L'inizio della perdizione

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21:33 Hayato:
 La vittoria contro Konoha nella sfida tra settori, nonostante le difficoltà che hanno avuto lui e Yasuhiko nel superare la prova, gli ha dato una botta di adrenalina tant'è che ha avvertito quasi il bisogno di festeggiare, di dare un po' di sfogo a quella che chiamano “repressione Uchiha”. O meglio dire, quella che definiamo tale. Perchè si sa, gli Uchiha sono un branco di repressi che sfogano tutto con le fiamme nere e non, dietro la scusa del “amano troppo e quindi distruggono qualsiasi cosa”. Non ha beccato però Yasuhiko per trascinarlo con sé, quindi si aggira per il quartiere notturno sostanzialmente da solo, con le mani infilate nelle tasche di un paio di pantaloncini che arrivano poco oltre le ginocchia, di un bel colore cachi, con delle tasche disseminate un po' dappertutto e in cui c'è un portamonete in cui ci sono un po' di soldi. Senza quelli non si cantano messe, ovviamente. Ai piedi delle scarpe da ginnastica mentre la parte superiore del corpo vede una maglia nera a mezze maniche con al centro il kanji dal significato di “Fuoco”, di un bel rosso brillante. Intanto, quell'aria arrogante sembra un po' smussata da una specie di gioia (?), di felicità, anche perchè può liberamente prendersi il merito di aver portato Oto alla vittoria contro Konoha, perchè se non avesse risolto l'inghippo la prova sarebbe finita in parità. I capelli neri hanno quel classico taglio da emo, anche se fortunatamente la lunghezza fa sì che questa rimanga solo un'impressione. Anche gli occhi sono neri, come la pece, classico segno distintivo degli appartenenti al clan, anche se non ha ancora risvegliato il Dojutsu. Poco male. Non v'è coprifronte, non vi sono portaoggetti o portakunai. Stasera è free da tutto (?) e nemmeno il chakra scorre all'interno del proprio corpo. Una persona normale in tutto e per tutto. Passeggia quindi per il quartiere notturno, indeciso in quale punto entrare per primo, se perdersi in esso oppure provarne qualcuno come faresti con le caramelle alla frutta il cui sapore non corrisponde al colore della stessa caramella. Si ferma dinanzi a quello che dev'essere un nightclub. Il mento viene alzato fino a quando gli occhi non incontrano l'eventuale scritta luminosa che attesa la presenza del luogo. Poi si guarda intorno. L'inizio della perdizione, probabilmente. Ma ancora non entra. Chissà cosa attende. O cosa deciderà. [Chakra OFF]

21:44 Rasetsu:
 <Sarò con teee ♫> Canticchia durante il suo peregrinare nelle vie del quartiere notturno, mani nelle tasche ed una canzoncina in testa che non riesce a togliersi per qualche ragione. <E tu non devi mollareee ♫> Insiste nella sua cantilena, anche perché non possiede chissà quale concezione della musica o della tonalità, quindi è parecchio stonato. Per fortuna, non sta ancora alzando troppo la voce, altrimenti qualcuno l'avrebbe già preso a calci per spedirlo da dove se n'è venuto. Avanza a passo spedito, diretto verso un locale che evidentemente conosce piuttosto bene se consideriamo che ci passa gran parte del suo tempo libero. Ed è soltanto un caso che si tratti dello stesso in cui Hayato si sta dirigendo. Un bellissimo caso! <Se devi stare davanti all'ingresso, ti passo avanti, moccioso.> Sia mai che si comporti in maniera quanto meno normale. E' ancora amareggiato per la sera precedente, laddove in un vicolo Sango gliel'ha soltanto lasciata annusare, per poi abbandonarlo ad una serata in cui una certa Federica potrebbe aver fatto da occupante di quel vuoto. Sorvoliamo, per piacere! Il rosso indossa un normalissimo completo, divenuto ormai parte integrante della sua routine quotidiana. Il suddetto è formato da una camicia nera a righe rosse, sormontata da una giacca elegante dal classico scollo a V che ha lasciato sbottonata, in modo che sia maggiormente libero nei movimenti. Nelle tasche, ci ha infilato qualche tonico (tre tonici coagulanti e tre tonici per recupero del chakra), qualche pasticca venduta da un suo spacciatore di fiducia - ormai ne conosce un paio dai quali si rifornisce, mantenendosi però nel suo limite autoimposto - e i documenti che s’è fatto fare. Che cittadino modello, eh? Scendendo, troviamo un pantalone completamente nero, sorretto da una cintura in cuoio dello stesso colore. Dal fianco, pende una catenella argentata, agganciata ai passanti. Tutto sommato, non gli dispiaceva ed è meno fastidiosa dell’altra che aveva al precedente jeans. Ai piedi, infine, calza un paio di semplici scarpe eleganti. Si sente finalmente a suo agio e ha lasciato spettinati i capelli, una zazzera che probabilmente ha visto giorni migliori. Per il momento, non lo sta ancora superando bensì si ferma nei pressi dell'ingresso tanto quanto l'altro, in attesa che faccia un movimento, che avanzi o che si sposti. Torna a fischiettare distrattamente quella canzoncina. Forse, non conosce altre parole ed è meglio così. [ Chakra OFF ]

