Libertà

Free

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15:19 Kan:
  [Sentiero] Lento il moto del Sumi incedendo lungo il sentiero nel bosco dei ciliegi dopo il recente scontro. Il pensiero verte su quanto ha avveduto, una maschera da demone e un nome, ben marcati nella propria mente ancora in alto mare, fatica enorme nel ricordare la visione del passato, il momento esatto in cui ha potuto notare tali simbolo non indifferente. Il mal di testa avanza continuo non donandogli tregua alcuna, al contrario, peggiora man mano cerchi di ricordare. Buio, oscurità, totale assuefazione dell'intelletto per via di due anni di coma capaci di rovinare un cervello perfetto, una mente geniale con capacità memorizzanti a dir poco impressionanti. Dorate portate verso gli alberi, la fioritura è in procinto di avvenire, tale la tranquillità del luogo da permettergli un pensiero leggermente più calmo, assennato in attesa di incontrare Saigo al quartier generale della Shinsengumi. L'outfit odierno del Sumi risulta profondamente cambiato, un modo radicale per decretare il nuovo modo di vestire, totalmente opposto al precedente, diverso nei colori, nei tessuti e nelle stesse vesti prescelte per l'occasioni. Nera maglietta a maniche lunghe, di sottile fattura, sovrasta l'intero busto in maniera aderente delineando il fisico, collo alto coprendo il collo per circa la metà di esso; pantaloni di un nero leggermente più chiaro sugli inferiori arti ricadono fino a metà della coscia essendo inseriti in calzari, anch'essi del medesimo colore seppur presentino il bordo di un grigio chiaro con varie linee dello stesso colore. I pantaloni su di essi presentano medesime linee a decorarli ma di un color rosso tenue, simile a del sangue. Cintura passa per la vita dalla fibbia grigia recante il simbolo del proprio clan. Lungo giaccone nero vien riposto al di sopra della maglietta con lunghe maniche ricadendo per tutta la figura dell'albino fin a metà polpaccio. Bordi di esso contornati dal grigio come mera decorazione, il tutto è concluso da una cinta dello stesso tenuta sciolta. Sulla cintola dei pantaloni è riposto un portaoggetti contenente al suo interno fuda e inchiostri speciali donati direttamente dal clan per portare a compimento l'atto liberatorio del dogma Sumi. Bianca chioma spettinata eppure mai in disordine ricopre il capo discendendo ben oltre il collo dal volume piuttosto basso nonostante tutto. Squadra appena tutti quei passanti, le coppie, le famiglie, nessuna di esse riceve le dovute attenzioni evitando accuratamente ogni figura priva di importanza relativa alla propria causa. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:33 Furaya:
 Passeggia, nient’altro. Deve togliersi dalla mente la missione alla quale ha partecipato di recente, assieme al nervoso che – senza dubbio – il fare di Sango ha suscitato, ma per il quale non c’è neanche bisogno di prendersela più del necessario. Pensa davvero di farle un torto o di incuterle timore nel parlarle in quel modo? E’ stata un’inutile perdita di tempo, tuttavia quella faccia avvampata di rabbia per averla battuta in una sfida che lei stessa aveva fatto cominciare… oh, le basta. S’è questo il pegno da sopportare, va bene così. Sta di fatto che dovrà avere a che fare con Nejo, è certa del fatto che avrà bisogno di molte spiegazioni. Sospira, passandosi una mano tra i capelli. Deve anche parlare con Mattyse a proposito d’una scelta – una presa di consapevolezza. Se son tornati dal passato e pretendono che i villaggi tornino ad essere come una volta, perché non riportare in auge qualcosa d’altrettanto vecchio e storico? <…> A tempo debito, a tempo debito. Per necessità, nonché per l’arrivo d’eventuali intemperie dettate dall’arrivo dell’autunno, è andata alla ricerca d’un outfit che facesse al caso proprio. S’è munita d’una camicia bianca dal collo alto, abbottonata sin ad altezza del seno e col colletto sbottonato, ben ripiegato ai lati. Le maniche son lunghe con doverosi polsini anch’essi allacciati come si comanda attorno ai polsi. Al di sotto delle suddette, è posta una coppia di vambracci metallici che ne circonda totalmente l’avambraccio sin quasi al gomito in qualità di protezioni. Le estremità del vestiario citato son infilate in una gonna sottostante a vita alta, la quale circonda inesorabilmente i fianchi della fanciulla. È nera con dei bottoni dorati posti sulla destra e fungenti da chiusura ermetica dell’indumento. Essa giunge a metà coscia, lasciando il resto delle flessuose gambe ben in vista eccezion fatta da metà stinco in giù. Qui, infatti, prendono posto un paio d’anfibi dalla suola alta, al cui interno son stati sistemati degli schinieri in modo che, come i vambracci, fungano da protezioni per le inferior leve. C’è ovviamente da considerare anche l’equipaggiamento del quale non fa letteralmente mai a meno. La vita è circondata da una cintura in cuoio nera e piuttosto spessa, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Il cielo è sol ogni tanto attraversato da nubi innocue, affatto cariche di pioggia per il momento. Quindi, si bea del chiarore del sole, del suo stesso calore e dell’illuminazione che permette al Bosco dei ciliegi d’esser altrettanto magico. Non s’accorge ancora di Kan, immersa nei suoi pensieri e nelle sue farneticazioni. [ Chakra ON ]

15:35 Akaya:
 La giovane Nara si trova seduta all'ombra di un ciliegio con le gambe ripiegate così da appoggiare i propri talloni sulle proprie natiche e tenendo la schiena appoggiata ad uno dei tanti alberi di ciliegio che divide quei due settori. Indossa il suo solito vestiario composto da una maglia smanicata bianca con i bordi ricamati di nero sovrastato da un piccolo e leggero corpetto di tessuto nero chiuso all'altezza del diaframma con un singolo bottone. Le sue mani sono ricoperte da un paio di guanti neri dalle cui nocche escono dei lunghi artigli, tre per guanto ad essere precisi, e con l'ultima falange di ogni dito scoperta. Le sue gambe sono fasciate da un paio di aderenti pantaloni neri i cui gambali vanno ad infilarsi all'interno di un paio di stivaletti del medesimo colore. Un fiocco violaceo adorna la sua lunga e liscia chioma che nasconde un semplice auricolare per le comunicazioni, anche se ancora non è collegato a nessuno. Il coprifronte di Konoha viene tenuto attorno al collo come un foulard. La sua mano destra è chiusa a pugno eccetto che per l'indice ed il medio distesi a formare il mezzo simbolo della "capra" mentre dal suo cervelletto estrarrebbe dell'energia psichica cercando di farla discendere attraverso il midollo spinale. Allo stesso modo estrarrebbe l'energia fisica dalla zona addominale per farla risalire attraverso l'esofago. Entrambe queste energie poi andrebbero ad avvolgersi attorno al plesso solare, l'una sull'altra per mescolarsi con cautela e quindi cercare di generare quell'energia basilare chiamata chackra, che le servirà a breve [ Auricolare, artigli, coprifronte Konoha ] [ Impasto del chackra 3/4 ]

