Hayato - ho troppo sonno per endare
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Giocata dal 21/06/2021 23:14 al 22/06/2021 02:06 nella chat "Chiosco di Ramen "
Nonostante l'ora sia abbastanza avanzata, è ancora possibile godersi una delle prelibatezze che risuona attraverso il tempo e lo spazio. Forse ancora una delle poche cose provenienti dal vecchio mondo, quello dei grandi ninja del passato, che si tiene ancora in piedi nonostante a Suna e a Kusa ci siano delle succursali (anche se l'uchiha si è trovato di passaggio nell'ex villaggio della sabbia). Questa sera, invece, ha ben deciso di starsene in quello originale, quello ben più rinomato e soprattutto quotato da chi adora gustare un po' di ramen come si deve. È appunto un chioschetto quello di Ichiraku, capiente per più o meno sei persone alla volta. Vista l'ora, quindi, quasi la maggior parte degli sgabelli sono vuoti. In giro si parla di un assassino ninja, quindi le persone non perdono tempo per strada e preferiscono rintanarsi. Chissà se la presenza del giovane Uchiha in quel luogo sia dovuto ad una parte di prodezza o due di stoltezza, incurante di star facendo perdere tempo a chi lo ha servito di una bella ciotola di ramen, carica degli ingredienti che la compongono quali uova, noodles, carne, naruto, olii vari e spezie che servono per insaporire ancora di più il brodo. È con una flemma lancinante che l'Uchiha gusta la famosa prelibatezza, seduto ad uno degli sgabelli posti più sulla destra rispetto al centro, tipo il quarto a partire da sinistra per chi entra. Indossa un paio di pantaloncini beige che arrivano più o meno ad altezza ginocchia, lasciando le leve inferiori nude. I piedi calzano dei buoni e vecchi calzari da ninja, mentre la parte superiore del corpo vede una maglietta blu elettrico dalle maniche a tre quarti e il colletto un po' più ampio rispetto a quelli classici. Sul fianco destro ha un portaoggetti con dentro un fuuda con tronchetto, una bomba luce e una carta bomba. Poco più giù, alla coscia del medesimo lato, un portakunai con un kunai e uno shuriken. Ha un'espressione arrogante e insolente stampata sul volto, nonostante la sensazione paradisiaca mentre degusta la pietanza, seduto sullo sgabello con la schiena curvata un po' in avanti e i piedi poggiati sui pioli dello stesso. Capelli e occhi sono tipicamente del colore della pece, caratteristica insita nella propria genetica. Il taglio dei capelli, invece, danno l'impressione tipica da emo, anche se non sono troppo lunghi. Per il resto, se lo si guarda bene, ha una leggerissima somiglianza con Sasuke-Sama, cosa che si può evincere per chi ha avuto modo di osservare almeno una volta la statua del Sannin posta ad Oto. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, Kunai x1, Shuriken x1] [? > Chiosco] Ah l’estate… che schifo. Caldo a non finire anche per uno come lui abituato alle torride lande di Suna, con il vento che si alza che porta con se la sabbia che ti finisce negli occhi, nei vestiti, nelle scarpe e te la trovi in qualsiasi orifizio. Il discorso è diametralmente opposto se si è in prossimità di un bacino d’acqua dove poter balneare ma non è quello il caso di oggi con il caldo che rende la pelle leggermente appiccicosa per il sudore e le persone estremamente puzzolenti, uno schifo appunto. Nobu è per ora ancora salvo da tutto ciò, sarà che è abituato al caldo, sarà che si è trasferito a vivere all’oasi o sarà che è appena uscito dall’ufficio generale, dopo aver compilato un paio di scartoffie, dopo i dovuti check sui vari report che gli hanno fatto avere riguardo alle ricerche che ha richiesto come su possibili riscontri di quei tre usciti anche se ormai la pista si è freddata al punto da svanire praticamente. Forse hanno sbagliato a uscire pubblicamente con quell’annuncio o forse il loro vero obiettivo era appunto