22:00 Hayato:
 Le mani rimangono ancora nelle tasche dei chiamiamoli pantaloni, mentre lo sguardo viene ancora portato in giro. Cosa starà mai guardando? Se qualcuno che conosce è nei paraggi? O magari qualcuno del clan che si è spinto fino al quartiere notturno e lo vede entrare in un nightclub? O insomma, quante pippe mentali. Che poi, detto fra amici, non che gliene importi più di tanto. Forse è la prima volta che si ritrova davanti a quel luogo e quindi c'è quella sensazione di nuovo, di poco familiare, che lo fa desistere dall'entrare? Naah, altre pippe mentali. Scuote il capo. Starebbe per muovere un passo in avanti, forse convinto ad entrare, o forse è soltanto l'inizio di un ripensamento che lo porta a fare un altro passo indietro e a riprendere la posizione. Il canticchiare di Rasetsu forse riesce a sentirlo, ma è qualcosa a cui bada poco e se dovesse replicare ciò che ha distrattamente udito, non sarebbe in grado di farlo, ma al tempo stesso la propria attenzione viene spostata proprio in direzione del genetista, con la zazzera di capelli particolare e il vestiario altrettanto particolare, prim'ancora che lo stesso si rivolga a lui con abbastanza arroganza e supponenza. Lo guarda dall'alto verso il basso, con un che di sufficienza nello sguardo e l'espressione vagamente attonita. Scuote appena la testa, senza spostarsi di un centimetro dalla superficie di pavimentazione occupata. <E passa, chi ti sta trattenendo.> La cordialità proprio. <Ci sono altri trenta metri di spazio per poter entrare. Un po' di slalom di riscaldamento non ti farà male.> Volge, tra il serio e il faceto, lanciando alla fine una vaga allusione al fatto che forse sarà meglio entrare preparati e non... freddi, ecco. E non si intende di certo a livello caratteriale. Ovviamente esagera sulla metratura dell'ingresso, e gli sta anche gentilmente offrendo il proprio posto nell'eventuale fila per l'ingresso al locale. Poi non è che stava occupando il posto eh, stava giusto qualche metro distante, nemmeno in fila. Solo ora fa un passo verso sinistra, mentre con un cenno della mano lascerebbe passare il genetista. <Prego.> Forse un po' sarcastico, ma chissà. Sta di fatto che, stranamente, si accoderebbe proprio a Rasetsu per entrare all'interno del nightclub, qualora lo stesso decidesse di entrarci, ovviamente. Avrà qualche problema? Forse. Chiedono i documenti per entrare? O gliela abbuonano?

22:22 Rasetsu:
 Dalle labbra, gli sfugge una nuova intonazione. <Abbiamo un sogno nel cuore ♪> Cerca di mantenere comunque un tono basso, anche per via della sua scarsa capacità di canto. Non che se ne vergogni, ma si rende conto che le note più alte non riesce a coglierle come vorrebbe. E’ un drogato, mica è stupido. La di lui attenzione, per quel che basta, vien attirata dal fare altrui. Lo squadra dalla testa ai piedi. <Mi stai spogliando con gli occhi?> Fraintende quell’aria di sufficienza nello sguardo altrui, o forse lo fa di proposito. Sta di fatto che la sua domanda è di quanto più ironica possa essere. Non gli interessa e non adora particolarmente il fatto che qualcuno si permetta di guardarlo così. Ha ancora dell’onore e dell’amor proprio, dopotutto – per quanto sia per lui impossibile dimostrarlo. D’altronde, è sempre lui quello che viene spesso e volentieri trovato a sonnecchiare sulle panchine del quartiere notturno o della piazza di Kusa. E questo nei giorni buoni. In quelli un po’ di merda, dorme tra i cassonetti assieme agli altri barboni. Poco male. <Hanno ficcato una scopa nel culo al ragazzo sbagliato?> Un’altra frase che dovrebbe sembrare fortemente ironica anche se, a giudicare dallo schiocco della lingua e del fatto che di fronte abbia uno sconosciuto e non un amico d’infanzia, beh, dovrebbe sembrare ben altro. Sicuramente non ironica. <Ma ti pare che io abbia tutto il tempo del mondo per fare slalom tra gente che non conta un cazzo ed occupa soltanto la mia strada?