Aisukurīmu

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con Saigo, Nobu

14:04 Saigo:
 A meno che non ci sia stato un qualche sviluppo da lei inatteso in questo momento a spingerla, dopo il pranzo con Nobu, per le strade in cerca di un gelato insieme a lui è la consapevolezza della desolazione che li attende nella dispensa e nel frigorifero di quell’appartamento che condividono. Non è difficile sostenere che l’unico a cui di fatto non manchi mai il cibo sia Poldo anche perché è di base l’unica cosa che non è mai affidata a lei, a differenza della spesa. Il turno di questa settimana era suo, cioè di fatto lo è ancora. Non importa comunque, adesso ha fame e voglia di zuccheri, qualcosa di buono e di dolce che aiuti il sui pessimo umore essendo ancora abbastanza infastidita per come è andata la missione e decisamente non troppo felice di dover lavorare fianco a fianco con Sango. Sbuffa scostando uno dei due ciuffi rosa che sfuggono al messy bun, perfettamente addobbato sul suo capo e le circondano il volto, mettendo in evidenza non solo quella carnagione da bambola di porcellana ma soprattutto i lineamenti, zigomi e collo che vengono sottolineati dalle ombre dei capelli donandole ulteriore fascino. Truccata molto ma in maniera naturale, gli occhi vengono resi più importanti grazie ad una palette nude che fa risaltare il rosso delle sue iridi. Lei ha appena finito di lavorare, l’ennesima comparsata utile solo a riempirle il portafoglio, labbra lucide che vengono mangiucchiate mentre si perde nel flusso dei suoi pensieri. Indossa un largo paio di jeans chiari e a vita alta, le sottolineano quel busto minuto mentre un top verde smanicato fascia il resto delle sue forme. Ai piedi semplicemente un paio di sneakers platform bianche, di quelle tanto in voga. Non che comprenda la moda, lei è semplicemente brava a seguirle pur sia spinta generalmente dal disinteresse, apparire curati è semplicemente qualcosa di utile nella vita non qualcosa che l’appassiona o interessa <li hai più sentiti?> si rivolge al ragazzo, il sottointeso del soggetto di quella frase non viene esplicitato, sicura che lui riuscirà a coglierlo. La mano si poggia meglio sulla borsetta abbinata al top che porta sulla spalla destra, il cellulare muto lì dentro insieme ai documenti e del contante. Si guarda intorno stringendo le palpebre, infastidita da quel sole che rischia non solo di scottarla ma che infastidisce i suoi occhi troppo chiari per tollerare bene quella luce. Continua a chiedersi come abbia fatto a sopravvivere i primi anni di vita a Suna.

14:17 Nobu:
 L'estate si sta avvicinando sempre di più e anche a Kagegakure comincia a farsi sentire il caldo, mai ai livelli di Suna, questo è poco ma sicuro, ma di certo abbastanza da fargli sfoderare l'abbigliamento più leggero. Si era avviato fuori proprio con la coinquilina per andare a farsi un boccone dato che il frigorifero stava piangendo, come spesso accade visto la dieta 'particolare' che sembra seguire Saigo, composta spesso da ordini take away e delivery. Come biasimarla però, non hanno quasi mai tempo, specialmente lei che otlre a essere membro della Shinsengumi prosegue la sua carriera da attrice o meglio, aspirante visto che non l'ha ancora vista in copertina di qualche locandina dei film che escono nel multisala. Veste un paio di scarpe di tela bianche con la sola anch'essa bianca, con una stella singola sul piatto del piede e sul tallone. Le caviglie e i polpacci sono nudi, così come le ginocchia per metà visto che da lì in su sono presenti un paio di shorts indaco di tela, niente denim, troppo caldo. Calzano straight, senza forme particolare, leggermente attillatti in vita e al cavallo, con le pieghe che mettono in risalto le natiche e i quadricipiti a ogni passo che muove per le strade di Kagegakure al fianco della Manami. Le mani sono fisse in tasca, risalendo si può vedere come anche le braccia sono nude se non per metà manica di quella camicia corta di lino color bianco. La sua carnagione scura si intravede magnificamente sotto quel tessuto traspirante. I primi due bottoni sono pure slacciati, lasciandolo più libertino. La testa invece, con quell'undercut che stava crescendo, è coperta da un cappello azzurro alla pescatore, a ripararlo dal solespecialmente lui che ha gli occhi chiari, così come quelle lenti da sole tonde appoggiate sul naso, anch'esse azzurre ma che lasciano comunque intravedere il taglio degli occhi, il colore dell'iride. < No, non ci siamo neanche visti, nulla. Uno non è mio amico, l'altra come sai è di un altra divisione. > fa spallucce, forse è meglio così infondo, la lontananza e il tempo guariscono le ferite, no? Passi che li portano sempre di più verso la piccola oasi, di ritorno verso 'casa', quell'attico che condividono, troppo grande e vuoto per Saigo da sola evidentemente, generosa al punto da dargli un posto dove stare.