farli desistere da quelle azioni, difficile interpretare il volere del consiglio senza esserne parte o a stretto contatto, lui? Esegue solo gli ordini. Divisa lasciata nell’armadietto e outfit cambiato in uno più adatto a uscire: una camicia di un mix tra lino e cotone di color denim. I primi due bottoni sono lasciati scoperti, con la leggera curva del petto visibile così come le clavicole che si uniscono al collo. Le maniche sono risvoltate fino a sopra i gomiti, lasciando gli avambracci e le mani nude. Idem le gambe, un paio di pantaloncini marroni appena sopra le ginocchia coprono le membra e le nudità del choconinja e bisogna scendere fino alle caviglie per trovare il prossimo pezzo di indumento: le scarpe di tela basse color bianco. Aveva allungato per farsi un giro in realtà con i piedi che lo portano davanti all’Ichiraku < … > guarda l’insegna storcendo un attimo il naso ma almeno mangia qualcosa di rinomato e sa che non lo avvelenano. Sbuffa un attimo e scosta infine i drappi penzolanti, entrando all’interno del chiosco per poi appoggiare le natiche sull’unico sgabello rimasto disponibile, di fianco ad Hayato. [Chiosco] Le bacchette vengono tenute all'interno della mano destra, con quel solito giochetto di dita che richiede un'abilità piuttosto elevata per i comuni mortali ma di una facilità esorbitante per chi invece si ritrova ad usarle sempre, e vengono infilate all'interno della ciotola di ramen per arrivare pinzare una manciata di spaghettini noodles sommersi dal brodo che alla fine dà il sapore al tutto. C'è ancora qualche pezzetto di carne, metà uovo ma soprattutto abbastanza brodo e noodles da richiedere ancora un po' di tempo affinché possa finire il tutto. Una postura forse un po' scomposta, poggiato appena sulla stessa superficie su cui è poggiata la ciotola e la schiena incurvata in avanti. Il braccio sinistro è piegato verso l'interno a formare un angolo minore di novanta gradi col gomito, fermo e immobile. Forse solo le dita di tanto in tanto prendono a tamburellare sulla superficie lignea o al massimo tengono ferma la ciotola affinché possa arraffare meglio, senza sbrodolamenti di sorta. Ebbene, Ichiraku è qualcosa di necessario anche quando fa caldo e una cosa del genere ti aumenta la temperatura corporea fino a farti produrre del sano e naturale Yoton. Ma che ci vogliamo fare? Le bacchette, che precedentemente hanno arraffato i noodles, vengono portate alla bocca con un solo movimento del polso, senza disturbare troppo i movimenti del braccio ma anzi, si aiuta con un leggero avvicinamento del volto proprio in asse sulla ciotola. Tira su pure con un rumoroso “sluurp” che sicuramente da qualche parte nel mondo significa che stia apprezzando la cena. O forse lo spuntino di mezzanotte. Non si scompone troppo quando percepisce lo scostamento dei drappi penzolanti che permettono il passaggio ad un altro cliente, Nobu in questo caso. Non gli dona attenzione, se non quando questo va a prendere proprio posto accanto al giovane Uchiha. Solo ora si degna di alzare il capo, drizzare un po' la schiena e ruotare il collo in modo tale che possa inquadrare con gli occhi nerissimi il neo-arrivato. Saranno i colori usati dallo Hyuga nell'outfit, o forse la vicinanza. Chissà. Ma lo fissa per dei secondi abbondanti, mandando giù ciò che stava masticando. <Oh menomale, almeno posso prendermela comoda se qualcun altro deve ancora ordinare.> Tra il serio e il faceto, per la gioia del venditore che ora sostanzialmente non può più gettargli occhiatacce per la flemma con cui si è accompagnato fino ad ora, visto che c'è un altro cliente da servire. E a Nobu? Semplice, volge un mezzo sorriso che cozza con quei lineamenti da mezza canaglia che si ritrova, un po' squadrati e l'occhietto vispo e furbetto. