Missione D - Opera di Beneficenza

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Missione di Livello D

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19:31 Shin:
 Serata fresca, dall’aria frizzante, tipica della stagione autunnale in cui si è appena entrati. Il sole ed i suoi raggi luminosi ormai sono solo un ricordo sbiadito della giornata. L’astro diurno ha, di fatto, abdicato in favore della sorella luna, la quale si staglia alta nel cielo, oscurata di tanto in tanto da qualche banco di nuvole passeggero. < Ci mancava questa rottura di palle… > Il rosso Goryo avanza tra le arterie stradali di Kagegakure, precisamente nel quartiere dello spettacolo, zona in cui è possibile incrociare il proprio passo con attori e giornalisti in cerca di fortuna, di un contratto che possa fargli svoltare la vita. Cammina tra le luci artificiali del posto, quest’ultime accese per contrastare la rapida venuta della notte e delle ombre, spostando lo sguardo scuro come la pece a destra e a manca, alla ricerca del punto esatto dove congiungersi insieme agli altri ninja. Lui ed altri due sfortunati genin sono stati scelti per dare aiuto all’allestimento di un palco in cui avverrà l’opera di beneficenza organizzata da un riccone del luogo. Si lascia scivolare dietro di sé le varie bancarelle ed i chioschi di vario genere che incontra lungo i lati della via, prima di adocchiare del movimento poco più avanti, più precisamente ad est. Ciò che gli balza all’attenzione è un piccolo cantiere, contenuto nelle dimensioni, situato in una delle piazze del quartiere. Qui, si potrà notare come degli operai stiano allestendo tutto il necessario per far si che l’evento si svolga in tutta sicurezza. Un rialzo in acciaio alto circa 30cm, formato da più travi unite tra di loro a formare un quadrato di 10mt per 10mt, è la prima cosa di cui tener conto. Accanto a questa struttura su cui verranno battuti gli oggetti all’asta o semplicemente portati gli oggetti da donare, ci sono molte cose che devono ancora trovare la loro sistemazione. Dalle tende, allo striscione su cui è riportato il nome dell’opera. < Uff… > Sbuffa sonoramente, raggiungendo dopo pochi istanti il punto di lavoro. Si presenta come una figura slanciata, alta poco più di 180cm, con una corporatura definita e non troppo muscolosa. Folta capigliatura rossa lasciata alla mercé del vento, la quale tramite alcune ciocche ribelli, scivola fin sopra l’occhio destro del Goryo, incorniciando quell’incarnato albino tra i capelli color fuoco. Abbigliamento total black così composto: giubbetto di pelle a mezze maniche, dove sotto spicca una maglietta anonima completamente nera, tagliuzzata in più parti che lasciano intravedere l’addome scolpito e i pettorali del genin. Alle mani e sulle braccia vi sono una serie di accessori non indifferenti: dai guanti che proteggono il dorso con delle placche in acciaio lasciando in bella vista le dita; a dei bracciali che fasciano completamente entrambi gli avambracci, accostati ad altri in argento. Ai piedi i classici anfibi in cui s’infilano i pantaloni anch’essi dalle tonalità scure, la cui particolarità è la presenza di ben tre cinture che li tengono assicurati alla vita. < Sarò il primo o l’ultimo? > Si domanda solo per mera curiosità, Qualora fosse l’ultimo del trio ad essersi unito alla missione, se ne sbatterebbe altamente, senza farsi troppi problemi. [Chakra OFF]

19:50 Tenjiro:
 La nana gialla ha ormai abbandonato i cieli di Kagegakure da un po' di tempo, ma l'entrata in scena della Luna è stata brutalmente ostacolata dalla presenza di un banco di nubi decisamente poco rassicurante. Vasto è il manto grigio che sovrasta la capitale del mondo Ninja, minacciando di riversare il proprio rancore sugli shinobi sotto forma di pioggia. Non il migliore dei preamboli per un'evento di beneficenza che pare debba tenersi all'aperto, e per il quale è stato disposto l'intervento di alcuni ninja di infima caratura, così che la realizzazione della scenografia possa essere realizzata nel minor tempo possibile. Come al solito, a questi lavoretti di poco conto non può mancare Tenjiro. Pare divertirsi nel dare una mano qua e la, specialmente quando queste piccole tasks lo portano a sfiorare mondi come quello dello spettacolo. L'uomo che avanza tra le viuzze del quartiere dello spettacolo, invero, è molto eccentrico nel modo di presentarsi. Stona particolarmente in confronto con lo stile del circondario, tanto da non poter passare facilmente inosservato. Si presenta come un uomo sulla quarantina: il tempo sembra esser stato abbastanza clemente con lui, visto che diversamente da quanto l'aspetto suggerirebbe, porta sulle spalle una decina di anni in più. Indossa un cappello di paglia perennemente sul capo, anche ora che il sole è andato via e non c'è realmente bisogno di proteggersi da qualcosa. Eppure non è la cosa più strana che è possibile notare su di lui. Il viso è segnato da una profonda cicatrice sull'occhio destro, opportunamente celata da una benda nera estremamente invadente e che non attira meno l'attenzione. L'altro occhio, perlaceo, gli permette di continuare ad osservare il mondo, oltre che farsi testimone dell'appartenenza genetica ad uno dei clan nobili di Konoha. Indossa anche un kimono largo e nero, aperto ad altezza del petto. Questo è sovrastato da un Haori ancora più largo, bianco e riportante il simbolo del casato Hyuga. Sopra di esso, proprio a celar questo dettaglio, v'è un ulteriore strato di tessuto: un giaccone rosa con un motivo a fiori, estremamente appariscente, semplicemente poggiato sulle spalle e non realmente inforcato. Non porta armi con se. Neanche un piccolo kunai. Estremo difensore dei concetti di pace e serenità, non accetterebbe mai di andare in giro bardato con ciò che rappresenta proprio la corruzione di quei concetti. Parliamo dello stesso uomo che, una volta scoperto l'elemento base del suo Chakra e di essere particolarmente incline all'utilizzo dell'arte del fuoco, si è rifiutato categoricamente di farne uso, per via di ciò che il fuoco rappresenta: distruzione e incontrollabilità. <Mh...> Mugugna, mentre le leve inferiori si alternano con calma nel mero intento di condurlo verso il piccolo cantierino. L'occhio buono si posa su quello che dovrebbe essere il suo obiettivo, mentre le labbra si schiudono ancora per dar concretezza a pensieri che nessuno ascolterà. <Speriamo non piova... altrimenti sarà tutta fatica sprecata.> La mano destra regge il Kasa, mentre la figura di Shin si fa sempre più vicina. E' a lui che sono rivolte le prossime parole di Tenjiro. <Ohi!> Solleva la mano destra in segno di saluto, ovviamente senza sbraitare troppo. La distanza non è eccessiva. <E' qui che deve tenersi l'evento per beneficenza, si?> Domanda, facendo saettare l'occhio qua e la. Shin avrà innanzi a se una delle figure più placide e tranquille di tutta Kagegakure. La sua stessa presenza, la postura e l'espressione facciale, danno la percezione di un uomo in possesso del segreto del Nirvana(?). Peccato che sia così distante dalla realtà...

