Ma quant'è bello l'apprendistato, Johnny!

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Giocata di Lavoro

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16:54 Shuuya:
  [Archivio] Una giornata come molte presso la Piazza Centrale del settore Kusano, sovrastata da un cielo che non sa nemmeno lui se piovere o far sereno, il che influisce anche sul traffico di gente nella zona, relativamente ridotto rispetto al solito. Per quanto riguarda il quattrocchi, però, questo poco importa visto che è impegnato al chiuso. Oggi, infatti, si ritrova presso l'Archivio situato in uno degli edifici vicini alla grande fontana centrale, richiamato lì per svolgere le mansioni che rientrano nel suo percorso di apprendistato. L'ingresso con porta scorrevole automatica (grazie ai kami, qualche fondo per lo sviluppo tecnologico almeno per l'archivio di Kusa c'è stato) si antepone a un'ampia area principale. Dietro un bancone adibito a centro informazioni e reception, alcune serie di lunghi tavoli si distendono ordinate, per chi desidera usufruirne per una consultazione più comoda. Intorno ad essi un dedalo (per quanto semplice) di corridoi delimitati da vari scaffali di libri a fare da parete. Sulla sinistra, guardando dall'ingresso, una rampa di scale che porta al piano superiore, sistemato in maniera simile al piano terra, eccezion fatta per il bancone. La zona è attraversata di tanto in tanto dal placido personale dell'Archivio. Per quanto riguarda il kusano, lui è occupato a sistemare alcuni libri da un carrello a degli scaffali dell'area destra (guardando dall'ingresso). Come suo solito, è vestito relativamente all'antica considerati i tempi, agli occhi di qualcuno potrebbe spiccare in maniera particolare. Il corpo è rivestito da uno hajnjuban bianco a fare da intimo, i cui lembi sono appena visibili da sotto un gi di colore blu scuro decorato con un simbolo a forma di rombo diviso a sua volta in quattro rombi più piccoli, che trova posto in corrispondenza del cuore e sulle lunghe maniche all'altezza delle spalle. Gambe rivestite da un semplice hakama nero legato con dei lacci marroni alla vita, cinta da un obi nero relativamente poco visibile, essendo coperto dall'hakama stesso. Ai piedi, dei sobri sandali zori che ovattano il passo cadenzato del quattrocchi mentre torna dal carrello con un altro mucchio di tre, quattro libri in braccio "Quelli vanno sul terzo scaffale" Si sente dire dall'archivista più anziano sotto cui sta facendo il suo apprendistato <D'accordo> Dice semplicemente, procedendo a infilare con cura i libri nella sezione indicatagli. Serio, ma non infastidito. Semplicemente dedito all'esecuzione accurata del proprio compito [ Chakra OFF ]

17:07 Shinsei:
  [Archivio] È il cielo che si decide a concedere un po' di pace alla sua pelle, coprendo il sole con le nuvole di tanto in tanto. Non si abituerà mai a quella luce. Si trova in un posto che non conosce, e per questo motivo è costretto a osservare intorno a se più di quanto sia abituato a fare, soprattutto è costretto a interagire con le persone. Anche troppo. Ha dovuto chiedere più volte dove fosse la sua meta, per raggiungerla. Il distretto di Kusa sembra diverso da quello di Oto, il verde sembra quasi… accecante. Nei rari momenti in cui è riuscito a vedere degli scorci di paesaggio più ampi tra i palazzi sembra quasi un posto fuori dalle mura, in cui il vento profuma di selvatico, ma così non è. Lo sguardo resta comunque interrotto dalla linea scura e continua delle mura che delimitano l’orizzonte. Ha serrato la mascella ogni volta che le ha viste. È insopportabile avere un simile limite visivo. A vederlo è poco più di una macchia scura che si muove per le strade. Stivai neri alti fino al polpaccio, lunghi pantaloni di tuta neri, canotta dello stesso colore a fasciare il torso tenendo libere le spalle stondate. Null’altro, non ha segni di riconoscimento se non i due dragoni d’inchiostro nero che decorano i lati del cranio. I capelli sono tenuti legati in una treccia mal fatta che lascia libere un paio di ciocche che incorniciano il viso affilato. Lo sguardo nero, oscuro come un abisso, è tenuto fisso davanti a lui. Sul viso ha sempre dipinta quell’espressione di chi ha un obbiettivo, e tendenzialmente non vuole rotture di scatole. È così che sale le scale e si dirige verso l’ingresso. Le iridi nere vanno subito a cercare la maniglia della porta a vetri, che però non c’è. Arresta il passo di colpo, mentre quell’espressione si tinge di perplesso nel vedere la porta a vetri aprirsi. Sbatte un paio di volte le palpebre, per poi compiere ancora due passi e trovarsi all’ingresso. Una folata di vento freddo lo accompagna. A guardarlo si vede, non solo non è il tipo da archivio, ma sembra non avere idea di dove sia. Il volto acquisisce di nuovo l’espressione altera di sempre, eppure resta li, piantato davanti all’ingresso, a guardarsi intorno con le iridi nere, costringendo le porte a restare aperte e chiunque voglia entrare o uscire a superarlo, come se per lui non esistesse nessun altro. No, decisamente non ha idea di dove sia.

17:28 Shuuya:
  [Archivio] Terminerebbe di infilare anche gli ultimi due libri nello scaffale, assicurandosi che siano ordinati secondo le politiche d'archiviazione che gli sono state indicate. Qualche ultimo controllo che sia tutto in ordine e annuirebbe silenzioso, a decretare la riuscita di quel semplice compito. Si volterebbe ora verso il proprio archivista di riferimento <Senpai, passo al prossimo blocco di libri?> Domanda quindi all'archivista, impegnato a sistemare un'altra montagna di libri, ben di più rispetto a quelli assegnati al Genin "Eh? Ah sì, grazie" Il tono è di chi non sa a chi dare i resti per quanta roba deve gestire. Il kusano non bada molto al modo di fare non troppo professionale, attribuendolo più alla mole di lavoro che a un approccio da sfaticato. Ecco quindi che si accinge ad attraversare l'area dell'ingresso spingendo il carrello metallico vuoto. Non potrebbe quindi fare a meno di notare Shinsei. Se qualcuno dovesse scrivere sul dizionario la definizione dell'essere fuori luogo, farebbe prima a scattare una foto di quel ragazzo biondo che sembra essere quanto di più lontano possa esistere da un luogo dove sono conservati dei libri e che uno dall'animo maligno (ma forse nemmeno troppo) penserebbe non abbia nemmeno idea di come sia fatto un libro. E quello sta lì, fermo come un salame di fronte all'ingresso. Gli occhi castani dell'apprendista si posano sull'otiano, attraversando le lenti degli occhiali. Avanza ancora un pochetto con il carrello, prima di valutare che effettivamente, no, quel tizio sembra non avere la più pallida idea di dove si trovi. Si fermerebbe quindi, vicino al bancone dell'ingresso, osservandolo ancora <Buonasera> Gli direbbe, cercando di attirare l'attenzione su di lui, forse la sua unica ancora di salvezza in quel momento <Benvenuto all'archivio di Kusa. Serve qualche cosa?> L'espressione è seria e il tono non esattamente accogliente, ma comunque non scortese. Resterebbe quindi in attesa di una risposta del biondo [ Chakra OFF ]

