Kokketsu For Life

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14:21 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] La festa la sera prima era stata decisamente divertente! Nonostante tutto Riukt non l'aveva presa così male per la storia con Yasuhiko quindi non aveva fatto troppe scene, soprattutto dopo l'arrivo dei genitori di lui. Era stata una serata piacevolissima, in cui aveva ricevuto un sacco di complimenti per una cosa che sarebbe già dovuta accadere da molto tempo, ma alla fine erano tutti stati carini. Mamma e papà se l'erano sbaciucchiata più del dovuto ed erano riusciti a convincere i genitori del Kuwabara a restare almeno per una mezza giornata. Cosa poco rilevante considerato che comunque la rossa aveva preso un impegno con il tatuatore e aveva ogni intenzione di rispettarlo. Infatti la si trova nei pressi del centro, con quei jeans strappati sulel gambe che indossava anche il giorno precedente, delle scarpe da tennis bianche, una T-shirt anch'essa bianca, con delle stampe tribali nere su fronte e schiena, per nulla aderente per non mettere in evidenza il già procace seno della ragazzina. Deve gironzolare un poco sotto il sole prima di trovare l'ingresso del luogo e mentre si guarda attorno le cuffie blu che ha sulle orecchie suonano al ritmo della chitarra del ragazzo. Una volta trovato però il negozio che stava cercando andrebbe a guadagnare l'ingresso, in maniera delicata e abbastanza silenziosa, abbassando anche le cuffie, lascindole appoggiate sulle spalle, attorno al collo esile, mentre con un gesto della mano andrebbe a interrompere la riproduzione di quei suoni. Guardandosi attorno con lo sguardo blu cercherebbe dunque il proprietario, mentre le labbra si schiuderebbero in un timido << Permesso... >> Senz'altro proferire per il momento.

14:30 Ryoma:
 Giorno lavorativo iniziato già da qualche ora, il turno pomeridiano prende il posto di quello mattutino con l'Otatsu all'interno dello studio del datore di lavoro per portare all'attenzione nuove creazioni, disegni, ritratti e pitture di svariato tipo, dimensione e forma. L'arte del disegno è unica, inimitabile, mai inutili, consapevole di ciò, il neo Kokketsu riversa in essa tutto l'impegno di cui la propria essenza è capace, ricercando la perfezione li dove è assente, memorizzando e imprimendo su carta, tela o corpo la propria visione dell'essere umano, di ciò che esso dovrebbe essere. Purtroppo così non è ritrovandosi ad osservare un sogno con occhi aperti. I lavori vengono esposti in bella vista a ridosso della vetrina, simboli, figure mitologiche, ritratti fatti a coloro che incrociano la sua via imprimendo la loro essenza nella memoria dell'Otatsu. I disegni appesi sulle vetrine sono molteplici tra cui i ritratti di Pakkurida, Sango ed Ekko. L'interno dello studio è di semplice fattura mostrando la presenza di due stanze, una di ingresso abbastanza larga da contenere una scrivania con pc acceso, una scrivania per il disegno illuminata da una lampa riposta sul bordo più in alto della suddetta; alle pareti vengono esposti i disegni del proprietario dello studio, foto di clienti soddisfatti del trattamento ricevuto mentre nella seconda stanzia è presente il lettino con tutto l'occorrente per svolgere un lavoro pulito ed efficace. L'azzurro siede dietro la scrivania, intento nel disegnare una nuova opera da proporre a chiunque passi da li decidendo di entrare, matita nella destrorsa, mina puntata sul foglio di carta mettendo su essa vari schizzi di possibili progetti futuri. Vestito con quelle solite vesti blande, molto formali formate da un lungo pantalone color del latte coprendo le inferiori leve e un paio di sandali shinobistici di misera fattura; una giacca del medesimo color dei calzi sosta sul busto coprendo gli arti superiori, cerniera chiusa fino all'ombelico lasciando scoperti petto e parte del ventre. Capelli corti e brizzolati delineano il capo del genin concludendo con quella maschera, una mandibola umana posata sul lato destro del volto, nascondendo il doloroso passato da egli vissuto e un occhio attento può denotare come, vicino al labbro, sbuchi una minuscola porzione di cicatrice, insignificante per molti ma tutto per lui. Una voce irrompe nello studio distraendolo dal proprio operato, femminile e aggraziata portando il volto dell'azzurro nella direzione di provenienza. La figura di Shizuka presenta se stessa sulla soglia dello studio <Entrate pure> lasciando ogni attrezzo per portare l'intera concentrazione sulla piccola rossa <Il ragazzo è ancora vivo?> rompendo quel tetro ghiaccio rimembrando la giornata precedente.

14:41 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] La voce che l'accoglie è quella del consanguineo, quindi non è un problema trovarlo decisamente. Quando viene invitata ad entrare esegue il tutto lasciando che la porta di chiuda delicatamente alle di lei spalle. Un piccolo inchino viene rivolto a colui che l'ha accolta mentre le labbra si schiudono in un cortese saluto: << Buongiorno Signor RK >> Un sorriso gli viene rivolto mentre muove qualche passo in direzione della scrivania, muovendo le iridi blu in lungo e in largo, osservando i disegni appesi ai muri e come la stanza si compone. Non si siederebbe però di fronte a lui, restando in piedi in quanto non è esattamente li come cliente al momento e non vorrebbe esser di troppo. E' lui che rompe il ghiaccio, interessandosi alle sorti del povero Yasuhiko, che ha in qualche modo dovuto subire le ire dei genitori della Kokketsu e il loro benestare. Le sfugge una risata spontanea e serena dalle labbra che viene celata parzialmente da una mano: << Si Yasuhiko sta bene Signor RK. Anzi vi porto anche i suoi saluti, sapeva che sarei passata di qui nel pomeriggio. >> Si interrompe un pochino prima di continuare con un discorso potenzialmente di troppo dato che le mani del Kokketsu sono impegnate nel disegno. << Non vorrei però disturbarvi mentre lavorate. Se non è un buon momento posso anche passare più tardi. >> Andrebbe a ricercare le iridi altrui, come a ricercare eventuale fastidio arrecato o noia. << Devo dire che è molto bravo nel disegno Signor RK. Sono tutti suoi questi lavori? >> Non si allunga troppo in chiacchiere, sa che lui è un interlocutore disponibile e attento, quanto meno nei suoi riguardi però al contempo ha notato il temperamento che possiede nei confronti di chi lo annoia, perciò non sa bene quale sia il metro da utilizzare con lui.