14:30 Saigo:
 Ci sta facendo l’abitudine al corpo di Nobu, forse per la compagnia che inconsciamente le permette di sentirsi meno abbandonata, inutile e sola, forse proprio perché ha più bisogno di compagnia che di un amante pian piano sta riuscendo a non diventare scema ogni volta che intravedere i suoi muscoli o la sua pelle. Certo magari si tratta solo di sovraesposizione e tempo, non lo saprà mai ma finalmente i suoi occhi non cadono continuamente sui dettagli messi in mostra da quegli abiti. Scuote appena le spalle, una considerazione che trattiene sulla punta della lingua. Nene l’ha protetta, non è stata in grado di farcela da sola ed infine è sparita ancora. Si da la colpa di quel rapporto che in qualche modo sente deteriorato, stesso discorso con Fuji. Persino Haru è sparito ed è una sensazione che sembra iniziare a fare da costante nella sua vita, le è successo così spesso che per un istante osserva il volto di Nobu, chiedendosi tra quanto anche lui fuggirà. Chiudersi, allontanare ogni sentimento ed evitare di affezionarsi continua a sembrarle l’unica strada percorribile e al contempo si è rivelata incapace di distaccarsi dalle persone. La solitudine probabilmente non potrà mai evitarla, quella sensazione la perseguiterà fino alla fine dei suoi giorni o almeno fino a quando non sarà abbastanza forte da sconfiggerla e farne a meno <immagino non sia più nemmeno mio amico> ammette in ritardo a quel gesto iniziale. Le ci vuole coraggio per dirlo ad alta voce, la ferita si è riaperta, ricorda la loro prima lite, quel bacio dato inutilmente per non perderlo ed ora il nulla. Il dolore è sempre dietro l’angolo, incapace di lasciarlo andare ci si attacca sempre morbosamente punzecchiandosi a più riprese e lasciando che i ricordi offuscati di quelle sere l’assalgano, un flusso di coscienza simile alle maree, i giorni buoni sono quelli di bassa marea gli altri, beh. Continuano ad avanzare e lei torna a fissare il paesaggio, distaccandosi da quel discorso doloroso dopo essersi torturata, lasciando che il sangue coli senza però badarci più quasi bastasse ignorare un problema per risolverlo <hai mai pensato di fare il modello Nobu?> domanda appena. Sì loro sono membri della shinsengumi, loro sono già impegnati ma perché non sobbarcarsi di impegni e provare a perdersi in essi. Se non si ha mai tempo per vivere allora si potrà semplicemente sopravvivere fuggendo dal dolore e dalla solitudine, ormai ha imparato che se si stanca abbastanza riuscirà a crollare a letto prima di sentire il petto stringersi e provare il desiderio di divorarsi <secondo me guadagneresti bene eh> aggiunge poco dopo limitandosi a camminare al suo fianco, una lunga passeggiata quella che li attende