> Gli occhi del rosso scivolano per un istante alla volta dell’insegna che rappresenta una donnina di facili costumi che invita la gente ad entrare, assieme al nomignolo del locale che, per quanto gli riguarda, ha dimenticato ogni volta che esce da lì dentro con l’alcol al posto del sangue nelle vene. Dopodiché non farebbe altro che superarlo, in modo che possa subentrare nel locale prima di Hayato. Non si premura che questi lo stia seguendo, bensì palesa la sua presenza al mondo. Innanzi al buttafuori, davanti a chiunque dei clienti incredulo che possa anche solo gettar l’occhio su di lui, non farebbe altro che divaricare le inferior leve ed allargare le braccia verso l’alto. <KUSA TORNA CAMPIONEEE! ♪> Il locale del resto è dentro Kusa. Mica scemo. Non ha sbagliato settore. Nessuno gli chiede i documenti, sembra essere abbastanza adulto. Un’occhiata oltre la spalla per sincerarsi che non stia per venir colpito dietro al collo da qualcuno – succede più spesso di quel che credete – e noterebbe il corvino. <Sono ancora troppo sobrio per le cose da dietro.> Cosa stai insinuando. [ Chakra OFF ]

22:45 Hayato:
 Resta fondamentalmente ad osservare Rasetsu nell'ennesima intonazione di quelli che sembrano cori. Se da stadio o da circo al momento non ci è dato saperlo, ma forse a giudicare dall'apparenza del tipo, probabilmente di più la seconda opzione. Ma non pronuncia alcunché sulla questione, almeno fino a quando quella domanda ironica non arriva alle sue orecchie. <Chi io?> Si indica con la punta del pollice, la mano sollevata davanti al proprio volto e tutte le altre dita chiuse. <Ti piacerebbe.> Ecco qua. Un sorrisetto beffardo accompagna quelle parole, ma alla fine scuote il capo. <Penso tu sia un po' troppo... agee. Senza offesa, ovviamente.> Sia mai che abbia incontrato un altro psicopatico che non sappia stare al gioco. O punzecchiarsi senza dover dare in escandescenza. Alza pure un po' le spalle, incassando un po' la testa tra esse. Un parere spassionato che nessuno gli ha chiesto, sostanzialmente, ma che il filtro bocca-cervello ha deciso di non censurare e quindi di fargli dire la prima cosa che gli è balzata in testa. <Nessuna scopa nel culo.> Mormora, forse con un vago accenno di fastidio. <E a te? Forse sei in astinenza di scope?> Di scope, non di qualche altra cosa. Come previsto, detto da una persona completamente estranea, quella frase ha provocato un po' di fastidio, quindi ha risposto con la solita arroganza e con un po' di verve in più. Anche se rimane fermo immobile nel punto occupato dalla sua figura, senza sporgersi minacciosamente nei confronti del genetista. Scuote il capo. Mormora qualcosa sottovoce come “ma questo da dove è uscito” o qualcosa del genere, cosa che potrà sentire anche Rasetsu nel caso avesse un buon udito o una buona dimestichezza nello sbrigliare cose farfugliate. Non risponde sulla considerazione dellos tar occupando la strada, nemmeno a quella delle persone che non contano un cazzo. <Tsk.> Solo un suono sprezzante, che si incastra tra i denti e le mani che fuoriescono dalle tasche, lasciate ora penzoloni ai propri fianchi. Si accoda quindi a Rasetsu per l'ingresso al locale. Anche lui dovrebbe risultare abbastanza adulto. L'altezza c'è, poi comunque anche l'età. Solo che non ha niente con sé a testimoniare la sua maturità (?) anagrafica nel poter addentrarsi in questi luoghi. Evidentemente dev'essere stata una scelta dell'ultimo secondo. Infatti, s'è trovato davanti al locale per puro caso. <Kusa, eh?> Forse ha già acchiappato il settore di provenienza altrui. Certo, siamo a Kusa, ma non per forza tutti i presenti lì devono essere di quel settore. <Contro chi si sfida al torneo tra settori?> Passo dopo passo, scalerebbe quindi nella fila fino a quando non si troverà dentro al locale. <Tranquillo, niente cose da dietro per te questa sera. Non da me, almeno.> Ecco. [Chakra OFF]

23:26 Rasetsu:
 Si tratta sicuramente di cori da circo altrimenti non si spiega. Guardatelo – è praticamente un clown. Si volge di scatto alla di lui volta, inciampando nello scalino che precede l’ingresso effettivo nel locale. Agita le braccia in aria cercando un qualsivoglia appiglio. Un cameriere di passaggio lo evita per il rotto della cuffia, lanciandogli dietro qualche accidente. <Non è colpa mia se mettete lo scalino all’ingresso del locale! Non ci pensate ai clienti ubriachi?> Lo stesso cameriere di poc’anzi, beffardo tanto quanto Hayato, si preoccupa di rispondergli per le rime. “Non pensavo che i nostri clienti arrivassero già ubriachi ad inizio serata” – tuttavia c’è da considerare l’eventualità che questo avvenga, quindi le parole del rosso non sono neanche da prendere sotto gamba. Si potrebbe pensare a qualche cambiamento! Per una volta in vita sua, potrebbe essere utile a qualcosa – o a qualcuno. Lasciamo perdere. Torna a fissare, dunque, l’interlocutore con un lieve storcere delle labbra. <Agee? Questo gergo giovanile continuo a non capirlo.> Sappiamo tutti qual è il gergo giovanile che riesce a comprendere, invece. E’ bene non osare mai aprire la sua pagina di Ninjagram perché qualcuno potrebbe arrestarlo per pornografia illegale. <Oh, non hai idea di quanto!> Esclama al suo indirizzo. Che stiano finalmente cercando di diventare amici avvicinandosi nelle disgrazie? Gli s’avvicina, cerca addirittura d’allungare il braccio per portarlo oltre le spalle di Hayato, circondandole – ammesso gli venga concesso di farlo. Non ci stupiremmo se cercasse d’allontanarlo in malo modo. <Ieri sera, una fanciulla mi ha stuzzicato e poi ha deciso di appendermi. Ed osano persino lamentarsi che vengano st***ate in un vicolo.> Argomentazioni forti e sicuramente di dubbio gusto. Purtroppo abbiamo a che fare con un genio del male che starebbe bene soltanto sette metri sotto terra. Scuote il capo, cerca d’adocchiar un posto libero dove potersi sedere. <Bancone?> Gli indica proprio quello che è posto alla sinistra dell’ingresso, valutando ovviamente se restare ancora in compagnia altrui o meno. Solleva un sopracciglio quando egli pronuncia la parola torneo. Non ne sa assolutamente nulla. <Torneo?> Molteplici i punti interrogativi che prendono forma sulla sua testaccia ammantata da cremisi ciuffi. Figurarsi se s’informa per queste inezie. [ Chakra OFF ]

23:48 Hayato:
 Non muove un singolo muscolo nel momento in cui vede un movimento un po' sconsiderato da parte del genetista che stava per accartocciarsi su di uno scalino, inciampando sullo stesso. Anzi, come fanno quasi tutte le persone che assistono alla caduta o quasi caduta di una persona, Hayato ridacchia, senza cercare di sopperire in alcun modo quella risata divertita e ilare. <Che c'è? Hai visto degli spicci sullo scalino o pensavi fosse qualche altra cosa tale da lanciarti?> Quale altra cosa, però, non si sa, conscio tra l'altro che non possa essere ubriaco visto che non ha dato alcun sintomo tipico dell'ubriachezza. Poi oh, tutto può essere. Lancia un'occhiata al cameriere che ha salvato Rasetsu dal potenziale capitombolo, ma soprattutto alla stoccata lanciatagli. Fa spallucce, chiamandosene fuori, mimando un “non lo conosco, non so chi sia” con le labbra, nonostante siano entrati praticamente insieme. <Significa non proprio giovane. Adulto, anziano.> Ecco. Gli offre pure qualche sinonimo, lanciandogli poi un'occhiata per capire se effettivamente l'aggettivo “anziano” abbia una qualche ripercussione sulla sua sensibilità, se si offenda oppure ci riderà su. Continua ad avanzare all'interno del locale, del night, guardandosi intorno come un bambino in un negozio di caramelle: il bancone, eventuali tavoli privè, le donnine, alcol, altre donnine. Insomma, è un po' come se entrassi in un mondo parallelo da un momento all'altro, semplicemente entrando da una semplice porta e facendo un altrettanto semplice fila. Per i primi momenti, Rasetsu lo vedrà un po' sognante, un po' stralunato nel rivolgere gli occhi neri contro una o l'altra attrazione presente all'interno di quel posto. Le labbra si staccano, la bocca appena aperta. Distratto è dir poco, tanto che non sente nemmeno la risposta del medico sull'astinenza da scopa in quei posti. Si ridesta soltanto quando sente il braccio altrui passato attorno al proprio collo. Abbassa quindi lo sguardo su di lui e la prima occhiata che gli volge è quella tipica da “ma che cacchio fai?”, ma il fatto che sia stato scaricato da qualcuno che gliel'ha soltanto sbandierata dinnanzi senza infilare l'asta nella bandiera (?) lo rende un po' meno sofferente a quella presa dello sconosciuto. <Ah sì?> Retorico, battendo un paio di volte le palpebre. Forse non ha bisogno di qualche secondo per ripercorrere le parole altrui nella propria mente e riuscire a capire il senso completo del discorso. <Magari voleva solo provocarti e ingannare la noia. O forse... non so, in che modo ti ha stuzzicato? In modi pesanti oppure qualcosa di velato, quello tipico da tre quarti puritana e un quarto diavolo?