Saggi consigli
Free
Giocata dal 07/09/2021 20:06 al 08/09/2021 00:57 nella chat "Bosco Oscuro"
La signorina dai lunghi capelli neri e dalle orecchie da gatta voleva parlarle. Si sono riviste per la prima volta dopo tanto tempo sul nuovo Monte dei Volti. Ordunque, rincontratesi e consapevole del fatto che questa voglia parlarle, tanto vale incontrarsi e girovagare per un villaggio che, in ogni caso, continua a non appartenerle. Ha fatto un passo più lungo della gamba, probabilmente, ma ne aveva disperatamente bisogno. Va da sé che s’affianca alla fanciulla, avviandosi in direzione del Bosco oscuro. Le lancia di tanto in tanto un’occhiata di sguincio, giusto per assicurarsi che ce l’abbia di fianco. <Di cosa volevi parlarmi l’altro giorno?> Alludendo chiaramente all’ultimo incontro che hanno avuto, in compagnia del beniamino Kamichi che quest’oggi è assente. Meno male, aggiungeremmo, altrimenti Akaya non potrebbe dirle alcunché. L’attenzione è data ovviamente nei propri pressi, assicurandosi che non vi siano spettatori indesiderati o gente che abbia voglia di farsi gli affari altrui. Per necessità, nonché per l’arrivo d’eventuali intemperie dettate dall’arrivo dell’autunno, è andata alla ricerca d’un outfit che facesse al caso proprio. S’è munita d’una camicia bianca dal collo alto, abbottonata sin ad altezza del seno e col colletto sbottonato, ben ripiegato ai lati. Le maniche son lunghe con doverosi polsini anch’essi allacciati come si comanda attorno ai polsi. Al di sotto delle suddette, è posta una coppia di vambracci metallici che ne circonda totalmente l’avambraccio sin quasi al gomito in qualità di protezioni. Le estremità del vestiario citato son infilate in una gonna sottostante a vita alta, la quale circonda inesorabilmente i fianchi della fanciulla. E’ nera con dei bottoni dorati posti sulla destra e fungenti da chiusura ermetica dell’indumento. Essa giunge a metà coscia, lasciando il resto delle flessuose gambe ben in vista eccezion fatta da metà stinco in giù. Qui, infatti, prendono posto un paio d’anfibi dalla suola alta, al cui interno son stati sistemati degli schinieri in modo che, come i vambracci, fungano da protezioni per le inferior leve. C’è ovviamente da considerare anche l’equipaggiamento del quale non fa letteralmente mai a meno. La vita è circondata da una cintura in cuoio nera e piuttosto spessa, al cui fianco mancino viene agganciato un fodero contenente la sua fedelissima katana – l’unica rimasta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno i due elementi da cui prende nome, per un totale di tre ciascuno. Sul gluteo posteriore dal medesimo lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Non solo. Sulle spalle, le maniche lasciate libere di volteggiare dietro la sua schiena spinte dal lieve vento, appare quello che potrebbe apparire un lontano ricordo. Un vecchio haori, sfilacciato, bianco e rosso, raffigurante dei kanji specifici. Le estremità sono rovinate, naturalmente, essendo stata sotto terra per dieci lunghi anni ed avendo combattuto precedentemente in modalità animale. Si torna ai vecchi fasti… un passo alla volta. [ Chakra ON ] La giovane Nara sta alternando le proprie gambe al fianco dell'ex Decima, tenendo la propria mano sinistra chiusa a pugno con l'indice ed il medio sollevati per formare quel mezzo sigillo della capra, così da poter estrarre l'energia psichica dal proprio cervelletto per farla discendere attraverso il midollo spinale in maniera speculare a come l'energia fisica ascenderebbe dalla zona addominare l'ungo l'esofago per vorticare l'una sull'altra all'altezza del plesso solare, alimentando così la scintilla di chackra dalla quale estrarrà l'energia che alimenterà le proprie tecniche. Indossa il suo solito vestiario, composto da una maglia smanicata bianca con i bordi neri coperta parzialmente da un corpetto leggero di tessuto nero chiuso all'altezza del diaframma da un singolo bottone. Un paio di aderenti pantaloni neri le fasciano le gambe infilandosi all'interno di un paio di stivaletti del medesimo colore. Un fiocco violaceo come i suoi lunghi capelli lisci ed un paio di maniche nere composte semplicemente da strisce di tessuto completano la sua figura. Alle parole che le vengono rivolte si mordicchia il labbro inferiore, andando a replicare che < Volevo... Parlare di Tachiko-san... Dice di essere vostra cugina e... Non so sinceramente cosa pensare di lei > ammette sospirando < All'inizio mi ha fatto tanta paura... Temevo aggredisse alcuni bambini che la stavano provocando... Ma poi si è rivelata una ragazza anche dolce... > ammette con un piccolo sorriso < Anche se ha alcune... Idee che non condivido, nel complesso sa essere una piacevole compagnia quindi... > voltandosi verso di lei < Volevo sapere quale delle idee che mi son fatta era più vicina alla realtà della sua persona... > ammette timidamente [Impasto del chackra 3/4] [Tra gli alberi] Sono tanti gli incontri strani che si possono fare nella foresta. Bestie, uomini, donne... amici e nemici. Le fronde nascondono più di quanto si possa immaginare e laddove il cielo non mostra neanche una macchia nebulosa, ci pensano le folte chiome della stirpe arborea che popola questo posto a celare il cielo e donare intimità e tutto ciò che si trova al di sotto. E' proprio qui che si apre il sipario questa sera. Un leggero venticello smuove le foglie e i rametti meno ostici. Anche i