Il pirata e lo sbarbatello
Free
Giocata dal 08/09/2021 20:36 al 09/09/2021 01:00 nella chat "Accademia Ninja - Konoha"
[Uscita dell'Accademia] Un'altra giornata volge verso il proprio termine. La nana gialla ha ormai abbandonato i cieli di Kagegakure, tirandosi dietro un manto oscuro solo vagamente tinteggiato dal pallore di una luna quasi completamente coperta. Le luci artificiali iniziano a illuminare le strade, mentre le anime che le popolano si fanno un po' di meno per via dell'orario. Tra queste non può mancare il buon Tenjiro! Tuttavia, oggi non lo troveremo intento a bighellonare senza meta. La sua figura, infatti, fa la sua entrata in scena proprio varcando i cancelli dell'accademia Ninja di Konoha! Una struttura che non visitava da tantissimi anni e dove, oggi, ha pensato che avrebbe trovato la risposta ad alcuni dei suoi quesiti. Quindi eccolo, avvolto in mille strati di tessuto, di ritorno dalla propria missione rivelatrice. Le suole dei sandali aderiscono perfettamente al pavimento, ora che non è più tra le mura accademiche, mentre l'occhio buono saetta a destra e sinistra per guardarsi attorno per un attimo. Si presenta come un uomo molto alto e dalle spalle larghe. Come se ciò non bastasse, la sua figura è resa ancora più voluminosa dal suo abbigliamento. Sopra il largo kimono nero che cinge tutto il suo corpo, infatti, è stato inforcato un haori completamente bianco riportante il simbolo della casata Hyuga. Ancora sopra di esso, un secondo giaccone rosa e con un motivo floreale, è poggiato delicatamente sulle spalle... libero di sventolare quando la brezza serale decide di passare. <Mh.> Mugugna pensieroso, mentre i lunghi capelli neri, raccolti in una coda non troppo perfetta, frustano la sua schiena. Ha parlato con i vari maestri e le risposte che ha raccolto non sono poi così inaspettate. Che avesse bisogno di sentirselo dire? Chi lo sa. Sta di fatto che or ora lo sguardo di Tenjiro si posa sulla figura di Matono, vagamente incuriosito. Tra i due c'è un gap d'età non indifferente e si nota a primo sguardo. Una differenza che renderebbe legittimo ignorare quella presenza, sicchè appartenente ad una generazione completamente diversa e con cui non spartisce quasi nulla. Eppure, quell'occhio perlaceo tipico della genealogia Hyuga, non riesce a interrompere facilmente il contatto visivo con lui. E' improbabile che stesse aspettando proprio Tenjiro, ma quello sguardo diretto e quella posizione d'attesa lo lasciano tentennare per qualche istante. <...> Per ora non si muove dalla soglia dell'accademia, ma presto potrebbe decidere di rinsavire e riprendere sulla propria via. [Accademia Konoha - Cortile internoN] Non passa molto prima che l'attenzione annoiata del ragazzo finisca per essere catturata da un movimento, infatti sarebbe difficile non intravedere una figura così grossa che si muove nei pressi di un area quasi deserta della foglia. Stacca la schiena dal muro e si rimette in piedi andando a ruotare leggermente l'intera figura in direzione del cancello . Man mano che avanza riesce a mettere a fuoco lo sconosciuto, a prima vista decisamente alto e ammantato da delle vesti, molte si direbbe a prima occhiata, sulle prime dati i vari indumenti non saprebbe dire se è grosso di suo o sono solo vestiti. Oltre ad occupare molto spazio comunque le vesti dell'uomo sono anche piuttosto sgargianti, letteralmente il contrario di Matono, almeno in fatto di moda. Di certo sta fissando l'uomo in maniera piuttosto vistosa, non sembra curarsene o accorgersene in realtà data la naturalezza dei gesti, lo sguardo come sempre quando si approccia qualcuno risulta vagamente torvo, ma chi può dire sia solo la sua espressione naturale e basta. Nota di essere guardato a propria volta, più che normale dato che la distanza tra i due ora si è fatta piuttosto esigua, serra per un attimo la mascella, ed espira lentamente prima di incrociare le braccia e affermare con voce piatta. <Lei è un sensei?