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, Kunai x1, Shuriken x1] Si mette comodo, afferrando un menù cartaceo cominciando a consultarlo con tutta la calma del mondo. Non ha voglia di ramen, glielo si legge in faccia mente quegli occhi azzurri scorrono le varie voci all’interno della lista di preparazioni che fa Ichiraku. Si sente osservato ma gira lo sguardo solo quando sente da Hayato quelle parole, come se si stesse riferendo a lui in maniera diretta. Presentimento confermato dal fatto che quando si gira, dovrebbe incrociare lo sguardo corvino dell’Uchiha. Sigilla le palpebre, chiudendo il sipario su quelle iridi azzurre come il ghiaccio. Le punte delle labbra si inarcano e si avvicinano di più alle gote in un sorriso. La mano destra invece, quella più vicina a Hayato, si serra in un pugno se non fosse che indice e medio si distendono a formare una V. Un fare amichevole verso l’altro. Apre di nuovo le palpebre perché gli arriva al naso l’odore del ramen che aveva ordinato e che stava già mangiando il suo vicino. Come fa a mangiare qualcosa di caldo con queste temperature?! Si dice che mangiare caldo quando fa caldo aiuta… lui è più un tipo da avere vari menù stagionali, in base alla temperatura e cosa è fresco. Chiude proprio il menù cartaceo, non soddisfatto di tutti quei piatti caldi che stava vedendo e così si decide di fare l’ordinazione da solo . < Mi fai un Hiyashi ramen. Come topping mi metti surimi, gamberi, peperoni rossi, mais e … boh vedi te che altre verdure hai. Per la salsa vai di classico soia, limone e sesamo. > immaginatevi un poke adesso, solo che è a base di noodles freddi con sopra i vari topping divisi da prendere insieme ai noodle, bagnare nella salsa e mangiarli. < Ah, non dimenticarti il tamagoyaki sopra. > finisce così di ordinare per poi spostarsi appena sul lato sinistro e infilare la mano in tasca dei pantaloncini a estrarre una sigaretta e l’accendino. Si porta la prima alla bocca ma prima di accendere si volta verso Hayato a chiedere < Ti da fastidio? > per evitare appunto di essere sgarbato e fumare di fianco a un non fumatore. [Chiosco] Nonostante il giovane Uchiha non sia proprio l'emblema della socialità nonché della buona educazione (basti pensare anche solo al suono fastidioso fatto in precedenza coi noodles), abbozza un sorriso un po' più ampio nel vedere il gesto che lo Hyuga gli rivolge, facendo poco dopo spallucce non per disinteresse o menefreghismo, semplicemente perchè accompagna un sospiro che gli fa distaccare le arcate dentarie per un secondo o due, quindi anche le labbra. Abbassa poi lo sguardo sul menù impugnato dall'altro, mentre la destra distrattamente affonda le bacchette all'interno della ciotola e comincia a rimestare, nemmeno fosse di nuovo in cottura. Un gesto che muove quasi inconsciamente, per ingannare l'attesa. Il sopracciglio sinistro inarcato in una posa del tutto naturale, accigliato, bloccandosi incantato a fissare un angolo del menù cartaceo. Si “sblocca” solamente quando l'ordinazione viene proferita dallo Hyuga in direzione del rivenditore. Lo sguardo viene sollevato, rimpallato un paio di volte tra Nobu e lo stesso ristoratore, quindi alla fine dell'ordinazione annuisce una o due volte, sottolineando la bella scelta decisamente più fresca rispetto a quella fatta dall'Uchiha. <Ci sta.> Nessuno gliel'ha chiesto, ma okay. <Se non avessi voluto confrontare il ramen di Ichiraku originale col distaccamento sito nel distretto di Suna, probabilmente avrei optato anch'io per qualcosa di meno...> E gonfia un po' le gote, indicando quindi “pesante”, ma anche di piuttosto corposo e calorico. L'aria accumulata nelle guance viene liberata con uno sbuffo basso, quasi ridotto ad un sibilo repentino e veloce, anche se l'aggiunta del tamagoyaki gli fa sbattere un paio di volte le palpebre. <Ahia, questo mina un po' il tutto.