19:57 Shinsei:
 Graffiano il terreno gli anfibi neri, evidenziando i suoi dei passi che conducono il biondo verso la sua meta. In essi si immergono jeans neri, lisi e strappati qui e la, avvolgenti intorno alle gambe allenate. Una canotta nera a coprire il torso, lasciando libere le spalle stondate e le braccia. a decorare il viso affilato, i draghi d’inchiostro che dipinti sui lati del cranio liscio, lasciati liberi dai capelli raccolti in una lunga coda. Lo sguardo austero, noncurante, vaga pigro per quel contesto nuovo. Siamo qui per la prima missione, insomma. Perché ha scelto di unirsi? Per capire qual è il vero ruolo dei ninja in quella città. Bell’obbiettivo. Si, ma c’è una nota di interesse in più. Conosce uno dei suoi compagni di missione. Un’abitante del distretto di Konoha con il quale ha avuto una bella chiacchierata al chiaro di luna. Servirà comunque, quell’energia, quindi tanto vale cercarla subito. Non ci metterebbe molto, dunque, ad immettersi in quello slargo caratterizzato da quel piccolo cantiere. Quel piccolo palco, operai vari. Chepp…divertente. Non esiterebbe ad indirizzare verso quel posto la camminata. Probabilmente con in testa la stessa domanda del rosso. Sarà il primo, l’ultimo? La risposta giunge presto, a dirla tutta. Lo sguardo nero si poggia proprio sull’unica figura che conosce, e che a quanto pare è appena arrivato. Accelera leggermente il passo, fino ad arrivare in prossimità proprio del konohano <Buonasera, Tenjiro> Stranamente educato. <è un piacere ritrovarti> sempre rivolto allo Hyuga, andando a cercarsi, con le nere iridi, il suo sguardo manchevole, per poi spostarlo sul rosso, passarlo in rassegna da testa a piedi, ma non solo lui, è pieno di operai, loro sono solo quelli più distanti. Probabilmente sarebbe arrivato giusto in tempo per sentire quella domanda, alla quale risponderebbe con un lapidario <così pare.> Tenterebbe quindi, di continuare l’incedere verso il cantiere, verso gli operai. Ci sarà pur qualcuno che sappia dir loro cosa fare. Non proprio radioso in viso. Non gli piace poi tanto fare il manovale, ma staremo a vedere.

20:22 Shin:
 Raggiunge più o meno il centro nevralgico di quel cantiere dalle dimensioni circoscritte, lasciando che i pochi operai presenti gli sfilino di lato, tutti intenti ed indaffarati a portare a termine il loro compito. Tuttavia c’è qualcosa che gli fa aggrottare la fronte: la fretta con la quale tali individui si muovono. Decide di non soffermarsi troppo su questo dettaglio, virando il proprio sguardo su colui che, sia dal vestiario distinto ed elegante, sia dai modi con i quali si rivolge agli addetti ai lavori, sembra essere l’uomo facoltoso che ha deciso di dare vita a tale evento. Inspira ed espira, ricercando le forze utili e necessarie ad affrontare tale missione dove, almeno secondo lui, la noia la farà da padrone. < Oh… > Sfilando con lentezza la mano destra dalla rispettiva tasca dei pantaloni, alzando il braccio verso il cielo semi-oscurato dalle nuvole nel tentativo di richiamare l’attenzione del riccone. Tono di voce quieto, affranto quasi, facendo trasparire la vivacità con la quale il Goryo è prossimo ad affrontare la missione. < Shin Goryo. Uno dei tre ninja che avete assoldato per… > Allarga le braccia, così da inglobare in quello spazio immaginario il cantiere in cui si trovano. < …l’opera di beneficenza. > Nella testa gli sfilano altre parole poco carine per descrivere quanto lo circonda. Tuttavia tiene a freno la lingua, senza mostrarsi nell’immediato per quello che è: un maledetto stronzo senza filtri tra cervello e bocca. < Sono qui… > Lascia ricadere a peso morto entrambi gli arti superiori, sbattendoli contro i rispettivi lati del corpo in un rumoroso [STA-TAMP!] < Uh? > Inarca il sopracciglio destro nel sentire la voce di Tenjiro farsi largo nell’aria e raggiungere il suo apparato uditivo. Si volta appena in sua direzione, inquadrandolo nel proprio raggio visivo insieme a Shinsei. Non ha mai visto entrambi. Non li conosce, ma nel sentire la prima domanda posta dall’uomo più attempato dei due, dovrebbero essere i rinforzi per portare a termine il lavoro. < Si. > Annuisce con un semplice quanto veloce cenno del capo, smuovendo parte delle ciocche ricadutegli davanti a quei tratti somatici ingannevolmente bonari. < ….. > Non appena la squadra di ninja si palesa sul luogo, ecco che gli operai iniziano a fare un fuggi fuggi generale. Praticamente in men che non si dica rimangono solo loro e l’uomo facoltoso. < Tsk! > Gli angoli delle labbra si distendono verso l’esterno e, successivamente, s’arcuano verso l’alto abbozzando un ghigno divertito. < Paga gli operai fino ad una certa ora e poi, per risparmiare, ha ingaggiato dei ninja… > Di bassa risma, ma sempre degli individui abili a maneggiare kunai e dar vita a tecniche speciali. < Diteci cosa dobbiamo fare e vediamo di portare a termine l’incarico. > Rapido ed indolore. Così deve essere il tutto. Intanto, qualora Tenjiro e Shinsei lo affiancassero, entrambi potranno notare dei dettagli del Goryo che prima, vista la distanza e il calar dell’oscurità, erano difficili da cogliere. La zona laterale dei capelli è rasata con uno strano tema a 3 strisce orizzontali, ognuna ben equidistante dall’altra; un orecchino a forma di piuma ciondola dal lobo sinistro; al collo, indossa una collana il cui pendente è il simbolo di Suna, chiaro indizio che lo assegna a tale distretto. [Chakra OFF]