> Domanda lecita dato il loco e dato il suo bisogno di informazioni riguardanti una missione, quindi perchè non chiedere ad un passante. Rivolgendo la parola a Tenjiro comunque cerca di tenere almeno il metro e mezzo di distanza dall'interlocutore, ma abbastanza vicino da notare l'occhio bianco tipico degli hyuga, uno solo perchè l'altro è coperto da una benda nera, non si sofferma troppo sui dettagli comunque tornando al silenzio e limitandosi a guardare nell'occhio l'uomo fronte a se, data la sua statura Matono deve piegare leggermente la testa indietro sul collo. [Vestiario avatar N° 3 - CHK off] [Cortile interno Accademia] Muove quei lenti passi, con la tipica flemma che lo contraddistingue dal frenetico ninja medio. E sempre a differenza della maggior parte degli Shinobi del grande villaggio delle ombre, Tenjiro non ha alcun equipaggiamento con se. Si tratta di un retaggio che risale ai tempi in cui andava ancora in missione: non ha mai fatto uso di armi o diversivi di sorta. Le mani erano le sue armi e i suoi occhi le rendevano tristemente pericolose. Quei tempi sono ormai andati, per una serie di sfortunati eventi, ma quella piccola deformazione professionale non è mai andata via. Ovviamente è diretto anche lui verso il tabellone dove sosta Matono. La cosa migliore per rimettersi in carreggiata e partecipare a delle missioni, no? Quindi di tanto controlla che ve ne siano di disponibili. <Mh?> Mugugna interrogativo, quando il silenzio serale viene interrotto dall'intervento del ragazzo. Lo sguardo torvo del giovanotto incontra quello diametralmente opposto di Tenjiro. Lo attende un'espressione placida e serena, seppur non vi sia risposta positiva a quel quesito. <Un sensei?> Domanda retorico, lasciandosi scappare un sorrisino divertito. <No... no.> Ammette sollevando la mano destra come a voler scacciare fisicamente quel pensiero. <Non è mai stato il mio forte insegnare agli altri...> mente. In realtà avrebbe benissimo l'inclinazione e la pazienza per farlo. Quello che non ha avuto è stata la forza di affrontare la realtà a petto aperto e fiero. <Hai bisogno di qualcosa, in ogni caso?> Domanda quasi istintivamente, proprio a tradire quello che ha appena affermato. La differenza d'età e una sorta di istinto paterno involontario lo portano a cercare di aiutare il ragazzo, anche con la consapevolezza che... <Ormai immagino che i maestri siano tornati alle proprie dimore. Si è fatta una certa ora...> E l'occhio perlaceo vola all'empireo per qualche istante, indicandogli la volta celeste totalmente oscurata. Cercherà di aiutarlo, se possibile. Dopotutto Tenjiro è un'inguaribile orso buono. [Accademia Konoha - Cortile interno] Normalmente rivolgere parola a qualcuno per Matono è un taboo, infatti risulta quasi affaticato dal gesto. In ogni caso riprende rapidamente tono tornando allo sguardo sospettoso, non è che sospetti di lui direttamente, più un abitudine. Al primo mugugno di tenjiro a sua volta ricambia con un espressione interrogata che non cambia dopo la prima vera parola dell'uomo, alla fine al diniego risponde con un alzata di spalle, starebbe quasi per spostare l'attenzione da qualche altra parte bloccando la rotazione del busto a metà, aprendo nuovamente bocca<Dovrei partecipare ad una missione.> Riporta il busto e la sua persona in direzione di Tenjiro continuando<Una scorta ad un anziana> Poi sospira all'ultima replica, sembra far mente locale ora dando un occhiata alla luna ed al cielo scuro.<Non hai tutti i torti> Conviene con l'uomo, in effetti non accorgersi dell'ora e del tempo se non lo si tiene è abbastanza semplice. Dopo aver passato ormai diversi minuti a guardare quasi male Tenjiro nonostante ci stia colloquiando, e perdipiù ricevendo in risposta uno sguardo morbido sembra via via inquietare maggiormente Matono, non che si renda molto conto dell'effettiva espressività agli occhi degli altri, piuttosto è lo sguardo dell'uomo a renderlo irrequieto. Come di consueto quando è in questi stati emotivi apre bocca.<Ti chiederei chi sei ma i tuoi occhi ti tradiscono per primi, comunque a parte questo.