Promesse

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15:49 Shiroyuki:
  [Panchina] Una bella giornata, non c’è che dire. Un vento leggero che sferza i visi, un sole caldo che viene filtrato dai rami degli alberi di ciliegio. Persone che camminano tenere insieme ad amici e famiglia. Ridono, scherzano e giocano, esempi lampanti di una pace che sta crescendo e si sta radicando nei cuori della gente. In tutto questo splendore, in tutto questo pastello, quel bianco candido dei capelli di Shiro si mischia, con qualche petalo rosa tra le ciocche, a tutta quella scena. Anche lui si sta godendo la giornata a modo suo, con quel bicchiere di plastica con dentro del thè freddo aromatizzato alla menta. Addosso ha una camicia a maniche lunghe rigirate per il calore fino ai gomiti. Un paio di jeans lunghi e scarpe leggere di colore nero. La capigliatura è la solita, cascata di neve estiva che va a poggiarsi allo schienale e poi scende fino a toccare quasi il terreno. Gli occhi azzurri che nascondono il nero della sua essenza seiun, sono fissi davanti a se, quasi a scorgere qualcosa in lontananza che probabilmente non esiste. Tiene con entrambe le mani il contenitore di plastica. Gli occhi si muovono ad un semplice rumore e comincia a guardarsi intorno, cercando quindi di imprimere nella sua testa quel paesaggio idilliaco e rilassante. Si morde il labbro inferiore prima di andare a portare il bicchiere alle labbra. Subito la lingua potrebbe percepire quel fresco, quel sapore che piano piano scende, andando ad abbassare la temperatura del suo corpo e magari riuscendo a sentire meno caldo del previsto. Da dove veniva lui, c’era sempre la pioggia, cosa che adesso gli manca particolarmente. Rimane in silenzio quindi, riflettendo su qualcosa, specchiandosi nel torbido color verde del thè alla menta, prima di fare diversi respiri profondi.

15:59 Sango:
 Oh l'estate, il sole, i bambini, il senso di omocidio che sale raggiungendo vette altissime e mai esplorate.Uscire in quelle caldissime ore è stato più volte sconsigliato, e solo adesso comprende il reale motivo per cui ha sempre odiato il sole, e amato le nubi portatori di pioggia, con quel caldo non potrà andare lontano insomma. Fortuna che porta con se il proprio ombrellino di carta, che copre il viso e le spalle come può ma il problema è che la brezza che le arriva è veramente poca, senza una vera ombra ad accompagnarla. I ciliegi in questo periodo sono nella loro più grande maturazione, pronti a far nascere frutti rossi come i propri capelli, sebbene adesso siano stretti in quell'alta coda di cavallo e siano molto più simili al sangue stesso. Densi e scuri, seppur alla luce paia abbiano qualcosa di vita. La stessa donna si ritrova ad avanzare verso colui che se ne sta tranquillo seduto su una panchina, potrebbe davvero riconoscerlo ovunque, per i tratti del viso e per quei capelli bianchi come la neve, una nota di puro piacere che si ritrova a fissare da poco lontano, giusto un paio di metri nel rendersi conto dello sguardo perso altrui . Un azzurro estremamente simile al proprio, che adesso incede dolce e affaticato sotto la piccola ombra che si porta < Shiro > lo richiama in quel modo, dolce, avanzando senza alcun timore nella sua stessa direzione, così da entrare anche lei nella grande ombra che il ciliegio sopra di lui proietta < disturbo?> che magari l'altro voglia star pur solo, chi è lei per rendere la propria presenza un fastidio , ma questo beh, è ovvio dirlo, solo per lui. Se i vestiti altrui si son alquanto armonizzati con la nuova era di jeans e camicie, lei rimane ancora estremamente legata a ciò che il passato ha voluto donarle, ricchezza e bellezza, vanità e lussuria, condite da quello yukata di grigi e azzurri colori che smorzano la figura di fuoco. Scivola la seta come una seconda pelle, sfiora i gomiti ove andrà a fermarsi, e qualche centimetro sotto i glutei dove andrà a concludersi la gonna stessa. La scollatura rimane profonda come al solito, e la cintola in vita è di un nero intenso, lo stesso che tratterrà tutto dal rimanerne nuda. Attende, ovviamente in piedi, ligia alle proprie convinzioni, e qualcosa sfiora la mente, un incontro passato da poco, qualcosa che forse l'ha aiutata a..pensare. [chakra off]

16:13 Shiroyuki:
