Pranzo in famiglia
Free
Giocata del 03/10/2021 dalle 09:31 alle 16:38 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Salotto] Leggera l'agitazione nel pervadere l'animo del bianco, un pranzo importante, ben più di qualunque altro tipo di incontro si possa fare in tal periodo. Nuovamente la Kokketsu, nuovamente i genitori di lei eppure, questa volta, in maniera formale, non come amico, non come confidente ma qualcosa di più nella vita della nanetta. Veloce il respiro che lo caratterizza, il petto si muove in maniera confusionaria mentre s'aggira per il salotto apportando le ultime modifiche. Esso si presenta ben allestito con un tavolo al centro apparecchiato per quattro, non nel modo consono, bensì due da un lato e due un altro come un qualunque tipo di ristorante. Presenti sono tovagliette con al di sopra un tovagliolo di lino, delle bacchette in legno di nero colore, bicchieri in vetro ed una ciotolina con dentro del pane. Il divano è tenuto ben ordine nei suoi tre posti presenti, la tv rigorosamente spente insieme alla console e al lettore li presente. Le pareti si mostrano di un rosso sgargiante, numerosi i quadri appesi nei dintorni mentre dalla cucina emerge l'odor di pietanze in preparazione. Essa risulta abbastanza ristretta, non troppo larga per una guarnigione eppure perfetta per due persone con fornelli a induzione, lavabo, varie mensole, cassetti e sportelli per contenere il tutto. Al di sotto dei fornelli un forno acceso intento nel cuocere qualcosa; all'estrema sinistra il frigorifero. L'intera casa risulta pulita nei più minuziosi particolari, non un granello di polvere è presente, lucida, messa a nuovo dopo un'intera giornata passata nel renderla abitabile per chiunque. L'albino sosta in piedi dinanzi al tavolo indossando abiti di semplice fattura composti da un blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, strappati in vari punti senza mai eccedere, aderenti all'epidermide. Calze bianche ma privo di calzari ovviamente; camicia coreana color del latte si estende sui superiori arti coprendo interamente il busto, priva di colletto, bottoni richiusi lasciando liberi solamente i primi due permettendo un leggero spacco a V per intravedere parte del petto. Bianca chioma tenuta perfettamente in ordine mostrando uno stile volutamente spettinato con qualche ciocca nel ricadere dinanzi alla vista ed è sulla vista la presenza di un paio di occhiali dalla nera montatura, rettangolari, il tutto pur di piacere alla rossetta. Pronto, perfetto, aspetta solo il loro arrivo eppure, non desidera i genitori quanto lei, brama di vederla, abbracciarla, stringerla a se dopo un tempo infinito. [Casa di Kan - Ingresso] Sono state giornate interminabili, la cura di quella schiena sta richiedendo un aiuto considerevole da parte dei genitori ma il risultato sembra essere soddisfacente, il rossore sparito da quelle ali nere che ormai le si sono poggiate sull'epidermide. Ma tutto questo viene celato sotto un vestito nero, così da non lasciare dubbio alcuno ne lasciar intravedere qualcosa. In particolare l'abitino di lei è corto, aderente, scollo quadrato dal quale si intravedono le forme abbondanti, manichine a sbuffo così che la schiena sia totalmente coperta, ai piedi gli anfibi, però alti lunghi fino a metà polpaccio, i capelli rossi leggermente mossi, lasciati scivolare morbidamente sulla spalla, una forcina a trattenerli indietro sul lato sinistro del capo. Gli occhi sono leggermente truccati con dell'eyeliner e un poco di mascara, tale e quale alla madre. Yuki infatti si presenta con la stessa capigliatura della figlioletta, soloche la mollettina si trova sul lato destro della testa, così che risultino speculari. L'abito della donna però è sempre nero ma molto più lungo, arriva appena sotto le ginocchia, aderentissimo dando giustizia a quel corpo allenato e dalle forme proporzionate, un abito di seta nera ricoperto da del pizzo, che si allunga su di esso completamente e in più sulle braccia femminili, passando il gomito di pochi centimetri, le scarpe sono più eleganti, un tacco medio che le consente di superare di pochi centimetri il marito, con dei laccetti che si legano alla caviglia. Entrambe le donne hanno una borsetta nera con loro, Shizuka a tracolla, Yuki la tiene in mano. Dulcis in fundo Riuky: il padre indossa dei jeans neri, discretamente fascianti, ai piedi delle scarpe da tennis comode anch'esse nere, il petto coperto da una camicia bianca, colletto perfettamente sistemato dalle mani esperte di Yuki che hanno anche acconciato la chioma ribelle del padre, così che risulti ordinata nella sua perenne confusione e lunghezza media. Lui porta con se un porta torte, contenente una crostata alla crema pasticcera e fragole preparata il giorno prima con la figlia. Non c'è che dire, visti così, tutti in ghingheri sembrano veramente una famiglia perfetta, forse anche troppo belli. La piccoletta è evidentemente su di giri, il padre la guarda con sguardo amorevole fingendo di essere quasi offeso: << La prossima volta che mi chiedi di coprirti per una tua genialata voglio un risarcimento! Lo sai che non sono per nulla bravo a tenere i segreti! >> Il tono è più profondo di quanto ci si potesse aspettare da un tipo con quel fisico asciutto anche se muscoloso. La Genin non fa altro che girarsi in di lui direzione, un sorriso ampissimo sul viso: << Grazie papà, sei il migliore! >> La faccia di lui si scioglie in mezzo secondo, innamorato di quella bambina che è anche l'unica espressione di tutto l'amore che prova per la moglie. << Seh seh...vedi di comportarti bene oggi! >> La osserva di sfuggita mentre si gira e si porta avanti, conoscendo la strada a memoria. Una risata sfugge alle labbra di Yuki invece, mentre il marito sospira profondamente: << Non devi preoccuparti Riu. Non la vedi com'è felice? >> Le blu del biondo si muoverebbero verso le verdi della moglie, scambiandosi uno sguardo che vale più di mille parole. Giungono infine, con Shizuka che in testa preme su quel campanello, cercando poi di entrare direttamente aprendo la porta principale qualora fosse aperta. Non vuole aspettare nemmeno un attimo, le manca troppo vederlo, perciò se fosse riuscita ad aprire la porta d'ingresso si sarebbe sfilata gli anfibi, restando con delle corte calzine nere anch'esse, per poi corrergli incontro non appena lui si fosse palesato nel corridoio di ingresso, lanciandogli letteralmente le braccia attorno al collo e rifilandogli un bacio molto lungo e sentito sulle labbra. [Abito Shizuka: https://images.stylight.net/image/upload/t_web_product_330x440max_nobg/q_auto:eco,f_auto/udzkiwi3e72z0zieqtaq.jpg; Abito Yuki: https://i.ebayimg.com/images/g/lZwAAOSw4Z5aOvdU/s-l300.jpg] [Salotto] Il tempo passa, non troppo velocemente come desiderato, l'attesa si fa sentire in tutta la sua pesantezza. Mille le domande a scuoterlo, cosa può mai essere successo? Yuki ha proferito certe parole, Shizuka ne pone un'altra versione, a chi credere alla fine? A quest'ultima, si eppure non riesce a far meno di riflettere su quanto accaduto negli ultimi giorni, di come l'incontro con Sango non abbia portato altro che fastidio nella ragazzina. L'Ishiba fin dal primo momento ha mostrato un astio immotivato, dopo le ultime scoperte ancor di più; il sol pensiero di ella insieme a Rasetsu accresce le numerose domande, i quesiti su quella figura, qualcosa non quadra, trova immotivati i vari gesti. Capo scosso nello scacciare simili riflessioni, la concentrazione necessita di serenità per rendere quel pranzo perfetto non solamente per se quanto per la ragazzina. Il dire di Ryuki quel giorno risulta vivido, un avvertimento di lasciarla stare, evitare di andare oltre; non l'ha fatto, ha compiuto quel passo mettendo da parte il raziocinio favorendo solamente quel sentimento da poco scoperto, accettato come mera parte di se. Inspira, espira, rigetta aria all'esterno del corpo svuotando i polmoni nella loro interezza, rendendoli privi di impedimenti mentre il campanello dell'abitazione suona annunciando l'arrivo degli ospiti. Sbuffa, capo tirato su, schiena diritta <Si va in scena> questo il dire incamminando se stesso alla volta del corridoio per andare ad aprire, peccato l'esser preceduto dalla nanetta la quale apre la porta dall'esterno inoltrandosi nella casetta. Pochi gli attimi in cui vede quella piccola figurina corrergli incontro senza proferir verbo alcuno, dorate totalmente aperte; il tempo di reagire è pressoché nullo, le braccia di lei ne avvolgono il collo, labbra occupate fin da subito in quel lungo bacio avanzato. Arti superiori avvolgono la propria ragazza stringendola a se, inconsapevole di cosa stia nascendo sulla schiena; stringe il corpicino immettendo maggior forza, non stacca le labbra mantenendo il contatto qualche secondo in più, incurante della presenza delle figure genitoriale alle sue spalle <Mi sei mancata> sussurra allontanando di poco le labbra, il giusto per incastonare le dorate nelle azzurre di lei, soprattutto per poter accogliere i genitori. Iridi si scostano dalla loro posizione inquadrando il due, lascia andare Shizuka compiendo qualche passo, busto piegato in avanti con leggero inchino verso entrambi, non molto profondo, forse quasi per nulla <Benvenuti> accoglie entrambi volgendo parte del corpo al salotto <Prego, accomodatevi, è quasi pronto> nel dire ciò l'occhiata è rivolta a Yuki, da li in avanti il gioco può cominciare. [Casa di Kan - Verso il Salotto] Praticamente si comporta come se fosse a casa propria, in fondo ormai a casa di lui ci ha passato innumerevoli ore e vivendo lui da solo, ci si è ambientata rapidamente. Non appena lo vede ci si lancia addosso, lo strigne a se, lo bacia, come se in quei giorni passati a distanza le fosse mancato più dell'aria stessa. Lui ricambia quel gesto, totalmente incurante dei genitori che ancora sostano sulla porta, che ancora non muovono un passo verso i due, decisamente più educati e rispettosi dell'abitazione altrui. Le braccia del Sumi la stringono con forza, lasciandole intendere quanto quelle giornate siano state faticose per lui, lasciandole intendere che al momento non sospetta nulla riguardo al disegno impresso sulla propria schiena. Si allontanano infine, lui pronuncia quelle poche parole verso di lei che vengono ricambiate mentre ancora resta appesa al collo di lui: << Anche tu, da morire >> Gli sorride, è decisamente felice di vederlo, tanto da rimuovere ogni tipo di pudore nell'eseguire certi gesti di fronte ai genitori. Le blu di Riuky seguono la figlia in ogni gesto, in ogni moto, guardano molto più lei che non il proprietario di casa, come se cercasse di comprendere osservandola se vi sia qualcosa di sbagliato. E' solo quando Kan si volta verso di loro e li accoglie che il capo biondo viene mosso in di lui direzione. << Grazie >> Risponde in maniera cortese, tono cordiale anche se profondo dato il timbro vocale maschile. Yuki dal canto suo scambia uno sguardo con il bianco, un sorriso dolce le si stampa sul viso e dopo l'affermazione di accomodarsi andrebbe a togliere le scarpe, estraendo un paio di calzine dalla borsetta per poi infilarle ai piedi così da non girare scalza. << Riu passa pure la torta così togli le scarpe >> Il biondo che aveva spostato gli occhi sulla moglie intenta al cambio scarpe andrebbe silenziosamente a passargli la torta, per poi liberarsi dei propri calzari in maniera rapida e recuperare il dolce. Una volta fatto ciò istintivamente andrebbe a sfiorare la tempia della rossa, rifilandogli un dolcissimo bacio. Strano a dirsi Kan potrebbe tranquillamente vedere Yuki arrossire leggermente, prima