> Sembra avvisare che sta per dire cazzate< Non credo di aver mai visto qualcuno con così tanti vestiti addosso comunque.> Porta il discorso in una zona grigia a metà tra l'ironico ed il serio, in tutta la replica comunque tiene gli occhi quasi sempre nell'iride bianca di Tenjiro, e nella benda di conseguenza, non per il fatto che c'è ma per ipoteticamente fissarlo in entrambi gli occhi.<Suppongo tu sia un ninja in ogni caso.> Non che sia un ovvietà, è quasi una ricerca di conferma l'ultima replica. [Cortile Interno] Ascolta attentamente le parole dell'altro, soffermandosi di rimando sul suo sguardo truce. Ne percepisce l'irrequietudine, ma questo non basterà a influenzare quella pacatezza disarmante. Mentre l'altro parla, incrocia le braccia ad altezza dell'addome, infilandole reciprocamente nelle larghe maniche del giaccone e preparandosi a rispondere all'altro. <Una missione?> Beh, era abbastanza scontato. Tuttavia, è quando l'altro accenna ad una vecchietta che una risatina scappa alle sue labbra. <Beh a quanto pare...> la mano destra viene sfilata dalla manica sinistra e portata ricercare qualcosa tra le pieghe del kimono ad altezza del petto. Subito ne viene fuori un pezzetto di carta, su cui Tenjiro sembra aver preso degli appunti. <... potrò rispondere alle tue perplessità direttamente in missione.> Gli comunica che faranno parte della stessa squadra, per quanto assurdo possa sembrare che un cinquantenne partecipi alle missioni più banali del villaggio. Non può sapere che Tenjiro ha iniziato un percorso riabilitativo, non solo delle sue capacità ninja, ma anche della sua persona. Sta raccogliendo i cocci del proprio fantasma, per potersi ricostruire daccapo e riacquistare fermezza e solidità. <Gli occhi spesso parlano più delle labbra, si.> Ammette, confermando all'altro l'ipotesi più banale. <Tuttavia, non sono mai in grado di rivelare la vera identità di una persona.> Potrà sapere di che Clan fa parte, ma non saprà il suo nome... ne conoscerà la sua tempra. Inoltre, anche l'appartenenza al clan è discutibile... per quanto ne sa, potrebbe anche aver ricevuto quell'occhio in dono da qualcuno. Sono casi rari, ma esistono. <Chiamami Tenjiro.> Il cognome è superfluo ribadirlo. <Mh?> Non si aspettava questo commento sul proprio vestiario. Tanto che, un po' a disagio, porta la mano sopra il cappello di paglia e ridacchia in maniera sommessa. <Sono sicuro che il mio senso estetico sia in netta contrapposizione con gli standard odierni...> Ed è la verità assoluta. Kagegakure è cambiata tanto rispetto agli standard della vecchia Konoha. <Purtroppo sono un tipo molto nostalgico, quindi...> mantiene lo stile a cui è abituato da una vita. Infine la domanda fatidica. E' un ninja? <...> qualche giorno prima avrebbe usato una delle sue risposte vaghe. Dissimulazione in piena regola. Tuttavia, oggi non sarà così. Quelle labbra si schiudono ancora e danno concretezza alla sua forza di volontà. <Si, sono un ninja.> Ed ecco che le mani si ricongiungono nelle maniche del giaccone. <Come ti chiami?> Curioso di scoprire l'identità del proprio compagno di missione. [Accademia Konoha - Cortile interno] Una volta venuto al corrente del fatto che tecnicamente sono compagni annuisce e afferma a bassa voce.<Oh> a primo acchito sembra sorpreso, ma mette via abbastanza rapidamente tale emozione, ora comunque sembra guardarlo con maggiore interesse, smorza leggermente cupezza ed inquietudine, solo leggermente eh. Ma non può far meno di denotare ad alta voce.< Beh allora saremo compagni.> Certo non basta quello per avere un trattamento decente o anche solo parzialmente cordiale da parte sua, ma stiamo comunque migliorando pian piano.<Fortunatamente non bastano.> Una frase rotta a metà, la continuazione muore nella gola e viene archiviata nella mente, zittendosi fino a notare la sorpresa per la domanda sui vestiti, non lo si può biasimare, lo stesso Matono dopo qualche minuto si rende conto che la domanda fatta suona un pò così.<Oh non vuole essere una critica, noto le cose e poi le dico ad alta voce, non ci far caso.