Kokketsumi

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  [Quartiere dello Spettacolo] Il tempo è variabile, le nuvole ogni tanto coprono quel sole che fortunatamente non eccede nello riscaldare la temperatura, almeno per ora. Per qualche strana ragione le era stato richiesto di fare una tappa all'ospedale di Konoha per portare qualche documento necessario a degli studi non meglio specificati di cui lei aveva ben guardato dal questionare oltre. Una volta compiuta quell'ardua missione da pony express ha scelto di farsi un giro per quella zona di Kagegakure che poco conosce e frequenta. In particolare la nostra rossa è finita a gironzolare per il quartiere dello spettacolo. Indossa dei jeans chiari, strappati in più punti sopratutto frontalmente, lascinado che le gambe pallide si intravedano abbastanza, ai piedi delle scarpe di tela bianca semplice, a coprire le forme una maglietta a maniche corte, con sopra delle stampe floreali di color rosso, questo indumento è così largo da non fasciare il corpicino della nanetta, in modo da occultare in parte quel prosperoso seno che si ritrova. Le cuffie blu enormi sono poggiate sulle orecchie, la musica trasmessa dal proprio cellulare le inonda le orecchie a un volume forse troppo alto; nemmeno a chiederlo sta ovviamente ascoltando le canzoni del ragazzo. Lo sguardo blu cobalto si muove intorno, soffermandosi sulle lussuose vetrine, alla ricerca di qualche motivo di ispirazione per il vestiario della loro futura band o per il proprio personale forse; in fondo il suo stile all'Uchiha non dispiaceva ma nemmeno vederla con dei vestitini a quanto pare. Forse è arrivato il momento di crescere un pochettino.

11:59 Kan:
 Mattinata inoltrata, sole leggiadro nel cielo, varie le nuvole il cui moto si avvicenda dinanzi alla stella primaria del pianeta oscurando i paesaggi, rinfrescando l'aria accaldata dall'imminente arrivo della stagione estiva. Molte le novità di quel villaggio, non ancora in grado di conoscerle tutte perfettamente, tante di esse risultano oscure alla vista; il quartiere dello spettacolo è uno di questi, luogo dove celebrità e aspiranti tali si avvicendano ricercando fortuna, giornalisti in preda all'euforia per il miglior scoop. Un mondo nuovo, evoluto rispetto al precedente, più conforme con l'attuale cultura creatasi ed in esso, l'albino trova parte della felicità scrutando le attrici aggirarsi tra le strade, donne di rara bellezza protagoniste dei film preferiti. Un via vai continuo di gente, shinobi, guardie del corpo, attori, registi, ogni addetto ai lavori si presenta in tal loco. Dorate impresse in ognuno di essi, illuminate dal profondo, forse può viaggiare sulla medesima strada dell'Ochaya in quanto a bellezza e tra tutta quella gente una minuta figura spicca con vesti larghe e cuffie blu perennemente sul capo, evidentemente distratta, abbastanza da poter attirare l'attenzione del genin la geniale mente elabora un sottile piano per divertirsi. Ampio il sorriso formato, mani sfregato, passo aumentato accorciando le distanze tra se e la sedicenne, una ragazzina inconsapevole di quello che il destino ha in serbo per lei. Una volta vicino tenterebbe di portarsi alla sinistra della genin sollevando l'arto destro superiore provando ad appoggiarlo sulle spalle della ragazzina mentre con la sinistra ne abbasserebbe la cuffia dall'orecchio <Chi non muore si rivede ragazzina> esordendo in tal modo, dorate incastonate nelle altrui azzurre ricercando un contatto visivo. Il vestiario del Konohano risulta atipico, strano ai più eppure originale nella sua bellezza effimera composto da un paio di blue jeans nel ricoprire gli inferiori arti, più smosso in zona polpaccio e caviglie e sandali shinobistici per finire la parte inferiore. Marrone cintura con fibbia dorata legata alla vita ed una camicia blu di lunghe maniche sul busto, bottoni inseriti nelle apposite fessure ma le ante della stessa risultano separate permettendo la mostra del fisico allenato del diciottenne. Polsini viola e bordi blu ed una giacca color del latte ricade su spalle, schiena e braccia i cui bordi inferiori risultano di un viola, esattamente come le sfumature sulle spalle. Albina chioma pettinata ma allo stesso tempo scomposta, lunga non oltre il collo. Portaoggetti legato alla cintola, fianco destro come parte selezionata trovando al suo interno fuda e inchiostri speciali, favoriti dal clan per portare avanti la suprema bellezza dell'arte ereditata al momento della nascita. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