20:39 Tenjiro:
 L'occhio buono passa in rassegna Shin, salvo poi spostarsi immediatamente su Shinsei nel momento in cui questi fa la sua apparizione. <Shinsei-san.> Con tono vivace ripete il suo nome. E' palese che Tenjiro faccia particolare attenzione ai dettagli, e che la sua memoria funzioni molto bene a differenza della vista. La mano destra viene sollevata in sua direzione per un saluto bonario, salvo poi commentare involontariamente la sua presenza. <Non pensavo di rivederti in un contesto simile...> Ammette, portando la mano precedentemente sollevata dietro la nuca ed accarezzandola distrattamente. Effettivamente l'altro a primo impatto non gli è sembrato un tipo particolarmente incline alla beneficienza. Specialmente a Kagegakure. Ah... se solo sapesse che l'unico animo buono in quella piazza è il suo... E' davvero divertente come questa scena sia esempio della reale condizione del Villaggio delle Ombre. Favoloso in apparenza, ma marcio dentro e con ben poco da salvare. <Mh?> Mugugna interrogativo, mentre l'esponente di Suna si avvia verso il pomposo organizzatore dell'evento e inizia ad intavolare una discussione. Il tutto attira anche l'attenzione del vecchio Hyuga, che da rappresentante della buona educazione e del piacevole interagir, si avvicinerà all'obiettivo con entrambe le mani congiunte ad altezza del petto. Non in segno di preghiera, ovviamente... le due mani si orientano su due assi perpendicolari tra loro, prima che le dita possano ripiegarsi sul dorso della mano gemella e chiudere così la presa. E' la tipica posizione di chi sta per iniziare a parlare e vuole dare un minimo di contegno alla cosa. <Tenjiro Hyuga. E' un piacere poterle dare una mano, signor...> Ma non può ultimare la frase. Il nome dell'organizzatore gli sfugge. <Yare, yare...> Borbotta con disappunto, mentre gli altri operai iniziano a lavarsene le mani e prendere la via di casa. Tenjiro socchiude le palpebre dell'occhio buono e tira un profondo sospiro, salvo poi commentare. <Immagino che la serata che ci si prospetta, sarà abbastanza lunga.> Sono rimasti solo in tre, pare, e il senso del dovere da Shinobi giocherà un effetto schiacciante e controproducente, in questo contesto. <Ad ogni modo...> tornando a loro e al da farsi. <Di cosa ha bisogno esattamente?> L'occhio perlaceo passa in rassegna l'opera incompleta, cercando di capire dove effettivamente sia necessario mettere mano e dove invece il lavoro sia già stato bene o male ultimato. <Se posso permettermi, in cosa consisterà esattamente l'evento?> E soprattutto beneficienza nei confronti di chi? Dall'alto del suo metro e ottantacinque, scruta il signorotto con intensità. Un'intensità pacata, ma penetrante. Quell'occhio perlaceo potrebbe mettere soggezione, persino. <E' sempre apprezzabile un po' di generosità gratuita.> Sempre ammesso che non si tratti di una truffa! Lascerà a Shinsei, poi, la possibilità di intervenire e dire la propria, prima di cimentarsi nella grande sfacchinata serale.

20:58 Shinsei:
  
Non manca, infine, la presentazione del terzo. Intuibile fosse lui, ma non essendo sicuro, ha preferito non esporsi. Non è certo il tizio più espansivo della città, il biondo. Per adesso, è Tenjiro ad avere la sua attenzioni, sguardo che lo cerca, anche di profilo, mentre si avviano. Finisce con l’affiancarlo. Leggermente più alto dello Hyuuga, mentre lo sguardo viene spostato in avanti, verso il piccolo, ancora operoso, cantiere. <Nemmeno io> Ammette rispondendo <Volevo farmi un’idea del ruolo dei ninja in questa città> ammette quasi candidamente, senza tuttavia mutare il tono di voce, che resta tutto sommato abbastanza piatto <e poi, bisognerà pur campare in qualche modo> insomma, tra curiosità e venialità, i motivo non mancano <E poi ci sono persone con cui si intrattengono conversazioni…> come definirla? <Stimolanti.> conclude. È poi Shin stesso a fare le presentazioni. Le nere corrono leste a quella figura, in un bagliore di rinnovata curiosità. Come se avesse attribuito all’altro uno statuto particolare, solo per aver scoperto che è il suo secondo compagno in questa missione. Noterebbe presto il pendaglio al collo, annuendo. Tenterebbe di intercettarne velocemente lo sguardo solo per regalargli un cenno d’assenso col capo. Per poi rivolgersi al cantiere, non si presenta subito in realtà, avendo modo di osservare, praticamente da spettatore a quel patetico fuggi fuggi generale <tsk> esattamente la stessa reazione del rosso. Del quale, tra l’altro, ascolta le parole stringendo la mascella e facendo danzare i draghi neri che decorano le tempie. <Quindi è così, valiamo meno degli operai?> è al rosso che si rivolge. Quasi un tentativo di meglio comprendere quel dire. Sarebbe tragicomico ricevere un assenso. Eppure sia lui che l’altro si presentano al signorotto. E così è costretto anche lui ad alzare il braccio portando la mano all’altezza della spalla, pigro <Shinsei> Si è il terzo, dai sono le tre grazie, non ci vuole troppo a capirlo. Non interviene ad aggiungere particolari argomenti alla conversazione. Si limiterebbe a rimanere un passo indietro, con lo sguardo nero, piantato sul signorotto, ad ascoltare le risposte. In fondo gli altri due hanno già chiesto tutto ciò che gli è venuto in mente. <Abbastanza lunga un corno> si limita rispondere a Tenjiro, non qualcosa contro la sua persona. Ma non ha intenzione di passare li più del minimo indispensabile, per questo i gomiti verrebbero piegati fino a portare gli avambracci paralleli al suolo l’uno contro l’altro. Le dita delle mani s’intrecciano nel sigillo della capra. Un lungo respiro viene tratto, dal biondo, necessario per trovare la concentrazione di cui ha bisogno per richiamare, al di là del velo della sua mente frantumata, l’energia psichica. Vibrante e instabile, la porterebbe al centro del plesso solare, per unirla con la gemella e opposta, l’energia fisica, fluida e costante. Unirebbe il suo Ying e il suo Yang per trovare qualcosa di più, il chakra, che verrebbe spinto nel suo sistema circolatorio, ricavandone quel brivido di piacere che tanto ama. Aspetterebbe quel momento per spostarsi verso i materiali. Per farlo oltrepassa le spalle sia di Tenjiro che di Shin, all’orecchio del quale spingerebbe un torvo < e se gli facessimo un buco sotto il fottuto tappeto rosso?> Perché non ha in simpatia quel buon filantropo che hanno davanti? Perché non ha in simpatia nessuno, in quella città. O quasi.[Tentativo di impasto del chakra]