17:40 Sango:
 Kusa. Ah che bei ricordi, i petali di ciliegio che alla primavera iniziavano a sbocciare, delicati, rosei a cadere per le strade, di gioia, e del puro desiderio di vederla bruciare tra le fiamme insieme a tutti i suoi abitanti, nessuno escluso. Sarebbe stata l'alba perfetta, eppure quel villaggio pare ancora resistere sebbene nell'anonimato e nel dimenticatoio - sia chiaro, per ella sarà sempre solo quello, un villaggio da distruggere. Eppure anche la rossa Ishiba si ritrova per forza di cose alle porte di quell'archivio poco conosciuto per propria volontà , e che per forza di cose - chiamata anche semplicemente faccia di bronzo per evitare davvero una pubblica esecuzione da parte del capo della Shinsengumi, anche lei deve adempiere ai propri compiti in quanto archivista. Non che le sfuggano molte cose di quel mondo, avendolo vissuto in prima persona e avendo avuto modo di tessere diverse alleanze , eppure anche lei si ritrova con una tasca piena di fuuda nella quale son stati sigillati diversi manoscritti. Avanza verso la porta con lo sguardo sottile, evidentemente infastidita dalla stessa aria, arrogante nel porgersi al suo atrio senza nemmeno un breve saluto, puntando le azzurre intorno. Non dovrebbe poi esser un edificio così dissimile da molti altri , ampio spazio iniziale, diversi pc probabilmente , altri libri meno pregiati e lasciati alla vista di tutti coloro che desiderino apprender qualcosa sul passato. Il rumore dei sandali risuona basso, lieve e ammorbidito dal proprio cammino, lo stesso che andrebbe a portarla proprio verso il duo iniziale < Shinsei > la voce che non pare così calda, piuttosto graffiante nel porger il primo saluto all'Uchiha riconosciuto < come mai qui?> una domanda di rito, prima che lo stesso sguardo passi all'occhialuto. Simpatica eh? < sto cercando un archivista di Kusa > sibilo che andrà a fermarsi proprio al giovane sconosciuto, insieme al fermare dei propri passi, lo stesso che permetterà alla bella veste del kimono che porta di scontrarsi poco più avanti in morbide onde. La stessa stoffa che carezza il corpo morbido e ormai adulto, celato fino ai polsi dalle maniche a campana, dalla cintola che regge il tutto sotto i seni, e dalla gonna che invero giungerà qualche centimetro sotto i glutei. La stoffa che raggiunge quasi il nero, seppur alle ultime luci di un sole calante potrà mostrare un blu intenso, ricamato di quei fili argentei senza senso ad una prima occhiata . I capelli simili a lingue di sangue cingono il viso addolcendolo quasi, relegati in un'alta coda di cavallo < siete voi?> . [fuuda con cose]

17:59 Shinsei:
  [Archivio] Se ne resta li come una statua al centro della porta per lunghi secondi, osservando in realtà non tanto le persone ma l’edificio, gli scaffali, i tavoli, i libri. Lo sguardo oscuro si muove lento lungo il perimetro delle architetture, finchè non gli arriva la voce dell’occhialuto, e allora lo sguardo scende fino a piantarsi, al di là del vetro, nel suo. Sembra frugarlo, cercare qualcosa. Non risponde subito e questa leggera pausa, e questo dovrebbe dar tempo alla rossa Ishiba di fare il suo ingresso. È un’evocazione del suo nome che lo distoglie dall’attenzione sull’occhialuto. E l’espressione si tinge con una sottile nota di sorpresa. Si sposta lo sguardo nero, cerca un volto già noto, colori già noti. E non ci vuole molto a trovarli <Sango> risponde tenendosi il nome tra le labbra, la voce è più serena rispetto all’ultima volta che si sono visti, l’incarnato, la salute generale. E questo è anche merito della rossa, dopotutto. Accoglie la domanda senza particolari espressioni, come se non gli si addicessero, ma indugia più del dovuto lo sguardo, come incuriosito <Sto… cercando qualcuno> sembra quasi ci stia riflettendo. Eppure quelle ultime due parole danno l’idea della caccia. <…se sapessi come fare> Questa affermazione forse potrà stupire Shuuya, ma non la rossa, che sa di avere davanti qualcuno decisamente poco avvezzo a quella tecnologia. Nonostante questo, ascolta la sua richiesta all’occhialuto, che però si era rivolto a lui per primo. Torna quindi su di lui <C’era prima lei.> Non è vero in realtà, ma non gli importa, non ha fretta. <Per te invece? Sono di nuovo i tuoi kami a portarti in giro?> Un riferimento un po’ ironico all’ultima conversazione avuta con lei, che accompagna incrinando le labbra nella parvenza di un sorriso.