12:12 Shizuka:
  [Quartiere dello Spettacolo] Dovrebbe smetterla di andare in giro in quella maniera così poco avveduta. Si siamo in pace, si ci sono anbu e membri della Shinssengumi ovunque ma evidentemente i pericoli possono sopraggiungere da ogni dove, e in particolare da persone che ti approcciano in maniera tanto tranquilla. Distratta dalla musica e da quelle vetrine non si avvede minimamente dell'arrivo, sul suo fianco destro del ragazzo albino. Lui la affianca senza problemi, le passa quel braccio attorno alle spalle e lo sguardo blu viene catalizzato immediatamente su quella mano, che non viene riconosciuta. Però la testolina rossa scatta immediatamente verso sinistra quando sente che le cuffie vengono spostate e quelle parole che non associa subito a una persona. Quei movimenti probabilmente la portano a trovarsi fin troppo in prossimità dell'altro, causandone quindi un rossore sulle guance non indifferente, mentre il visino si fa imbronciato. << Ti sorprenderà sapere che ho ancora parecchi anni di vita davanti. Più dei tuoi sicuramente. >> Il tono è decisamente poco cortese e con fare stizzito la man destra andrebbe a rimuovere con decisione quella di lui appoggiata sulla femminile spalla. Poteva quasi sembrare una velata minaccia quella della rossa che ricambia lo sguardo di lui in maniera truce. << Non mi pare di averti mai dato il permesso di toccarmi. Ora che sai che non sono la tua amica potresti quanto meno evitare di toccare qualcuno che non conosci non trovi? >> Sembra decisamente infastidita da quelle libertà che lui stesso si sta concedendo nei confronti della Kokketsu. La sinistra andrebbe a bloccare la riproduzione di quella musica sul cellulare, mentre, qualora lui si fosse scollato da lei, la destra avrebbe abbassato le cuffie clu attorno al collo esile. << Comunque buongiorno Sumi. >> Lo tiene a distanza, se non con quel lei impersonale che di solito usa con tutti quanto meno con il cognome. Lui purtroppo è riuscito a prenderla sin dal principio per il verso sbagliato.

13:11 Kan:
 Una libertà presa fin dal primo momento, un approccio non errato bensì voluto ricalcando l'errore fatta dalla rossa durante il precedente incontro, la semplice rabbia scatena nell'albino un'insana voglia di osare, far qualcosa di più delle normali smancerie solitamente concesse alle ragazze da lui frequentate. Questa volta l'approccio risulta ben differente, favorendo un lato di se dedicato solamente a conoscenze di un certo tipo il cui intento è banalmente il fastidio perenne ai danni di poveri inconsapevoli. L'intento ottiene il successo sperato abbracciando la ragazzina di sorpresa, portandola ad un irrigidimento momentaneo prima di esser scoperto, riconosciuto per chi è veramente. Diverso dall'ultima volta, ora consapevole di esser dinanzi ad una sconosciuta, non uno sbaglio intenzionale ma una voluta azione per creare il disagio dell'ultima volta. Dorate scrutano il viso, rosso pregno di imbarazzo, nervoso misto ad una rabbia del quale l'albino ne è l'artefice ricreando un senso di soddisfazione dinanzi al volto <Oh, è per caso una minaccia quella?> piacevolmente sorpreso dall'iniziale piega presa, esser minacciato ancor prima di aver fatto qualcosa di estremamente concreto <E sarai la fautrice della fine della mia vita? Macchieresti la tua giovane purezza con un atto tanto macabro? O sarà il tuo amichetto a farlo?> ovvia domanda il cui palese intento è il continuo infastidire, tastare il terreno, comprendere fin dove possa osare e superare quella sottile linea di limite. Braccio inevitabilmente tolto dall'appoggio, ricade lungo il fianco seppur mantenga la vicinanza con la ragazzina non allontanando se stesso neanche di un singolo millimetro <Ma noi ci conosciamo, sai il mio nome, io so il tuo, non siamo completamente sconosciuti e poi, non è divertente fare qualcosa quando si ha il permesso, mancherebbe il brivido del proibito> arti superiori lievemente scostati all'esterno enunciando il pensiero <Ma cosa parlo a fare, probabilmente sei una ragazza casa e tempio che fa tutto secondo le regole, impaurita alla sola idea di deviare dal giusto percorso> innocente, casta, pura, ecco la descrizione fornita dall'albino per la genin in questione <Quanta freddezza nei confronti di un collega, Kokketsu> ripagando con la medesima moneta con la quale viene venduto. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