fili d'erba si lasciano accompagnare dalla brezza, mentre un elemento estraneo si contrappone allo sfondo naturale e si fonde ad esso. Si tratta di Tenjiro... Siede a gambe incrociate al centro di un piccolo spiazzo tra gli alberi. L'occhio e chiuso e, nonostante sia notte, il cappello di paglia sosta ancora sul suo capo. Non sembra particolarmente incline a separarsene, anche quando il suo utilizzo è decisamente discutibile. Schiena dritta e petto ampio per lui. E' palese che non stia dormendo per via della rigidità dei suoi muscoli. Entrambe le braccia sono raccolte ad altezza dell'addome, l'una infilata nella manica dell'altra, così che possano congiungersi e fargli assumere la tipica posa contemplativa di quando si sta dedicando alla meditazione. Come al solito, il suo corpo è coperto da un kimono nero vecchio stile: stretto in vita da una fascia bianca e aperto sul petto fino ad altezza dello sterno, così che i pettorali irsuti possano far capolino. Su di esso indossa un haori bianco, molto simile a quello di un Hokage, ma riportante il simbolo della casata Hyuga. Peccato che questo non sia di dominio pubblico, data la presenza di un altro giaccone. Questo, nello specifico, non è stato inforcato... bensì è semplicemente posato sulle sue spalle, tinteggiato di un rosa vivace e da un motivo floreale dalle varie tonalità. Tanti sono i pensieri che attraversano la sua mente. Nelle ultime ventiquattro ore ha avuto modo di riflettere molto e la verità è che la discussione con Sango ha risvegliato in lui una sorta di senso di rivalsa. Si tratta di un prurito all'orgoglio, tipico di chi vuole dimostrare a qualcuno che si sbaglia e che dovrebbe badar bene a soppesare le parole. <Ah...> Sospira, schiudendo le labbra solo per pronunciare un nome. <Aki...> E subito dopo torna il silenzio. Sta cercando di concentrare le proprie energie e convogliarle nell'apparato ottico. Il suo volto è leggermente solcato da piccole venuzze ad altezza degli occhi, ma ancora non è neanche lontanamente prossimo al risvegliare le sue abilità peculiari. Il tempo e l'inutilizzo hanno reso il suo byakugan dormiente... e come se ciò non bastasse, il turbinio dei pensieri inficia la corretta gestione del Chakra. Non esattamente il migliore degli inizi. Ciò che conta, tuttavia, è che abbia deciso di dare una svolta alla sua vita. Ci sono Shinobi che ricordano ancora. Shinobi che combattono. Che gli piaccia o no, anche lui era uno Shinobi... e forse è passato troppo tempo dall'ultima volta che ha combattuto per qualcosa. Ignora, nel frattempo, che qualcuno si stia avvicinando alla sua posizione. E' così concentrato su se stesso da non avere la concreta percezione di ciò che lo circonda. Che sia proprio questo il motivo per cui la sua abilità oculare non accenna a risvegliarsi?[Chakra ON] Mantenendosi nelle vicinanze dell’altra Nara, lasciando sventolare dietro la schiena l’haori rappresentativo coi kanji indicanti il suo vecchio ruolo da Hokage, le tende anche l’orecchio per ascoltare quel che dice. Innanzitutto, trae fuori il nome di Tachiko che, nell’effettivo, è esattamente sua cugina. Consapevole dei probabili discorsi che ne usciranno, inspira profondamente prima di pronunciar qualunque altra cosa. In un primo momento, un brivido le percorre la schiena per intero, consapevole del fatto che Tachiko potrebbe DAVVERO far del male a qualcuno, ancorché fossero bambini che la prendono in giro. Va da sé che se ne preoccupa a sua volta, poiché vorrebbe dire andare a salvarla un’altra volta – e la sua vita è già nelle mani degli Anbu, dopotutto. L’avanzar delle inferior leve rallenta, facendo in modo che possa preoccuparsi principalmente delle risposte che deve fornirle. <Confermo la nostra parentela.> Non ha senso nasconderla, non l’hanno mai fatto, figurarsi adesso che la Judai s’è rivelata al Consiglio di Kagegakure e a tutto il villaggio. Non ha alcun altro senso protendere per un nascondino che, oltretutto, s’è rivelato essere fallace. <La tua descrizione potrebbe essere corretta sia da un lato che dall’altro. Il carattere di mia cugina è molto particolare, invero. Bisogna saperla prendere e, finora, ci sono riuscite ben poche persone.> Tra cui lei stessa, approfittando del legame che hanno e del completo asservimento che ha nei suoi riguardi. Dunque, è stato anche piuttosto facile, nonostante non vi sia mai stato motivo per aggirarla e sfruttarla. Finora. Ora, è tutto molto diverso. <Ricordi per quale motivo la stessero provocando?> Le chiede, giusto per comprendere meglio quel ch’è accaduto alla cugina e di cui non sa ancora nulla, incuriosendosi ma giustamente cercando di tener sotto controllo anche la situazione della sua famiglia, a prescindere dall’individuo. Nel frattempo, seppur rallentando in precedenza, dovrebbero essersi spinte poco più in là, in prossimità di qualcuno che sta meditando – e che, forse, non dovrebbero in alcun modo disturbare. La di lei espressione diviene poco più seria, cercando di ricordare dove abbia potuto già individuare un haori del genere. Non è passato molto tempo. <Posto occupato, temo.