La nuova generazione del Suono

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15:58 Sango:
 Finalmente nuvole , il caldo che pare ormai estinguersi finalmente da quella arsura estiva che ha colpito tutti, Ame compresa, qualcosa che mai era accaduto nella storia ninja di quel villaggio, perennemente coperto da nuvole e bagnato dalla stessa pioggia. Sebbene non ve ne sia ancora l'aria è piacevolmente fresca e scivola sulla pelle ancora scoperta come se facesse caldo. V'è abitudine nel farlo, nel portare sempre quei kimoni antichi a cui tanto è legata - piccoli pezzi d'un passato lontano che ancora si rifanno vivi nel proprio essere. Il kimono è d'un azzurro gelido, freddo come il ghiaccio, ricamato a mano da disegni di tigri azzurre e bluastre, astratte invero, se non fosse per gli occhi che portano, rossi come il sangue. La stoffa scivola morbida sul corpo della ormai donna nascondendolo in parte. Le maniche giungono fino ai polsi in quella sorta di campana, larghe per donar movimento senza stringere, la scollatura appare profonda e mostrata senza alcuna vergogna - consapevole della propria mole e della propria bellezza, Ishiba nel sangue e nei movimenti fino al midollo. La veste che giunge qualche centimetro sotto i glutei lasciando invece le gambe completamente libere da qualsiasi costrizione, ed infine i sandali da shinobi sempre con se. La cintola che regge il tutto è d'un rosso scuro, intenso quanto i propri capelli, lingue di sangue raccolte in quell'alta coda di cavallo e che carezza il fondo della schiena ad ogni passo e movimento che compie lungo la via che riporta davvero la memoria indietro di tanti anni, in quello Amegakure non è mai cambiata davvero, sempre parecchi passi avanti nella tecnologia, sfornando ninja di altissimo lignaggio, per non parlare dei kami a cui pare stare pure a cuore il villaggio della perenne pioggia di sangue. Lo sguardo scivola lento e calmo attraverso le vetrine affollate in quel sabato pomeriggio, senza trovarne davvero attrazione, solo per passeggiare tranquilla all'interno del proprio regno, rendendola calma, rilassata perfino, sebbene quello sguardo nasconda quella scintilla violenta di un qualsiasi villain di qualsiasi manga che possano mai pubblicare. Ma no, adesso è calma, lenta e senza alcun obiettivo, solo pensieri in cui rintanarsi a sollevarli alle proprie orecchie. Akendo, Kioku, quel filo rosso pare non essersi mai davvero spezzato, e permane vivo in un cuore che batte violento di vita ma morto e oscuro. Necessita della sua fiamma, necessario diviene innalzarlo di nuovo al suo legittimo posto.

16:09 Matono:
  [Quartiere tecnologico] Dopo il Tour nel bosco rosa, ora tocca alla città anacronistica. Matono si presenta nel lato Amense di Kagegakure e la giornata fortunatamente risulta tersa e nuvolosa, qualche cumulonembo si appropria del sole mandandolo qualche ora a riposo, per la felicità dei più. Consueto vestiario molto semplice e minimale, di uno che non si fà minimamente notare. Maglia bianca e pantalone scuro, comodi e nulla più senza alcun fronzolo. Faccia pulita e coprifronte tenuto legato stretto al braccio destro mentre i calzari sono chiusi e leggermente consunti, segno palese di utilizzo. Lo sguardo del ragazzo danza tra un particolare e l'altro all'interno di quello che viene chiamato quartiere tecnologico.<Ma..> A furia di dare occhiate in giro resta piuttosto colpito dalla conformazione di questo lato del grande villaggio, tubi fili ed insegne la fanno da padrone sullo sfondo, e ovunque guardi torreggiano sul ninja strutture e costrutti metallici e tubi, quasi non direbbe di essere nello stesso mondo ove ha sempre vissuto. Era conscio che Ame in passato e questo lato ora fossero sempre stati particolari come tipi di costruzione, ma vederli con i propri occhi sembrano dare un colore all'espressione neutra che solitamente porta in volto, certo lo stupore si mischia ad un frammento di ansia per come proprio queste particolarità lo facciano sentire fuori posto.
Nel suo incedere comunque finalmente denota un calare della temperatura, certo l'afa in mezzo a queste strutture non avrebbe aiutato la passeggiata e poi già Ame senza pioggia sembra strano, pure assolata sarebbe il colmo.