che i due si incamminino lungo il corridoio in direzione del salotto. La nanetta invece ancora permane al suo fianco, le braccia che non sono più attorno al collo di lui ma sono discese sui fianchi, così da non essere costretta a permanere sulla punta dei piedi. << Come stai Mio? Ti sei riposato? >> Lo sguardo blu indaga quei tratti, cercando segni di stanchezza, di affaticamento, presente nella foto che lui stesso le aveva inviato la sera precedente. [Salotto] Ricambiato in quel verbo, percepisce la mancanza di se ai danni della ragazzina, contento di un simile sentimento da parte sua. Deglutisce, inghiotte tutto quanto non desiderando quel distacco, non lo vuole eppure deve per una questione di pudore, di cortesia verso gli ospiti li presenti. Presentarsi dinanzi ai genitori di lei in quella maniera non è il massimo, poco gli interessa del loro pensiero, non quando non la vede da così tanto tempo da desiderare la permanenza in solitaria con lei e lei soltanto. Ultima la stretta al corpicino distanziandosi quanto basta, raggiungendo la coppietta felice con leggero inchino, udendo l'altrui ringraziamento al benvenuto. Annuisce ampliando appena di più le labbra le quali permangono serrate nell'esibire un piccolissimo sorriso appena accennato. Pensa, riflette al modo in cui può far andare quella giornata rendendola perfetta; la geniale mente elabora la migliore delle soluzioni così da impedire al totale disastro di mostrarsi. Umetta le stessa con moto veloce della lingua, fuoriuscita per accarezzarne la carne in maniera lenta quanto decisa <La prendo io> avvicinandosi ulteriormente per prendere la scatola contenente il dolce. Attende l'altrui permesso prima di prelevarla <La porto in frigo ma non dovevate scomodarvi> nel proferire ciò pone qualche passo indietro e, poco prima di voltarsi, s'avvede di quel bacio donato alla consorte con tanto di rossore sul visetto della donna. Sorride a sua volte da sotto i baffi, vorrebbe ridacchiare, lo desidera ma trattiene qualsivoglia istinto dando loro le spalle andando in cucina con dorate voltate sulla Kokketsu <Si Mia ma tu? Come stai? Dall'ospedale è stato tutto così...strano> ricordandole la conversazione avvenuta con l'Ishiba. Inevitabilmente il discorso verte su tale momento della vita, non può esimere se stesso dal farlo notare, dal chiedere mentre giunge nei pressi del frigo il quale, aperto, ospita la crostata posta nel piano superiore per tenerla al fresco. Richiude l'anta, sospira riportando la propria essenza all'interno del salotto mostrando la propria presenza. Vedere quel bacio della coppietta ha reso il proprio meno fuori posto <Credo sia inutile dire l'ovvio, la scena di prima ha confermato tutto perciò...non ce l'ho fatta a resistere> palese il riferimento alla relazione di se con Shizuka ma tal verbo è direttamente rivolto al padre, unico vero problema della giornata da risolvere. Yuki oramai è dalla sua, principale artefice di tale situazione, colei con le cui parole ha spinto il bianco nel tentare il tutto per tutto permettendo lui di buttarsi <Se volete potete prendere posto, comincio a portare qualcosina> indicando al trio il tavolo. Dalla cucina prende qualche ciotola e qualche vassoio trasportandoli direttamente sul tavolino; in una di esse gli immancabili takoyaki, in altre tempura di gambero e di verdura, altre ancora contengono del sashimi fresco di tonno, salmone e branzino, freddi come è giusto che sia insieme a una serie di verdure fritte. Il tutto come mero antipasto alla pietanza principale. [Casa di Kan - Salotto] La torta viene passata al Sumi direttamente dalle mani di Riuky che alla cortesia di egli risponde in maniera pacata: << Ci siamo divertiti un sacco a prepararla con Shizu, quindi non è stato uno scomodarsi >> Informazioni di contorno, quel dolce è stato creato appositamente per l'occasione da padre e figlia, entrambi hanno voluto realizzare qualcosa per celebrare il momento oppure lei ha costretto lui a collaborare? Questo probabilmente il dubbio del bianco mentre si allontana per sistemare la torta, pedinato dalla nanetta. I due adulti si approccerebbero al salotto mentre i giovani proseguirebbero in cucina, ove riescono a scambiarsi qualche parola in più, lontani da occhi indiscreti. Quando lui le chiede come sta può notare la preoccupazione nel suo animo, e un minimo le dispiace doverlo tenere sulle spine così a lungo per consentire a quella sorpresa di essere totale. Lo sguardo blu sembra stupito per quel riferimento all'ospedale, a quell'incontro scontro avuto con l'Ishiba della quale gli importa sempre meno: << Sto bene, non devi preoccuparti. L'unica cosa che mi infastidisce parecchio è il fatto che io debba contenermi per rispetto nei tuoi confronti. E' una tua amica in fondo, mi dispiace quasi che a me lei non piaccia... >> Già, si sente in difetto, come se fosse lei quella a sbagliare, a non accettare le amicizie di lui. Vorrebbe renderlo felice, vorrebbe che tutto scorresse tranquillamente ma a quanto pare non è possibile fra le due rosse una coesistenza pacifica. Tornano in salotto dopo aver riposto la torta in frigorifero, lei l'ombra di lui, sempre al suo fianco. E' li che c'è l'ennesimo approccio con le figure genitoriali, in particolare con Riuky, poco conosciuto a Kan ma non particolarmente aggressivo nei di lui confronti. Un dettaglio che la prossimità aiuta a visualizzare è il fatto che shizuka indossa quella collana dorata, con la farfalla dalle ali blu internamente, mentre Yuki e Riuky indossano una collana con un pendente rappresentante lo Yin per lei e lo Yang per lui. E' il bianco a rompere il ghiaccio in maniera decisamente poco spontanea, si vede che è in difficoltà, fissando il padre in maniera diretta, come se si aspettasse un rimprovero quasi. Li invita a sedersi, Riuky non commenta quelle affermazioni spostando la sedia per far accomodare la moglie e facendo lo stesso per la figlia, con una calma e una naturalezza infinita, per poi andare a prendere posto accanto alla più alta delle due, sedendosi di fronte alla ragazzina. In questo modo viene lasciato il posto di Kan in posizione obliqua rispetto a Riuky, facendo si che Shizuka lo affianchi e Yuki lo fronteggi. Il silenzio è abbastanza sereno mentre il Sumi porta quei piatti al tavolo, la nanetta si illumina nel momento stesso in cui i Takoyaki arrivano sul tavolo: << I takoyaki!! >> Esordisce in maniera spontanea ed estremamente felice, mentre cerca di allungare la mano verso una di quelle palline per rubarla. Lo sguardo blu del padre però blocca l'intenzione sul nascere: << Aspetta il tuo ragazzo no? Già a preparato tutto da solo non è educato iniziare senza il padrone di casa. >> La genin fa una piccola smorfia, riportando le mani sulle gambe e aspettando che finalmente anche Kan si sieda. Dal canto suo Yuki sogghigna al vedere la reazione di entrambi, lei si sta divertendo molto più di ognuno degli altri presenti, le iridi verdi seguono il bianco in ogni suo moto e in quegli sguardi titubanti che lancia al marito. Una volta che si fosse seduto anche l'albino allora gli occhi blu del padre, identici a quelli della figlia si porterebbero a incrociare le dorate di lui e con un sorriso cortese gli si rivolgerebbe: << Grazie per l'invito comunque. Sei in gamba sai? Cucinare per tutta sta gente quando normalmente sei solo deve essere stata una cosa lunga. >> Lui sembra perfettamente tranquillo nei confronti dell'altro, Shizuka dal canto suo non è minimamente tesa e lo stesso vale per Yuki che aggiunge: << E la casa è impeccabile, sei proprio un precisino eh? >> Gli rifila un occhiolino mentre una mano si allunga sulla tempura, << Beh buon appetito! >> L'atteggiamento è spontaneo, ruba quella che pare essere una carota e la porta alle labbra arrivata a metà porgerebbe l'altra parte al marito allungando le bacchette direttamente verso le labbra altrui. << Ma che! Io volevo un gambero prima! >> Si lamenta, aggrottando le sopracciglia ma apre la bocca mangiando quella carota senza sottrarsi al volere altrui. Shizuka dal canto suo si è rubato gia un paio di Takoyaki allungando poi il contenitore verso Kan: << Ne vuoi qualcuno Mio? >> Usa quel soprannome senza la minima vergogna anche davanti ai genitori, come se ormai fosse semplicemente un secondo nome. [Salotto] Apprende la nascita di quella torta, preparata dall'uomo e dalla propria figlioletta per quest'occasione. Sorpreso nell'espressione, scruta la scatola in silenzio prima di lasciar spazio ad un piccolo quanto leggero sorriso <Oh beh, allora. La prossima volta vanno bene anche due> alzata veloce di spalle portando ironia in quella situazione delicata, troppo per il bianco il quale si trova a fare i conti con un nuovo tipo di realtà decisamente più complicata del previsto. Il primo incontro con l'uomo si è svolto in maniera veloce, a proprio agio, facendo lo splendido, mostrando un lato di se totalmente opposto ma ora, la situazione risulta diversa. Quel Kokketsu è il padre della nanetta, non può sbagliare, non deve per il bene di entrambi. Vola verso la cucina con Shizuka come propria ombra, ponendola quella domanda, preoccupato visibilmente, qualcosa sta andando storto, lo percepisce nonostante le rassicurazioni senza sapere cosa effettivamente. Ode il verbo da lei proferito, dorate incastonate in quelle altrui <Non farti mettere i piedi in testa Shizuka. Non mi piace quello che ha detto, non mi piace come si sia comportata, ancor meno alla luce di quello che ho scoperto> deglutisce in quella breve pausa <Se alza i toni, rispondile ma se ti tocca, se prova a sfiorarti, vieni da me, promettimelo?> ben consapevole di quello che sarebbe accaduto, dell'alleanza con Rasetsu per proteggere Shizuka da chiunque voglia farle del male. L'uomo ha parlato in maniera chiara e su questo punta, su un tipo di fiducia legata alla famiglia, all'ideologia di essa. Il tutto è proferito a bassa voce permettendo solamente alla ragazza di udire, assimilare quei concetti senza coinvolgere i genitori. Riposto il dolce proferire parola verso il padre, nulla vien detto o ripetuto, solo un mesto sorriso lascandoli prendere posto, consapevole di aver cannato qualcosa nel disquisire la rottura del ghiaccio. Lento il pensiero viaggia osservando il loro accomodarsi uno dopo l'altro mentre porta i vari piatti a tavola, abbassa il fuoco del fornello concedendosi più tempo prima di servire direttamente la prima portata del lungo pasto da lui preparato. Spegne il forno, oramai cotto ma cosa è al suo interno non è dato saperlo. Ode il grido della nanetta alla vista dei Takoyaki ridacchiando, poi, sotto i baffi al rimprovero, divertito dalla piega degli eventi. Un padre è sempre un padre, in qualunque momento, persino a un pranzo in compagnia del ragazzo della propria figlia. L'ultimo piatto è riposto sul tavolo prendendo posto al fianco di Shizuka con Yuki dinanzi a se e Ryuki alla volta della rossa. Veloce il moto delle iridi inquadrando il volto dell'uomo <Si ma è stato più un passatempo, appunto sono solo e non cucino mai, solitamente passavo le giornate in modo diverso ma ora le cose son cambiate, perciò, ho rispolverato vecchie conoscenze> schiarisce la voce con l'arto superiore ad indicare il forno <La dentro c'è il mio piatto forte> eppure ancora non svela le carte in proprio possesso. Nuovamente il sorriso prende possesso del volto, Yuki esordisce lanciando una veloce occhiata a Shizuka <Beh, ti basta pensare che quando ho visto la sua stanza> indicando la genin <Mi è quasi venuto un infarto> ricordando il disordine in essa, troppo per i propri gusti. Non prende niente, annuisce