> Alza la mano destra con la dita verso l'alto, e la muove un paio di volte, facendo segno di non dar peso a proprio tutte le sue domande.<Comunque decisamente si, ma non è che mi dispiaccia.> Sembrerebbe un complimento, ma tono ed espressione sono un pò in contrasto.<Io sono Matono , da Oto.> Si presente facendo un piccolo segno con il capo, che và appena appena verso il basso, prima di tornare a doverlo invece alzare.<In realtà non è che sappia come siano i vecchi standard in realtà, ma se erano i tuoi credo di preferirli. In ogni caso non sono uno che ci fa molto caso.> Infatti sembra letteralmente una comparsa sullo sfondo di una storia.< Siamo diametrialmente opposti si direbbe> Conviene sorridendo appena appena e terminando portando sul tavolo la sua curiosità più grande.<Non che in questa missione ce ne sarà il bisogno, ma vedere uno Hyuga in azione è qualcosa che aspetto da un pò.> Ammette, senza vergogna, la passione per stili ed arti offensivi, è un ninja , più che giustificato hobby. [Cortile Interno] Accenna ad un sorriso, quando l'altro ammette di aver straparlato un po'. <Non temere... la sincerità è da apprezzare, seppur ad alcuni possa dar fastidio.> E' un concetto estremamente profondo e che non si sofferma unicamente ai banali rapporti interpersonali. La parola sbagliata al momento sbagliato può far scoppiare anche una guerra, ma è inutile dilungarsi oltre su un discorso tanto complesso. Di fatti, non scenderà nel dettaglio. <Sono prossimo a varcare la soglia del mezzo secolo, ragazzo mio.> E lo dice senza dispiacere. Il tempo è stato molto clemente con lui. I capelli bianchi sono pochissimi, non vi sono troppe rughe a solcargli il viso e la massa muscolare è ancora tonica e prestante. Certo, c'è bisogno di rimettersi in carreggiata con gli allenamenti, ma non è esattamente il fisico di uno dei classici cinquantenni che passa la sua giornata su una panchina a dar da mangiare ai piccioni. <Matono...> ribadisce quel nome più per imprimerlo nella sua testa, che per reale necessità. Sbatte la palpebra sinistra con calma e poi riprende a guardarlo. Non va invogliato a parlare del passato... potrebbe diventare logorroico. <Le cose sono cambiate molto rapidamente. Troppo, per i miei gusti.> Ammette, ma senza tristezza nel tono. <La stessa aria è diversa. Questa non è la Konoha in cui sono cresciuto... letteralmente.> E qui un pizzico di malinconia sarà percepibile. L'altro non avrà troppi ricordi del periodo antecedente all'unificazione dei villaggi, ma Tenjiro... eh... il bagaglio del vecchio Hyuga è assai più corposo. <In ogni caso, non ho particolarmente voglia di allinearmi ai nuovi canoni estetici. Preferisco mantenere una certa... identità.> Alla fine anche il modo di vestirsi e presentarsi fa parte di un'identità storica. E' parte di se. Rinunciare a tutto per assumere nuove sembianze che non ti appartengono è totale e inaccettabile abnegazione, per lui. <Eheh...> Ridacchia, accarezzandosi il retro del collo, segretamente in imbarazzo. <Non credo di potermi fregiare di un titolo così gravoso...> A cosa si riferisce nello specifico? Al proprio cognome, ovviamente. <I massimi esponenti della casata sono altrove, temo. Io sono decisamente arrugginito.> E lo dimostra il fatto che ancora non ha ripreso a padroneggiare la propria abilità innata. Ad ogni modo non ammetterà all'altro -quanto- arrugginito. La farà passare per modestia, a tutela del proprio orgoglio. [Accademia Konoha - Cortile interno] L'atteggiamento continuativamente caldo e amichevole di Tenjiro alla lunga sembra placare l'irrequietezza palpabile di Matono, non che ora sia del tutto calmo, l'intera muscolatura sembra essere ancora leggermente tesa e sul chi va là, ma perlomeno l'espressione sembra andare perlomeno verso la neutralità.<Mezzo?> Fà mente locale, inizialmente non credeva che l'uomo fosse così vecchio, nella mente sembrano balenare diverse domande che per un attimo sembrano anche trovare la via della bocca, ma per il momento riesce a tenerle li andando a dare risposta ad altro.