14:48 Nobu:
 A quell'osservazione non può che girarsi e guardarla, come se percepisse il dolore intrinseco di quella frase. Per lui Fuji non era nessuno a conti fatti, semplicemente una meteoria che si era infilato nella sua vita e, se solo sapesse tutto, un parassita che si è approppriato di ciò che era suo senza chiedere, senza permesso da parte sua. Dettagli della sua vita, relazioni importanti, tutto. Non ci pensa troppo a quello che è successo, non ha troppo da rifletterci su, non sa nulla infondo e forse meglio così oppure no, difficile dire se gli importi ancora o meno visto che l'unica cosa che gli era rimasta e l'unica cosa sulla quale si stava concentrando, era proprio la Shinsengumi, simile a Saigo, in quella richiesta di aiuto tacita che non viene espressa: distruggersi di lavoro per non avere altri pensieri, per pensare solo a quello. Alza gli occhi al cielo, mentre la manona destra esce dalla tasca andandosi a tenere il cappello dalla cima altrimenti cadrebbe per come ha inclinato il capo e la gravità. Guarda quelle rarissime e sottili nuvole pianche che non danno ristoro dai raggi caldi del sole. Ci vorrebe un pò di musica in questo momento e, perchè no, una bella sigaretta delle sue a espellere insieme al fumo, eventuali pensieri depressi che stanno riafforando. La depressione tuttavia gli è data dalla quasi indifferenza che sta provando in questo momento a quei due figuri. Con una ci aveva condiviso tanto, ci aveva scommesso, si sentiva speciale per lei ma si è dimostrata essere una persona che ha lasciato indietro, come Kioku stesso, come Ekko. Forse ha ragione Saigo, forse arriverà il momento che anche lei verrà abbandonata e lasciata indietro, perchè se per lei la solitudine è una come una malattia, qualcosa di nocivo, lui trova piacere da questi malesseri, come la droga o l'autolesionismo. Per lui la solitudine è pericolosa perchè una volta che ne hai un assaggio e ti piace, difficilmente riesci a farne a meno! < Il modello, io? > abbassa lo sguardo a incontrare i suoi occhi rossi con i propri, protetti da quelle lenti tonde. < Come mai lo pensi? Mi vesto troppo stravagante? > le chiede, inarcando un sopracciglio mentre si abbassa, allungando il viso in sua direzione, così come quel collo profumato del solito profumo, la vena che si intravede appena lungo il profilo destro, le clavicole che si uniscono per come è piegato. < Piuttosto, gelato? Dovrebbe esserci una gelateria artigianale qui in zona che ha un punteggio alto su Shinobi Advisor. >

15:03 Saigo:
 Non sa se sia possibile guarire semplicemente scappando ma sicuramente ci sta provando. Nobu è questo che rappresenta al momento, il mezzo per riuscire a stare meglio, non avvicinandosi troppo, tenendolo a quella debita distanza che si riduce ogni volta che parlano e riescono a comprendersi profondamente senza desiderarlo. La mano destra si alza verso il ciuffo corrispondente, lo attorciglia tra indice e medio mentre discutono, camminano e si tengono compagnia quel tanto che le basta per non lasciarsi sommergere e restare a galla, solo il naso è fuori dall’acqua ma almeno può respirare, a fatica certo ma poco importa. Fuji è sparito dopo averla usata, Nene l’ha spinta tra le sue braccia e poi l’ha abbandonata dopo averla salvata, Haru ha fatto una promessa vuota, l’unico che sopporta al suo fianco adesso è anche l’unica persona che non ha mai fatto promesse. Nobu non ha mai detto che ci sarebbe stato, non ha mai lasciato intendere che le sarebbe stato accanto ed in un certo senso questa è la chiave della sua tranquillità, non si aspetta nulla. <secondo me sei fotogenico, hai un bel fisico> ormai ha imparato a conviverci talmente tanto che sta riuscendo ad essere obiettiva pur parlando del corpo altrui <equilibrato> continua semplicemente osservandolo <cioè sei oggettivamente gnocco> ammette lasciandosi trasportare un pochino troppo adesso. Sì sta ancora imparando e deve finire di farci l’abitudine <potresti provare, magari ti va di lusso e fai un sacco di soldi con pochi lavori> scuote appena le spalle, A differenza sua che ancora ci sta provando a sfondare. La fama le porterà sicuramente potere ed è questo il motivo per cui si è rimessa comunque a far gavetta, imparare a recitare meglio, poter manipolare le persone, diventare un personaggio pubblicamente amato ed ammirato per poterli usare, la strada è tracciata ora deve solo tenere duro. La discussione prosegue così come quella passeggiata, lo osserva perplessa qualche secondo <è forse quella che fa il gusto ai tre cioccolati?> domanda palesemente interessata a quell’opportunità <ahn ma a proposito> a proposito di cioccolato? <come procedono le tue indagini?>. Tipico esempio di proposizioni usate a caso. A proposito di un volo pindarico che stava trovando spazio solo nella sua testa ecco a proposito di cose