all'appetito lasciando agli ospiti il primo assaggio; essi smuovono i piatti, fanno, litigano come fossero tutti una vera famiglia. Osserva la scena in completo silenzio, iridi scostano la loro posizione seguendo i movimenti fatti, ode le parole dette, distratto solamente dalla controparte su cui volge il viso <Si, Mia> afferra le bacchette prendendone un paio adagiandoli sul piatto <Siete davvero una bella famiglia, sapete? Di rado ne ho viste di così affiatate e unite> avvicinando una pallina di polpo alle labbra strappandone un piccolo pezzettino, iniziando il proprio masticare. [Casa di Kan - Salotto] Passare del tempo con il padre sicuramente l'ha aiutata in qualcosa, rassicurarsi. Quando lui si espone, prendendo le sue difese in merito a quella questione di nuovo, chiedendole di andare da lui qual'ora l'Ishiba cercasse anche solo di sfiorarla le labbra si schiudono in automatico: << Se prova anche solo a toccarmi Mio, perderà la mano. >> Non è un'affermazione fatta a cuor leggereo, è fatta con coscienza, consapevole del fatto che non ha la minima intenzione di farsi mettere i piedi in testa dalla prima vecchia ottusa che le passa innanzi. << Scusami ma io sono una Kokketsu, non ho la minima intenzione di scappare con la coda fra le gambe difronte a un attacco. Però posso prometterti che verrò da te non appena lei si sarà allontanata da me. >> Gli sorride, con una pacatezza che ha del preoccupante quasi. Se la rossa di carta osasse anche solo sfiorarla per farle del male ha intenzione di insegnarle direttamente perchè non dovrebbe permettersi di insultare un sangue nero. Inutile dire che quel discorso tuttavia viene evitato di fronte ai genitori, si siedono al tavolo, aspettano persino il Sumi prima di mangiare e servirsi e rompere il ghiaccio in modo un poco più spontaneo di quanto fatto dall'altro. << Meno male che ne hai avuto il tempo. Shizu è per metà del tempo in ospedale, per l'altra metà in studio a fare tatuaggi alla gente e quando ha un attimo viene qui. Hai un lavoretto anche tu oltre all'ospedale? >> La voce profonda si informa, non sembra indagare ma lo fa con una naturalezza che sembra semplice chiacchiera da bar. In fondo il biondo conosce appena quel ragazzino che ha solo velatamente minacciato e che ora si trova li di fronte: << Oh non vedo l'ora del piatto forte allora! >> Viene interrotto dalla moglie che gli rifila quella carota mentre con le proprie bacchette va a recuperare un gambero e ruba un Takoyaki dal piatto della figlia, giusto per farle dispetto. << Senza la ballerina attorno hai più tempo eh? >> Gli rifila un occhiolino, Shizuka dal canto suo a momenti su ustiona con un Takoyaki prima di esordire con un << Papà!!! >> Al quale lo sguardo blu dell'adulto risponde con stupore: << Che c'è? Avrà smesso con la ballerina no? Altrimenti mi tocca spaccargli le gambe... >> La nanetta diventa istantaneamente rossa in viso, con uno sguardo che chiaramente indica il fatto di voler sparire, si intromette la madre nel discorso, cosa che non è mai troppo buona: << Dai Riu piantala. Le gambe gliele avrebbe già rotte Shizu se ci fosse in giro la ballerina ancora no? >> Ecco il genio, quella che si intromette solo per peggiorare la situazione. << Ah giusto! >> Questa la conclusione di Riuky mentre mangia quel gambero rubato poco prima. La genin scuote la testa, come a esprimere incredulità quando poi arriva l'affermazione del bianco, qualcosa che la fa sciogliere un poco. In realtà tutti e tre si girano verso di lui, fissandolo come se avesse detto una cosa particolarmente carina. E' tuttavia sempre Riuky a parlare per primo: << Mi fa piacere sentirtelo dire. Quando parte del mondo ti considera un mostro devi cercare di ritagliarti il tuo spazio in maniera adeguata. >> Lo sguardo blu si appoggia su quello dorato dell'altro, sfiorando quell'argomento fastidioso già trattato in precedenza senza che però i due genitori lo sapessero: << Questa società non è ancora pronta ad accettare quello che siamo in maniera incondizionata. Sono felice che tu sia stato in grado di vedere oltre i pregiudizi di questo stupido mondo. >> E' chiaro che lui sappia tutto, il Sumi può facilmente intuire che Shizuka abbia raccontato ogni dettaglio dell'accaduto al padre, così come alla madre. Però non sembra che nessuno dei presenti sia turbato dalla cosa. << Beh ti toccherà adeguarti comunque Kan. >> La voce di Yuki cercherebbe comunque di stemperare la serietà del momento, << Se vuoi tenertela per sempre presto o tardi ti toccherà diventare parte della famiglia no? >> Shizuka torna dello stesso colore dei capelli, lo sguardo viene distolto e piantato sui Takoyaki, uno dei quali viene anche infilato fra le labbra. Riuky dal canto suo sembra infinitamente tranquillo come se quella battuta gli fosse scivolata addosso. [Salotto] La Kokketsu dimostra di possedere un'animo ben più battagliero del normale, non solo non vuol farsi mettere i piedi in testa, si ritrova disposta a reagire al minimo tocco. In cuor proprio risulta consapevole di ciò eppure vuole evitarlo, impedirle di compiere un atto del genere. Umetta le labbra lasciandola parlare, udendo il verbo da lei proferito, annuendo, comprendendo le intenzioni. Ricambia quel sorriso in via inevitabile <Lo so ma lei è un'agente della Shinsengumi, se osa fare qualcosa, finirà da sola nei guai. Inoltre non posso sapere quando quel suo immotivato odio sia grande, cerco solo di proteggerti> palese quell'obiettivo esplicato, proteggerla, tenerla al sicuro da qualunque male di quel mondo, impedire lei di divenire parte della mitologia demoniaca dei Kokketsu tenendola a bada. La speranza di non dover vedere simili scene è da sempre presente, nonostante ciò prepara il terreno per una possibile reazione in compagnia dell'altro genin. Non tocca più l'argomento lasciando scivolare via tutto quanto in favore dell'inizio del pranzo, passando cibarie a destra e a manca mentre Ryuki insorge con nuovi commenti, l'ultimo dei quali calca su un argomento di cui non ha ancora messo al corrente nessuno <Si ma non posso parlarne apertamente, non troppo almeno> schiarisce la voce lanciando un'occhiata a Shizuka <Tempo fa appresi una notizia, ho bisogno di indagare ma per farlo, devo agire dall'interno per non dare nell'occhio. Perciò si, ho un altro lavoro il quale sarà, presumo, temporaneo> molto vaga nel fornire quelle informazioni, evita di entrare nei dettagli non proferendo nomi o nozioni eclatanti pur consapevole di destare la curiosità di tutti <Inoltre il direttore dell'ospedale mi ha affidato un compito da seguire> alzata di spalle annunciando anche l'ultimo, parziale, segreto riguardante se stesso. Il ruolo da shinobi è anche questo, agire sotto copertura fingendo di essere chi non si è, rendendosi partecipi in atti di dubbia moralità nel caso risulti necessario <Scommetto ti piacerà. Piace a tutti, mi nonna ne andava matta anni fa> persino da ragazzino quel piatto lo ha portato al successo seppur, ora, il takoyaki vada di traverso alle parole di Ryuki. Inghiotte a fatica il pezzo spalancando le iridi con l'allegra famigliola intenta a discutere, Shizuka completamente rossa in viso, abbastanza da divenire un tutt'uno con il colore dei capelli. Schiarisce la voce alzandosi da tavola, dirige se stesso nella cucina aprendo il forno, un paio di presine prelevate per tirare fuori una teglia con al suo interno 4 spigole sotto sale, cotte a puntino, cotte anche meglio, una ricetta semplice quanto efficace. Riporta il vassoio sul tavolo adagiandolo dinanzi a tutti <Mesi fa Shizuka mi invitò a prendere un gelato, te lo ricordi?> chiedendo alla diretta interessata di quel momento <Dopo la nostra discussione mi recai all'Ochaya in preda a mille pensieri, non sapevo cosa fare, come reagire> altra pausa <Poi lei mi invio una sua foto sorridente chiedendomi scusa se non ricordo male> continua il proprio racconto mettendoli al corrente del passato da loro vissuto <Non ho più visto una ballerina da allora, è stato in quel momento che ho capito quanto lei mi avesse colpito. Lentamente, quel giorno, ho smesso di sentire il bisogno di andare in posti simili> conclude la spiegazione, mettendo tutti al corrente quanto tempo sia passato realmente e quanto Shizuka sia riuscita ad entrargli dento in un lasso di tempo tanto breve. Attrezzi vengon presi scavando nel sale per estrarre le spigole dandone una a testa, riempiendo i rispettivi piatti <Ho già tolto le lische, non dovete preoccuparvi di quello> un lavoraccio dopotutto ma ne è valsa la pena se è quello il risultato. Infine, quel commento, fuoriesce spontaneo, una mera osservazione la propria sulla loro famiglia, sull'unità che ne traspare, il loro volersi bene in maniera incondizionata <Io non vi ho mai considerati dei mostri> prendendo posto a sedere <Ho visto lei trasformata> indica la ragazzina <L'ho trovata semplicemente bellissima> ammette in maniera franca persino davanti ai genitori <Non ho mai dato retta ai pregiudizi, perchè dovrei? Cosa mi hanno fatto i Kokketsu? Dovrei temerli per le azioni di un singolo? Odiarli per un passato che non mi appartiene?> lui è un ninja del futuro, il vecchio mondo non è suo, non appartiene alla sua generazione e mai l'avrebbe fatto. Yuki, danno vivente, pensa ad infilare il coltello nella piaga mettendo un imbarazzo immane non solo nella genin bensì anche nel genin stesso. Sospira sorridendo imbarazzato alzando nuovamente se stesso dal tavolo, avvicinandosi ad un cassetto alle spalle di Yuki per prelevare un mezzo di chiavi. Torna indietro adagiandolo vicino al piatto di Shizuka <Così puoi entrare quando vuoi...> incastonando le dorate nelle azzurre <E anche voi, se volete>. [Casa di Kan - Salotto] Shinsengumi...un motivo in più per staccargli una mano. Ah no giusto potrebbe essere pericoloso farlo così a cuor leggero. L'argomento però non viene portato avanti, ora non è importante, ciò che conta sono loro e i genitori. Il pranzo inizia si scambiano chiacchiere e battute quel discorso generico e ambiguo sul lavoretto del Sumi attira particolarmente l'attenzione di Shizuka anche se è Riuky a parlare: << Basta che non ti infili in casini troppo grandi, l'unico poliziotto con cui vorrei avere a che fare è Yasuhiko e solo perchè siamo mezzi parenti. >> Chiaro come la Shinsengumi non sia esattamente nelle corde del buon Kokketsu che avrebbe sinceramente preferito che il figlioccio scegliesse un'altra strada, ma non si può avere tutto nella vita. << Quindi il direttore ti tiene in considerazione eh? Buono a sapersi....