La rosa della verità - pt.2

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19:56 Matono:
 Per una sera decide di cambiare locazione ove muoversi, sebbene a qull'ora ci sia la consueta ora del thè post allenamento, quel giorno invece si trova all'ingresso della foresta adiacente, restando sempre nella sezione del suono, s'accompagna a Shinsei tenendosi alla destra del biondo, finalmente è riuscito a pescarlo per fargli giusto un paio di domante. Ormai il sole si è eclissato verso ovest lasciando via via l'oscurità prender il controllo totale del villaggio delle ombre, la luna perfettamente a metà si staglia sopra la testa di Matono accompagnata da una moltitudine di stelle e senza nemmeno una nuvola nei dintorni, una brezza freddina da qualche giorno ha cominciato a soffiare sul villaggio comunque, sottolineando via via con più forza la fine della bella stagione, l'inverno sta arrivando. I due al momento restano in silenzio imboccando una strada in terra battuta che si inoltra tra gli alberi e l'oscurità donata dalla densità di essi, alti e spessi, alcuni di essi si direbbe potrebbero contenere due Matono messi di fianco all'interno del tronco. L'aspetto del moro si presenta leggermente diverso una volta tanto, dunque a parte la solita maglia bianca ed il solito pantalone scuro vi è un altro capo presente al di sopra di essi, l'armatura leggera che stava utilizzando poco prima, che dato l'arrivo del biondo si era pure dimenticato di levare, inoltre si porta dietro tenuto nel braccio destro un Fuuda con sigillato un tronchetto dentro, non è stato così difficile crearlo come pensava.<Avevo così tanta fretta di beccarti che mi son dimenticato di cambiarmi.> Sbuffa osservandosi, il test di utilizzo era andato bene comunque, pensava di ritrovarsi affaticato con quella indosso, ma dopo qualche test si è tranquillamente abituato al leggero peso aggiuntivo. In ogni caso ora prende ad osservare Shinsei, lo sguardo si fà leggermente più serio, così come il tono.<Ti perdo di vista una settimana e diventi padre?> Glie la spara così il fatto di esser venuto a sapere del piccolo malanno da bricconcello, non che si aspetti grandi reazioni da Shinsei, infatti tralascia il canzonarlo e torna al punto.<Ho conosciuto la rossa, ma no non credo servisse specificarlo.> D'altra parte per esser venuto a sapere dello stato interessante di Sango, era ovvio c'avesse parlato. Ora scosta lo sguardo da Shinsei, guardando avanti, la mano destra si alza e indice e pollice vanno alle tempie, massaggiandole mentre Matono sospira.<Ho anche capito che c'è qualcosa che non quadra più tra voi due, non mi interessa.> Specifica prima di andare avanti alzando la mano destra che si sposta dal capo e va aperta fronte al petto.<Se fate la coppietta litigiosa, gestiscitela come vuoi.> Appurato questo punto, con buona pace di qualunque commento che Shinsei voglia portare il moro passa al discorso vero e proprio.<Si è offerta di aiutarci ad entrare nei laboratori, sai bene la sua posizione lavorativa, perciò ci farebbe comodo, in ogni caso dato che spetterà a noi entrare, non chiedevo il permesso ma era giusto dirtelo, lei verrà.> Conclude lapidario la parte che riguardava la prima parte del piano.<Inoltre ha chiesto se vuoi unirti a noi per un altro piano, pensi di poterlo fare aldilà di qualunque patema abbiate voi due ? > Domanda ritornando ad osservarlo, c'è sicuramente molta carne al fuoco in quella serata, ci sarebbe pure un certo inquilino in casa di Matono, ma c'è tempo.

20:17 Shinsei:
  [Sentiero] Non è spaventato da quel bosco. Probabilmente il posto più simile a ciò che un tempo chiamava casa prima di entrare nel villaggio delle ombre. Quanto è cambiato da allora. Non c’è niente che sia rimasto lo stesso, compreso lui, lui stesso. L’aspetto esteriore in realtà non è che sia tanto diverso. Pantaloni scuri s’infilano in scarponi alti fin quasi sotto il polpaccio, chiusi in vita da una cinta lisa di cuoio nera. Il torso è coperto da una felpa nera di tessuto leggero a maniche lunghe, con la zip sul petto lasciata a metà e le maniche tirate su fin dietro ai gomiti. Il cappuccio è lasciato a riposare sulle spalle larghe. Il volto affilato, decorato dai tatuaggi che dipingono i fianchi del cranio, bene in vista, s’intravede a tratti, illuminato dalla luce attraverso le fronde. È dipinto nell’espressione austera che lo contraddistingue. Disinteressato a qualsiasi cosa non sia degna della sua attenzione. Lo sguardo dal taglio sottile, affilato come un coltello, custodisce quegli occhi neri come il baratro, che però adesso vagano pigri nell’intorno, senza però portare mai il capo a spostarsi, fisso davanti a se. Non si sarebbe mai avventurato in quel bosco, tuttavia, senza la massima delle sue protezioni: il suo chakra. Da nessuna parte si dirige senza di esso, da sempre. Avrebbe quindi piegato i gomiti fino a portare gli avambracci paralleli al suolo, l’uno contro l’altro, con le dita delle mani a intrecciarsi nel sigillo della capra. Avrebbe dunque tratto un profondo respiro, a lui necessario per accedere, oltre il velo di nebbia e frammenti di vetro della sua psiche, alla preziosa energia mentale che custodisce nell’animo. L’avrebbe raccolta, vibrante ed elettrica, al centro del plesso solare, dietro alle mani giunte, per unirla con la sua gemella e opposta, l’energia fisica, che consente al suo cuore di pompare sangue, di restare vivo. Costante e fluida. Avrebbe dunque unito quel suo personale Yin/yang fino a fondere le due energie cercando di ricavarne qualcosa di diverso, di migliore, il chakra, che a questo punto avrebbe spinto nel suo sistema circolatorio senza negarsi quel brivido di piacere che ne trae. Se fosse riuscito, avrebbe dunque sciolto il suo sigillo e infilato, pigramente, le mani in tasca. Lo sguardo nero si dirigerebbe lesto verso il moro, nel sentirlo parlare. Ovviamente sono di fianco, quindi non può che donargli il profilo affilato, del volto e di quell’occhio animale. Annuisce semplicemente alla prima frase. Sono li apposta. Troppo tempo è passato. Troppe cose di cui parlare. Quella domanda invece gli sgrana leggermente lo sguardo. No, non perché non sapesse, del loro incontro. Ma perché non è ancora abituato a sentirsi chiamare come ciò che ha scoperto di essere. “padre” quella parola gli provoca gli distende le labbra sottili, tirando un angolo della bocca fino a snudare la dentatura bianca <Si.> risponde. Non potrebbe essere più sicuro. Tornando ad ascoltarlo e ad annuire <Me l’ha detto> Commenta semplicemente, ma la sua frase successiva gli rilassa quel sorriso, lasciandolo appassire <Va tutto bene tra me e Sango.> rassicura <Ma quando l’hai incontrata eravamo in un momento delicato, e ci sei andato di mezzo, involontariamente> d’altronde è a seguito di quello che Nani è finito a casa del moro <Me l’aveva appena detto e… avrei dovuto reagire meglio.> Ovviamente la tendenza a colpevolizzarsi se la porta dietro, ma è ferma la voce, bassa e profonda. Non ha bisogno di urlare <Non avrei dovuto spedirti Nani a casa senza nemmeno avvisare, ma è stato necessario> Basterà come spiegazione? Dev’essere il moro a deciderlo. È sincero in ogni caso. Sono entrambe due persone molto schive. Non dev’essere stato piacevole. Non continua il discorso su quella linea, ci sono cose più importanti da discutere. Annuisce di nuovo. <Abbiamo parlato di quel piano. Ha delle idee interessanti. Dobbiamo parlare con Saigo e vederci tutti insieme.> è necessario parlarne <Matono, Sango non si fida di Saigo. Non le ho detto niente di lei. Se non che è un membro della Shinsengumi. Mi ha chiesto di non rivelare ne il suo nome ne il fatto che sia un membro della Shinsengumi. Quindi chiunque ne parlerà con Saigo dovrà escludere queste informazioni dal discorso.> è bene essere chiari su questo. <Sono due Shinsengumi e sono esattamente quello che serve al piano, ma sono quelle che hanno più da perdere. È fondamentale che loro due si fidino l’una dell’altra. Che tutti ci fidiamo. Altrimenti va tutto a puttane e loro rischiano di sputtanarsi a vicenda> Che bel linguaggio. Ma tanto Sango non c’è. <Lasceremo loro il tempo necessario a comprendere che stiamo tutti lavorando ad un fine superiore. Poi prepareremo il piano.> è un momento delicato. C’è da stare attenti. Ma l’altro devia il discorso, altri piani, altre trame. Inarca il sopracciglio visibile dal moro, Shinsei. <Mi ha accennato qualcosa. Ma non so molto. Parla: in cosa vi state infilando?> Chiede, con una lieve curiosità nel tono di voce profondo. [Tentativo di impasto del chakra]