> Sì, probabilmente con tutto quel ben di Pain davanti comincia pure un po' a sfarfallare e a perdere un po' di senso nelle cose che dice. Ma alla fine vira verso sinistra, al bancone, precludendosi per un po' tutto ciò che c'è dall'altra parte, acconsentendo tacitamente alla proposta del medico. <Il... torneo. Quello tra settori.> Ripete, guardandolo vagamente perplesso. <Ne stanno parlando tutti. Non ne hai sentito parlare?> Chiede. <Oto ha vinto contro Konoha. O meglio, io ho vinto contro Konoha.> Ecco. Doveva pur farlo sapere che quello che gareggia per Oto è proprio lui, anche se la folla dovrebbe comunque riconoscerlo come “quello che somiglia a Sasuke ma inneggia alle competizioni sane e leali”. Che contraddizione. [Chakra OFF]

00:02 Rasetsu:
 Ed è giusto che sia così. Bisogna ridere delle disgrazie altrui anziché pensare al malaugurato salvataggio. Altrimenti, non ci sarebbe alcun divertimento. Per fortuna, riesce quanto meno a rimettersi in piedi senz’alcuna preoccupazione. Non è abbastanza ubriaco per cadere e spezzarsi un femore con le sue sole mani. <Se ci fossero stati degli spiccioli, sta pur certo che non sarei caduto.> Sarebbe stato attento, accorto, fiducioso delle proprie capacità, gettandosi a capofitto per raccoglierli nel minor tempo possibile evitando anche le persone che lo avrebbero potuto circondare. No, non sto scherzando. Stiamo parlando pur sempre d’un borseggiatore che ha rapinato le borse di chissà quante prostitute – pagandole con gli stessi soldi che trovava al loro interno. <Mi lancio soltanto tra le cosce d’una donna.> Giusto per sottolineare la sua necessità di ficcare qualcosa da qualche altra parte, pur non affermandolo nel vero senso della parola – che forse è meglio. Ogni tanto, dovrebbe imparare a restare in silenzio, evitando che dalla sua bocca venga fuori qualche commento fin troppo sconveniente per la sua immagine e per la sua posizione. <Col cazzo che puoi definirmi anziano!> Esclama. Una piccola vena va formandosi sulla fronte del demone, la quale diviene a sua volta abbastanza scura per via della rabbia che questo comporta. Non osate definirlo anziano! <Quanti anni hai, mh? Diciotto?> Beh, lui non ne ha molti di più invero. Ne attende ovviamente un responso sulla base del quale poter replicare prontamente. Come al solito, tende ad evitare di svendere informazioni essenziali senza ricevere null’altro d’egual calibro di contro. Rasetsu non riuscirà a rendersi conto del fatto che il ragazzo sia sognante in un primo frangente, poiché a sua volta gli occhietti verdastri fissano intensamente i culi di qualche ballerina che danza leggiadra attorno al palo. Mica scemo. S’asciuga in fretta quel rivoletto di bava che gli scende dal labbro inferiore, lanciando un’occhiata al bancone per decidere cosa sia meglio ordinare per iniziare bene la serata. <Sinceramente parlando, per me è sicuramente quattro quarti completi puritana, ma lei dice che non fa queste cose e che va a letto con gli uomini che decide lei.> Fa spallucce, descrivendo in toto Sango pur evitando le descrizioni fisiche per il momento. Districa il braccio dal mezzo abbraccio attorno alle spalle di Hayato, in modo che possa subitaneamente gesticolare. <Ha messo in mostra quelle mozzarellone sode> Alludendo ai seni tramite le mani che palpano malauguratamente l’aria. <anche se il suo punto forte sono le chiappe d’oro.> Scuote mestamente il capo, affranto. E pensare che una volta c’è riuscito! Cos’ha sbagliato questa volta? Beh, forse l’approccio iniziale ma figurarsi se crede d’aver torto. Si torna nuovamente a parlare del torneo, un discorso che per lui è ancor sconosciuto. <Non perdo tempo dietro a queste puttanate. Oto e Konoha fanno di nuovo a botte? L’ultima guerra non gli ha insegnato un cazzo.> Bofonchia, scuotendo nuovamente quella testolina rossa che si ritrova ed iniziando ad avanzare verso il bancone, così da poter finalmente ordinare qualcosa da bere. [ Chakra OFF ]

00:23 Hayato:
 <Se ci fossero stati degli spiccioli probabilmente avresti dovuto combattere con qualcuno per averli e per prenderli in tempo.> Sempre seguendo la filosofia del “i soldi fanno ritornare la vista ai ciechi”, famoso proverbio in quel di Oto perchè... insomma, persone cieche, Uchiha... siamo lì. Chi conosce la cecità meglio degli Uchiha? Probabilmente nessuno. Poi ovviamente questo è sulla base della totale non conoscenza di Rasetsu e del suo bellissimo lavoro, ovvero quello di pagare le compagne coi loro stessi soldi. Bellissima cosa, un po' l'inverso di un famoso videogioco, dove uccidevi la prostituta riprendendoti i soldi che le avevi dato. Ed erano pure già tassati, maledette. <Giusto. Te lo auguro, allora.> Pacificati rispetto all'esordio iniziale, in questo momento spera proprio per Rasetsu che riesca ad infilarsi tra le cosce d'una bella donzella. E in questo posto dovrebbero essercene pure un bel po', visto che tette e culi si sprecano. E anche mentre si dirige verso il bancone, sono varie e disparate le occhiate che l'Uchiha volge alle proprie spalle ruotando il corpo. Ecco, se anziché lo Sharingan (che non ha) avesse il Byakugan, sarebbe una goduria in tutti i sensi. Fortunelli in tutto gli Hyuga. Osserva la reazione del medico sull'appellativo usato in precedenza e anziché pigliarsela e chiedergli scusa, gli ride in faccia. <Ah no?> Ancora una volta è retorico. <Ne ho ventuno. Tu quanti ne hai?> Visto che Rasetsu è il tipo che dà una cosa per una di egual misura, lo stesso si può dire di Hayato. Magari non a quei livelli, ma in queste informazioni blande che per altro possono servire, un giorno, sicuramente lo è. <Perchè ti offendi se ti chiamo anziano?> La sfrontatezza di fare anche una domanda del genere, con una nonchalance invidiabile e l'arroganza insita nella propria genetica. <Insomma, se non lo sei non dovresti prendertela così tanto. Perchè non corrisponde al vero.> Che lo stia punzecchiando, tra le righe? Molto probabile. Ancora una volta, molto velatamente e sottilmente, gli sta di nuovo dando del vecchio, anche se ben camuffato da quella domanda riempita dalla tipica curiosità scimmiesca. Per quanto riguarda Sango, invece, ascolta l'opinione dello stesso medico e poi le successive specifiche fisiche, ma solo con quelle non riesce ovviamente a ricondurre alla ragazza della Shinsengumi che gli ha dato una culata spostandolo involontariamente dallo stand del fast food. Quante maggiorate esisteranno nei vari settori? Un casino, probabilmente. <Uhm...> Appare però un po' confuso. <Se non fa queste cose, perchè ti provoca, attirandoti come un magnete, e poi ti smolla con un pugno di mosche in mano?> Lo va a chiedere a lui. Ovviamente. Ignaro di tutto il background che c'è alle spalle tra loro due e una delle domande più plausibili di chi ignora il tutto è ovviamente quella. <Sei sicuro sia quattro quarti puritana e non quattro quarti finta puritana?> Lui gliela lancia lì. E no, non ha ripreso il discorso della violenza in precedenza semplicemente perchè non gli piace come discorso, quindi l'ha lasciato semplicemente cadere facendo finta di non aver sentito. Cosa che comunque non ha a che fare con puritana o non. <O magari non ci sai fare.> E droppiamo il microfono dopo quest'uscita. Lo sentite l'eco della caduta? Forse non solo il microfono è caduto. Detto ciò, il fatto che l'altro non conosca il torneo tra settori un po' lo sbalordisce, ma al tempo stesso non se ne fa un cruccio. <Non si stanno prendendo a botte. Ad oggi, sono prove a tempo, separate. Vince la squadra che risolve il rompicapo per primo. Oh quello che ordini per te chiedilo anche per me.> Così, ad cazzum, arrivando finalmente al bancone, su cui poggerebbe un braccio in modo tale da dare il profilo sia al bancone, sia a tutto il resto della sala. Ma se non altro, può arrivare facilmente ad allungare l'occhio. Ah, la gioventù. [Chakra OFF]

00:43 Rasetsu:
 Pondera a proposito dell’argomentazione altrui. In effetti, ha senso. Stranamente senso. Si guarda di nuovo attorno come per sincerarsi che questo sia vero. <Probabile, ma fattibile.> Fattibile cosa che hai il fisico da sollevatore di polemiche e ti tirano i tocchi di pane come alle oche perché ti vedono troppo magro e debilitato. Andiamo, per favore. Ha una forza talmente bassa che se tira un ceffone, molto probabilmente si fa male da solo. <Speriamo, magari stasera ci gira bene ad entrambi.> Improbabile, specialmente per sé stesso, ma è inutile star a piangere sul latte versato. Son poche quelle che andrebbero a letto con lui senza voler esser pagate – che si tratti di compenso monetario o d’informazioni, come sarebbe successo con la donna dai capelli di fuoco che ha poc’anzi menzionato. Risulta tuttavia anche difficile cercare di rispondere alla domanda dell’età quando ormai son anni che ha smesso di contarli. Non ricorda neanche la sua data di nascita, è nato sotto nuovo nome ma privandosi d’una perdita di tempo come un compleanno. Perché invecchiare quando si è immortali? Il suo Sangue Nero non gli darà alcun problema ed anzi fa in modo che sembri ben più giovane di quel che poi è. <Che ne so, dovrei aggirarmi ancora sui venticinque anni.