Dopo diversi minuti passati ad inoltrarsi all'interno del quartiere trovano una linea di chioschi al lato destro della strada, incuriosito dalla possibilità di trovare del thè particolare con un a deviazione repentina letteralmente ci si fionda e prende ad osservare alla ricerca di qualunque aroma da buttare nell'acqua calda possa sembrargli diverso dal solito, pure il thè diventa noioso.
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16:22 Sango:
 oh kami, perchè siete così malvagi? Mettere sempre nella propria strada facce del passato par esser un loro infimo divertimento, solo per vederne la reazione e vederla rivivere angoli di un passato vissuto ad Oto. Mesi e mesi in cui è stata a contatto con essi, avendo non solo degli alloggi nel profondo della terra - relegati a coloro che furono i loro ninja - ma divenendone a tutti gli effetti Jonin. La stessa ex Jonin che adesso non pare che aver conservato solo la propria natura, d'una forza venuta meno improvvisamente in un lungo riposo durato dieci lunghi anni. Durante il proprio fare qualcosa attira lo sguardo, qualcosa che pizzica un angolo della propria mente, un simbolo d'un villaggio che non vede da un pò, ma un viso che riconoscerebbe tra mille per quel cipiglio che esso porta. L'Ishiba che andrà a frenare il proprio passo d'improvviso, violento nel farlo con i capelli che smuovono verso la spalla destra e lo sguardo sottile e affilato come quello d'una tigre, lo stesso cipiglio mostrato ad Ekazu molto tempo prima . Il corpo che andrà a muoversi imperativo adesso, l'obiettivo accolto come fosse aria fresca, violenta nel farlo sebbene umana nei movimenti , non ha nemmeno il chakra attivo adesso, per andare incontro a Matono, beh , per lei tutt'altra persona, e violarne lo spazio vitale come un fulmine a ciel sereno, cercando di pararvisi d'innanzi e se vi fosse riuscita allungare la mano destra verso il suo stesso braccio. Se vi fosse riuscita le dita stringerebbero la pelle, le unghie a perforare la carne e il violento rosso a imbrattarle perfino le iridi azzurre come il cielo più sereno < Ekazu > quasi ringhierebbe quel nome, come nel passato, d'una gloria imperitura mai sparita invero < pensavo fossi morto nella guerra di Otogakure > si, tutto riconduce a lui, forse merito anche del fattore coprifronte che si porta addosso < pensavo foste tutti morti, sono sopravvissuta solo io. E altri dell'alleanza > parole che solo il vero Uchiha potrebbe comprendere davvero, nell'importanza e nell'urgenza in cui vengono trasmesse, veloci e incalzanti < qualcun altro s'è risvegliato?> chiede adesso di più , altre informazioni , altre risposte, e vuole sapere, DEVE sapere. Ora più che mai, quando quel passato pareva starsi sgretolandosi ritrovandone un appiglio con quel mezzo sorriso quasi sadico, violento, d'un sorriso che egli avrà visto durante le loro battaglie e le loro guerre. Mancano solo al proprio cospetto le gigantesche tigri, ma lei pare esser rimasta l'unica adesso.