<Fortunatamente o sfortunatamente non ho così tanti ricordi precisi del "prima".> Ammette pensieroso crucciandosi per un frangente.<Nè ho avuto qualcuno che direttamente mi abbia raccontato qualcosa che vada oltre le cronache, quindi se la missione prende il verso giusto avremo di che parlare.> Dovrebbe essere una richiesta, ma viene portata come fosse già assodata come attività durante il lavoro.<Senza perdere l'attenzione da quello che dobbiamo fare s'intende.> Aggiunge infine, non vuol certo far la figura del cazzone. Certo Tenjiro porta il ragazzo ad interrogarsi su di un sacco di cose ad ogni replica, certo ritiene l'uomo una figura assai curiosa, motivo per il quale si sta trattenendo oltre la soglia della normale sopportazione per il relazionarsi, la chiave di volta per convincerlo è sempre far apparire in volto un espressione incuriosita piuttosto che torva.<Sei modesto, molto curioso.> sospira.< Mi viene da chiederti se stai in qualche modo ricominciando da capo.> criptico e poco specifico, forse non è riuscito a formulare la replica in altro modo data la natura dell'intuizione di Matono, non vuole scavare con forza ovviamente.<I massimi esponenti? si forse, ma hai una certa età e sei un ninja, di solito non si vedono molti ninja anziani.> Sottolinea veemente.<Essere vivi alla tua età da ninja è già un bel traguardo.> Resta al bordo del discorso, tasta il terreno. [Cortile Interno] Si stringe nelle spalle per qualche istante, rassicurandolo. <Non avere fretta di bruciare le tappe.> Riferendosi al fatto di non avere ricordi, intende. <Tra trent'anni avrai anche tu qualcosa da raccontare. Ognuno si ritaglia la propria porzione di tempo, mentre questo scorre, e ne fa quello che vuole. In ogni caso...> borbotta noncurante, sempre mantenendo la sua flemma zen. <... se ti interessano le storie, potrei averne due o tre da raccontare, si.> Gli concede questa possibilità. Alla fine durante la missione dovranno pur dirsi qualcosa no? E cosa possono dirsi due individui appartenenti a generazioni differenti, se non aneddoti appartenenti a quest'ultime? Successivamente la discussione vira per nuovi lidi. Tocca sfaccettature più personali e, nello specifico, vedono proprio Tenjiro al centro dei riflettori. Il giovane Matono sembra essere incuriosito dal comportamento del vecchio Hyuga... probabilmente perchè non è più facile incontrare modestia ed onestà per strada, al giorno d'oggi. <Mh...> mugugna, accarezzandosi la nuca ancora una volta. <Tanto essere superbi a cosa servirebbe?> Domanda, volendo portare il ragazzo a fare un ragionamento molto semplice. <La modestia non crea aspettative. Ti permette di vivere una vita tranquilla e di mantenere un basso profilo.> Lo ha fatto per tutta la vita, infondo. <Invece riempirsi la bocca di paroloni, titoli altisonanti e meriti spesso non legittimi... lascia spazio a delusione e disillusione, quando poi non si è in grado di essere all'altezza degli standard che si vantano.> Insomma, banalmente se non crei aspettative dopo è più facile sorprendere il prossimo. Per vantarsi bisogna essere terribilmente sicuri di se, o terribilmente stolti. <E purtroppo... la modestia sta lentamente sparendo. Pare che tradire le aspettative stia diventando la nuova moda.> Un processo che si sta normalizzando e canonizzando. Socchiude l'occhio sinistro per qualche istante, come per cercar di far pace con se stesso. <Potremmo dire di si. In un certo qual senso... sto cercando di riprendere delle briglie che ho lasciato andare tanto tempo fa.> Ma anche qui, l'alone misterioso che aleggia attorno alle sue parole non verrà diradato. Non ama parlare del suo passato, sicchè ancora fresche sono le ferite nel suo animo e sul suo corpo. <Ripeto... il segreto è mantenere un basso profilo e non fare il passo più lungo della gamba. Spesso si cerca di morire da eroi, ma si cade in un sacrificio stupido ed inutile. Bisogna essere più... realisti e lucidi.