> Peccato che dica questa frase da almeno dieci anni – quelle poche volte che ha avuto la necessità di pronunciarsi in merito all’età anagrafica. Spoiler: ne ha trentasette nella realtà dei fatti. <Infatti ti sto già ignorando, vedi?> Tronfio, gonfia il petto e mette in mostra quella sua risata fastidiosa e altisonante che viene nascosta a malapena dalla musica che in quel locale son soliti alzare alle stelle. <NYAHAHAHAH!> È tanto che non lo si sentiva ridere dopotutto. Che si sia reso conto d’essere fastidioso? Impossibile. Stiamo parlando d’un deficiente che si regge sulle gambe per chissà quale fortuna, visto e considerato quanto sia magro. <Perché la signorina pretende sempre che le dia qualcosa in cambio. Alla fine, non viene pagata tramite soldi. Si tratta comunque d’una puritana a conti fatti.> Anche lui ha iniziato a seguire il discorso altrui, in modo che non utilizzi parolacce per definirla. Poco male, ma durerà sicuramente molto poco. È insolito che si fermi ad adottare termini meno incresciosi. <Possiamo sempre appartarci qua dietro> Alzando la mancina per indicare uno dei vicoli dietro al locale, tanto per restare in tema. E se fosse il luogo quello sbagliato? Ci avete mai pensato? <e ti do la dimostrazione di quel che so fare.> Molto probabilmente – quasi sicuramente, riesce a far rimanere deluse due persone in una stessa serata. Non dovrebbe neanche provarci. Gli andrà male per due sere di fila e la manina resterà la sua unica amica, a meno che non decida di sborsare qualche quattrino. <Peggio che andar di notte, allora. Potevano chiarire i dissapori.> Come no. E’ già una fortuna che non si prendano a capelli un giorno sì e l’altro pure, visto che confinano tra di loro. Infine, rivolgendo un cenno del capo al barista, non farebbe altro che ordinare – finalmente. <Due bicchieri di whiskey con ghiaccio.> I giovani devono imparare a bere e perché non aiutarlo? [ Chakra OFF ]

01:03 Hayato:
 L'eventualità che una zuffa possa cominciare per degli spiccioli su dei gradini è decisamente molto alta, ma a detta del genetista fattibile, cosa che trova concorde anche Hayato. <Basta essere veloci o... avere qualche asso nella manica.> Tipo genjutsu, anche se non è nelle specialità dell'Uchiha, pur essendo tale. Non ancora magari, forse in un futuro prossimo o remoto che sia, preferendo concentrarsi sulle arti magiche. <Chissà, magari non ci ritroviamo nemmeno a fare troppi sforzi. Sicuramente tu dovrai farne più di me.> Cos? Ma che dice? E non ha ancora bevuto eh. Probabilmente diventa un po' più di compagnia, meno palo in culo e ancora più spigliato. Ma questo lo sapremo soltanto quando avrà più alcol che sangue o chakra nelle vene e nei canali appositi. Un'altra cosa che lo lascia alquanto attonito, è il fatto che non si ricordi la sua data di nascita tantomeno l'età anagrafica. Lo guarda come se guardasse un incrocio tra una formica e un leone, un formicaleone, quindi insomma, piuttosto spiazzato. <Ma che cazzo vuol dire che che non lo sai e che dovresti aggirarti sui venticinque.> Biascica qualcos'altro sottovoce, stavolta incomprensibile visto che la musica dovrebbe sovrastare qualsivoglia mormorio. E ignora il dire altrui sull'ignorarlo a sua volta, tanto sa che durerà veramente poco. Infatti, subito dopo, torna già a parlargli per quel che riguarda la questione signorina mozzarellone e chiappe d'oro. Solo che il discorso comincia un po' a confonderlo, tant'è che batte le palpebre con espressione vagamente stralunata -oltre al fatto che stia guardando tutto ciò che s'agita attorno a dei pali e magari qualcuna che gira anche tra i vari tavoli. <In che modo...> Si blocca. Deglutisce. Torna a guardare il Kokketsu. <Voglio dire... sei sicuro che qualcuno del genere possa essere definito puritano? Insomma... è sostanzialmente vendersi.> Se ha ben capito. <Per soldi, per fama, per ripicca, informazioni. Qualsiasi cosa.> È sempre usare il proprio corpo affinché si possa ricavare un fine, uno scopo. E lui non considera una cosa del genere tanto puritana. Forse è più puritano chi lo fa perchè vuole farlo e via. La proposta di appartarsi nel vicolo nei pressi del locale non attacca. Infatti il giovane Uchiha scuote il capo. <Non sei il mio tipo.