14:56 Ryoma:
 Saluto cordiale risposto con un lento muovere del capo, parole non pronunziate, il bisogno di farlo è assente al momento eppure ne ricambia parzialmente il sorriso estendendo il sinistro lato delle labbra un paio di millimetri. Irrisorio, quasi impercettibile lasciando andare matite, penne e coloranti di vari tipo cessando l'attività di disegno; tutto riposto sul bordo della scrivania, luce spenta tramite il destro movimento dell'arto le cui dita pigiano sul bottone di spegnimento mettendo temporaneamente fine all'attività. Cobalte sostate sulla figura della conclannata intenta ad avvicinarsi, passo dopo passo la distanza vien accorciata, come conseguenza, una spinta di reni riporta l'azzurro in piedi ergendosi nei suoi 180 centimetri di altezza. Volta inclinato sul lato sinistro udendo la risata per l'interessamento proferito verso il ragazzo; la minima età della giovane risulta un impedimento ai genitori, un problema da risolvere con la paura della nascita di un guaio indesiderato <Bene> mettendo nell'immediato la parola fine a tal argomento il cui interesse minimo impedisce al genin di proseguirlo con la dovuta attenzione <Non mi disturbate, posso continuare anche dopo, il pomeriggio è sempre momento di magra, posso prendermela comoda> lo studio è quasi sempre svuotato in quell'ora del giorno. Il popolo mangia, passa il tempo con famiglia e figli, il negozio vuoto rasenta la normalità mandando al bando la preoccupazione <Non tutti. I ritratti la fuori sono i miei, anche qualche disegno appeso qui dentro> scostando l'iridi sulle pareti intorno a se, lasciando che un leggero sorriso increspi il viso tumefatto <E' un piacevole passatempo, è l'unico modo per rendere qualcuno immortale per davvero ma la gente è troppo stupida per capirlo preferendo ricercare un'immortalità fisica> lui rende immortali gli uomini e le donne, nient'altro, neanche il sangue nero può ambire a compiere una simile opera di perfezione assoluta <Avanti Shizuka, per quale motivo siete qui? Voglio sentirlo dalle vostre labbra> ha già compreso il motivo di tale visita, non scorda il precedente incontro ne le parole proferite in tal momento eppure desidera udire le parole direttamente dalla ragazzina, motivo per ora ignoto ma nulla è lasciato al caso.

15:12 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] Lui è decisamente alto rispetto alla piccolina che tutto sommato è abituata ad essere sovrastata dall'altezza altrui. Interrompe il suo disegnare e viene definita come un nessun disturbo, cosa che la fa sentire un poco più a suo agio, in fondo quel tizio dai modi strani non le dispiace. << Anche io ho una buona mano. E anche io ho iniziato a fare dei tatuaggi non molto tempo fa. Abbiamo parecchie cose in comune Signor RK. Tra i ritratti che ho visto all'ingresso c'è ne uno che mi ricorda un ragazzo di Konoha. Si chiama Ekko. >> Si perde a chiacchierare riguardo a quei ritratti, mentre lo sguardo blu si perde alla ricerca dell'opera di cu sta parlando. Tuttavia è poi lui a chiedere ufficialmente per quale ragione la piccoletta sia andata li in quel pomeriggio e così le blu tornano a osservare il viso del consanguineo: << Beh mi sembra ovvio Signor RK. Dall'ultima conversazione che avevamo avuto in centro mi aveva esortata a venire a trovarla dopo aver avuto accesso alla manipolazione del sangue nero. Non sarei qui se questo non fosse accaduto. >> Non vuole disturbarlo, semplicemente si erano fatti una sorta di promessa e lei ha voluto mantenerla. Le guance diventano poi leggermente rosse, come se in parte quello che stesse per dire fosse qualcosa di un po' troppo spinto: << Poi la trovo una persona interessante e un buon interlocutore. Mi ha dato l'impressione di avere molte cose da dire e non mi dispiacerebbe ascoltare quello che ha da dire qualcuno che ha un punto di vista molto distante dal mio. >> Non lo guarda esattamente negli occhi, però non distoglie lo sguardo dal viso altrui, si prende a suo modo la responsabilità di quanto detto, nonostante la giovane età. << L'arufa mi ha convocata e aiutata a risvegliare il potere della nostra famiglia. E mi ha anche mostrato cosa possiamo diventare una volta raggiunto un ottimo livello di abilità. >> La mette sul vago, probabilmente immaginando di non dover svelare a lui quali sono i segreti del clan di entrambi.