20:43 Matono:
 Ascolta le prime replicege del biondo, annuendo alle due involontarie situazioni in cui Matono si è ritrovato con entrambe le gambe.<Lascia perdere.> Afferma tranquillamente riprendendo a guardare avanti, studiando distrattamente tra gli alberi.<Tanto non sono quasi mai a casa, inoltre cucina bene.> Le poche volte che si è trovato a mangiare a casa non si è certo lamentato.<In ogni caso vorrei capire che ha combinato per dover star nascosto in casa mia.> D'altra parte la curiosità gli è quasi dovuta in cambio dell'affitto, ma non era ancora arrivato alla fase in cui parlava con questo Nani, o meglio con cose diverse da "Ok" "si" "no" ed altre risposte ristrette e basilari, gli ci vuole ancora un pò di tempo. Finalmente si entra nella parte interessante del discorso comunque, oltre le gravidanze e gli ospiti indesiderati, che si ok sono belle esperienze, ma architettare piani per fare cose concrete è decisamente più succoso.<Non si fida?> Chiede interrogato facendo il verso a Shinsei, ci pensa su ma cpsì a memoria le informazioni su eventuali rapporti tra le due sono zero, almeno quelle in mano a Matono.<Scommetterei che a parti invertite avremmo la stessa reazione di poca fiducia.> Cerca di supporre un la possibile situazione delle due shinsengumi, ad un primo esame potrebbe dire che qualcosa in comune lo hanno dopotutto.<Hanno da perdere, ma non dimenticare che entrambe hanno interesse ad entrare in quel posto.> Sottolinea l'ovvio ma meglio ricordarlo in un eventuale caso si debba discutere su chi rischia.<Loro rischiano ma non fanno beneficenza, te lo assicuro, così come non la facciamo noi.>Ovviamente la main quest del piano e raccapezzarsi sul passato di Shinsei, ma questo potrebbe valere solo per i due del suono.< Non voglio azzardare ipotesi affrettate, ma facendo leva sul fatto che a tutti interessa entrare li, non dico che andranno d'accordo, ma giocoforza collaboreranno per questa particolare situazione.> Ci conta perlomeno, non sa quanto precisamente sia forte questa malfiducia, dovrebbe tastare il terreno con Saigo quanto prima, annuendo fortemente alla proposta di Shinsei.<Parleremo con miss whity.> D'altra parte è piuttosto pallida, il bue che dice cornuto all'asino a giudicare alla carnagione di Matono. Alla domanda del biondo prima lo osserva,poi si guarda per un attimo attorno, come a controllare se qualcuno possa essere all'ascolto, un gesto abitudinario più che realmente utile in quel posto.<Vogliamo entrare dentro il nuovo locale, nel quartiere delle feste. Dice che una bimba è li dentro e vuole salvarla.> Afferma molto semplicemente, non complica i discorsi cercando di essere più chiaro possibile.< In sostanza dovremo irrompere, seppur da dove ancora dobbiamo deciderlo. Ci mancano diverse informazioni sull'ochaya.> Conclude andando poi ad alzare l'indice verso l'alto.<Io preferirei irrompere dall'alto, lei ha proposto un piano un pò più infiltrativo e stealth, dovremmo ridiscuterne. Ci sarà da menar le mani, sei praticamente l'asso di bastoni ciccio.> Sbuffa e va ad imitare
dunque Shinsei, nel tentativo di impasto del chakra, che portandosi al petto la mano destra socchiude gli occhi, continuando ad incedere diritto anche se alla cieca, compone il mezzo sigillo della "capra". Il tran tran celebrale continuo cerca d'esser calmato, come un torrente impetuoso che cerca d'esser arginato e reso placido, complesso con la mente del moro, ma oramai sta acquisendo via via più sicurezza nel farlo. La concentrazione per domare la mente rende la figura del ragazzo leggermente più rigida nel movimento, il respiro rallenta quasi fino a dar l'apparenza d'essersi fermato, qui cerca di convogliare l'energia al centro del corpo, tenta di dargli prima una forma nella mente che sia quanto più simile possibile, un cerchio perfetto il cui centro vortica velocemente. Ora cerca di dare un verso di movimento a quest'energia, poi più direzioni simultanee, ramificandola in tutto il corpo, la mente è il timone di questo tentativo di attivare e rendere stabile il chakra, controllando ogni frangente di questo inondamento verso ogni tsubo presente in Matono. La danza energetica tra corpo e mente perdura finchè non fosse riuscito a rendere stabile la connessione.[3/4 tentativo impasto Chk]

STOOOP ATTENDERE FATO

Oh dolce appare questa notte? Per nulla, non per chi si avventura nel bosco, non avete paura del lupo? O forse credete d'esser la bestia? Quel che credete non importa, non quando il fato decide di intervenire in piena regola, smuovendo fili, vite, distruggendo e creando, non è forse questo il motivo dell'esistenza dei Kami? Il freddo è violento, gelido negli alberi che sembrano morti e vivi allo stesso tempo, d'un lugubre desiderio che vogliono dividere la foglia e il suono, così come fu in passato, creando una terra di nessuno, violenta, fredda, arida e sinistra. La luna è troppo alta e troppo debole per potervi dare un reale senso d'orientamento, ogni vostro passo, respiro, si perderà nell'aria sempre più fredda , non sembra essere nemmeno con voi, vi ha abbandonato, il sentiero stesso vi ha abbandonato eppure avete la grazia e l'abilità di chiamare a voi la vostra energia, impastare il vostro chakra per sentirvi più forti. Chissà se servirà davvero, o tutto quello che state vivendo è semplice frutto della suggestione, ma creature come voi, nati dal buio e dall'ombra, possono davvero averne paura? Il vento vi soffia in faccia gli odori della terra, alberi, resina, tutto impregna le vostre narici, eppure anche qualcosa di estremamente dolce, invitante, qualcosa che assumerà per ognuno di voi un odore diverso in base a ciò che più amate e volete, qualcosa che nemmeno sarebbe conscio, ma lo riconoscete, l'odore è quello, vi sta richiamando nel cuore di quel bosco. Così come da lontano potrete vedere quel che pare una pallida luce fredda, d'un azzurro delicato ma nemmeno puro come il bianco, d'una luce che si nasconde tra le foglie e i rami rinsecchiti, e il silenzio piomba violento. Non v'è alcun rumore, i pipistrelli sembrano essere scomparsi, di gufi e civette nemmeno l'ombra, del suono del vento niente di niente, niente carezza più la vostra pelle arida, pallida e morente, di chi è solo. Sentite le budella contorcersi per il dolore? Sentite l'enorme voragine di solitudine, vuoto che vi circonda, il respiro stesso che sembra mancare? La promessa di sollievo, di aria, c'è, lo stesso profumo che ancora vi avvolge ve lo suggerisce, di come la salvezza esista. Una luce che dista da voi 30 metri circa, oltre il fitto della foresta, sempre più dentro, ma a voi decidere, soffocherete o vivrete? [30 metri verso la luce] [quest chiusa | Shinsei & Matono ][no time per il momento][per dubbi e domande usate discord][stessi turni]

