Ryoma non si tocca!

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14:37 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] Il sole sembra accompagnare quelle giornate che si susseguono pacifiche nel quartiere di Kusa. L'umore della ragazza è sereno anche se di pensieri per la testa ne ha fin troppi: Yasuhiko e quella sorta di relazione che hanno iniziato ad avere, il biondo che le aveva invaso caso e a cui aveva salvato la vita due volte, tal Tatsuhiko, oltre a ciò lla madre che l'aveva trascinata a fare compere, e Ryoma che dopo l'ultima volta non si era più fatto vedere in giro. Quei cricetini che soventi le fanno pensare a troppe cose ora si stanno però concentrando su un solo obbiettivo, il biondo Tastuhiko ancora in ospedale. Indossa degli abiti più formali del solito, un paio di pantaloni neri, delle scarpe da ginnastica azzurre, una camicetta azzurra e al di sopra di tutto un camice lungo bianco che le hanno dato quando ha iniziato a lavorare come tirocinante medica. I capelli rossi sono lasciati lunghi, e spiccano in maniera totale su quel camice color latte, gli occhi blu, vispi si spostano da una parte all'altra del corridoio che sta percorrendo. Ormai conosce abbastanza bene la struttura ospedaliera e si è ridiretta verso quella che dovrebbe essere la degenza dei casi più complessi e gravi. In fondo sto biondino era giù stato attaccato più volte, una di queste pure in ospedale, doveva per forza essere qualcuno di altamente a rischio al momento. Le solite cuffie le ha lasciate a casa, non è il caso di presentarsi con quelle al lavoro, però il cellulare è posto in una delle tasche del lungo camice, mentre nel taschino superiore porta tre penne di colori diversi e un pennarello rosso.

14:59 Rasetsu:
 Si lavora e si fatica solo per la... formica. Sì, la FORMICA. Il disagio consiste già solo nell'idea che questi ha del lavoro. Gran parte del tempo, lo passa chiuso nel laboratorio di genetica - per non parlare di quello trascorso in obitorio. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Deve rimettere in campo le sue conoscenze così come la possibilità di vendere organi al mercato nero. C'è sicuramente tutt'ora un sacco di gente che ne comprerebbe giacché alcuni organi potrebbero esser legati a possessori d'innate. E' un peccato che non abbia dei collaboratori al momento, altrimenti la situazione sarebbe stata sicuramente più rosea di quanto non sia adesso. Passeggia per il reparto della lungodegenza per casi gravi o piuttosto particolari, interessato ad alcune cartelle cliniche - del resto, come anticipato, non cambiano le passioni col passar degli anni. Ha mantenuto il suo classico lavoro per un motivo, pur ostentando una conoscenza maggiore nel campo della genetica. Indossa un paio di pantaloni neri con annessa cintura d'egual cromia per sorreggerli. Ai piedi, calza un paio di scarpe eleganti anch'esse scure e lucide, sporche appena sulla punta di polvere. Non è certo noto per esser il migliore degli esseri viventi, c'è qualcuno che potrebbe testimoniare d'averlo visto dormire sulle panchine o nei pressi dei cassonetti dopotutto. Una camicia bianca ne fascia il magro addome, sormontata dal classico camice medico che gli scivola lungo le spalle e la schiena. Nel taschino superiore sulla sinistra, penzola il badge col suo nome: Rasetsu Kokketsu - che fa pure rima ed è stupendo per questa ragione. Una penna e qualche cartaccia concludono il suo bell'equip, dal momento che si priva costantemente d'armi e si ricorda ben raramente dei tonici che potrebbero fare al caso suo. Non ha droghe dietro. Non ne porta con sé a lavoro, o comunque le imbosca affinché nessuno possa notarle. Tra l'altro, esistono talmente tanti medicinali che sfruttano la medesima composizione e che danno gli stessi benefici che... beh, perché pagare quando puoi avere tutto gratuitamente facendo il medico? Anche lui s'è fatto proprietario d'un telefono cellulare posto nella tasca posteriore sinistra del pantalone, impostato sulla vibrazione. Gli occhi verdastri si focalizzano or sulla figura dai capelli rossi non molto distante da sé con espressione dubbia. <Dove ci siamo già visti?> A prescindere, incurante di tutto e di tutti, pone il passo proprio in sua direzione. [ Chakra OFF ]

15:11 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] Il posto è insolitamente abbastanza tranquillo, si aspettava molta più sicurezza nei dintorni considerato quanto accaduto già in precedenza, eppure non vede ninja di alcun tipo a presidiare le porte. I cricetini nella testa si mettono in moto iniziando a farle pensare di essere nel posto sbagliato. Tuttavia lo sguardo blu intenso andrebbe a posarsi sulle varie porte, leggendo i nomi dei pazienti esposti all'esterno alla ricerca del biondi. L'altezza scarsa della rossa ogni tanto la costringe a tirarsi sulle punte per leggere bene i nomi, ma a quanto pare non è ancora riuscita a trovare il motivo della sua possegiata. Mentre prosegue lungo il corridoio un'altra figura medica si fa largo in quella zona, un tipo alto, magro dai capelli rossi anch'egli. Veste elegantemente ma in qualche modo lascia intendere di non essere troppo curato. Lo sguardo blu viene attirato da quella figura, anche se non riesce a ricordare nemmeno lei se lo avesse intravisto o meno. E' lui il primo ad approcciarla stupito quanto le Genin della figurina che si trova innanzi. Istintivamente la giovane andrebbe a pronunciarsi in un inchino fin troppo profondo, restando piegata mentre favella: << Buongiorno, sono Shizuka Kokketsu, tirocinante in questo ospedale da qualche settimana. Forse ci siamo incrociati nei corridoi di sfuggita qualche volta. >> Abbozza quell'idea, mentre la testolina viene nuovamente issata a osservarlo per bene, lasciando che lo sguardo indugi sul tesserino che indossa. Un sorriso le si stampa sul viso dunque, considerato il cognome che entrambi portano: << Oppure per errore nel quartiere dei Clan a questo punto. >> Rimane sorridente, decisamente tranquilla in quell'approccio in fondo non sta facendo nulla di male se non cercare un paziente.