15:29 Ryoma:
 Cobalte scostate sulle vetrine all'insegna dei disegni tenuti su essa, li osserva glorificando l'operato eterno in cui ha imprigionato quelle identità mentre la piccola espone il punto di vista, complimentandosi ed elargendo informazioni non richieste, interessanti se prese dal punto di vista professionale, ovvero ciò che sta facendo <Quel ragazzo è Ekko> dando una conferma blanda, scontata di una figura dalla lampante presenza conosciuto in tutto il villaggio, forse con una becera fama ma il nome di codesto figuro non risulta nuovo verso coloro che ha incontrato durante il ritorno in loco solo in superficie simile alla vecchia Kusa <Molte cose in comune, poteva portarmi uno dei suoi lavori, adesso posso dirmi curioso di vedere un tratto diverso dal mio> tratto fumettoso, cartoonesco, allo stesso tempo risulta delicato, mai offensivo nei confronti di coloro verso cui erige i ritratti <Cosa prediligete? Originali? Copie o ritratti?> impossibile non carpire la predilezione dell'azzurro, la carta canta, le immagini parlano da se. Superiori arti incrociati al petto, spalle rigide, disegno muscolare degli arti e del petto marcato dinanzi agli occhi della ragazzina prestandole ascolto ora che il principale argomento vien posato sul piatto portando l'attenzione su un livello superiore <Come immaginavo, avete avuto accesso al vostro potere. Com'è averlo e usarlo? Come vi sentite?> un potere inumano, di stampo demoniaco, attivabile solo tramite l'autolesionismo sul proprio corpo, estirpando pezzi di carne per permettere la fuoriuscita del rosso liquido della vita ma tal pensiero vien accantonato nel notare il rossore risalito sul visetto di Shizuka. Curioso straniamento si impossessa del volto del genin permettendole di parlare, di portare avanti ennesimi complimenti alla sua persona <Siete una ragazzina interessante, coraggiosa e dalla mente aperta> per esser giunta li, aver scelto di ascoltare e comprendere invece di denigrare <D'accordo Shizuka, voi avete mantenuto la promessa e io farò lo stesso. Chiedete tutto ciò che volete, per questa sola volta, non ci saranno barriere ad ostacolare la vostra curiosità> disposto a rispondere ad ogni quesito posto, di ogni tipo, persino il più improbabile, inconsueto per qualunque essere umano mentre le cobalte cercano un incrocio con le iridi altrui <So cosa possiamo diventare e odio ogni singola parte di ciò>.

15:48 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] Sembra poco itneressato ai complimenti e più al confronto, è facile intuire che quel disegno, quell'espressione d'arte siano qualcosa che lui ritiene molto importante e sopratutto molto positiva. Conferma brevemente che quel ragazzo di colore sia Ekko e la cosa la stupisce più per il fatto che il nero sia così conosciuto in giro, ma probabilmente anche per il colore insolito della carnagione. << Originali. Ho molta fantasia e la imprimo su carta, su tela, sul corpo. E' bello immaginare qualcosa di nuovo e diverso ogni volta. >> Lei sembra decisamente più prolissa di lui nelle spiegazioni anche se effettivamente quello che interessava entrambi era proprio quel risveglio dell'innata. Lui pone domande riguardanti le sensazioni provate principalmente e con lo sguardo che si riflette nelle cobalte dell'altro andrebbe a spiegare grosso modo quanto richiesto: << Averlo usato è stato veramente fantastico! E' così versatile che ci si può creare qualsiasi cosa! >> Il tono di voce è molto coinvolto e fiero, sembra proprio soddisfatta di aver ottenuto quell'abilità. << Devo dire che a conti fatti ti fa sentire molto più forte, come se potessi distruggere qualsiasi cosa. Infatti la prima cosa che ho provato a plasmare sono state delle armi, due fruste per l'esattezza. >> Spiega a lui quanto avvenuto, come quel potere notevole che scorre nelle vene di entrambi sia effettivamente volto al dominio, alla violenza. << Poi però ho pensato che non fosse necessario creare delle armi per l'Arufa. Lei è una così bella donna che invece che donarle delle armi ho preferito creare una rosa. Un fiore di sangue nero ho pensato potesse rappresentarla meglio. >> Ci pensa un pochettino prima di aggiungere altri dettagli: << E' come sapere di poter distruggere tutto, ma alla fine siamo noi a decidere cosa fare con questo potere, non lui che domina noi. Anche se ho come l'impressione che il passaggio fra le due cose sia molto labile. >> Sono cose che ha in testa dal primo giorno, nonostante abbia creato una chitarra per l'amico ogni volta che quel corpicino andava a impregnarsi di viola sentiva inevitabilmente di poter ferire. A quanto pare l'interesse che lei ha per l'altro è reciproco così che vinca un pomeriggio di curiosità con il presente Otatsu. << Perchè odia così tanto ciò che possiamo diventare Signor RK? Immagino lei sia molto più avezzo di me a questo potere ma... >> Si interrompe un poco, mordicchiandosi il labbro inferiore, << la prima cosa che ho pensato vedendo quel potere è stato che è spaventoso. Ma non ho mai avuto paura per me, quela figura che avevo innanzi era spaventosa ma non era ostile. >> Lo guarda con quegli occhi innocenti e grandi che solo una Genin di nuova generazione probabilmente può possedere. << E' come dire che siccome lei ha delle ossa umane sul volto allora è spaventoso. Non è quello che si vede che fa la differenza, è come lo si usa. >> E questo glielo aveva confermato anche Yasuhiko, le aveva detto che era assolutamente spaventosa in quella forma, ma le era rimasto davanti senza battere ciglio, senza temere nulla, perchè era ben consapevole che quell'aspetto nascondeva comunque l'amica e nessuno di altamente pericoloso, almeno per lui.