15:32 Nobu:
 Inutile dire che ci rimane un attimo imbarazzato e di sasso quando comincia con quell'escalation di complimenti che di certo non si aspettava di ricevere da lei. PArliamo di Saigo comunque, una persona molto riservata per quello che ha visto e sopratutto in sto periodo molto fragile. Forse è proprio così che la prende, come complimenti sterili anche perchè se avesse voluto fargli delle avance, vivendo insieme, avrebbe avuto tutte le chance di questo mondo per farle e inoltre da quello che ha capito viene da una situazione sentimentale burrascosa, difficilmente ha voglia di complicargliela ulteriormente, lui poi che è un disastro! Anzi, come dice un testo di una canzone di un artista che apprezza particolarmente, anche lui originario di Suna " Vorrei tornare in quel bar per bere con te, ma servirebbe del talento per amare uno come me", pezzi di una strofa che però gli si addice particolarmente con tutte le mancanze che da e sopratutto con la sua instabilità! Le sorride in risposta, mimando quel gesto di arricciarle una ciocca di capelli fragola, allungando la sinistra per farlo sempre se glielo avesse permesso. < Beh grazie? Ci farò un pensiero, anche se non saprei da dove iniziare e ho paura che mi mettono a fare il modello vouyer o qualcosa di losco. > le risponde con una punta di ironia, proprio per spezzare un eventuale e possibile tensione residua dal discorso precedente. Fa strada intanto girando l'angolo, fermandosi davanti alla gelateria in questione. La destra si allunga a spingere la porta di ingresso, entrando per primo ma aspettando che entri anche Saigo, tenendole la porta aperta dietro di se per far si che la coinquilina e compagna di divisione si unisca, una gentilezza come tante altre fatta senza pretese e senza pensarci. < Morte, i miei contatti non mi hanno aggiornato e sopratutto anche dai piani alti non abbiamo avuto novità. Non vorrei che sia stato un caso sporadico. Purtroppo senza nuovi indizi abbiamo troppo poco in mano. > le spiega mentre si avvicina al bancone, lasciando la porta, cominciando a guardare i vari gusti che ci sono nella vetrina, mentre mette mano al portafoglio, nella tasca posteriore di quegli shorts. Si, offre lui

15:45 Saigo:
 Arrossisce appena presa di contropiede quando si avvicina. Lo lascia fare. Vive con lui e quindi si fida abbastanza da condividere il bagno, lasciargli toccare una ciocca di capelli è effettivamente nulla rispetto a quello, lo osserva solo appena confusa dal gesto senza ritrarsi limitandosi ad ascoltare le sue parole per poi scoppiare in una risata divertita a quella battuta. Non ha maschere in questo momento, o meglio le ha solo per sé stessa, non indossa un vestito particolare per poterlo mettere a suo agio, si limita a mentire a sé stessa ma non si sente costretta a farlo anche con lui. Il pensiero a quella battuta corre alla loro ultima missione <beh sai già che tipo di locali evitare> uno almeno lo hanno già conosciuto. Ma eccoli infine girare l’angolo, la loro passeggiata finalmente li ha portati in gelateria. Non fa nemmeno caso a quel gesto, abituata a quel modo di fare da parte del ragazzo, infondo chi è dei due che cucina quando necessario? Non lei. Ad ogni modo eccola entrare andando subito a portare lo sguardo sul bancone, i tre cioccolati, deve provare quel gusto e poi magari metterci qualcosa di sfizioso. Lo sguardo corre mentre lei cammina avanti e indietro molto lentamente, legge tutti i nomi <un cono tre gusti!> già si è lasciata andare, pensare che all’inizio si sentiva piena dopo il pranzo ed era pronta ad una coppetta piccola. La gola. Il discorso comunque continua mentre lei attende d’essere servita <pensi che il Dio possa c’entrare qualcosa con questa storia?> tutto finisce sempre lì nella sua testa, un vero e proprio chiodo fisso, sia per via dell’attacco di dieci anni fa sia a causa di quella visione di qualche mese prima, non riesce proprio a toglierselo dalla testa. La mano destra si alza, l’indice che punta verso il vetro <tre cioccolati> inizia semplicemente puntando verso quel gusto <fai doppio> ecco. Ora deve solo trovare qualcosa che l’ispiri abbastanza <e il limone!> che pessima decisione eppure ormai nessuno dovrebbe più sbalordirsi per le pessime scelte in fatto di alimentazione <comunque quell’Ekko lì è stato proprio una delusione, l’ho sollecitato ma è sparito comunque, qualcosa in contrario se trovo un motivo e lo arresto?> domanda con lo stesso tono tranquillo con cui ha ordinato del gelato. Insomma lui ha avuto un lavoro e non solo l’ha ignorata l’ha pure presa in giro, inutile sottolineare come sia infastidita e mediti una sua vendetta+