13:24 Shizuka:
  [Quartiere dello Spettacolo] Esagerato e fastidioso. Sicuramente questi sono due aggettivi che gli sta affibiando nella testa senza troppi complimenti. In fondo è sempre così, quando incroci una nuova persona te ne fai un'idea sommaria, cerchi di comprendere quale sarà il grado di interesse che svilupperai nei suoi confronti e decidi a quanta distanza tenerla. << Sei fastidioso ma non abbastanza da essere ucciso Sumi. E dubito fortemente che il mio ragazzo ti trovi abbastanza fastidioso da essere ucciso. La morte è qualcosa di permanente sai? >> Lo canzona decisamente, come se quel suo esagerare fosse esagerato e fuori luogo. In fondo uccidere qualcuno perchè si è permesso di toccarle una spalla è decisamente eccessivo, semplicemente preferirebbe che non si prendesse delle libertà non concesse. Cosa che invece lui pare bramare più di ogni altra, rinfacciandole di essere una ragazzina tutta casa e tempio e di non andare fuori dal seminato. << Dici che ci conosciamo giusto? Sapere il mio nome evidentemente non ti da libero accesso alla mia persona non trovi? >> Gli occhi blu sono decisamente infastiditi, anche se il broncio un poco si è sciolto, al momento sembra più seria e infastidita che arrabbiata. << Se tu mi conoscessi non ti servirebbe immaginare cosa faccio nel mio tempo libero. E inoltre il deviare dal giusto percorso alcune persone scelgono di farlo consapevolmente, non perchè temono le conseguenze. Hai mai considerato il fatto che non esiste solo il tuo punto di vista? >> Gli sta dando dell'egocentrico? Forse un pochino, ma quel tipo ha la lingua e le mani fin troppo lunghe per quello che la riguarda. Però qualcosa di ciò che dice la infastidisce meno del resto, tant'è che gli occhi si illuminano un attimo e l'attenzione femminile sembra finalmente genuina: << Sei riuscito a farti reclutare quindi? >> Insomma evidentemente è più interessata al fatto che anche lui possegga le abilità necessarie per curare, anzichè star li a perdere tempo a infrangere qualche regola.

13:45 Kan:
 Percepisce il lei quel fastidio, il desiderio di allontanamento, mettere una distanza abbastanza ampia da impedire all'albino di toccarla, parlarle, avvicinarsi. Tutte sensazioni a lui conosciute, a volte bramate, a volte insidiate negli animi altrui ma sempre così si comincia quando non si ha un fine preciso, emerge la personalità vera, l'essenza del carattere nella forma più becera, in tal caso egli è quello, superficialmente parlando <Se non lo sono abbastanza, allora non fare minacce che non porteresti comunque avanti e se lo hai fatto per spaventarmi, non ha funzionato> non spaventato, non allarmato o infastidito, semplicemente indifferente verso colei il cui osare si rivela essere niente di più di un bluff <Davvero? Quindi per scatenargli una reazione devo osare ancora di più, buono a sapersi. La prossima volta invece di mettere un braccio, vengo a baciarti direttamente, dici che si infastidisce? O neanche questo è abbastanza?> provocatorio nel tono fornito, deciso nell'ottenere una reazione estrema da parte dell'altra, consapevole di star superando la sottile linea seppur con lentezza, ponderando azioni e parole, aggiungendo piccoli granelli ad ogni step di fastidio in lei raggiunto <Libero accesso alla tua persona? Tesorino, ho solo messo un braccio sulle spalle, non ho violato l'intimità> nel proferir ciò il passo vien smosso, lentamente aggira la Kokketsu, dorate puntate al cielo, osservano le nuvole mentre tenta di giungerle sulla parte posteriore, solo allora le iridi ritornano sulla ragazzina il cui discorso viene ripreso, fornendo i motivi per cui sono due sconosciuti <Vuoi sapere una cosa? Ogni volta mi sorprendo di come le persone non colgano quei piccoli dettagli utili per capire una persona. Durante il nostro primo incontro, e adesso, inconsciamente mi hai parlato di te e stai continuando a farlo> piccola la pausa presa <Sei una tirocinante, vuol dire che ti piace aiutare le persone, lo hai detto tu stessa, probabilmente ti preoccupi per il prossimo e stai male quando fallisci, perciò cerchi di dare sempre il massimo. Nel tempo libero, posso dedurre, ascolti un quantitativo esasperante di musica, simbolo le cuffie portate in giro; presumo sia una delle tue passioni ma ti piace anche passare del tempo libero con il tuo amichetto, siete sempre stati insieme, deduco sia un'amico d'infanzia finita con lo sbocciare di una cotta giovanile> ennesima la pausa presa permettendo ad ella di metabolizzare quanto enunciato <Credi nei buoni sentimenti e nell'amore, credi che l'amore sia il sentimento eterno e più potente, questo perchè probabilmente non hai mai avuto vere sofferenze in vita tua, hai sempre vissuto nella condizione perfetta. Inoltre sei una ragazza permalosa a meno che non ci sia un rapporto tanto stretto da consentire parole più decise, basta poco a farti arrabbiare, così come basta poco farti arrossire con un complimento che esula dal normale tracciato> concludendo la descrizione primaria <Ora dimmi, ho fornito una bella descrizione di chi sei? Oppure ho sbagliato qualcosa?