21:23 Shinsei:
  [Sentiero] Non può non tirare di nuovo, un poco, le labbra in un sorriso. C’era da aspettarselo. Per questo si è permesso tanto. Perché si aspettava quell’invito a lasciar correre, un sospiretto divertito scappa dal naso appuntito, nel sentire di come Nani abbia preso possesso del suo ambiente preferito, la cucina <Stai attendo se parli di cose strane a casa mentre c’è lui. Ha sempre telecamera e microfono accesi> Si, è uno streamer, Shinsei, non un’astronauta, non c’è bisogno di fare come se stesse costruendo ordigni bellici. <…> Non riesce a rispondere subito a quella domanda <Lui niente. Sono stato io. Ho voluto che si allontanasse per proteggerlo. Non so come, ma alla fine ho imparato a sopportare la sua presenza> Bah. Chissà che poteri magici avrà. Ma lasciamo correre. Nuovo, vecchio argomento: il quartetto e i laboratori. Ascolta tutto il discorso senza interromperlo, e si tiene anche un pizzico di tempo per pensare, non tantissimo, ma lo sguardo pesante e tagliato si stacca da lui per tornare in avanti <Preparati, perche sicuramente avremo una reazione simile da Saigo. Per questo non ho rivelato a Sango la sua identità. Non prima di avvertire quella ragazzina di Suna del fatto che dovrà scendere a patti con un’altra persona. Mi costa aver tenuto per me questa informazione, Matono. Non ho segreti con Sango e non ho intenzione di averne, mi fido di lei più che di chiunque. Di sicuro più di Saigo. ma è un atto di tutela per la fiducia che stiamo riponendo gli uni negli altri> Sospira, pesante <E si, assolutamente ognuno ha il suo tornaconto, loro due comprese, e questa è l’unica chiave che possa consentire a tutti di remare uniti per un fine superiore. Ma voglio che siano loro due quando si incontreranno, a decidere quanto esporsi affinchè le cose vadano per il verso giusto. Per questo a noi il compito di rispettare la volontà di entrambe, affinchè tutto vada bene. Se incontri Saigo parlale di Sango senza fare il suo nome ne menzionare il suo ruolo nella Shinsengumi. Dille solo che c’è una quarta persona, che è quello che ci serve, e che prima o poi ci vedremo tutti e quattro insieme. Farò lo stesso se la vedrò io.> Ci fa caso, che lentamente s’è iniziato a far freddo? No. anche se è strano in effetti. Lui il freddo non lo patisce mai. È concentrato sulle parole del moro, Ochaya. Stende le labbra in un ghigno affilato, di nuovo. Doveva immaginarlo che sarebbe voluta entrare la dentro. Annuisce tuttavia al dire di lui <ci..> Si ci stà, ma non finisce la frase. Il naso appuntito respira a pieni polmoni e non c’è solo muschio, terra, resina e corteccia. C’è un odore diverso, fresco, dolce, buonissimo. Che sia lei? Lo sguardo saetta in giro. Quasi arresta il camminare, cercando colei a cui appartiene il profumo che sente. Di colpo, una luce argentata, pallida in lontananza. E poi… lo sguardo dal taglio sottile s’allarga, sorpreso, i suoni. Non si sente più niente <ma che…> starebbe per uscirgli una parolaccia dalla bocca quando di colpo una fitta lancinante all’addome, in profondità, nelle viscere. Serra la mascella, chiudendo i pugni dentro le tasche della felpa. E quella foresta che tanto conosce di colpo è diventata fredda, inospitale, silenziosa, oscura, violenta. Uno sguardo al moro, un cenno d’intesta. C’è alternativa a seguire quella via di fuga che lo chiama, che lo invita quasi, con un profumo al quale non può resistere? Piega gli avambracci abbastanza da sfoderare le mani dalle tasche, compie un passo per poi piantare i piedi li, uno avanti e uno indietro, flettendo le articolazioni delle ginocchia e del bacino, sporgendosi lentamente in avanti, tenta di caricare il suo stesso corpo per uno scatto. Tenterebbe quindi di liberare tutta la catena cinetica di colpo imprimendo tutta la forza di cui dispone nei piedi e spingendo contro il suolo, facendo scattare i muscoli come molle. Insomma. Uno scatto in avanti. Ha bisogno di liberarsi da quel senso di oppressione. [2/4 Tentativo di scatto in avanti: 30 metri] [Chakra On]

21:37 Matono:
 Percepisce quel fiume energetico stabilizzarsi in tutto il corpo, che diventa molto più ricettivo, i sensi stessi sembrano acuirsi e aver maggiore portata e precisione, dunque una volta certo che il flusso fosse efficacemente stabile apre gli occhi tornando alla realtà, certo non trova la luce ma una densa oscurità, d'altra parte si trovano nella parte più buia del villaggio. Una SHinsei poco dopo fà risentire la propria voce, denota ed annota metaforicamente
quanto afferma il biondo, non ha nessuna voglia di esser ripreso e registrato questo è certo, ma poi perchè mai lo fa.<Tanto non è che parli o faccia chissà cosa a casa, più che altro rimugino.> Ammette candidamente, è la verità in fondo, gli capita spesso e volentieri di restare immobile a fissare un muro anche per minuti interi, non è un soggetto molto interessante da registrare. Tornando al discorso importante comunque, senza offesa per Nani, Matono dà decisamente più attenzione a Shinsei, tornando a guardarlo mentre con la coda dell'occhio cerca di non perdere il sentiero.<Che tu ti stia ammorbidendo?> A metà tra una mera considerazione degli eventi ed una presa in giro velata, in ogni caso arriva anche la risposta seria subito dopo<Parlerò con Saigo.> Taglia corto a riguardo, d'altra parte ormai a furia di "Parlare con" sta acquisendo carisma su carisma, eppure fa ancora abbastanza schifo.<vedrò un pò di tastare il terreno prima di sgangiarle la bomba, ma poi potremo anche girarci attorno quanto ci pare, poi dovranno vedersi, sarà li il problema.> Concludere prima di tornare a dare attenzione al fronte a se. L'incedere dei due li sta portando sempre più nel fitto della foresta, non c'è supporto luminoso al suo interno nè tantomeno un qualche tipo di luce naturale, anche perchè se quelle frode riescono a fermare i prodi raggi solari, cosa mai potrebbero fare i placidi e timidi raggi di luna? Si guarda attorno Matono, e poi si da anche un occhiata alle spalle. Nonostante il sensibile potenziamento del suo intero essere il moro non percepisce il consueto senso di sicurezza portato dall'attivazione del flusso si chakra, al contrario, ha una sensazione di vuoto. Il vento, che a differenza della luce, riesce ad introdursi tra i massicci tronchi, l'olfatto entra in azione, il cervello registra e inizia a lavorare quasi senza che Matono se ne renda conto, in ogni caso si sente quasi ammaliato da quell'odore che sembra sapere di libertà, di ampi spazi, e proviene da una direzione precisa, riesce a triangolarla senza guardare, ma è usando la vista che scorge qualcosa di maggiormente strano, una luce nel bosco. Istantaneamente smorza il suo incedere, che stava iniziando a sembrare il volo di una falena verso una fonte luminosa artificiale, sbattendoci contro ripetutamente senza mai poterla raggiungere, per un attimo nella mente di Matono si e fatta strada quella strana sensazione clautrofobica, solo in un quadrato chiuso a malapena in grado di contenerlo, rannicchiato su se stesso e celato completamente dall'oscurità totale, l'unico rumore il suo respiro. Poi tornando alla realtà le percezioni si appiattiscono, ma non per una mancanza del moro, bensì non sembra esserci più nulla da percepire, non solo per quel che riguarda i suoni ma quasi sente poco tangibile la stessa presenza di Shinsei, seppur gli sta giusto mezzo metro a fianco, eppure quasi gli sembra un immagine residua, poco chiara ed evanescente. L'odore sembra intensificarsi, forse in funzione di un bisogno personale, che rende quell'odore sempre più invitante, come fosse la fame di fronte a del buon cibo. A svegliarlo dal viaggione mentale è comunque SHinsei, che riprende la sua tangibilità partendo come un toro verso la luce, perlomeno ha dato una sveglia al moro, che piegando le ginocchia porta il busto più in basso, dunque la schiena si spinge in avanti mentre braccio destro e sinistro si allargano leggermente pronti a dare equilibro. entrambe le caviglie all'unisono imitano le ginocchia qualche secondo dopo mentre il piede sinistro si porta in avanti con il destro a dare potenza per scattare per venti metri in avanti nella stessa direzione di Shinsei.[Tentativo scatto 4/4 20 m - Chk 25]

Ah il richiamo, di cosa sa? Di dolce, d'amore, d'odio? Cosa vi spinge verso un profumo tanto intenso e avvolgente, della libertà stessa che altro non è che donna anche lei, bellissima e terribile Matono, o d'una donna in carne ed ossa, Shinsei. Come novelli Ulisse non potrete che spingervi verso qualcosa che amate tanto, che desiderate, che già avete oppure che non avete. Il primo a muoversi sarà senza dubbio Shinsei, il nostro gigante biondo, forte anche del suo chakra attivo, non può che mostrare la sua fisicità in quel singolo scatto in avanti, lo stesso che ti porterà li, alle porte di qualcosa di nuovo. Sarai alla periferia di quello che non è altro un grande cerchio perfetto tra gli alberi - eppure qui non c'è quello stesso freddo che sentivi sulla pelle fino a qualche momento prima, come se d'un tratto invece il calore ti invitasse ad entrare, avanzare attraverso quel soffice prato verde, ove alberi non se ne vedono più, verso quello che nasce sotto i tuoi occhi . Un lago d'argento ove la luna si specchia, dolce e delicato proviene quel profumo da quella che pare esser una donna, una bellissima donna dai capelli anch'essi d'argento, occhi azzurri come il blu d'un cielo terso in una delle bellissime albe. Si, sembra l'alba, fredda e distante, vestita d'un abito soffice a balze, e le gambe affondano invece nell'acqua smuovendola piano, in un lento cantilenare che ancora vi richiama, più potente, per accendere i vostri di desideri. Le azzurre che si volgono a te, giovane Uchiha, il primo ad averla raggiunta, e in quello stesso momento al posto d'ella non troverai che ..qualcun altro, qualcuno che desideri vedere, d'una dolce visione invero, di chiunque sia il tuo profondo desiderio. D'un rosso che s'accende come una rosa al centro di quello stesso lago, sorride morbida, potrai riconoscerla in tutto, nella voce, nell'odore, in tutto quanto < Shinsei..vieni da me > un sussurro che giunge al tuo petto, dritto come un pugno allo stomaco. Matono, tu decidi di muoverti piano, molto piano rispetto al tuo amico, rimanendo perfino parecchi metri indietro, ma no, non avrai modo di vedere nulla di questo se non avanzerai di più, finchè anche tu non avrai modo di vedere la giovane donna al centro di quel lago, sentirla sussurrare a te < oh mio giovane figlio > caldo il dire, di colei che non avrà più quello stesso viso, ma quello d'una donna che forse avrai dimenticato, in quell'espressione, di una madre che ti richiama ancora a se. < sei cresciuto così bene > vibra la voce nell'aria, impossibile per Shinsei udirla, impossibile per te udir ciò che verrà detto al biondo. Siete insieme. Siete soli. Ma ciò che avrete sarà qualcosa di dolce e meraviglioso, o spaventoso? [Matono : 10 metri verso la luce | Shinsei distanza dalla giovane : 15 metri] [quest chiusa | Shinsei & Matono ][no time per il momento][per dubbi e domande usate discord][stessi turni][png : https://i.pinimg.com/564x/25/d4/fb/25d4fb6d964ccfe9d99fb595f792cc85.jpg ]