> Proferisce, sempre senza che qualcuno gliel'abbia chiesto. Insomma, un grosso uovo fritto, a quest'ora, appesantisce davvero molto, anche se lui ne ha ancora metà sodo. Insomma, è tutto un programma. Starebbe pure per girarsi di nuovo frontale, con la testa calata nella ciotola (?) se soltanto lo stesso Nobu, con enorme premura (?), non gli chiedesse del potenziale fastidio che potrebbe provocare col fumo. <A me no di certo.> Scuote il capo e al tempo stesso alza gli occhi su chi si trova dall'altra parte del bancone (?). <Puoi fare quello che ti pare.> Ecco. Scialli, che non ci tiene troppo a queste cose. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, Kunai x1, Shuriken x1] Ricevuto il ‘permesso’ da parte del corvino che ha accanto, sicuro ora di non infastidirlo, ecco che quindi va ad afferrare pure l’accendino, portandoselo all’estremità della sigaretta in maniera da accenderla. Solito rituale: un tiro e poi polpastrelli che vanno a schiacciare la ball all’interno del filtro in maniera da rilasciare quel sapore dei lampone. Si riempie prima la bocca e le guance per poi far circolare per bene quel fumo e rilasciarlo infine in alto, da una fessura che crea sul lato sinistro delle labbra proprio per sbuffare fuori il fumo comunque lontano dall’altro. < Cosa, il tamagoyaki? > chiede curioso tiltando appena il capo da un lato piuttosto che un altro, guardandolo perplesso. Eppure l’uovo è sempre presente nei chuka che ha mangiato, tagliato sottile come se anche questo possa passare per noodles, con la solita forma composta dai vari strati di uovo in quella frittata, tagliata poi sottile. < Hmm penso che l’originale vinca comunque, anche se ormai sono a chissà quante generazioni dall’originale e non si può dire certo che questo chiosco sia l’originale… però è sempre stato legato alla foglia da quel che so, sarebbe strano il contrario. > risponde in merito al paragone tra il distaccamento e quello che hanno qui dove entrambi stanno mangiando. A Suna d’altronde si mangia altro, cibi un po' più speziati, diversi da quelli che vanno in voga alla foglia, a partire proprio dal Ramyon per esempio, dove il kimchi trova il suo regno. < Sei di quelle parti? Non che conosco tutti ma giurerei di non averti mai visto buzzicare in zona. > aggrotta le sopracciglia e lo fissa, come per cercare di ricordarsi di lui se effettivamente lo possa aver mai visto da qualche parte ma… no, niente da fare. Dovrebbe effettivamente ricordargli qualcuno di importante ma… beh, diciamo che non va proprio di frequente nel distretto di Oto. In generale non ama il concetto di vecchi villaggi o ciò che lega la popolazione a ciò che era. Lo capisce e interpreta quelle statue, così come i riproposti monti di pietra, come simboli per far adattare le persone, tuttavia lui è contro l’individualismo dei vari distretti, anzi, è contento del governo centrale e unificato, dopotutto sono proprio i villaggi segreti ad aver lasciando strada libera al falso dio dieci anni fa. [Chiosco] Dopo aver acconsentito, in un certo senso, alla richiesta di Nobu, lui ritorna con tutta la sua calma ad arraffare una manciata di noodles, stavolta infilando all'interno del vortice di bacchette un pezzetto di carne, e cominciare ad attorcigliare tutto all'interno degli stecchetti di legno. Una generosa “forchettata”, si potrebbe dire, anche se non abbastanza da essere considerata qualcosa di abnorme o magari anche di cattivo gusto. Ma non ci fa decisamente caso a queste cose. La quantità arraffata come la pasta quando la si cala, è a sentimento, direbbe qualcuno dell'Europa meridionale. Porta di nuovo tutto alle labbra, fagocitando il tutto e tirando su alla solita maniera gli ultimi spaghetti: facendo rumore e risucchiandoli, sostanzialmente, con tanto di goccioline di brodo che verranno sparate probabilmente in ogni dove. La peculiarità di tenere la testa quasi nel piatto è proprio quella di ridurre al minimo gli sbrodolamenti sulle vesti. E fortunatamente il fazzoletto lì nelle vicinanze della destrorsa viene afferrato lasciando per qualche secondo le bacchette all'interno della ciotola. <Eh sì.