Giocata del 24/09/2021 dalle 21:44 alle 23:44 nella chat "Mercato dell'Acqua"
Una semplice bancarella all’esterno, una di quelle che si vedono spesso. Esposti pezzi di armatura, vambracci, protezione gambe, petto o anche pezzi unici, in pratica ne ha esposte un po’ per tutti i gusti. La folla vista l’ora si sta diradando e all’ora omaccione con l’abbondante pancione e il grembiulone bianco se ne sta, traballante, all’interno del suo locale intento ad allestirlo per la chiusura. Infatti sugli scaffali vengono ammassati ed appesi quei pezzi di artigianato, una fila centrale è giù stata creata e un po’ tutto sembra messo alla rinfusa, almeno al primo sguardo. Chiunque decide di osservare il lavoro di quell’uomo di mezza età, alto quasi due metri e almeno la metà, dai lunghi piedoni i radi capelli neri in testa, caratterizzati da un’ampia piazza con tanto di bar che offrono aperitivi invisibile ai più, graziato almeno dall’altezza. Insomma si diceva: chiunque distolga lo sguardo da lui e si fissi più che altro sui movimenti ed il luogo che arrancante raggiunge potrà comprendere come tutto abbia in realtà un suo posto preciso, ordine in quello che altrimenti sarebbe stato considerato caos. Si muove lento data la sua mole e la sua stazza, talmente tanto grosso e panzone da far dubitare che si tratti davvero di un fabbro, i muscoli nascosti sotto a troppi strati, sembra la tipica persona che ci rimetterà la vita al prossimo salume ingurgitato, eppure per quanto stanco l’uomo pare appagato e felice. Nulla nobilita come il lavoro onesto da fabbro! Sorride mentre pulisce da una ditata un’armatura in cuoio lucido, usa il grembiule sporco. Il resto della bottega è poco illuminata, la maggior parte della luce arriva dal retro, lì dove c’è il laboratorio e dove andrà presto a rinchiudersi. Delle voci arrivano dall’esterno, una lite sembrerebbe seguito da un mormorio generale, nulla di troppo interessante ma abbastanza da farlo fermare con uno sguardo perplesso al centro della sua bottega, gli occhietti scuri rivolti verso l’esterno pur non potendo arrivare ad inquadrare le figura di Nobu, Saigo e Shin [ambient chiuso: Nobu]
Aveva lasciato Saigo litigare con Shin, i due gatti farsi i dispetti da soli, non tanto perchè Shin sembrasse poco pericoloso, se non fosse per quel vestiario da biker che.. degustibus... ma più che altro perchè la compagna e conquilina sembrava divertita da quel teatrino che aveva tirato su e infondo... chi era lui per rovinarle la festa? Si erano incontrati per caso ma il motivo per la quale era venuto fino a quel buco di deretano del mercato dell'acqua rimaneva comunque ancora lì pronto da esaudire. Se c'è una cosa per la quale quel posto è famoso sono le varie botteghe dell'artigianato. Pensava di sfruttare la connessione che si era creata tra lui e Fuji per poter almeno guardare il lavoro e chissà, magari piazzare un ordine. Peccato però che quella fucina, in tutti imesi che ha vissuto lì, di fianco a quella porta, non l'ha mai vista aperta. Magari faceva orari particolari che non combaciavano con i suoi impegni da Shinsengumi, chi lo sa, sta di fatto che comunque, anche a giudicare dalle reazioni di Saigo, di Fuji non se ne è saputo nulla, così come di Nene. Non ci pensa più a loro due, perchè farsi del male e appunto oggi è qui, dato che il fabbro che conosceva ha perso ogni possibile valore ai suoi occhi, giacchè è lui stesso ormai a monitorare i suoi genitori che vivono così vicino. <Permesso...> dice quasi in maniera soffusa cominciando a girovagare per quella bottega. Chiude gli occhi per un attimo, inspira e si gode quel profumo di polvere metallica, di cenere, di ferro. Odore e profumo di lavoro onesto e sudore quasi. Riapre le iridi di ghiaccio e si sposta con le gambe esattamente nella stessa posizione di dove si sposta con lo sguardo, su quelle armature di cuoio e quelle più pesanti, cominciando a osservarne la fattura.Lui sta fissando proprio l’ingresso con quella faccia perplessa e non troppo furba, insomma chiaramente sta pensando ai fattacci suoi e si è per un attimo estraniato dal mondo intero, seguito da quel brusio a cui sta dando un minimo di attenzione e che l’ha portato quindi a perdersi. Scuote il doppio mento con abbastanza vigore per poi cercare la figura del ragazzo appena entrato. Sbatte le palpebre con lentezza lasciando che gli occhi smettano di apparire vitrei. Sorride quindi a quel cliente e apre le braccia ad accoglierlo, braccia a metà tra il flaccido ed il muscoloso, qualcosa di strano ma decisamente compatibile