15:30 Rasetsu:
 Nella testa del rosso, le rotelle hanno ripreso di nuovo a funzionare giacché privo della sua solita sostanza quotidiana. Per ora, almeno. Siamo soltanto all'inizio della settimana e il weekend appena trascorso è stato veramente tragico. Dopo aver importunato Ryoma sul suo profilo Ninjagram, s'aspettava che questi si presentasse davvero alla porta di casa di Touma o che, quanto meno, sbucasse impaziente all'ingresso dell'ospedale. Neanche l'ombra. Al contempo, non ha trovato nessuno con cui uscire a bere (che automaticamente viene tradotto nello sbronzarsi e portarsi a casa qualche prostituta di basso borgo) poiché allo stesso modo Dyacon non s'è fatto proprio sentire. Quello stronzo! Vita grama, ormai. Solleva la mancina che vien direzionata verso i ciuffetti rossi sulla fronte, divenuti ormai fin troppo lunghi nonostante la lunghezza complessiva dei suoi capelli non superi le scapole. Li scosta con un leggiadro movimento, sostando con lo sguardo sul viso della giovane tramite gli occhiali dalla montatura cremisi che, in qualche modo, è riuscito a procurarsi ancora una volta. Si spera non facciano la fine delle ultime due paia e che durino almeno un po' più del normale. La vede addirittura porgergli un inchino - non sa veramente con chi ha a che fare, eh? Se solo sapesse lo scempio compiuto da quelle mani, non lo guarderebbe con gli stessi occhi probabilmente. <No, ti ho vista sul profilo di quel coglione di RK.> Riferendosi ovviamente a Ryoma tramite quel nome in codice che LUI stesso gl'ha dato e del quale - quasi sicuramente - s'è pentito fin troppo e non perché abbia dalla propria una morale, ma soltanto perché l'ha stalkerato fino all'esaurimento nervoso. <Ma ha detto che hai sedici anni.> La continua a squadrare dalla testa ai piedi, tamburellando adesso con le dita d'indice e medio sul labbro inferiore e sul mento, meditabondo. <Sei sicura d'averne soltanto sedici? Voi ragazzine sviluppate così presto, ormai.> Rasetsu, a cuccia. Non iniziamo a fare le nostre solite figure di merda di fronte alle minorenni, che poi ci stupiamo del motivo per il quale ti danno del pedofilo. Andiamo, su. <Però, aspetta> E qui gli sovviene finalmente il lampo di genio, sgranando immantinente le palpebre per via del cognome che la fanciulla porta con sé. Non sta scherzando. <ma quanti cazzo di Kokketsu siamo adesso?> Lui è abituato ad essere contati tanto da bastare una singola mano. Quindi, vederli sbucare da ogni angolo è praticamente assurdo, a meno che non li abbia trasformati lui ovviamente. <Quindi conosci quell'acchiappa cani di Kamichi?> Acchiappa cani... L'insulto più colorito che t'è venuto in mente? Davvero? La fantasia la lasciamo a quando ti sniffi o ti inghiotti roba di dubbia provenienza? Agita le mani per aria, teatrale come pochi, eccentrico soprattutto. [ Chakra OFF ]