> nel pronunciare tali frasi ricorda il primo incontro, le parole pronunziate, ascoltate tutte quante, memorizzate creando la descrizione, una prima impressione <L'ho considerato ma il mio è l'unico che conta, gli altri sono tutti noiosi e musoni> egocentrico, narcisista, esiste lui e lui soltanto il resto è nulla. L'attenzione vien attirata con una semplice frase, diretta nell'informarla di ciò che adesso è divenuto <Oh si, ho anche notato una certa affinità con il dottor Aburame, mi ha letto nella mente. E' stato piuttosto facile convincerlo e indovina un po'? Mi ha concesso il privilegio di lavorare con Rasetsu, posso torturare quel piccolo stronzetto tutti i giorni adesso> la sola idea lo diverte, lo eccita. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

14:05 Shizuka:
  [Quartiere dello Spettacolo] Al menzionare minacce un sorriso le si forma sulle labbra, in fondo non era quella l'intenzione femminile ma evidentemente lui l'ha interpretata in quel modo. << Non voleva essere una minaccia, mi pare tu abbia un paio d'anni più di me no? In media una donna vive più a lungo di un uomo, tu sei già due anni avanti a me inoltre. Senza considerare il fatto che sono una Kokketsu, l'invecchiamento per me è una mera illusione. >> Si è studiata la lezione a casa, i suoi genitori alle porte dei 40 anni sembrano dei ventenni, ryoma a trent'anni non sembrava poi così più grande di lei fisicamente parlando. Buon sangue non mente direbbero alcuni, o forse fa parte di quella maledizione che tutti temono. << Se dovessi provare a baciarmi non preoccuparti Sumi che non ci sarà bisogno di lui per farti male. E questa è una minaccia. >> Il tono è serio, lo sguardo decisamente poco amichevole, non ha la minima intenzione di farlo avvicinare più di quanto lui già non stia facendo. Quando lui le gira attorno non fa altro che seguirlo con lo sguardo, come a non volergli dar modo di colpirla alla sprovvista di nuovo. Nel suo lunghissimo monologo su quanto lei sia facile da conoscere, da comprendere, da studiare, si avvicina molto a quella che sia la visione del mondo della Genin, tuttavia non ritiene che sia una descrizione accurata. << Penso di non doverti dare ne conferma ne smentita riguardo a quel che pensi e credi di sapere. In fondo non ho nessun interesse al momento a spiegare a un ragazzino presuntuoso ed egocentrico quale sia il mio pensiero e come sia impostata la mia vita. >> Sembra decisamente poco amichevole, non vuole ne dargli la soddisfazione di confermare determinate cose, ne stare li a raccontargli quanto si sbagli, in fondo lui non è lontanamente interessato a lei in qualità di persona, quindi perchè disvelare qualcosa a qualcuno che con ogni buona probabilità non incontrerà così spesso? << Ci sono cose che non possono essere lette sulla faccia di qualcuno Sumi. Per quanto io non sia brava a celare quello che penso sopratutto sotto pressione, ma di questo te ne sei accorto già. >> Detto questo emetterebbe un sospiro profondo, sciogliendo un pochino le spalle tese: << Ora di grazia per quale motivo sei venuto a interrompere la mia passeggiata? Perchè da come sembra il tuo interesse per me è solamente basato sull'infastidirmi, questo fa di te un bambino capriccioso e basta. Strano che debba dirtelo una ragazzina con due anni meno di te. >> Gli occhi blu restano fissi su quelli ambrati di lui, non lo molla un attimo, come se non potesse fidarsi di lui in alcun modo. Quell'affermazione riguardo al lavoro però la infastidisce leggermente, ma non per la corporazione in se, ma quanto al dover lavorare con l'altro Kokketsu: << Quindi alla fine farai da spalla a un genetista. Trovo molto complesso interagire con quel tipo senza volergli staccare la testa. Buona fortuna! >> Non nasconde minimamente il fastidio che l'altro le procura, sono due mondi distanti, quasi in realtà come con il Sumi.