è sempre una fatica trovare un medico per le missioni dice che nessuno vuole venire con noi! >> La faccia e il tono sono stupiti, Yuki dal canto sua lascia sfuggire un risatina divertita a tal riguardo mentre la rossa che era ancora alle prese coi Takoyaki commenta brevemente: << Se riesci a tornare a casa meno conciato posso pensarci io! >> Rimprovera il padre, nemmeno i ruoli si fossero invertiti. Poi di contro arriva quel commento, sulla ballerina che mette ovviamente i giovani a disagio, tirando fuori tutto il coraggio possibile l'albino si alza, portando il piatto forte e spiegando quanto successo mesi prima, con quel gelato e quelle foto sul cellulare. Nemmeno lei sa bene quella dinamica sentirlo parlarne così davanti ai genitori la mette decisamente in imbarazzo, tant'è che torna a giocherellare con il cibo. Ogni pesce viene disposto nel piatto con i ringraziamenti di sorta da ognuno dei presenti tranne il padre che con un tono di voce decisamente meno cortese e più innervosito gli risponde: << Allora mi hai mentito stronzetto eh? Altro che ballerine e chissene frega di mia figlia! Ci avevo visto benissimo già quando ti ha portato a casa... >> Non gli va di essere preso in giro, non gli piace che gli si mente, soprattutto se a farlo è un ragazzo appena maggiorenne. Però tutto scompare su quell'affermazione sulla famiglia, sul fatto di non averli mai visti in un'ottica negativa e soprattutto su quell'affermazione riguardante la Genin, alla quale reagisce prontamente, buttando giù il boccone e con due occhi illuminati: << VERO?! L'ho detto che è bellissima quando usa l'innata! Non vedo l'ora che sia in grado di dominarla appieno! Vedrai Kan il sangue diventa quasi un'armatura! Una seconda pelle quasi! Ti piacerà un sacco te lo assicuro! >> Fiero di essere un sangue nero? Altrochè. Gli occhi di Riuky lasciano trasparire un amore infinito sia per il proprio clan che in particolare per la figlia. Shizuka ovviamente è quella che ci rimette più di tutti, restando in perenne imbarazzo e mangiando il pesce in silenzio. Yuki di contro è l'emblema del divertimento, un sorriso perenne sul viso, qualche risata quando la scena diventa troppo comica. E' proprio lei la più subdola quella che parla poco ma nel modo giusto, portando il Sumi ad agire d'istinto, portandolo a dimostrare quanto serio sia nei confronti della loro bambina, senza barriere, senza filtri. Quando quelle chiavi vengono poggiate sul tavolo e la Genin viene fissata è la madre a rispondere: << Noi non ne abbiamo bisogno. Siamo una famiglia, ciò non significa che la tua privacy non esista. Ci autoinviteremo qui solo quando ci sei. >> Gli rifila un occhiolino per poi lasciar modo alla figlia di interagire con lui: << Io vengo qui solo se ci sei tu. E poi non avevi detto che stavi pensando di spostarti nel quartiere dei Clan a Konoha? >> Quelle chiavi insomma vengono rifiutate per lo più per decenza, perchè è troppo presto per fare una cosa del genere, per la nanetta è come affrettare tutto, non sono nemmeno sposati quindi non dovrebbe avere le chiavi di casa di lui. << Però il pesce è davvero delizioso! >> E' Riuky a distruggere tutto di nuovo, mentre senza troppi complimenti ha già fatto fuori tre quarti della spigola. [Salotto] Argomenti accantonati in favore della libertà di parola, chiacchiericcio in cui spiega bene o male in quali guai si sta infilando eppure sentir parlare di Yasuhiko in una situazione del genere porta in lui soggezione. Quel nome è ancora un'ombra, un qualcosa che si estende su tal storia ogni singolo giorno contro cui combatte con tutte le proprie forze. Non può scacciarlo dalla vita della rossa, non può chiederle di dimenticarlo eppure sente il fiato sul collo ogni volta in cui esso viene nominato <Mezzi parenti?> l'istinto impedisce al raziocinio di porre un freno alla lingua, chiede inevitabilmente, in maniera implicita, cosa quel termine voglia significare. Dorate impresse ancora nelle verdi del padre di lei in totale attesa <Sono molto bravo ad arruffianarmi gli altri se voglio, non dovrei correre troppi rischi> può essere un leccapiedi di prim'ordine come una vera spina nel fianco, dipende molto dalla situazione preposta <Non è considerazione, gli ho solo portato all'attenzione un paio di cose e mi ha affidato un compito, tutto qui> arresta il proprio dire lasciando scappare un leggero risolino, inevitabile <Si, lo so. Yuki mi ha detto quanto sei sconsiderato> comprendendo il motivo per cui nessuno vuole andar con loro. Una volta per ciascuno, no? Ora è la donna a dover rispondere di qualcosa cercando platealmente di volgere la frittata a proprio favore. Lascia alla famiglia le loro disamine, il modo di porsi con Shizuka in veste di madre e con il padre nel ruolo di figlio. Tutto divertente, sembrano una famiglia in apparenza seppur sia consapevole di non farne parte, non ancora, forse neanche vuole davvero accelerare i tempi in quella maniera. La situazione lo mette in soggezione, dopotutto, cosa vuol dire avere una famiglia normale? Cresciuto dai nonni, privato di una madre e un padre, totalmente all'oscuro su cosa provare. Non trattiene l'ennesima risata nel sentirsi chiamare stronzetto, proprio da lui mentre rimembra quella conversazione di tempo addietro <Non ho mentito, è stata solo una mezza verità> alzando le spalle <Con una ragazza parlavo in quel periodo> cenno del capo alla rossa <Il resto è l'unione di un qualcosa di passato> ridacchiando ancora da sotto i baffi <Però...> con le iridi su Shizuka <...com'è possibile che loro abbiano capito tutto in tempo zero?> interpellando anche lei, desideroso di comprendere portando il tutto sull'ironia, la goliardia, rendendo meno tesa la giornata e il pranzo in se. Inizia con il tagliare il pesce dinanzi a se, usufruendo di un coltello portato insieme alla teglia prima di notare la reazione dell'uomo alla bellezza della figlia. Esaltato come mai prima di quel momento, l'osserva straniato notando tutto l'amore verso il clan, la ragazzina, ogni singola cosa riguardante i Kokketsu <Non ho dubbi ma, credo sia difficile che mi piaccia più di così, sai?> in fondo, non ha occhi per altre, solo per lei, vede solamente la Kokketsu dinanzi a se, il resto risulta vuoto. Yuki se la ride, come biasimarla, lei stessa è la prima a mettere pulci nell'orecchio per puro diletto, solamente per poter usufruire della visione di una reazione eclatante eppure il Sumi compie quel gesto posando un piccolo mazzo di chiavi alla ragazzina. Parole vengono fraintese da tutti in quella stanza, schiarisce la voce <Beh, cioè, ovviamente non voglio che veniate in casa senza di me. Cioè, lei va bene ma...> gesticolando con le mani <E' un modo per dirvi che potete venire quando volete> semplicemente, in maniera diretta, privo di peli sulla lingua. Annuisce al quesito preposto dalla genin <Si e ci sto ancora pensando ma per il momento voglio che tu le tenga, non si sa mai> tutto può succedere, accadere ed avere una dimora ulteriore a disposizione può far comodo. Riuky rompe il momento con commenti banali, blandi, evitabili i quali accrescono solamente l'ego del bianco <Certo che è buono, l'ho fatto io>. [Casa di Kan - Salotto] Da quell'uscita del Sumi è facile capire che la coppietta non abbia esattamente mai trattato ampiamente l'argomento Yasuhiko; Riuky fa spallucce e in maniera semplice risponde: << Beh quando cresci un bambino di sei anni per una decina di anni sotto lo stesso tetto, diventa quasi un figlio no? >> Già difficile che Yasuhiko non venga considerato dai genitori di lei come un secondo figlio, sono amici di lunga data coi genitori di lui, e hanno preso il loro figlio sotto la loro custodia per proteggere quegli occhi dalle angherie altrui. << Beh questo è quello che dice lei! Io direi più, molto violento e diretto >> Si vede in un modo tutto suo, in fondo lo fa da quando è un misero Genin, il dolore non lo sente più quasi è l'effetto che provoca ciò che conta. E' divertente effettivamente vederli interagire fra loro, anche se agli occhi del Sumi tutto questo pare lontano da ciò che è la propria realtà. Cerca di giustificarsi poi agli occhi di Riuky, parlando di mezze verità, ribaltando la cosa su quanto Shizuka sia cieca di fronte a certe cose. E' proprio la nanetta a rispondere a tono all'albino: << Senti cosa vuoi! Io ero impegnata in altro! E non mi interessavi nemmeno! >> Le mani vengono incrociate sotto il petto come a giustificare la sua totale assenza di buon senso, e con quella frase generare una risata sentita da parte del padre: << Boom, colpito e affondato! Sei terribile Shizu e dire che adesso sembra esistere solo lui! Ti sei quasi dimenticata del tuo papà! >> Il tono volutamente ironico, la prende in giro in maniera affettuosa, sottolineando però quanto egli sia a conoscenza di quanto la figlia sia affezionata a quel ragazzo che li ha invitati a pranzo. Lei alza gli occhi al cielo, quasi rassegnata a quelle scenette che il biondo intavola di tanto in tanto. I discorsi si susseguono uno dopo l'altro, persino quelle affermazioni fatte sulla bellezza della Genin: << Vedrai che ti stupirà! Lei è una fonte inesauribile di sorprese! >> Gli rifila un occhiolino, come per renderlo partecipe di un accordo segreto appena svelato. Yuki parla sempre e solo in modo da punzecchiare gli altri, e su quelle chiavi si apre un nuovo immenso capitolo che il bianco cerca di arginare e spiegare meglio. La rossa dal canto suo sembra decisamente in imbarazzo nell'accettare quel dono, è quindi la madre che interviene per darle quel coraggio che le serve per impadronirsi di tale oggetto: << Su Shizu, se Kan dovesse stare male e non riuscisse a chiamarti come faresti a dargli una mano? Non si può mai sapere, ha ragione lui. >> Sa che tasti toccare, sempre e comunque quasi con chiunque. La piccoletta prende le chiavi e le infila nella propria borsetta che era stata appesa alla sedia stessa: << D'accordo... >> Boffonchia un pochino ancora con la mente troppo avanti per quel gesto minimo e funzionale. Però gli occhi si sgranano all'affermazione fatta dall'albino in merito al pesce; quell'egocentrismo che lo caratterizza e che lei gli canzona sempre è accettato dalla piccola ma potrebbe effettivamente risultare antipatico ad altri,però il fatto che si sia esposto a tal punto significa che si sto sciogliendo anche in presenza del padre. Quest'ultimo dal canto suo commenta senza tergiversare: << Dopo il lavoretto strano che stai facendo potresti pensare a una carriera da cuoco sai? Sei proprio in gambe. >> Riuky buona forchetta? Almeno ora sa come corromperlo (?)
Giocata del 04/10/2021 dalle 18:36 alle 21:05 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Salotto] Parlare di Yasuhiko risulta ancora ostico, per quanto sia oramai consapevole di non dover temere più nulla da quel "rivale", la sua presenza incombe ogni volta. Il nome dell'otino è persino tatuato sul corpicino della Kokketsu, un marchio da portare per il resto della vita, sempre sotto gli occhi di entrambi. Non fatica nel sopportarlo eppure preferisce non parlare apertamente della questione; da ciò, la curiosità nel comprendere il verso significato di quella frase appena enunciata e la risposta giunge. Una spiegazione veloce, comprensibile, difficile da controbattere persino per il miglior paroliere in circolazione. Veloce l'abbassarsi delle iridi, un movimento rapido, quasi impercettibile mentre riporta a galla le dorate ricercando quelle del padre della rossa <Capisco> solo questo, nulla di più viene esplicato dal bianco in favore dell'argomento optando per la soluzione migliore, evitando di prolungare un discorso in cui non può mettere parola. Verso tal, sconosciuto, ragazzo prova un misto di sentimenti tra cui rabbia per aver portato le lacrime sul volto di Shizuka rendendo quel visetto infinitamente triste. Per fortuna il verbo è discostato scatenando l'ilarità sul viso dell'albino, un certo divertimento nei confronti di quelle parole dell'uomo <Sai, io sono molto schietto e diretto e non posso evitare di considerare questa cosa come un'enorme cavolata> breve la pausa appena presa <Hai molta più esperienza di me perciò solo l'ultimo che dovrebbe parlare però, il sangue nero, esattamente come l'innata Sumi, è un'arte votata alla distanza e alla strategia. La dimostrazione fattami da Shizuka mi ha fatto capire questo e buttarsi in mezzo alla mischia porta inevitabilmente a farsi male in modo al quanto stupido> schiarisce la voce <Ho imparato che in situazioni di battaglia, l'emozioni sono l'ultima cosa a cui bisogna dar retta per il bene della missione, di se stessi e della squadra> concludendo il tutto senza aggiungere niente di più. Il tutto portato avanti tra un boccone e l'altro con un mezzo sorriso sul volto, labbra ampliate quanto basta mostrando come esso sia solamente un proprio parere, non un modo per imporsi sull'altro. La situazione è ribaltata, la Kokketsu presa in esame, al centro dell'attenzione, chiedendole, ponendo quesiti al solo scopo di portare il rossore sul visetto, prenderla bonariamente in giro senza mai, effettivamente, volerla attaccare eppure ella colpisce duro, una frase dal sapore aspro, amaro. Deglutisce mantenendo un sorriso a labbra serrate, capo chino <E dopo questa stilettata al cuore, posso anche stare zitto> volgendo le dorate al proprio piatto, ha fatto male, molto male seppur non lo dia a vedere sotterrando tutto sotto tonnellate di ironia <Esisto solo io?