15:46 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] La delicatezza e cortesia di Shizuka vanno pesantemente in contrasto con i modi di colui che le si posa innanzi. Tutte le opzioni da lei portate abanti vengono scartate come se stesse lavando via dello sporco da una vetrina. Il loro incontro in qualche modo casuale è stato predestinato da quel cognome quindi, da quelle persone che li accomunano a causa del sangue nero che scorre nelle vene di entrambi. Il primo che però viene nominato è Ryoma, ma nella sua veste ufficiale, con quel soprannome strano che a conti fatti aveva usato senza problemi fino a qualche giorno prima. Gli occhi blu comunque si fanno stupiti a sentirlo nominare proprio il tatuatore tant'è che le labbra si schiudono un pochino rivelando quei sentimenti: << Non sapevo che il Signor RK avesse cercato il mio profilo sinceramente. E si signore ho sedici anni e qualche mese ormai. >> Conferma quanto detto dal ragazzo mascherato anche se il cervello si chiede esattamente quale fosse l'interesse per la sua età anagrafica, cosa che viene disvelata poco dopo dal commento dell'occhialuto. Quel commento fuori luogo riguardo a quanto la nostra micro Genin sia sviluppata la fa arrossire leggermente sulle guance, mentre istintivamente le mani vanno a portare il camice bianco in avanti, in un vano tentativo di nascondere quelle forme fin troppo esplosive. Si distrae fortunatamente da quel giovane corpicino per ritrovarsi a inveire contro il numero di Kokketsu esistenti, che invero non è così limitato come probabilmente ci si aspetterebbe, considerato parenti e familiari: << Beh io questo non lo so, ma credo che l'Arufa sia a conoscenza del numero esatto di noi... >> Lascia quella frase in sospeso, come se in qualche modo volesse aiutare quello che a conti fatti le sembra un tipo molto strano a trovare una soluzione al problema della conta dei Kokketsu. Poi un altro nome viene estratto dal cappello, quello di Kamichi che tuttavia ottiene una reazione molto diversa da parte di lei nonostante il velato insulto di lui. Lo sguardo cambia, da pacato e cortese si vela di una sorta di fastidio, si indispettisce non di meno, imbronciandosi minimamente: << Si ho avuto modo di incontrare Kamichi e Basta una volta. In realtà mi ha anche lasciato il suo numero di telefono, non che lo abbia mai usato... >> E' indubbio che quell'appartenente alla Shinsengumi le stia più stretto che non quello con una mano artistica molto più sviluppata. Ma ad ogni modo questo discorso è del tutto relativo, lui sembra più grande e meglio informato riguardo ai pazienti dell'ospedale quindi con una certa sfacciataggine andrebbe a domandare: << Scusi ma, ha idea di dove io possa trovare un paziente biondino di nome Tastuhiko? >> Già in fondo la missione di lei quest'oggi è andare a trovare lui, per assicurarsi delle condizioni di quel tipo che le era piombato in casa.

16:21 Rasetsu:
 Il termine signore gli spezza quasi il cuore. Nonostante abbia trentasette anni suonati - all'incirca, ha smesso di contare l'età da un pezzo ormai - e sia stato per altro sotterrato in un cristallo per troppo tempo, ne dimostra a malapena venticinque. Si morde il labbro inferiore, assottigliando lo sguardo nei di lei riguardi proprio per via dell'appellativo che gli ha appena rivolto. <Ra-se-tsu.> Scandisce per bene. <Pensavo d'essere stato chiaro.> Scontroso come al solito, dimostra la sua indole poco perbenista. Schiocca la lingua contro il palato, mentre piega la testa da un lato con espressione dubbia. Non dovrebbe stupirsi invero del fatto che Ryoma si presentasse effettivamente come RK anche agli altri, visto e considerato il suo modo ossessivo d'avercela con il nostro demone. <L'Arufa? Chi è l'Arufa attualmente?> Non ha ancora avuto modo d'andare al quartiere dei clan, potrebbe effettivamente cercare asilo ma pare preferire la comodità della casa di Touma - con tutte le difficoltà del caso. Qualora entrassero a fare delle ricerche, è quasi certo che sarà proprio il compagno a finire in cella. E lui, in quel frangente, si troverà dall'altro lato di Kagegakure ad iniettarsi in vena qualcosa che non saprebbe neanche definire. Ma lasciamo stare questi discorsi privi di senso, dobbiamo pensare alla ragazzina che pare anche parecchio titubante nei confronti del rosso quando questi pone apprezzamenti sulle curve altrui. <Cosa fai, ti nascondi?> Classica frase da pedofilo pervertito. La punta della lingua saetta verso l'angolo delle labbra, inumidendole appena e tornando immantinente al suo posto. <Alla fine, l'età minima l'hai superata da un pezzo.> S'è informato, non c'è che dire. Tuttavia, volge il capo verso il corridoio superando la figura della piccola Shizuka, preoccupandosi che non ci sia nessuno che debba dirgli cosa deve o non deve fare. E' effettivamente fuori dal suo laboratorio, dal quale esce raramente. <Hai il numero di quel babbeo? Me lo daresti?> Prima o poi, finirà dietro le sbarre per merito della Shinsengumi per quante volte sta cercando di romper le palle alle persone totalmente sbagliate. Il ghigno s'amplia, mettendo in mostra la lunga schiera di denti affilati come rasoi. <Nyahahahahah!> Lasciandosi scappare persino la sua consueta risata, un tempo conosciuta nel villaggio dell'Erba. D'altro canto, aveva persino una taglia sulla testa poco prima che il mondo finisse. <Ti sembro un medico?> Si autoindica con la mancina, spalancando gl'occhi nel farlo e focalizzando le sue iridi in quelle chiare della Kokketsu. Beh... il camice bianco ce l'hai, eh. [ Chakra OFF ]

