione, è l'unica maniera per preservare il lavoro svolto. La desidera, la brama, l'intero corpo richiede la presenza di lei con se, ogni singola parte vuole poterne toccare l'epidermide, sfiorarla, stringerla a se come un tesoro, un bene prezioso da proteggere eppure, ne note i capricci per l'ennesima volta. Inevitabile la comparsa del sorriso sul viso, divertito dal broncio messo su, il gonfiarsi delle guance in quella protesta messa in atto da una bambina il cui giocattolo le viene tolto <Siamo in due> ridacchiando da sotto i baffi, mostrando tutto il divertimento di quella scena ricambiandone lo sguardo, scivolando con le dorate nelle azzurre di lei con quella supplica non detta, comprendendo come il desiderio sia superiore alla logica, l'istinto affonda qualunque altro tipo di pensiero. Respiro ancor affannato, fatica nel renderlo regolare, nell'ottenere la calma, impossibilitato dalla presenza della Kokketsu al di sopra di se; deglutisce al proseguo del discorso, le opzioni da vagliare. Consapevole di cosa serva fare, di come comportarsi ma sapere che tutto proviene da lei, il distacco, l'avvicinamento, il repentino cambio di idea su cosa fare. Strana la situazione, divertente, eccitante e quel rossore è solamente l'ennesima prova, presente sul viso di entrambi seppur sia lei ad averne in maggior misura <Si può fare...> possiede altro da poter toccare, tenere stretto nel palmo della mano, altro da accarezzare. Faticoso non stringerla, solo due giorni prima di poterla avere nella maniera più natura quanto totale possibile, due giorni in cui si ritrovano in parte castrati <Si Mia, stavolta ti aiuterò io a prendertene cura> non più il padre o la madre ma lui, curare quel simbolo da lei creato, quella farfalla fatta esclusivamente per loro come prova d'unione rendendoli una cosa sola. Il bacio riprende, l'indumento di lei lasciato andare scoprendone il corpicino, le forme in suo possesso. Fatica nel non toccarla adagiando i palmi sui fianco, spingendo con il viso, mordendo quelle labbra. Si lascia andare, al bando il controllo mentre la mattinata comincia così, recuperando tutto quanto, almeno in minima parte, riappropriandosi del tempo perduto. [END]

Shizuka va da Kan per mostrargli finalmente la sorpresa ovvero il tatuaggio delle ali da farfalla tatuate sulla schiena. Entrambi parlano confessandosi qualcosina, qualche paura oramai scacciata e portando alla luce il cambiamento di Shizuka. Il tutto si conclude sul letto, insieme in una dolce mattinata.