22:23 Shinsei:
  [Sentiero] Non ci si ferma nemmeno, a pensare che è bello avere le spalle coperte da qualcuno, una volta tanto. Arresterebbe le leve inferiori, esplosive nei movimenti, solo quando gli anfibi si fossero poggiati nell’erba della radura, arrestando il movimento utilizzando i piedi come ammortizzatori, per rompere la corsa in una camminata blanda. Lo sguardo nero si sofferma in quella radura fatata. Non ne ha mai vista una simile. Ma non è sulla natura che si scaglia quello sguardo pesante, affamato, oscuro. C’è una donna li e lui la vede. La vede non vedendola. La vede vedendo altro, Non sono argentati, i capelli che osserva, ma rossi come il fuoco. Non azzurro cielo gli occhi, ma blu come il mare. Una visione che allarga quegli occhi dal taglio affilato e schiude le labbra sottili <…> Non ha mai ricevuto sorprese da lei, ma trovarla in un posto simile è qualcosa che non s’aspettava <Sango> La chiama, la evoca. Con lo sguardo fisso in lei, cerca quello di lei, riuscirà a vederlo? A percepire che non è l’originale? Riuscirà ad accorgersi che quei capelli non sono di quel colore? E come potrebbe? Quella voce arriva così forte e pesante sotto l’addome da costringerlo a flettersi leggermente sulle ginocchia. Come se avesse una cassa davanti a lui, pronta a risuonargli dentro. Serra la mascella, quel richiamo è potente <Io non..> No, non sa camminare sull’acqua, eppure quel richiamo non sembra ammettere obbiezioni. Non in un animo simile. Gonfia il petto, sospira dal naso, forte. Voltandosi fino a darle le spalle. Tenterebbe, piantando la punta di uno scarpone sul tallone dell’altro, di sfilarsi quelle pesanti calzature. Potrebbe forse vedere Matono arrivare? <Hai visto chi c’è?> Gli chiederebbe indicando la rossa Ishiba nel lago. Potrà lui notare quel sorriso sulla faccia del biondo? Un sorriso che può avergli visto solo poco prima, quando l’ha chiamato padre? Nel frattempo il biondo non esiterebbe a portare la sinistra alla zip della felpa, abbassandola del tutto e sfilandola, rivelando la pelle nuda e liscia del torso, marchiata da cicatrici orrende delle quali non si preoccupa, abbandonando la felpa sull’erba, donando quasi uno sguardo di scuse al moro. No, non può certo privarsi di lei. Tenterebbe dunque, di portarsi al limite dell’acqua, guardandola con le sue iridi nere per un attimo. Non la ama, anzi. Ma quando lo sguardo torna sulla donna, ogni incertezza vien meno. Tenterebbe di avanzare, stando attento a tastare bene il pavimento del lago prima di appoggiare il piede, stando attento a rocce, buce o altri ostacoli [Chakra On]

22:33 Matono:
 Si avvicina in fretta ma restando comunque a distanza di dieci metri, da quel punto non riesce ne a scorgere nulla ne a sentir nulla di diverso da prima, se non per un intensificarsi di quell'odore, e di conseguenza anche di tutte le sensazioni ad esso correlate, vorrebbe parlare ma le parole gli muoiono in gola, in ogni caso Shinsei e andato avanti e così deve fare il moro, per qualche ragione che al momento fatica a spiegarsi, dovrebbe essere circospetto e guardingo, come sempre del resto, eppure fallisce nell'essere se stesso. L'ammaliamento dunque lo porta a tagliare gli ultimi metri prima di giungere finalmente a destinazione, le palpebre si socchiudono d'istinto aspettandosi un accecamento da una fonte luminosa, almeno questo accadrebbe secondo un pensiero ed una realtà logica, cosa che in questo momento sembra non essere la realtà in cui si trova il moro.<Figlio?.>Sbatte ripetutamente le palpebre, per mettere a fuoco la scena fronte a cui si trova, decisamente confuso denota la presenza di un laghetto e di una donna che sembra sedersi sull'acqua, toccandola o volando non era chiaro, certo non è una cosa normale, inoltre non riesce a distinguere se la luce proviene dal lago o semplicemente esso riflette la luce di cui la donna e dotata, non è comunque la cosa importante.<Non certo grazie a te.>Le parole gli escono senza che effettivamente avesse pensato di dirle, l'istinto ed il subconscio per un attimo hanno preso il timone, lasciano il Matono cosciente confuso da se stesso. Il volto lo aveva guardato, ma non gli era sembrato di riconoscerlo in nessuna persona da lui ricordata, eppure il suo cervello aveva tirato fuori quella frase dal profondo, dal recondito. Fa un passo in avanti verso il lago portandosi a ridosso di esso, osserva in faccia la donna scavando nei ricordi con foga, quasi irritato dalla cosa. Prova a dare un occhiata a Shinsei, cercando di capire come sta reagendo alla bizzarria in cui sono incappati.<Hm?> La domanda di Shinsei in realtà cade a pennello con il fatto che sta combattendo con se stesso, ricorda bene quella faccia ora, l'aveva solo oscurata nella memoria, inscatolata e sotterrata per poi ricavarne torba per accendere il fuoco, invece era finita nel dannato archivio della memoria in attesa di esser rievocato.<Mia madre> Risponde a se stesso ed a Shinsei in un unica volta. L'espressione di Matono è divenuta cupa, aspra e torva, volteggiano un considerevole numero di sentimenti negativi nella mente, un tornado nero come lo era la foresta poco fa, la luce emessa da quell'aberrazione illogica tenta ancora con il suo odore, la voce risuona ancora nella testa ma questa non fà che alimentare codeste rabbiose sensazioni.<Ti incenerisco.>Sussurra a denti stretti, la mascella tesa ora, cosi come tutto il corpo, come sul punto di saltare.[chk On]

[Shinsei] lei ti guarda, con quello stesso sguardo che tu ricordi, perfetto in ogni sua imperfezione, d'un sorriso che ti ha sempre rivolto, delicato perfino alle volte, così come adesso. La stessa donna che si solleva , prende a camminare delicata sull'acqua, la stessa che le permette di reggersi su di essa, scuotendola a piedi nudi, per raggiungerti vicina mentre tu non fai altro che.. spogliarti, povero Matono, colui che vedrà tutto quanto ma anche lui avrà il suo bel da fare. La stessa rossa che attenderà finchè non sarai pronto, le tue cicatrici portate alla luce della luna, la mano sottile che s'allunga verso di te, toccandoti, spingendoti verso il lago stesso..e si, non affonderai affatto, non sentirai che una lieve frescura sotto i piedi come se lei ti stesse reggendo < l'ho trovato Shinsei > ti sussurra, calda, avvolgente, ma chi, chi ha trovato per te? Ad ogni passo che farai, che farete , il loco sembra cambiare, divenire buio come se la luna si stesse nascondendo a voi dietro spesse nubi temporalesche.. e d'un tratto ti troverai di nuovo solo, di nuovo al centro d'una stanza piccola priva di tutto. Il tanfo è pesante, e la luce intorno a te illumina qualcosa.. un lettino piccolo d'ospedale, attrezzi vari lasciati sporchi di sangue su quel vassoio d'argento, il rumore di qualcosa che gocciola continuo, vivo, e di una chiazza immensa di rosso che arriva ai tuoi piedi. Ti sporca, li sporca, e davanti a se spuntare qualcosa, qualcuno che non ricordi, d'un viso confuso nel sorriso della pazzia, di un fagotto che stringe al petto, lo stesso di cui vedrai un ciuffo biondo nascere dal bianco sporco "oh non piangere mia dolce bambina" una voce antica, graffiante, d'un passato nascosto, di qualcosa che hai cercato di dimenticare "papà sarà qui a breve" e si dondola senza nemmeno guardarti, a quei pochi metri da te. [Matono] vedrai si Shinsei, eppure dopo qualche attimo non riuscirai più a vederlo, scompare nel nulla e sei troppo impegnato ad odiare quella donna che ti sorride adesso < mi dispiace > rievoca quei ricordi che ti hanno ucciso? rievoca lo stesso passato che hai tentato così tanto di inabissare, cancellare, ma nulla può esser cancellato, nemmeno volendolo. < sono stata così debole da non riuscire a vivere per il mio bambino > lacrime, calde lacrime scivolano su quel viso affranto, piegato dal dolore intenso, piegato dal rimorso e dal vuoto che anche tu sentirai come tuo. Un dolore sordo, pesante. < ti prego..perdonami > la stessa donna, tua madre, che si solleva tremante dal centro di quel lago, avanzando tremante verso di te, allungando una mano nella tua direzione..e ti aspetta, ti attende, solo come una madre può fare < fammi provare ad esser quella madre che tanto meritavi > [quest chiusa | Shinsei & Matono ][no time per il momento][per dubbi e domande usate discord][stessi turni][png : https://i.pinimg.com/564x/25/d4/fb/25d4fb6d964ccfe9d99fb595f792cc85.jpg ]