14:27 Kan:
 Se possedesse un tavolo su cui poggiare i gomiti, lo avrebbe già fatto, permanendo in ascolto del verbo della ragazzina la quale cerca di dimostrarsi superiore, forse più grande arrivando ad un altro sbaglio. Credersi superiori di chi lo è realmente porta l'accrescimento esponenziale dell'ego, del desiderio di regalare fastidio <Non ripiegare sulla scienza per giustificare le tue parole, non era quello che intendevi prima, lo so io e in fondo lo sai anche tu> la sviolinata sui Kokketsu per un attimo lascia all'interdizione l'arduo compito di manifestarsi, silenzio cala in se per alcuni istanti trovando nel clan del sangue nero un segreto, la vita eterna, l'eterna bellezza come potere. Un sogno fatto realtà, possedere il loro DNA equivale alla distruzione dell'invecchiamento, ottenere i loro geni può permettere alla naturale bellezza dell'albino di perdurare nel tempo evitando la morte, evitando le rughe, giovane per sempre, un dio per sempre <Ma davvero? Questo è molto interessante> dorate osservano con diverso piglio il viso della rossa, docile, carino, morbido nei lineamenti, pregno di una gran purezza ma ella contiene il segreto supremo, la bramosia finale di colui la cui ambizione è una e una soltanto, null'altro può desiderare se non l'eterna giovinezza eppure di questo passo le strade son due, il totale allontanamento della ragazzina od un avvicinamento tale da renderla possessiva, difficile da staccare. Il rischio, quando in gioco vi è l'eternità, dev'essere calcolato, studiato nei minimi particolari ma agire in modo inconsueto da un momento all'altro è sospetto, per adesso deve continuare sulla linea intrapresa <Lo sai che le minacce mi invogliano?> nel proferir ciò passi avanti vengon compiuto cercando di avvicinare se stesso all'altro, il respiro abbattersi sulla ragazzina <Non c'è niente di più bello del rischio, Shizuka> parole sussurrate, lasciare a lei il solo privilegio di udirle nonostante rabbia, serietà, inimicizia alberghino nelle azzurre. Il nome non a caso vien esposto, tralascia il clan arrivando all'informalità definitiva, pericolosamente vicino eppure il corpo non tocca, mani tenute a posto permettendo soltanto al volto di parlare, esprimere un semplice concetto <Presuntuoso ed egocentrico? Non sono presuntuoso, io non presumo nulla, semplicemente sono un genio> conscio dell'intelletto superiore di cui è dotato fin dalla nascita <Passi l'egocentrico> lo è, consapevole persino di una caratteristica tanto spiacevole quanto efficace nei rapporti <Qui ti sbagli, la faccia, in particolare gli occhi parlano e neanche te ne rendi conto. Gli occhi sono, letteralmente, lo specchio dell'anima, basta uno sguardo per comprendere i sentimenti di una persona però si, sotto pressione sei peggio di un libro aperto e ciò mi diverte> leggerla senza interruzioni, con sicurezza, privandola dell'intimità mentale in cui ella cerca di rifugiare se stessa. Il verbo dell'interlocutrice giunge, forte e chiaro, il momento propizio arriva venendo sbattuto con prepotenza <Hai ragione, ti chiedo scusa> lasciandosi scappare una risata, mettendo in moto il piano prima progettato <La verità è che sei così carina quando ti arrabbi, davvero bellissima. L'altra volta sono rimasto colpito, affascinato e quando ti ho vista prima, volevo riprovare quella sensazione e ci sono riuscito, vestita così poi lo sei ancora di più> il piano inizia, il criceto nella testa muove la ruota delle idee favorendo la creazione del sogno primitivo nato nel momento della nascita. <Esatto e qui voglio anche te> indicandone il viso tramite l'indice destro <Vedi, abbiamo in comune l'antipatia verso Rasetsu, lui mi ha fatto un torto e suppongo che con te abbia fatto il cretino. Perciò, entrambi siamo tirocinanti, lavoriamo in ospedale, perchè non dargli fastidio? Prenderci una piccola rivincita così da fargli imparare qualcosa? Anche se ho il sospetto che violenti i pazienti mentre dormono o sono in coma> braccia larga portando avanti quella supposizione come se nulla fosse <Ci stai? Come richiesta di pace? Mh?>. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

14:47 Shizuka:
  [Quartiere dello Spettacolo] Non le va di spiegargli quanto a conti fatti fosse bene o male una constatazione velata di fastidio, utilizzata per lo più per allontanarlo, ottenendo a quanto pare l'effetto opposto. Lui pare interessato all'argomento eterna bellezza ma a lei importa poco di continuare su quella strada anche perchè l'avvicinarsi di lui la mette nuovamente in soggezione, tanto da farla arrossire anche se le mani di lui sono lontane dalla figurina cosa che le consente di continuare a guardarlo male. << Sembra quasi che ti venga voglia di infastidirmi qualsiasi cosa io faccia Sumi. >> Lui può anche usare quel nome che le appartiene ma lei non si scioglie minimamente nei confronti dell'albino, lo ritiene pur sempre qualcuno da tenere a distanza. E