21:37 Shin:
 Un leggero quanto piacevole alito di vento fresco s’insinua tra la sua folta capigliatura, scompigliandola in parte e smuovendo la piccola piuma in acciaio che gli pende dal lobo mancino. < ….. > Occhi scuri come la notte che restano fissi sul volto dell’uomo facoltoso, squadrandone senza discrezione alcuna tutta la figura. Atteggiamento poco rispettoso, ma che in realtà è solo di facciata. Di solito gerarchie e stati sociali son visti di buon occhio dal Goryo. < Mmm… > Increspa le labbra, inspirando profondamente nell’incamerare un gran quantitativo d’aria e, di conseguenza, allargare la cassa toracica. Sbuffa dalle narici in modo rumoroso, già stufo di tutto quel chiacchiericcio che non porta a nulla di concreto, mentre le braccia s’intersecano davanti al petto, assumendo una posizione più austera. A differenza di Tenjiro lui non è per la gentilezza e le cortesie di rito. No, decisamente no. < Sto col biondino… > Indica con un cenno del mento Shinsei, trovandosi in accordo con quest’ultimo riguardo alla non voglia di allungare i tempi di lavoro in quel cantiere. < Dunque…? > Incalza il ricco uomo con una vena di fastidio, attendendo disposizioni. Queste non tardano ad arrivare, tant’è che nell’esatto istante in cui tutti e tre i ninja si zittiscono, il riccone prende la parola. Annuisce con lenti ed impercettibili cenni della testa e al termine della spiegazione del tutto, le mani si uniscono davanti all’addome in un sonoro [CIAF!]. Uno schiaffo che sancisce l’inizio delle danze. < Avete sentito? > Domanda retorica rivolta all’indirizzo degli altri due compagni d’avventura. < Bisogna terminare la pavimentazione del palco… > Blocchi quadrati in legno 1mt per 1mt, attendono di essere poggiati e puntellati contro la struttura in acciaio che funge da piedistallo. < Erigere due colonne di tre metri al cui apice ci sarà il festone riportante il titolo dell’evento e, poco sotto, le tende rosse stile sipario che si apriranno e chiuderanno durante l’asta. > Infatti il benefattore ha messo in vendita alcuni dei suoi oggetti in modo tale da raggiungere un quantitativo di ryo più che sufficiente da devolvere in beneficenza. In più, gli altruisti potranno donare giocattoli, vestiti e oggetti di vario genere che verranno raccolti durante l’asta. < Come vogliamo dividerci? > Lo sguardo si alterna dagli occhi di Tenjiro a quelli di Shinsei, rimpallando come in una partita di tennis. < Io posso occuparmi del pavimento… > In tal caso si armerebbe di martello e chiodi, pronto a non far dormire i vari abitanti che alloggiano nelle case limitrofe alla piazza in cui avverrà l’evento. < Prima iniziamo questa rottura di palle, prima la finiamo. > Non si cura se tale affermazione può esser sentita dal loro “datore di lavoro” se così può esser definito. < Approvato? > Si sforza nel fare gioco di squadra, attendendo anche il parere degli altri due individui prima di agire. [Chakra OFF]

21:57 Tenjiro:
 Mugugna di rimando alla risposta di Shinsei. Se non altro è sincero. <Non che un ninja abbia necessariamente bisogno di essere -inquadrato-, amico mio.> Ammette, stringendosi nelle spalle quanto basta per lasciar intendere che la cosa gli scivoli abbondantemente addosso. <Non devono essere gli altri ad assegnarti un ruolo. Devi scegliere tu cosa fare della tua vita.> Una delle scontate pillole di saggezza dell'attempato Hyuga. <Io non sono qui perchè me lo ha prescritto il medico... Ne tanto meno perchè me lo ha ordinato l'Hokage.> E' lì unicamente perchè vuole esserci... e questa è una costante nel modus operandi dell'orbo buono. Se avesse dovuto ascoltare le imposizioni morali della società, non avrebbe potuto ritirarsi dalla vita ninja. Avrebbe dovuto combattere la guerra... e invece no. Niente di tutto questo. Tenjiro è la rappresentazione perfetta di chi ha deciso di essere padrone al cento per cento della propria vita. Cosa poi ne abbia fatto, è tutto un altro discorso... ma quanto meno è stato il risultato delle proprie scelte. Intanto ridacchia divertito alle parole dell'altro, dissimulando con una battutina ironica. <Sono sicuro di non essere io, allora...> quello con cui avere conversazioni interessanti. <... le mie, tendenzialmente, sono le farneticazioni di uno shinobi che ha visto troppe lune e inizia a perdere cognizione dello spazio e del tempo.> Si sminuisce, seppur la sua componente morale sia corposa e ricca della tipica saggezza di chi ha vissuto a lungo. <Mh.> Mugugna, tornando a concentrarsi sulla missione principale. E' Shin ad attirare la sua attenzione, ora. <Suvvia, suvvia...> un'esortazione rivolta ad entrambi i ragazzi. <Capisco l'impazienza, ma le cose fatte di fretta vengono male.> Lui invece sembra avere tutta la calma del mondo. Potrebbe metterci tutta la notte e non gli peserebbe più di tanto. Almeno moralmente! Fisicamente potrebbe non reggere per il sonno(?). <Non la farei così tragica... non valiamo meno degli operai. Semplicemente ne bastano tre di noi per fare quello che fa una squadra che conta una dozzina di persone.> Ed è la mera verità. Più che una questione di costi, è una questione di efficacia. <Mattaku...> borbotta, innanzi all'impazienza del duo. <... voi giovani e la vostra energia...> Li invidia, a tratti. Lui non ha più quello sprint. Quella scintilla. <Allora immagino che dovrò occuparmi delle colonne...> Non ne è particolarmente entusiasta. Seppur abbia forza da vendere, non è felicissimo all'idea di schiacciarsi qualche vertebra! Ad ogni modo, la mano destra priva il capo del cappello di paglia, mentre le gambe lo conducono verso il palco alla ricerca di un posto dove poggiarlo. Subito dopo, l'occhio saetta alla ricerca del materiale utile per la costruzione. <Se non hai di meglio da fare...> voltandosi per un attimo verso Shinsei. <... potresti darmi una mano a spostare i pezzi delle colonne.> Sono suddivise in pezzi più piccoli, accatastabili. Altrimenti sarebbero state impossibili da movimentare. <Altrimenti dovrò vedermela da solo. Come i bei vecchi tempi.> Ed un sorrisino beffardo si apre su quel volto. Ultimo sguardo verso Shin. <Ti serve una mano con quel pavimento?> Domanda generoso, pronto ad intervenire anche in suo aiuto. Ignora totalmente la possibilità che l'altro possa essere offeso dal suo commento. Tenjiro è troppo buono.