18:10 Shuuya:
  [Archivio] Lo sguardo si poserebbe poi su un'altra figura, quella di Sango. Anche lei spicca abbastanza in quel luogo, e tral'altro sembra conoscere il biondo, e viceversa, e il kusano capirebbe che il ragazzo e la rossa rispondono rispettivamente al nome di Shinsei e Sango. Nomi sconosciuti, per lui. La osserverebbe un momento, scrutandone le fattezze <Buonasera> Lui sì, mantiene le formalità. Ascolterebbe prima la richiesta di lui, mugugnando leggermente. Capo che si inclina appena, dubbioso sulla natura della sua richiesta. Poi, passerebbe l'attenzione alla rossa. A quanto pare entrambi cercano qualcuno <Sono solo un apprendista, non so se sono quello che state cercando> Le sue mansioni rientrano principalmente nell'apprendere e sistemare documenti, nonché digitalizzarli, anche se quest'ultima mansione è quella che gli va meno giù. È più un tipo da libri vecchio stile, deve ancora abituarsi per bene a quei tanto straordinari quanto strani attrezzi che sono i computer. Vedendo con la coda dell'occhio il suo senpai arrivare con un altro carico di libri, tanto da coprirgli quasi il volto, si volterebbe un attimo verso di lui, scuotendo appena la chioma nera legata da una sottile coda di cavallo <Senpai, credo stiano cercando v...> Viene interrotto subito dal superiore "Pensaci tu, Kanzaki!" Sbrigativo, lo liquiderebbe affidandogli quel compito, forse più grosso di lui. È solo un apprendista, e non è nemmeno sicuro di quanto quello che vogliono chiedergli rientri nei suoi poteri e competenze <Per l'amor del cielo...> Sibila appena scuotendo la testa e portando la destra agli occhiali, a sistemarli. Si staccherebbe quindi dal carrello andando ad avvicinarsi agli ospiti. Sguardo su di loro, un'espressione di una serietà professionale contornata dai due ciuffi laterali dei capelli neri <In cosa posso esservi utile? Sempre che possa esserlo...> Rivolto alla amese. Un po' infastidito, non tanto dalle richieste degli ospiti quanto del fatto che gli è stato affidato un compito che forse sarebbe competenza di uno più anziano. Be', diciamo che la prenderà come una specie di banco di prova. <Quanto a voi...> Rivolto ora a Shinsei <... per caso intendi dire che cerchi qualcuno che è riportato su un libro o qualcosa del genere?> Domanderebbe poi, cercando di tirare fuori la vera domanda dalla bocca dell'otiano [ Chakra OFF ]

18:16 Sango:
 < sembri stare molto meglio > di certo non sembra star per svenire a terra questa volta, le labbra meno secche , e piccoli dettagli che può apprendere con un singolo lungo sguardo, cercando invero di sorpassarlo con agilità oltre la porta stessa < a Kusa? Non potrai trovare molto > il tono Shinsei potrà riconoscerlo, lo stesso quando chiamò i Konohani "Mangiaramen" in modo dispregiativo. Rimasugli di un passato difficile da cancellare e di vecchie guerre mai portate a conclusione, di vendetta che arde e anche condite da quel razzismo che si addice molto a coloro che vissero nella pioggia. < dipende cosa tu stia cercando , gli archivi sono suddivisi per settore, ogni settore avrà la sua storia o almeno quello che ne rimane > passa al tu, l'espressione evidentemente infastidita sebbene cerchi di non apparire troppo scorbutica nei confronti del giovane del Suono, quanto più a disagio in quella terra, tesa , le spalle rigide, lo sguardo più serio dell'ultima volta. Ma sa di cosa sta parlando, evidentemente non è la prima volta per lei in quei lochi, proprio no, avanzando senza troppe cerimonie alla volta del Kanzaki in questione, nel momento in cui andrà a chieder al posto di colui che dovrebbe svolgere quello stesso lavoro < Sango Ishiba, anche io sono un Archivista, Amegakure > ammette per entrambi, una risposta anche a delle potenziali domande i ragazzi presenti, motivo per cui anche la rossa quest'oggi si ritrova tra le vie dell'erba < qualcuno ha osato mischiare le vostre cose con la nostra Storia > irritata come poche altre volte, sfilando da dentro il kimono, letteralmente dal seno, un certo numero di fuuda tra le dita sottili della mano destra, quasi a puntarli come shuriken alla gola del povero apprendista quasi a volergliela staccare dal collo, sebbene con molta probabilità non sarà nemmeno un suo diretto errore < se non starete attenti la prossima volta che accadrà gli darò personalmente fuoco > .. < non ammetto errori dal vostro settore > v'è quella verve di rabbia, il sangue che pompa violento sotto la pelle, lo sguardo più che freddo.. incendiario, come se ogni piccola parte della donna che Shinsei stessa ha conosciuto sia scomparsa. Com'è che l'aveva descritta? Bella e terribile? Bene, ecco a voi la seconda parte. < siamo intesi giovane dell'erba?> la minaccia è per lui quest'oggi, se solo non avesse un superiore così scansafatiche si sarebbe evitato di trovarsi tra lei e la sua rabbia. Povero Shuuya. [fuuda con cose]

18:43 Shinsei:
  [Archivio] Non c’è che dire, per essere un archivio è particolarmente movimentato. Certo, lui non può sapere come sia fatto un archivio ne quanto strano sia vedere un tizio tatuato in testa e una rossa inviperita all’ingresso che se la prendono col primo poveraccio che capita. Ignora la conversazione che Shuuya ha col suo superiore, per il momento, mentre si concentra sul dire dell’Ishiba <Sappiamo di chi è il merito.> Sentenzia. Accompagna la frase secca con un lievissimo cenno del capo che gli fa ondeggiare in avanti le ciocche libere dalla strana pettinatura, lo sguardo resta su di lei. Un movimento appena percettibile. Muto ringraziamento che lascia il posto alle labbra che si stendono fino a snudare i denti bianchi in un ghigno distorto, ormai l’ha capito, il tono ironico di lei. Ognuno è attaccato al suo… settore, lei più di tutti, è comprensibile che si trovi male altrove <Haime.> commenta facendo spallucce a quella battutina. <Ho in programma una visita ad Ame> Lascia trapelare qualcosa dei suoi progetti. È giusto che lei lo sappia. Tiene lo sguardo oscuro su di lei, quasi a cercare eventuali reazioni. Qualunque esse siano. Ne ascolta quindi la spiegazione che lei da sugli archivi. Si, lei lo sa che è un’incapace a stare al mondo tutto sommato. Non aspetta che lei possa trasformarsi in super sayan contro il malcapitato per sfoderare un <Grazie> detto con una profondità di tono radicalmente diversa. Per la seconda volta. Come quando è importante dirlo, il grazie. E per lui evidentemente lo è. Che fortuna effettivamente esser capitato con due archivisti nei dintorni. Questi Kami. A questo punto non resta che godersi lo spettacolo dell’Ishiba furiosa. Anche questa volta la osserva, pur non essendo in traiettoria. La osserva da fermo, dove è rimasto sin dall’inizio, come un masso al centro di un fiume che osserva l’acqua scorrere. O il fuoco in questo caso. Percepisce prima quel senso di nervosismo. Lo sguardo oscuro coglie la tensione nervosa, che viene poi sputata fuori a parle. Terribile Ishiba. Eppure lo spettacolo non può che procurargli un sorriso deliziato. Sembra quasi contento di aver visto quella parte. La tigre che difende… qualsiasi cosa sia successo insomma. Sposta presto lo sguardo sul povero occhialuto Shuuya, dunque <Qualsiasi cosa sia, mi sa che l’hai fatta grossa…> perché lui? Ma che ne sa lui dei ruoli dentro a quel posto. Alla domanda che gli viene posta lo sguardo impassibile si sgrana appena, come quello di chi non ha compreso quanto gli viene detto <Io…> ci riflette, ma senza scomporsi, lasciando vagare di nuovo lo sguardo sulle architetture o chissà dove nei suoi pensieri <Mi hanno detto che qui in questo…> si prende una pausa per poi ringhiare <settore> che fastidio <ci sia una “tradizione importanti di scienziati genetisti”…> sembra davvero stia riportando qualcosa di letto, o di detto da altri. Non parlerebbe mai così. <avete libri in merito?> Non dice altro, come se stesse cercando aiuto nel capire come iniziare una ricerca. È palesemente ignorante del posto. Attenderebbe il cenno del giovane prima di dedicarsi di nuovo a Sango <Ricordami di non farti mai innervosire.> benchè la frase sembri una sentenza, il tono rivela una nota di soddisfazione. Non per il malcapitato dell’erba, figurarsi, non ha niente contro, c’è pericolo che se riuscisse ad aiutarlo finirebbe con lo stargli simpatico, addirittura. <Casini?> Chiede sempre alla rossa.