23:19 Shinsei:
  [Sentiero] Oh potrebbe farlo, il biondo. Un buon ninja lo farebbe, quel collegamento. Quella risposta di Matono è strana. Lui è strano. Un bravo soldato, un bravo stratega capirebbe in cosa si è immerso. In cosa si sono immersi. Ma non lui, non Shinsei. Non colui che è dominato esclusivamente dal proprio desiderio, ed in esso si crogiola, si logora, si ustiona fino a scomparire. Ha già i piedi nell’acqua, in quell’acqua fresca che lede la pesantezza dell’anima, donando all’amico moro la schiena lacerata, quando si volta di nuovo, solo col capo, per investirlo in un’occhiata tagliente, ma con quel velo interrogativo che solo chi conosce il suo sguardo può trovare. No, non ha capito <mh?> Troppo tardi, si sente toccare, è lei, si volta di scatto, come se avesse la cosa più importante di tutte li davanti, li vicino. Illuso. È a lei ora, che dedica il suo sguardo oscuro. Nient’altro conta. Affamato di sentire nel suo lo sguardo di lei, ma è la voce a saziarlo, quella voce che lo costringe a irrigidire l’addome sfregiato, per quanto forte vibra quella voce dentro di lui. Ascolta quelle tre parole, e tre parole bastano per tirargli le labbra in un sorriso tagliente, come la lama d’un coltello. Perché sorride? È contento, solo perché la sente annunciargli quella notizia <Chi?> Un mormorio basso e profondo, com’è il suo tono di voce, ma non c’è tempo, la luce della luna s’affievolisce. Lo sguardo nero s’alza verso l’alto e ben presto trova… se stesso, nero nel nero, non c’è niente li in celo. Niente di rassicurante. Niente al quale appendersi. È solo, li in quella stanza nella quale si trova. Il tempo di far saettare le oscure per tutto il campo visivo acquisendo dettagli e… <…> lo sguardo si sgrana, mentre dentro al petto lucido il cuore manca un battito. Le labbra sono schiuse, lo sguardo è sgranato. Strumenti, sangue, oscurità. Una stanza nuda, spoglia di tutto, ma non della morte. Arriva all’improvviso, spezzandogli il fiato, una fitta al petto, la parte sinistra. Istintivamente porta la mano destra a stringersi graffiando la pelle sulla cicatrice, mentre le labbra a fatica si serrano. Tenta di deglutire, in vano, lo sguardo non riesce a staccarsi da quegli strumenti, da quel lettino. Al quale, con passo incerto, tenterebbe di avvicinarsi. Non s’accorge di star ansimando, ha bisogno d’aria, e non ne trova, i polmoni stretti da gelide mani, non concedono al corpo di respirare <N..no> Un desiderio, una supplica. Che cos’è questa sensazione calda e avvolgente ai piedi? Lo sguardo s’abbassa e…le ginocchia cedono di schianto con un rumore viscido in quella pozza di sangue. Sangue che a lui manca, manca sul viso che s’è fatto candido come la neve. Negli occhi, ormai non più neri, ma grigio-nerastri, solo terrore per loro, non più vivi. Eppure può andar peggio, e come. Gli basta il primo sospiro, quel “oh” stridente come le unghie sulla lavagna, come un vetro in frantumi. In frantumi come la psiche del biondo, già debole, e ora di nuovo, spezzata. Si muovono e strisciano i tatuaggi ai fianchi del cranio, mossi dai muscoli che serrano la mascella tanto forte da far scricchiolare i denti, ma si muovono anche le pupille, annacquate da lacrime di terrore <No.> incredulità e, di nuovo, supplica. Ma non v’è pietà stasera. Non per lui. E lo sentirà parlare, e guarderà cos’ha in mano <N…> la voce si strozza in quella gola arsa dal terrore. Niente esce difronte a quella figura, a quel ghigno, a quello sguardo, a quel corpo minuscolo <T..TI SEI GIA’ PRESO IL MIO PASSATO!> Urla senza un contegno, senza modo di pensare. In ginocchio nel sangue di sua figlia, al suo aguzino, a suo padre, al suo amante. Si è preso il suo passato e ora, ha tra le sua mani un futuro morto. Perché a nient’altro è destinato il biondo, se non al buio. Due lacrime andrebbero a strisciare lungo la pelle candida del viso. Abbandonando occhi ormai non più presenti a questa realtà, occhi di un uomo che sprofonda in se stesso. Eppure, che sia in quel buio la capacità di ritrovare qualcosa, un appiglio? Si, c’è, ma non sono gli occhi di Sango, ne la lucidità di ritrovare la strana risposta di Matono di poco prima. È il senso di colpa per aver fatto consentito ciò che sta guardando. Se avesse un Kunai se lo pianterebbe nel cuore sedutastante, ma non ce l’ha e la sua rabbia tenterebbe di sfogarla in un altro modo. S’irrigidiscono i muscoli, si serrano le mani. Tenterebbe di caricare indietro il braccio destro, ruotando l’articolazione dell’omero fino ad avere il gomito tutto proteso all’indietro, il pugno chiuso. La mascella serrata <Non te la prenderai> Ringhia spingendo le parole tra i denti serrati, guardando quella piccola creatura esanime. Si ucciderà se deve pur di non assistere a quello strazio, pur di far in modo che non torni. Altre due lacrime scendono, prima di tentare di far partire, con tutta la forza che ha, il cazzotto protratto all’indietro, rivolgendolo, con una corta rotazione, contro il proprio setto nasale, nel tentativo di colpirsi con la forza di cui dispone [2/4 tentativo di attacco, colpo al suo stesso naso][Chakra On]

23:20 Matono:
 Furente tenta di tornare a rivolgersi a Shinsei, ma voltandosi verso l'ultima posizione nota e per un attimo giurerebbe di averlo visto denudarsi per qualche ragione, ma al successivo battito di palpebre puf, non c'è piu traccia del biondo, svanito. Ora si trova in solitaria, ad affrontare questa donna con la faccia di sua madre, cercando al tempo stesso di scacciare dalla mente shinsei che si spoglia, ma sua madre è morta, da molto moltissimo tempo e ne p alquanto sicuro, su questo non ci piove. perciò cosa sta guardando? Certo questa anomalia non sembra attendere lo svolgersi calmo dei pensieri del moro, nessun tempo per ragionare dato che ella incalza, si avvicina e sembra piangere, ma a Matono non interessa, la odia. per un attimo vorrebbe rispondere con rinnovata rabbia eppure niente esce dalla bocca, quella forza negativa intensa diviene tristezza e tormento, viene reso forzatamente partecipe di sensazione che non solo non sente sue, ma non vuole accettarle dentro di se, si sente zavorrato nella coscienza, come trascinando un oggetto incredibilmente pesante, senza la possibilità di liberarsene. Altre parole della madre causano una serie di brividi incontrollati nella figura del moro, perde il controllo dell'espressività che ora divengono più maschera di dolore che di rabbia, non sembra nemmeno più riuscire a distogliere lo sguardo dalla madre il moro, sospira, sentendosi quasi spogliato dal proprio potere, dalla propria sicurezza e dalla propria forza. Non appena la donna allunga la mano verso il moro, il primo istinto sarebbe quello di finire coi piedi in acqua, un ultimo sussulto di lucidità lo fa esitare, sa perfettamente che c'e dell'acqua dopo di lui, ma quelle parole e quel dolore a cui non riesce più estraniarsi sono decisamente più forti della sua logica, del suo esser con i piedi per terra, per qualche ragione gli balza in mente che perchè no? perchè non afferrare quella mano? perchè non fidarsi? Ora che comprende e capisce quella sofferenza, ma il dubbio più grande resta il perchè la capisca ora.<Perchè.> Riesce a dire unicamente questo prima che il braccio destro si alzi, allungandosi di fronte in direzione della donna, che sta appunto facendo lo stesso, dunque senza più preoccuparsi del fatto di non saper camminare sull'acqua si spinge verso quella così attrattiva essenza di casa, sembra aver dimenticato anni di odio per quella che non può altro che essere un sogno ? pare proprio di si dato che il suo incedere ora sarà il volo della falena verso la mano.[Tentativo di camminare verso la mano e sull'acqua]