> Rivolgendosi ad Akaya, ma permettendo alla propria voce di raggiungere anche l’apparato uditivo di colui che sosta in mezzo agli alberi. [ Chakra ON ] Continua ad impastare chackra fino a quando non è soddisfatta della quantità, prendendo un profondo respiro mentre unisce anche l'altra mano alla precedente, intrecciandone le dita per completare il sigillo della capra mentre cercherebbe di distribuire il chackra appena prodotto in tutto il corpo, in particolar modo ai punti che verranno maggiormente interessati dalla tecnica che intende evocare: nuca e la fine della colonna vertebrale. Sì, perché intende sostituire le proprie orecchie con un paio di triangolari orecchie feline ricoperte da un morbido e corto pelo violaceo come i suoi capelli... Ed una coda uguale(eccetto che nella forma, che sarà ovviamente allungata anziché triangolare). Una volta definiti gli ultimi dettagli della propria figura modificata nella propria mente, semplicemente rilascerebbe la tecnica per generare quelle appendici. E nel mentre ascolta le parole di Furaya, per poi riflettere pensierosa < L'unica volta che mi è parso che si sia alterata con me è quando le ho chiesto se voleva passare all'ospedale perché sanguinava dalla testa... Ma sembra che odi profondamente i medici, o ne ha paura > sospirando appena per poi replicare semplicemente < Credo... Che abbia una nomea un po' particolare. Non ricordo le parole esatte ma credo che la stessero prendendo in giro per quella > ammette < Ma allora sono felice di averla distratta e di aver mandato i bambini a casa > sospirando lievemente per poi voltarsi verso Furaya quando sente l'altrui dire, andando quindi ad aggrottare le proprie sopracciglia e piegare un orecchio mentre, seguendo lo sguardo dell'ex Decima, potrebbe notare la figura di Tenjiro alla quale assottiglierebbe lievemente lo sguardo con un'espressione sospettosa, per poi voltarsi verso Furaya < Se... preferisci ne riparliamo al dojo quando ci torniamo > sorridendole < E... Ho reincontrato la rana > ammette pensierosa < Credo di capire perché ti stesse così antipatico > ammette con un piccolo sospiro[Trasformazione 1/2][Chackra 28/30] [Tra gli alberi] Chakra e ricordi si mescolano in un connubio tutt'altro che armonico. Sembra come se qualcuno stia suonando uno spartito completamente diverso rispetto a quello del resto dell'orchestra. Questa dissonanza, non udibile al di fuori di quel complesso uomo, si concretizza nell'incapacità di riuscire a fare ciò in cui un tempo era specialista. I suoi tratti ereditari, tratti di cui dovrebbe e va fiero, non vengono a galla neanche per sbaglio. E dopo una giornata di continui tentativi vani, la frustrazione si mescola a quella dissonanza, enfatizzandone le note stonate e peggiorando la situazione. Il silenzio, tuttavia, non è destinato a durare a lungo. Il leggero sottofondo di foglie mosse dal vento e bestioline che vivono la propria vita, viene spezzato dall'avvento di due anime più imponenti. Pensava di aver scelto un posto isolato, ma a quanto pare non è l'unico a cercar la compagnia degli alberi in tarda serata. La voce di Pakkurida lo raggiunge inevitabilmente, pugnalandolo nei pensieri. L'occhio sinistro si schiude lentamente e la consapevolezza di avere qualcuno alle spalle si fa spazio nella sua mente, soppiantando qualsiasi altro turbamento. Nonostante siano in territorio pacifico, non è propriamente il caso di donare le spalle a qualcuno così spudoratamente. Specialmente dopo aver appurato che tra i popolani di Kagegakure cammina gente come Sango. <Yare, yare...> borbotta, cercando di rimettersi in piedi e subito dopo scopettandosi il vestito con qualche rapido colpo di mano. <Mi dispiace...> borbotta, prima ancora di voltarsi e mettere a fuoco le due figure. <Non pensavo che i posti in prima fila fossero già prenotati.> Cerca di sdrammatizzare con la tipica ironia che lo contraddistingue, mentre la sua figura ruota appena e volge il fianco sinistro alle due nuove arrivate. Su quel fianco c'è l'occhio buono(?). Occhio che si posa inevitabilmente sul decimo Hokage, prima ancora che sulla giovane Nara. <...> Le palpebre si assottigliano appena e un sorrisino divertito sorge sotto il suo naso. <Pakkurida-san.> Tenjiro è un uomo che fa caso ai dettagli e con una buona memoria. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, il tempo è stato molto clemente con lui. Ed è proprio per amor dei dettagli che quell'occhio ripercorre la sua figura, soffermandosi sull'Haori. <...> In prima battuta non dice nulla, seppur ne abbia riconosciuto fattezze e motivi. Quarantotto anni nel villaggio della foglia saranno pur serviti a qualcosa, no? <Continuo ad incontrarti nei posti più improbabili...> E le dona un sorriso, spostando l'occhio sull'altra ragazza. <Le belle ragazze sono addirittura due questa sera. Che uomo sfacciatamente fortunato...> Ovviamente in quella piccola dose da dongiovanni si nasconde della profondissima autoironia. Non è innaturale che Akaya vada ad attivare la tecnica della Trasformazione, facendo in modo che possa generare un paio d’orecchie sulla sommità del capo e una coda che sbuca dietro la schiena. <Non ti converrebbe comprartene delle finte?> Riferendosi, per l’appunto, alla creazione che ha appena messo in atto. Le rivolge soltanto un’occhiata di sottecchi, stringendosi nelle spalle. Le mostra addirittura un piccolo sorriso amichevole, per quanto sparisca nell’immediato. <In questa maniera, consumi soltanto del Chakra essenziale. Certo, qui tra le mura non succede granché, seppur ci sia un serial killer ancora a piede libero.