19:03 Shuuya:
  [Archivio] Ascolterebbe lo scambio fra i due, deducendo da esso che almeno il ragazzo non sia originario di Kusa. Noterebbe anche la nota di disprezzo con cui la rossa si riferisce al villaggio del quattrocchi. Non reagirebbe in chissà quale modo, non è che lui sia chissà quale grande patriota. La presentazione di Sango poi rimuove i dubbi che il kusano aveva almeno sulla sua identità, chiarendo anche la meticolosità della spiegazione che poco prima la Ishiba aveva fornito al biondo sulle diverse competenze degli archivi per settore. E poi, come ogni classico stagista esistente al mondo, si becca la classica ramanzina proveniente non solo da una cliente, ma da una collega (anzi, superiore, perlomeno da quello che dà a capire la rossa) di un altro settore. La osserva estrarre i fuda e non reagirebbe in maniera particolare quando glieli punta addosso. Lo sguardo è quello di un pesce morto, il classico sguardo di chi ha le scatole piene di beccarsi la colpa di chi non fa il proprio lavoro come i kami comandano, e per di più non ha il potere per incavolarsi con quel qualcuno essendo letteralmente l'ultima ruota del carro. Fa ordine mentale, cercando il migliore insieme di risposte e atteggiamenti a sua disposizione, evitando anatemi e ingiurie varie, dando fondo all'autodisciplina che ha coltivato studiando l'arte della spada <Chiarissimo> Secca la risposta, senza arroganza, né sottomissione <Riferisco immediatamente che c'è stato un disguido> Sentirebbe poi il commento di Shinsei, che in tutto questo si è goduto lo spettacolino <Magari fossi io il responsabile. Non ho accesso agli altri settori, essendo un apprendista. Altrimenti, questo non sarebbe successo> Continuerebbe, manifestando una comprensione, in fin dei conti, verso l'ira della rossa. Dopotutto l'errore pare esserci stato e considera giusto che venga fatti presente. Anche se gli rode un po' per i modi e per il fatto che sia stato bersagliato lui. Ma, ehi, questa è la vita di un apprendista. Farebbe quindi per avvicinarsi al bancone dov'è ci sarebbe presente un addetto alla reception, l'unico che effettivamente può e DEVE rivolgersi per quel problema e che, vista la distanza, deve per forza di cose aver sentito tutto <Venga pure qui e mostri i volumi> Inviterebbe quindi la Ishiba ad avvicinarsi e porre i volumi sul bancone <Potrebbe fare dei controlli, per favore?> Rivolto ora al receptionist che, quando e se la kunoichi abbia tirato fuori i volumi, procederebbe alla corretta riallocazione dei documenti. Passerebbe poi l'attenzione al biondo che sembra, finalmente, fare una richiesta a cui forse può fare qualcosa. Non bada molto a come elabora la richiesta, ormai ha capito che si trova davanti a una creatura lontana dal suo habitat naturale <Uhm... dei libri sulla storia della genetica kusana...> Destra che va sul mento, meditabondo, mentre cerca di fare mente locale <Non ne so molto personalmente, ma dovremmo avere qualcosa. Se non sbaglio nel settore... 4-C?> Domanda poi al receptionst, che annuisce, confermandogli il numero del settore <Ecco> Rivolto infine all'otiano, a confermargli che le sue ricerche potrebbero iniziare ad andare a buon fine <Posso accompagnarti, se desideri> Proporrebbe infine, lasciando perdere anche lui le formalità <Dopo che abbiamo risolto questo problema> Specificherebbe, non dimenticandosi la priorità dei problemi in quel momento [ Chakra OFF ]

19:10 Sango:
 < bene > lo sguardo che torna all'Uchiha in un attimo con quel vago sorriso a sollevar su le morbide labbra gemelle < la pioggia ha molto più da offrire, specialmente in quanto storia > se gli piacciono intrighi, sangue, rivolte popolari, e poteri oltre l'immaginario quello è il loco, ovviamente arrogante come suo solito nel metter il proprio villaggio su un piedistallo rispetto ad altri, specialmente quello dell'erba. E lo spettacolo comincia, il povero Shuuya messo in mezzo a quell'odio millenario per puro caso, o sbaglio, prendendosi di petto il fare dell'ex jonin. Lo minaccia con quei fuuda come fossero lame, e potrebbero diventarlo in breve tempo se solo volesse < non ringraziarmi Shinsei > non sa nemmeno perchè dovrebbe ringraziarla, nemmeno se sta ringraziando direttamente lei dato che lo sguardo al momento è per il Kanzaki presente contro cui si troverà ad inveire e minacciare, e andrà anche lei al bancone stesso ponendosi davanti, poggiando su quello stesso tavolo i fuuda, ma sorridendo questa volta, inquietante , abbassando la voce in quello stesso istante, poco più di un sussurro che apparirà smielato, dolce < credete che mi metterò a leggere anche i vostri libri o i titoli?> continua quel sorriso < ho già sprecato troppo chakra anche solo per riportarli qui > ordini dei superiori, dannati siano loro ! Insieme ad una sequela di insulti mentali per tutti i kami, gli stessi che si stanno divertendo nel vederla di nuovo li < pensateci voi a riportarli al loro posto, e a usare il chakra per sbloccarli > una tecnica invero basilare per chiunque abbia almeno la conoscenza delle basi ninja e del chakra, son stati tutti caricati con pochissimo dello stesso non avendo invero alcuna intenzione di preservarli lei stessa. Lo sguardo che solo adesso, poco più calmo, andrà di nuovo alla ricerca dell'Uchiha spettatore di quella piccola scenetta < Kusa non ha nessuna tradizione importante, tantomeno genetisti. Tutti coloro che lo furono erano del suono , Kusa ha semplicemente rubato, come suo solito da altri > taglia corto la stessa rossa in base alla propria esperienza personale e alle proprie di informazioni < è l'ultimo paese ad esser nato , infatti saranno al secondo Kage > in tutti quegli anni averne solo due pone già una giovane nascita per tutti loro < se ovviamente non pensi che colui che che fu il precedente kage non era altro che un assassino di consigli, colui che utilizzò Ame per i suoi diletti > ecco da dove nasce la rabbia < rendendoci schiavi e privandoci della libertà della nostra casa > par li li per scoppiare e sfogarsi direttamente verso Shuuya stesso, eppure mantiene quella lucidità per non attaccarlo, dopotutto non ne verrebbe nulla per lei in quel momento, e sarebbe un grave errore attaccar qualcuno in un loco del genere alla luce del giorno . E almeno il giovane kusano non avrà l'ardire di andare a metter bocca su quell'errore, ovviamente non suo, ma pare che il superiore sia andato altrove, probabilmente a sollazzarsi chissà dove nella pace dei sensi d'aver trovato un personale schiavetto a cui dare un pò di mansioni in più . [Fuuda sigillati con 1 punto chakra l'uno]