22:17 Shinsei:
  
Ascolta le parole di entrambi, invero, ma cominciamo da quelle di Tenjiro che non si smentisce, come al solito. Lo ascolta con interesse <No, non ho detto inquadrato> è divertente come quei due giochino costantemente tra il detto e il non detto, e il supposto <I ninja hanno sempre avuto un ruolo, almeno per la maggior parte della loro carriera, all’interno di un villaggio.> Sta rinvangando niente più che vecchie lezioni d’accademia eh. Niente di più. Le armi del villaggio, la volontà del fuoco, insomma, il ruolo dei ninja. <Sono solo curioso di sapere qual è in questo, di villaggio> mega villaggio, forse sarebbe più appropriato. < e il nostro rosso qui mi ha dato un assaggio> Commenta affilando un sorriso affilato. Divertito si, è sempre interessante sperimentare sulla propria pelle a dire il vero. Ascolta infine la risposta ulteriore dello Hyuga. Scuote il capo, mantenendo quel sorriso <è un bene che tu mantenga questa idea di te.> è ovvio che stia parlando di lui, visto che all’altro si è dovuto presentare. La questione sull’impazienza poi gli suscita una risata pacata. Non per lui, a dire il vero, ma per la palese differenza che c’è tra lo Hyuga e gli altri due, che ne fa un po' la chioccia per ragazzi scalmanati <mh> sul valore dei ninja nicchia, il biondo. C’è da rifletterci, due visioni altrettanto valide ma contrapposte. Annuisce subito a Shin che non esita a prendere in mano la situazione. Ottimo, un peso in meno. Da una scossa alla situazione. E ascolta anche Tenjiro, annuisce <Quale pavimento, Hyuga, forza sistemiamo queste colonne. Ti passo i pezzi, tu li monti. Mh?> Che resti Shin col pavimento. Non esiterebbe dunque a spostare il chakra verso i muscoli che, irrorati da nuova linfa vitale, si contraggono violenti. Tenterebbe di flettere le ginocchia in posizione di squat davanti a uno di quei pezzi, infilando le dita ruvide tra il pavimento e l’oggetto, per quindi lasciar scattare i muscoli come molle attivando tutta la catena cinetica gamba, gluteo, lombari e schiena. Addome contratto, e tenterebbe, con la spinta di caricarlo in alto, fin sulle spalle. Piegherebbe quindi il capo di lato, verso sinistra, per avere nella spalla destra un appoggio migliore. Se fosse riuscito, azzarderebbe passi lenti ma stabili verso lo Hyuga <Dove?> gli chiede senza guardarlo. [Chakra On]

22:39 Shin:
 Bene. Compiti assegnati e lavoratori che si dirigono verso le rispettive aree d’azione. < Magari economicamente possiamo valere meno degli operai… > Solo perché sono Genin. Già dal grado di chuunin in poi gli esborsi per chi ordina l’intervento dei ninja, hanno un netto innalzamento. < …ma quello che loro farebbero in una giornata, noi possiamo farlo nella metà del tempo. > Chakra: formidabile energia da cui attingere anche nei lavori più umili. Risponde così a Shinsei, utilizzando un tono di voce quieto e pacato, tornando poi con l’attenzione verso il facoltoso uomo che li ha ingaggiati. < Può andare a dormire tranquillo. Qui ci pensiamo noi. > Le dita della mano destra si uniscono tra loro, puntando con i polpastrelli verso il terreno sottostante. Grazie a dei movimenti secchi in avanti ed indietro, intima con grazia al riccone di allontanarsi, mimando il più classico degli “sciò”. Non ama avere la pressione e lo sguardo addosso durante la sua performance. < Hyuga… > Il nome non lo ricorda affatto, ha focalizzato più il cognome di Tenjiro, inquadrandolo in uno dei clan più nobili della fu Konoha. < E’ un’asta di beneficenza. Non dico di di essere superficiali, ma neanche di utilizzare tutto il nostro potenziale per allestire un evento. > Insomma, per il rosso la cura dei dettagli e la massima attenzione non sono da esercitare in ogni circostanza. Ogni situazione è a se. < Sei sicuro di volerti occupare di quelle colonne? > L’angolo destro delle labbra si arcua verso l’alto, sorridendo in modo sarcastico. < Ti vedo un pò in la con gli anni. Non vorrei che rimanessi schiacciato dal peso di quei pezzi… > E lui, qualora ale predizione dovesse prendere forma, non si affretterebbe per dargli una mano. Assolutamente no. < Al pavimento ci penso io. Appena avrò terminato… > Lavorazione già iniziata dagli altri operai. < …verrò a darvi una mano con il festone e il sipario. > Questo il suo programma e non intende cambiarlo. < Vediamo… > Borbotta, facendo scivolare lo sguardo a terra, alla ricerca di una cintura con gli attrezzi del mestiere. La inquadra poco distante, avvicinandosi e piegandosi con la schiena in avanti e allungare la mano dritta per afferrare il martello. Lo impugna, mentre la mancina stringe nel palmo una manciata numerosa di chiodi. < Non vi avevo mai visto fino ad ora. Da quale distretto provenite? > Curiosità mista a volontà di non rendere ancora più noiosa quella serata e passarla in silenzio, senza alcuna interazione. Domanda rivolta sia a Tenjiro che a Shinsei. Durante l’attesa della risposta, l’attenzione viene riposta sulle sue azioni. La prima mattonella quadrata in legno verrebbe posizionata accanto alle altre già fissate e, tenendola ferma con la punta del primo chiodo, inizierebbe a martellare con veemenza. L’arto superiore dritto calerebbe come una mannaia dall’alto verso il basso, dando modo alla parte piatta dell’utensile d’impattare contro la “testa” del chiodo. Si propagherebbero diversi [STACK!], mentre l’oggetto in ferro penetrerebbe nel legno, ancorandolo. E’ particolarmente attento a non ferirsi o schiacciarsi le dita. Oltre a fare una figura barbina, sarebbe materia di presa in giro per un ninja. Imperterrito, continuerebbe senza sosta. [Chakra OFF]