16:35 Matono:
  [Quartiere tecnologico] Quando finalmente trova un chiosco che si occupa di estratti vi si ferma e socchiudendo gli occhi prende ad odorare l'aria negli immediati pressi, non si cura molto del fatto che probabilmente il commerciante lo stia guardando e ritenendo idiota. Passato questo momento cane passa alla prova visiva e và ad analizzare i vari cartellini e nel frattempo origlia la conversazione fatta tra un cliente ed il commerciante, ove viene spiegato che le varie piante vengono cresciute tutte con metodi tecnologici quali coltivazioni idroponiche ed aeroponiche. Tiene comunque il volto direzionato verso i prodotti per non dare l'idea di quello che ascolta di soppiatto, in ogni caso decide di comprare due miscele, un thè nero idroponico ed un the verde della stessa tipologia coltivativa, dunque pagando fà per andarsene quando nota l'avvicinamento di una figura, donna ma sconosciuta, che gli si para davanti piuttosto velocemente.<Mh?> Non fà tempo a pronunziare parola, infatti dalla bocca esce solo un mugolio strozzato, che la ragazza è più vicina di quel che accetterebbe di norma, infatti, l'espressione si cruccia alquanto e viaggia dal sorpreso all'agitato per finire con un misto di essi.<Come mi hai chiamato?> Afferma con fare confuso, non riconosce il nome pronunciato dalla rossa, prova a far mente locale distogliendo lo sguardo per una frazione di secondo ma nulla. Nel frattempo la tipa sembra presa da una qualche allucinazione, la sta effettivamente a sentiere, ma non riesce nè a comprendere l'oggetto del discorso nè di chi stia parlando, l'unica cosa chiara sono i morti nel discorso, fortunatamente incassato il fiume di domande a lui totalmente oscure decide di ribattere portando entrambe le mani all'altezza del proprio petto e ponendo i palmi verso la donna, non per toccarla, ma come per invitare a tenere un minimo di distanza.<Non sò di cosa parli e sono abbastanza sicuro di non averti mai visto!> Sottolinea la seconda frase, ma per fugarsi ogni dubbio passa letteralmente in rassegna nella totalità la figura di Sango, insomma da capo a piede più volte, ma nulla, è certo di non averla mai vista fino ad ora e con veemenza và a ripeterlo.<Io credo tu mi stia scambiando per qualcuno che non sono, a parte essere di Oto non mi chiamo Ekazu, ma Matono.> La fissa con fare sospetto ora, facendo un paio di passi indietro e cercare di fissare la distanza minima tra lui e Sango ad almeno un metro e mezzo, da li ora aprira di nuovo bocca, con tono più sereno, sempre se la distanza verrà mantenuta.<ora calmati e spiegami di cosa stai parlando> Nonostante la voce sembri calma comunque, lo sguardo resta alquanto sospettoso.
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16:52 Sango:
 La presa sarebbe ferrea si, ma anche abbastanza conscia di poterlo liberare prima che attivi lo Sharingan e gli faccia vedere chissà cosa < non usare i tuoi genjutsu con me > un ammonimento per lo stesso, mentre parla, si, violento il fiume di parole che si scarica su di lui, imperturbabile come fosse ritornata di nuovo in guerra. La posizione più aggressiva, le gambe divaricate e lievemente piegate, come pronta ad attaccare, ma non lui, solo il corpo che rimembra ancora gli antichi fasti e lussuosa goduria nel vedere altri tremare al proprio cospetto. Arrogante ed egoista, quale miglior accoppiata eh? Ma a quella sua stessa voce andrà a sentire differente, qualcosa che la gela nel sangue , qualcosa che le porta alla mente e al corpo che non sia lui. Lo stesso corpo che s'arresta, ovviamente non arretra, orgogliosa nel proprio fare < non sei Ekazu > ma va? No che non è lui sciocca Ishiba, perchè devi vedere sempre i morti quando essi ormai non vi sono più? La mascella che si stringe violenta in qualcosa di non detto, con quello sguardo che afferma "pericolo" come un neon acceso e un fuoco violento.. ma esso lentamente si calma, portando la mancina alla testa negandosi qualcosa < ovvio che non possiate essere lui > la voce che cambia divenendo quasi fredda, rintanandosi nelle belle maniere di un Ishiba mezza morta dentro di se < perdonatemi, vi avevo scambiato per qualcun altro > ovvio l'errore agli occhi di entrambi, di parole violente che egli non potrebbe comprendere < avete il suo stesso volto, e siete del villaggio del Suono > ancora parla di villaggi, non di distretti, con le simpatie e le antipatie che rimangono fisse in coloro che da troppi anni calcano ormai quella terra ed hanno potuto riconoscerle < Matono > ripete quel nome quasi a fissarlo nella propria mente < Sango Ishiba > la presentazione più veloce di tutte le sue parole, un nome che potrebbe aver sentito forse, che sia nel passato o semplicemente per appartenere alla Shinsengumi stessa < pensavo che fossi uno dei grandi shinobi del passato > provava un certo rispetto invero per Otogakure e i suoi abitanti, decisamente più violenti di molti altri < un Uchiha di nome Ekazu > ricorda quasi con una fitta di dolore il loro ultimo incontro, quando ancora voleva comprender meglio cosa le fosse accaduto alla mente < ma ..sarà morto durante l'ultima grande guerra > quella che ha posto la fine del vecchio mondo e la nascita di quello che calcano adesso.