  [Panchina] I pensieri vagano come il vento su quel viso duro ma delicato allo stesso tempo, senza un filo di barba. La mano sinistra si muoverebbe verso il mento, toccandolo con i polpastrelli. Socchiude gli occhi un secondo, quel secondo in cui nella sua testa risuona quella voce che sempre l’ha accompagnato. Muove lentamente la testa in direzione della bellissima donna. Osserva quell’ombrellino di carta e quello yukata leggero. Per un attimo, un lampo, sembra quasi tornare indietro nel tempo. Sembra quasi Oto, davanti alla sua magione, aspettandola tornare. Per un leggero secondo si sente inadatto con quei vestiti, avendo lasciato lo yukata nell’armadio, le vecchie tradizioni, fatte volare come una manciata di polvere via dalle sue dita. < Sango.> la chiama per nome, lasciando la voce in un soffio di vento verso di lei, con tono basso, delicato sebbene maschile. Il pomo d’adamo si muove ad ogni vibrazione delle corde vocali mentre sente la domanda. Sbuffa una leggera risata facendo un cenno di diniego con la testa. Si muoverebbe di lato, lasciando lo spazio alla donna e porgerebbe la mano per aiutarla a sedersi, da vero gentiluomo < No, mai.> direbbe solamente prima di mostrare un flebile sorriso in sua direzione. Se lei avesse acconsentito a farsi aiutare, le dita scivolerebbero sulla sua pelle, carezzandola quasi, prima di seguirla in ogni suo movimento con i suoi occhi colore del cielo estivo, lo stesso cielo che ora si trova sopra di loro < Cosa ti porta qui?> domanda lui con fare tranquillo, portando il thè freddo alla menta di nuovo verso le labbra. Attende dunque una risposta da lei, una parola, un gesto, qualsiasi cosa prima di fare la fatidica questione < Come stai?> silenzio. Non chiede niente altro il bianco che torna per un attimo a guardare i passanti, ma non osservandoli.

16:29 Sango:
 Il respiro che si inebria della brezza, gli odori estivi così forti, di natura che ormai è ben più che sveglia, mischiata a quel sentore di maschile, di uomo , lo stesso odore dell'altro tanto vicino da poterlo sentire. Come potrebbe non amar lui dopotutto? Sebbene abbia dei vestiti differenti e un comportamento più borghese, rimane sempre lui, no? La mano che andrà a cercar la sua per sedervisi accanto, la pelle che accoglie quella carezza con un lieve brivido di piacere, il tocco delicato può davvero esistere nelle mani di un uomo? Un pensiero che ha sempre contrastato con ciò che ha conosciuto, eppure vi è sempre l'eccezione ad ogni regola, lui lo è divenuto, insieme a quel nuovo mondo che ha perfino iniziato ad accettare < amavo questo posto > sussurra a bassa voce, una lieve malinconia che la spinge a sorrider d'amarezza, quando allo stesso tempo andrà a chiuder l'ombrellino per lasciarlo alla propria parte libera, sulla panchina stessa . IL silenzio ne farà da padrona per qualche minuto, lo vedrà bere qualcosa il cui odore arriva pungente al proprio olfatto. Il nasino che si arriccia riconoscendo a cosa appartenga l'odore, non una grandissima amante della menta dopotutto. < vorrei dire bene o male > una delle due sarebbe qualcosa di estremamente migliore rispetto al nulla < sono in una specie di..stallo > di niente e di tutto, di parole dette e urlate, e di quelle celate, intime e nascoste. Lo sguardo azzurro che permane su quel di viso, non andrà a distrarsi con i passanti, di visi sconosciuti, non adesso. < sai, Mekura dieci anni fa ha avuto una bambina > comincia da li, dal centro d'una storia più grande, più intensa e travagliata . Dettagli che ancora non vengono rivelati < le è stata portata via > le labbra che si stringono lievemente in una linea retta, e lo sguardo che s'accende di un fuoco violento per qualche attimo < non so come abbia fatto a non impazzire. Al suo posto avrei distrutto tutto quanto. > se le avessero portato via la propria di bambina, avrebbe reagito in modo ben differente. Avrebbe ucciso tutti , chiunque si fosse messo sulla propria strada, ma perchè raccontare di quello ? < ho compreso qualcosa di più dopo l'evento al quartiere notturno , dove trovammo quella bambina > non andrà a specificar di che genere si tratti ma il quartiere beh, ha già la sua nomea senza bisogno di ulteriori presentazioni. La frase che viene lasciata li, sospesa, a metà tra il detto e il non detto, che possa lui iniziar forse a comprender a cosa voglia parare, ma il giro che la porterà alla verità pare ancor esser enorme, arduo, che si incastra tra la lingua ed i pensieri, di ciò che vorrebbe dire e di ciò che non riesce a dire. Lo sguardo fisso su quello altrui, a catturarne i pensieri e i sentimenti che sa vedrà passare e trasformare il suo stesso essere. < tu come stai?> lo vuole davvero sapere? Di quel male che gli sta recando ogni giorno, con il solo parlargli, con il solo non farlo, in quello stallo che li ha rinchiusi in piccole gabbie .. e la propria è la più grande, la più bella, la più dura da rompere. Ma pur sempre una gabbia.