16:16 Ryoma:
 Una semplice conversazione può portare alla nascita di un pensiero, può modificare l'esistenza di un concetto, plasmare un'idea, lo scopo di tale conversazione è racchiuso in esso. Non ha scelto di incontrarla dopo il risveglio dell'innata per farsi beffe di una qualunque conoscenza superiore, bensì, di una consapevolezza la quale sarebbe emersa ben presto portando la giovane a capire la vera natura del sangue all'interno delle sue vene. Già ha avveduto nel lontano passato ciò che tal potere è in grado di compiere, del timore in grado di far tremare chiunque sul suo cammino, una forza contro il quale l'Otatsu i è da sempre schierato contro giurando di distruggere tale clan dopo aver portato a compimento il proprio e lungimirante piano <Comprendo> l'attitudine altrui al disegno e solo dopo tale frase volge il busto verso la scrivania dove sosta il pc, li sopra è posta una piccola sacca di carta lunga quanto un foglio. Destrorsa ne prende la superficie tirandola a se; corpo di nuovo volto verso la ragazzina alla quale porge il contenuto <Questo è per voi, apritelo> un dono, un regalo per la ragazzina ma cosa contiene l'interno di tal bustina, solo lei può apprenderlo prima di chiunque altro. Niente ha svelato ed il contenuto non è altro che un'idea improvvista, tirata su in un momento di fantasia o di pensiero. Braccia incrociate nuovamente, attenzione alta prestando orecchio al verbo pronunziato; cobalte osservano l'eccitazione sul visino dell'adolescente, fin quando non ode esattamente il pronostico fatto giorno addietro ritrovando la ragione nonostante le contrarie opinioni dell'interlocutrice. Un sorriso lieve vien lasciato scappare dove ancora una volta la vera natura dei Kokketsu vien all'esterno, mostrandosi nella primordiale violenza in cui sono nati <Paragonate l'arufa ad una rosa di sangue, perchè?> incuriosito da quell'alta figura, estremo esponente di un clan dannato, successore di Yukio Kokketsu l'usurpatore. La disamine giunge a conclusione da parte della piccola Shizuka lasciando al silenzio il compito di riempire il vuoto creatosi ma sono solo pochi gli attimi concessi a tal situazione <E' vero, siamo noi a decidere cosa fare con il potere concesso ma lasci che le faccia notare un piccolo dettaglio> ampliando il sorriso mostrando una vena di sadismo impressa nello sguardo, pupille diminuite in grandezza, iridi a prendere il sopravvento <Con il sangue nero è possibile creare tutto ciò che la nostra mente immagina ma voi avete scelto delle armi come prima creazione ed il primo pensiero, lo avete rivolto ad un utilizzo distruttivo e tanto basta per farvi capire dove voglio arrivare> palese, lampante <I Kokketsu sono della stessa pasta, il sangue nero è un potere maledetto perchè inconsciamente controlla le azioni e le menti di tutti coloro che lo padroneggiano. Voi siete come tutti i Kokketsu, bramate un uso distruttivo di quel sangue nonostante affermiate il contrario e adesso mi chiedo, come mai trattenete la vostra vera natura? Come mai cercate di lottare contro ciò che siete veramente?> una lotta dinanzi ai propri occhi contro il famigerato potere del Kokketsu originale. Nient'altro aggiunge a quel discorso avanzando, permettendo domande su se stesso con la prima tanto ovvia quanto scontata. Sinistre dita intrappolano la cerniera della giacca andando ad abbassarne i rimasugli così da mostrare il busto nella sua interezza, allenato, in forma con muscoli ben delineati ma al centro del ventre una vistosa cicatrice <Io non sono un Kokketsu originale, mi ci hanno fatto diventare e questa cicatrice> indicandola <E' il punto in cui il sangue nero mi ha condannato per sempre> dando inizio ad una spiegazione molto più complessa <All'epoca Yukio Kokketsu si erse come protettore di Kusa ma ne prese il controllo, creo una suddivisione in classi all'interno dello stesso villaggio portando quelli come me ad una discriminazione maggiore e li ho cominciato a capire di essere sotto il governo di un tiranno, di un uomo che mira ad avere il controllo totale beneficiando i ricchi e tutti coloro la cui vita è perfetta> breve la pausa effettuata <Tempo dopo un Kokketsu mi imprigionò torturandomi, facendo esperimenti sul mio corpo e sulla mia mente portandomi sull'orlo della follia> non serve aggiungere altro sul motivo per cui ora può dire di odiarli fino in fondo <E come ultimo, una Kokketsu mi ha reso uno di loro> l'ultima tappa di un doloroso percorso vocato all'odio. Ultimo è il sospiro effettuato lasciando a Shizuka il potere di parlare, di esprimere il giudizio, il parere su tal questione <Date tempo al tempo> e l'ostilità sarebbe giunta in un modo o nell'altro <E voi come mi vedete allora? Nonostante la maschera>.