> quelle particolari parole ne colgono l'attenzione inevitabilmente. Scivola su Shizuka, su Riuky, su Yuki in cerca di risposta <Sono sempre stato curioso sul come abbia parlato di me, considerando il modo in cui ci siamo conosciuti> ammette in maniera franca con alzata di spalle mentre quel pesce viene fatto a pezzi, bacchette usate per prelevare pezzetti di innalzare alle labbra, mordere e masticare <Beh, su questo non ho dubbi, dopotutto, se sono qui, è grazie a lei, no?> ovviamente ella, con quelle azioni, ha decisamente cambiato il modo di vivere del Sumi, lo ha reso di verso, modificato certi aspetti di quella persona. Non commenta sulla questione chiavi, è necessario, significativo, non per accelerare quanto una dimostrazione di quanto effettivamente tenga a lei in maniera del tutto normale, anormale. Egocentrico? Ovviamente, persino dinanzi ai genitori di lei, parte del carattere, narcisista fino al midollo persino in ambito culinario <Non m'interessa però, faccio un pasticcio di carne da far impallidire chiunque. Devo fartelo provare un giorno di questi, fidati, non ha nulla da invidiare ai ristoranti> modesto lui, buona forchetta l'altro, bella combo. [Casa di Kan - Salotto] Per quanto sia difficile il Sumi accetto il ruolo di quella figura all'interno della famiglia che si trova di fronte, un ruolo scomodo che occupa spazio ma che allo stesso tempo rimane relegato a una parentela, e fra parenti non ci si lega. Il bianco commenta più largamente la strategia di combattimento del padre, che purtroppo è quasi forzato dal suo sangue a lavorare su quel contatto diretto, fisico, per questo ha allenato le sue arti anche nel Taijutsu, contrariamete a molti altri Kokketsu. << Hai ragione ma è complicato con noi. Il sangue che abbiamo è particolarmente influente e io non sono un tipo che controlla molto i sentimenti. Nel mio caso, la mia squadra è costretta a sopperire alle mie mancanze guadagnando però una potenza distruttiva elevata. E ringrazio i Kami ogni giorno perchè Yuki è con me ogni singola volta. Se lei non ci fosse stata in questi anni sarei già altrove. >> I meriti vengono dati alla compagna che nuovamente arrossisce in maniera leggera, appena accennata, evidentemente c'è qualcuno che riesce a metterla in difficoltà, e l'unico uomo al mondo pare essere il marito: << Dovresti ringraziare che ancora non ti ho fatto fuori io! Avrei molti meno problemi in missione senza di te! >> In questo momento, forse per la prima volta, la donna risulta veramente simile a Shizuka, il tono, un minimo di broncio accennato che solitamente non sfiora mai quel viso sorridente e ilare. Poco per volta a forza di interagire con loro l'albino dovrebbe essere in grado di capire il perchè la Genin sia diventata quello che è, un perfetto connubio fra i due Kokketsu che si ritrova innanzi. E' poi effettivamente la nanetta a colpire a fondo il bianco, con quella frase assolutamente vera ma un po' troppo brusca, tanto che il padre cerca di attutirne il colpo stemperando il tutto con una battuta. E sono proprio quelle parole che risvegliano l'abbacchiato Kan che domanda curioso come lei parli di lui a casa. A tal quesito Yuki scoppia a ridere, divertita dalla cosa in se che porterebbe un rossore infinito sulle guance della figlia in mezzo secondo: << Beh sei partito da "Oggi un ragazzino viziato mi ha abbracciata in mezzo alla strada ad Ame e non faceva che fissarmi le tette!" a "Papà senti non è che potrei avere anche io una collana come quella di te e mamma? Però la voglio a forma di farfalla e dorata! Le ali devono essere blu all'interno! Perchè sono i colori degli occhi miei e di Kan" >> Ovviamente il discorso viene fatto con Shizuka che continua a mangiare il suo pesce fino ad esaurirlo, rossa in viso completamente, fino alle orecchie. << Con me ha evitato di parlarne per un poco. Sono un padre un tantinello geloso e già ho fatto fatica a farmi andar bene la storia con Yasuhiko che conosco da una vita, figurati accettare il ragazzino che si porta a casa le ballerine! >> Quel nome torna sempre, è inevitabile ma quanto meno ora il bianco sa che nemmeno il fantomatico figlioccio ha avuto un lascia passare istantaneo per arrivare alla figlioletta, è proprio il padre a essere un tipo molto protettivo. Concorda con il padre su quanto la rossa sia speciale e quanto possa essere imprevedibile, quel discorso muore lasciando spazio al cibo, al quale Riuky sembra ben interessato. << Pasticcio di carne? >> Lo sguardo blu permane sul Sumi, << Beh quando ti gira di prepararlo pensami per favore! A proposito... >> Il verbo viene interrotto, le blu ad appoggiarsi sul visino della figlioletta: << Prendiamo la torta? A meno che non ci sia dell'altro >> Lo sguardo si fa stupito, cercando conferme nelle iridi dorate, in fondo il pesce dovrebbe essere sparito da tempo dal piatto di tutti però non si può mai sapere cosa il padrone di casa ha in mente. [Salotto] Rallegrato di non udire più tal nome, il trio delle meraviglie opta per rimanere in silenzio non continuando quell'argomento normale per loro, spinoso per Shizuka, forse, e fastidioso da parte del Sumi. Cambia vertendo il tutto sulla situazione di Riuky, del modo prescelto da lui seguire una missione, troppo esagerato, troppo spericolato per i gusti del bianco le cui azioni risultano estremamente più pragmatiche, pensate, votate allo stare dietro le quinte per dirigere le operazioni effettuando movenza da puro supporto <Mi ha parlato di come il sangue nero può influire ma non posso fare a meno di chiedermi una cosa> dorate osservano Yuki, il suo lieve rossore. Quell'uomo riesce nello smuovere quella donna, sempre sulle sue, allegra con una risposta pronta per ogni situazione ed evenienza. Sospira in maniera leggera <E se le tue azioni, il tuo modo di porti, la mettessero in pericolo o fossi tu l'artefice delle sue ferite?> pone tal quesito squadrando l'uomo ma lasciando anche alla donna la possibilità di esporre quel pensiero. Sorride alla risposta di lei, il borbottare, un minimo di broncio comprendendo da dove Shizuka abbia preso determinati atteggiamenti. In ella rivede la rossa, strano, davvero strano ma uno specchio nasce dinanzi a se, una versione adulta della genin, un misto tra le due figure. Inevitabile come, per qualche secondo, le dorate volino sulla nanetta, non può fare a meno di osservarne il visino, ricordare apertamente cosa è stato capace di portare in lui quel sentimento rinnegato per anni, allontanato come una peste. Inghiotte in quell'osservazione priva di pudore percependo l'incessante aumento di tal sentimento; sorride ampliando le labbra serrate, delicato, totalmente preso, suo. Iridi non riescono a veder nient'altro, nessun'altra oltre lei. Basta ciò per portare il morale su tralasciando la stilettata al cuore, oramai quel breve dolore vien meno lasciando spazio ad una fervente curiosità sulla ragazzina, sul parlare. Porta alla bocca un altro pezzo di pesce più grosso del normale, inizia nel masticare eppure, alle prime parole di Yuki esso va di traverso. Il bianco inizia a tossire volgendo il viso alla propria destra, puntato sul pavimento; mancina batte contro il petto. Preso alla sprovvista da tali nozioni, dal modo in cui lo ha presentato <Allora, io non guardavo proprio un bel niente, intesi?> frase rivolta a tutti i presenti <E non sono viziato, mettiamo i puntini sulle i> bofonchiando e borbottando parole sottovoce in stile Shizuka, riprendendo il controllo sulla collana, la scelta dei colori rispettando gli occhi di entrambi. Comprende il significato di tal gesto notando, persino, il neo rossore del viso della ragazzina; divertito da tal scena non cessa di guardarla <Avrei pagato per assistere a quelle scene, sai pomodorina?> la presa in giro torna, un leggero sfottò avanzato con goliardia insieme ad una leggera risata di circostanza <So che sei geloso, quella frase, di quel giorno, me lo ha fatto comprendere fin troppo bene ma, se può consolarti...no niente, è Mia> ridacchiando aumentando il proprio divertimento. Una sfida? Per nulla, torna solamente a proprio agio, nel proprio ambiente naturale e tanto basta. Annuisce al quesito, lento il moto del capo <Pensarti? Pff, sarai qui quando lo preparerò e ve lo farò assaggiare> ovviamente, non può farsi sfuggire una buona forchetta quando ne ha una a disposizione. <Giusto, la torta> alzando se stesso dalla sedia, correndo verso la cucina per aprire il frigo prelevando la scatola, tirandola fuori oramai bella fredda. Anta del frigo richiusa, passo svelto lo riporta alla tavola posandola pienamente al centro, sotto gli occhi di tutti <Yuki tagli tu?> domanda alla donna porgendole un coltello. [Casa di Kan - Salotto] A quella domanda posta dall'albino il Kokketsu ci mette un secondo a rispondere: << Questo è impossibile. Non è mai successo e mai succederà perchè io sono davanti, sono io che mi scontro con il nemico. Lo hai detto tu stesso, noi Kokketsu rendiamo meglio dalla distanza, lei combatte divinamente, sono io quello fallato. Piuttosto che ferire lei mi sacrificherei io. E' complicato da spiegare a parole ma non ho mai ferito involontariamente un membro del mio gruppo, men che meno Yuki. >> Difficile da spiegare? Non solo, è anche difficile da applicare, ma questo non viene detto ad alta voce, è complesso ma inevitabile. Riuky non è in grado di limitare la spinta della violenza del demone ma l'ha accolta e incanalata in maniera efficace. Una contraddizione in termini notevole per qualcuno che sostiene di non essere il migliore a contenersi. E' Yuki a intervenire per cercare di dare un'idea a Kan di cosa significhi quello che l'altro cerca di spiegare: << Per darti un'idea pratica, l'altra sera Shizuka era abbastanza arrabbiata da quanto avvenuto in ospedale. E' stato Riu a farla sfogare, ha usato la nostra innata per farlo. Ma lei non è un nemico, non è stata nemmeno sfiorata dalla furia che ha in corpo di solito. >> Difficile comprendere come funzioni senza vederlo, però l'esempio è calzante, concreto. Forse il Sumi avrà bisogno di qualche tempo per rifletterci ma entrambi sono certi che problemi di tal genere non accorreranno mai. E' di nuovo Yuki a destare nervosismo e ilarità, portare davanti al padre una questione tanto sfacciata in un secondo, pesce che finisce di traverso e Kan che quasi si strozza. Shizuka che con delle leggere botte sulla schiena cerca di aiutarlo, preoccupandosi per lui: << ehi Mio tutto bene? >> Lui sbotta, cercando di giustificarsi, di nascondersi dietro a quel broncio che stupisce la Genin stessa che divertita rincara la dose, punzecchiandolo come la madre: << Beh hai fatto ben due commenti sulle mie tette nel giro di cinque minuti, lo ricordo come se fosse ieri! >> Poi è lei che si deve zittire, nel frattempo Riuky se la ride, quasi piegato a metà davanti alla scena di uno e l'altra messi in imbarazzo dalla