16:41 Shiroyuki:
  [Panchina] Socchiude gli occhi per un attimo mentre l’aiuta a sedersi, lasciandole lo spazio necessario. Non sembra voler tenere le distanze e tentenna nel lasciarle la mano, cosa che fa però per non essere maleducato. Gli occhi si girano verso di lei, fissandola, specchiandosi in quelli di lei come ha sempre fatto < Si, molto calmo, ti aiuta a pensare.> direbbe solamente lui con voce calma, serafica, come se niente possa scalfirlo, cosa che non riesce a rendere vero alla fine. Lei si apre, in un certo senso, parlando dello stallo. L’uomo annuisce socchiudendo gli occhi < Capisco la sensazione. Quando non è ne bianco ne nero.> una sensazione che lui ha fatto sua per ben dieci anni, Risvegliato poi dal ritorno del suo fuoco < mh?> lei racconta di Mekura, la donna con cui ha comprato quell’abbigliamento e che gli ha parlato un pochino delle evocazioni. < Oh.> quando racconta del rapimento < Mi dispiace tanto, penso sia un dolore inconsolabile> direbbe lui abbassando lo sguardo fino ad osservare le scarpe leggere. Annuisce sbuffando una risata < Si decisamente, avresti messo a ferro e fuoco tutta la regione pur di trovarla.> conoscendola < non ti saresti fermata per nulla al mondo, sei così quando ti poni un obbiettivo…> concluderebbe con un sussurro prima di tornare a guardarla. Non sa niente di quel ritrovamento, ma forse non è il momento di chiedere di quello, lo leggerà sui giornali probabilmente. < Cosa hai compreso Sango?> chiede infine veramente interessato a sapere del suo ragionamento. Alla sua domanda alzerebbe una spalla prima di finire quel thè alla menta e poggiare il bicchiere dall’altra parte della panchina < io? Beh, vado avanti> lavorare per avere dei soldi, soldi per pagare il resto, e poi tornare a lavorare. < Per ora nessun alto o basso, per fortuna> direbbe quasi fosse estraneo a tutta la vicenda < Motoko mi da un bel da fare, ora che ha deciso che vuole apprendere come truccarsi> racconta come se fossero una coppia separata < Quindi accompagnarla a comprare quei trucchi è veramente complicato, anche perché mi chiede consiglio ed io beh, non è che sono molto preparato> si gratterebbe la nuca a quel discorso prima di mostrare un mezzo sorriso < ma cresce, contenta.> come se fosse la cosa più importante < Quindi non mi lamento poi così tanto> conclude prima di fare un respiro profondo, trattenendo il fiato per qualche decimo di secondo e poi tirarlo fuori dalle narici, come a liberarsi di qualche peso

16:58 Sango:
 Quello stallo in cui si trovano entrambi, incapace lui di lasciarla andare anche solo con il pensiero, instancabile lei che si intromette ancora nella sua vita. Le dita che vorrebbero tornare a muovere qualche corda del suo disegno, ma sarà rimasto ancora qualcosa a legarli davvero come un tempo? < solo adesso riesco a sentire il peso di dieci anni di nulla > il vuoto incolmabile che si è creato al centro del petto, sussurra velenoso tutt'ora per renderla partecipe di una vita non più sua. Nulla le appartiene più. < mi son chiesta come sia possibile che un innocente possa venire rapita e.. > beh dopo dieci anni, chi avrebbe mai potuto dire nulla a quella donna? Nessun documento, nessuna prova, solo la sua parola. < come è possibile che il quartiere notturno sia proprio così vicino al cuore i Kagegakure? > la domanda che sorge spontanea, di un pensiero nato grazie a quell'incontro con la Hyuga e il Senjuu. < sappiamo cosa c'è la dentro > la voce che si fa grave, seppur ancor più bassa se possibile, per rendere lui l'unico partecipe di quello strano pensiero < Prostituzione, droga, qualsiasi cosa che non possa esser venduta alla luce del giorno > non sa in cosa , la droga ovviamente, ma anche qualche arma , veleno di sorta - inconsapevole e innocente ancora nella parte più orribile e cruenta che vi sia al mondo , la vendita e la schiavitù di quelle piccole ragazze. < eppure viene tollerato. Perchè?