16:37 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] In realtà lui non si era mai presentato, e nemmeno le ha chiesto di dargli del tu, quindi nel momento in cui lui scandisce quel nome, come se lei fosse stupida, lei altro non fa che ripetere cortesemente: << D'accordo Signor Rasetsu. >> Non è ironica, è serissima è una questione di rispetto quella di aggiungere il Signor davanti al nome, lo ha fatto anche con Ryoma e semplicemente le è stato insegnato che sia meglio mantenere le distanze fintanto che non siano gli altri a concederti il lusso di avere confidenza. Quel tipo sembra effettivamente molto strano, le chiede dell'Arufa, e tanto quanto RK da l'impressione di uno che non frequenti troppo ilò quartiere dei Clan. Forse una nota positiva dato i modi. << L'Arufa attualmente in carica si chiama Joruri Kokketsu. >> Lo sguardo blu non sembra tuttavia vacillare se non per quel momento di indecisione riguardo alle proprie forme. Non ci era abituata da piccola, poi lo sviluppo ha fatto il resto. Andare in ospedale con le felpe giganti o le magliette sformate non le sembra adeguato, quindi è costretta a indossare quelle camice che purtroppo fanno risaltare quelle forme abbondanti. E' li che forse lui tocca un tasto un poco dolente, superando il limite della cortesia e diventando sfacciato riguardo a qualcosa che non gli compete. Così come aveva tenuto testa al tatuatore così non ci mette molto a rispondere a tono a quelle frasi che non le sembrano opportune: << Scusi ma penso che siano affari miei se voglio o meno nascondere le mie forme. Oltre al fatto che nonostante io abbia superato l'età minima questo non dovrebbe riguardarle in quanto non sono decisamente a sua disposizione! >> Errore? Probabilmente si data l'indole dell'altro, sembra più interessato a uno scontro che non a un confronto quindi il fatto che lei si opponga alle molestie potrebbe essere tutto meno che un deterrente. Tuttavia per rimanere in una sorta di rapporto decente fra i due la mano schizza istantaneamente al cellulare quando lui le domanda di Kamichi. << Certo. Penso che non si offenderà se lascio il suo numero a qualcuno. In fondo avrei potuto perdere il foglietto che mi ha dato in qualsiasi momento. >> Non si fa troppi problemi dunque nel rivelare informazioni personali di colui che a suo modo le ha mentito. Quella risata tuttavia che sfugge dalle sottili labbra maschili la fa rabbrividire un poco, anche perchè non sa nemmeno cosa lo abbia fatto divertire tanto. << Oggettivamente si, Signor Rasetsu. Mi da l'impressione di essere un medico, ha un camice bianco, un tesserino con sopra il suo nome. E si aggira in questo corridoio così come faccio io da tirocinante. >> Si interrompe un pochino, sempre con il cellulare alla mano con l'indice della destra che andrebbe a puntellare il mento: << Se non è un medico allora le piace travestirsi? >> Lo sguardo blu lo osserva, quella era volutamente una battuta, sperando ovviamente che non venga presa nel verso sbagliato.

17:17 Rasetsu:
 Sospira. Solleva la mancina e se la spalma sulla faccia. <Mi dissocio.> Un termine giovanile che ha sentito dire in giro o più probabilmente sulla piattaforma di Ninjagram dove segue soltanto ragazze disinibite e spesso prive di veli. S'è abbonato anche a qualche OnlyNinjas. Siamo usciti di nuovo off topic, torniamo in carreggiata. Fatta scivolare la mano dabbasso, essa si intrufola nella tasca corrispettiva del camice medico. Al suo interno, un contenitore con qualche pillola di dubbia provenienza. Non n'è particolarmente soddisfatto. Storce le labbra con disapprovazione, non tanto per le parole di Shizuka ma per quel pacchetto che ha in tasca. Ne apre e chiude il tappo tramite il pollice, un tic che ha sempre avuto - come quando fai una cosa senza senso perché sì. <Joruri> L'ha mai conosciuta? Non crede. <mai sentita.> Uno dei tanti segreti di Yukio? Com'è potuta diventare Arufa così in fretta? <Non sarà nessuno d'importante.> E invece potrebbe esserlo. D'altronde, son passati dieci anni. Non può più pretendere di conoscere coloro i quali sono divenuti importanti adesso. Si tratta d'un'epoca totalmente differente. <O comunque non lo sarà tanto quanto il primo e unico Arufa.> Riferendosi a Yukio - a suo padre, all'Arufa originale. Colui che ha tradito e che al tempo stesso ha aiutato in più di qualche occasione. Shizuka gli risponde, comunque, pan per focaccia innanzi alle richieste poco professionali del rosso, il quale ride innanzi a questa presa di posizione altrui. <Nyahahahah!> Fastidioso come al solito, mostrando quelle arcate dentarie così bianche ma al tempo stesso acuminate che utilizza sovente per ferirsi e attivare la propria innata. <Quanto coraggio> Bofonchia verso di lei, chinando appena il busto in avanti e facendosi poco più vicino alla fanciulla dal rosso crine, poco più chiaro del proprio. <per una ragazzina.> Il tono s'abbassa di qualche ottava, seppur sia difficile per lui adottare una tonalità roca o mascolina. Ad ogni modo, nonostante pare che la stia spogliando gli occhi nel bel mezzo del corridoio, l'uomo agguanta il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni. Si tratta d'un modello piuttosto normale seppur si sia fatto fare una cover PERSONALIZZATA con il simbolo dei KOKKETSU al centro esatto di quest'ultima. Un genio del male. <Dài, dammi il numero di quel babbeo assieme al tuo, visto che ci troviamo.> Ci riprova ancora una volta, non si sa mai che alla fine riesca ad ottenere quello che davvero cerca - impossibile, a giudicare dalla ragazzina che ha di fronte, ma ehi. Una volta, avrebbe fatto affidamento ai suoi Genjutsu. Lo sblocca e come sfondo possiamo notare una fanciulla fin troppo disinibita che mette in mostra la sua bellissima pesca. Sorvoliamo di nuovo per favore? Graaazie! Guizza rapidamente sulla tastiera numerica in attesa dell'altra. Inspira profondamente invece per quanto riguarda il discorso successivo, infastidito dall'averlo affibbiato come medico. <Sono un genetista. Non curo le persone. Non me ne frega niente di curare come fate voi medici da strapazzo. Io studio, testo, provo.> Era divenuto un genio degli innesti, a capo dell'ospedale di Kusa - ormai un lontano ricordo. L'avrebbero persino riconosciuto se non un temuto: ora non è altro che l'ombra di se stesso. <La genetica è ben diversa dalla medicina.> Oh, non sai quanto! [ Chakra OFF ]