19:24 Shinsei:
  [Archivio] Bisogna dargliene atto, l’occhialuto Shuuya reagisce da vero professionista all’ira dell’Ishiba. Non si scompone, anzi, si impegna a risolvere il problema. Avrebbe potuto reagire in qualsiasi altro modo, e invece. Restano tutti pensieri nella sua testa, nascosti dietro una maschera senza emozioni, altera. Quando ascolta le parole di Shuuya sposta di nuovo lo sguardo a cercare il suo. È un commento all’accenno che ha ricevuto, per una persona normale sarebbe una normale conversazione, ma non per lui. Inarca un sopracciglio. <Non è stata colpa tua? E di chi?> Chiede. Il tono interrogativo è gelido, sembra di colpo particolarmente interessato. Perché è lui a prendersi le cazziate? In che mondo questa cosa è giusta? Non nel suo evidentemente. Ed eccola li la manifestazione dell’ossessione che prende il sopravvento. Una piccola cosa, come un ragazzo che si becca una sgridata per una cosa che non ha fatto <è… è il tizio che hai chiamato Sempai prima? È lui il responsabile?> L’espressione d’improvviso diventa dura come la pietra. Ha completamente ignorato con la sua ragione la conversazione che Shuuya ha avuto con il suo superiore e il modo secco con cui l’ha respinto, ma l’inconscio evidentemente è diverso. Glie la ripropone di fronte agli occhi, distorta, o forse sincera ed è il mondo ad essersi incancrenito al punto da ritenere normale una cosa del genere? Senza tanto riguardo inizia a camminare, superando entrambe le figure di due archivisti, una di ame, l’altro di kusa. L’ha visto scomparire dietro qualche scaffale di libri. È un incedere lento, ma l’attenzione ha completamente rimosso tutto quello che non è la ricerca dell’incapace che ha usato come scudo il povero Shuuya <HEI!> urla. Non si urla negli archivi. Proprio no. Resta dura l’espressione in volto, le iridi oscure, invece di vagare pigre qui e la, saettano. È a caccia.

19:49 Shuuya:
  [Archivio] Presso il bancone, aspetterebbe l'avvicinarsi della rossa, che continua con il suo modo arrogante. Il sussurro di lei porterebbe semplicemente il Genin a muovere le iridi castane verso la sua direzione, senza però voltarsi. Aspetta che la donna sputi la sua dose di veleno, quindi chiuderebbe gli occhi sibilando un <Molto bene> Anche qui, dando fondo a tutta la sua, ancora acerba, professionalità. Un cenno al receptionist, quindi, che procederebbe ad estrarre i volumi dai vari fuda con l'apposito uso del chakra. Lui non si sogna di toccarli, non intende interagire più del necessario con i danni provocati da qualcun altro, perlomeno non in quel contesto <Oh, verrà fuori, stanne certo. E sono abbastanza sicuro che riceverà la strigliata che si merita> Afferma sicuro. Sa di suoi superiori che sono particolarmente severi su queste cose. Quando uscirà fuori il nome, dovrà avere un'ottima scusa per non beccarsi una qualche punizione di chissà che tipo. Resterebbe poi ad ascoltare Sango che continua a vomitare veleno, passando ora proprio su Kusa, verso cui sembra covare un risentimento piuttosto profondo. Di quelli che provengono dall'esperienza diretta. Storce appena il naso quando definisce lo Shodai Hasukage come semplice assassino di consigli, visto che lui, il Kanzaki, stava per restarci secco a causa di quel Consiglio. In quanto kusano sicuramente non gli va molto a genio che la Ishiba denigri così tanto Kusa, nel suo settore per giunta. Ma cerca di cogliere il momento più come una occasione di studio. Sta osservando il racconto della storia dagli occhi di un altro, di chi si trova, per così dire, dall'altra parte. Non si trova nella posizione di giudicare. Semplicemente, come al solito, chi viene dopo si becca gli strascichi dei passi falsi (voluti o meno) compiuti da chi è venuto prima ed è stato in posizioni di potere. Un po' come il disguido dei volumi mischiati che è avvenuto appena in quel momento. Shinsei, poi, ritorna alla carica, come mosso da un improvviso impeto di giustizia incontrollata <Non saprei, non ne sono sicuro. Di solito...> Interrotto, poi, dall'urlo di lei. In un certo senso si aspettava una scenata del genere da lui, ma il fatto che sia successo davvero lo sorprende comunque. Occhi che si allargano appena, allarmati, mentre sente su di loro gli sguardi di alcuni membri dello staff <A bassa voce!> Esclamerebbe, cercando di mantenerla anche lui, la voce bassa, mentre scatterebbe per mettersi di fronte all'otiano, così da bloccarlo e cercare di disinnescare la tensione. Mani poste davanti, come a invitarlo a calmarsi <Sono abbastanza sicuro che non sia stato lui. Di solito si occupa di altri settori> Spiegherebbe, con un tono che andrebbe a cercare la calma, anche propria <Ti sono grato per l'interessamento, ma ti assicuro che quello che ha sbagliato passera un brutto quarto d'ora, e io non avrò alcun problema> Un po' meno sicuro dell'ultima parte, la vita è stronza, si sa, ma fin'ora lui si è comportato da manuale, con testimoni, quindi è improbabile gli succeda qualcosa <Quindi, giustizia fatta. Tutto a posto. D'accordo?> Terminerebbe, sperando di aver placato la belva [ Chakra OFF ]