15:53 Kan:
  [Sentiero] Passo regolare quanto cadenzato permettono all'albino un proseguo della camminata senza intoppo alcuno, oltrepassando passanti, permettendo all'aria fresca di schiarirgli le idee rendendo la situazione meno nebulosa. Incredibile come dopo tanto tempo il passato giunga nel suo dolce tormento riportando a galla verità da sempre allontanate, indagini non volute, pensieri tanto distanti dall'idea di divertimento del Sumi. Inspira trattenendo copiose quantità di ossigeno nel proseguire con il proprio cammino. Persino Shizuka non è ancora messa al corrente delle novità, privato dell'idea di quando farlo, di cosa dirle eppure, effettivamente, cosa le può dire? Persino lui risulta all'oscuro di tutto, senza Saigo come indagatrice si ritrova perso, senza le nozioni della Shinsengumi totalmente fuori strada. Unica soluzione è l'attesa, la pazienza prima di poter effettuare qualunque tipo di mossa evitando, in tal modo, di incorrere in pericoli inutili di cui può fare benissimo a meno. Breve battito di ciglia, le dorate scrutano il loco notandone una figura a poca distanza, una donna dalla grande, quanto antica, bellezza intenta nel solcare quelle strade passo dopo passo. Una delle leggende ancora in vita, incontrata poche volte con l'ultima finita nel peggiore dei modi; il sol pensiero amplia le labbra dell'albino creando un sorriso divertito, risata trattenuta ricercando un moto di serietà con estrema fatica. Deglutisce aumentando il passo accorciando le distanze dalla Decima Hokage, ricordando il nome da lei offerto da pronunciare in pubblico <Pakkurida> esordisce improvvisamente rompendo il silenzio di entrambi, attirando la di lei attenzione su di se. Delinea le forme del corpo di lei, abbassato lo sguardo nello scrutarne l'outfit odierno, diverso dall'ultima volta, meno appariscente, ugualmente affascinante <Quando si dice la coincidenza, è incredibile come il fato agisca. Ha un modo tutto suo di prendere in giro> parla con lei, pensa ad alta voce mostrando quell'imperterrito sorriso, nascondendo ogni minima emozione, sentimento, non permettendo all'altra di guardare oltre la superfice da lui voluta <E' passato abbastanza tempo dal nostro ultimo incontro finito in un bagno d'alcol> ancora la risata è trattenuta, ripensa al bacio quasi avvenuto con ella. Un fallimento, uno dei pochi nella di lui carriera di marpionatore seriale; un tempo il desiderio di vittoria avrebbe fatto in modo di spingerlo ad agire nuovamente eppure, con i recenti avvenimenti, tale impulso è al quanto svanito nell'etere dell'esistenza provando per Furaya solamente un desiderio di conoscenza del passato, di apprendimento dell'inconosciuto. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

16:09 Furaya:
 L’avanzar lento prosegue, percorrendo il sentiero che conduce all’interno del Bosco. Adocchia qualche passante, delle coppiette, delle famigliole che fanno un picnic – “da quanto non ti prendi un po’ di tempo per tua figlia?”. Scaccia il pensiero in men che non si dica. Ci penserà a tempo debito. Tutto ha un suo percorso ed un momento propizio. Inspira e dilata la cassa toracica. L’aria fuoriesce dalle labbra appena schiuse. Tutto sommato, far sì che Senshi stia ancor tra le amorevoli cure di Tachiko le va bene, fintantoché non avrà terminato la sua battaglia. Una voce ne attira l’attenzione, altri non è che Kan. Solleva un sopracciglio, girandosi alla sua volta. Risponde ancora al nome di Pakkurida, dopotutto. Perché non dovrebbe? <Oh, Pakkurida è senz’alcun dubbio altisonante> Ammette, stringendosi nelle spalle e sorridendogli di rimando, seppur si tratti soltanto di mera formalità e circostanza. Il termine da lei scelto per rappresentarla indica il ruolo di capo branco, un ruolo che ha sempre ricoperto dapprima come capo Clan, poi come Generale Anbu e infine come Hokage del proprio paese. <ma ormai puoi chiamarmi anche Furaya.> Includendo uno dei nomi, seppur non le dispiaccia neanche il primo. Lo scelse di proposito, proprio perché la rappresentava in pieno. Inutile continuare a perpetrare un nome falso quando ha scelto di gironzolare per il Centro di Kagegakure con l’haori raffigurante la sua vecchia carica politica. <Ad ogni modo, temo tu stia girando attorno a qualcosa che premi dirmi. Non è così?> Il fato, l’ultimo incontro… Insomma, che la smetta di girarci attorno e parli chiaro. Ovviamente, il tono della rosata vien mantenuto assolutamente confidenziale. Non ha ragione per alterarsi e la sua è solamente una richiesta come un’altra, affinché possano avere una discussione sommariamente pacifica. Con la coda dell’occhio, dovrebbe rendersi conto anche di Akaya poco distante, dedita – come al solito – all’attivazione della sua tecnica preferita. <Akaya!> La richiama, ci prova, sollevando persino la mandritta verso l’alto, in modo che si possa far scorgere dall’altra senza dover troppo urlare. [ Chakra ON ]

16:24 Akaya:
 Continua ad accumulare chackra fino a quando non si ritiene soddisfatta. Quindi andrebbe a portare l'altra mano a contatto con la prima, intrecciandone le dita e facendo attenzione a non portare le lame troppo vicine al proprio volto, per completare il sigillo della "capra" mentre distribuisce una piccola parte di chackra all'interno del proprio corpo, in particolare sulla nuca e sull'estremità della propria colonna vertebrale che saranno le zone più influenzate dalla tecnica che sta preparando. Infatti si focalizzerebbe per immaginarsi se stessa con due principali modifiche: una lunga e sottile coda a pelo corto ed un paio di orecchie triangolari sulla nuca, sempre a pelo corto ed ovviamente spostando anche la posizione dell'auricolare affinché sia ugualmente utile. Il pelo sarà del medesimo colore dei propri capelli. Una volta soddisfatta con l'immagine generata, semplicemente attiverebbe la tecnica generando quelle modifiche temporanee. E mentre starebbe muoverebbe quelle nuove appendici per verificare la buona riuscita della tecnica, solleverà le proprie palpebre per indirizzare le iridi dorate ed un orecchio verso la fonte di quella voce familiare < Furaya-sama! > sorridendo nella sua direzione e sollevando una mano per ricambiare il suo saluto prima di distendere semplicemente le proprie gambe dopo aver piegato le caviglie per far toccare le punte delle dita al suolo, andando quindi ad alzarsi per poi iniziare ad avvicinarsi alla figura dell'ex Decima Hokage di Konoha [ Auricolare, artigli, coprifronte di Konoha ] [ Trasformazione 2/4 ] [ Chackra 28/30 ]