> L’efficienza degli Anbu e della Shinsengumi è palesemente bassa, sta a significare che non sanno neanche più svolgere un dovere che tutti imparavano fin dalla tenera età. Sospira, lasciando andare la discussione – non tanto per via della ragazza, tutt’altro. E’ che detesta dover dimostrare quanto le cose siano peggiorate, nonostante siano riusciti ad ottenere qualcosa in cui lei ha palesemente fallito. <Credo si tratti soltanto di paura, tutto sommato. Anche a me non piace frequentare molto gli ospedali, ma è ben diverso.> Un uomo a letto non è utile alla battaglia. Deve rimettersi in piedi in fretta se vuole riuscire a difendere ciò che brama e chi ama. Sono visioni totalmente opposte, ovviamente. Stiamo pur sempre parlando d’una dea della guerra ch’è sempre scesa in prima fila per difendere Konoha e l’Alleanza intera. <Le uniche persone che ce l’hanno a morte con lei> Oltre agli Anbu che la tengono sotto controllo per via di quanto commesso ai danni di Kioku qualche mese prima. <sono i membri del clan Nara. Solitamente, non viene infastidita per strada, a meno che non si tratti di gente del clan che la conosce e la giudica.> Ammette senza troppi fronzoli, anche perché Akaya è una Nara. Sta a significare che sta discutendo d’informazioni che la fanciulla dovrebbe conoscere da frequentatrice del dojo. E a proposito di questo, scuote mestamente il capo. <Non vivo al dojo, ma ben presto dovrò farmi viva anche lì.> Riferendosi, ovviamente, a quello dei Nara. Pretenderà ben presto un incontro con il Capo Clan attuale, non tanto per riprendersi ciò ch’è suo di diritto e d’eredità – d’altronde, anche suo padre fu Capo Clan prima di protender per tutt’altro genere d’affari – bensì per far vivere serena sua cugina e sua figlia. Devono smetterla. Devono lasciarla in pace. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. <La rana?> In un primo momento, aggrotta le sopracciglia senza capire. A chi si sta riferendo? Tuttavia, la risposta successiva fa sì che le sfugga dalle labbra una piccola risata di contorno. <In realtà, è un tipo a posto. Purtroppo, è molto eccentrico e, soprattutto, è giovane.> Deve ancora fare delle esperienze, ben più di quelle che ha in questo momento sul groppone. Molte affermazioni le dice senza conoscere la realtà dei fatti perché non l’ha mai vissuto sul proprio corpo, non ne ha mai sentite le emozioni tumultuose nel profondo del cuore. La di lei attenzione torna a focalizzarsi sulla figura antistante, ripercorrendone le fattezze nel vederlo alzarsi in piedi. Incrocia le braccia al petto, salvo preoccuparsi – ahi ahi, non riesci proprio ad abbandonare chi eri! Che la chiacchierata con Saigo t’abbia fatto tornare in mente vecchi sprazzi del tuo io? – di Tenjiro che s’alza in piedi, scusandosi del disagio. <Oh, se preferisci restare da solo, possiamo tranquillamente prendere tutt’altra strada, vero Akaya-chan?> Le rivolge appena un’occhiatina, apparentemente molto pacata così come nel tono che utilizza per parlarle, pur non perdendo di vista l’uomo. <D’altronde, il bosco è abbastanza vasto per tutt’e tre. Personalmente, mi terrei distante dal settore di Oto.> Avversione totale nei confronti del settore con cui ha combattuto dieci anni or sono, motivo per cui non s’è neanche mai permessa d’avvicinarvisi – neppure per errore. Resta nel confine del settore konohano, passeggia per quello kiriano e gironzola per quello kusano. Ma mai – MAI – in quello del Suono. <Furaya Nara, per gli amici.> A che serve nascondersi? Sorride appena, cordiale. Ci prova. Mentire sulla propria identità con quell’haori indossato sarebbe come guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia: inutile, stupido. Indirettamente, lo ha persino definito un amico. Pensa te! <Continui a frequentare gli stessi posti che frequento io. Potrebbe esserci del Karma, in tutto questo.> Una linea di congiunzione? [ Chakra ON ] Ascolta le parole di Furaya e quindi le sorride lievemente < Non sarebbe lo stesso... E poi è una scusa per allenarmi in qualcosa in cui non sono portata > spiega con un sorriso amaro, per poi sospirare appena < L'unica cosa che potrei fare per quel serial killer... È fare da esca > ed è anche il motivo per cui spesso si ferma in una panchina all'esterno della magione dei Nara. Abbastanza vicina per dare l'allarme ma abbastanza lontana per cui possa non sembrare una trappola. Quindi inclina il proprio capo di lato < Tra quello e la sua mania per la... > rabbrividendo dato che, a quanto pare, faccia ancora fatica pronunciare quella parola che descrive una sensazione che lei ha provato, almeno in una delle varianti. Quindi sospira appena < Insomma... Quel suo credo su ciò che dovrebbero fare gli altri > sperando che l'altra la capisca, per poi voltarsi verso di lei e gonfiare le guance quando lei le chiede cosa intenda per "rana", riempiendole d'aria per un istante per poi sospirare appena < Il problema non è tanto lui, ma come cerca di perseguire il suo nindo > ammette < Ancora lui non ha fatto nulla che palesi queste sue intenzioni, e la forza con cui sottolinea ciò, credendo di spingere gli altri ad agire, rischia solamente di venir scambiata per arroganza e superbia > replica con un piccolo sospiro < Nella peggiore delle ipotesi lo isolerà e, quando romperà le scatole alla persona sbagliata... Beh, puoi immaginarlo > abbassando le orecchie. Quindi annuisce alla domanda di Furaya, voltandosi a sorridere a quell'uomo. Quando poi l'altro chiama Furaya con quel nome rizza un orecchio e lo piegherebbe verso di lui, guardandolo perplessa ma senza intromettersi fino a quando Furaya non usa il suo nome, e quindi andrebbe a chinare il proprio busto in un profondo inchino abbassando le proprie orecchie dato che alla fine in tutto questo si era dimenticata le buone maniere < Suminasen, Nara Akayadesu > sì presenta, scusandosi anche per non averlo fatto prima, e rimarrebbe con la schiena piegata a quarantacinque gradi per ora, attendendo l'altrui reazione [Trasformazione: coda ed orecchie da gatto] [Chackra 28/30] [Tra gli alberi] Solleva la mano destra debolmente, accompagnando il gesto con parole di pace. <Tranquilla, non ve ne è la necessità.