17:35 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] Si dissocia.... chissà da che cosa esattamente! Lo sguardo blu rimane decisamente esterrefatto davanti a quel soggetto che di per se sembra solo fuori come un balcone, difficile da prendere seriamente anche se vestito in maniera quasi impeccabile. Non conosce la nuova Arufa, tanto quanto la piccoletta conosce poco o nulla Yukio. Due generazioni diverse, due mentalitù diverse, due posizioni diverse. Era successa la stessa cosa con Ryoma ma con quel tipo dal viso deturpato c'era stato un dialogo sensato, mentre con il qui presente sembra difficile ottenerlo. La determinazione di Shizuka sembra divertirlo più che impressionarlo, tant'è che viene a suo modo canzonata, cosa che viene però presa seriamente dalla giovane che, dopo aver gonfiato un poco le guance ed essere diventata tutta rossa per via degli sguardi dell'altro, andrebbe a repplicare cocciutamente: << Per lei sarò pure una ragazzina, ma le assicuro che non ho la minima intenzione di farmi toccare da lei! >> Tiene testa a qualcuno di più grande? Potenzialmente più forte? Si effettivamente lo sta facendo, ma sembra che l'altro la ritenga talmente infima da non prestarci troppa attenzione, o quanto meno quella risata sembrava dire proprio quello, così come l'atteggiamento di lui che l'ha praticamente spogliata con gli occhi. Tuttavia pare che il telefono di lui venga recuperato, sintomo del fatto che è davvero interessato al numero di Kamichi, non può non notare la signorina discinta sullo schermo, così come il simbolo dei Kokketsu dietro alla cover. Non commenta, lascia correre e lascia che i cricetini elaborino le informazioni su come interagire con chi si trova innanzi. Le dita si muovo rapide su quello smartphone sul quale va a ricercare il numero di Kamichi e Basta, questo viene poi enunciato ad alta voce così che l'altro possa registrarlo: << Mi scusi Signor Rasetsu ma per ora preferirei non lasciarle il mio numero di telefono. La conosco appena e il suo sguardo è più diretto al mio corpo che non alla mia persona. Questa cosa non mi piace affatto. >> Rincara la dose? Forse un pochino, in fondo non è ciò che le piace, essere giudicata per la sua altezza, per le sue forme; essere Shizuka è molto più di tutto ciò. A quanto pare non è effettivamente un medico, quindi da lui non otterrà mai informazioni riguardo al ragazzo che cerca, ma è un genetista. Colui che studia, testa e prova, una branca della medicina che però secondo lui è molto diversa da essa, cosa che finalmente sembra attirare l'attenzione di quegli occhi blu: << Ed esattamente in quanto Genetista di cosa si occupa Signor Rasetsu? Quel'è la differenza? >> Un idea già se l'è fatta dopo il discorso con il tatuatore e i cricetini si sono messi a girare anche nel verso giusto forse: che sia lui ad aver fatto l'impianto sul povero Ryoma?

18:26 Rasetsu:
 La ragazzina dimostra d'aver coraggio o comunque di non lasciarsi mettere i piedi in testa dall'interlocutore. E' quell'atteggiamento che tutto sommato al rosso piace, seppur per lui basti che respirino. <Piuttosto, visto che conosci quel sociopatico di RK> Riferendosi sempre a Ryoma. <sai dirmi dov'è?> S'è finalmente interessato a lui? Potrà nascere questa fatidica storia d'amore? Riusciranno ad appianare le loro divergenze? <Così lo evito.> Dopo una breve pausa, se ne esce così spezzando qualsiasi sogno di gloria. Si stringe nelle spalle, d'altro canto deve pensare alla propria salvaguardia. Sghignazza di nuovo, ma probabilmente questa volta non c'è davvero niente di cui ridere considerando anche come la piccola Shizuka pare iniziare a spazientirsi. <E io non credo neanche d'aver mai detto di volerti toccare. Non travisare le mie parole ed evita di mettermi in bocca cose che non ho detto.> Alza volutamente la voce poiché potrebbe sembrare oltremodo fraintendibile la discussione che stanno avendo, mettendo in ridicolo la figura del rosso e il suo ruolo all'interno dell'ospedale. Dopodiché però, abbassandosi appena alla di lei volta, coprendo la bocca con il dorso della mano e fingendo quella che pare una confidenza, il rosso aggiunge con tonalità di voce più bassa quanto segue. <A meno che tu non cambi idea.> Palese il doppio senso insito nella frase poiché al posto di parole non dette, in bocca potrebbe desiderare decisamente qualcos'altro appartenente alla giovane che ha di fronte, nonostante sia palesemente minorenne. Ma considerando che l'età è solo un numero ed anche i giovani frequentavano i territori di guerra, trova che la maggiore età sia molto labile - ovviamente perché andrebbe contro il suo principio, sia chiaro, mica perché è in disaccordo, eh. Fa roteare gli occhi verso il soffitto nel momento in cui la rossa preferisce non dargli il suo numero di telefono. <E va bene, che palle però. Tra l'altro, ci conosceremo sicuramente lavorando nello stesso ospedale.> Di questo n'è abbastanza certo, ma nei confronti altrui potrebbe sembrare più che altro una minaccia che un commento fatto tanto per fare. Ghigna, di nuovo, in maniera sinistra lasciando probabilmente intendere che sarà per lei un papabile inferno finché non cacceranno proprio lui da lì dentro. Oh, c'è successo una volta in effetti, non sarebbe affatto una novità per Rasetsu. Ottimo lavoro! Salva subito dopo il numero di Kamichi al quale lascia un messaggio in attesa d'una possibile risposta da parte sua. Esso recita: "Sono una focosa donzella in cerca della lancia della giustizia!" con una emoticon lasciva e un cuore rosso. Per fortuna, questo scempio sarà risparmiato alla bella Kokketsu. Che non si dica che non le vogliamo bene! Con l'ultimo quesito, viene letteralmente invitato a nozze. <I medici si occupano di curare le persone, come ti ho detto. I genetisti, invece, sperimentano: la clonazione, i veleni, gli innesti. Credi che innestare un'innata sia qualcosa di semplice? Cosa ne volete sapere voi che dovete soltanto richiamare un po' di chakra medico.> Ed eccoci di nuovo qui nell'ennesimo razzismo nei confronti del dottore di turno. [ Chakra OFF ]