> Risponde verso Nobu, pur non guardandolo, ma lasciando che la figura del choconinja (?) venga parzialmente acchiappata dalla visuale periferica mentre lui si pulisce appunto le labbra. Alla fine o tagliato a striscioline, o arrotolato per intero, la quantità ingurgitata è sempre quella. <Ma magari ci sta divinamente eh.> Era solo un parere personale -sì, quello che nessuno ha richiesto. Solo dopo qualche secondo arriva a ruotare di nuovo il capo verso lo Hyuga, anche se gli occhi sono rivolti verso l'alto nell'osservare il rivolo di fumo salire dalla sigaretta accesa. Giusto qualche secondo prima che si disquisisca sull'originalità ormai sfumata nelle varie generazioni di Ichiraku. L'Uchiha, da quel punto di vista, non può far altro che annuire, concorde. <Purtroppo credo sia così.> Che anche l'originale non sia poi così tanto originale. <Forse è solo un fattore mentale; sapere di star mangiando il ramen di Ichiraku, nel chiosco originale, riesce a condizionarti quel minimo che serve nel farti percepire anche qualche sapore diverso.> Qualcosa di tremendamente affine ad un Genjutsu, praticamente. <Anche se...> Spiaccia la lingua sotto al palato, gli occhi rivolti verso l'alto come se potesse di nuovo sentire il sapore di quello che ha appena deglutito. <Forse è leggermente diverso da quello di Suna.> Magari lo fanno diversamente o lì c'era qualche spezia in più visto che lì vanno forte? Può essere, poi i gusti sono ovviamente soggettivi, c'è chi preferisce più speziato e chi meno. <E sì, da quel che so è sempre stato legato alla foglia. Infatti mi sono un po' stupito quando l'ho trovato nel distretto di Suna.> Il che va a rispondere un po' alla prossima domanda posta dal membro del nobile clan della Foglia. <Mhh... no, non bazzico spesso a Suna.> Riferito sempre al distretto, a quel settore, a quello spicchio di Kagegakure. <Sono di Oto.> Magari con la provenienza, sarà anche più facile fare il collegamento con la statua e quella somiglianza col Sannin. <Quindi suppongo che tu sia di Suna.> Lo dà quasi per scontato, ma potrebbe ovviamente sbagliarsi. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, Kunai x1, Shuriken x1] Prende un'altra boccata di fumo a pieni polmoni, godendosi il sapore fresco di lampone che gli lascia in gola non appena la tiene, lasciandola maturare affinché le sue membra possano assorbire la sostanza tossica che crea dipendenza. Non se ne intende troppo di ramen, per lui è un cibo sopravvalutato ed estremamente stagionale, va bene d’autunno o di inverno e di solito è un piatto che ti riempie, proprio per la classe operaia. < Penso piuttosto che il suo successo sia dovuto a uno studio demografico in realtà in base alle preferenze culinarie. > gli spiega la sua idea sul ‘successo’ dell’Ichiraku, ormai pari a un fastfood o quasi, una catena di ristoranti qui e lui con un ricettario generale, un copia e incolla. < Proprio perché sei di Oto, dovresti sapermi confermare che, al di fuori della foglia, non è che vada così tanto il ramen come cibo in realtà, penso che quindi l’attuale catena stia ancora raccogliendo i frutti del successo di tempi passati. > fa infine spallucce, non fregandosene troppo, insomma ok, ben per loro, si sono trovati con i mangia ramen e proprio uno di Oto dovrebbe ripugnare i Konohani sotto sotto, perché si sa, va bene Kagegakure ma certe ferite rimangono comunque aperte e i due villaggi in questione erano da fazioni opposte ai tempi della guerra. Lui invece è neutrale, come Suna infondo… non gliene frega molto! < Quasi… > risponde a quella domanda quasi affermativa da parte di Hayato riguardo