17:10 Matono:
  [Quartiere tecnologico] Per il momento mantiene lo sguardo torvo puntato sulla donna, fà attenzione ad ogni suo movimenti e parola cercando di prevedere eventuali intenzioni strane, quali avvicinarsi o toccarlo. Certo finora Sango non ha fatto nulla per dissuadere il suo essere guardingo, infatti i muscoli del polpaccio si tendono leggermente, come fosse pronto a balzare indietro da un momento all'altro, si forse una reazione leggermente eccessiva, ma sai mai. Cosa che infatti succede, ma l'essere all'erta non lo aiuta a non essere afferrato, certo non lo stringe con forza ne nulla, ma tanto basta a farlo trasalire al momento del contatto.<Non amo essere afferrato> Sottolinea decisamente contrariato, la fronte aggrottata e lo sguardo sempre più infastidito. Ora l'idea più semplice che gli viene in mente sarebbe quella di cercare di sfuggire alla presa anche con al forza se necessario , ma tutto d'un tratto Sango sembra riprendere coscienza con la realtà e riconoscere di aver scambiato persona. Gli scappa un sospiro di sollievo prima di tentare di divincolarsi dalla presa, il che dovrebbe essere semplice data la mancanza di ingente pressione da parte di Sango.<Ok ora ci siamo, non sono neanche un uchiha comunque, e per anticipare la domanda non sono letteralmente nessuno.> Afferma andando a fare due passi indietro e riprendendo tono e calma sembra quasi felice di sottolineare l'ultima parte della frase, anche lo sguardo si ammorbidisce e si rilassa. La tiene comunque d'occhio, ma cerca di tenere il corpo rilassato e non come se stesse per subire un attacco imminente.< Devo riconoscere che sei stata tremendamente veloce nell'afferrarmi, In ogni caso mi spiace rievocarti brutti ricordi. Sono anche abbastanza confuso dal fatto di avere la stessa faccia di qualcuno.> effettivamente sul momento la cosa sembra dargli una strana inquietudine, così tanta che per un attimo distoglie l'attenzione da Sango e la porta in un punto non ben precisato a terra, stando a rimuginare per qualche secondo, rompendo il frangente con un ulteriore replica <Direi che sono bloccato a metà tra il chiederti chi fosse questo Ekazu, ma forse sembrerei aver poco tatto. Vedi tu insomma> Lascia a lei la palla, nel caso può sempre andare a casa a provare il thè appena comprato, cosa che in realtà era nel programma originale della giornata. Naufragato male al momento.
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17:28 Sango:
 Si , non è decisamente lui, non ha la sua stessa verve insomma, l'Uchiha l'avrebbe immediatamente genjutsata a dovere probabilmente o si sarebbe fatto strattonare un altro pò < vedo che non lo siete > conosce bene il potere di quel clan, lo ha vissuto e ha combattuto tanto tempo insieme a loro da riconoscere perfino gli occhi dei più potenti, le tecniche più segreti e orribili < brutti ricordi?> solleva quel sopracciglio senza togliere lo sguardo dal suo stesso viso, decisamente invadente con solo quello, nel seguire un viso riconosciuto ma che ha una vita differente, una luce che gli manca ancora < sei di Otogakure però > sebbene non sia nessuno, sembra alquanto incline al non violarne nuovamente lo spazio vitale, lasciandolo allontanare per quanto voglia, perfino andarsene adesso < ho una buona memoria, e quell'Uchiha ha avuto il mio rispetto > cosa rara da avere e donare per la stessa rossa , come a volerglielo far intendere tra le proprie di parole < la morte in una guerra è solo gloria. Per chi ha la forza di ricordare > degli altri ? Nulla, cenere e polvere da unirsi alle trame del vento ed esser infine dimenticati. < ed Ekazu è stato un grande genjutser del suono ai tempi della guerra di Oto > solleva di nuovo quel sopracciglio < quanti anni avete dunque?> chiedere è lecito, solo per poterlo collocare in un tempo preciso, per comprender cosa egli possa o non possa sapere, cosa egli possa invece ricordare anche! < ma gli Uchiha sembra siano divenuti deboli adesso > dopo l'ultimo sacrificio di Kioshi, ex capo clan e anche ex Kage del suono, ultimo erede di quel regno e mondo prima che esso venisse investito dalla furia delle beste e del falso dio. Si ritrova a respirare pesante a rievocare quella parte della propria storia, della storia del mondo stesso < preferirei essere ancora la > un dire intimo, per se stessa, ma che egli potrà cogliere dato che verrà pronunciato ad alta voce. < i kami sono esseri ingloriosi, che brucino tutti loro > uno sguardo che si solleva puntandolo al cielo, verso quei dannati Kami che inizia a detestare con maggiore accanimento adesso. Sbuffa lieve per ritornare a lui di nuovo < fate parte di un clan dunque?> si, indagare le viene naturale, per posizionarlo nella propria scala gerarchica senza porsi alcun limite.