23:04 Tenjiro:
 Mugugna interrogativo alle parole di Shinsei. <Mh?> Sembra non capire a cosa si riferisca con la parola assaggio, ma non scenderà troppo nel dettaglio. Piuttosto, cerca di mantenere quell'aria modesta che lo contraddistingue. <A cosa servirebbe fare il contrario?> Vantarsi, intende. <Crea solo aspettative... e le aspettative sono semplici da deludere.> Ridacchia divertito. Preferisce molto più passare per un fessacchiotto buono a nulla... per poi dimostrare che quella faccia buona e quello sguardo placido non sono quelli di una pecorella indifesa, ma quelli di un orso con il miele in mano. Calmissimo finchè non disturbato. Devastante se costretto a difendersi. <Su, non voleva essere un'offesa...> Ride ancora divertito, mentre Shinsei si dirige verso i pezzi delle colonne e passa a prendere il primo. L'espressione si Tenjiro, seppur calma, si fa leggermente più seria. L'occhio perlaceo si sofferma sui movimenti del giovane ninja di Oto, apprezzandone la prestanza fisica. Non commenta nulla a riguardo, ma apprende e basta. Il pezzo di colonna viene allungato verso di lui, ma non prima di essersi privato del giaccone rosa e dell'haori della famiglia Hyuga. A conti fatti resta solo con il suo kimono nero, sempre largo, ma decisamente più comodo. Shinsei poggia il pezzo di cemento non troppo lontano da dove dev'esser piazzato, ed è qui che Tenjiro abbasserebbe il baricentro grazie alla flessione delle gambe, così da portare entrambe le mani ai due estremi del costrutto roccioso. Da quelle maniche larghe sbucano due braccia irsute e muscolose. Non ha realmente bisogno di infondervi del Chakra, sicchè la prestanza fisica sembra essere più che sufficiente per questo lavoretto. <Oplà!> Da buon vecchio, eccolo cercare di riversare la propria forza nelle gambe e nelle braccia. Alle prime spetterebbe il compito di riportare in posizione eretta la figura dello Hyuga, mentre alle seconde tocca reggere il peso del macigno. La messa in tensione dei muscoli della fascia addominale e dei muscoli della schiena, dovrebbe permettergli di mantenere l'equilibrio, almeno quanto basta per spostarsi dei pochi metri necessari per poi riposizionare il tutto. Nel processo di sollevamento, sgranerebbe appena l'occhio buono. E' pesante, si... e Shinsei lo faceva sembrare molto più semplice di così! Eppure... per amor proprio, non fiaterà a riguardo. Farà finta che sia un gioco da ragazzi(?). Una volta posizionato il pezzo di pietra, si avvierà daccapo verso Shinsei per intercettarlo a metà strada e sollevarlo del suo nuovo fardello. Una catena di montaggio semplice e immediata. Nel tragitto, qualche parola viene spesa per Shin. <Non è questione di potenziale. E' questione di fare le cose a modo. Non c'è bisogno di potenziale per riuscirci. Serve dedizione.> Son due cose diverse. <Mattaku...> Sospira, quando gli danno del vecchio. <... non sarò più nel fiore degli anni, ma non lasciarti fuorviare dall'età.> Si acchiappa il bicipite sinistro con la mano destra. <Questo rudere sa ancora il fatto suo.> Ah, se fosse vero. La verità è che non ha ancora recuperato neanche la sua abilità innata... ciò che più di tutto dovrebbe caratterizzarlo come Hyuga. <Come potrai immaginare, vengo da Konoha.> Dalla vera Konoha. <Tu devi essere di Suna.> Non gli è sfuggito il simbolo. Come detto, Tenjiro presta molta attenzione ai dettagli. Nel frattempo, attende che Shinsei gli passi altri pezzi delle colonne, da impilare.

23:24 Shinsei:
 È sicuramente uno studio reciproco, quella missione. Eppure lui non sembra preoccuparsi troppo di trattenersi o di nascondersi. D’altronde non è che ha altre armi. Il chakra è tenuto in circolo solo per consentire al biondo di utilizzare il potenziale di forza che supera il limite dell’umano. <Le aspettative le creano anche i comportamenti, oltre che gli atteggiamenti. Le parole dette, quelle non dette… o no?> Ragiona con l’altro. Più che discuterci, in maniera forse un po' dissimile da come è andata la prima volta, ma neanche troppo. Nella sua testa bacata è un po' come uno stimolarsi riflessioni a vicenda. Al dire di Shin poi, non potrebbe evitare di lasciar fluire nell’aria una risata. Musicale a modo suo, non squillante, ma ascoltabile. Le parole del rosso sono volte a evidenziare ancor di più la differenza con lo Hyuga, eppure, è lo stesso Hyuga a zittirlo con le parole. Curioso di intercettare le sue capacità, non tanto per annotazioni future, quelle sono scontate, ma in rapporto alle parole di Shin, sgrana leggermente le iridi oscure, per poi tirar fuori un sorriso affilato, dando le spalle a entrambi e ripetendo i movimenti di prima <Tenjiro ci mette col culo per terra entrambi, sta a vedere> Dritto verso Shin. Alza pure la voce per farsi sentire anche da lui. Lascerebbe il blocco nelle mai dello Hyuga poco dopo <Io da Oto.> commenta lapidario, cos’altro dire. Ha visto anche lui il ciondolo <Conosco una persona di Suna… Saigo credo si faccia chiamare> D’altronde è lei che ha manifestato la preferenza di questo secondo nome. Al terzo pezzo di colonna, se lo studia. Messo così, di piatto, l’unica cosa che si può fare è sollevarlo, ma se invece lo si mettesse di taglio? A quel punto diventerebbe una ruota. Pochi passi per circumnavigare il blocco di pietra, quindi infilerebbe le dita di nuovo tra il suolo e la pietra, flettendo le gambe, ma sta volta non per sollevare tutto il blocco, quanto per cambiare il versante d’appoggio <Oh, forse così va meglio.> E ad alta voce <Tenjiro> Ne richiama l’attenzione per poi appoggiare le mani sulla pietra, spostare in dietro la gamba destra e flettere la sinistra. Lui sarà il tamburo che sparerà quella ruota contro Tenjuro. Il grilletto sono le gambe e le braccia, tutte le leve son flesse. Si limiterebbe a infondere la forza di cui possiede, in tutti gli arti, tentando di generare la spinta necessaria atta a far rotolare quella che adesso è una grossa ruota di pietra, verso Tenjiro <Meno strada per tutti> [chakra On]

23:40 Shin:
 Martella, martella e martella. Il rumore dell’acciaio che collide contro il ferro dei chiodi, s’espande nel silenzio della notte, infastidendo le orecchie più sensibili dei pochi avventori del luogo. Più che altro curiosi che si domandano a cosa servirà il tutto; gente non informata dell’opera di beneficenza organizzata dall’uomo facoltoso. Il pavimento verrebbe rapidamente composto, agevolato anche dal lavoro degli operai che avevano iniziato il tutto. Lui lo sta solo completando. Mattonella dopo mattonella, la struttura in acciaio descritta in precedenza verrebbe ricoperta, occultata alla vista di figure esterne. < ….. > Sgrana di poco gli occhi nell’accorgersi come sia andato vicino a schiacciarsi le dita con il martello. Fortunatamente non l’ha fatto e può tirare un sospiro di sollievo. < Uhmpf…> Dal lato che affaccia sulla piazza, si accorge della presenza di una sorta di pedana, utile a salire e scendere dal palco. Anche quella parte deve essere rresa utilizzabile. S’attiva così nel dargli vita, riprendendo quel moto quasi cadenzato che a lungo andare, s’insinua nella sua testa, provocandogli un’emicrania non indifferente. < Punti di vista, Hyuga… > Risponde a Tenjiro senza osservarlo in volto, completamente assorto e catturato dal proprio fare. < Io metto tutto me stesso quando la situazione lo richiede. > In un combattimento, in un abbordaggio(?). Insomma, in cose più serie e concrete. < Se una determinata cosa può esser fatta bene utilizzando la metà delle energie psico fisiche, perché chiamare in causa anche l’altra metà? > Concetto che proprio non riesce a far suo. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, divertito dall’attenzione ai dettagli mostrata dallo Hyuga. < Hai una benda che ti mette fuorigioco un occhio. Eppure l’altro è riuscito a scorgere un indizio… > Ovvero il ciondolo della collana raffigurante il simbolo di Suna. Porta d’istinto la mano sinistra a palmo aperto nelle vicinanze del monile appena citato, ad altezza sterno. < Suna, Konoha e Oto. > Riepiloga la provenienza di tutti e tre. < Tre differenti villaggi con tre storie affascinanti. > Chi per una cosa, chi per un’altra, < Io qui ho finito… > Indicando con un cenno del mento la pavimentazione lignea sotto di loro. < Vengo a darvi una mano lì… > Ovvero con l’allestimento delle colonne e del festone, oltre che del sipario. < Sugli ultimi due blocchi… > Quelli più alti che concluderanno il tutto. Parla con Shinsei, ricercando approvazione dallo stesso. < Che ne dici di agganciarci anche le tende rosse? Almeno le facciamo cadere verso il basso… > Ed il più è fatto. [Chakra OFF]