poi su quel discorso degli occhi che la mente della Genin si attiva, le blu che si fissano in quelle dorate per cercare di fare quello che stava cercando di apprendere con il disegno. Leggere fra le righe, studiare con gli occhi dell'anima anzichè con gli occhi fisici soltanto. E forse a conti fatti è proprio quello che non le piace di quel ragazzo, che è spento. Prima ancora che lei la indichi è lei a volgersi verso di lui, con i suoi grandi occhi blu e allungare l'indice destro a toccare appena la fronte del ragazzo dal bianco crine. << Sei molto carino Sumi. Esteticamente parlando non ti manca nulla. Però sembri totalmente distante da tutto il resto e questo ti fa sembrare vuoto. >> Suona malissimo detto così, quasi un insulto probabilmente per qualcuno. La mano viene riportata lungo il fianco femminile mentre lui probabilmente proseguirà con i suoi piani contro Rasetsu. << Quello che io voglio da Rasetsu è che lasci in pace RK. Che non si avvicini più a lui in nessun modo e lo lasci vivere la sua vita. >> Ovviamente il di lei interlocutore non può capire il senso di questa affermazione, probabilmente non sa nemmeno chi sia Ryoma. << Non mi importa infastidirlo, non sono una bambina dispettosa quanto te. Ma non deve permettersi di toccare un mio amico mai più. >> Lo sguardo è acceso e deciso, difficile non capire per lui a cui piace osservarla quanto questa cosa sia importante per la ragazzina. << Quel tipo dubito riuscirà mai a capire che ogni singolo essere vivente è importante. Fino a prova contraria siamo tutti validi. Ma quell'uomo considera le persone cavie. Tema che non imparerà nulla nemmeno se infastidito. >> Ha una pessima opinione del genetista a quanto pare eh? O forse è proprio quella giusta, di chi lo ha visto per quello che è. La destra viene però poi spostata sotto al mento, come a riflettere su qualcosa di importante. << Vuoi fare pace? Mi chiedo se effettivamente io e te siamo in guerra. Pensi di doverti far perdonare qualcosa? >> Gli pone quelle domande, come per sfidarlo a dire ad alta voce quanto sia stato fuori luogo. << Vuoi dirmi che hai qualcosa di interessante da farmi vedere? >> Ovviamente non si riferisce a niente di fisico, il tono permane serio come l'attenzione pressochè totale di quegli occhi blu su quelli dorati.

15:10 Kan:
 Si, in quella ragazzina ha colto l'interesse, scovato il tarlo per interessare seriamente la mente nei lei riguardi. L'eterna bellezza è l'unico motivo esistente per cui sarebbe disposto a compiere ogni singola azione, non importa quanto meschine o cattive siano, essa è tutto, null'altro può avere un valore simile o pari, neanche la vita stessa ma l'eterna giovinezza consiste in questo, vivere la vita a pieno persino in età avanzate, morendo senza risentire del peso dell'età. Un sogno, una visione. L'immortalità è obsoleta, noiosa, morire giovani, eternamente giovani, è il futuro. Se lei abbia compreso i pensieri, non è dato saperlo attualmente, non interroga la propria mente con dilemmi di bassa rilegatura portando se stesso avanti. Ultimo il fastidio datole, vicinanza estrema, il tocco è quasi presente seppur non avvenga, i visi vicini <Poniti questa domanda, l'interesse si evince dal fastidio provocato o dall'indifferenza più totale?> ultimo verbo riportando leggera distanza tra loro, permettendole di respirare evitando la soggezione giustificata, preferendo una pacata tranquillità se il piano deve giungere al suo corretto fine. Dorate incrociate con le azzurre, sostiene lo sguardo lanciato, il medesimo gioco affrontato cercando di carpire l'altrui anima dall'eterno specchio del mondo. Il moto vien seguito, il braccio allungato, il contatto della fronte con l'indice mentre esterna un leggero sorriso mostrando parte dell'arcata dentale <Facciamo così, io mi impegno ad essere meno...> strofinate le labbra, lingua passata su esse <...fastidioso> usufruendo del medesimo termine affibbiatogli <E tu mi aiuti a sembrare meno vuoto insegnandomi come valorizzarmi> se qualcuno ne potesse leggere l'anima, essa sta ridendo, scompisciata dalle risate, consapevole di quanto menzognere siano tali parole <Esteticamente però si, sono perfetto> se non lo è lui, bellezza eterna e giovane, allora nessun altor può ambire a tale titolo. il discorso verte sulla figura di Rasetsu, a quanto pare simbolo di rabbia per la Kokketsu, motivo di odio, probabilmente la parte più affascinante dell'intera argomentazione risiede proprio li <Non ho la minima idea di chi tu stia parlando> pur comprendendo il di lei desiderio verso un amico <No no, non dispettoso, attenzione. Lui è venuto a pestarmi i piedi quando ero in coma, adesso devo rendergli solo il favore> i dispetti li fa a Shizuka, verso il genetista ha ben altri piani. Silenzio cala lasciando al verbo di lei la completa libertà di esposizione, trovando il punto esatto a cui appigliarsi per portarla dalla propria, convincerla