> Sbatte la palpebra con calma, muovendo qualche lento passo verso di loro, in maniera tale da accorciare le distanze. <Tanto la mia meditazione non stava sortendo comunque gli effetti sperati. Almeno mi si allieta la vista, a conclusione di questa infruttuosa giornata.> Ovviamente si riferisce al fatto di avere due belle ragazze avanti a se. La conversazione avanza rapidamente e i colpi di scena non mancano. Finalmente c'è un nome da associare a quell'Haori. Un nome che ricorderebbe qualcosa a qualsiasi Konohano che si rispetti. <Furaya Nara...> Ormai non dista più di un metro da loro e la differenza in altezza inizia a farsi predominante. Quei venti centimetri gli permettono di torreggiare su entrambe, alto e imponente. <Non è leggero il nome che porti con te. Esattamente come non lo è il tuo Haori.> Socchiude l'occhio per qualche istante, riaprendolo successivamente con calma e portando la mano destra ad altezza del cuore. Il busto viene leggermente piegato verso avanti e innanzi alla confessione del suo vero nome, non può che aprire le labbra e proferir meste parole. <Immagino che rifare le presentazioni sia d'obbligo...> Alla fine l'ultima volta non si è presentato ad un Hokage, ma ad una sconosciuta. <Tenjiro Hyuga. E' bello sapervi ancora in vita.> L'inchino si scioglie e la sua postura torna quella originale. Il registro verbale cambia e se prima le dava del tu come si fa con gli amici di vecchia data, ora passa ad un riverente lei. <Gli eventi si sono susseguiti in maniera un po'... confusa, negli ultimi tempi.> Per usare un eufemismo. Nessuno ha avuto realmente tempo di capire perchè o come siano successe determinate cose. Sta di fatto che sono successe e che ora si trovano a vivere una vita completamente diversa da quella a cui erano abituati. Lo sguardo si posa ora sulla giovane Nara. Le scuse anticipano una formale ed educata presentazione, che strappa un sorriso divertito al buon Tenjiro. <Suvvia, suvvia... Non c'è bisogno di chiedere scusa.> E prendendosi una confidenza che nessuno gli ha dato, cercherà di allungare la mano destra per dare una pacca delicata sulla testa di lei, proprio tra le orecchie pelose. Un [pat] delicato, che le faccia capire quanto sia superfluo mantenere quella postura chinata. <Quindi...> Tornando all'Hokage. <... Immagino che quello sia il risultato della ricerca dell'altra sera?> Ovviamente si riferisce alla caccia di Kimono, riferendosi all'Haori di lei. <...> E' pieno di domande, ma non le esporrà. Non ora. La risposta di Akaya non farebbe una piega, in teoria. Tuttavia, ha da recriminare anche su questo. Del resto, era o non era una sorta di Sensei per l’altra? Tanto vale riprendere in mano la situazione e continuare a comportarsi da tale. Niente di più e niente di meno. <Dal mio punto di vista> Dettato ovviamente dall’esperienza sul campo e da una perfetta padronanza delle arti magiche. <reputo che tu sia abbastanza brava.> Lo era. Lo è tutt’ora, probabilmente. Vuole darle un motivo per andare avanti, anziché spezzarle le gambe nell’immediato, la qual cosa potrebbe soltanto abbatterla. <Riesci a mantenere una trasformazione in maniera costante, la qual cosa richiede un flusso di Chakra continuo fuori dagli tsubo, nonché una concentrazione per riuscire a mantenerla attiva. Dovresti provare a fare allenamenti del genere sotto sforzo.> Durante un allenamento, mantenere la trasformazione attiva, ad esempio, potrebbe esser ottimo. È ovviamente soltanto uno dei tanti che possa venir vagliato. Le mancava svolgere il ruolo da Sensei. A proposito del serial killer, fa spallucce. <È un’idea come tante altre che avrebbero dovuto vagliare gli Anbu. Da quel che so, sono questi ultimi a starci dietro.> Sono informazioni che riceve ovviamente da Tachiko o dai giornali, anche perché è rimasta fedele al cartaceo e non si permetterebbe mai il lusso d’avere tra le mani un cellulare o un computer da cui consultarle. L’argomento inerente alla cugina, in realtà, è molto vasto. Si potrebbe continuare per un bel po’ a disquisire dei vari aspetti della sua psiche, nonché della sua indole da sociopatica schizofrenica. Insomma, parla di sé in terza persona. <D’arroganza e superbia è pieno il mondo. Ben prima comprende come ci si comporta con le vere forze che lo fanno muovere e presto potrà avere voce in capitolo. Ha delle belle idee, ma non sa metterle in pratica.> Professa, replicando alla di lei volta con tono solenne per quanto riguarda Kamichi e le ideologie che in effetti ha in mente. Lo sta tenendo sotto la sua ala perché vuole fidarsi di lei, tanto quanto lei vorrebbe fidarsi di lui. Tuttavia, ora come ora, è utile soltanto in quanto agente della Shinsengumi. <Per la meditazione, continuo a preferire il Monte dei Volti. La testa del Primo Hokage non sarà l’originale, ma riesce ancora a darmi qualche soddisfazione.