20:10 Sango:
 Non che le importi davvero da chi provenga il problema, di chi sia stato l'errore, e lo stesso archivista potrà leggerlo nelle proprie iridi, di come il proprio odio non venga direttamente da lui, ma da qualcuno che vi era prima di lui, colui che veniva idolatrato nonostante abbia preso con la forza il potere uccidendo tutti coloro che v'erano prima, colui che mise in ginocchio un intera nazione per il suo assurdo potere e volere di controllare un paese centrale nel loro mondo, un posto decisamente utile per i commerci. Ma la voce successiva dell'Uchiha andrà a far spostare la concentrazione su di lui con un breve sospiro < non urlare Shinsei , non ci sarà bisogno di farlo > non che siano una biblioteca fatta e finita, eppure ci son modi di comportamento da utilizzare, nemmeno lei s'è mai permessa di urlare in luoghi del genere < non potrai aspettarti nulla di più qua dentro > se desiderano un paladino della giustizia, non sarà di certo lei ad intervenire e difendere dalle proprie accuse qualcuno che non c'azzecca nulla , in effetti è colei che ha rinfacciato con nonchalance ciò che molti tentano di coprire e cancellare, ma si può davvero cancellare il passato? No, non quando ci saranno coloro che ancora ricordano e che hanno vissuto e visto coi propri occhi chi era l'ultimo Tessai. < bene, dopo di questa direi che posso andarmene > si insomma, ha fatto ciò che le è stato ordinato di fare, nulla di più, non compete a lei risolvere casini , non quando è più avvezza a crearne di nuovi e di coloriti come in questo giorno < come mai ti interessano informazioni sui genetisti?> ne ha conosciuti sebbene sia sempre riuscita a tenersi lontana dalle loro grinfie e dai loro lettini di morte, ha già i suoi problemi , quelli di una mente rotta da tempo e di una discesa verso il proprio baratro interiore di follia, dolore e rabbia. Un mix devastante che ha creato col tempo la donna che è adesso, terribile, seppur non abbia nemmeno le tigri dalla sua parte adesso. E prima di tornare a far il proprio di volere indossando le vesti della Shinsengumi, darà interesse a quel giovane ragazzo, e il kusano potrà notare un cambio quasi improvviso di tono, vocalità, più calda e avvolgente < non so nemmeno il tuo nome > no, non si volge mica al conoscente, ma al povero dietro la sua postazione , lanciandogli uno sguardo bieco donando solo il proprio profilo.

20:10 Shinsei:
  [Archivio] Effettivamente a guardarlo sembra uno pronto a far casini, c’è da dirlo. Certo quell’aria perennemente inespressiva e austera lascerebbe intendere altro. Anche l’Ishiba non ha conosciuto certo uno Shinsei così impulsivo. No, non è un comportamento normale, il problema è che probabilmente nessuno li può saperlo. Le iridi ancora saettano in giro, oscure e scintillanti d’adrenalina. Mentre addirittura la mascella si serra, insieme, a un pugno. È nel suo tunnel di follia, deve trovare il responsabile. Se ha ragione Sango, e guai a contraddirla, e se anche Shuuya non ha torto, allora c’è un cerchio che non si chiude, e questo, in qualcuna delle schegge di vetro che ha conficcate nel cervello questa cosa deve essere risolta. Per fortuna, però, ancora una volta, Shuuya si comporta alla perfezione. Il primo invito ad abbassare la voce viene completamente ignorato dal biondo, che è palesemente intento a guardare in faccia i vari membri dello staff che si sono girati. E forse Shuuya deve ringraziare che non trova quello che gli ha risposto male. Eppure, d’un tratto, come se avesse incontrato una parete di vetro, Shinsei si ferma proprio a mezzo centimetro dalle mani poste in avanti dell’occhialuto. Perché? Potrebbe essere la sua insopportabile ritrosia al contatto fisico ad averlo fermato, potrebbe essere la voce della rossa che contemporaneamente lo invita a calmarsi. È impossibile da dirlo. Le iridi piano piano rallentano, e si piantano, come sulla preda, sull’occhialuto per primo, per poi voltare il capo, il torso, le anche e una dalle due gambe di tre quarti per aver modo di accogliere nel suo campo visivo di nuovo Sango. Come se lei l’avesse chiamata. Bisogna esser gravi che la crisi psicotica fosse lieve, forse. <Non sono sicuro mi servano informazioni storiche.> Afferma secco, ovviamente all’indirizzo dell’occhialuto Shuuya <Ho bisogno di sapere se c’è oggi qualcuno in attività che era all’opera… diciamo una decina di anni prima di quello che vi ha portato a fondare questa città> Si esclude dal discorso, perché non ne sa niente di quello che è successo. O meglio, sa molto poco, sa quello che gli ha detto Sango e poco altro, e proprio al suo indirizzo dirige uno sguardo che, lei potrà notarlo solo se ricambierà lo sguardo, per un attimo si spezza <io… devo rimettere insieme i pezzi> cos’è quella, incertezza? Debolezza? No, non per lui, si raddrizza, austero come sempre, saettando di nuovo verso Shuuya <dove?> chiede secco.

20:23 Shuuya:
  [Archivio] Anche la rossa interviene, a suo modo, per cercare di placare l'otiano. E, vuoi per la competenza di Shuuya, vuoi per l'autorità che la amese sembra suscitare sul biondo, questi si ferma. Quando lo fissa, anche il kusano ricambia lo sguardo, abbassando appena il volto. Uno sguardo sottile e affilato. Non tanto minaccioso, quanto presente. Lo sguardo di un guerriero, o comunque uno che si addestra in quanto tale. Quando lo vede calmarsi e passare poi al discorso di prima, anche l'apprendista archivista si rilassa, mettendosi in una posizione retta e basilare, ascoltando il suo dire. Un lieve sospiro, prima di tornare ad adempiere la propria mansione <Be', dovrebbe essere lo stesso. Se indicato sui libri, dovrà uscire fuori il nome di qualcuno ancora in attività. Ma, come ti ho detto, personalmente non posso fare altro che indirizzarti verso le informazioni> Spiegherebbe, con calma. Poi arriva la domanda di lei. Viene colto quasi alla sprovvista, più che altro per il tono con cui gli si rivolge. Stavolta, una volta tanto, non sembra sputargli veleno contro. O forse sta solo facendo sì che il kusano abbassi la guardia per inondarlo di nuovo di maleparole <Shuuya> Si presenta quindi, rivolto un po' a entrambi <Kanzaki Shuuya> Ripeterebbe, stavolta includendo il proprio cognome. Quando sente l'altra domanda di Shinsei, riguardo l'ubicazione del settore in questione, annuirebbe <Seguimi pure, ti guido io. Se non serve altro> Ultima domanda rivolta verso la Ishiba, pronto a beccarsi altri improperi [ Chakra OFF ]