16:34 Kan:
  [Sentiero] A tal nome ottiene un palese riscontro, dopotutto ella ha donato il nominativo, difficile l'accadere del contrario ed arresta il passo ad un misero metro di distanza da ella ergendosi al di sopra della oramai quarantenne. Dorate incastonate nelle azzurre altrui osservandone la reazione, percepire l'emozioni all'interno di lei mentre il mondo intorno a loro continua a vivere come se nulla fosse, ancora immerso nella pace di Kagegakure. Sopracciglio sollevato, il destro, nel notare quel mero sorriso accompagnato da una frase al quanto insolita, specie dalla persona fornitrice di un nome del genere <Vuoi essere chiamata così hai detto, forse dovevi scegliere qualcosa capace di dare meno nell'occhio> non andando oltre in tal argomento, l'importanza è minima, quasi nulla agli occhi del Sumi la cui mente è portata in zone molte più oscure, su particolari ben più interessanti eppure una novità sopraggiunge. Chiamarla Furaya in un posto simile ha un solo significato, nient'altro, solo uno e basta ed il sorriso è ampliato, divertito si ma anche straniato <Hai smesso di nasconderti uscendo allo scoperto, Furaya?> incuriosito dalla questione in corso, enormi i progressi dall'ultima chiacchierata fatta, abbastanza da spingerlo ad abbandonare qualsivoglia pensiero in merito. Uscire allo scoperto in un mondo il cui odio verso gli antichi ninja vien toccato con mano denota coraggio, iniziativa, un piano alle spalle; non ci vuole un vero genio per comprendere ciò seppur la portata ne l'ideologia del piano rimangano sconosciuti. Scuote il capo al quesito preposto scostando appena le dorate <No, in verità vedo solo ironia. Il passato torna a farmi visita e la cosa mi diverte, mi destabilizza e mi fa incazzare, tutto qua Decima> proclamandola col nome di un tempo oramai remoto, distrutto dagli eventi del mondo. Inspira lasciando alla mente il compito di formulare un pensiero non indifferente, distante dai precedenti comportamenti <Senti...prima, ai tuoi tempi, com'era?> tornando nel fissarla <Intendo uscire dal villaggio, girare il mondo senza..beh, doverti guardare troppo le spalle, ecco. Com'è il mondo la fuori?> fastidioso il mal di testa, esso torna nel visitarlo costringendolo nel mostrare lieve sofferenza, strizzati gli occhi, pesante il sospiro effettuato dal Sumi deglutendo, buttando giù saliva in eccesso prima di udire un nome con cui distrae se stesso. Iridi svoltano verso Akaya, sorpresa, stupore; labbra appena schiuse denotando coda e orecchie da gatto sull'altrui corpo. Destrorsa sollevata, indica palesemente la Nara gattara <Oggi non ho ancora bevuto, quindi perchè vedo su quella orecchie e coda da gatto? Che cazzo c'era nel ramen di Ichiraku?> Furaya è persa di vista, tutta l'attenzione vien focalizzata sulla genin. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

17:03 Furaya:
 Sul capo della piccola Nara, sbucano un paio d’orecchie da gatta ed una coda dietro la schiena. Niente di nuovo per la Decima, differente è per Kan che reputa – a momenti – d’avere le traveggole. Scuote il capo innanzi alla prima considerazione altrui, poiché non ha mai avuto alcuna intenzione d’aver qualcosa di ben poco scenico che la raffigurasse. Il nome di Pakkurida ha fatto comunque parlare di sé, dopotutto, e nonostante questo non erano riusciti a capire chi fosse – quanto meno chi è al di fuori del Consiglio e della Shinsengumi. <Assolutamente no, va bene così.> Si stringe nelle spalle subito dopo, portando le braccia a piegarsi dietro la propria schiena. Il polso viene circondato dalle falangi e dal palmo della mano opposta, permanendo frontale a questi in una posizione quanto più comoda possibile, forse un po’ da vecchietta – ma qui sorvolerei. <Invero, non mi sono mai nascosta. Ti basti pensare al Monte dei Volti. La mia faccia è lì.> Si poteva fare rapidamente un 2+2, peccato che molta gente non ci sia arrivata. Inoltre, utilizzare un nome in codice potrebbe avere ben altri utilizzi. Ma, di base, non ha mai nascosto la sua vera faccia. <Se avessi voluto nascondermi, avrei indossato anche una maschera o avrei modificato il mio corpo con la trasformazione come fa Akaya.> Rispondendo indirettamente anche al quesito successivo che riguardava direttamente la gatta konohana che s’avvicina loro, attratta quanto più dalla voce della Judai che dall’albino. Sorpresa dalla risposta altrui, tuttavia con il petto gonfio d’orgoglio per l’appellativo usato nei suoi riguardi, la donna preferisce proseguire su quella stessa linea la discussione. <Incazzare? Come mai?> Pacata nel modo di porsi, può forse immaginare che si riferisca all’effettivo fallimento dei ninja d’una decade prima? Tuttavia, fosse arrabbiato per quello, non avrebbe mantenuto tutta questa compostezza nei suoi riguardi. E fintantoché ragiona, aspetta comunque altre parole dalla bocca altrui che, difatti, giungono dopo poco. <Non era pericoloso come adesso, soprattutto se avevi dalla tua una buona esperienza.> Ammette con quel suo solito tono accondiscendente, ma pacato al tempo stesso. <Un tempo, sarebbe stato rigoglioso, ricco anche di pericoli all’esterno dai quali far attenzione. Ora come ora, non è altro che un cumulo di macerie circondato da gigantesche bestie che bramano chiunque s’aggiri per quelle zone.> Chiosa ancora alla di lui volta, mostrando di conoscere adeguatamente anche il territorio esterno per com’è ora. Lancia un’occhiata di sottecchi ad Akaya, mostrandole un sorrisetto genuino. Perché no? Perché non comportarsi come un tempo, come la vera sé stessa quando v’è l’opportunità di farlo? <Cosa fai da queste parti?> Le chiede per mera curiosità, tanto quanto per amor di conversazione. [ Chakra ON ]