$[Shinsei] lo riconosci, non è così? Quel sorriso folle è sempre lo stesso, lo stesso sguardo, la stessa voce che riemerge dall'oscurità con i braccio quel fagotto sporco..ma si agita adesso, piange, sbraccia coi pugnetti verso l'alto "sshhh" la culla quell'essere, per riportare a te lo sguardo , adesso in ginocchio, di nuovo, così come allora sei in ginocchio Shinsei, piegato davanti un uomo seduto, ma su cosa? Una pila di carne, corpi spezzati, orbite vuote e bocche aperte in un ultimo grido disperato, e l'ultima, il cui braccio è teso verso di te, non può che esser dell'unico rosso che conosci. Da li, proviene il sangue, il fagotto sporco ma delle mani di quell'essere che era tuo padre, il tuo amante, colui che sei riuscito ad amare al centro stesso dell'oscurità "sei ancora debole figlio mio" ti richiama, ancora, sparendo alla tua vista, sparendo alle tue lacrime, sparendo davanti quel cazzotto che non giungerà a nulla se non all'aria stessa "non sei in grado di uccidermi..o non vuoi farlo?" sembra dolce questa notte, ti sorride, sembra perfino amarti "torna da me, nulla accadrà. Torna ad amarmi come io amo te" ti richiama di nuovo, richiama a se il figlio nato da quella stessa stanza oscura "prometto che cambierà tutto, prometto che nulla accadrà. Saremo felici, e tu potrai essere un Uchiha" promesse che brillano come stelle questa notte, di farfalle pure d'argento che potrai riconoscere, carta pura che si solleva da terra, ti circonda, ti richiama, vorrebbe sospingerti di nuovo tra le sue braccia. Tenderai la tua mano a quell'oscurità di nuovo, Shinsei? [Matono] < bambino mio..lo sai il perchè > le mani, le vostre mani si incontrano, percepirai il calore stesso di quel tocco leggero, di quella destra che ti ritrovi, della sinistra che si poggerà dolce al tuo petto, e l'acqua per te non esisterà più, solo la frescura sotto i tuoi piedi adesso nudi, non hai scarpe. < lo hai sempre saputo > ti tiene li, con se, a guardarvi negli occhi quasi alla stessa altezza, e la mano sul tuo petto spargerà un calore che hai dimenticato, qualcosa di troppo lontano per rincondurlo alle carezze di quando eri appena nato. Di una mano che pare lieve adesso, affondando lentamente dentro il tuo corpo, ma non sentirai nulla ancora, solo un brivido lungo la schiena < dammi il tuo cuore così che possa tornare e amarti > supplica ancora tra le lacrime, scivolano come piccole gocce di rugiada segnando un volto maturo, non vi è alcun sorriso, solo il dolore profondo. La destra che ti sostiene, ti aiuta, ma ti relega a lei, e la mano affonda centimetro dopo centimetro fino a sfiorare diretta il tuo stesso cuore. < dammi la possibilità > e la mano comincia a fare sempre più male, stringe il petto ancor di più, con forza, con sempre più forza cercando di strappartelo direttamente dal torace , una supplica che si riempie del tuo sangue, scorre lungo lo sterno e il lago cambia, diviene rosso, così com'è rossa la luna. [quest chiusa | Shinsei & Matono ][20 minuti per entrambi ! orario 23:40][per dubbi e domande usate discord][turni liberi][png : https://i.pinimg.com/564x/25/d4/fb/25d4fb6d964ccfe9d99fb595f792cc85.jpg ]

00:02 Matono:
 Al tatto le mani donano a Matono una sensazione di tepore e tranquillità, come fosse il miglior thè che avesse mai bevuto, le mani si uniscono e fermo a fissare quel gesto non si accorge della mancina di ella che si protrae anch'essa verso Matono, denotandola unicamente quando giunge a toccare il petto, e quella sensazione di serenità riesce addirittura ad acuirsi, non fa caso al fatto di essere sopra un lago, non guarda nemmeno verso il basso pur sentendo la fresca sensazione di toccare l'acqua a piedi nudi, pur ricordandosi di essersi messo le scarpe.<Io non so niente.> sussurra appena con le labbra che si muovono lente nel lasciar andare quelle poche parole, eppure sembra risultare uno sforzo immane , soprattutto incontrandone gli occhi, il mondo perde fuoco, non sa definirne la causa e a malapena se ne avvede, non reagisce e si lascia scivolare addosso la cosa. Il dolore della donna comunque non sembra intenzionato a fermarsi, anci aumenta di intensità, pur la mano sul suo petto sembra seguir l'esponenziale disperazione della madre, le parole non lo smuovono ma anzi lo gettano ancor di più nell'abisso dello stordimento emozionale, un brivido è l'unica cosa che sembra voler dare una sveglia alla figura del moro, la cui coscienza resta sopita in un sogno ad occhi aperti. In un certo senso si aspettava che col suo avvicinarsi potesse anche lenirsi il dolore, invece il viso rigato dalle lacrime resta rotto in una smorfia di dolore piuttosto inequivocabile, bloccata in un pianto di scuse disperato, al punto di trasformare il tepore sul petto in dolore, la forza immessa in quel gesto sembra prender la forma di un aggressione più che di un abbraccio.<A patto che tu non mi faccia male.> Una pausa, l'espressione di Matono si fa affranta, indecisa.<Ancora.> Aggiunge dunque alla fine seppur il dolore a livello dello sterno, diviene ferita la quale diventa causa di una modifica strutturale di quello che c'è attorno, la linea dello sguardo si assottiglia, il braccio destro si tende verso il viso della donna, quasi dolcemente, per accarezzarla, la mano e ora aperta con il palmo a poco meno di 10 centimetri dal viso della madre.<Mai piu.> Ora l'espressione si fà nuovamente intensa, carica, la mano sinistra corre come un lampo sul polso destro ed ecco che dal centro il chakra vien agitato, mischiato e riformulato nel tentativo di dargli un colore, rosso intenso. La mano destra diviene ora rossa, intensa segno che avviene il tentativo di caricare il chakra esattamente in quel punto, inspira ed espira prima di lasciar andare quella corda ipotetica che teneva fermo il grilletto, lo rilascia.[Cannone -5 chakra - Chk 20/25]

00:02 Shinsei:
 Non c’è fine, non c’è pietà, frammenti d’anima se ne vanno man mano a conficcarsi lenti e inesorabili come tanti pugnali in una psiche distrutta, marcia, fallata. Un tentativo inutile, ovviamente. Come poteva essere diverso? Questa notte e destinata all’orrore. Lo ascolta, il biondo, ascolta quell’essere sotto il camice bianco imbrattato di sangue, lo ascolta calmare tenendo tra quelle mani insanguinate la sua speranza per un futuro diverso, ma poteva essere finita qui? No. è quando le ginocchia cedono nel sangue, che nota da dove proviene, lo sguardo s’abbassa sulla sua seduta di morte. Abbassa lo sguardo su quei capelli che tanto bene conosce, su quel braccio che tante volte ha toccato, su quel muto gesto di soccorso. La stretta ai polmoni diventa di colpo tanto forte da mandarli in frantumi. Non riesce a restare nemmeno in ginocchio. Appoggiando le mani in quel sangue. Si costringe a tenere lo sguardo sulla visione straziante dell’unica persona in grado di donargli qualcosa, alla base di un trono di carne sul quale siede la sua, personale, incarnazione di ciò che di più terribile esista su questa terra, con in mano, l’unico futuro di gioia che gli è concesso. Lacrime sgorgano senza ritegno da quello sguardo che non ha mai pianto, Voci s’affastellano nella mente occludendola, fischi assordanti. <N…no.> Non è più supplica, è un semplice rifiuto. Quanto può reggere un cuore in questo stato? <No.> le labbra si chiudono, non ha voce per parlare, non ha saliva, non è detto nemmeno che riesca a sentirla. Ormai i frammenti di se si confondono, ma di una sola cosa sa d’esser certo. Ma di colpo quello sguardo si sgrana. Farfalle. Farfalle d’argento. No, non d’argento, di carta. Le sente quelle carezze di carta sulla pelle, sospingerlo verso di lei, <Tu…> Le labbra si stendono <Lei non…> Farfuglia. Quelle non sono le sue farfalle. Lui le ha viste. Le sue farfalle sono rosse come il sangue, come lei. Può bastare questo come appiglio? Può bastare per riprendere un minimo senno tra i cocci d’un anima sconvolta? <Ti ucciderò.> Ringhia, piange, non si capisce. Tenterebbe semplicemente di afferrare con la mano destra il mignolo e l’anulare della mano opposta. Può sperare solo questo, che le farfalle vermiglie che ha avuto modo di ammirare lo conducano fuori da li, lontano da quelle farfalle argentate simbolo di annientamento. Tenterebbe, con un colpo secco, di tirare in maniera innaturale entrambe le dita, con la precisa intenzione di spezzarle, di slogarle, di farsi male, di uscire da li.[Tentativo di slogarsi due dita] [Chakra On]