16:46 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] Le viene porto un dono, cosa che non si aspettava minimamente, tant'è che il capo viene inclinato e le labbra si schiudono in un ringraziamento conciso. La bustina tuttavia viene tenuta nella mancina, in quanto il discorso più interessante viene affrontato da entrambi. Alla prima domanda di lui pare stranita perchè le sembra scorretta, questo dubbio si stampa sul volto della Genin così come nelle parole: << Non la associo esattamente a una rosa di sangue. Più a una rosa, ma posso plasmare solo il sangue quindi è necesasriamente di sangue. >> E' quello che ha potuto fare con gli strumenti che le vengono dati, niente di più e niente di meno. Se avesse potuto avrebbe scelto un fiore vero, ma poi ecco che al suo dire si contrappone quello dell'altro, solenne e velato di quel sadismo che aveva già utilizzato parlando di questo argomento. Il suo punto di vista non è sbagliato, anche lei ha notato come di primo impatto il desiderio sia quello di ferire, attaccare per non essere feriti, messi all'angolo o soggiogati. Però c'è un passaggio che non le torna, quel dire riguardo alle persone che dovrebbero essere della stessa pasta di quel sangue teoricamente maledetto. << Non credo che la mia vera natura sia quella di una violenta macchina da guerra. Non è ciò che mi è stato insegnato, non è quello che voglio essere. >> Si interrompe brevemente come se dovesse riflettere su quanto dire, o meglio su come esprimere i propri pensieri. << Pensavo che fosse una storiella degli anziani quella del sangue maledetto sa? Ma ora che ne ho toccato il potere con mano mi rendo conto che sia effettivamente qualcosa di tangibile. Ma il sangue che mi scorre nelle vene è diverso da quello che la mia esistenza mi ha insegnato. Sono stata fortunata ad avere una vita tranquilla, sono cresciuta con due shinobi ma con accanto delle persone normali, mi è stato dato più amore di quanto potessi sperare. Non ritengo di essere una persona buona, ma ritengo che mi sia stato insegnato a riconoscere le priorità di questa vita. >> Non cede, si sente libera di poter scegliere tutto questa nuova generazione di ninja che ha un'immensa possibilità innanzi a se. E' Shizuka Kokketsu, portatrice di sangue nero che invece che appendere al muro un ragazzo sanguinante gli ha salvato la vita due volte, prima a casa propria e poi in ospedale. E' la stessa Genin che come prima cosa ha imparato a curare, prima di ferire, la stessa che ha scelto di utilizzare quel sangue come difesa, e non come attacco. Però il discorso non viene concluso, lui si apre le vesti mostrando un'altra cicatrice alla ragazzina che ne resta decisamente indispettita. Su quel corpo scolpito che si trova davanti quel segno è come un marchio, come un simbolo di dolore che non può essere rimosso. Lui spiega e lei non interrompe, le parla di persone che fortunatamente non ha avuto modo di conoscere, esperienze che a quanto pare, in ogni caso non sarebbe stata costretta a subire. La mano destra di lei verrebbe mossa istintivamente sul ventre altrui, a sfiorare quella ferita ormai rimarginata esternamente, ma che all'interno non verrà mai chiusa. Non pensa che questo gesto possa infastidire l'altro in alcun modo, gli occhi blu sono fissi in quel punto, un punto di morte e di rinascita allo stesso tempo. << Mi dispiace che le abbiano fatto questo Signor RK. >> Il tono è decisamente coinvolto e mesto, come se in parte si ritenesse responsabile per il dolore altrui, come se quella ferita l'avesse procurata lei stessa. << Mamma e papà non parlano mai di Yukio. A mia madre non è mai piaciuto ma sono cose che non si possono dire troppo ad alta voce. Ma è facile intuire il perchè ascoltando la storia dal punto di vista di chi è stato discriminato. >> E' come se quella cicatrice l'attirasse di più del viso del consanguineo al momento, come se fosse questa a parlare più che non lui. La domanda di lui giunge tardi, dopo quella rivelazione è difficile dare una risposta completa anche se lo sguardo finalmente andrebbe a tornare sul viso di lui, cosa che non succede alla man destra. << Difficile a dirlo ora. Pochi istanti fa vi avrei definito come una persona educata un po' scontrosa, con un buon interesse per l'arte e una maschera sul viso. Ora potrei definirvi come una persona ferita, dalle circostanze della vita, piena di rancore e risentimento per le ingiustizie subite, >> Si interrompe brevemente per poi mostrargli un ampio sorriso, << con un buon interesse per l'arte e una buona mano per disegnare. >> In fondo è solo l'impressione che conta all'inizio giusto? Ognuno si fa la propria idea di chi si trova davanti nel bene o nel male. << Sono però sicura che ci sia altro, se ha ancora la pazienza di stare ad ascoltare i discorsi di una bambina privilegiata come me probabilmente non ha totalmente perso la speranza nel futuro. >> Permane sorridente, andando poi a scostare la mano dall'addome altrui e finalmente andando ad aprire quel regalo che le era stato dato, così da scoprirne il contenuto.