> E se proprio lui fosse destinato a diventare eroe e abbia procrastinato per quasi trent'anni? Ormai inizia a chiederselo anche lui. [Accademia Konoha - Cortile interno] Gli viene da sorridere all'invito ad andare con calma, non si addice alla personalità di Matono fare qualunque cosa con calma.<Bisogna pure stare alla stessa velocità del mondo. Stanno sul cazzo a me le mura. Figurarsi a te.>Se prima la vita del ninja era di un tipo, quella attuale sembra una sbiadita imitazione. La risposta successiva comunque sembra cogliere l'attenzione, infatti si lascia trasportare all'interno della discussione, analizzando prima quanto dice Tenjiro ed iniziare la replica poco dopo.<Sono d'accordo ma il fatto che non serva non impedisce certo il uso come strumento.> alza la mano come a chiedere di attendere, espira e continua<L'unico scopo di solito è solo a livello psicologico. o semplicemente fà parte dell'indole, ma solitamente chi nasce con un potere considerevole ha anche una commisurata certezza che quel potere possa prevaricare sugli altri.> poi allarga entrambe le braccia a mo di bilancia facendo su e giù con gli avanbracci.<Anche vero che nascere con un potere così porta un considerevole peso sulle spalle, come quello di avere un clan come il tuo.> Considerazione forte, ma è certo di quanto dice e porta l'idea con voce ferma e abbastanza sicura di sè. Esaurito il discorso, anche se sicuramente avrebbe sia voluto che potuto portare altre mille considerazioni decide chiudere e ragionare sulla successiva, sebbene di solito le sue repliche arrivano con celerità quasi ansiogena questa volta pensa qualche attimo in più, corrugando leggermente la fronte.<Tendenzialmente non sono impulsivo nè tantomeno un eroe.> Sembra archiviare il problema ma resta ancora qualche attimo a rimuginare.<Credo che la lucidità sia la chiave principale dato che in quelle situazioni prima o poi ci finisci.> una pausa<Eroi.> Ripete quella parola, come se il significato fosse poco chiaro.<Per me non è una parola di questa terra. Esistono solo persone diverse.> Lapidario ma appunto come consigliato da Tenjiro, realista.<Da sempre sò che la cosa principale da fare è schivare la morte con il cervello> Termina battendosi l'indice destro sul capo.<Quindi tu hai avuto una vita tranquilla?> Una domanda di rimando ad una replica di qualche attimo prima, forse ora la curiosità è troppa, ma porta la domanda senza che ci voglia dare troppo peso. [Cortile Interno -> Altrove] <Mh.> Mugugna pensieroso, salvo poi ammettere che in quelle parole vi sia un fondo di verità. <Punto di vista rispettabile.> Seppur lui non sia stato al passo con la velocità del mondo negli ultimi anni. Per quanto riguarda le considerazioni che l'altro muove a favore della superbia, non riuscirà a dirsi completamente d'accordo. <Usarla come mezzo...> la superbia <... trova applicazione solo perchè nel nostro mondo -prevaricare- sul prossimo sembra esser diventata una necessità.> Sta alzando leggermente l'asticella della conversazione, toccando concetti assai più astratti. <Chi è in possesso di un potere tanto grande, dovrebbe utilizzarlo per tutelare i più deboli. Per proteggere l'equilibrio del mondo, e non per soverchiare l'ordine naturale delle cose.> Fa spallucce, rassegnato. <Utopisticamente parlando, s'intende.> E' palese che non sia così. Le ripetute guerre non hanno fatto altro che testimoniare il contrario. <Si, Matono.> Conferma il peso delle responsabilità. <Se la gente desse più rilevanza al peso del fardello che un potere del genere comporta, e meno rilevanza alla futile gloria che nasce dallo sbandierarlo in giro come se fosse una qualche sorta di medaglia... probabilmente oggi vivremmo in un mondo migliore.> E lo dice con una certezza devastante. Purtroppo, però, l'indole dell'uomo non si può cambiare. Forse è per questo che lui cerca di essere quanto più modesto possibile. Forse è per questo che mostra una pacatezza e un autocontrollo fuori dal comune. Tira un lungo sospiro, lanciando un occhiata fugace ai faccioni di pietra dietro la magione dell'Hokage. <Eppure... gli eroi sono esistiti.