> Commenta al di lui indirizzo in riflessione all’argomentazione principale, giacché Tenjiro era dedito alla meditazione prima che giungessero due ficcanaso a rovinarne qualunque premessa. Sorvola sulle avances, come fa sempre. Non saprebbe neanche rispondervi. E pensare ch’era quasi arrivata al secondo matrimonio – non la si può definir neanche una santa, per carità. Sentirgli pronunciare il proprio nome le farebbe gonfiar il petto d’orgoglio, ma non adesso. È un nome tinto di vergogna. Alza gli occhi chiari e glaciali sullo Hyuuga. <È un nome che in molti maledicono.> Perché ha lasciato morire i suoi uomini in battaglia, perché ha lasciato che Konoha venisse distrutta. Il suo corpo è ancora lì, vivo e vegeto. Non è caduto per difendere il villaggio. Avrebbe dovuto, ma così non è stato. Non c’è niente di bello nel suo nome, non più. <Non è leggero neppur il peso delle mie scelte.> Ciò che si porta sulle spalle non è soltanto un haori. Rappresenta ciò ch’era, ciò che avrebbe dovuto essere e ciò che, infine, non è assolutamente stata. E’ come se avesse sulle sue spalle, costantemente, un peso da una tonnellata ch’è costretta a trascinarsi dietro per non dimenticare, per avere sempre sulla coscienza quel che avrebbe dovuto fare. <Mi sorprende che tu non voglia linciarmi come parte della popolazione che sperava io fossi dieci metri sotto terra.> Non lo dice neppur con accezione negativa. Non importa. Ha accettato tutto, ma ha anche promesso di far qualcosa. Non resterà ancora con le mani in mano: questo non è nient’altro che un primo passo verso la promessa ultima. <Io ho vissuto gli ultimi dieci anni sotto uno strato di terreno, bloccata in eterno in un blocco di cristallo.> Che ha risucchiato almeno tre quarti del suo Chakra, assieme al Senjutsu ch’aveva attivo in quel momento. Tutto solo per sottolineare “pensa quant’è stato confusionario per me”, tra le righe. China il capo in segno di rispetto all’altrui presentazione, non dimenticando affatto le buone maniere, specialmente con chi s’è comportato a modo nei propri riguardi. Scuote il capo all’ultimo quesito altrui. <Non ho trovato un kimono che mi piacesse, quindi ho optato per indossare qualcosa che mi riportasse indietro nel tempo finché non ne trovo uno.> Bella scusante, touché. [ Chakra ON ] Rimane piegata fino a quando non sente quella mano sulla nuca che le fa rizzare le orecchie, sollevando lo sguardo verso di lui con un'espressione confusa ma non ribatte, limitandosi a raddrizzarsi con un lieve rossore sulle gote per l'imbarazzo dovuto alla situazione prima di inclinare il proprio capo verso la pariclan, sorridendo lievemente per il traguardo raggiunto, per poi annuire semplicemente < Appena trovo un compagno d'allenamento ci provo, d'altronde devo aspettare che i miei mi ritengano pronta per il kagemane > sospirando appena, abbassando le orecchie e quindi inclinare il proprio capo di lato e rizzare le orecchie, impallidendo lievemente < Gli... Anbu? > dopotutto loro non si attivano per semplici banditi, ed aggiungendoci ciò che le è stato detto un lampo di realizzazione le passa sul viso < Forse... La prossima volta è meglio che stia un po' più vicina alla magione... > mormora tra se e se, deglutendo lievemente. Alle sue successive parole si volta verso Furaya, sorridendole lievemente < Io preferisco quella del Nidaime, essendo uno specialista d'acqua quando mi alleno sopra di lui riesco a percepire meglio il raiton > ammette, anche se probabilmente è solo un effetto placebo dovuto alla suggestione: l'acqua conduce l'elettricità dopotutto. Quindi riflette pensierosa sulle sue successive parole, andando ad inclinare il proprio capo di lato < Sai... Che gli umani tendono a cercare colpevoli anche quando non ce ne sono... > mormora piano, distogliendo lo sguardo < Non sai quante volte ho sentito persone accusarsi della distruzione del villaggio, se stessi e gli altri, anche se alla fine erano ovviamente parole al vento > mormora piano, per quanto anche lei ha avuto i suoi sensi di colpa per non aver potuto fare molto, dato che per quanto genin è praticamente ancora una deshi priva di vere esperienze [Trasformazione: coda ed orecchie da gatto] [Chackra 28/30] [Tra gli alberi] Sorride appena, sistemandosi il kasa sulla testa e guardando l'Hokage. <Le teste degli Hokage sono indubbiamente un posto potenzialmente favoloso, ma... ultimamente sono diventate una meta troppo gettonata per i miei gusti.> Aveva bisogno di restare solo e di non incorrere in incontri dalla dubbia utilità. Raccoglie entrambe le braccia avanti all'addome, unendole all'interno delle maniche e gonfiando il petto con fierezza. Alle parole della Kage, tuttavia, risponde innanzitutto innalzando il sopracciglio sinistro. <Quello che la gente fa o dice non mi ha mai riguardato molto.> E questa è una sacrosanta verità. Si è isolato per tanti anni e per altrettanti anni ha ignorato buona parte del mondo. <Ma se può farle piacere... No, non sono una persona che augura la morte tanto facilmente.> Non ha nulla contro di lei, anzi. <Spesso ci si dimentica che siamo fatti di carne e ossa. Emozioni e paure. Anche il più grande dei capi non è infallibile... Nessuno di noi lo è.