17:11 Ryoma:
 Il dono permane nella busta in cui è rinchiuso, lasciato all'oscurità favorendo il procedere di quella conversazione votata interamente al sangue nero, alle sue potenzialità, al demoniaco potere capace di conferire ad ogni utilizzatore. I Kokketsu sono demoni da sempre ma il ricordo del mondo è offuscato, distorto dalle azioni di quell'usurpatore, una maschera di bontà per impedire la visione della vera essenza di un mostro. Intelletto di fattura geniale, in possesso dell'azzurro, gli concede una prospettiva diversa, di più ampie vedute in cui ogni azione non è mai fine a se stessa, bensì accompagnata da un obiettivo nascosto al mondo. Nessuno fa nulla per nulla, niente viene detto solo per la pura chiacchiera e Yukio non si esclude da tale cerchia. Egli ha plasmato la condizione vitale del genin fin dalla nascita, riuscendo addirittura nell'ardua impresa di peggiorarla fino a quei fatidici dieci anni in cui, finalmente, ha compreso il grande piano in serbo per se stesso, la gloriosa idea del fato nei riguardi del futuro <Singolare accostamento, mi parli di lei> l'identità dell'Arufa è, per lui, sconosciuta. L'interesse verso il clan del sangue nero non è riuscito a nascere neanche dopo l'infezione, contrario, ha solo peggiorato l'idea di essi. Premurato di reiterare per l'ennesima volta quei concetti basici del pensiero del trentenne, il punto di vista di chi fa parte, in modo forzato, di una cerchia ma approfondendo ogni parola, esplicando ciò che ha notato nella vita di Shizuka, rendendo il proprio pensiero corretto sotto ogni aspetto e forma eppure la ragazzina non scosta l'idea alla base della di lei vita <Ma neanche io vi associo ad una macchina da guerra. La guerra, così l'omicidio, sono una forma d'arte e voi non siete in grado di portare la guerra. No, voi siete più propensa nel portare sofferenza> la distorta visione fattasi della ragazzina, contraria alla personalità da lei mostrata fino a tal momento <La natura mostrata in pubblico, nella gran parte delle volte, non è altro che l'esatto contrario del nostro vero io e un giorno, presto o tardi, anche voi lo capirete e capirete perchè Kokketsu è il vostro nome> non cessa l'esistenza del sorriso sul volto, permane in maniera fissa dimostrando parte di quella follia che scorre nelle vene <Il sangue non mente, mai> imponendo quella frase, ergendo se stesso al di sopra dell'altra <Noi nasciamo dal sangue, durante il primo vagito ne siamo completamente ricoperti ed in esso è contenuta la nostra natura. Non importa come cresciamo, non importa come ci educano o cosa ci insegnano, un giorno, tutto questo diventerà futile perchè ci riveleremo al mondo per ciò che siamo realmente> silente momento si frappone fra i due. Cobalte incastonate nelle iridi altrui, non smosse mai, nemmeno volta, neanche durante l'operazione di apertura della giacca per mostrare la ferita in suo possesso portando il racconto all'udito altrui. Doloroso, vero, attuale, determinante. Aggettivi di peso capaci di plasmare un'intera esistenza ma il suono del codice risulta fastidioso, anormale dopo un'apertura del genere, dopo aver rivelato una parte fondamentale del passato <Ryoma> replica al dispiacere <Il mio vero nome è Ryoma> nel dire ciò percepisce il tocco sul ventre, la flebile mano di una ragazzina il cui puro cuore sta venendo colpito. Volto chinato al basso, sguardo mai distaccato dalla figura <I vostri genitori sono saggi ma come tutti coloro che vivono qui, hanno paura di agire> idiozia non poter parlare male di qualcuno, codardia non cercare di cambiare quella società dittatoriale e troglodita <Non provo rancore ma solo una gran voglia di mettere fine a tutto> non specificano cosa realmente cerchi di dire con tali parole, neanche ci prova a farlo. Lieve sbuffo al sorriso della ragazzina <Già, nella tragedia qualcosa di buono succede sempre> fosse solo quello ma fidarsi è bene, non fidarsi è meglio <Può esserci altro, dipende dalle domande che farete> rimanendo in attesa ora che la decisione di aprire il pacchetto è giunta.

17:35 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] Lui sembra interessato a quella figura a capo del Clan da quando Yukio ha lasciato questo luogo. << Dell'Arufa? >> Lo sguardo sembra stupito anche se risponde dal proprio punto di vista, infantile e innocente: << E' una bella donna, alta, con i capelli neri. Sembra un tipo autoritario e molto severa, anche se non mi ha dato l'impressione di avere poca pazienza. Ha una cicatrice sul viso anche, ma questo non sminuisce la sua figura. Credo che i canoni di bellezza che la società impone siano molto relativi. >> Lascia che il suo pensiero personale prenda il sopravvento, forse un commento rivolto al fatto che lei stessa non rientri nei canoni estetici di bellezza, troppo bassa per fare la modella da copertina, nonostante il viso sia tutt'altro che brutto. Poi lui commenta anche quel suo dire, il ritenersi una persona diversa da ciò che è il sangue, sentenziando che noi siamo nati dal sangue e ad esso ritorneremo. Però qualcosa non torna nella mente femminile, i cricetini corrono veloci così che estrapolino il problema in quel discorso. Poi però quel suo tocco non viene bloccato, anzi sembra connettere due mondi distanti, forse per la prima volta tanto che il Genin che si trova di fronte si scuce un pochino nei di lei confronti rivelando il suo vero nome. << Secondo il suo ragionamento Signor Ryoma lei dovrebbe essere meno portatore di sofferenza di quanto non lo sia io. Lei non è nato nel nostro sangue, ne è venuto a contatto per vie traverse e spiacevoli. Lei è cambiato durante il suo percorso, non è più lo stesso di quando ha avuto luce. Non è forse un po' restrittivo, pensare che il nostro libero arbitrio sia determinato da ciò che ci scorre in corpo? >> Lo sguardo blu si fronteggia con il cobalto dell'altro, strano, anche questo hanno in comune i due, il colore dell'iride. << Credo di essere io il punto debole dei miei genitori. Nel momento in cui trovi qualcuno che ami più di te stesso si tende a diventare più fragili e agire di conseguenza. >> Se ne rende conto, è la prima cosa che ha pensato dopo aver saggiato quel potere. Distruggere il nemico per proteggere l'amico, l'affetto, la famiglia. Pare aver intuito che utilizzerebbe quel sangue più per proteggere chi le sta a cuore che non se stessa, è il primo pensiero che le è venuto quando l'Arufa ha menzionato quel potere smisurato. La busta viene aperta mentre gli occhi si concentrano su quello che pare essere un ritratto, questa volta della Kokketsu stessa, i lunghi capelli rossi, le cuffie intorno al collo le forme che cercano di essere nascoste senza troppa fortuna. Una sola cosa coglie la di lei attenzione, quegli occhi, non blu ma viola, a rappresentare probabilmente quel potere da poco risvegliato in lei, perchè a conti fatti è così che lui la vede, come una ragazzina dagli occhi viola e lo sguardo serio, capace di portare sofferenza a comando. Lei effettivamente non si era nemmeno guardata una volta allo specchio e non poteva sapere quale fosse la sua espressione durante quel cambiamento fisico. << Non so se essere lusingata o meno da questo suo ritratto. E' molto bello, ma fatico a non notare la serietà in quello sguardo, e chiedermi se è come i suoi occhi vedono me. Come l'ennesimo Kokketsu che le passa davanti e che potrebbe ferirla in qualche modo. >> Lo sguardo si sposta dal disegno agli occhi blu di lui. E' una domanda indiretta a cui le piacerebbe ricevere una risposta, dato il benestare altrui nel tormentarlo con esse almeno quest'oggi.