dell'operazione <Vedi Shizuka, io non voglio solo infastidirlo, voglio fargli abbassare la cresta, costringerlo ad abbassare lo sguardo ogni volta che passo. Renderlo un cane al mio servizio, capisci dove voglio arrivare? Una volta distrutta la personalità, una volta che ha compreso di essere soltanto una pulce, farà tutto quello che vuoi, anche lasciare in pace questo tuo amico. Se poi impara la lezione, è solo guadagno per lui> piccola la pausa richiesta dalle corde vocali <Potrei benissimo farlo anche da solo ma in due è più divertente e in questo modo, avrai la possibilità di vedere un'altra parte di me> senza che ella sia il centro del suo sfogo, non lo specifica lasciando tale allusione sottintesa. Sospiro emerso al pensiero della genin, capo chino per avvederla meglio <Io non sono in guerra con nessuno, se qualcuno si offende non è colpa ma ho visto il tuo sguardo infastidito e diciamocelo, non voglio essere guardato in questo modo da te> semplice l'argomentazione, breve eppure utile <Si, se sei disposta a vedere e darmi una possibilità?> vedere oltre la facciata, l'anima diviene il fulcro, il centro dell'attenzione. [Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

15:42 Shizuka:
  [Quartiere dello Spettacolo] La domanda di lui trova difficile risposta nella mente della ragazzina, ovviamente la risposta pare scontata, ma al tempo stesso quella informazione non è esattamente come descriverebbe l'interesse. Però lui si avvicina fin troppo a lei, che istintivamente si allontana con la testa, per mettere della distanza fra lei e quel ragazzino dal candido crine troppo imprevedibile per lei. In realtà non ha la minima voglia di aver a che fare con qualcuno così, però insomma, mai dire mai, alla fine non è detto che sia proprio così freddo come sembra. << Io non posso insegnarti un bel niente Sumi. Se a te non importa assolutamente nulla di cambiare è impossibile che tu lo faccia. Se hai bisogno di un secondo collare non credo proprio sarò io a mettertelo. >> Si riferisce velatamente all'amica di lui, quella Kushina in grado di tenerlo a freno, gestire quel carattere strano che lei non è ancora riuscita a identificare. Però è su cosa fare a Rasetsu che si snocciola di più rivelando quel desiderio di dominio e di sopraffazione che non è molto distante da quello descrittole dal Kokketsu stesso. E' quello che non le piace, è proprio quell'idea di voler soggiogare e sopraffarre gli altri che non rientra nei parametri di scelta della sedicenne. << Se l'altra parte di te è la smania di poter soggiogare qualcuno allora non sono proprio interessata ad avere a che fare con te Sumi. Se disprezzi l'esistenza altrui, non sei sicuramente qualcuno con cui vorrei avere a che fare. >> Mette i puntini sulle 'I' non è ciò che le piace, non è questo che le importa. << Se non hai rispetto per gli altri, chiunque essi siano. Allora di rispetto non ne meriti. Rasetsu non va torturato, lui va consegnato alle autorità e rinchiuso. Così che non possa più fare del male ad altri. >> Continua a fissarlo con quegli occhi blu, come se potessero spiegargli il suo punto di vista. << E tu riferisci a Rasetsu, di non avvicinarsi a RK mai più. Lui sa di cosa parlo. Io meno vedo quel tipo e meglio sto sinceramente. >> Non vuole proprio più incrociarlo se possibile anche se è una cosa difficile lavorando nello stesso ospedale. Le ultime parole di lui le fanno strano, non sa se fidarsi o meno, ma non è abituata a chiudere le porte in faccia a nessuno che dimostri di volersi scusare. << Perchè pensi che io non te ne stia già dando? Secondo me sei meno sveglio di quello che credi. >> Lo sguardo si fa un poco più ironico, come se lo stesse canzonando. << Mi sei corso addosso la prima volta che mi hai vista e mi hai pure affibiato colpe che non ho. Sei stato scortese, hai fatto commenti ad alta voce che non ti competono e non hai nemmeno cercato di scusarti. Ora mi approcci in maniera meno violenta ma sempre prendendoti libertà che a mio giudizio sono destinate solo ad amici o parenti, cosa che io e te non siamo nella maniera più assoluta. >> La lingua è lunga e si pone in una posizione di difesa a suo modo: << Sai perfettamente cosa mi infastidisce e non hai minimamente cercato di evitare di farlo e ora ti aspetti che io non ti guardi con uno sguardo infastidito? Mi sembra di pretendere un po' troppo. Però nonostante tutto mi sono fermata qui con te a parlare di non so bene cosa, come a sperare che la prima impressione di ragazzino fastidioso e molesto fosse solo una facciata. >> Non ci va leggera per niente, manco uno schiacciasassi. << Ora mi sembra di essere fin troppo disponibile, però se vuoi qualcosa di più concreto facciamo così! >> Detto questo andrebbe a recuperare il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, andrebbe a sbloccarlo per poi andare sulla tastiera numerica pronta a digitare eventualmente il numero di telefono