16:05 Nobu:
 Già, almeno uno sa che lo deve evitare o forse in generale dovrebbe evitarli tutti per evitare di incontrare la Doku in uno di quegli ambienti e probabilmente ricascarci o chi lo sa come può andare a finire, arduo deciderlo ora, sopratutto adesso che stava tornando a farsi i fatti suoi e a stare bene da solo. Non ha voglia di complicanze in realtà, non ha voglia di tornarci a stare sotto, a deprimersi e lo deve probabilmente a Saigo, alla casa che ha condiviso e al poter sorvegliare i suoi genitori per mettersi in pace lo spiritio e pian piano, come riempire una piscina con una goccia alla volta, cominciare a raccogliere il coraggio per presentarsi davanti a loro. La sinistra si allunga verso il proprio cappello, andando a levarselo così che quelle ciocche lunghe del caschetto ricadano sul viso... dovrebbe proprio spuntarli un pò, così come sfumarli di nuovo meglio sotto e ai lati, l'unica cosa ancora in ordine e pulita è la barba assente e le sopracciglia. < Già, non farmi ricordare quel costume che il tuo agente mi ha procurato che è meglio! Per non parlare di quei cosi molesti che ci hanno provato...> rabbrividisce al pensiero e anche per il freddo che fa in gelateria come è giusto che sia infondo se non si vuole avere una minestra di gelato! Ascolta la rosata, la guarda eccitarsi per quei gusto e lasciarsi prendere dalla gola. Tre cioccolati deve infatti essere proprio buono a dirla tutta, forse un pò troppo dolce per lui ma può capire come mai possa piacere a Saigo... peccato per la terza palla che stona totalmente con il resto! < Una coppetta piccola per me con crema e noci di macadamia il primo gusto, mentre il secondo.... > indeciso, guarda la vetrina e passeggia lungo tutta la lunghezza per decidere, fermandosi poi davanti a una fila < caramello salato. Mi mette anche dela panna sopra e una cialda? Grazie. > finisce a sua volta, non propriamente amante di dolci ma si lascia trascinare anche lui, magari ha bisogno di cambiare, visto che sta cambiando le sue abitudini alimentari stanco con la compagna di casa. Allunga i soldi necessari e infine prende la coppetta e il cucchiaino, portandosi un pò di panna alla bocca. Ingoia apprezzandone il sapore. < Vuoi assaggiare? > le chiede mentre si avvia fuori, aspettandola e, solo dopo essere fuori dal negozio, da soli, le risponde all'altra domanda che gli ha posto. < Non me lo devi chiedere, non siamo amici io ed Ekko, per quanto lui mi possa considerare tale o altro. Sta di fatto che non ha portato risultati quando richiesto ed è sospetto anche per questo motivo. Sentiti libera di farne ciò che vuoi! >