le sue origini. Non si direbbe dato che comunque è un mix, con quegli occhi chiari che non ci azzeccano nulla con il colorito della sua pelle così scuro rispetto a colui che gli sta accanto. Alza lo sguardo, prendendo un altro tiro di sigaretta, arrivando a metà. La mano libera si alza a catturare l’attenzione di colui che sta dietro al banco per poi far gesto di voler un boccale di birra da bere, preferibilmente ghiacciata. < Mi reputo di Kagegakure in realtà, ma sì, sono originario della fu Suna e attualmente vivo nel distretto del deserto appunto. > [Chiosco] Osserva ancora l'altro mentre mette sul piatto il proprio pensiero riguardo allo studio demografico, mentre lui deglutisce, ascoltandolo, sempre con quel cipiglio tipico di chi sta donando attenzione. Il sopracciglio sinistro perennemente alzato e l'angolo destro della bocca arricciato in una smorfia quasi concentrata. Manca solo la linguetta tra le labbra e poi stiamo apposto. <Può essere.> Ciondola il capo verso una spalla, poggiando entrambe le mani coi palmi accanto alla ciotola di ramen, anche se non perfettamente bilanciati. Magari qualche dita non aderisce perfettamente alla superficie lignea. <È vero, comunque. Fuori dalla Foglia il ramen non è una cosa che va tanto. Ma anche a me non piacciono molto gli schemi di chiusura che si affacciano oggigiorno, coi distretti riuniti sotto un unico villaggio.> Fa una smorfia, qualcosa che cozza inevitabilmente col pensiero che debbano esserci per forza delle discrepanze tra i villaggi nel guardare delle vecchie ruggini che, con la creazione di Kagegakure, dovrebbero essere superate o almeno archiviate, ecco. <Ti basti sapere che al torneo tra settori contro Konoha, quando il presentatore ci ha chiesto di fare le nostre dichiarazioni, ho inneggiato ad una competizione sana e senza colpi bassi dettati dalle armi non totalmente sepolte.> Ancora una volta, ciondola la testa verso la spalla, stavolta l'altra. <Beh, mi hanno fischiato ovviamente.> Sorride, quasi la cosa gli valga d'incoraggiamento e sia una sorta di vittoria. <Poi ho portato anche Oto alla vittoria ma vabbè.> La sinistra si alza, perdendosi in un movimento a spirale dettato da un voler accantonare subito il discorso, anche se intanto ha informato Nobu di aver portato da solo Oto alla vittoria contro Konoha. Insomma, un po' di spocchiosaggine ci vuole sempre, altrimenti che Uchiha sarebbe? Allo stesso modo, ha sottolineato di essere di Oto. D'altronde, con un cognome come il suo, non potrebbe essere altrimenti. <Come ti chiami, amico?> Sì, l'influenza di Rasetsu e di Kan probabilmente, anche se per una singola volta, si fa sentire, visto che comincia a chiamare gente a caso “amico” o ad usare un tono molto informale. Più del normale. [Chakra OFF] [Equip: Carta bomba x1, bomba luce x1, fuuda con tronchetto x1, Kunai x1, Shuriken x1] Se la ride a quella dichiarazione di intenti da parte di Hayato, ovviamente non apprezzata dal pubblico ma almeno è un qualcosa di più sentito e vero. Con tutto il lavoro che aveva arretrato in realtà non aveva seguito troppo il torneo tra i vari distretti anche se qualche voce gli era giunta alle orecchie, stando sempre in giro e a contatto con le persone era normale catturare in maniera passiva quello che le strade trasportano con se di notizie. < Ah si? Beh, ho sentito dire che in realtà Konoha si è sepolta da sola, che hanno fallito proprio di netto o sbaglio? > volta lo sguardo in direzione del corvino, appena divertito per poi prendere un ultimo tiro di sigaretta e spegnerla nel posacenere di vetro. Arriva intanto la sua ordinazione e le mani rapide vanno ad afferrare da un bicchiere apposito, una coppia di bacchette di bamboo usa e getta. Le separa l’una dall’altra ed ecco che, dopo aver aggiustato la presta, comincia a mangiare, intingendo quegli spaghetti nella