17:45 Matono:
  [Quartiere tecnologico] Annuisce con forza quando Sango sembra ripetere nuovamente come un automatismo che Matono non è Ekazu, e direi che almeno su quello sono entrambi d'accordo. Annuisce anche alla successiva domanda, le dà uno sguardo e poi non sembra voler proferire altro a riguardo, e dunque arriva anche il terzo segno di assenso per quel che riguarda il villaggio di appartenenza, sembra quasi diventato muto, annuisce e basta con espressione meno allarmata ma ancora non del tutto serena. La replica arriva solo dopo quando gli viene chiesta l'età, per poi andare a riprendere anche parte del discorso sul suo sosia.<17 al momento.> Una pausa <Potrebbe essere di aver sentito parlare di questa persona a pensarci bene. Sul momento ero un pò allarmato dal fatto che sei arrivata come un treno> Ora che riesce a mantenere una cauta distanza di un metro e mezzo si sente decisamente più libero e tranquillo, abbastanza da parlare senza troppi giri.< Per quel che riguarda la storia del suono si sono parzialmente sorpreso dal declino di quel Clan, ma se devo essere sincero sono uno che cura più che altro ciò che lo riguarda.> Sembra fregarsene alquanto di ciò che potrebbe succedere ai "Capelli neri occhi rossi", in effetti il sistema clan lo lascia abbastanza freddo.< Io in primis preferirei non dovewr stare dentro a delle mura, seppur grandi. Essere liberi in una gabbia grande è un pò inutile, e mi fa abbastanza incazzare a pensarci su.> Poi alza le spalle ed emette un suono con la gola al momento della richiesta di dove fosse collocato.<Fortunatamente no, come ho detto poco fa.> Poi un ricordo gli si fionda in testa, deve chiedere a questo punto come mai, ed ecco che con voce interrogata và ad affermare verso Sango, osservandola con attenzione.<Ma perchè tutti quelli che incontro alla fine mi fanno sempre la stessa domanda. Con quale clan? di chi fai parte? > Sembra crucciarsi abbastanza della cosa, infatti incalza ancora con un altra domanda.<E semplice raccolta di informazioni o curiosità?> Una pausa.<O magari è un prerequisito per essere giudicati dall'eventuale interlocutore?> Non sembra infastidito od arrabbiato, forse un pò scocciato ma anche curioso.
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17:57 Sango:
 Apprende l'età con una punta di delusione < dunque eravate troppo piccolo per ricordare bene l'ultima guerra > tace per un momento rimembrando qualcosa da aggiungere < sempre che vivevate ad Otogakure > e se lo avesse fatto avrebbe forse una piccola infarinatura della precedente guerra, di coloro che la combatterono per liberare il suono e forse, forse, anche di lei. Sebbene avesse portato gli Ishiba strappandoli a Kusa per stazionarli all'interno di quel nuovo villaggio. < tutti i clan sono in declino, si sono dimenticati di loro stessi e del loro passato per ambire ad un nuovo presente migliore, per un futuro di pace > sorride sprezzante come a non voler dare mai atto alla pace stessa, concetto estremamente lontano dal proprio pensiero < si sono arresi a queste mura e alla falsa sicurezza di una vita lontana da quella degli Shinobi > lo steso concetto di shinobi ormai par esser svanito, perlomeno nel modo in cui un tempo veniva innalzato da molti, simbolo di poteri e di desideri egoistici, in grado di modificare le sorti di un mondo per un proprio capriccio. < eppure la fuori è ancora pericoloso > si, enormemente, le bestie divine sono ancora a caccia, possenti e terribili, le stesse che potrebbero un giorno riattaccarli < e non siete stati allenati per combatterli > ma solo per nascondersi dietro quelle enormi mura a protezione, e lentamente spegnendosi nella loro monotona vita di tutti i giorni tirati da fila di quel governo nascosto che li osserva dall'alto della loro torre inaccessibile. Ascolta la domanda stessa e le viene da sorridere adesso < dipende da chi incontri > suppone lei stessa < dipende da chi chiede > arrogante < ho un grande rispetto per alcuni clan, la loro storia è intrisa di gloria e sangue, quelli di Otogakure in maggior parte > .. < un clan è come una discendenza, portarne sopra il nome è faticoso , alle volte irraggiungibile per molti > e li il sorrisetto sfrontato andrà a mostrarsi di nuovo < ma per alcuni, pochi eletti, dal passato della loro gloria immensa riescono perfino a superarla > molti pochi invero, troppi pochi che possono adempiere a qualcosa di più grande < sempre che ne abbiano il nervo di poter reggere > spiega con calma, si, ma con un pò di emozione nella stessa voce < giudico in base alla natura delle persone e dal loro clan posso già vedere chi possano essere > se ne arroga l'imponenza di quello stesso concetto, a sceglier lei stessa su chi poggiare il proprio sguardo per vedere una nuova fiamma bruciare e innalzarsi.