17:24 Akaya:
 Continua ad avvicinarsi fino a quando non si sente indicare, momento in cui la coda guizza dietro di se e le orecchie si sollevano, per poi sorridere divertita < Henge no jutsu, la insegnano all'accademia > spiega ironica mentre si avvicinerebbe nuovamente a Furaya < Inizialmente volevo andare all'ospedale di Kusa per informarmi meglio sulla questione della genetica > spiega < Ma poi ho deciso di aspettare Shizuka-chan e quindi mi son trovata un posto dove rilassarmi nel bosco, anche se a breve dovrò tornare > spiega sorridendo, per poi unire le proprie mani dietro la propria schiena facendo di conseguenza cozzare gli artigli prima di lanciare uno sguardo verso Kan < Ichiraku-san è una leggenda per il suo ramen, ti assicuro che non ci mette niente di strano > sorridendogli mentre ascolta il dire dei due, lanciando quindi uno sguardo a Furaya < Ti... Fidi di lui? > domanda a bassa voce appena affianca la sua pariclan, o quasi. Quindi torna a guardare l'uomo quindi, replicando semplicemente che < E sicuramente non c'era il rischio di sopraffollamento che c'è ora... Credo che il problema maggiore è che sia stato murato solo la zona del villaggio e non una zona extra per le coltivazioni > ammette sospirando < Di conseguenza... Più persone ci saranno meno cibo potremmo produrre, se il consiglio non trova una soluzione a questo problema > facendo spallucce < Anche se... > voltandosi verso Furaya < Ho incontrato una shinsegumi da cui starei attenta > le rivela < Credo che stia cercando guai, o qualcuno da mettere nei guai > [ Auricolare, artigli, coprifronte di Konoha ] [ Trasformazione: coda ed orecchie feline ] [ Chackra 28/30 ]

17:42 Kan:
  [Sentiero] Non replica alla volontà di Furaya di mantenere quel nome, glissa totalmente essendo l'importanza abbastanza relativa, specialmente dopo l'averlo abbandonato in favore del nominativo originale, sicuramente meno altisonante ma più potente sotto ogni singolo punto di vista. Avere una leggenda vivente dinanzi a se, risulta essere un'esperienza senza pari, incredibile per chi, come lui, ha vissuto gran parte della vita a Kagegakure prima e in un letto di ospedale poi. Permane in silenzio completo dinanzi alla donna, lascia a lei il compito di riempirlo, parlare portando ironia sul volto del Sumi <A dire il vero ho notato una certa somiglianza con il volto ma sai, quando vieni data per morta è difficile poter gridare a lupo. Oltre che stupido> la sua morte rende impossibile una deduzione del genere. Per quanto il geniale intelletto del bianco sia in continuo movimento, avanzare certe deduzioni può far solo risultare il genin un folle <Non sono d'accordo, il miglior nascondiglio è davanti gli occhi di tutti. Se mostrando il tuo viso nessuno ti ha riconosciuta, vuol dire che ha funzionato> breve pausa <Una maschera invece avrebbe destato curiosità> prima di udire il segreto di coda e orecchie della Nara, sia dalla chunin quanto dalla genin. Scuote nuovamente il volto, incredulo nell'apprendere ciò <Dunque è una banale tecnica della trasformazione? Perchè? Ti piace essere scenica?> quesiti posti all'attenzione della stessa Akaya, guidato principalmente dalla fervente curiosità di comprendere tali motivazioni. Argomentazioni passate in secondo piano preferendo concentrarsi sulle parole di Furaya, sull'altrui curiosità portata avanti <Una mia cara amica è stata uccisa due anni fa. L'ho scoperto da poco e voglio trovare il colpevole> diretto, secco nel proferire motivazioni simili distogliendo lo sguardo, riportandolo sul fiume, sull'ambiente ricercando una distrazione <Un eco dal passato che mi fa incazzare> come a qualunque altra persona vivente. Lascia alle due il piacere di confrontarsi, estraniandosi qualche singolo momento dal vociare se non all'udire di Shizuka; in quel preciso istante le dorate riportando lo sguardo su Akaya, glissando platealmente su Ichiraku <Conosci Shizuka?> ricercando l'altrui iridi, chi è mai costei? Non ne ha idea. Mai avveduta prima di tal momento, sicuramente la Kokketsu mai ha fatto parola di una simile conoscenza eppure, nuovamente è distratto dal racconto di entrambe sul mondo esterno. Braccia incrociate al petto, dorate distolte riportandole sul paesaggio intorno a se; pensieroso, riflette sulla moltitudine di informazioni pervenute nei riguardi della libertà un tempo posseduta e ora, privata <Mettiamo che qualcuno voglia provare a liberare l'esterno da quelle bestie per renderlo sicuro, quanta forza ci vorrebbe? Quanta abilità si necessita?> ovvio come la domanda si rivolta all'ex Hokage, tra loro, la più esperta decisamente, forse la fonte più giusta <Una Shinsengumi? Saigo intendi?> chiosa alla volta di Akaya. [Portaoggetti: fuda e inchiostro speciali]