moglie che sa perfettamente essere micidiale. Tuttavia pare che l'albino si riprenda in fretta, accennando dell'ironia che viene però rapidamente estremizzata dall'uomo: << Puoi pure chiamarla così ma ti avverto. Non sarà tua finchè non la sposi signorino! E quando ti verrà in mente ti toccherà chiedermi il permesso! Dovrò stare in lutto almeno un mese prima di accettare che qualcuno porti via il mio fiorellino! >> Il tono torna quello di un padre disperato che guarda la figlia come la cosa più preziosa che possegga. Lo corteggia poi con l'idea del pasticcio e anche della torta, che il bianco recupera rapidamente, portandola al tavolo e offrendo a Yuki l'onore di tagliarla: << D'accordo! >> Null'altro, gli sorride, prende il coltello e inizia a tagliare la torta, dividendola a metà e poi ancora in quattro parti. La prima fetta viene ovviamente passata a Kan, poi viene servita Shizuka, Riuky e infine se stessa. La torta è una semplice crostata con crema ricoperta da delle fragole, semplice ma fatto tutto a mano dallla Genin e dal padre, che si sono divertiti a impastare come dei matti. << Loro hanno creato il dolce, la cucina è toccato a me pulirla poi! >> Ci scherza la rossa adulta, con quelle verdi che si appoggiano sulle dorate altrui, rifilandogli un occhiolino. Sia Shizuka che Riuky sono troppo intenti a fissare il dolce che si trovano davanti per commentare: golosi? Assolutamente no (?) Un discorso, dal suo punto di vista, estremamente fallace per svariati motivi, non trova un vero senso nelle azioni di quell'uomo. Sfruttare un potere di tale levatura per attacchi diretti, corpo a corpo, non risulta essere un'impresa saggia seppur la geniale mente del bianco cominci nell'intento di elaborare una strategia atta all'utilizzo del sangue nero come arma ravvicinata. Un modo, senza dubbio, esiste eppure non così facile da scoprire, egli non è parte di quel mondo, totalmente differente, una maniera al quanto contraria di agire con le arti magiche mantenendo un'elevata distanza cogliendo gli avversari di sorpresa <Non è complicato, ho compreso cosa cerchi di dire e come agisci> da sempre definitosi genio, non basta una discorso del genere per complicargli la vita per quanto risulti difficile. La mente di quell'uomo è di facile lettura, pur di proteggere è disposto al sacrificio nonostante atteggiamenti non proprio consoni al tipo di abilità in suo possesso. L'intervento di Yuki, inoltre, conferma tutto quanto ma in tal verbo, qualcosa è nascosto. Capo chino con il pensiero volto all'ospedale, alle vicende accadute in esso capaci di portare rabbia, rancore, dolore nel corpicino della Kokketsu. Schiarita la voce, dorate socchiuse lasciandosi immergere da quel pensiero <Mi scuso per quanto accaduto in ospedale, non accadrà più> istintivo rivolgendosi al duo di genitori. In parte può definirsi colpa sua per non aver fermato la rossa. Più informazioni possiede, più la rabbia nei confronti dell'Ishiba cresce in maniera esponenziale, aumenta il desiderio di fargliela pagare per quanto da lei fatto. No, il sol tollerare un simile comportamento nei confronti della nanetta risulta essere un mero insulto, porre la parola fine è la soluzione. Una scelta va fatta. Consapevole di non poterla obbligare ad accettarla, deve sincerarsi che simili atteggiamenti non si ricapitino altrimenti, quei ponti, vanno distrutti mettendo la parola fine a tal rapporto. Deglutisce per l'ennesima volta udendo il verbo di Yuki il quale provoca una reazione inattesa. Si strozza con il cibo, tossisce percependo le botte sulla schiena, un modo come un altro per aiutarlo <Si si, stavo solo morendo soffocato> voce roca, viso arrossato per lo sforzo appena compiuto con Shizuka capace di rincarare la dose portando le labbra a schiudersi con sorpresa. Braccia incrociate ad altezza del petto, guance gonfie cominciando il proprio borbottio; dorate volte alla propria destra, imbronciato nel rimembrare tale scena imbarazzante con Riuky intento a farsi grosse risate. Di nuovo qualcosa va di traverso, la saliva. Ricomincia il proprio tossire alla parola "sposi", ben più inattesa, prematuro come concetto da avanzare a un semplice pranzo; questa volta il colpo di tosse dura ben di meno rispetto a prima <Allora, non corriamo troppo. Prima, abbiamo cominciato da qualche mese e secondo, comincia pure ad essere in lutto perchè non ho intenzione di lasciarla andare> questa volta il verbo è avanzato con tono di sfida ridacchiando da sotto i baffi <Ho patito un dolore immenso per arrivare a questo punto e non ci penso neanche un secondo ad allontanarla o farmi allontanare e nessuno si metterà in mezzo> deciso nel portare avanti ciò che ha conquistato con estrema fatica nell'arco di tutti quei mesi. Torta portata in tavola dinanzi a tutti con Yuki incaricata di far le giuste fette mentre l'albino estrae lo smartphone scrivendo un messaggio alla stessa rossa "Dopo stiamo un po' da soli?" piccola richiesta avanza all'oscuro di tutti i presenti, lasciando solo a lei la lettura <Almeno vi siete divisi i compiti, qua invece faccio tutto io> scherzando a propria volta prima di notare i due pesce lessi incantati dalla torta. Golosi? Assolutamente si.
Giocata del 05/10/2021 dalle 14:00 alle 21:07 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Casa di Kan - Salotto] Pare che il bianco abbia colto la difficoltà intrinseca nel rapportarsi al mondo alla quale deve sottostare il biondo. Tuttavia quell'aggiunta della madre sembra far bloccare il Sumi, lasciarlo li, in dubbio, comprendendo appieno quanta sofferenza quell'incontro abbia generato nella nanetta, suscitando un sentimento strano dentro di lui che si conclude con delle scuse. Le dorate vanno a fissare i genitori, in maniera molto seria generando in entrambi stupore, le blu e le verdi si incontrano, la testa di Yuki fa un movimento leggero verso destra e le blu di Riuky si dirigono in un attimo a ricercare quegli specchi d'oro che il ragazzino si porta dietro: << Da quanto ne so hai preso le difese di Shizu istantaneamente. Inoltre mi pare di aver compreso che non hai pregiudizi particolari nei nostri confronti. Tu non devi scusarti Kan, non hai fatto nulla che necessiti una cosa del genere mi sembra. >> La voce profonda di Riuky risulta seria, pacata ed estremamente calda al momento. Non mostra nemmeno parte del risentimento che alberga nel suo corpo nei confronti dell'Ishiba, ora è importante solamente che lui non si senta responsabile per qualcun altro. Lui pare salvarsi in parte, non soffoca ma diventa rosso e incomincia a fare l'offeso in stile Shizuka, cosa che è estremamente divertente agli occhi di tutti i presenti. Ma pare che non sia esattamente questo l'unico momento di affaticamento per il Sumi, anche il padre ci da dentro con i colpi al cuore anche se reagisce in maniera più combattiva in tal senso, vincendo un altro punto a proprio favore. << Mi fa piacere sentirtelo dire sai? Perchè mi aspetto esattamente questo da te adesso. Devi renderla felice o ti assicuro che non sarò mai e poi mai a favore della vostra unione. >> Sembra molto più semplice del previsto andare d'accordo con il padre in fondo; sia lui che l'albino vogliono la stessa cosa in fondo, la felicità di Shizuka. La torta viene divisa e quel messaggino inviato e ricevuto dalla rossa, che sentendo suonare il cellulare andrebbe a recuperarlo dalla borsa, leggendolo rapidamente e rispondendo altrettanto in fretta: "Mi dispiace Mio ma devo finire quel progetto con papà, non so se posso fermarmi molto" Viene allegata una faccina di disappunto che si traduce anche sul visino della rossa stessa. Quando il commento della madre arriva viene ribattutto dal Sumi che in un attimo riceve risposta proprio da Yuki stessa: << Beh puoi venire a dividere i compiti con noi quando ti pare Kan >> La testa inclinata leggermente a sinistra, un sorriso dolcissimo stampato sul viso che farebbe sciogliere qualasiasi ghiacciaio. Ma il tutto viene interrotto, lei si siede e guardando i due familiari le sfugge una risata: << Potete mangiarla la torta ora! >> Una volta avuto il benestare sia figlia che padre non se lo fanno ripetere iniziando ad assaggiare avidamente quel dolce da loro preparato. L'adulto si sporca il viso nemmeno fosse un bambino, mentre la nanetta è un poco più accorta. [Salotto] Giungono immediate le scuse, rivolte al duo quanto alla piccolina. Scuse dettate non dai sensi di colpa quanto dall'apprendere come tale incontro abbia colpito la Kokketsu nel profondo segnandola in via inevitabile. Può solo immaginare quanto quelle parole, in una ragazzina di sedici anni, possano far male, essere attaccata da chi dovrebbe mostrare un pensiero di diverso tipo verso gli inesperti, coloro appena affacciati alla vita. Incredibile, pur non avendo pregiudizi, si ritrova con l'immane pensiero di essere simile all'Ishiba eppure, dalla conoscenza di Shizuka in poi, tanto diverso. Il proprio pensiero muta, non in maniera radicale bensì graduale con il passare del tempo ammorbidendo il proprio animo, le proprie intenzioni, il modo di porsi nei confronti del resto del mondo e dell'altrui esistenza <Invece devo> soffermandosi qualche momento su tal frase <Feci una promessa a me stesso ovvero che non l'avrei più vista piangere, invece ho fallito per ben due volte> tono pacato, tranquillo mentre spiega le motivazioni capaci di spingerlo nel chiedere quelle scuse al trio. Evita di guardare la suddetta interessata pur essendo al centro di quella conversazione. Non continua ne vien detto molto altro lasciando morire in tal punto il discorso, compreso o meno, parlarle risulta difficile. Il desiderio di addentrarsi ulteriormente nel proprio animo per fornire tutti i dettagli risulta totalmente assente, troppo profondo, troppo pesante e teso da permettere a simili parole di fuoriuscire ad un pranzo in cui si dovrebbe trovare solamente serenità, pace. A sua volta si offenda, finta la maniera nel farlo, non lo è realmente, come si può esserlo quando è lo scherzo quello richiesto? Tal comportamento basta nel portare il sorriso sul viso di tutti i presenti, consapevole di quanto si stiano divertendo nel vederlo messo alle strette. Il karma gira, prima o poi tutto torna indietro come un boomerang inevitabilmente <Ecco una cosa che non mi piace> corregge l'altro fermandone il discorso <Quello che faccio, lo faccio perchè voglio, non perchè devo. Io voglio che lei sia felice e non perchè mi viene imposto ma perchè lo desidero> le imposizioni non fan parte di quell'animo <E se devo essere totalmente franco, sarei rimasto con lei anche senza il benestare> fin da ora mette le cose in chiaro, privo di peli sulla lingua, di freni inibitori. Consapevole di star giocando con la sorte ma prima tali argomenti giungono a galla, prima possono passare il resto della giornata in serenità. Vuole ch'ella sia felice, per se, per lei eppure nessuno deve imporlo, osare dirgli il modo in cui deve comportarsi. Adagia la torta mandando quel messaggino con una risposta totalmente diversa dall'aspettativa. Inghiotte, deglutisce riponendo lo smartphone all'interno della tasca; veloce lo sguardo lanciato alla ragazzina mesto sorriso, un'alzata di spalle appena percettibile, un "fa nulla" non detto a voce. Un'altra giornata senza di lei, ecco cosa l'aspetta; non comprende cosa vi sia di tanto importante da non poter passare tempo insieme, non entra nell'ottica di quella famiglia <Se non verrò minacciato sulla soglia, d'accordo> leggera frecciatina ironia a Riuky lasciando andare se stesso a una piccola risatina divertita prima di addentare il pezzo di torta una volta ricevuto