> qualche risposta forse è già riuscita a darsela, ma del resto null'altro se non dubbi, pensieri < non l'hanno ancora trovata > annuncia, o lo avrebbe saputo, avrebbe capito da Mekura stessa quanto il proprio aiuto sia valso quella notte. Poco e nulla. < ho fatto un patto con qualcuno che è dentro quel loco. Lo vive giornalmente.. mi accompagneresti? Devo saldare il conto. > deve saldare un debito, deve portare qualcosa in cambio, eppure non da sola, che vi sia qualcuno con lei che possa definire alleato, ma ben più di quello. Sa di poter donare le spalle al Seiun senza vedersi il cuore strappato via dalle sue mani < ho un allievo > sempre che così possa definire il piccolo hirokumi < gli dissi che per prender ciò che desidera deve trovare qualcuno a cui affidarsi ciecamente > si, necessitano tutti di un aiuto, di una mano, di un alleato, di un amato. < e che forse adesso Amegakure non ha bisogno di me, ne io di lei > forse non si sono mai davvero appartenute loro due, solo un sogno e un desiderio che tale rimarrà per portarle ancora a cercarsi, senza mai davvero riunirsi < o probabilmente è il contrario. > un piccolo bocciolo di rosa che pare voglia fiorire, ma rimane acerbo, lo stelo sottile da piegarsi e spezzarsi, ma ancora rimane integro < Sono entrata nella Shinsengumi per comprendere meglio questo mondo, per esser protetta e per proteggere Amegakure stessa. Eppure non so nulla di questo posto, nessuno pare farsi domande, ma in quell'enorme edificio al centro della città.. cosa c'è? > perchè chiuder tanto gli occhi d'innanzi un loco come il quartiere notturno? Un tempo vi era il Tanzaku, eppure non apparteneva a nessuno, la terra di mezzo priva di regole. Ascolta anche ciò che egli ha da dire, ne sente le parole di imbarazzo per la figlia, per ciò che pare attirar le giovani di oggi nella ricerca della bellezza < forse nemmeno io avrei saputo aiutarla > sorride per metà, non truccandosi in effetti quasi mai, se non in determinate occasioni speciali, solitamente missioni di un certo tipo. < cosa pensi di questo mondo > una domanda che non pone come una domanda, accompagnata solo da un sospiro appesantito da ciò che prova in quel momento, di dubbi, di sussurri avvelenati, di desiderio di comprensione.. tutto per cosa poi?

17:26 Shiroyuki:
  [Panchina] Gli occhi azzurri la cercano, si illuminano per un attimo nell’osservarla bene prima di tornare del loro colore originale. Si morde il labbro inferiore abbassando il capo < fossi stato più forte, ti sarei venuto a cercare..> direbbe in un sussurro prima di respirare profondamente < e ti avrei trovata> sicuro della sua determinazione. Le mani si muoverebbero verso l’attaccatura dei capelli facendo scomparire le dita rta di essi. < La malvagità non ha mai confini, anzi, li ha e vuole sempre superarli> direbbe saggiamente il puro prima di tornare con le mani verso le ginocchia < soldi.> direbbe in un sussurro < secondo me la maggior parte degli introiti di questo paese vengono da lì> amareggiato nel dirlo. Un cenno di diniego con la testa. Inarca un sopracciglio nel sentire quella richiesta. La fissa per un attimo, mostrando sempre quel mezzo sorriso prima di annuire < quando si va? > direbbe lui tranquillamente. Proverebbe anche a muovere la mano verso la guancia di lei per poterle fare una sorta di carezza con il dorso della mano, saggiando la pelle morbida della Ishiba < Che tipo di debito?> chiede però, iniziando già a pensare alla situazione e come muoversi < Un allievo? > direbbe lui sorpreso. Forse un piccolo moto di gelosia alla bocca dello stomaco, si può notarlo nel serrare la mascella ascoltando. Affidarsi ciecamente. Un cenno con la testa prima di mordersi il labbro inferiore < Però io ho bisogno di te.> schietto, diretto, di chi non lascia intendere nulla se non quello che ha in testa. Il capo si muove in sua direzione prima di fissarla indagatore, con occhi che potrebbero toccare l’anima della donna come un koto, come se volesse suonarla, sentire la sua vera sinfonia >Un cenno con la spalla alla sua domanda< La gente non si fa domande perché così non si mette nei guai.