18:07 Furaya:
 Si premura d’ascoltare con interesse le parole d’Akaya, le sue spiegazioni circa il motivo di trovarsi in quel luogo piuttosto che in un altro. Non che sia un male, certo – alla fine della fiera, non era nient’altro che curiosità per amor di conversazione. <Da quel che ricordo, dovevate andarci assieme.> Non intende mettersi in mezzo, anche perché la gatta non ha bisogno d’alcuna guardia del corpo e, al massimo, c’è già Shizuka per questo. Quindi, non ha grande preoccupazione nei di lei riguardi. Non conosce neppure il genetista con il quale dovrebbero andare a parlare. Potrebbe far ben poco a priori. <Il ramen di Ichiraku è sopravvissuto anche alla caduta dei villaggi. Non è straordinario, è leggendario!> E sorride gioiosa di quel che ha appena detto. Venera il ramen di Ichiraku. Fosse per lei, mangerebbe esclusivamente la cucina di quest’ultimo. E’ proprio una mangia-ramen fatta e finita, non c’è che dire. Lo difenderebbe strenuamente. <Mh? Fiducia?> E scosta lo sguardo all’indirizzo di Kan. <Parlare di fiducia è molto complicato. Non mi fido al cento percento, ma non m’ha neanche ancora mai dato motivo di sfiducia.> Cerca l’approvazione anche da parte del Sumi. D’altronde, la fiducia deve anche esser reciproca. Inoltre, sarà forse la seconda volta che si vedono dal vivo – o la terza? Sta di fatto che non vi sono neppure i presupposti per parlarne. <In realtà, si stanno comunque occupando delle colture. Oto era conosciuta per le risaie e per la produzione del riso, quindi chiunque viveva lì potrebbe portar avanti la tradizione. Non sono mai stata nel territorio attuale del Suono> E non ci vorrebbe neanche andare, s’è per questo. <ma se riescono a dare sostentamento all’intero villaggio, presumo che ci sia abbastanza cibo per tutti. Inoltre, anche nel territorio interno, specialmente in alcune località, potrebbero tranquillamente produrne.> Senza contare che, all’esterno, vive ancora gente in mezzo alle bestie. Si tratta perlopiù di nomadi o di pochi sopravvissuti che hanno deciso di stabilirsi comunque lontano da Kagegakure per qualche ragione. Potrebbe tranquillamente esistere anche un commercio con tali individui. Alla fin dei conti, si parla di mere supposizioni dal momento che non conosce nulla dell’argomento in questione. <Una Shinsengumi? Sango?> Fa eco all’albino, il quale pronuncia, invece, il nome di Saigo. <SaIgo? Forse volevi dire SaNgo.> Beh, i nomi s’assomigliano dopotutto. Non conosce il nome di colei che è stata pronunciata da Kan, tuttavia l’ha già incontrata. Guarda il caso… Sta di fatto che si concentrerebbe automaticamente anche sulle riflessioni che pone il ragazzo a proposito del suo nascondersi e ciò che ne consegue. <Touché.> In fin dei conti, era data per dispersa se non addirittura per morta. Va da sé che la gente non si ponga chissà quali interrogativi in tal senso. C’è chi ha notato la somiglianza, ma essenzialmente quella è e quella resta, soprattutto se poi diceva in giro di chiamarsi Pakkurida. <Chissà. Non lo sapremo mai.> A proposito dell’eventuale possibilità d’indossare una maschera. Al contrario, la sua maggior apprensione vien data dall’affermazione di Kan, il quale asserisce d’aver perso una cara amica anni addietro. <Difficile che possa darti una mano s’è morta mentre io ero sotto terra.> Ipotizzando un papabile aiuto nei suoi riguardi. Si tratta di partire totalmente da zero, a meno che non abbia a disposizione qualche pista dalla quale partire. Fa spallucce, portando adesso le braccia ad intrecciarsi sotto al seno, restando ovviamente nei loro pressi – non si sposta neanche d’un millimetro. <Shizuka l’ho conosciuta anch’io per questo.> Giusto per intromettersi nel discorso. L’è sembrata una tipa normale, anche fin troppo gentile con il prossimo. L’ultimo quesito altrui è degno del discorso della fiducia, ad esempio. Perché porle un quesito del genere – perché proprio a lei? Soltanto per via dell’esperienza sul campo? <Perché questa domanda?> Cercando di tastare adeguatamente il terreno, prima di incappare in qualche trappola della stessa Shinsengumi. D’altronde, non può fidarsi completamente di nessuno in quel villaggio, tanto meno di chi ci vive da più tempo di lei. <Reputo che sia necessario un bel gruppo di persone, però. Le chimere sono enormi, presumo voi le abbiate viste.> Non che ci voglia un genio, ecco. Si tratta d’una risposta che non dà adito a nessuna maldicenza tanto meno a qualche decisione altrui. [ Chakra ON ]

test

18:23 Akaya:
 Ascolta le parole dei presenti, senza commentare per ora le scelte di Furaya ma quando Kan le fa quella domanda sorride lievemente < Perché voglio essere me stessa > risponde semplicemente, sollevando le orecchie e facendo guizzare la propria coda e quindi continua ad ascoltarlo, deglutendo lievemente mentre replica semplicemente < Uccisa davvero... O in genjutsu? > domanda per sicurezza, e con uno sguardo serio prima di abbassare e sollevare il proprio capo per confermarlo senza però replicare verbalmente, Quindi ridacchia appena < È anche per questo che ho preferito aspettare alla fine > spiega semplicemente, sorridendole < Anche perché questo genetista pare essere un po' fuori di testa, quindi ho concluso che è meglio che gestisca la cosa lei che conosce sia la persona che l'ambiente > ammette, per poi replicare che < No, dato che Konoha era abbastanza vicina siamo riusciti a muoverci abbastanza velocemente > ammette < Quindi non le ho ancora viste > sospirando appena per poi voltarsi verso entrambi < Non so come si chiama... Ma dal suo coprifronte pare che sia ameana... Ed ha dei lunghi capelli rossi > insomma, la descrive come può dato che indossava la divisa e quell'informazione è abbastanza inutile visto che, beh, loro possono immaginarlo < Anche se ammetto che a starle vicino mi veniva un poco di pelle d'oca, anche se non mi ha proprio minacciata... Credo che sia l'effetto del suo semplice modo di fare > ammette pensierosa [ Auricolare, artigli, coprifronte di Konoha ] [ Trasformazione: coda ed orecchie feline ] [ Chackra 28/30 ]