18:41 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] Quel soggetto che le si trova di frotne sembra decisamente svalvolato, qualcuno che passa di pali in frasche senza troppi problemi. Le chiede di Ryoma, cosa che le fa accendere una lieve speranza sul fatto che vadano d'accordo su qualcosa: cioè lo definisce sociopatico, e in effetti non sembra un tipo con molti amici ma non è male! Tuttavia pare proprio che questo sia interessato a lui solo per evitarlo. Quel fuoco di speranza accesosi negli occhi blu sparisce con la medesima rapidità: << No, mi spiace. In realtà sono passata a cercarlo al negozio perchè ho un regalo per lui, ma non l'ho trovato in questi giorni quindi non so... >> Rimane pensierosa, come se in qualche modo si fosse convinta che per quella mezza parola sull'essere potenzialmente una buona amica, lei sia autorizzata a sapere tutto quello che fa quel tipo più grande di lei. Poi ovviamente il discorso torna su quello che lei vorrebbe evitare, sembra quasi che il tutto le venga rivoltato contro, facendo si che le guance diventino rosse nuovamente in maniera più vistosa, come se fosse lei quella che ha interpretato male i modi e i gesti dell'altro. Cosa assolutamente non vera, dato quel sussurro che poi le viene rivolto e al quale risponde con la stessa premura in maniera velatamente ironica: << Se mai cambierò idea sarà il primo a saperlo Signor Rasetsu! >> Non demorde minimamente da quel modo di fare testardo che si ritrova, non ama che le si mettano i piedi in testa arbitrariamente, questo la porta a dar poco peso alle velatissime minacce che rappresentano quei modi e sorrisi dell'altro. In fondo ha ragione lui, lavorando nello stesso ospedale ci saranno diversi modi di incrociarsi e venire a contatto, anche se loro lavorano essenzialmente su due branche diverse della medicina: chi vuole curare i feriti e salvarli dalla morte, chi invece sarebbe pronto a sacrificare una vita per un esperimento ben riuscito. I cricetini di lei avevano dunque lavoraro in maniera ottimale, immaginando lui fosse uno di quei soggetti a che fare con gli innesti. Lui sembra decisamente fiero del proprio lavoro, cosa che è assolutamente positiva, ma il suo ergersi va a discapito degli altri, cosa che nella mente altrui non è positiva. Tuttavia la Genin decide di non andare a contrastare il pensiero del rosso, preferisce invece sapere qualcosa in più riguardo a questi potenziali innesti. << Quindi lei ha eseguito degli innesti? E' per questo motivo che conosce RK? >> Dritta, come un treno, non è esattamente la migliroe spia del secolo la nanetta, che senza troppi problemi arriva al nocciolo della questione. In fondo non è certamente lei il mentalista della coppia no?

19:05 Rasetsu:
 Diciamo che quest'oggi sta andando anche piuttosto bene rispetto agli standard soliti ai quali siamo abituati. Gli sbalzi d'umore, giacché pulito dalle sostanze stupefacenti delle quali fa di solito uso, sono attenuati proprio dalla carenza di queste ultime. Un disturbo che lui ha certamente compreso, ma del quale non gli interessa assolutamente tanto da continuare a sfruttarne gli effetti fintantoché campa. <E per quale motivo dovresti regalargli qualcosa?> Non lo reputa al pari d'un essere umano, dopotutto. Quindi, la domanda per lui è totalmente lecita. Aggrotta le sopracciglia, inchiodando le braccia incrociate al petto e palesando un'espressione interrogativa il cui sguardo permane ben focalizzato sul viso della fanciulla. Gli vien subito da ridere nel notar come le proprie parole abbiano fatto effetto in qualche modo, rendendo le gote della fanciulla ben più rosse ed anche in maniera evidente. <Buono a sapersi, bambina.> Il tono poco più basso e appena arrochito probabilmente anche dalla gola secca, umettandosi di nuovo le labbra con la punta della lingua, la qual cosa lo farebbe sembrare ben più maniaco di quanto già non sia. Il fastidio generato dal definirlo costantemente signore svanisce dopo poco, avendovi fatto l'abitudine, sfruttando la situazione a suo vantaggio come ha poc'anzi fatto, mettendo appunto anche lei a disagio. <Certo che ne ho eseguiti.> Sulle cavie da laboratorio, ma ben lungi dal dirlo ad alta voce nel bel mezzo del corridoio d'un ospedale che non è più il suo, privato anche del potere illusorio con cui aveva soggiogato chiunque vi lavorasse. Un gran bel peccato. Il Finto Dio ha letteralmente rovinato tutto. <Sono un genetista, dopotutto.> Stringendosi nelle spalle e palesando quel sorrisetto convinto, assolutamente fiero di quel che ha fatto a prescindere che abbia portato alla morte di chissà quanti soggetti. Nel suo armadio, c'è più di qualche scheletro che dovrebbe venir tirato fuori. <Quel nome gliel'ho dato io.> Mica pensava che RK fosse il nome reale di quel soggetto dai capelli azzurri? Non ne comprende ovviamente le domande, non pensa che quest'ultima sia a conoscenza del passato di Ryoma. Difatti, ancor sogghignante ne aspetta soltanto una possibile reazione, forse neppur immaginando quale possa essere o sbagliandola del tutto. [ Chakra OFF ]