il via dalla donna. Buona, gustosa, praticamente perfetta. [Casa di Kan - Salotto] Le risposte che vengono espresse da quel ragazzino riguardo alle scuse e riguardo al discorso del volere e non dovere lasciano Riuky senza parole. Non commenta, restando concentrato sulla torta e analizzando nella sua testa il significato che lui ha voluto dare a tale argomenti. Il viso è decisamente pensieroso, ma senza esprimersi potrebbe dar l'impressione di essersi offeso o star rimuginando su quanto detto ma in maniera negativa. E' la maggiroe delle rosse a rompere quel silenzio calato a causa del mangiare: << Dubito fortemente che verrai minacciato sulla soglia. Sei il benvenuto a casa nostra, ora anche più di prima, quando sei entrato in punta di piedi come amico. >> Non c'è forzatura nel tono, non è una frase di cortesia, è sentita e sincera ma ormai il marito è troppo concentrato sulle fragole. Infatti Quando rialza la testa bionda non può far altro che allungare la destra verso la figlia che si trova innanzi: << Siamo stati bravissimi Shizu! BIS? >> La piccoletta non fa altro che battere allegramente il cinque con il padre. << Va bene bis! Però poi pulisciti la faccia pà che sei ridicolo! >> Scoppia a ridere, prendendo il genitore per i fondelli, con lui che si pulisce alla meglio anche se finirà nello stesso modo con il prossimo pezzo di torta. La madre li guarda con un occchio rassegnato ma al contempo divertito: << Un altro pezzo ma diviso in due d'accordo! E poi andiamo a casa Riu che c'è ancora quel progetto da finire e li lasciamo da soli un pochino. >> Il viso si volta in direzione del Sumi, le verdi a specchiarsi nelle dorate: << La riaccompagneresti a casa poi? Purtroppo non può fermarsi per tanto perchè dobbiamo ultimare una cosa a casa, però un paio di coccole può fartele no? >> Gli rifila un occhiolino, sempre troppo diretta, così che la figlioletta arrossisca vistosamente distogliendo lo sguardo e fissando il piatto. Yuki scoppia a ridere, tagliando un ottavo della torta a metà e poggiandone una metà sul piatto del marito e una metà sul piatto della figlia. << Ne vuoi ancora Kan? Tanto ovviamente questa rimane a te. Non fare complimenti mi raccomando! >> Qualora lui avesse accettato l'offerta avrebbe allungato un'altra fetta anche al ragazzo, non prendendone però altra per se, osservando gli altri mangiare. [Salotto] Parole sentite provengono dal Sumi nei confronti dell'uomo, l'imposizione da lei pervenuta non soddisfa la mente ne coglie il benestare del bianco. Da sempre portato di libertà in ogni sua forma, la possibilità di far ciò che si desidera, non per imposizione quanto per scelta; ragionamento applicato in ogni ambito della vita, persino quello sentimentale il quale, per quanto ambito, non può esser frutto di catene. La felicità altrui è un tarlo fisso per propria decisione, un pensiero elaborato con il passare dei mesi, voluto esattamente come vuole ogni singola cosa da lui reclamata; il devi, il dovere, non esiste, non trova posto nell'essenza liberatoria del bianco. Conscio di aver osato, attaccato un uomo al quale dovrebbe portare una forma di rispetto superiore eppure, non risulta facile tacere quando i propri dogmi vengon oscurati, messi a tacere, anche in maniera inconsapevole necessitando di mostrare a chiunque il vero io insito nell'animo del genin. Silenzio cala nella stanza, presi nel gustare quella torta, lui compreso seppur non risulti l'unico motivo, conscio di quanto quel dire abbia impattato sui presenti, una presa di posizione non indifferente <Grazie Yuki> con un movimento del capo un cenno, lento quanto confortato nell'apprendere di essere in possesso di tale privilegio <L'ultima volta è stato del tutto inaspettato, una proposta piombata all'improvviso> ricordando la richiesta da lei effettuata, dormire insieme, passare la notte nella stessa stanza. Rifiutata dall'albino, ignorata dalla rossa con puntualità estremamente esagerata ritrovandosela sul letto al risveglio. Le dorate seguono il moto di padre e figlia, ode il dire, la complicità proveniente dalla voce di entrambi portando in lui un leggero ampliarsi delle labbra mostrando parte del sorriso. La famiglia dinanzi a se è perfetta, almeno in apparenza; uniti, felici e nonostante ciò, ancora una volta, nel profondo, percepisce la sensazione di inadeguatezza. Fuori posto in cotanta felicità familiare, non ne fa parte, non conosce un simile ambiente ne cosa voglia dire possedere un paio di genitori seppur i nonni han svolto tale ruolo egregiamente per ben 16 anni. Silenzio cala al di sopra del genin lasciando parlare i presenti, estraniandosi pochissimi attimi pur continuando ad ascoltare. Privato dell'imbarazzo, in esse vede solo ironia, divertimento, l'immensa voglia di passare un po' di tempo con ella senza far domande, senza parlare, abbracciarla nel totale silenzio della casa <Certo, non farà tardi. La riaccompagnerò prima di sera> conferma l'impegno nel riportarla a casa contro le proprie volontà. Possessivo ovviamente ma non verso le decisioni prese dalla stessa Shizuka tramite quel messaggio di pochi attimi prima <No grazie, sono pieno ma è molto buona. Complimenti ad entrambi, giusto pomodorina?> ennesimo sfottò ai danni della piccola rospetta. [Casa di Kan - Salotto] I due golosoni finiscono il bis di torta con due facce molto felici, decisamente soddisfatte. I ringraziamenti provenienti dall'albino sembrano superflui, qualcosa di cui nessuno dei presenti sentiva la necessità è come ampliare la famiglia per loro, a qualcuno che a conti fatti ne fa ampiamente già parte. Con la promessa di riaccompagnarla presto comunque ottiene un ringraziamento a sua volta da parte ovviamente di Yuki. Quando però domanda a Shizuka qualcosa lei ha ancora la bocca mezza piena e risponde automaticamente annuendo con decisione. Non diventa nemmeno rossa perchè distratta dal dolce. Quando dunque anche il dolce è finalmente sparito nuovamente dai piatti è Riuky il primo ad alzarsi, prendendo quello che resta del dolce e avviandosi verso la cucina: << Yu arrivo. Scambio due parole con il padrone di casa e andiamo. >> Le blu che prima erano incastonate nelle verdi della moglie si scostano quindi verso le dorate del Sumi: << Ti dispiace farmi vedere dove metterla? >> La domanda è spontanea una scusa come un'altra per scorporarlo dalle due donne, in particolare dalla nanetta che dopo quanto detto dal padre sembra decisamente meno tranquilla di quanto non lo fosse pochi istanti prima. << D'accordo Riu. >> Non si scompone minimamente invece la madre, come se sapesse esattamente cosa sarebbe successo in cucina, alzandosi a sua volta dal tavolo e automaticamente andando a riordinare un poco i piatti: << Dai Shizu dammi una mano. >> La piccoletta come risvegliata da una sorta di torpore si alzerebbe a sua volta, andando ad aiutare la madre silenziosamente, un visino preoccupato qualora l'altro fosse sparito rapidamente in cucina insieme al proprio genitore. << Sono solo discorsi fra uomini, non devi preoccuparti. Quei discorsi che noi donne non possiamo sentire >> Le rifila un occhiolino senza minimamente far si che la Genin riesca a rilassarsi. Pare che il pranzo comunque sia terminato, così come la loro permanenza in quella casa non durerà ancora a lungo. [Salotto] Silenzio calato interrotto dal fare del padre della Kokketsu il quale, dopo i ringraziamenti avanzati, si ritrova pregno di una frase insolita, quasi intimidatoria. Desidera parlare in privato con lui, un discorso non udibile dalle due donne. Il proprio dire di pochi attimi prima ha sorto le proprie conseguenze, non si pente di quanto detto, al contrario, semplicemente la verità è emersa in tutta la propria forza, la propria essenza. Sospiro veloce effettuato dall'albino il quale annuisce al quesito altrui sollevando se stesso da quella sedia, oltrepassando in altezza Shizuka. Osserva Yuki sollevando le dorate al soffitto, cerca nel viso di lei la comprensione del possibile risvolto di quella conversazione privata <Shizuka, perchè non le fai vedere il resto della casa? Almeno prima di andare si fa un'idea di dove vivo> ridacchia innalzando la destrorsa per adagiare il palmo sul visino di lei donandole una piccola carezza innocente accompagnata da un bacio sul capo. Un semplice gesto nel caso l'ansia intervenga; non desidera farle perdere la tranquillità guadagnata, al contempo non desidera perderla egli stesso ricercando in quel contatto un'ulteriore motivo capace di sostenere le proprie parole. Volge il passo verso la cucina a ridosso dell'uomo con veloce segno di seguirlo oltrepassando la soglia della stanza, oltrepassa il piccolo arco girando sulla sinistra ritrovandosi dinanzi al frigo la cui anta è aperta immettendo una minuscola dose di forza nella maniglia dello stesso <Lo prendo io> cerca di prendere il dolce dalle mani dell'uomo per riporlo sul ripiano più alto del frigo, nonchè l'unico con abbastanza spazio per contenere il dolce. Inspira, espira richiudendo lo sportellone, riporta le dorate sul volto del Kokketsu, incastona le iridi in quelle della controparte lasciando al silenzio il compito di impreziosire l'ambiente <Se stai per dirmi che non ti piaccio, lo so ma sono fatto in un certo modo e non intendo cambiare> non quelle credenze, non quel dogma da sempre perseguito. In quelle settimane il proprio cambiamento risulta avvenuto in maniera esponenziale, divenuto letteralmente un altro tipo di persone sotto svariati aspetti eppure, in quello, neanche Shizuka possiede il potere di modificare una simile condizione, così radicata nel profondo da essere impossibile da estirpare, nemmeno con tutta la forza e violenza di cui è dotato l'uomo. Lascia ad egli la parola permettendo di cominciare quel discorso, forse una ramanzina, forse un avvertimento o forse una sorpresa. [Casa di Kan] Quel tocco e quel bacio non fanno altro che tendere una corda già parecchio tesa, ma la madre cercherebbe di smuoverla: << Dai fammi vedere il resto della casa. Così mi faccio un'idea del vostro nido d'amore >> Di nuovo le fa l'occhiolino, facendola diventare rossa con quelle parole ma costringendola a muovere i passi in direzione della camera da letto di Kan e del bagno. Di contro in cucina la situazione sembra ben più tesa di quanto lo stesso Kokketsu non si fosse aspettato. Gli passa la torta che viene sistemata in frigo e lo osserva voltarsi e fronteggiarlo, in fondo l'altezza dei due è la stessa e sebbene gli anni di Riuky siano trentanove non sembra particolarmente invecchiato rispetto a quando ne possedeva venticinque. Tuttavia le parole di Kan lo colgono alla sprovvista, il capo viene girato leggermente di lato, gli occhi blu si impregnano di stupore prima che le labbra si schiudano: << Che cosa curiosa. Pensavo di essere io a non piacerti molto. >> E' difficile capire cosa uno pensi quando due soggetti si conoscono a malapena. Le braccia vengono incrociate davanti al petto, un profondo sospiro sfugge. << Volevo scusarmi con te in realtà, per aver fatto l'antipatico quando sei venuto a casa da noi. >> Si sta riferendo alla minaccia di gambizzazione della prima volta, esattamente quella. << Inoltre mi andava di ringraziarti per non aver cercato di prendermi in giro di nuovo. >> Si riferisce sempre alla stessa serata in effetti, cosa che ha notato subito. Sembra strano ma quella voce profonda non sembra per nulla alterata o innervosita, sembra calma. << Non posso dire con certezza se tu mi piaccia o meno. Ti conosco troppo poco anche se mi hai mostrato quello che mi interessava vedere almeno per ora. >> Già sarebbe superficiale affermare che lui gli