> In primis. <E poi devi farglielo vedere a lei. È lei che ha le chiappe d'oro, mica io.> Anche lui è abbastanza asciutto nel fisico, con una muscolatura più agile e scattante anziché forzuta, quindi niente bicipiti e tricipiti di ferro, ma abbastanza allenato (?). <E poi cosa vorresti mai farmi vedere, come vai giù di mano?> Coglie l'ennesima occasione per punzecchiarlo, scuotendo ancora una volta il capo e lasciando cadere la discussione sul torneo, drizzando le orecchie sull'ordinazione. <Whiskey. Ci sta.> Piglia subito. <Dopo facciamo un giro dall'altra parte?> Oh insomma, ha trovato il compagno perfetto per il luogo della perdizione. Anche se forse è giusto per “festeggiare” la vittoria su Konoha. Quindi chissà, un'occasione più unica che rara. [Chakra OFF]

01:26 Rasetsu:
 Bei tempi quando poteva dire di saper usare il Genjutsu. Adesso farebbe ridere i polli o si genjutserebbe da solo, quindi è meglio evitare che ci provi soltanto. <In velocità, non mi batte nessuno.> Se duri dieci secondi a letto non vale. Non sta parlando di “quella” velocità. Nel dubbio, il whiskey che ha ordinato per entrambi dovrebbe arrivare di lì a momenti. Lo sguardo entusiasta del demone resta a fissare quell’ambrato liquido che scende dalla bottiglia e si riversa nel bicchiere sottostante. Tornando al discorso velocità e a quello subitaneamente intrapreso da Hayato, probabilmente ne avrà bisogno ben di meno – e non perché sia vecchio. Gli schiocca un’occhiataccia in tralice poiché memore delle parole dell’Uchiha di poc’anzi. Se reputa di non essere vecchio, allora non dovrebbe neanche offendersi quando ce lo chiamano. Per questa ragione, tenta d’ingoiare il rospo con qualche evidente difficoltà. Continua a fissarlo torvo, le palpebre assottigliate ed il palese fastidio che mal cela alla vista di colui che osa parlargli in quel modo. <Spero ti vada di traverso.> Riferendosi al liquore che gli viene servito. Il rosso s’accinge a trarre il bicchiere verso di sé, facendo tintinnar il ghiaccio al suo interno. Lascia che si sciolga un minimo prima di poterlo bere. <I misteri della vita!> In puro riferimento al motivo per il quale non conosca la propria età anagrafica, la qual cosa lascia certamente sconcertato l’interlocutore. <In realtà, sono immortale. È per questo che ho smesso di contare quanti anni ho.> Così facendo, data la risposta che gli ha appena rivolto, fa pensare che ne abbia decisamente di più. Quindi, tutto sommato, le parole di Hayato hanno nuovamente acquistato senso logico. Come si scava la fossa lui, nessuno. <L’ho detto fin dall’inizio che, proprio per questo motivo, per me lo era quattro quarti completi. Però, tu hai scelto di definirla puritana. Sei troppo gentile con chi non lo merita.> Asserendo che avrebbe dovuto continuare a definirla esattamente come avrebbe fatto il rosso, in maniera sicuramente meno educata e rosea. Il bicchiere vien fatto tintinnare contro quello altrui per un mero brindisi, portandolo alle labbra senz’alcun’altra attesa. Ne beve un lento sorso. Si gode il panorama delle ballerine che continuano ad ancheggiare sotto i loro occhi e nasi, lontane dalle mani che lui farebbe senza dubbio allungare. <Mi ha già rifiutato! Quella stronza!> Non glielo perdonerà mai finché campa. Non si fa così. Lo ha trattato veramente male. Gliela farà pagare prima o poi. Di nuovo un’occhiataccia è quella che gli rifila, ma la serata deve ancora entrare nel vivo. Qualche pasticca od una sniffata ed è tutta un’altra magia. <ANDIAMOOOOOOOOOO!> Esordisce proprio quando l’Uchiha gli propone di gettarsi nella mischia. Nel disagio, pare aver trovato un amichetto… Scappa, Hayato. Resteranno lì probabilmente, con il demone che cerca di convincerlo a tirare l’alba con lui. [ EXIT ]

Per festeggiare la vittoria di Oto contro Konoha al torneo tra settori, Hayato si ritrova a girare per il Quartiere Notturno fino a fermarsi davanti ad un nightclub, dove incontra Rasetsu che con modi molto cordiali, gli chiede di togliersi e di farlo passare. Tra una risposta e l'altra, sembrano trovare un punto in comune che sembra essere ciò che cela l'interno del nightclub. Così, tra un discorso come l'età anagrafica dimenticata di Rasetsu e una certa donzella che lo ha lasciato a bocca asciutta, bevono un bicchiere di whiskey pronti a tirare fino all'alba, probabilmente spaccandosi come non mai e dare il via all'inizio della perdizione del giovane Uchiha.

Ah, pare che potrebbero diventare perfino amici.