> spiega tranquillamente l’uomo < o almeno, questo è quello che mi hanno spiegato.> gli occhi celesti, per un attimo, andrebbero alla grande torre al centro della città < Mai saputo, ma da come ho capito ci sono le alte sfere del governo, credo> concluderebbe prima di arricciare il naso. Ridacchia quando sente manforte nei riguardi del trucco ma lascia cadere il discorso per quella domanda ben più importante. Fa un respiro profondo, vorrebbe fumare, ma sa che a lei darebbe fastidio e non vuole, in quel momento, allontanarsi da lei per nessun motivo < Devo capirlo> direbbe con un espiro prima di riprendere fiato < Mi manca la vecchia vita, come eravamo tempo fa> spiega e confessa mentre il cuore si stringe un pochino per quei ricordi che gli tornano in mente < ma non posso tornare indietro, e se non voglio essere schiacciato, devo adattarmi a quello che ho intorno> concluderebbe prima di tornare a guardarla < Non mi piace, ma non ho ancora i poteri per poterlo cambiare> ancora. Che termine coraggioso.

17:43 Sango:
 Sorride a quel suo dire, di una dolcezza forte e implacabile < probabilmente mi avresti trovata > egli che si ritrova stranamente al posto di ella, quando tempo prima, prima ancora di lui, era lei stessa a cercar sempre qualcuno, a muoversi per trovarlo e alla fine ci riusciva sempre. < soldi > una moneta di scambio senza dubbio vantaggiosa, eppur qualcosa nella piccola ruga al centro della fronte fa comprender come quella risposta non sia completa, manca qualcosa ancora < penso che sia anche per aver tutto sotto controllo. Siamo in una gabbia > la vede, nel cielo, quell'enorme gabbia per uccelli che li protegge dall'esterno e mina quella che sembra esser una falsa libertà < aver vicino i tuoi nemici è sempre stata una regola non scritta > che sia per quello che il governo accetta tutto ciò che accade la notte senza muover un dito, forse solo per aver tutto sotto il proprio controllo estremo e per quello che possa mai divenire, così da bloccare immediatamente tutto? Accetta quel si , quella carezza che lambisce la pelle, quando la brezza s'alza un pò per smuover le loro vesti e i loro capelli < devo portargli solo del ..veleno > molto semplice, si, se non fosse che avrebbe dovuto magari portargli un Doku in carne ed ossa come merce di scambio. Meglio dei singoli veleni che può spacciare per l'utilizzo delle armi , almeno per il momento non ha di certo alcun potere ne capacità di potersi inoltrare in quei nuovi territori di Otogakure. < si, un allievo > come un tempo par esser ritornata anche la sensei che era < ed egli mi sta insegnando l'utilizzo della lama > una lama che ancor non porta con se, non ne sente ancora la possessione della stessa, la comprensione di cosa significhi avere una lama attaccata alla propria mano, cosa possa muoverla insieme al corpo per non divenire un mero fantoccio privo di significato. Ne rimane sorpresa di quelle parole, tanto dirette da farla ammutolire per qualche attimo, prima che la mente sbrogli i propri affanni, che i fili si distendano, che possa donar anche lei una risposta valida < anche io ho bisogno di te > entrambi ne hanno bisogno, fuori dal tempo, dalle convenzioni, fuori da molte cose eppur entrambi hanno vissuto parte della stessa vita. < ecco perchè non esistono più gli shinobi > nessuno che pone domande, ne a se stessi ne ad altri, eppur la ricerca della verità l'ha sempre smossa, la ricerca della conoscenza l'ha sempre vissuta . < proverò ad indagare > un sussurro flebile il proprio, grave, di chi sente il filo di paura del non conoscere, ma che vuole farlo. Comprende quelle sue parole, comprende il peso di sentirsi schiacciare da una scelta univoca che devon prendere pur di vivere, pur di sopravvivere, e lui ancor di più di quanto abbia fatto lei stessa. < anche a me manca molto .. l'esser liberi, poter vivere solo la fuori e rinunciare alla vita di un villaggio > quello che l'ha portata a viaggiare così tanto, a conoscer nuove realtà, nuovi mondi, nuovi pensieri, pur rimanendo legata solo al proprio < cambiare il mondo o semplicemente prendere tutto e andare via? da soli, verso qualcosa di ignoto > abbandonare tutto quello, le loro convinzioni, i loro attaccamenti, solo per poter esser davvero liberi da tutto quanto? < è ancora valida quella proposta?