17:51 Ryoma:
 Apprendere le fattezze ed il carattere dell'Arufa significa ottenere un vantaggio fondamentale contro un possibile nemico, contro qualcuno con cui un giorno avrebbe intrattenuto uno scontro. Anch'essa rientra nel grande piano ideato dall'azzurro, una pedina sulla strada da percorrere, un intoppo da debellare presto o tardi prima dell'arrivo dell'atto finale ai danni di colui che lo ha creato, il punto cardine dell'amore e dell'odio dell'azzurro. Mesto silenzio nel comprendere con chi potrebbe aver a che fare un giorno, una donna autoritaria, paziente e tumefatta in viso esattamente come se stesso. Misura minore, meno accentuata ma presente, una diversità capace di creare un punto in comune tra i due, favorendo, forse, un futuro e proficuo dialogo ma per il momento essi sono ipotesi lontano, del tutto inutili fin quando qualcosa di più importante non va a concretizzarsi <Mi avete descritto una bellissima donna, sotto ogni punto di vista> poco importa dei canoni della società <Un giorno andrò a conoscerla di persona> quel giorno è lontano, un mero miraggio, il barlume di un'intenzione. Contatto tra i due conclannati avvenuto, spiegazione fornita con l'aggiunta di un pensiero fondamentale dell'essenza del neo Kokketsu, qualcosa che trae con se fin dall'alba dei tempi, dal giorno in cui gli occhi hanno avveduto la vita comprendendo di essere venuto al mondo per qualcosa di più di un semplice passaggio. Sangue decisivo, sangue totale, esso crea la vita e la guida fino all'ultimo respiro <Non avete compreso il succo del discorso, il sangue non mente mai. Il sangue Kokketsu percorre una via mentre io, ne percorro un'altra> aumentando la dose di spiegazioni, aggiungendo informazioni sulla propria mentalità <Non è restrittivo, è il naturale corso della vita. Io sono stato forgiato dalla mia nascita e dal mio passato, il sangue Kokketsu non ha fatto altro che accentuare ciò che già sono e sarò> il liberatore del mondo ninja, colui che avrebbe distrutto le società rendendo liberi tutti quanti e tutti coloro decisi a seguirlo <Per questo non bisogna mai amare nessuno più di se stessi. Proteggere se stessi e la propria strada è la cosa più importante. Amici e amanti se ne trovano tanti durante la vita> essi possono anche morire tranquillamente, sono perfettamente sostituibili, esattamente come una coppia di genitori. Cobalte nel notare la reazione al disegno, particolare, diverso dal solito, una rappresentazione personale della ragazzina dinanzi ai propri occhi <Nessuno Kokketsu può più ferirmi, non ora che il loro potere scorre nelle mie vene ma quel ritratto è ciò che ho visto dentro di voi, signorina Shizuka, la vostra vera essenza. Una bellezza tormentata da una forza impura a cui voi tentate di dare un freno, di comandare> ennesima pausa <Quella è il vostro io> permettendo una naturale conclusione di quel leggero discorso.

18:04 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] Dice che il sangue troverà sempre la sua strada dunque, perciò lei dovrebbe essere naturalmente portata a infierire sofferenza agli altri? Non le piace come prospettiva, ma forse non ha già iniziato ad opporsi volutamente a quello che invece il sangue le chiede? Forse ha ragione lui, forse è semplicemente il fatto di essere testarda e opporsi al dominio di qualcosa imposto dalla nascita; a conti fatti un estremo grido di libertà, rappresentante vitale della nuova generazione. << Lo trovo difficile al momento. Ci sono persone che attraversano la nostra vita e che hanno un'importanza smisurata. Capisco il suo punto di vista, in fondo fino alla mia morte io sarò l'unica persona con la quale dovrò convivere. >> Si interrompe un poco le iridi blu che si scontrano con le gemelle altrui, mantenendo un contatto costante. << Ma ci si affeziona agli altri nella misura in cui questi interagiscono con noi. Lei potrebbe essere un buon amico Signor Ryoma ad esempio. >> Che la figura di lui valga più della propria per la sedicenne non è decisamente in questione, almeno per il momento, ma oggettivamente una conoscenza casuale non può maturare tanto rapidamente come un rapporto di anni. La spiegazione di quel disegno arriva, stupendola non poco e cogliendo quello che lui voleva spiegarle, qual è la visione che il mascherato ha di lei. Una visione ben più simile a quanto realmente è la piccoletta, quanto meno per il momento: << Lei ha una buona mano per il disegno Signor Ryoma e un buon occhio per le persone. >> Gli sorride pacatamente per poi ricominciare a parlare: << Penso che possiate anche darmi del tu ormai, considerato quanto siete riuscito a capire di me solamente dopo due chiacchierate. >> Non sembra offesa, ma creare un'apertura, un modo per avvicinarsi senza pretese, come lui ha fatto con quel nome dichiarato per esteso. << RK è il suo nome d'arte? >> La domanda sorge spontanea, ripensando al nome che le era stato concesso e alla professione dell'uomo che la fronteggia.