18:16 Matono:
  [Quartiere tecnologico] Nota che forse sango si aspettava un altra età, o forse ci sparava, non è chiaro aa Matono, che per il momento passa avanti nella sua ricerca al comprendere quella donna, certo la cosa sembra alquanto difficoltosa dati gli inizi ed i modi.<Ci vivevo ed ero troppo piccolo per capire molte cose, ma non per non capire come la gente muore.> Con una punta di amarezza lascia andare la replica prima di tornare all'atonia nella voce.<Su questo non posso darti torto, ma non lo vedo esattamente come un male, io di gran lunga preferisco essere libero da quel tipo di catene.> Qui si può sentire in maniera palpabile il fastidio che gli provoca la sola idea di esser legato a qualcosa.<Ancora una volta sono d'accordo, il limite è la forza, come ogni volta che si cerca la libertà assoluta, che sicuramente mi piace molto di più rispetto a fare il canarino.> Tornando al discorso clan comunque torna a dipingersi in volto l'espressione corrucciata, ascolta comunque con attenzione, senza distogliere mai lo sguardo da Sango, forse perchè in qualche modo si aspetta qualche nuova movimento brusco, ma c'è anche della curiosità li sparsa.<La storia è un bel modo per vantarsi di una discendenza, ma preferisco di gran lunga vedere solo il nome e poi quello che fà nel presente, dei tuoi avi non ha senso ne avere onori ne avere colpe.> e su questo è assolutamente lapidario, convinto completamente di ciò che afferma.<Certo avere un innata è alquanto comodo per un mero discorso di forza, ma credo possa essere tranquillamente sorpassato.> poi sembra affrettarsi ad una rettifica, alzando il dito indice della mano destra<Però la tendenza degli appartenenti ad un clan di avere un comportamento simile è assolutamente vera, in un certo senso ci si potrebbe basare per un giudizio anticipato. Se appartenessi ad un clan questa cosa mi darebbe un sacco di fastidio.> considera cercando quasi di vedersi dall'altra parte della barricata.<Infatti sono contento proprio di non dover avere sulle spalle di doveri e oneri di cui magari non mi interessa.> Sbuffa abbastanza vigorosamente ed incrocia le braccia.<La vita è già abbastanza votata al rompersi il culo di per sè.> conclude infine distogliendo ancora una volta, solo per qualche attimo, lo sguardo da Sango.