con quella panciona e l’età, dimostra circa quarant’anni <oh prego prego, guarda pure> e fa un piccolo passo indietro. Lo osserva poi restando con le braccia lungo il busto. Attende qualche istante prima di riprendere il suo precedente lavoro. Semplicemente i passi si dirigerebbero verso l’esterno della bancare4lla per poi tra il rumore ed il clangore di armi e armature tornare dentro e sistemare tutto secondo la sua precisa logica <sono in chiusura ma se hai qualche richiesta fai pure> insomma non vuole cacciarlo, non si sputa mai sui soldi e sulle vendite, per quanto significhi che magari il cibo a casa si farà freddo, magari la moglie si arrabbierà e cose simili. Insomma i soldi so soldi. Lo tiene d’occhio comunque Nobu, tra un movimento e l’altro, guardandolo a volte direttamente a volte con la coda dell’occhio. Non si sa mai
Allunga la mano destra a sentire con i polpastrelli la consistenza del cuoio di quelle armature. Sembra quasi perso, assorto nei suoi pensieri, perdendosi pure la prima frase del fabbro o del mastro bottegaio (?), non l'ha guardato bene per discernere se è lui l'artigiano che ha dato vita a quelle creazioni o meno. Non se ne intende di armi in tutta onestà, lui che fa uso di arti marziali come potrebbe infondo? Eppure hanno un fascino particolare, forse tornando sempre a quel pericolo di morte che aleggia intorno a loro e a quella ricerca quasi spasmodica di un inevitabile fine proprio per sentirsi vivo, chi può dirlo! Scuote il capo non del tutto convinto e solo allora si guarda intorno di nuovo, notando meglio il panzuto bottegaio e sente meglio quelle parole. < Ah si, sto cercando un qualcosa di flessibile come un armatura di cuoio ma più resistente in tutta onestà. Sono pure disposto a piazzare un ordine su commissione se dovessere essere necessario. > si gira a guardarlo, incrociando le braccia al petto. I soldi non sono un problema, i Ryo li percepisce e anche bene all'interno della Shinsengumi. Non sa se il fabbro lo ha visto in tv o lo riconosce, di sicuro non dai vestiti dato che è in versione estiva considerando il luogo e da dove arriva. È visibile tuttavia, grazie a quel vestiario, proprio quel corpo snello e tonico, non esattamente palestrato o cisellato. < Pensavo a qualcosa tipo fibre quindi altamente resistente e che può essere nascosto sotto i propri indumenti, specialmente sotto la divisa quando sono in missione. > alza le spallucce, cercando di dare più informazioni possibili al fabbro per farsi capire, non sa infondo cosa sia possibile o meno non essendo lui stesso di quel mestiere !Ascolta le parole del ragazzo ed annuisce. Pensa e nella sua mente è come se consultasse il suo inventario, ricordando a memoria oggi pezzo prodotto con il sudore della sua fronte ma soprattutto ogni singolo pezzo venduto e di conseguenza sa quali sono rimasti. Si muove ora decisamente più rapido di prima, tornano a nuova vita quasi <ho quello che fa per te> ed eccolo frugare proprio accanto a dove stava guardando il ragazzo, scostando un pio di armature in cuoio leggere per poi lasciar apparire quella splendente suit rinforzata di colore nera. Placche in metallo leggero nascoste da una copertura di cuoio opaco, finemente lavorata ma non per resa estremamente abbellita. Non c’è alcun dettaglio che non sia assolutamente necessario al buon funzionamento, è bella proprio perché appare semplice ma vigorosa. La solleva staccandola da quell’appendino e la porge a Nobu. Lui usa una mano sola, la destra ma è chiaro che sarebbe meglio maneggiarla con cautela e con entrambe le braccia. Attende solo che la prenda <cuoio rinforzato con una sottile placca di metallo,, divise per quadrante del busto così da permettere massima flessibilità e protezione> spiega tutto felice, scendendo nei de4ttagli di quella sua opera <sottile ma resistente, non si nota nemmeno quando indossata è perfetto per i combattenti agili e dinamici, che ne pensi?> sorride ancora. Il fiuto per gli affari comunque a lui non manca <che ne dici facciamo milleduecento ryo?> espressione affilata sul suo volto <dai solo per te posso scendere da mille mi piaci ragazzo> e quasi si sfrega le mani, si trattiene appena. Altro che cena fredda e moglie arrabbiata, con quei soldi otterrà una notte bollente e si spera non una nuova bocca da sfamare