19:22 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] A quella prima domanda del rosso è così stupita da fare un mezzo passo indietro. E' una domanda semplice ma allo stesso tempo complicata da gestire per chi come lei fa un po' a pugni con i sentimenti. Le guance quindi che erano appena tornate di un colore normale si tingono di rosso di nuovo, leggermente questa volta mentre lo sguardo blu viene spostato più sul cartellino dell'altro che non il viso: << Beh lui ne ha fatto uno a me.... E poi io lo considero un amico e volevo mostrargli il mio stile di disegno. >> Che poi oggettivamente poteva benissimo evitare di risponderema perchè mai nascondere qualcosa di così innocente? Evidentemente lui ha una ben diversa opinione di Ryoma dato che vorrebbe evitarlo e non cercarlo, cosa che invece la Genin sta facendo. Gli interessi dei due sono opposti e contrari non solo per ciò che riguarda la medicina a quanto pare. Quel tono che le rivolge riguardo al fatto di avvisarlo le fa venire un brivido lungo la schiena, qualcosa di fastidioso, come se capisse quanto associarsi a un soggetto del genere non sia per nulla una grande idea. Come previsto comunque l'andare a parare sull'ego dell'altro ha generato dei risultati, forse non quelli sperati. In qualche modo sperava di non dover incontrare ne conoscere chi avesse fatto del male a Ryoma e lo avesse costretto a prendere una forma che non amava. Le mani di lei che, più per nascondere le forme che per altro, stavano ormai da un po' nelle tasche del camice vengono estratte e portate lungo i fianchi, stringendosi a pugno un pochino mentre il visino si fa decisamente più imbronciato; difficile prenderla per vera rabbia, al momento è più indispettita che altro però almeno due cose ha intenzione di dirgliele: << Scusi se mi permetto Signor Rasetsu ma forse sarebbe meglio chiedere ai soggetti se desiderano essere studiati o meno? Inoltre con quale diritto gli ha cambiato il nome? Lui aveva un nome, lei non aveva alcun diritto di sostitutirlo con una sigla! >> Si lamenta, come se questo possa cambiare qualcosa. La cicatrice sull'addome dell'altro non scomparirà certo perchè una bambina ha fatto i capricci di fronte al genetista. << Inoltre scusi se mi permetto ma credo sarebbe meglio usare metodi meno cruenti non trova? Gli ha lasciato un bruttissimo segno! >> Ma che cosa importa al rosso di tutto questo? In fondo di ryoma non gli importa nulla, o quanto meno così pare. Però forse queste cose non dovevano essere dette, ad alta voce, in un corridoio vuoto. Difficile che qualcuno abbia sentito, difficile che qualcuno la possa aiutare qual'ora l'altro decidesse di non risponderel verbalmente. Testa fin troppo calda piccola Kokketsu!