> accenna solo adesso timida, con le gote lievemente rosee, di colei che vi sta davvero pensando a qualcosa che l'ultima volta li ha spezzati in due, e che adesso rifugge dallo stesso sguardo per cercar qualcosa di lontano d'innanzi a se stessa. Chissà che lui abbia già compreso-

18:13 Shiroyuki:
  [Panchina] Un mezzo sorriso il suo prima di socchiudere gli occhi < …probabilmente> Perso nell’oscurità, cercando la sua luce, probabilmente l’avrebbe sentita, l’avrebbe vista in lontananza e l’avrebbe raggiunte < Io ti troverei anche nei meandri più bui.> direbbe lui prima di fare un sospiro < e se non ci fossi riuscito, avrei continuato, giorno dopo giorno> convinto delle sue stesse parole. Un mezzo sorriso prima di annuire < si, secondo me è principalmente per quello> parlando dei soldi. Guarda in alto poi quando si riferisce a quella gabbia < una gabbia dorata, per tenerci buoni> rifletterebbe su quelle parole prima di mordersi il labbro inferiore. Abbassa lentamente il capo guardando verso il terreno, dove camminano loro < Veleno…> ovviamente si parla di cose particolarmente illegali, ma non può certamente mandarla da sola, assolutamente no. Uno scuotere della testa per far cadere quei pensieri dalla testa, calpestandoli con le scarpe . < Adesso capisco quando mi parlasti della lama> e che voleva apprendere l’arte del bushido < beh uno scambio particolarmente…accattivante…> si, serra di nuovo la mascella, ovviamente non è che può dirle qualcosa a tal proposito. Il cuore si ferma quando lei risponde positivamente a quella confessione. Girerebbe la testa verso di lei fissandola apertamente, sorridendo dolcemente a quelle parole che sono come il più dolce dei sakè < Non come eravamo noi> direbbe parlando di Shinobi < ora esserlo è un segno negativo, anche se ne ho visti alcuni vantarsi della cosa > alzando una spalla < mi ricordo quando vivevamo nel segreto, nascosti, pronti a colpire dalle ombre…quelli erano veri shinobi> come loro insomma. < fai attenzione però> andando a muovere la mano verso la sua, toccandole il dorso dolcemente < non metterti…troppo…in pericolo> conoscendo il fatto che non sarebbe mai riuscito a fermarla da quello che vuole fare < Già, non avere tutte queste limitazioni e viaggiare, trovare il proprio posto nel mondo.> E quando lei fa quella domanda ecco che rimarrebbe in silenzio, ci riflette, ci pensa, ci ridacchia sopra prima di muovere la testa in segno di diniego < Entrambi> direbbe < Cambiare questo mondo, scoprendo la verità su noi stessi> c’è molto di più di quello che danno a vedere, gli umani, i mortali. Si ferma andando ad incassare la testa tra le spalle. Si gira lentamente, come se avesse perso qualsiasi cosa che oliasse le giunture del suo collo. Gli occhi azzurri, carichi di sorpresa e lucidi per qualche pensiero, cercano quelli del fuoco. Ne ha fatte tante di proposte, decisamente, alcune più importanti di altre, ma una adesso le viene in mente..<si… > direbbe solamente prima di annuire velocemente <assolutamente si.> cercando ora di prendere entrambe le mani di lei per portarle vicino al proprio petto guardandola, il movimento sarebbe comunque calmo, lento, elegante, fluido, come se facesse parte dell’intero cosmo ed il cosmo facesse parte di lui, < …hai…cambiato idea?> no, non può essere quello che pensa e spera, no, non sta succedendo, e se anche fosse, è un sogno, un sogno realistico e perfetto. Rimane in silenzio ora guardandola, attendendo qualche sua reazione

18:30 Sango:
 < potresti esser davvero l'unico a farlo, a volerlo, adesso > si, quegli occhi avrebbero potuto sondare l'immensa oscurità della terra per trovarla, eppure sarebbe riuscito a trovarla immersa e inghiottita nella terra? Più morta che viva, in un eterna stasi a esser quasi un contenitore di energia e vita per qualcosa di differente? < non vedo il motivo per cui farlo > creare quella gabbia che li circonda < la fuori per quanto ne sappiamo è ancora più pericoloso. Sono tutti riuniti adesso, protetti dal loro passato e hanno riavuto una vita > spiega semplicemente ciò che ha potuto comprendere < chi vorrebbe davvero uscire adesso?> nessuno con una mente sana e attaccato alla sua vita, per quanto differente, nuova che sia, rimane comunque vita. Si son creati una nuova storia, una nuova felicità < non credo sia per tenerci con la forza qua dentro.. ma non comprendo > no, è ancora troppo presto per avanzare ipotesi, opzioni, qualsiasi cosa possa pensare non riesce a collimare perfettamente con ciò che il governo, e la shinsengumi stessa, stiano facendo. < veleno.. non sai quanto sia facile avvelenare qualcuno di questi tempi.. > e un sorrisetto da stronza andrà a sollevar gli angoli della bocca, come in una confessione fatta e non fatta, a lui tocca legger tra le righe di ciò che narra . Osserva quella mascella indurirsi, così come prima, al solo sentire di quel legame e dello scambio che ha deciso di avere < non provo alcun altro interesse in lui , sebbene sia..piacevole > Sango Ishiba che ammette che una persona sia piacevole, ci volevano davvero dieci anni di nulla e un nuovo mondo per farglielo dire insomma! < a cosa servono gli Shinobi adesso?> a poco e a nulla, in molti si son abbandonati in quella pace creata e in quel loro sentirsi protetti < non sembra esserci molto da combattere se non vecchi .. dissapori > sa bene che nonostante tutto tra i villaggi non corre buon sangue, non quando è passato così poco tempo e da allora i ricordi son rimasti impressi in alcuni di loro < proverò a non farmi ammazzare anche questa volta > già ci è andata vicina, e in molti ricordano la sua quasi esecuzione pubblica in piazza, qualcosa che la fa ancor sorridere se pensa a dove sta adesso, dalla parte di coloro che avrebbero voluto toglierle la vita. < parlo di andare via, trovare un'altra strada, un altro mondo al di la di ciò che conosciamo > di quelle loro terre e mappe, qualcosa vi sarà oltre le montagne più alte, qualcosa di differente e completamente nuovo < eppure son così legata a quella vita da non potermi vedere senza qualcosa..senza il villaggio, senza il clan > un tasto dolente quello, lo stesso che le fa arricciare le labbra in un vago senso di disgusto. Byakuya aveva ragione, quel clan è divenuto l'ombra di se stesso ormai. Sente l'imbarazzo di aver posto quella domanda, di come si sporga a guardar oltre per non fermarsi troppo nell'osservar ciò che ha vicino, eppure sente la calamità dello sguardo altrui , lo stesso che farà voltare di nuovo la rossa Ishiba. Rimembra quell'unica proposta fatta , quella che ha più importanza delle altre, quella che ha inciso su quella rottura passata . Le mani che vengon prese di sua sorpresa, e si ritrova a voltarsi completamente verso di lui < non dovrei chiedertelo > sapeva già la risposta? < e l'ultima volta ti ho spezzato > cuore, mente, anima, ne è consapevole, dunque perchè indugiar adesso? < non proverei nulla per altri , se non per te > l'ultimo pezzo di se lo ha lui, ne è consapevole < ci ho messo tempo a comprenderlo > di quanto poco le sia davvero rimasto, e perchè rinunciare ad una piccola felicità dunque < si, ho cambiato idea > lascia che la consapevolezza di faccia strada all'interno di lui, all'interno di se stessa, di come quelle parole possano davvero cambiare molto e tutto < adesso ti dico di si con sincerità > consapevole di ciò che adesso significhi quel semplice Si. In attesa rimane adesso, stringendo lievi le dita, eppur non vi rifugge più.