dell'altro: << Mi lasci il tuo numero, me lo salvo e poi ti faccio sapere quando sono libera per uscire un'altro giorno. Premesse fonamentali: non considerarlo un appuntamento galante, se possibile non saltarmi addosso appena ci vediamo e preparati per raccontarmi chi sei. Partendo magari dal coma. >> Gliela butta giù decisamente pesante, con regole che ha imposto da sola e alle quali non sa se lui accetterà mai di sottostare. In ogni caso qualora lui accettasse di lasciarle il numero di telefono lei non farebbe altro che fargli uno squillo, in modo da lasciarle il proprio direttamente. Se lui non avesse accettato avrebbe semplicemente messo via lo smartphone per poi salutarlo in maniera pacata in ambedue i casi. << Beh allora ci vediamo in giro Sumi! Non posso dire che sia stato un immenso piacere ma avrai tempo per dimostrarmi il contrario no? >> Lo sguardo forse un poco meno alterato nei suoi confronti, mentre non fa altro che rimettersi le cuffie in testa e allontanarsi, sollevando una mano in segno di saluto, anche se ancora non si azzarda minimamente a chiamarlo per nome. [//END]

16:13 Kan:
 Le domande sono semplice risultano le più complesse a cui dare una risposta, lo sa bene ed è l'estrema semplicità con la quale pone tal quesito a portare il silenzio nella ragazzina non ottenendo la minima risposta. Non serve, ha già il voluto, non rispondere è la prova della propria ragione, come sempre. Non sbaglia mai, il geniale intelletto lo porta a simili considerazioni eppure la ragazzina non dorme provando a sua volta ad attaccarlo. Un colpo diretto al passato, verso Kushina e la mancata presenza d'ella <Nessuno mi mette il collare, è la prima lezione da imparare su di me. Io sono libero> nessun legame, nessuna stretta nel tenerlo fermo, egli è libertà pura <Vedi, un insegnamento non è un cambiamento. Io imparo ma non è detto che lo metta in pratica, sarò io a decidere> stravolgendo il significato, portandolo nella propria zona di comfort. Il parlare di Rasetsu potrebbe peggiorare la situazione eppure il discorso viene in parte travisato, accumunato al mostro di Kusa per carattere, un piccolo dettaglio difficile da digerire <Mettiamo in chiaro una cosa Kokketsu> lasciando il divertimento in disparte qualche minuto, il tempo di rendere chiarezza ai propri concetti <A me degli altri non frega nulla, io vivo per la libertà, voglio che tutti siano liberi di essere ciò che sono e non ho il minimo interesse nel soggiogare le vite altrui. Io non giudico nessuno però, quel cretino, ha osato approfittarsi di me in un mio momento di debolezza e incoscienza. Fossi stato sveglio mi sarei divertito ampiamente con lui ma non così e devo fargliela pagare. Lui pensa di aver trovato il classico babbione ma non è così ed è una lezione che dovrà imparare, dovrà capire che non tutti sono cavie> riferimento palese a quell'RK pronunciato attimi prima <Vuoi consegnarlo alle autorità? Puoi farlo ma solo dopo che avrò finito con lui, non prima e fidati di me che sarà lui stesso a volersi consegnare alla fine dei giochi> vena di sadismo nasce nello sguardo, pupille piccole, minuscole nel proferir parola contro l'uomo le cui azioni lo hanno insultato <Io non riferisco nulla, non prendo impegni per altri. Se vuoi intimorirlo, dovrai farlo tu stessa, al massimo darti man forte> la codardia risulta un elemento fastidioso ma il sorriso torna, lascia il nervoso, la serietà, sentimenti beceri di pura depressione permettendo alla solarità nuovo manifesto. Superiori arti incrociati al petto dinanzi al discorso della genin <Sappiamo entrambi che non possibilità, è solo il tuo carattere quello. Sei buona altrimenti, tutto qui> rendendo vano tal discorso, lasciando comprendere il diverso significato del donare possibilità a qualcuno <Non è mai troppo pretendere qualcosa quando la si desidera ardentemente> il riferimento non è risaputo, celato nei meandri della mente del bianco. Dorate seguono il moto degli arti, l'estrazione del cellulare provoca la creazione di un mesto sorriso nonostante le condizioni siglate <Resterai sorpresa> cominciando nel proferire le cifre necessarie con cui comporre il proprio numero, pochi gli attimi passati all'arrivo dello squillo ottenendo, di conseguenza, il numero della Kokketsu, una vibrazione emerge dalla tasca del giaccone <Non solo, ci vediamo Kokketsu> seguendone appena il moto, estraendo il cellulare dalla tasca per salvarne il numero lasciando svanire il sorriso, sguardo assottigliato <E il numero preso, passiamo alla fase 2> ridacchiando, esternando senso di soddisfatto compiacimento mentre mette le distanze da quel luogo per dirigersi non si sa dove. [END]

Kan infastidisce Shizuka la quale prova astio nei suoi confronti. Il fastidio è l'elemento preponderante ma il discorso, nonostante prosegua su questi toni, riesce comunque ad evolversi portando la Kokketsu a dare il numero al Sumi per una futura uscita.