> Lui ha fallito nel compito di proteggere i suoi compagni, dopotutto. Certo, non è nulla di paragonabile alla responsabilità di un Kage, ma per Tenjiro veder morire quelle due persone è stato come aver perso il villaggio intero. <Quindi perchè provare rancore per qualcosa che non può fisicamente sottostare al controllo del raziocinio?> Si stringe nelle spalle per un istante, senza mai smettere di sorridere. Di avere quell'atteggiamento pacato e placido. <Probabilmente non sono la persona più adatta per proferire queste parole... potrebbe essere ipocrita da parte mia, ma...> Lo dirà lo stesso, proprio perchè vuole essere onesto al cento per cento. <C'è sempre tempo per correggere i propri errori o ripercorrere una strada. Ci sarà sempre tempo, sino a quando si avrà aria nei polmoni e chakra in corpo.> Quindi, anche se l'altra ha commesso qualche passo falso, per Tenjiro avrà modo di redimersi. <Basta volerlo.> E in questo si nasconde la sua vera ipocrisia. Lui sta sprecando quel tempo... o almeno, lo ha sprecato fino ad oggi. Sposta lo sguardo sulla giovane Nara, dedicandole qualche parola. <Esattamente, Akaya-chan. Tendiamo a puntare il dito per natura, addossando agli altri responsabilità che, in realtà, sarebbero nostre in prima battuta. Purtroppo non ci si può fare molto. E'... il rischio insito nel volersi addossare responsabilità così elevate. Bisogna esser pronti a tutto, ma... non puoi sapere se lo sei effettivamente, finchè non arriva il momento.> E da creature non infallibili quali sono, puntualmente si fallisce in qualcosa. <Ad ogni modo...> Spezza il discorso, realizzando di aver monopolizzato la serata. <Non volevo intromettermi. Mi perdonerete per questo breve intermezzo.> E sorride, iniziando a chinarsi per salutare il duo. <Con il vostro permesso, mi congederei.> E' fuori casa da tanto tempo. Forse è meglio riordinare i pensieri, prima di sforzare mente e spirito. <Alla prossima!> Ed esattamente come si saluterebbe un amico, con mano sventolante, Tenjiro si allontanerà dalla zona tornando sui suoi passi e lasciando le due donne alle loro confessioni notturne. || Un compagno d’allenamento. Un compagno d’allenamento. Ci rimugina e trova già qualche nome da poter prendere in considerazione. <Tachiko o addirittura la “rana”> Come l’ha definito Akaya. <potrebbero essere degli ottimi compagni.> Deve addestrarli, dopotutto. Deve fare in modo che possano affrontare le battaglie all’esterno. Più che altro, la prima comprensione della quale ha bisogno è la seguente: chi è utile alla causa, chi è desideroso di combattere per riavere indietro la loro vecchia casa. A proposito della Kagemane, che tuffo al cuore! Che mare di ricordi! Riusarla sarebbe per lei un vanto, un ritorno al passato. Peccato che non vi sia alcuna possibilità in questo. <Posso aiutarti anche nel richiamo della Kagemane, se vorrai.> L’ha usata per oltre trent’anni. L’ha insegnata a molti altri dopo di lei. N’era diventata una delle migliori portatrici, salvo poi perderla per sempre. Sopita chissà dove, in attesa che il suo corpo torni a poterla riutilizzare. Forse, un giorno. Nota quell’avversione nei confronti degli Anbu, quel timore? Ne chiederà conferma poi, ma per il momento lascia cadere il discorso senz’alcuna pressione sull’argomento. La fanciulla inoltre rivela di trovarsi molto più a suo agio sulla testa del Secondo Hokage. <Kyofu ne sarà contento.> Mormora in tutta risposta, perlopiù sovrappensiero. Non crede che la signorina qui presente abbia mai potuto sentir parlare di Kyofu. Non è conosciuto con questo nome da molti, seppur ci si presenti spesso in giro. Le ultime constatazioni della Nara fanno sì che l’attenzione venga rivolta esclusivamente su di lei per un determinato lasso di tempo. <Chi ha colpe, se ne assuma la responsabilità.> Commenta, riferendosi indirettamente a sé stessa. Non ha fatto altro che prendersi le colpe di tutto, di tutti. Ha cercato di fare in modo che a nessuno mancasse niente ed alla fine è stata lei a perdere tutto quel che aveva, a non veder crescere la sua bambina e – soprattutto – a lasciarla crescere in un villaggio che non è alla sua altezza. Sprizza orgoglio da ogni poro, una maledizione costante che l’ha portata alla rovina. E’ stato proprio l’orgoglio a farla scendere sul campo di battaglia. <Confermo. Per fortuna, ce ne sono undici.> E figurarsi che ha fatto una fatica immane per non pronunciare il numero antecedente. Del resto, non considera l’attuale Hokage come il suo successore, ma si tratta soltanto di qualcuno che sta coprendo un posto altrimenti vacante. Le parole di Tenjiro le danno da pensare, preoccupandosi di dargli una risposta quanto più esaustiva possibile. <Tuttavia, è il capo a cui tutti s’appoggiano ed è colui il quale non deve mai sbagliare. Un capo ha addosso una responsabilità della quale deve farsi carico anche dopo la morte.> Come nel suo caso. Ed è stata sua sfortuna tornare in vita ed uscire dal cristallo, altrimenti non avrebbe dovuto farsene carico più del necessario. Sarebbe tornata sotto forma di spirito a tormentare le anime dei defunti che sparlano di lei: che bel trapasso! <Un capo può avere dei ripensamenti, dei sentimenti o delle paure. Di fronte al popolo, di fronte a coloro che in lui hanno visto una guida, deve dimostrarsi sempre affidabile. Al contrario, non faresti altro che perdere quella fiducia che ha reso te un leader.