20:30 Sango:
 Eppure nonostante il proprio comportamento, derivato da un odio scellerato per coloro che vivono in quel di Kusa, la reazione di Shinsei basterà a farla placare. Decisamente .. strana, quasi eccessiva, nel guardare le sue stesse mani strette in pugni chiusi , tremante quasi d'una follia che si rivela simile alla propria. Uno specchio rotto, frammenti e brandelli di una mente contorta, seppur in modo differente. Ella non possiede alcuna incertezza, paura, non mostrata almeno. E al suo quasi colpire il povero Shuuya a cui dovremmo fare tutti una statua di calma e serenità , andrebbe anche lei a muoversi, sebbene con la giusta calma, osservando il fare altrui, ogni movimento, ogni cosa, il suo stesso viso, le emozioni che lo pervadono, per provare anche lei ad accorciare quei metri che li separano entrando direttamente nel suo spazio personale, si, ma senza osare toccarlo. Ricorda ancora la reazione del loro primo incontro nel solo poggiare una mano sul suo braccio, di terrore, paura, repulsione, rabbia perfino. Lo sguardo che non lo perde di vista ignorando momentaneamente l'occhialuto vicino < potrebbero esserci > la voce che par esser più calda, intima adesso, d'una confessione fatta a bassa voce < non so quanto troverai qui > un invito a concentrarsi sulla propria voce, a calmare il proprio estro, sebbene lei abbia usato parole taglienti ed avvelenate è sempre rimasta calma nel non prendere davvero a pugni il kusano vicino. Ma lui c'è andato veramente, troppo, vicino. Osserva quello spezzarsi nelle profonde iridi scure, di un animo che qualcosa cela eppur che par richiamarla in qualche modo , portandola a sospirare brevemente rivendendo qualcosa del passato < ..capisco > una sola parola, qualcosa che non dovrebbe esser visto da alcuno, una debolezza che si cela di nuovo dietro una corazza austera e impassibile, di un corpo ben allenato . Non sarà quello il momento di chiedere ne il luogo adatto, avrà il suo momento per capire cosa vi sia . La destra della rossa che in quello stesso momento parrebbe salire, come a volergli mettere una mano sull'avambraccio vicino, prima di tirarla di nuovo al proprio fianco < dovresti controllare al reparto anagrafe > un suggerimento per entrambi, i libri posson raccontare, ma non sanno nemmeno quanti siano vivi < e in ospedale, a Otogakure c'è un settore dedicato alla genetica > di esperimenti a loro sconosciuti, di innate impiantate in altri esseri, di cose che forse non dovrebbero mai vedere la luce del giorno. < oh beh, almeno non siete un kokketsu, facciamo passi avanti > si, si sta volgendo direttamente a Shuuya, per non perdersi nemmeno quello sguardo sottile che ha lanciato, chissà che.. < no, non mi serve altro > eppure non si smuove in verità, osservando il fare dell'Uchiha, per comprender se si sia effettivamente ripreso o meno. Come mai tutto quel riguardo? Non saprebbe dirlo nemmeno lei invero. Sarà un mistero per tutti e tre.

20:52 Shinsei:
  [Archivio] No, quella debolezza non c’è stata. Non l’ha vista nessuno. Deve convincersene il biondo, per resiste alla tentazione di voltare le spalle a tutto, scavalcare le mura e andarsi a cercare una morte veloce, schiacciato da qualche bestia. Di si curo nulla è più visibile. Tutto è rientrato. Ascolta le indicazioni dei due che, c’è da dirlo, si dimostrano essere degli archivisti ben più competenti del loro ruolo che ricoprono <Anagrafe.> ripete la parola della rossa, e la dirige direttamente, con uno sguardo, allo Shuuya, per poi ascoltare il seguito di quella frase che la rossa gli rivolge. Ospedale, Oto, settore genetica. Annuisce ancora, piano, solo una volta <Ci andrò.> Commenta schietto. Una promessa, come se ce ne fosse bisogno. <Sono partito dal punto più lontano per stringere il campo.> strategie di ricerca. Inseguitore. D’altronde l’ha detto lei, Kusa ha rubato genetisti, deve esserci stato un qualche contatto. Torna con lo sguardo oscuro su Shuuya. E mentre l’altro lo invita a seguirlo Nella mente del biondo risuola quella frase. La mascella s’irrigidisce. <Aspetta.> Verso Shuuya Perché non ci ha pensato prima? Ha una fonte diretta che potrebbe aiutarlo proprio li davanti. Torna con lo sguardo profondo su di lei, accompagnato dal volto affilato, e da tutto il corpo <Per caso ne conosci? Genetisti abili, magari abbastanza abili da essere sopravvissuti a…> Si ferma. Per tatto. Conscio che probabilmente potrebbe continuare <Congelati o meno.> Tutto fa brodo <Magari con nomee particolari. Non…> la mascella si serra di nuovo. Non è tranquillo a parlare di quelle cose. Pessima idea, si. <Non proprio eticamente impeccabili.> Si sforza di edulcorare, mentre riprende il controllo. Come definire qualcuno che avrebbe potuto partecipare ad un programma come quello che ha subito? Non c’è un modo giusto. Qualsiasi informazioni potrebbe essere utile, ed è per questo che l’attenzione è sull’Ishiba, completamente. Le dovrà più di una spiegazione, il prima possibile, e arriverà quel tempo. Ma ora c’è una caccia da portare avanti.