18:45 Kan:
  [Sentiero] Neanch'egli s'intromette nei discorsi, permane incuriosito solamente dal nome della Kokketsu pronunciato improvvisamente, tirata in ballo su due piedi. Persino parlare di Ichiraku viene meno quando è la genin ad esser protagonista seppur si ritrovi concorde con la ex Kage nei riguardi del venditore di ramen per eccellenza <Ichiraku ha avuto una fortunata invidiabile> semplice e pura verità quella proferita dal Sumi, nulla di eccezionale, solo grande strategia di marketing. Ode il verbo della Nara, spaesato quanto straniato indietreggia apparentemente con un moto del capo <D'accordo ma..ti senti un gatto? Sul serio? E io che pensavo di averle viste tutte nel quartiere notturno, evidentemente mi sbagliavo> alzata veloce di spalle in merito non proseguendo in alcun modo il discorso. Occhiata lanciata alla rosata sul discorso fiducia, essa è difficile da conquistare, ardua da mantenere ed è impossibile definire tale rapporto tra due persona al loro terzo incontro. No, scorre fiducia, il Sumi stesso non prova tale sentimento nei confronti della decima eppure, come ella proferisce, non ha motivo per provare sfiducia, ancora nulla è accaduto, tanto gli basta dunque <Concordo. Anche se si tratta della Decima Hokage, sono passati troppi anni, il mondo è cambiato e anche la percezione verso coloro un tempo definite leggende ma se di leggenda parliamo, avrà modo di ricordarcelo> per quanto possa sembrare un discorso serio, è portato avanti con nonchalance, leggerezza estrema, a metà tra la convinzione e le semplice parole di uno sciocco. Zitto per l'ennesima volta, trova accordo con ella sulle colture non intromettendosi, non comprende molto di agricoltura lasciando parlare chi ha dovuto gestire tali situazioni per chissà quanti anni nel passato. Estromette se stesso dalla conversazione fin quando non è la stessa Akaya a porre domande <Uccisa davvero, punto> non accetta dubbi o genjutsu in quella storia. Kushina non è più presente in quel mondo, essa fa parte dell'altro mondo ritrovandosi in compagnia dei Kami. Percepisce il dolore contorcergli le interiora, una fitta di grande sofferenza s'intromette nella discussione. Avvede il suo annuire nei confronti della Kokketsu eppure il dire successivo pietrifica per un momento l'animo, deglutisce mettendo da parte il dolore per la rossa di un tempo in favore della rossa attuale. Una frase basta e avanza nello scatenare un moto d'improvvisa ira <Scusa? Vuoi portare la mia ragazza da un genetista fuori di testa? Chi cazzo è costui? E a cosa ti serve Shizuka?> singolo il passo effettuato nella direzione della genin, interrotto esclusivamente dalla correzione di Furaya e dalla descrizione della Nara. Sonoro lo sbuffo portato all'esterno, un getto d'aria fuoriuscito dalle narici <Si, è Sango allora> sorridendo nell'udire la descrizione dell'Ishiba, ironia nel volto, divertimento <Sango minaccia anche l'aria, è fatta così, non darle peso. Può far effetto una volta, due, alla terza cominci a non darle neanche più retta> concludendo il proprio interloquire con Akaya favorendo la chunin li presente. Glissa su tutto il resto, la maschera, non intende proseguire con argomenti sterili di nulla importanza <Non è da te che voglio una mano, è una questione personale> sentenzia non volendola in mezzo, non risulta codesto lo scopo della rosa nonostante apprende la di lei conoscenza della Kokketsu. Sospira con scossone del capo, deve chiacchierare con Shizuka al più presto. Lenti i passi, distanza è messa tra le due distogliendo in via definitiva lo sguardo da entrambe <Perchè mi chiedi? Perchè mi è stato chiesto di uscire dal villaggio e son stato costretto a rifiutare in quanto è una mossa stupida, inutilmente rischiosa> breve la pausa <Nel farlo mi son ritrovato a pensare che fare una cosa del genere da parte di un Sumi è inaccettabile. Io voglio essere libero di vivere e di vedere il mondo la fuori, lo stesso mondo visto da te anni prima> volge il corpo, sguardo riportato sulla Nara Yoton <Voglio girarlo, vederlo perchè non sono mai uscito una singola volta da questo villaggio e seppur non mi manchi nulla, mi sento frenato e se esiste un modo per portare la sicurezza la fuori, o diamine, farò in modo di ottenerlo>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

19:04 Furaya:
 Si limita ad un mero cenno del capo nei confronti d’Akaya, giacché nella questione genetista c’entra ben poco. Dunque, non ha molto da aggiungere, se non quel ch’è già stato detto poc’anzi. <Tienimi aggiornata.> Aggiunge in un secondo momento, al termina della sua spiegazione, cosicché si dimostri quanto meno interessata a quel cambiamento che vuol adottare in maniera perenne. <Può darsi> Ammette alla di lei volta, soppesando con attenzione quel che dice. Non vuol in alcun modo sembrare più forte o brava dell’altra – o più fortunata. <io son andata direttamente a Konoha, una volta riemersa dalla terra> Racconta brevemente quel che hanno dovuto passare per raggiungere infine Kagegakure. <e si sentivano le bestie in lontananza, più d’una. Ho cercato d’allontanarmi il più possibile, di prendere anche strade più lunghe piuttosto delle scorciatoie.> Quindi, di base, all’esterno ci sono e soprattutto nel territorio konohano ch’è quello più vicino alla nuova costruzione ch’è il villaggio delle Ombre. Glissa alla volta di Kan, il quale stabilisce che, pur trattandosi della Decima, si tratta di leggende ormai vecchie e passate. All’argomento successivo, risponde come si comanda, mostrando un sorriso convinto. <Anche questa è definibile “fiducia”, tutto sommato.> Si fida di lei tanto da credere che darà ancora dimostrazione del ninja leggendario ch’è stato e che mira a tornare ad essere. Non è fatta per vivere nell’ombra, non è fatta per nascondersi come aveva auspicato all’inizio soltanto per tenere al sicuro la propria famiglia. La stessa famiglia che ha deciso che le starà affianco ovunque e comunque. <Deduco tu non abbia però delle piste, o sbaglio?> A proposito dell’argomento della sua amica Kushina, lasciando perdere il discorso inerente alla possibilità che sia morta davvero o si tratti d’un genjutsu. Non deve far da madre ad Akaya, non più: è adulta e vaccinata, che faccia i suoi errori. Quindi, più che lanciarle un’occhiatina di sottecchi, nient’altro compie. <Ehi> Cerca di richiamare l’attenzione del Sumi quando s’altera. <Shizuka s’è proposta in primis d’accompagnarla.> Ragion per cui non può neanche dir che poteva rifiutarsi, giacché è tutto iniziato per merito della Kokketsu. Tenta di farlo ragionare e di farlo tranquillizzare, dati i toni accesi che ha tirato fuori. Ad osservarli meglio, sono l’uno l’opposto dell’altra, qualora si soffermi a giudicarli dalla copertina. Un po’ come lei e Mattyse, no? Annuisce quando l’argomento si sposta su Sango, alternando l’attenzione tra i due. <Confermo. Cerca assiduamente di farti saltare i nervi, tuttavia dopo un po’ impari a capire che è tutto fumo e niente arrosto.> Fa spallucce, poiché è nell’effettivo questa l’unica descrizione che si potrebbe dare ad una come lei. Durante l’ultima missione, s’è comportata esattamente nel modo descritto, dopotutto. <Quindi, anche le sue minacce sono tremendamente a vuoto.> Sfrutta fin troppo il suo ruolo di Shinsengumi, ma nel farlo lo compie nella maniera sbagliata. Anziché incutere timore, fa soltanto alludere al fatto di poterlo fare ch’è ben lungi dall’essere poi la realtà dei fatti. <Ma chi è Saigo, invece? Della Shinsengumi, ho conosciuto un certo Kamichi e, beh, Sango.> Tenta d’indagare, mica scema. Può appropriarsi delle informazioni in possesso di Kan, così da star tranquilla anche da questo punto di vista. La raccolta informazioni è sempre importante e non bisogna mai lasciarsi sfuggire l’opportunità. E nonostante abbia questi pensieri in testa, l’espressione sarebbe oltretutto sorpresa e curiosa. Sta imparando a fingere, che orgoglio! <Nessuno ci vieta di uscire da quel che ho capito, quindi chiunque potrebbe andar fuori dalle mura, ovviamente a suo rischio e pericolo. Tuttavia, se non conosci bene i territori esterni, è inutile. Devi prima conoscere la geografia del mondo se vuoi permetterti di rischiare.> Ammette in sua direzione, tamburellando con le dita sulle braccia mentre ragiona sull’eventualità di integrare anche Kan in quell’organizzazione. Ma non come Ekko… Ekko è sparito nel giro di qualche giorno, non era nessuno di veramente affidabile. <Se sono riuscita a sopravvivere è perché sapevo dove nascondermi. Il territorio del Paese del Fuoco non ha segreti per me. E ho girato abbastanza il mondo durante la mia esistenza, prima di finire sottoterra o> Peggio. <qui.> Tutto qua. [ Chakra ON ]