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18:29 Sango:
 Quando parla della morte vista non muove un muscolo, ne un espressione di dolcezza, solo comprensione < in questo mondo il sangue e la vita possono esser persi facilmente. Il vedere molti morire ci pone nella condizione di non morire noi stessi allo stesso modo > un monito per loro, di tenersi stretta quella loro vita e di renderla migliore e più alta, di farne qualcosa di utile piuttosto che incedere nelle ombre senza aver mai vissuto davvero < non solo mera forza > corregge la stessa < ma conoscenza di ciò che vi è la fuori. La comprensione è il primo passo per non morirci > se andassero la fuori senza alcuna preparazione crollerebbero tutti loro come piccole pietre da una montagna, sollevando solo polvere e non portando nulla di utile invero < vantarsi?> solleva di poco lo stesso tono < non si tratta di un mero vanto. Se si porta il nome di un grande clan e non si è all'altezza d'esso non si è che esseri inutili alla mia vista > per lei è quello il concetto base < un clan non è solo pesi ed oneri. Ci si attacca ad esso perchè è la tua famiglia, senza di esso non potresti nemmeno esistere. Che poi ci si voglia elevare più di altri.. comprendo sia un discorso non per tutti > che lo stia mettendo in dubbio? Lascia che quelle frecciatine possano fare il loro effetto, forse per farne scaturire una reazione più violenta ed intensa < si tratta di insegnamenti, di ciò che viene portato e tramandato da secoli attraverso parole e pergamene, tecniche proibite e pericolose. Di un senso comune che unisce > ella stessa ne è estremamente legata, figlia di Konan della carta, figlia delle tigri. Orgogliosa di portarne il nome, orgoglio che s'è vestito pure del manto di un'Akatsuki morta ormai < siete dunque contento di non avere alcuna appartenenza? Alcun sangue glorioso a potervi motivare e portarvi a brillare molto più di altri?> lo mette chiaramente in dubbio adesso, sebbene non sia ostile invero, se non alle sue ultime parole < badate bene a come parlate in mia presenza, giovane > lo appella per quella sua tenera età anche < nessuno si permette di farlo > e nemmeno lui ne avrà il permesso, non da lei almeno < il mio tempo è scaduto, ma se volessi renderti più grande di molti altri.. potresti sempre ritrovarmi > offre quella vaga possibilità, voltando infine le spalle allo stesso senza farsene problemi, per percorrere la vita che la porterà al centro di quel villaggio, ai piedi di Pain stesso. Che sia lui a pensare dunque chi vuole essere e quale posto vuole avere in quel mondo, se da spettatore o da protagonista, che sia egli a volere qualcosa di più grande ed imponente. Lei può solo parlare, per adesso. [X]

18:52 Matono:
  [Quartiere tecnologico] Annuisce ma senza essere troppo convinto, forse non ha afferrato esattamente il messaggio di Sango.<Sicuramente desensibilizza, ed è vitale che lo faccia.> Nota poi che la donna sembra accendersi lievemente, forse una lieve incomprensione alla quale subito Matono pone un paletto, inizia annuendo e solo dopo inizia a parlare.<Sono certo che per chi vi è inserita il pensiero possa, anzi, è diverso. Cambia totalmente il punto di vista.> Sospira lievemente prima di riprendere.<Capisco bene come il tuo legame possa sia essere più forte che renderti più forte. Ma dal mio punto di vista è solo una liberazione, potrei anche sbagliare ma il mio pensiero è solo basato sul vissuto così come il tuo, molto ironico.> Conviene più con sè stesso che con Sango, sebbete effettivamente parli e guardi lei. Il discorso comunque non sembra essersi esaurito, sente la forza d'animo di Sango spingere attraverso le parole, certo lei crede fermamente in ciò che dice e lo si percepisce con facilità, ma Matono è fermo sulle trincee tanto quanto lei e la replica non si fà attendere ancora una volta.<Si ne sono contento, l'unica cosa che provo è una sensazione primordiale che mi dice: "Combatti all'ultimo sangue per te stesso". Rango, storia personale, razza, nascita, sesso, nome clan… Io non ho bisogno di nessuna di queste cose. Combattere senza essere legato a qualcuno, o in nome di qualcuno, è una sensazione bellissima. Passi il senso comune ma le motivazioni me le cerco come individuo, non so dire se siano depotenziate rispetto al punto di vista di chi ha una storia, ma questo è quello che ho, partendo dal nulla ho creato quel poco che sono, e sono contento esser io e solo io l'artefice.> Respira ora, forse ha esagerato a parlare a ruota libera ma d'altra parte non sà comunicare in maniere differenti se non parlando e portando ciò in cui crede, niente zucchero e solo pillola, non che voglia provocarla, sembra più che altro automatico.<Stai ancora tentando la mia curiosità, ed il mio ego, ma finirei con l'indispettirti spesso e volentieri, sopratutto perchè non so badare alle mie parole.> Certo un invito interessante a giudicare da come guarda Sango concludere un incontro a tratti interessante a tratti ansiogeno.<Sicuramente se questo thè mi piace tornerò da questo lato.> Alza la busta che tiene nella mano sinistra, e che ha sempre tenuto finora li. prima di fare un saluto con la destra e osservare Sango allontanarsi, prima di fare lo stesso, ma nella direzione opposta.[End]
[Vestiario Avatar N°3 -Chk Off]

Sango scambia Matono per Ekazu, stesso viso e stessa appartenenza al Suono, per rendersi solo dopo conto che egli non sia lui.
Si parla dei clan, del passato, e di cosa significhi appartenere ed avere oneri e pesi sulle spalle.