18:26 Ryoma:
 La consapevolezza di aver ragione non viene meno in alcun caso, presto o tardi le parole dell'azzurro trovano sempre riscontro. Difficile è dar lui torto, difficile sbagliarsi quando la veduta del mondo è tanto chiara da essere abbagliante, vedere dove altri non vedono, scrutando un'orizzonte impregnato di oscurità. Discorso eguale può esser fatto per le persone, per il loro comportamento, analizzando, con occhio attento, chi esse siano veramente, Shizuka non rappresenta alcun tipo di eccezione <Vi dico una cosa già detta in precedenza, durante l'arco della vita non tutti sono capace di influenzare il nostro cammino, coloro in grado di farlo possono essere al massimo due, volendo esagerare. Di base, basta una persona soltanto per stravolgere ogni cosa, portando mente e corpo in zone a noi precluse ed è quel tipo di persona capace di renderci liberi permettendoci di abbracciare l'essenza primordiale insita in noi> ovvio come l'incontro di Shizuka debba ancora avere luogo. Non Yasuhiko, forse neanche l'Otatsu rappresenta quella persona capace di cambiarla ma sarebbe giunto dinanzi a lei segnando l'inizio di una nuova vita, di un percorso innovativo, aprendo gli occhi sulla vera natura delle cose <Io posso essere tutto ciò che gli altri desiderano sia ma soltanto io ho il controllo. Rammenti sempre questo, i sentimenti e le emozioni non devono in alcun modo controllarci, vanno piegate al nostro stesso volere senza condizionamenti> altrimenti il rosso potrebbe essere già morto o già rapito, una storia diversa <Ma anche lei, ammette, potrebbe essere un'amica> senza escludere una possibilità simile. La prima di quel clan con cui è riuscito a parlare, la prima che ha suscitato un'emozione diversa da solito priva di odio, invogliato nel lasciarla in vita preservandone il sangue, provando compassione per il triste destino a cui ella appartiene. Conclude la descrizione del ritratto, a tratti semplice, a tratti profonda e complicata, altro non è che il risultato di una visione dopo pochissimi incontri, miseri ma basta realmente poco ed un giusto occhio per comprendere chi si ha difronte a se <E' il dovere di un'artista, capire chi si ha davanti, solo così può essere ritratto al meglio> l'abilità nel disegno risulta inutile in assenza di una caratteristica così fondamentale per intraprendere un tale lavoro <Mi sembra giusto> diminuendo il sorriso rendendolo docile, assente dal sadismo mentre la sinistra e la destra collaborano nel tirare su la cerniera, nascondendo la cicatrice inferta da Nana tempo prima <Rk è il nome datomi da colui che mi ha imprigionato, lo uso come monito per ricordarmi il motivo per cui faccio quello che faccio> anche grazie a lui tutto ciò sta avvenendo <Ed è il nome che voglio venga usato in pubblico> monito per la ragazzina, una richiesta sottintesa. Esser chiamato in quel modo dinanzi a tutti, mai con il vero nominativo fornitole <Vieni, ti offro la cena per questa sera prima di tornare a lavoro> smuovendo il passo nella direzione della porta, aperta tramite l'uso della sinistra per permettere alla ragazzina di uscire e, nel caso, sarebbe uscito con lei per compiere ciò che ha appena affermato. Una chiacchierata giunta al termina, proficua anche se non completa ma il tempo non va accelerato, tutto deve andare secondo il volere del fato ed un giorno, forse, anche lei avrebbe fatto parte del glorioso piano del neo Kokketsu. [END]

18:45 Shizuka:
  [Studio Tatoo di RK] E' difficile per la rossa star dietro ai pensieri dell'altro, difficile immaginare qualcuno di così coinvolgente da storpiare la propria intera esistenza, come una nuova rinascita. Lo ascolta, senza riserve come sempre, lascia che quelle parole le passino attraverso e vengano gestite e analizzate dal cricetino. Piegare le emozioni al nostro volere, qualcosa che evidentemente la ragazzina fatica molto a fare, noto infatti il rossore sulle guance o l'arrabbiarsi in maniera fin troppo naturale. Sono due figure distanti, con qualche punto in comune ma di sicuro separate dall'età. << Credo di aver compreso l'idea generale ma non credo di poterle dare ne torto ne ragione al momento. Penso di dover lavorare un po' sulle emozioni tra l'altro. >> Un sorriso consapevole e divertito le si stampa sul viso mentre ripone delicatamente quel ritratto nella busta, così che non si rovini minimamente. Tant'è che a quell'affermazione che lui le snocciola diventa leggermente rossa sulle guance, come se l'essere ritenuta un'amica le facesse più piacere di quanto lui potesse immaginare. Arriva dunque il chiarimento su quel soprannome, che permane un nome in codice da utilizzare all'esterno, non indaga oltre su quello che fa esattamente a parte disegnare, però le labbra di nuovo senza pensare si aprono, commentando brevemente: << Però è un peccato, Ryoma è un bel nome! >> Un altro complimento che non voluto sfugge a quelle labbra, mentre a quell'invito risponderebbe in maniera pacata, anche se decisa: << Accetto l'invito Signor Ryoma ma non le consento di pagare anche per me! Mi ha già fatto un regalo bellissimo oggi, penso che sia abbastanza. >> Detto questo scivolerebbe fuori dallo studio, precedendolo di qualche passo per poi allontanarsi con lui per cenare assieme. [//END]

Come promesso Shizuka va a trovare RK al suo studio dopo essere riuscita a dominare l'innata del Clan di cui entrambi fanno parte. Tra punti in comune e mentalità opposte i due si confrontano e a modo loro diventano amici (?).