23:57 Tenjiro:
 Mugugna ancora, ascoltando Shinsei. <Non sono le parole in se a creare aspettative...> Ribatte con una calma devastante. <Le parole trasportano qualcosa. Una dichiarazione d'intenti. Non sono mai fini a se stesse.> Dove vuole arrivare? E' molto semplice. <Determinati comportamenti, anche se non accompagnati dalle parole, fungono da dichiarazione d'intenti allo stesso e identico modo. Non è questione di detto o non detto. E' questione di trasmesso o non trasmesso. Il linguaggio, poi, può assumere infinite sfaccettature.> Parole, gesti, musica, colori... sono infiniti i modi di parlare. Intanto gli vengono passate altre ruote di pietra, che con sforzo fisico ripetuto vengono posizionate al loro posto. <Mi piace collaborare con la gente che usa il cervello!> Ammette, quando il ninja di Oto inizia a passargli dischi di pietra rotolanti. Li accoglie senza troppa difficoltà, limitando di molto l'impegno muscolare e riuscendo a offrire prestazioni fisiche più efficaci e durature. I lavori accelerano considerevolmente, tanto che Shin conclude la sua parte e si offre di dare una mano per le colonne. <Oh su questo non ci piove, ragazzo mio.> Si riferisce a Shin e ai modi di fare le cose. <Non mi interessa l'energia necessaria... quanto il fatto che il tutto si faccia bene. Poi può essere un gioco da ragazzi o uno sforzo colossale... quello è soggettivo.> Infatti non gli chiederebbe mai di metterci tutte le forze possibili... sarebbe surreale. Però chiedere di metterci attenzione e cura, quello si. La meticolosità non richiede energie, bensì premura. <Mh?> Un sorrisino beffardo si apre sul suo viso, mentre ancora occupato a spostare le rocce. Shin gli riserva un complimento pungente, che riceverà una risposta degna del clan di appartenenza. <Sono uno Hyuga.> Preambola, lasciando già intendere dove andrà a parare. <-Vedere- è la nostra specialità.> Si lascia scappare una risatina, ma non di derisione o sfacciata. E' una risata sincera. <Vediamo molto più di quanto si conviene. A volte anche più di quanto sia realmente necessario...> Ma non spiegherà il perchè di questa affermazione. <... Diciamo che con un occhio in meno...> si massaggia il mento, pensieroso. <... probabilmente adesso vediamo su per giù allo stesso modo.> Si lascia scappare una battuta autoironica e carica di autostima. Una volta ogni tanto, l'orgoglio va innaffiato. Per quanto riguarda l'aiuto nell'ultimazione dei lavori, non rifiuterà certo. <Oh, fantastico. Così possiamo concludere prima!> Gli passerà gli ultimi due dischi di pietra, così da completare l'ultima colonna. <E' quasi fatta.> Commenta, ignorando il discorso sui villaggi portato avanti dai due. Non che ne sia realmente disinteressato, ma le sue idee sono tendenzialmente differenti da quelle del ninja medio e... non ha particolarmente voglia di discutere a quest'ora.

00:22 Shinsei:
 Effettivamente una collaborazione a dir poco eterogenea. Sono ancora le parole di Tenjiro a stuzzicarlo, e il biondo mantiene quel sorrisetto divertito sul volto <chiamalo come ti pare, detto non detto, trasmesso o non trasmesso. Il senso è che trasmetti l’idea che ti ho esposto anche senza dirlo, quindi crei comunque delle aspettative> commenta mentre, come fossero biglie, fa rotolare verso di lui un componente dopo l’altro <E lo hai dimostrato anche st’avolta.> Commenta. Aspettative soddisfatte insomma. Scuote il capo. Ignorando il discorso sull’occhio, ha già fatto quella domanda allo Hyuga e ne ha ricavato l’impressione che fosse una storia che non ama raccontare. Se ne è dunque disinteressato. Le riflessioni di Shin lo portano sostanzialmente a concordare <Dovremmo farlo più spesso> Ambiguo il tono. Sarcastico o no? Difficile dirlo. Ma non sembra tutto sommato dispiaciuto o contrariato della compagnia che ha trovato. <Vieni pure> commenta, i blocchi sono effettivamente finiti. E alle parole del rosso, il biondo annuisce. <Prendi un capo, delle tende, io prendo l’altro, tiriamo su questa baracca e che non se ne parli più> commenta diretto. È stufo, si vede uno sguardo a Tenjiro <Ci pensi tu ad ancorarle a terra, così chiudiamo?> un invito, forse un po' diretto, ma niente di più. Si dirigerebbe verso la più vicina delle due colonne, afferrando una delle funi collegate ai drappi delle tende rosse. Uno sguardo alla cima della torre. Per poi flettere ginocchia, caviglie e bacino caricando le gambe come delle molle fino a toccarsi i talloni coi glutei. Concentra se stesso sulla catena cinetica inferiore che coinvolge ambe le gambe, per farle scattare e distendere di colpo tutte le articolazioni flesse, premendo sul suolo per darsi una spinta tale da poter raggiungere direttamente la cima, [se meno alta di 4 metri] o da potergli consentire comunque di aggrapparsi alla cima dell’ultimo blocco, per poi tirarsi su a sedere su di esso e aver agio di legare con calma il drappo.[chakra on] 