Lo lascia fare, è la sua bottega e lui sa meglio di tutti dove mettere le mani e dove ha imboscato le sue creazioni. Fa un passo in disparte e, dopo che ha spostato malamente quelle armature di cuoio la vede apparrire. Rimane un attimo sbigottito da come la prenda eppure più parla e più si convince che è quello di cui aveva bisogno. Nera come lui, come i dettagli della sua pelle, dei suoi capelli, dei vestiti che porta di quella corporazione. Non deve neanche portarla a tingere! Allunga entrambe le mani e la afferra. È pesante, il metallo delle placce si sente eppure si piega come se fosse un cappotto, non essendo sottile come una maglietta ovviamente. Ascolta il prezzo e le descrizioni mentre la stende e se la appoggia addosso, come quando vuoi provare un vestito senza dover andare per forza in camerino e, onestamente, si vede bene con quella addosso, più o meno della dimensione giusta pure, forse un pò stretta sul cavallo e larga di spalle, non essendo particolarmente pompato, anzi. <Si, direi che ci siamo e che può rispondere alle mie esigienze! Per eventuali modifiche? Sei in chiusura mi sembra, riusciamo a prendere le misure e poi me la spedisci?> gli chiede curioso e anche abbastanza trepidante di chiudere quella compravendita, contento anche di aver ottenuto uno sconto. Il presso è salato, senza che ci giriao attorno, è praticamente uno stipendio intero ma la vita e lla sua protezione meritano quei soldi! Lascia la suit al bottegaio e, con le mani libere, ecco che la sinistra si infila nella tasca posteriore del pantalone a tirare fuori il portafoglio. Aprte la parte dove porta le banconote, e tira fuori tutto quanto. Comincia a contarle ad alta voce sotto il suo sguardo e, una volta arrivato a mille, gli porge quella mazzetta mentre i restanti 170 ryo li ripone nel portafoglio e poi in tasca. < A te! >Poggia per il momento quell’armatura lasciandola di lato, su uno scaffale piegandola appena, quel che serve per dimostrare, tra l’altro, che effettivamente l’armatura è davvero molto flessibile. Annuisce quindi a queste richieste e alle sue parole <apri gambe e braccia, mi annoto le misure> e dal quel grembiule andrebbe ad estrarre proprio un metro ed un piccolo blocco appunti dove si segna tutto ciò che serve per le modifiche. Si muove stranamente agile in quel frangente e con mani esperte si annota tutto ciò che gli serva <dove te lo faccio consegnare?> domanderebbe avvicinandosi al bancone per poi andare a poggiare quel blocco proprio su quel mobile di legno, un legno grezzo e massello che ne ha viste tante in questi anni. Allunga a questo punto quasi famelico la mano verso quelle banconote, contento di ciò che porta a casa oggi e di quell’ottimo affare. In realtà non ha fatto sconti, lo ha solo fatto credere. Mattacchione di un fabbro! Attenderebbe la risposta di Nobu comunque per appuntarsi anche l’indirizzo ed aggiungere <entro la settimana te la farò recapitare>. Ed è qui che il fato si dilegua, lasciando a Nobu l’uscita e invece l’uomo ai suoi lavori di chiusura. Probabilmente si tratterà ancora qualche momento per iniziare ad impostare i lavori sull’armatura che riprenderà il giorno successivo [end]
Ascolta, annuisce e fa esattamente come richiesto, lasciando che sia l'uomo panzuto a prendere quelle misure con il metro segnandosi tutto quant, sostanzialmente i centimetri di un giovane adulto alto, snesso e per niente spesso! La seguente procedura richiede un pò di tempo e molto pazientemente lascia che il fabbro finisca quello che fa parte sostanzialmente del suo lavoro! Si ricompone appena ha finito e non appena non ha più quei soldi, sentendosi quasi povero a conti fatti dopo aver speso una fucilata di Ryo, sperando che ne valga la pena. < Lo fai consegnare all'oasi di Suna al grattacielo X. Citofono Manami > Già, non ha ancora messo il suo cognome al citofono nonostante ormai viva lì con Saigo. Si congeda da quel fabbro spostando i passi sull'uscio < Ah... non per metterti pressioni, ma sei te quello con la bottega che ha ricevuto un ordine di acquisto da un membro della Shinsengumi > letto tra le righe 'Se mi provi a fregare, ti rovino'. Fa un sorriso, falso come sempre e sventola appena la mano destra in direzione del bottegaio per poi allontanarsi. Tempo neanche di fare un paio di passi che si può accorgere come quel casino stia ancora capitalizzando l'attenzione di quel mercato con al centro, ovviamente, quei due gatti che si stavano ancora azzuffando. Vede quello scocco di dita sulla fronte di Saigo e forse è il caso di intervenire. Si riavvicina dunque ai due e, con qualche parola sibillina, sopratutto per giudicare il pessimo gusto estetico del rosso, cercherebbe di separare i due e portare Saigo via, porgendole anche la mano. Il resto? L'avete già letto [End]