19:33 Akaya:
 Alle parole dell'altro semplicemente inclina il proprio capo < In un certo senso sì, ma non completamente > spiega < Dopotutto sono anche un'umana > ammette ridacchiando appena, per poi ascoltare la specifica senza commentare, ma semplicemente abbassa le orecchie e lo fissa con un'espressione carica d'empatia, per poi sentirlo esplodere e quindi rizza le proprie orecchie e ne piega uno verso di lui < L'ha... Proposto Shikuza-chan questa cosa... Io non sapevo nemmeno che i kusani erano genetisti > ammette facendo un passo retroattivo in risposta al suo avanzare. Quando poi sente di Sango sospira lievemente il proprio sollievo e quindi sente il suo successivo dire, sorridendogli lievemente < Tutti vorremmo essere liberi di viaggiare Sumi-san > spiega semplicemente, per poi voltaris verso Furaya e quindi annuire nella sua direzione, quindi sente il racconto dell'ex capoclan con estrema attenzione, inclinando il proprio capo di lato per sentire meglio ciò che dice andando quindi a deglutire appena < Dev'essere stata dura > per poi sorridere alla sua spiegazione del villaggio. Le lancia uno sguardo di ringraziamento quando fa da "testimone" alla faccenda, ma non dice nula tornando rapidamente sui due e quindi sospira lievemente < Ottimo, in pratica è una bulletta in uniforme. Capito > annuendosi convinta, per poi annuire alle sue successive parole, restando anche ora in silenzio, per poi sorridere piena d'ammirazione per l'ex Decima [ Auricolare, artigli, coprifronte di Konoha ] [ Trasformazione: coda ed orecchie feline ] [ Chackra 28/30 ]

19:54 Kan:
  [Sentiero] Sorpresa emerge sul volto dell'albino nell'apprendere il loco del risveglio della chunin, Konoha, il vero villaggio della foglia, non quella mera ricostruzione ad opera dell'uomo. Consapevole di come egli non possa mai compiere una simile impresa, non in questo preciso momento della vita, non dopo aver veduto come sia inferiore alla Kokketsu in fatto di abilità; necessità di maggiore crescita, di un rafforzamento, di esperienza per poter intraprendere un simile viaggio all'esterno. Attualmente uscire è un'impresa ardua, una mossa altamente stupida, rischiare la vita inutilmente quando si ha troppo da perdere rasenta la follia. Non può commettere simili atti d'incoscienza quando la consapevolezza di non essere pronto è ben presente. Non pone commento alcuno rendendo sua quell'informazione replicando solo alla volta di Akaya stessa <Perciò tu...trovi affinità con quel tipo di animale? Ora le ho sentite proprio tutte> forse è così, forse no, non ne ha idea ma anche su questo tace non portando avanti null'altro, concentrando tutta l'attenzione su Furaya, sulla sua idea di fiducia. Non si ritrova completamente d'accordo, dopotutto, una leggenda lo è per sempre, difficile possa divenire tutto il contrario, quasi del tutto impossibile. La fiducia risulta essere ben altro, in tal caso è la storia a parlare per lui <Tutto sommato> eppure replica comunque, un leggero contentino accompagnato da una veloce alzata di spalle. Pesante il sospiro effettuato al quesito preposto; il verbo di Saigo emerge nella mente della Sumi, un patto stipulato, non dire nulla se non a lei <Purtroppo no, brancolo nel buio, per ora> mezza la menzogna avanzata, per adesso proferire parola risulta troppo rischioso, può mettere fine alle indagini, inimicarsi Saigo. La donna gli serve, necessità di quella presenza per trovare un colpevole, fargliela pagare per il crimine da lui commesso, vendicare la morte della rossa. Blocca da entrambe le parti con frasi simili. La Kokketsu offerta spontanea di quell'accompagnamento, abbastanza non da placarlo ma di non riversare il nervoso sull'altra <Bene. Shizuka mi deve una spiegazione> sentenzia verso la povera kusana in attesa del suo ritorno. Una serata di fuoco e fiamme? No, probabilmente di spiegazioni e musi lunghi eppure l'attenzione verte su Sango, sulla descrizione fornita da entrambe, estremamente lontane dalla realtà dei fatti <E' il suo carattere, niente di più. Sango è ben più di un semplice bulletto, va solo conosciuta> ne prende le difese? Forse eppure è ben consapevole della vera Ishiba, la donna oltre la faccia superficiale mostrata al pubblico. Dorate incastonate nelle azzurre della Nara <Saigo è un agente della Shinsengumi, altro non so> nulla può dire più, a conti fatti, neanche nulla conosce della donna se non quanto proferito. Ne omette il cognome, tralascia tale dettaglio volutamente fin quando l'argomento libertà vien toccato, prima da Akaya verso cui annuisce <Lo volete tutti ma nessuno fa niente per far si che si avveri> e poi verso l'ex decima Hokage <Nessuno ce lo vieta ma è rischioso, uscire significa non tornare per la maggior parte dei casi e la vita vale troppo per buttarla al vento in questo modo, anche se conosci la geografia. Non sono mai uscito, non conosco nulla del mondo la fuori, solo le storie dei libri e dei vecchi> per quanto il tono possa esser duro, in esso è racchiusa verità, la triste storia di chi, come l'albino, cresce in un modo racchiuso <Tu Furaya, tu, non io. Non voglio comportarmi come ratto andando per nascondigli. Quelle bestie vanno eliminate e troverò quella forza necessaria per farla, anche a costo di fare un patto con un demone> veloce l'occhiata lanciata alla donna mentre sottolinea l'ultima parola, la più importante di tutto il discorso <Adesso devo andare però, Shizuka sta per staccare dal turno e vado a prenderla, ci vediamo> ultimo lo sbuffo, celere il passo per portarlo avanti, verso Kusa, verso l'ospedale per prelevare la ragazza dal loco di lavoro. [END]