16:14 Saigo:
 Potremmo dire che il limone serve a contrastare il resto della dolcezza del gelato ma la realtà è che una scelta completamente casuale, fatta sulla base del gusto singolo e non dell’unione che poi avverrà nella sua bocca. Una prima leccata al limone. Acido. Gli occhi si chiudono qualche istante come colpita ed infastidita poi sorride. Un gusto particolare, l’acidità di solito non è ben vesti ma adora come il gelato stesso attenui la forza del limone subito dopo quella prima botta, la salivazione che aumenta e la prepara all’immensa e finita dolcezza dei tre cioccolati. Gira il cono e lecca anche quello. In estesi si ferma e prende del tempo per analizzare il momento imprimendoselo nella memoria <se le merita le recensioni> ammette lei semplicemente prima scuotere il capo <oh no grazie, già mi hai offerto questo> e alza appena la mano destra con il cono, così da mostrare appunto il gelato. Tornano ad incamminarsi e da adesso per lei inizierà una vera e propria corsa contro il tempo per evitare che si sciolga tutto e le cada per terra. Se fosse stata in un ambiente nascosto probabilmente avrebbe utilizzato un metodo funzionale per quanto poco ortodosso ma è in pubblico, eccola quindi coprirsi di una sicurezza non sua, lecca spesso la base del cono senza però dar l’impressione di aver fretta o di preoccuparsi della modifica da stato solido a liquido <tu vuoi assaggiare?> replica osservandolo qualche istante. Alterna continuamente i lati e resta sempre sulla base, raccogliendo così le goccioline e non destrutturando le palline, se lo mangiasse dall’alto quasi sicuramente lo farebbe cadere. Ad ogni modo la conversazione prosegue <per me è solo stupido> replica quindi tra una leccata e l’altra, come una vera signorina <ma sì potrei sostenere che sia sospetto> solo per ottenere i suoi scopi, per quella specie di vendetta <a tal proposito del giornalista si sa nulla? Sono due soggetti così inutili?> continua poco dopo. Non conosce Kazuma ma sa che era stato coinvolto anche lui nelle indagini

16:45 Nobu:
 Se lei rifiuta in maniera educata lui no, è intrigato sia dai tre cioccolati ma sopratutto da quanto possa essere brutta la combinazione di quei due gusti abbinati insieme tra di loro. Razionalmente sa che il limone va mangiato dopo per ripulirsi il palato ma se lo ha preso insieme ci saranno pezzi in cui i due gusti si sono mischiati no? Rabbrividisce al pensiero eppure si sente attratto da questo gusto ignoto che sa già in cuor suo essere pessimo! < Si grazie. > Le risponde, abbassandosi di nuovo per raggiungere l'altezza del suo cono, imitando quel gesto che se solo fossero persone maliziose, potrebbero vederci qualche messaggio intrinseco non voluto al di fuori di mangiarsi un semplice cono gelato! Tiene la coppetta nella destra mentre con la sinistra si tiene il cappello appunto per evitare che cada a terra. Inclina il capo di quarantecinque gradi e fa uscire la lingue, lunga e larga, con quello che è visibile come il foro di un piercing che non sta più portando ma che, fino a qualche tempo fa aveva, proprio li in mezzo alla lingua, dalle parti della punta. Assaggia e fa scorrere appena l'apparato , chiudendolo poi con quelle labbra scure, prendendo pure una punta di limone che gli fa stropicciare gli occhi e scuotere il capo. <Già, limone e cioccolato non è una combo che funziona! > dice tra se e se per poi scoppiare a ridere talmente stanno male insieme, prendendosi poi una cucchiaiata di panna dal suo gelato... il cucchiaino! Solo dopo lo realizza ma fa nulla, ormai ciò che è fatto è fatto, non ci ha pensato minimamente. Si rimette bene in piedi, guardandola di nuovo fare le sue cose per poi prendere un altro boccone, questa volta afferrando la cialda di waffle invece che il cucchiaino con la panna, dando un morso croccante. < Te l'ho detto, nulla di nulla. Si sono rivelati essere inutili appunto... forse dovremmo lasciar perdere questa pista per il momento. Se tanto non è successo niente e a conti fatti non abbiamo ricevuto nessun rapporto, vuol dire che forse non siamo in pericolo. > fa spallucce, chiedendo anche a lei così la sua opinione a riguardo. Torna a guardare la strada in realtà e dove sta camminando. < Ti dirò, preferirei formare una squadra per andare a ripulire l'aria circostante Kagegakure dai mostri. Dio o meno, odio il pensiero che ci abbia rubato la casa e che oltre a rintanarci qui non stiamo prendendo iniziativa per reclamare ciò che era nostro. >