> Da un lato, gli cede assoluta ragione. Dall’altro, si sente comunque di contestare in parte le affermazioni altrui. Niente d’eccessivo, ovviamente. Gli mostra persino un piccolo sorrisetto malinconico. Annuisce alle successive constatazioni, specialmente quando tratta d’un atteggiamento ritenuto ipocrita, ma che in realtà aggiunge un po’ di positività alla quotidianità della rosata. <Mi fa piacere che ci sia gente che ancora la pensa in questo modo. Di veri shinobi, siamo rimasti in pochi.> La Volontà del Fuoco si sta estinguendo, sono pochi gli esseri da proteggere affinché quest’ultima possa sopravvivere. Bisogna anche trovare qualcuno in grado di tramandarla ai posteri giacché, come s’è visto, gli attuali popolani non sono riusciti nel compito loro assegnato dagli avi. <Più sali in alto, più sarà bello il panorama> Commenta ancora al suo indirizzo, includendo ovviamente anche la gatta verso cui volgerebbe un piccolo cenno col capo. <ma è anche più rapida la caduta.> Ogni leader ha le sue responsabilità, ma va da sé che bisogna anche sapere gestirle. Caso contrario, si rischia soltanto di farsi piegare in due da queste ultime, smettendo d’esser un capo. Parla proprio da vecchia! <Mi ha fatto piacere vederti ancora, Tenjiro.> Lo saluta di rimando con un nuovo cenno della testolina rosata che fa ondeggiar i rosei ciuffi oltre la schiena, scivolando sull’haori che porta indosso. Infine, rimaste sole, or può concentrarsi sulla gattara trasformata. <Vogliamo tornare indietro o vuoi riaprire il discorso?> Nessuna insistenza, soltanto un quesito. [ Chakra ON ] Ascolta le parole dello hyuuga, orientando un'orecchio nella sua direzione ed uno in quello della parisesso, sorridendo lievemente e quindi voltarsi verso quest'ultima sottolineando le parole dello Hyuuga con una spazzata di coda ed un ampio sorriso incoraggiante < Vero, ma anche in casa comandano i genitori e loro hanno la responsabilità di tutta la famiglia... Ma non per questo vanno odiati se fanno un errore, sempre che l'errore sia effettivamente loro > ridacchiando appena < Fintanto che non si ricopre quella responsabilità con arroganza, alla fine non bisogna essere per forza da soli > sorridendole < Nessun Hokage ha mai guidato Konoha senza il consiglio, o sbaglio? > inclinando il proprio capo di lato sorridendole con un'espressione che vorrebbe essere incoraggiante mentre ascolta le sue successive parole e si volta verso lo hyuuga < Jaa ne Hyuuga.san! > agitando una mano per poi voltarsi nuovamente verso Furaya, deglutendo lievemente all'idea di allearsi con Tachiko ma annuisce < Lo dirò a loro allora! > sorridendole per poi sgranare gli occhi < Mi... Insegnerai la Kagemane? > con la coda che frusta l'aria dietro di se, assomigliando più all'appendice di un cane che a quella di un gatto in questo momento. Scuote quindi il proprio capo < No... Ho già avuto la mia risposta > ammette < Al massimo dovrò capire come farle passare la paura degli ospedali... E vedere se è possibile limare alcuni spigoli così che non si metta nei guai > ammette pensierosa, inclinando il proprio capo di lato < Inoltre inizia ad essere tardi, non vorrei che si preoccupassero per me > sorridendole lievemente Le sfugge una risata quando Akaya ciarla a proposito del paragone coi genitori. Questi ultimi non vanno odiati se fanno un errore. Davvero, non può fare a meno di pensare a quanto ironico sia quest’affermazione. <Scusami.> Si ricompone subito dopo. Al sol pensiero di suo padre, del resto, cos’altro potrebbe pensare? Era persino convinta di riuscire a perdonarlo, seppur gli abbia conficcato una katana al centro del petto. Strappare le erbacce era diventato inutile, bisognava toglierne anche le radici. Parlare di famiglia è complicato per chi non ne ha avuta una che possa definire tale. E’ stata cresciuta da un uomo che ha poi attaccato il villaggio del quale la qui presente è divenuta Hokage. Insomma, storie drammatiche d’un tempo passato… Quanti anni sono passati dalla sua morte? Scuote appena la testolina. Che senso ha pensarci adesso? I suoi geni vivono in lei, ha un’eredità da considerare. <Io ho guidato Konoha senz’alcun Consiglio, a meno che non si parli degli anziani che m’hanno ufficializzata. Soltanto in seguito alla mia nomina, ho concesso il ruolo di Gran Consigliera a Mekura Hyuuga.> Nessun altro poteva ricoprire un ruolo del genere, nonostante se ne sia pentita successivamente. Un’altra lunga storia della quale non è momento narrare. C’è un luogo e un posto per ogni cosa. Tamburella con le dita sulla base del mento, pensierosa in merito agli altrui commenti. Quelli erano davvero bei tempi. Sorpresa a sua volta da Akaya, sbarra gli occhietti chiari a sua volta, focalizzandoli sul volto altrui. <Ero il Capo Clan dei Nara. Non ti fidi abbastanza di me?> E’ palese che stia ironizzando su quest’argomento. Qualora non si fidasse, v’è comunque un attuale Capo clan da poter considerare. <Ad ogni modo, solo se vorrai.> La sua fama all’interno del clan dovrebbe precederla, oltretutto. Ha aiutato molti clannati, senza escluderne neanche uno come, al contrario, hanno commesso con sua cugina. Ed è qualcosa che non è molto propensa a perdonare. <Possiamo parlarle assieme.> Riferendosi a quest’ultima, nonché all’argomento cardine della loro conversazione. Annuisce alle ultime considerazioni relative all’orario tardivo. Deve tornare da sua figlia, quanto meno per darle la buonanotte. Quindi, s’avvierà in direzione del settore konohano, precisamente al quartiere dei clan o nei pressi dello stesso dove alloggia Tachiko. [ EXIT ]