19:18 Shiroyuki:
  [Panchina] Sorride leggero lui prima di annuire < anche se non fossi l’unico…sarei quello che ci sarebbe riuscito> ancora più convinto di quelle parole. < Si, ma così rischiano di dimenticare, e non bisogna farlo solo perché ci si sente al sicuro> direbbe poi tirando fuori un suo pensiero < se dovesse tornare una minaccia come quella di dieci anni fa, chi la fermerebbe ? > domanda retorica la sua prima di guardarla. Vede quel sorriso stronzo e capisce, capisce bene quello che sta dicendo tra le righe < già> si morde il labbro inferiore < anche se avvelenare qualcuno non sarebbe nelle mie corde> no, lui ora è proiettato verso un combattimento fair and square, attendendo magari finalmente il confronto con il padre. Si rilassa poi la mascella quando lei lo rassicura. Si fida ancora di lei? A quanto pare si, vuole farlo, deve farlo. < Piacevole? Detto da te è particolare> cerca di prenderla un pochino in giro bonariamente prima di annuire quando parla degli shinobi, dandole completamente ragione. < Andare via…è allettante come proposta lo sai? Poter vivere liberi…noi> direbbe quasi pensando a quella realtà, così diversa dalla prigione di cemento alla quale è abituato da molto tempo. < Beh potremmo creare un villaggio nostro.> così, ipotizza l’uomo prima di toccarsi per un attimo la fronte. Il cuore del bianco batte all’impazzata, rimane in silenzio ascoltandola. Si, l’ha spezzato, l’ha spezzato in un modo devastante è vero, ma si è rialzato, e non ha smesso di aspettarla, mai. < …Io…non so che dire…> sinceramente disarmato l’uomo non farebbe altro che provare ad avvicinarsi a lei provando a poggiare le proprie labbra su quelle della donna, in un bacio carico di un’emozione bianca, l’emozione che l’ha portato ad attenderla, a proteggerla nel suo piccolo e desiderarla sopra ogni altra cosa. Si staccherebbe leggermente prima di mostrare un leggero sorriso < Ti amo, Sango Ishiba.> direbbe poi come se fosse riuscito a togliersi delle pesanti catene dal Cuore. La donna potrebbe notarlo, più rilassato, più sereno anche nello sguardo, come se si fosse tolto anche un enorme macigno.

19:32 Sango:
 Che ci fosse riuscito o meno poco importa adesso, non quando tutto è stato fatto ormai, quando tutto ha avuto il corso che i kami hanno deciso per loro. Per tutti loro. Ormai rinvangare il passato non è più di alcuna utilità se non per rimpiangere errori e fallimenti commessi in vita.. oh quanti fallimenti ha accusato nel corso del tempo, che adesso si fanno risentire come vecchie ferite che fanno male quando cambia il tempo, quando vuol provare lei stessa, ma chi può davvero cambiare? solo in minima parte, e alle volte basta semplicemente quello, una piccola parte. < credo che pensino alla shinsengumi attuale > dopotutto non sono stati loro ad essersi distinti nelle varie battaglie per salvare il salvabile di quel mondo? Si, sono loro, lei stessa lo sarebbe. < è divertente, ovviamente dipende da che genere si utilizza > se avesse utilizzato il veleno paralizzante avrebbe avuto un altro genere di divertimento < si, non è arrogante, ed è strano trovare qualcuno di non arrogante di questi tempi > lei stessa a suo modo lo è, ma il di lei vissuto ne è una chiara conferma, che lei ormai è una persona fatta e finita, e quelle cose che la posson cambiare sono minime. < mi ricorda i tempi in cui ero davvero un sensei > tempi in cui erano davvero altre persone, prima di comprender meglio quel che li circondava. < direi che è anche giunto il momento di andare a parlamentare con il clan Seiun > lo sguardo che lo trafigge, non sapendo molto di quella storia, volendo comprender come anche l'altro clan si sia rinnovato in quei dieci lunghissimi anni, e cosa sia rimasto di quel padre che l'altro ha avuto come persecutore . < non vorrei un villaggio > nulla di tutto quello che ha vissuto < solo una casa, nulla di più > e appendere infine il coprifronte al chiodo per non esser null'altro che un lontano ricordo. Onore e gloria che non esistono più, alcuna morte glorificante, nessuna spesa di vite, solo il nulla totale e il tutto contemporaneamente. Le parole escono più forti, solide quasi, nella certezza d'una decisione, e dunque non si ritira nemmeno in quel bacio, dolce e poco volgare in effetti, che le permette di comprender forse qualcosa in più, qualcos'altro di nuovo < anche io > un semplice dire dopo essersi di nuovo sollevata da quel posto < vorrai dirlo tu a Motoko suppongo > quasi lo stuzzica, ma l'invito è chiaro, basta stare in quel di kusa, tornare li ove la pioggia regna sembra l'ultimo passo da fare per questa giornata. Sorride semplicemente lasciandosi e accompagnando lei stessa il seiun. [end]

Sango e Shiroyuki si ricontrano, mettendo le basi per una ricerca insieme per ricondursi da Rasetsu, per andare a al clan Seiun e alla fine la rossa rimembra un antica proposta, adesso accettata!