00:51 Shin:
 Si lascia alle spalle martello e chiodi, oltre che quel rumore tamburellante nella testa. L'emicrania piano piano sparisce velocemente come è arrivata. < Uhm... > Arriccia il naso, reclinando di poco il capo all'indietro per permettere agli occhi di scivolare dal basso verso l'alto lungo le colonne erette dagli altri due, soffermandosi all'apice delle stesse. < Chiudiamo il lavoro e andiamo a divertirci in qualche night club, che ne dite? > Domanda ad entrambi, pregustandosi già l'immagine di qualche donna dai facili costumi che gli gironzola intorno. Sorride divertito, massaggiandosi il mento glabro con la mano destra, spostando poi l'attenzione su Tenjiro e rifilargli un'altra frecciatina riguardo la sua età. < Che ne dici, Hyuga? > Sottolineando volutamente l'ultima parola, quel cognome che lo identifica all'interno di uno dei clan più importanti di Konoha. < Mi hai sorpreso con quei blocchi, magari mi sorprendi una seconda volta facendomi vedere che lì sotto ancora ti funziona. > Dannatamente sfacciato e diretto come pochi. Al termine della frase, strizza anche l'occhio all'indirizzo dell'attempato. < Sì... > Ritorna con lo sguardo su Shinsei, aiutandolo nell'ultimare il lavoro. Si chinerebbe, afferrando l'altro drappo per poi imitare nei movimenti quello appena fatto dal biondo. Abbasserebbe repentinamente il baricentro, tanto da far sfiorare le natiche a terra. Muscoli dei polpacci e dei quadricipiti che si contrarrebbero, accumulando energia elastica. Quest'ultima verrebbe rilasciata pochi istanti più tardi sul terreno grazie ad una spinta verso l'alto degli arti inferiori. Tenda rossa che fluttuerebbe in aria durante la fase di ascesa e, se tutto fosse andato come descritto, lui stesso atterrerebbe sulla cima della colonna opposta a quella su cui è Shinsei. Un salto verticale di 4mt e poco sbilanciato in avanti. Nulla più. Si assicura che il drappo sia ben legato e che la cordicella a lato svolga alla perfezione il suo dovere: quello di far scivolare la stoffa a destra quando viene tirata. In questo modo consente l'apertura e la chiusura della stessa - a mò di sipario -. < Bene. Andiamo. > Inarico terminato. Pavimentazione del palco costruita e sipario eretto. Meglio di così(?). < Le sedie nella piazza le posizioneranno gli operai domani. > Almeno i partecipanti all'asta benefica avranno delle sedute su cui sedersi e godersi lo spettacolo. < Shinsi... > Storpia appena il nome, ma non se ne accorge, andando dritto per la sua strada con nonchalance(?). < Sei più da mora, da bionda o da rossa? > E così, qualora gli altri due lo seguiranno in quella sua voglia di donne, la serata si chiuderà nel migliore dei modi, avendo seguito anche un antico detto: prima il dovere e poi il piacere. Fino ad ora aveva sempre invertito i ruoli. Stasera deve festeggiare per non averlo fatto. [END]

01:05 Tenjiro:
 Gli scappa un sorriso divertito e non può ribattere in alcun modo alle considerazioni del biondo. <Touchè.> Ammette, ultimando il posizionamento dei dischi di pietra. Per fortuna glissano tutti sui suoi occhi e sui vari perchè che potrebbero derivarne. Vuoi per rispetto, o vuoi per negligenza... l'argomento viene saltato a piè pari, e a Tenjiro va benissimo così. <Si, mi occupo io della parte bassa.> E per fortuna! Così non deve fare acrobazie strane(?). Mentre gli altri parlottano, inizia a sistemare la parte bassa del sipario, senza mai interrompere il contatto uditivo con il discorso. <Mh?> Shin fa una proposta, che costringerà il vecchio Hyuga a portare la mano dietro il capo e massaggiarsi la nuca distrattamente. Quando accade, vuol dire che Tenjiro è in difficoltà! Imbarazzo, dubbiosità, rassegnazione... questi stati d'animo, di solito lo portano a grattarsi la nuca. <No, per quello temo di non avere più l'età sul serio.> E non perchè sia diventato biologicamente impossibilitato, quanto più per questioni psicologiche. <Non credere... io amo tutte le donne!> Ed è una verità assoluta. Ci proverebbe con tutte. <Ma non amo pagarle... Ergo, un Night Club non è assolutamente la mia zona di caccia.> E speriamo che nessuno dei due giovanotti decida di chiedergli lezioni di approccio agli esponenti dell'altro sesso! Dopo quasi cinquant'anni da dongiovanni sfegatato, le vittorie conseguite sono veramente poche! Quindi parliamo di mezzo secolo di carriera fallimentare come conquistatore di donne(?). <Lascio che siano i giovani a fare le cose da giovani... Io invece andrò a controllare che... Ichiraku stia bene.> Certo... proprio della sua salute gli interessa. Mica il suo ramen squisito. Subito dopo ridacchia, concentrandosi daccapo sul proprio obiettivo e continuando a fissare il tendaggio al pavimento, per evitare che svolazzi via. <Al massimo potete venire con me. Gli facciamo una visita insieme.> Quindi ecco il bivio: club a luci rosse con donzelle da arresto cardiaco, o serata da vecchi pensionati a mangiare ramen caldo e parlare del più e del meno? Sa già che gli altri due non lo seguiranno, e... forse forse... gli sta anche bene così. Dopotutto non è mai stato un grande amante della compagnia. Non negli ultimi trent'anni. Resterà lì a ultimare i preparativi con loro per il tempo necessario, salvo poi agghindarsi daccapo con i vari giacconi e il cappello, e poi intraprendere la strada per il negozio di Ichiraku. Il sipario cala, quindi, su questa singolare serata. Un'altra buona azione è stata portata a termine. ||

01:15 Shinsei:
 Ridacchia al dire di Shin, al quale ancora non risponde. Ma si gode tutto il dialogo con lo Hyuga, si limita a legare come meglio può il drappo alla colonna. Non può far a meno di liberare nell’aria un’altra risata, costantemente divertito da quel continuo dibattito generazionale che ha sotto agli occhi. Un sospiro, prima di scendere con un balzo agile e controllato, ammortizzando l’atterraggio con le gambe che vengon di nuovo flesse fin quasi a poggiare i glutei sui talloni. <è stato un piacere> commenta a tutti e due, non può certo esprimere così in pubblica piazza quanto speri che una di quelle colonne finisca su palco nel bel mezzo dell’evento di beneficenza. Uno sguardo rapido a Tenjiro <Hyuga, senza offesa> non ha bisogno neanche di dirlo. Non stasera. Avrà modo di approfondire quella conoscenza, ma per ora, non è quella la serata. Lo sguardo nero si porterebbe poi sul rosso di Suna <ShinsEi> commenta freddo, prima di tagliare le labbra in un sorriso veloce <Che domande, le rosse.> Commenta rispondendo alla domanda dell’altro <Ma non quelle di un locale. Senza offesa> Anche per lui, diniego. Per poi girare i tacchi e procedere nella stessa direzione dalla quale è partito, e così si smembra quell’improvvisato e tutto sommato ben coordinato team di strani figuri. Ognuno con il proprio interesse ad occupare la serata. Quello di Shinsei? Lo sapete. [End]

Shin, Tenjiro e Shinsei sono stati ingaggiati per portare a termine questa missione: devono aiutare un uomo facoltoso ad allestire la scena per un'opera di beneficenza.

I tre s'incontrano nel luogo all'orario prestabilito e, dopo aver ricevuto le direttive dal capo in persona - essendo gli unici rimasti dopo il fuggi fuggi degli operai -, si mettono a lavoro.

Tra battute e chiacchiere, la serata fila liscia.