21:31 Shuuya:
  [Archivio] <È vero, quello potrebbe essere un ottimo punto da cui potresti iniziare> Confermerebbe il kusano a sentire il suggerimento di Sango. Effettivamente quella potrebbe essere la strada più diretta per trovare le informazioni che cerca, anche se per quanto gli riguardo lui non l'avrebbe fatto. A meno che non avesse avuto bisogni più impellenti che lo avessero spinto a tanto. Incuriosito dalla specificità dell'ospedale indicato dalla rossa. Che lui sappia, ogni ospedale (quale più sviluppato di altri, quale meno) ha un settore di genetica. Quindi penserebbe che il biondo abbia a che fare con Otogakure, magari perché ne è cittadino. Ma è tutta supposizione senza vere basi. La Ishiba poi commenta la presentazione di Shuuya in un modo particolare. Non può non conoscere il clan Kokketsu, e il modo di cui ha parlato dello Shodaime gli fa fare due più due, portandolo a pensare che la kunoichi covi qualche odio profondo nello specifico verso Yukio. Per lui ha avuto un ruolo diverso, è stato colui che ha posto fine alle folli tasse del Consiglio. Ma non arriva a idolatrarlo, più che altro perché il ruolo di idolo è già occupato da un'altra persona, anch'essa partecipante alla ribellione contro il Consiglio, e che per quanto gli riguarda ha tanto merito quanto il Kokketsu nella risoluzione di quella crisi. Un po' pensieroso, al sentire le parole della rossa, che poi gli conferma come non abbia più richieste da fargli. Resterebbe ad ascoltare le domande di Shinsei, fino a quando una sua superiore (chiaramente, quindi, non quello di prima) non lo chiama "Ehi, Kanzaki. Se hai finito, dammi una mano qui". Il kusano si gira verso di lei, annuendo silenziosamente, per poi rivolgersi ai due estranei <A quanto vedo, sembra che non serva più che ti guidi al settore> Verso il biondo <Io ora ho altro da fare. Se decidi di andare effettivamente a controllare qualcosa qui, puoi chiedere a qualcun altro che ti guidi. Settore 4-C> Ripeterebbe per assicurarsi che si ricordi quella combinazione <Con permesso> Sempre calmo nel tono, professionale. Si congederebbe, così, tornando a mansioni probabilmente molto più attinenti al proprio ruolo, mentre nella testa cerca di elaborare quel che gli è successo quanto più possibile come un momento di crescita, con spirito da praticante di spada. Dopo un duello formale fra spadaccini, vincente o perdente, si ringrazia l'avversario, perché si è imparato qualcosa. Sì, però se quell'archivista nullafacente che ha creato il casino si beccherà un richiamo o qualcosa del genere, di sicuro non può che fargli piacere [ USCITA ]

21:36 Sango:
 Il momento che vola velocemente, così come è arrivato, una piccola tempesta ormai acquetatasi , così come la rossa stessa, decisamente pensierosa , troppo dallo stuzzicare con le parole il nuovo potenziale futuro archivista. Dona le proprie informazioni, eppure qualcosa brulica nella mente, qualcosa di particolare, di un giorno in una guerra a Kiri, dentro una delle tende dell'accampamento. Di un bisturi posto alla propria mano, di un congelamento di cui l'altro parla che la irrigidisce sul posto evidentemente, dimenticandosi per qualche attimo ove si trova. Andrà a volger per un ultimo momento lo sguardo a Shuuya stesso , lieta che potrà lasciarla un attimo sola con il biondo , prima di asserire seria < ho un nome > ne ha uno in effetti, come ha fatto a non pensarci prima ? Ma qualcosa la frena dal dirlo adesso, un nome particolare per cui in verità dovrebbe provare odio ma per cui non ne prova, ma questi sono legami che devono esser raccontati in una sede separata, diversa da quella, troppi occhi , troppe orecchie indiscrete, il primo tra tuti e ancora vicino. E lo stesso a cui lancia uno sguardo sottile, simile a quello d'un felino < e forse non dovrai nemmeno fare tutti questi giri.. ma > si, c'è sempre un ma < in questo mondo nulla viene dato per nulla > uno sguardo d'allarme potrà leggere il giovane biondo nei propri occhi, ma di certo non toccherà mica a lei distoglierlo da ciò che ricerca, che sia verità, vendetta, qualcosa che possa smuoverlo in quel modo esula da una mera ricerca solo per diletto. V'è qualcosa di più personale, e rivede una piccola fiamma accendersi < non posso stare un altro minuto ancora qui > decisamente infastidita da tutto quanto, per volger le spalle all'intera area e anche al biondo stesso, portando avanti il proprio passo con decisione estrema verso l'uscita, che venga seguita o meno non andrà a obiettare, non ancora al momento insomma. Ovvio che andrà a tornare al proprio settore, Amegakure non è poi troppo lontana da li, avrebbe sorpassato uno dei due ponti sospesi su quel piccolo fiume prima di inoltrarsi di nuovo nel regno della pioggia. Eppure questa ancora non scende, il cielo libero, uno spicchio di luna pallido sopra le loro teste, ha perso davvero troppo tempo ripensando a Yukio . Che sia dannato lui e tutta la sua stirpe! [end]

22:04 Shinsei:
 Shuuya viene lasciato troppo tempo ad attendere e, ancora una volta nel più professionale dei modi, si sgancia dalla conversazione. È il biondo ad essere stato maleducato, se proprio vogliamo dirla tutta, gli ha fatto spendere tutto quel tempo per niente. Eppure quel biondo non se ne accorge, non è li la sua attenzione, ne da nessun altra parte che non sia Sango Ishiba. Lo sguardo, austero e inespressivo, si tinge di colpo di stupore. Quelle tre parole, ho… un… nome… gli rimbombano in testa e martellano la mascella si serra, ma non si concede altra reazione. Avendola ancora davanti, e riceve anche la rassicurazione di non dover star tanto a girare per archivi, che visto l’inizio è meglio lasciar perdere. Non riesce a ragionare, si sforza di respirare e quando la rossa pronuncia quel.. M A… l’altro serra subito la mascella e chiude per un lungo attimo gli occhi. Ci ha sperato, bisogna ammetterlo, di aver trovato una persona disposta ad aiutarlo senza tornaconto. Abbassare le difese non è mai un bene. Con nessuno. Maledetto te. Saresti dovuto svenire dalla fame quella sera, piuttosto. Deglutisce, trattenendo a stento un tremito delle labbra. Non risponde subito. Schiude di colpo gli occhi quando l’altra si volta e annuncia la sua ritirata. No, non finirà così. Allunga rapido una mano ma la ferma a mezz’aria <…> Probabilmente non è salutare neanche per lui parlare li. O meglio, non lo è per le persone che ci sono in giro. Non sono cose che da dire in un posto pubblico. Ma per nessun motivo si lascerà sfuggire quel nome. Gli SERVE. Pianta lo sguardo oscuro sulle spalle dell’Ishiba e la segue. Non un saluto, non gesto indietro. Come se non esistesse più niente. No, Shinsei, non ci sai stare tra le persone.[END]

Shuuya si trova presso l'Archivio della Piazza Centrale del settore di Kusa quando entrano Shinsei e Sango. Mentre il biondo cerca informazioni senza nemmeno essere sicuro inizialmente di dove si trovi, la Ishiba si lamenta con Shuuya per un disguido di collocamento di alcuni volumi tra l'archivio del settore di Ame e quello di Kusa e coglie l'occasione per esprimere tutto il suo astio verso Kusa. E Shuuya, come ogni apprendista, si sorbisce la strigliata pur non essendone responsabile