[Matono] Ci credi? Credi che sia lei, tutto ti riporta ai ricordi migliori, qualcosa che nemmeno ricordi, ma sono dentro di te, nella memoria fallacea di un bambino di pochi anni, di sorriso che son stati strappati nel tempo per lasciare spazio ad un unico, falso, orribile sorriso. No, non riuscirai ad utilizzare la tua tecnica, non sei stato abbastanza concentrato, vitale, forse per la situazione in cui ti trovi? Adesso qualcosa blocca le tue mani, qualcosa di invisibile le tira indietro e il tuo petto verso fuori, verso di lei, e anche l'altra mano cerca di affondarti dentro < dammi ciò che mi appartiene > la voce che sfuma, il sorriso che ricordi s'amplia sul viso < saresti dovuto morire tu non io > stai morendo, troppo dolore ti investe, quasi t'acceca per un attimo, ma sei ancora li, in piedi, impossibilitato a muoverti ma VIVO. Sei ancora vivo, sai di esserlo, sebbene la tua mente venga sconquassata dal dolore di qualcosa al petto, del dolore forse di rivedere di nuovo quel sorriso orribile sul viso di tua madre, quell'ultimo orribile ricordo che ti accompagnerà per sempre..che ti ha sempre accompagnato, nonostante tu abbia voluto cancellarlo, nonostante tu sia andato avanti, lui è sempre li, il seme del male cresce in te, ne avvelena la memoria completamente, e adesso Matono..cosa provi? Concentrati su cosa provi, sul dolore, sulla tua stessa rabbia, su ciò che annebbia il tuo sguardo tingendolo di rosso vivo, lo stesso sangue di lei che vorresti avere sulle tue stesse dannate mani! Fai del dolore una nuova vita. [Shinsei] dolore, crudeltà, quanto può esser fastidioso quel tuo passato sgretolato? Così tanto sgretolato che dell'uomo che ti parla riuscirai solo a vedere benissimo il sorriso che ti pone davanti, con quel fagotto, cercandoti, amandoti, volendoti ancora AMARE. Ti sta chiedendo proprio questo, ti tornare, di ritornare a ciò che già conosci, ma nuovo, con diverse sfumature d'argento. "tanto debole da non sentire nemmeno la tua voce" ti schernisce, lui, ti sovrasta immensamente nonostante la tua mole, e le tue dita scricchiolano, sentirai un vago dolore alla mano, nulla di utile. Tutto è sempre li. "SE NON VERRAI DA ME VERRO' IO A CERCARTI DI NUOVO" rimbomba quella voce, si avvicina a te, ti sovrasta adesso fisicamente, ti sputa addosso quella sua pazzia " E MI PRENDERO' TUTTO, RIMARRAI SENZA NIENTE, SARAI UN ESSERE ANCORA VUOTO E NESSUNO POTRA' MAI AMARTI COME ME" scegli, Shinsei, scegli bene cosa fare, scegli bene chi vuoi essere soprattutto, perchè da questa stanza , tu , non potrai uscire ancora. [quest chiusa | Shinsei & Matono ][20 minuti per entrambi ! orario 00:20][per dubbi e domande usate discord][turni liberi][png : https://i.pinimg.com/564x/25/d4/fb/25d4fb6d964ccfe9d99fb595f792cc85.jpg ]

00:45 Matono:
 Cilecca? Il grilletto scatta ma anzichè esplodersi la fiammella si spegne, non riesce a colpire quel viso cosi vicino, forse non è in grado di colpire quella che il suo stesso cervello sembra riconoscere della madre.<Io sono solo di me stesso.> Afferma con voce spezzata dal dolore, si perchè quello che poteva prima sembrare sopportabile ora decisamente non lo è, diviene quasi insostenibile, annebbia il mondo circostante via via che passano i secondi come se fosse la stessa vita ad abbandonarti, con quel sorriso stampato nel cervello e quelle parole che risuonano nelle orecchie, in un loop infinito e ripetuto che lo accompagna lungo l'oscurarsi della sua vista, come un sipario che si chiude col botto. Il botto è tradotto nella realtà in un intenso ed improvviso dolore, il punto nel quale non si riesce a sopportare oltre. Matono ha ancora coscienza di sè però, si sente indolenzito ed annebbiato, il dolore persiste ancora ed ancora, la mente rifiuta di aiutare, troppo difficile gestire anche dei pensieri ora, di qualunque tipo. Le palpebre restano chiuse, mentre sente il rimbombo continuo di tutto ciò che sta accadendo, parole e domande si mischiano confondendosi in una massa informe di dubbi, come un masso sulla schiena, la psiche schiacciata da questo peso, non vuole aprire gli occhi, non più ma l'oscurita che dovrebbe colpire la sua vista non è del classico colore nero profondo, ha degli aloni, cremisi. Si lascia andare, lascia che tutto diventi rosso, respira, affannato e stanco, la presa è ancora presente sul suo sterno, vorrebbe provare a muovere la mano ma si sente ancora bloccato, ormai potrebbe morire dissanguato da un momento all'altro, o forse già dovrebbe esserlo.<Ma sei morta tu. Una tua scelta.> Sbuffa fuori l'ossigeno forte, verso la donna, non c'è più quel tepore, non c'è piu quell'odore, ma la rabbia c'è di nuovo, fotogrammi nella testa sembrano esser abbastanza forti da alternarsi al contenimento della sofferenza, una donna penzola. Attimo dopo attimo questi fotogrammi alternati diventano sempre più conseguenti e senza interruzioni, un film nella testa che gli fà rivivere quell'ombra dondolante sul muro, quel sorriso beato, liberato da un esistenza che probabilmente non aveva altri scopi.<Non avevi altro da fare?> Aumenta il ritmo respiratorio, alza il capo tenuto verso il basso finora, le palpebre sono ancora chiuse.<Hai fatto la tua scelta, torna nella tomba.> L'espressione s'irrigidisce, mascella tesa in una smorfia, che ricorda quella di qualche battuta fa, apre le palpebre in uno sguardo di odio coltivato per anni, lasciato crescere dimenticato in un angolo buio, nutrito di dubbi ed incertezze, tradotto ora in quello sguardo, dritto verso gli occhi della madre. il braccio che fino a quel momento era rimasto esattamente nella posizione per la tecnica, quasi a monito del proprio fallimento, si riaccende, le dita della mano sinistra tornano a serrarsi con vigore sul polso, blocca la respirazione dopo aver svuotato i polmoni, il chakra inonda il braccio e viene imbrigliato nella mano, mentre sempre più chakra viene immesso senza che ne esca, lo stesso arto diviene rossiccio, attende e attende l'attimo giusto, anche se il secondo dovesse costargli la vita, voleva e doveva cancellare la facciadella madre, quel sorriso, tutto quanto. Ci riprova, serra gli addominali e rilascia il grilleto, il chakra concentrato sul palmo.[Cannone - 15 chk]