piaccia, anche il Sumi stesso si renderebbe conto di quanto un'affermazione del genere risulterebbe assurda. << Ho passato gli ultimi vent'anni della mia esistenza cercando di fare felice mia moglie e poi mia figlia. Venire qui oggi è semplicemente stata per me una conferma di quanto già vedo ogni giorno a casa. >> Le blu per tutto il discorso non si scosterebbero mai dalle dorate, a meno che non fosse l'altro a decidere di interrompere il contatto volutamente. << Shizuka è felice di averti vicino. A me tanto basta. Preferirei che tu fossi decisamente più impulsivo, come lo sono stato io che a vent'anni ho sposato Yuki perchè ho deciso che non avrei avuto nessun altro che lei nella mia vita. Sono anche felice che tu voglia affiancare mia figlia e non che tu ti senta in dovere di farlo. >> Si perchè il passo è sottile ma lui lo ha colto e non disdegna quel pensiero ne lo ritiene una mancanza di rispetto nei confronti di se stesso. << Però lascia che ti dia un consiglio per vivere meglio. Lei piangerà ancora nella vita. Innumerevoli volte, anche per la felicità eventualmente. Secondo me l'importante non è che tu riesca a impedire a qualsiasi cosa di ferirla. >> Si interrompe, forse ripensando un pochino al discorso del suo modo di combattere. << L'importante secondo me è che non sia tu a ferirla e che tu sia disposto a starle accanto quando ne avrà bisogno. Purtroppo la vita è imprevedibile e non puoi prevedere tutto. >> Lo sguardo blu andrebbe a farsi meno serioso infine, la mano destra allungata verso di lui, pugno stretto come a cercare uno scambio un poco più giovane che non una stretta di mano: << Sappi che se cambierai idea e non vorrai più farla felice, vorrò spezzarti le gambe! >> Un sorriso evidentemente ironico sulla faccia anche se, con un'ombra che può tranquillamente far intendere che si sta scherzando, ma forse non del tutto. [Salotto] In solitaria con l'uomo in quella cucina dopo aver sistemato il dolce nel frigorifero pone l'intera attenzione sul Kokketsu. Proferisce determinate parole, consapevole di non poter piacere a un padre di famiglia eppure la risposta ricevuta suona in modo strano prendendolo contropiede, in maniera del tutto improvvisa. Lato destro delle labbra ad ampliare leggermente la forma e portata, un mesto sorriso viene creato sul volto del bianco <Perchè mai? Non posso dire che mi piaci così come non posso dire che non mi piaci ma sei suo padre, perciò desidero che tutto vada bene> entrare in conflitto con un genitore rovina ogni cosa. Si, possono superare anche tale ostacolo ma il rapporto risulterebbe incrinato in egual modo; per tutta la serata ha cercato di evitare una simile situazione preferendo votarsi alla simpatia, in un certo senso <Non mi sono offeso, ti ho risposto ed è comprensibile> e poi quel ringraziamento da parte dell'altro ricalcando nuovamente quella presa in giro dell'ultima volta. La ricorda seppur non la consideri in tal modo quanto una maniera cordiale per evitare di farsi mettere i piedi in testa da un perfetto sconosciuto <Beh, cosa avrei dovuto dire? Oramai è venuto tutto a galla, non avrebbe senso nascondere l'ovvio> una relazione nata sotto gli occhi di entrambi i genitori praticamente e nascondere l'ovvietà risulta un crimine, un insulto all'intelligenza di entrambi loro. Umettate le labbra con moto veloce della lingua, impercettibile mentre lascia disquisire l'altro. Non pone alcun commento limitando se stesso ad un semplice annuire verso l'altro udendo quanto viene proferito, ponendo in lui la massima attenzione cercando di comprendere il fulcro di quel discorso appena intavolato. Denota come tali parole provengano da una figura genitoriale, tremendamente facili ma ugualmente difficili da carpire <C'è un motivo se non sono impulsivo> sofferma su una questione tanto delicata <Lei per me è la prima, è un mondo tutto nuovo quello che sto vivendo e non so come muovermi> breve la spiegazione, ovvio come il riferimento a prima sia dovuto alla relazione più che alla ragazza <So che è felice, glielo leggo negli occhi e da tanti altri piccoli dettagli> non li espone ma li ha notati tutti quanti, uno dopo l'altro da quando si conoscono, o meglio, dal momento in cui tal sentimento è emerso in lui. Silenzio nuovamente nell'ascoltare quella lezione dall'altro avanzata; capisce pur non trovandosi pianamente d'accordo con l'uomo, dopotutto, è impossibile essere d'accordo con qualcuno di opposti a se <Non voglio prevedere ma prevenire. Voglio proteggerla e lo farò. Forse non impedirò il suo pianto ma impedirò che soffra a causa di altri> esclude se stesso le cui intenzioni son ben lontane dal volerle provocare sofferenza <Ma le starò accanto, questo non ci piove> e quel gesto finale. Un pugno dai tratti giovanili capace di ampliare il sorriso sul viso dell'albino, pregno di divertimento mentre la destrorsa è innalzata, pugno chiuso andando ad impattare lievemente contro l'altrui <Certo certo, intanto io sto ancora aspettando le lacrime per il lutto. Inizia a dirle addio, su> mancina sollevata nel tentativo di dargli una leggera pacca sulla spalla lasciando quella cucina, tornando in salotto ora che il pranzo è finito e l'ora di andare giunta. [Casa di Kan - Salotto] Scoppia a ridere quando il ragazzino gli dice che non avrebbe avuto senso nascondere l'ovvio: << Beh nascondere una relazione sicuramente no. Forse nascondere chi sei avresti potuto farlo no? Ma in effetti credo che un comportamento del genere a Shizu non sarebbe piaciuto. >> Più che quello lo avrebbe probabilmente distrutto sul nascere, facendogli fare la figura del pesce lesso. Poi il discorso continua con quella confessione che si fa largo riguardo al fatto che a conti fatti per lui, quella bimba dai capelli rossi sia la prima a invadergli il cuore in quel modo. Il biondo fa spallucce, come se fosse una spiegazione di poco conto: << Beh anche per me Yuki è stata la prima e unica. Semplicemente io le ho fatto vedere quello che sono, senza arrovelarmici troppo, sarò fortunata ma mi è andata bene >> Gli sorride in maniera decisamente spontanea lasciando che esprima il suo pensiero, lo comprende ma purtroppo a volte ci sono cose che non si possono prevenire. << Spero vivamente tu riesca a prevenire tutto. Te lo auguro di cuore. >> Non dice altro, non vuole di nuovo tirare in ballo il fatto che loro non hanno potuto effettivamente prevenire quella guerra che si sono ritrovati a combattere, non è proprio il caso di fare i vecchi lagnosi. Anzi tira fuori quel pugno, sembrando forse più giovane di quanto non sia e suscitando un ampliamento del sorriso sul volto del bianco oltre a quella battuta. La risposta arriva proprio mentre il ragazzino gli rifila quella pacca sulla spalla: << Tu non hai idea di quanto lei ami il suo papà! Non se ne andrà mai troppo lontano da me! >> Il tono è ironico, non gli impedisce di tornare in salotto dove in relatà rientrerebbero proprio in quel momento le due rosse, entrambe vestite di nero, con quei capelli acconciati in maniera speculare. Il Kokketsu esce dalla cucina, gli passerebbe un braccio attorno alle spalle avvicinandosi e sussurrandogli: << Belle sono belle tutte e due eh, ma io preferisco quelle più alte! >> E ricambiando quella pacca sulla spalla si allontanerebbe affiancando direttamente la moglie e rifilandole un bacio su una guancia, con relativo stupore della consorte. Sono gli occhi blu dell'altra che sono fissi sul Sumi, come a capire se andasse tutto bene, cercare di interpretarne il viso per cogliere eventuali angosce e problemi dopo quella discussione con il padre. << Se poi quando la accompagni indietro vuoi fermarti a salutare non farti problemi Kan e grazie ancora per l'ospitalità. >> E' Riuky a lasciar sfuggire quelle parole mentre con una mano accarezza la testa della figlia sorridendole amabilmente: << Non fare tardi mi raccomando che dobbiamo sistemare quella cosa intesi? >> Il testino verrebbe mosso su e giù come ad annuire anche se nulla viene detto dalla piccoletta. E' Yuki a prendere brevemente parola osservando il bianco: << Grazie ancora Kan. Conosciamo la strada non serve che ci accompagni >> Un occhiolino in di lui direzione prima che effettivamente i due genitori si allontanino lungo il corridoio, a meno che non fosse lui a fermare i loro passi. Reindossando i propri calzari proseguirebbero chiudendo la porta d'ingresso lasciando i due finalmente da soli. Chinato il capo nell'udire quelle parole da parte dell'uomo <Perchè? Per ricreare l'ideale di ogni padre? No, non fa per me. Posso comportarmi bene ma non fingere di essere qualcun altro> una sottile quanto importante differenza tra le due cose, egli non mente su questo, al contrario, cerca di esprimere se stesso in ogni singolo momento della propria esistenza mostrando ogni sfumatura del carattere liberatorio in proprio possesso, almeno in parte. Lo ha capito da se, per poter avere una minima chance con l'altor necessita sincerità seppur abbia impiegato più tempo del previsto ad ingranare in quella conversazione trovando nell'altro qualcuno di simpatico con cui chiacchierare <Con Shizuka è stato lo stesso. Ci ho messo un po' per mostrarmi ma, alla fine, lei ce l'ha fatta ed è proprio per questo che non desidero altro. Se le cose stan così, puoi capirmi> parlare di argomenti tanto delicati con un padre risulta strano, in fondo, entrambi i consorti lo sono, genitori al di fuori della normale concezione. Arti superiori innalzati, allargati portandoli all'esterno mostrando l'interezza del proprio corpo <Sono riuscito a stare al suo fianco quando ancora mi vedeva come un semplice amico, soffrendo ogni giorno come solo i Kami sanno...> deglutisce <...direi che posso anche prevenire qualcosa> ridacchia divertito al ripensare di quanto effettivamente sia stato male per colpa di una situazione spinosa in cui lui stesso si è cacciato. Nulla viene chiesto in cambio, solo il poterla consolare nonostante quel sentimento in continua crescita nel corpo del Sumi. Un periodo difficile conclusosi nel migliore dei modi per sua fortuna praticamente, evitando il peggio, il vederla fuggire tra le braccia dell'otino. Dona all'altro una semplice pacca sulla spalla infilando il coltello in una piaga ancora aperta, il dirle addio, in quando, adesso, è presente lo stesso bianco <Tu non hai idea di quanto io ami lei, forse neanche lei se ne rende pienamente conto> un dubbio esistente ancor adesso e solo il tempo l'avrebbe dissipato. Tornando in salotto notandone le due in piedi, una al fianco dell'altra, entrambe rosse di diversa altezza ricevendo non solo una pacca bensì un braccio intorno alla propria spalla <Dici? Non me ne volere ma una delle due è più bella dell'altra> sopracciglio destro innalzato, dorate scivolano sulla genin facendole un semplice occhiolino di consolazione, tutto è andato bene, tutto quanto va bene, nulle sono le preoccupazioni. Il tutto giunge al termine con Riuky intento ad allontanarsi per ritrovare la propria consorte <E' stato un piacere, non serve ringraziare> passo dopo passo si avvicina al trio lasciando che marito e moglie se ne vadano con semplice cenno del capo. Vicino Shizuka attende silente il chiudersi della porta lasciandoli finalmente da soli dopo tanto tempo. Sospiro immenso, rilascia ossigeno, pesantezza, tensione <E' andata bene> commenta con le iridi ancora una volta su ella rendendo nulle le distanze <Ti amo> labbra adagiate sulle altrui piegando in avanti il busto per donarle quel bacio in maniera diretta, spingendo il viso. Labbra contro labbra assaporandole, prendendo ciò che è suo seppur, almeno per oggi, per poco tempo. [END]