20:01 Rasetsu:
 La Genin avrebbe anche potuto dirgli che non sono assolutamente fatti suoi, tuttavia è stata fin troppo educata nei di lui confronti. Nessuno, al posto suo, avrebbe saputo rispondere con tanto garbo pur ritrovandosi ad avere una testaccia calda come sta dimostrando lei adesso. <Amico?> Una nuova risata sale lungo la gola del rosso demoniaco, il quale scuote a sua volta la testa dura che si ritrova, convinto di far sempre la cosa giusta a prescindere dalla situazione. <Come può un essere del genere avere degli amici?> Glieli ha tolti proprio il Kokketsu con il quale la fanciulla sta scambiando poche amorevoli parole. Le braccia ancor incrociate al petto saldano la presa che altrimenti verrebbe meno. <RK non è altro che una cavia che sarebbe dovuta morire nel mio laboratorio, anziché pensare che fuori da esso potesse rifarsi una vita.> Fa roteare gli occhi verso l'alto, lasciando intendere quanto fastidio possa dargli il pensiero che si ritenga un uomo libero. Certo, or lo sarebbe davvero non potendolo in alcun modo fermare. Si prese persino un cannone d'acqua in pancia per aver osato affrontarlo o comunque ribadendo il concetto che anche adesso sta proferendo ad alta voce innanzi ad una ragazzina ignara del male nel mondo che la circonda. <Ed il fatto che mi stia alle calcagna come se non potesse vivere senza di me, non fa che ribadire il concetto espresso poco fa.> Sarebbe semplicemente dovuto morire quando ne aveva l'occasione, anziché credere che vivere potesse in qualche modo fare al caso suo e pretendere poi di farlo come avrebbe voluto. La sorpresa s'espande sul viso del demone nel momento in cui la ragazzina, con garbo e cortesia (probabilmente un'educazione manchevole nella vita del rosso), gli fa presente delle ovvie precisazioni. Chiunque sano di mente vi sarebbe potuto arrivare, ma stiamo pur sempre parlando di qualcuno che ammazzava gente per venderne gli organi al mercato nero. Insomma, non è sicuramente l'uomo più indicato per un simile discorso. <Era una cavia da laboratorio. In quanto tale, non aveva bisogno d'un nome simile agli altri ma d'un codice identificativo che lo rendesse unico nel suo genere.> Impossibile da confondere. Tutto sommato, sembra un gesto di cortesia messo su questo piano a differenza di quel che vorrebbe sembrare. <I soggetti non aderirebbero mai a venire studiati, a meno che non lo facciano per soldi. E beh, io non ero molto incline a pagarli. Inoltre, puoi star certa del fatto che fosse consenziente.> Lo aveva sicuramente genjutsato all'epoca, quindi dà per scontato che sia effettivamente andata così. Ha fatto credere che fosse sempre d'accordo, ma ovviamente parlando al suo posto a prescindere dall'idea o dal consenso della cavia in sé. <Non so di cosa stai parlando.> Inerente al segno. Questo solo per far capire quanto effettivamente gli interessasse di Ryoma, dopotutto. Infine, facendo semplicemente spallucce per l'ennesima volta, non farebbe altro che iniziare ad incamminarsi da dove se n'è venuto. Alterna le inferiori leve, dandole le spalle dopo essersi girato. <Aveva un nome simile al mio, andava estirpato.> Bofonchia a bassa voce. Eppure l'assonanza tra Ryoma e Rasetsu è inesistente... Di cosa va blaterando? Sta di fatto che tutte le domande del caso non riceveranno nessun'altra risposta da parte sua. [ EXIT ]

20:20 Shizuka:
  [Ospedale - Corridoio Degenze Rischiose] Alla parola amico il rosso sembra divertirsi in maniera assoluta, totale, come mai durante quell'incontro seppur breve fra i due. All'inizio la Genin non capisce lo osserva stranita per poi sentire quelle parole esternate. Lo sguardo cambia radicalmente, se prima non era arrabbiata ora lo è eccome: << E' una persona! Non un essere! >> E' sempre più imbronciata e sempre più rossa in viso, anche se l'altro ormai sta seguendo un suo filo, descrivendole cosa pensa sommariamente del tatuatore. E' il resto delle parole che la fa restare di stucco. Quello che ha di fronte non è altro che uno scienziato pazzo che considera i propri esperimenti come cavie, ne più ne meno. Non gli è mai nemmeno importato della sopravvivenza di Ryoma, per lui quell'esistenza che l'altro conduce non è nient'altro che un dono che non avrebbe dovuto ricevere. << Non si preoccupi Signor Rasetsu di questo. Vedrò di fargli capire che non è il caso che abbia ancora a che fare con lei. >> Il tono è quasi di sfida, cosa che rende poco effettivamente di fronte a chi, non ha nulla da perdere in quello scontro se non guadagnarci. Di nuovo parla di lui come una cavia, inutile, o superfluo dare un nome a qualcuno che dovrebbe morire. Il genetista poi parla di denaro, di soldi che non sarebbe disposto a spendere per delle cavie, cosa che la piccoletta non comprende, dato che la procedura dell'innesto è conosciuta all'interno di Kagegakure ma non interrompe lo sproloquio altrui, è forse troppo arrabbiata per farlo. Nega quella ferita inferta al ventre, nega di averlo sezionato per ottenere i suoi scopi e questo fa intuire quanto poco ci sia in comune fra i due, quanto il dialogo sia difficile se non impossibile. Forse è l'uomo stesso che si accorge di quell'incompatibilità tant'è che decide di allontanarsi lasciando che da quelle strette labbra fuoriesca ancora una frase che per la piccoletta non ha nessun significato, non quanto per colui che l'ha pronunziata. Frustrata dal fatto che il Kokketsu non abbia il minimo rispetto per la figura del tatuatore sbotta infine: << Lei non lo conosce nemmeno il suo nome! Perchè non c'entra nulla con Rasetsu! >> Forse quel borbottio era troppo vicino per non essere udito dall'altra, o forse la piccola ha un udito decisamente sviluppato. Fatto sta che come lui si allontana anche lei gira le spalle a quella figura andandosene via tutta arrabbiata, completamente dimenticato il tipo dai capelli biondi. Una nuova missione nella testa: trovare Ryoma e sgridarlo per star dietro a quel tipo fuori di testa! [// END]

Shizuka vaga per l'ospedale alla ricerca del biondino che le ha invaso casa qualche settimana prima e che è ancora ricoverato. Si ritrova invece a incontrare Rasetsu, che veste come un medico ma non lo è. Infatti il rosso Kokketsu rivela la sua identità di Genetista e si spende in parole poco carine nei confronti di Ryoma, con il quale Shizuka ha fatto amicizia da poco.