20:44 Saigo:
 Quei due gusti forse staranno anche male insieme ma separati per lei restano i migliori. Un po’ come lei e Fuji, insieme sembra proprio che facciano schifo, sarebbe stato meglio stare separati. Ogni tanto torna a tormentarsi su quell’amicizia di cui sente svanire istante dopo istante la presenza, lui è l’unico, aveva giurato che ci sarebbe stato sempre eppure. L’ha baciata e poi è sparito. Inconsciamente quindi eccola fare scelto forse stupide, come i gusti di quel gelato, ma legata a quella situazione. Nobu il cioccolato, lei il Limone non dovrebbero mai avvicinarsi, un avvertimento a sé stessa, il tentativo ultimo per ricordarsi cosa succede ad avvicinarsi alle persone, gli amici sono inutili, i legami fanno solo male. Ridacchia però appena anche lui scoppia in una risata, perché lo fa? Non saprebbe nemmeno dire se ha finto solo per dovere o se è stata una risata sentita <già immagino dovremo trovare altri modi per stanarli> ammette continuando quella passeggiata e laccandosi il gelato. Tornando verso casa, la strada la sa già, si chiama memoria muscolare e lei non sta particolarmente attenta alle strade, fiduciosa che arriverà dove desiderato senza nemmeno accorgersene <fuori è pericoloso Nobu, dovremmo rifletterci bene e prepararci prima di uscire, non siamo che formiche per quelle bestie> sospira appena. Se le ricorda lei, il modo in cui ha perso tutti i suoi amici, tutti i suoi compagni, la mente viene invasa da quelle immagini mentre ostenta tranquillità, prova semplicemente a concentrarsi sul gelato, leccando ogni goccia e cercando di fingere che nulla la stia ferendo o spaventando a morte. Ha perso tutti, ha salvato Fuji ed ora anche lui se ne sta andando. Non ha più voglia di parlare <oh merda un casting!> ammette o finge. Si volta e rivolge a Nobu un gesto di saluto prima di cambiare strada, andare dal lato opposto ed allontanarsi con il suo gelato. Fa troppo male ora stare vicino a Nobu, ha troppa paura e non riesce a soffocare tutto, ha bisogno d’essere da sola, d’affogare e aspettare di morire prima di poter risalire a galla come corpo morto. Non può raccontare tutto, non può permettere che altri scorgano la disperazione in lei, la verità [end]

22:24 Nobu:
 È un po' il diktat, il motto della sua vita: seguire faccende, persone, fatti importanti che poi scemano fino a svanire nel nulla, rimanendo sempre con una sola cosa in mente: quel progresso personale sul suo cammino, quel nome abbandonato anni fa, quelle vicende che solo ora lo stanno portando a fare passi in avanti verso quella crescita. Pensava di non farcela da solo, chiedendo umilmente e in maniera umiliante aiuto alla Doku, in quella sera proprio nel palazzo di fronte a dove abita adesso, in quell’hotel, osservando i suoi genitori, mettendosi a nudo con la persona che reputava speciale, unica per lui. Pronto a prendersi tutto di lei e a darle tutto. Ha smesso di starci male in realtà, facile, bravo a dimenticare a differenza di Saigo. Forse si è reso conto che non vale la pena tenere tutto per se, che non è forte abbastanza per farlo: stringere e tenersi qualcuno vicino a tutti i costi. Un po' l’antitesi di quello che sta facendo Manami: tenersi stretta il ricordo di aver fallito in quelle relazioni. Un autolesionismo diverso, psichico a differenza del suo fisico. < O forse lasciar perdere per ora. Dovremmo riprendere in mano le indagini al massimo. Penso che abbiamo sbagliato a delegare troppo, a cercare di avere un ‘front end’ così incompetente. > risponde, alzando le spalle, ammettendo che è stato un errore da parte sua. Non percepisce il significato di quelle parole, non sa la storia di Saigo, come potrebbe quando i due sembrano attratti come da un magnetismo al quale, per ora, pare resistano e anche bene. Eseguono rivoluzioni uno attorno all’altra, con ellissi varie, tutti i loro discorsi sono quello infondo. Informazioni omesse dolorose, ciò che in realtà è importante ma per il momento non necessario da scoprire! La prende per quello che gli fa vedere: sta ridendo e così le risponde. < Beh, non ironicamente, sono pure io pericoloso! > commenta con fare ironico, sorridendole, abbassando lo sguardo mentre chiude quelle palpebre, sorridendo pure con gli occhi, azzurri. Infila le mani in tasca, vedendola poi andare via, quasi scappare. Alza le spallucce, lasciandola allontanarsi, non sospettando di nulla. Volta i tacchi, spostandosi proprio verso casa loro, si, ormai si sta riferendo a quell’attico con quel termine. [End]

Un gelato che diventa metafora delle loro vite.
Una conversazione per confrontarsi sulle indagini, sulla vita e su quelle amicizie che stanno perdendo lasciandosele passare attraverso le dita