00:50 Shinsei:
 Sono schegge impazzite che non gli danno tregua. Non fastidio ma dolori lancinanti alla testa, e niente riesce a farlo uscire da quell’incubo. Serra i denti, ormai incapace di controllare le lacrime, il respiro, neanche lo sguardo, fatica a mettere a fuoco e deve assottigliare lo sguardo dal rumore assordante che sente, eppure quel sorriso lo vede benissimo, e il terrore che gli suscita è tale da costringerlo ad abbassare lo sguardo verso quel sangue, com’era in passato. Succube, schiavo, carne per il suo piacere, per il suo volere. Ma è ancora così? Quindi davvero niente è cambiato? Le mani sembrano affogare nella pozza di sangue che è della persona che saprebbe con convinzione di amare, se solo qualcuno gli avesse spiegato cos’è l’amore. Se solo avesse avuto modo di conoscerlo. Quell’urlo sgancia qualcosa in lui. È l’ultimo freno inibitore, sente quell’accumulo di emozioni accovacciarsi e raggrumarsi, addensandosi al centro cranio, stritolando ogni cosa, sempre più stretto, i denti si snudano in un ringhio animale. Uno stritolamento continuo finchè quel grumo di emozioni non lo sente diventare nient’altro che un nocciolo nero, pesantissimo, opprimente e poi, di colpo, lasciarlo esplodere dentro di lui. Un’esplosione che segna l’ultima perdita di controllo, quella che tenta di tenere almeno sul suo controllo del chakra. Le mani si serrano in pugni contro il pavimento, ignorando il dolore mentre avverte quella sensazione che ancora non sa definire, che percepisce solo quelle rare volte in cui perde il controllo a tal punto de coinvolgere il sistema circolatorio del chakra. Se la sensazione fosse corretta, la perdita totale di tutto ciò che di buono è riuscito a costruire, il dolore, l’odio, la rabbia che prova, avrebbero schiuso, per riflesso, le due porte del chakra che ha nel cervello indebolito e spezzato, quella dell’apertura e quella del riposo. Se così fosse gli occhi si sgranerebbero, sorpresi nel percepire quella sensazione rovente di calore partire dalla testa e inondare il suo corpo completamente, come fiamme rosse ad avvolgerlo, mentre quel freddo, nero sguardo spezzato dal dolore verrebbe ora nascosto, lasciando solo bianca sclera ad esser visibile. Una violenza tale da riuscire a far cedere anche la capigliatura, liberando i capelli selvatici <ONA!!!> gli urla, chiamandolo. È così che l’ha sempre chiamato. Il suo proprietario. È così che è stato educato, ma non è che un ringhio ora travolto da quel carico di emozioni negative che lentamente, era riuscito a sopire, ma non c’è tramonto per ciò che non dorme mai. Tenterebbe di alzarsi, spinto più dalle forze di quell’uscita da se, che dal controllo psicofisico ormai assente <Ti troverò Ona> Gli ringhierebbe contro tentando di avvicinarsi <OVUNQUE TU TI NASCONDI NELLA MIA TESTA, TI TRASFORMERO’ IN UN BANALE BRUTTO RICORDO> Potrà davvero? Non è questo il punto, è la sua volontà a rendersi manifesta adesso <POI VERRO’ A CERCARE IL POSTO IN CUI MI HAI TENUTO, TORNERO’ DA TE E FARO’ IN MODO CHE NON RESTI CHE BRICIOLE DI QUELLO CHE HAI FATTO!> Con lo sguardo assente, tenterebbe di rimando, di vomitargli contro la rabbia di una vita passata a soffrire. <NON TI LASCERO’ ALTRO CHE LA POSSIBILITA’ DI GUARDARE LA GRANDEZZA DEL TUO FALLIMENTO: > Tenterebbe di avvicinarsi fino a fronteggiarlo. I pugni chiusi, anche con quelle dita piegate in modo innaturale, freme, ma di che fallimento parla? Sempre ringhiando, spingendo le parole tra le zanne <ME.> gli dimostrerà quanto ha fallito, si riprenderà i suoi ricordi, si ricostruirà <MAI PIU’ SARAI PER ME ONA!> Proprietario, padrone, così voleva essere chiamato. E vibrerebbe stravolto nell’espressione, avvolto in quelle fiamme <IO HO CONOSCIUTO LA FELICITA’, ONA!> un semplice monito strillato con voce roca, rotta, ringhiata, per tentare, infine, di schiudere le fauci e avventarsi alla sua gola, voglioso di nutrirsi della sua sofferenza [Tentativo di attivazione delle prime due porte del chakra: -8 pv totali][Chakra On]

[Matono] Il dolore, quello lo ricordi bene? Si, lo senti, soffocante, le mani strette al petto, stringono e chiedono la sua parte, vuole quel tuo cuore, lo rivuole per se . Soffochi nell'oscurità della tua mente, di ricordi che ti affliggono e che volevi solo dimenticare, ma dopotutto, si può dimenticare ciò di cui non hai coscienza? No. Lo sappiamo tutti che quella risposta è chiara anche a te, non puoi dimenticarla, ne dimenticare l'odio per quell'orribile sorriso, e li, nel momento della più grande rabbia che provi, tutto esplode, esplode tutto ciò che ti circonda, il chakra impetuoso che circola non solo come sempre hai potuto sentire, ma li, agli occhi, li in quegli oscuri occhi neri che porti in dono e adesso vi è una fiamma rossa,diventano del color del sangue, e un tomoe vira in essi in quell'unico cerchio che ti appartiene. Lo senti quel potere? Senti il potere degli Uchiha scorrere in te, il tuo sangue li sta richiamando, e nulla adesso ha più senso. Sei dove eri all'inizio di quell'incontro, la stessa foresta calma e fredda nella notte, ma non così oscura, solo le nubi passeggere sopra la tua testa che smorzano il chiarore di quella pallida luna. [Shinsei] chinati dunque, prostrati di nuovo al tuo padrone, servilo come puoi, con la mente e il corpo, nutriti del suo orrore e diviene sua bestia. Puoi farlo sai? Puoi scivolare di nuovo in quel baratro facilmente, puoi essere di nuovo il suo schiavo, esser per lui tutto ciò che vuole, compiacerlo perfino, amarlo se volessi..ma no, forse qualcosa è davvero cambiato in te. Vuoi vivere? Vuoi davvero esser libero? La tua mente si incrina, si, e provi a richiamare quell'energia potente per distruggerlo finalmente, per cibarti di lui, per esser colui che infine ha sconfitto il proprio orrore. Ti rialzi, ti avventi sulla sua gola, ne sentirai il sangue , il suo stesso sapore, di una vita che vuoi mangiare "farò parte di te" un ultimo sussurro, e il nulla..anche tu, come Matono ti troverai di nuovo al tuo punto di partenza. Non vi siete mossi. [Entrambi] nulla è cambiato, non vi è alcuna luce, alcuna stanza, alcuna donna o bambina o madre che sia, non c'è nulla per voi questa notte, qui. < cos'è la verità dunque? > una voce calda rimbomba nella sera, qualcosa di antico, lontano come un eco, ma pare reale < coloro che vorreste sconfiggere, non è fuori. E' dentro di voi. > un ultimo sussurro nel vento prima che il silenzio torni a cadere su quella terra, lasciandovi soli, spezzati, orripilati. Ma vivi. Matono, i tuoi occhi bruciano, si, di nuova vita e un potere che dovrai pagare col dolore e con il sangue, con lo spezzarti ogni giorno. Ben tornato, Uchiha. E tu Shinsei, forse per la prima volta davvero non sei stato uno schiavo altrui, ma uno schiavo di te stesso. Ogni vostro orrore è stato partorito da voi, dalla vostra mente, dalle vostre paure, ricordi, sensazioni. Questa è la vera paura. Questa è una terribile verità. Ai vostri piedi potrete trovarla li, quella rosa circondata da quel barlume argenteo, vera o falsa che sia, potreste anche provare a raccoglierla. [end]

Commento On : Di nuovo una rosa, una verità che fa male , ma dove risiede una grande verità se non dentro se stessi?

Matono&Shinsei son stati protagonisti di uno strano incontro, d'una giovane d'argento al centro d'un lago in grado di parlare con loro mutando il suo aspetto con quelli che sono i ricordi dei due giovani, ricordi impressi a fuoco nella loro mente, e di altri invece nascosti, ma che questi siano veri o meno non importa.

Shinsei si ritrova a vedere colui che tanto ha odiato e amato allo stesso tempo, il volto familiare di un uomo , il primo che ha potuto reputare come amante, colui che ucciderà colei che gli darà un futuro nuovo, una bambina dai capelli biondi che sbraccia in un fagottino.
A lui la scelta, il passato o il futuro? Egli sceglie quello che sarà il suo futuro in un ultima vendetta, per una volta, senza chinarsi al passato.

Matono rievoca la madre come mai l'avrebbe ricordata, di sorrisi e d'amore che solo ai primi anni della sua vita ha potuto vedere, fino a rivivere il momento del suo stesso suicidio, con un orribile sorriso sulle labbra. La stessa madre che affonda le mani nel suo petto per prendersi il suo cuore, e nel momento di dolore assoluto, la rabbia fiorisce benevola, lo sguardo che si tinge di rosso e d'un tomoe mettendo al mondo un nuovo Uchiha.

Una verità scomoda viene a galla, una rosa sboccia novizia, coglierla o non coglierla?


Commento Off : bene bene bene, spero davvero che la quest/ambient vi sia piaciuta, come voi siete piaciuti a me. Ho potuto vedere altre sfaccettature dei vostri personaggi, oltre a trovarli davvero piacevoli da leggere, l iho trovati estremamente coerenti con i vostri personaggi e bg, così come vi ho già visto giocare! Ci sono state alcune sbavature nell'utilizzo di tecniche, ma per quello ne abbiamo già parlato in privata sede.

Nulla da dire miei prodi, ggwp ad entrambi e a Matono che risveglia lo Sharingan!