salsa. Non voleva smontarlo troppo ma ecco, diciamo che vantarsi così tanto di un impresa che un qualsiasi normodotato avrebbe potuto fare, non è esattamente un biglietto da visita così eclatante, vedremo le altre sfide che riserva questo torneo e poi, chissà, magari la loro sarà la prova migliore oppure la penultima, dato che peggio del primo team di Konoha difficilmente si può fare. < Nobu di Suna. > risponde in maniera educata, non menziona nessun clan dato che ufficialmente non ne ha e Ryuuzaki è semplicemente il suo cognome, o meglio quello di suo padre che ha ereditato. < Tu invece, chi sei o eroe del torneo dei distretti? > domanda mezzo curioso a questo punto di sapere con chi sta parlando, anche se gli basterebbe leggere il rapporto del team di Oto per capire un attimo chi dei due partecipanti possa essere. [Chiosco] Si ritrova a muovere una smorfia vagamente dispiaciuta nell'affermare che sì, Konoha si è praticamente affossata da sola. Forse solo perchè nell'altro team c'era Kamichi, che è un suo conoscente-quasi amico. <Eh sì.> Ha un tono un po' greve, pesante. <Credo abbiano avuto qualche problema col... fuoco.> Fa spallucce. <Non ho ben capito come in realtà visto che non ho avuto ancora modo di beccare uno dei due membri dell'altra squadra.> Kamichi, per l'appunto. <La differenza è stata, sostanzialmente, che ho risolto il rompicapo della nostra stanza. Senza la soluzione saremmo caduti anche noi e sarebbe finita con un pareggio.> Non se ne vanta particolarmente, almeno non ora, visto che con quel gesto della mano ha deciso di accantonare quasi subito il discorso, che viene riportato in auge soltanto perchè ha ricevuto una domanda da parte dello Hyuga. Quindi la vera “vittoria” in questo caso sta nel non aver fallito come Konoha e aver comunque superato la prova, cosa che ha portato Oto alla vittoria per l'appunto. Intanto lascia un po' di silenzio, in una strana forma di cortesia, quando l'ordinazione di Nobu finalmente arriva a destinazione. Gli lascia il tempo di separare le bacchette e di conseguenza dare un primo assaggio alla pietanza, senza bombardarlo di cose, anche perchè anche lui ha una pietanza da finire ed è meglio che non si freddi, anche se col caldo che fa probabilmente ci vorrà un po' di più. Afferra di nuovo le bacchette con la destra: è solo l'indice che muove una delle due bacchette, mobile, mentre l'altra rimane piuttosto statica come perno contro il quale fare forza per sollevare quello che pare essere il mezzo uovo sodo rimasto. È il suo turno di ritornare a mangiare, sempre con la solita flemma, non offrendo totalmente il proprio profilo allo Hyuga, ma nemmeno la propria parte frontale. Una via di mezzo, ecco. Mastica, lento, terribilmente lento. Poi, deglutisce, afferrando con la sinistra il contenitore che si trova poco distante per prendere una sorsata di qualsiasi cosa stia bevendo (che non è brodo, no). <Nobu di Suna.> Ripete. Scuote appena percettibilmente il capo. Niente di conosciuto alle sue orecchie. <Non di Kagegakure?> Ironizza, con un mezzo ghigno beffardo sul volto sulla scia delle parole altrui dette in precedenza, ovvero la preferenza di identificarsi come un cittadino di Kagegakure, tornando a rivolgergli gli occhi neri come la pece. <Hayato Uchiha.> Un cognome, una garanzia. E sarà il momento, sarà che il ramen sia davvero buono, ma nonostante il cognome possa risuonare come un mantra nella mente di chi ascolta, attraverso tempi perduti e grandi ninja del passato, viene proferito con meno boria e arroganza del normale. Un sali-scendi di modi che alla fine sfociano in un termine ripetuto: popi popi. Con ogni probabilità resterà lì a finire la propria pietanza e a scambiare qualche altra chiacchiera con Nobu, fino a quando il tempo del rientro non giungerà anche per lui. Fortuna che Konoha e Oto confinano. [END]