> Lui ci crede. Crede nel sacrificio per il bene della comunità, ma purchè sia sentito e necessario. Sono gli eroi autoproclamati che non apprezza granchè. <Sono stati uomini e donne che ad un certo punto hanno deciso di smettere di schivare la morte...> Ribatte al ragazzo, lasciandogli intendere che non esiste mai solo il bianco o solo il nero. La vita è una scala di grigi con infinite sfumature. <... ma con raziocinio e lucidità. Hanno smesso quando era il momento di farlo, e non per amor della gloria.> Spesso il concetto di Eroe viene confuso. Infine sopraggiunge la domanda cruciale. Quella che forse non andava fatta. <L'ho... desiderata con tutto me stesso.> E non l'ha avuta? Tutto sta nel comprendere il significato di "Tranquilla". Puoi vivere nelle mura della tua casa per tutta la vita, senza patire fame, sete o le intemperie. Una vita dove le ansie della guerra non ti raggiungono... eppure potresti comunque essere perseguitato dagli incubi del passato, ed essere troppo lento per riuscire a scapparvi. Può definirsi comunque una vita tranquilla? Ovviamente non darà nessuna spiegazione al ragazzo... non è tenuto, ne desideroso, di farlo. Anzi. Un breve momento di pausa lo porta a realizzare che effettivamente si sia fatto decisamente tardi. <Comunque!> Risolleva il capo, che era stato impercettibilmente chinato come conseguenza del segreto tracollo emotivo. La luce lunare e quella artificiale del villaggio tornano a illuminare il viso di Tenjiro sotto il cappello di paglia. <Credo che per me sia arrivata l'ora di andare.> Gli dona un sorriso beffardo, pronto a sfoggiare una delle sue tipiche pessime battute autoironiche. <Alla mia età si fa fatica a restare svegli fino a tardi. Rischio di addormentarmi a bordo strada senza che me ne accorga...> Sta palesemente esagerando. <Immagino che ci rivedremo il giorno della missione. Cerca di non metterti nei guai nel frattempo.> Una raccomandazione paterna, donata ad un perfetto sconosciuto. Tenjiro è fatto così. <Buona serata, Matono-kun.> E sventolando la mano destra con noncuranza, lo saluterà mentre si allontana diretto verso casa. || Vede il suo punto di vista quasi condiviso, sebbene le differenze sia estetiche che interne siano profondamente diverse, un punto di idea comune si riesce comunque ad avere piuttosto semplicemente. Matono sembra alquanto sorpreso, ovviamente non in maniera palese od espressiva se non con un lieve incresparsi della linea della bocca, un mezzo sorriso difficilmente afferrabile che poi diventa espressione crucciata<Esattamente, diventando necessità diventa normalità>. Lo scetticismo è malcelato ancora una volta<Mi chiedo se non sia quel potere a renderti tale.> Non è propriamente una domanda fatta a Tenjiro, piuttosto e lasciata al vento. Riguardo gli eroi invece nota che l'uomo andava guardando verso il monumento della foglia, la montagna dei Kage, Matono a questo punto non può far altro che imitare il gesto andando a soffermarsi per qualche secondo su di essa.<Immagino tu stia parlando di loro. Bè non posso che darti ragione.> Obbligato dal fatto che probabilmente l'essere sopra una montagna è qualcosa di simile all'idea di eroe<Vedremo se c'è ne sono ancora.> Resta alquanto poco convinto nonostante la nuda pietra di fronte a lui. Ora riporta lo sguardo sullo Hyuga, anche se la domanda posta sembra che non avrà una completa risposta, comunque Matono non sembra voler incalzare in alcun modo rispetto a quel discorso, si limita ad osservarlo alla ricerca di qualche cosa nella serena espressione dell'uomo, niente da segnalare comunque.<Hai ragione. é tardi.> Tenjiro non si smentisce nemmeno ai saluti, anzichè un semplice cenno lascia al ragazzo una raccomandazione, dal canto suo Matono non sà come reagire, resta attonito qualche attimo bofonchiando.<Ah certamente.> Svicola con la prima frasetta che gli veniva in mente prima di salutare.<a lei Kenjiro-Senpai> Lo osserva allontanarsi e sparire nel buio, attendendo qualche minuto prima di fare lo stesso procedendo svelto verso Oto.[end]