20:10 Furaya:
 Che i kusani fossero dei genetisti… beh, avrebbe da ridire. Conosce per certo la fama dell’ospedale del Villaggio dell’Erba, dal momento ch’era quello più fornito tra le varie strutture. Quando si parla dei genetisti, ci si sofferma più sul Villaggio del Suono, a suo avviso. Tuttavia, tiene per sé queste considerazioni, ascoltando le discussioni tra i due e restandosene cheta al suo posto. Di tanto in tanto, sposta gli occhietti chiari sull’uno o sull’altra, tanto per non restare fuori da eventuali nuove discussioni. <Niente che non avessi già affrontato.> Ammette alla volta di Akaya, non per vantarsene – dovrebbe essersi capito che non è quel genere di persona – bensì per mera gratitudine nei confronti altrui, per starle comunque affianco. L’argomento glissa rapido, lasciando ben presto da parte Sango con tutte le sue peculiarità particolari. Anche l’argomento riguardante Kushina, alla fin fine, non è niente di più che polvere nel vento. Si limita ad annuire, nient’altro. Non vuole insistere, tanto meno ha interesse nell’aiutare qualcuno come lui. Specialmente dopo le risposte che gli ha appena dato. Ma potrebbero anche scendere ad un compromesso, ad un patto. La mente nel frattempo frulla. Anche quella presunta difesa ai danni di Sango potrebbe rischiare di compromettere l’iniziale idea della Nara. Perché dovrebbe assoggettarsi ad un essere che pare starle vicino più del dovuto? Rifletterà a dovere, quando sarà rimasta da sola. <Già, nessuno fa niente da ben dieci anni.> Si stringe nelle spalle, lasciando trasparire un piccolo sorriso a fior di labbra, un sorrisetto malinconico e di circostanza. Niente di che. <Assolutamente. Ma se conosci il luogo in cui ti stai recando, sai anche comportarti al meglio. Le bestie non puoi affrontarle tutte assieme ed è risaputo> Con le voci che girano all’interno del villaggio, con le proprie esperienze passate all’esterno. <che girano in branco. Quando fuori dalle mura ne ho scorta una> Parlando, in realtà, di quella che ha visto Mattyse pur non volendolo coinvolgere nella discussione – ci sarebbe troppo da spiegare. <si sentiva l’eco delle altre. Quindi, conoscere un buon posto d’osservazione, un nascondiglio temporaneo> Sottolineando l’ultima parola con il timbro vocale. <è un modo per colpirle alle spalle.> Un modo per riuscire a ferirle prima che possano giungere le altre, un modo per riuscire a liberare il territorio prima che sia troppo tardi. Tutto fa brodo in guerra, ma solo le tattiche essenziali portano alla vittoria. <Se esci fuori dalle mura senz’alcun piano in mente, senza una mappa dell’esterno, rischi soltanto di tornare qui come cadavere o non tornare affatto.> Solleva ambedue le braccia, mostrando i palmi vuoti e liberi innanzi alle proprie spalle. <I miei sono, ovviamente, consigli. Prendili come i consigli d’una vecchia burbera che ha vissuto fuori fin dalla nascita e che, in punto di morte, si trova a sognare i tempi passati.> Mormora ancora, tornando a fissarlo, abbassando infine le mani. <Io so come andare fuori e mi piacerebbe tornarci.> Sta trasgredendo le regole? No. Ognuno è libero d’uscire e Kagegakure non se ne assume responsabilità alcuna. Da un certo punto di vista, è molto egoistico, dall’altro invece liberatorio. Sai a cosa vai in contro una volta all’esterno: se ci vai lo stesso, è un tuo problema. S’incupisce quando questi parla però dei patti coi demoni. <Coi demoni, non fai patti. Ai demoni, regali la tua stessa vita. I patti li stringi con le bestie del Richiamo> Con le Evocazioni. <ma coi demoni è tutt’altro genere d’affari.> E non parla necessariamente dei Demoni codati per quanto ne sappia anche su tal argomento – relativamente, invero – ma è un discorso dalla doppia veduta. <Salutamela.> A proposito di Shizuka, salvo poi far un cenno del capo verso Akaya, giusto per chiederle indirettamente se voglia far un pezzo di strada con lei oppure tornare da sola. [ EXIT ]

20:26 Akaya:
 Ascola le parole di Kan e quindi sorride appena < Sì > anche se alla fine è abituata a quel genere di reazioni. Quando poi sente le sue successive parole assottiglia lo sguardo < Hai detto di essere il suo ragazzo. Trattala bene > replica con tono serio, per poi sorridere lievemente < Se è vero il tempo ti darà ragione > replica semplicemente, per poi sospirare alle sue successive < Immagino che chi ci abbia provato senza esserne pronto sia semplicemente sparito. Prima ancora di provarci, come ha già detto Furaya-sama, bisogna essere estremamente preparati e quindi assottiglia lo sguardo quando lui si allontana per andarla a prenderla, ma non gli da altro messaggio che quello sguardo per ora. Si volta quindi verso Furaya, sorridendole < Ottimo, allora magari potresti raccontarmi qualcosa nei prossimi giorni, così da sapere a cosa è meglio che mi prepari > propone, per poi piegare le proprie orecchie nella sua direzione senza però dire alcunché... Limitandosi ad assorbire quelle informazioni e quindi riflettere pensierosa su come possa essere possibile una cosa del genere, per poi sorridere appena quando rivela che ella tornerà fuori, non senza un poco di preoccupazione < Fai attenzione... E se ti posso essere d'aiuto in qualche modo chiedi pure > si raccomanda mentre si incammina con lei verso Konoha presumibilmente, ma in ogni caso lei tornerà al quartiere dei clan per cenare... Magari proporrà anche a Furaya di cenare con lei un giorno di questi [ Auricolare, artigli, coprifronte di Konoha ] [ Trasformazione: coda ed orecchie feline ] [ Chackra 28/30 ]

Kan incontra le due Nara parlando del villaggio, dell'esterno, di come sarebbe il mondo la fuori senza quelle bestie e della volontà di vederlo, esplorarlo eliminando ogni pericolo.