{Medici} Curare la gente

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16:51 Reiji:
  [Ingresso] Giornata soleggiata in quel di Kagegakure, cosa che, in concomitanza con l' arrivo della stagione estiva oramai alle porte, contribuisce a rendere la giornata abbastanza calda, abbastanza perlomeno da obbligare il neo-Noribiki, talmente neo che fino all' altro giorno non ne aveva minimamente coscienza, ad indossare abiti piú leggeri per l'occasione. Indossa una semplice maglietta a maniche corte bianca e, sopra di questa, una camicia di un rosso scuro con le maniche arrotolate sin sopra l'avambraccio. Il resto del vestiario é completato da dei semplici jeans chiari ed un paio di scarpe da running nere e leggere, di quelle che sono piú tessuto che nemmeno pelle o plastica. Al solito, i capelli sono lasciati liberi di andare un po' dove gli pare e piace e l' espressione facciale é completamente neutra, troppo persino per un semplice passante, e di passanti, davanti all' Ospedale di Kusa, ovviamente ce ne sono una marea. Cammina con passo tranquillo verso l' ingresso, alzando giusto una volta il naso per controllare i piani piú alti della struttura ma senza soffermarvisi piú di tanto, occhi verdi che si spostano immediamente sull' entrata vera e propria, entrata che viene poi raggiunta in breve tempo grazie alle lunghe falcate di Perticone™. Non sapendo nemmeno da dove iniziare quel che vuole iniziare, ha pensato che il luogo piú logico da cui intraprendere la sua.. carriera parallela potesse essere solamente uno, ovvero l' Ospedale. É per questo che, una volta accertatosi di non star scavalcando nessuno, si avvicinerebbe al bancone della reception, cercando di attirare l' attenzione di chiunque possa trovarvi dietro. < Mi scusi, starei cercando del materiale informativo.. > In un un ospedale. Materiale informativo. In un ospedale. Viva la precisione.

Alto splende il sole nel distretto kusano, seppur volgente al tramonto nel giro di qualche altro giro d'orologio. L'interno dell'ospedale par al momento tranquillo, come il restante dei giorni privo delle guerre ch'hanno da sempre assediato le terre ninja. Nella hall, è presente qualche paziente in attesa di cure o di visite, ipoteticamente parlando codice giallo se non di meno. Niente di relativamente difficoltoso, difatti stanno cercando di risolvere caso per caso evitando corse inutili. L'avvicinamento al banco della reception avviene nella maniera più consona possibile, schivando giusto due persone presenti nei pressi, spostatisi a loro volta per permettere al ragazzo di porre il suo quesito. La ragazza oltre l'ovalizzato bancone solleva gl'occhietti dallo schermo del computer al quale sta lavorando. Sulla superficie di quel piano, il quale occupa un angolo della hall principale frontale all'ingresso, son presenti un dispenser col gel per le mani, un cestino con delle caramelle e qualche depliant. <Prego.> Pronuncia, abbassando gl'occhiali sulla punta del naso da brava segretaria - mastica anche fastidiosamente un chewing gum, sbattendo i denti. I capelli son raccolti in uno chignon sollevato sulla sommità del capo, lasciando soltanto due ciuffi frontali a scivolar ai lati del pallido ovale. Le iridi ambrate fissano l'interlocutore, in attesa probabilmente d'un'altra risposta o d'una specifica maggiore rispetto a quel che ha appena proferito. <Materiale informativo su cosa?> Lo squadra dalla testa ai piedi, apparentemente fastidiosa, aspettando soltanto un commento da parte di Reiji, frattempo che adocchia le pratiche sottostanti dandogli una svelta lettura. Al momento, pare che stia lavorando da sola. I medici e gli infermieri si spostano da un ambulatorio all'altro, prendendo un corridoio alla sua sinistra e chi alla sua destra che presumibilmente porteranno anche ai piani superiori od inferiori. [ Quest Chiusa ]

17:16 Reiji:
 L' Ospedale é esattamente come se lo ricorda: ci ha speso parecchio tempo dopo quel che é successo a suo padre adottivo, e per quanto possano cambiare alcune cose, gli ospedali, un po' come le scuole, in fondo in fondo rimangono sempre uguali. Segretaria infastidita, check, infermieri e dottori che vagano come api imbizzarrite, check. Gente che muore e che nasce da qualche parte, check pure quello, anche se non li vede: tanto si sa benissimo che negli ospedali funziona cosí. < Sí, ecco.. in realtá non so se il materiale informativo possa aiutarmi. > E dillo prima, no? Normalmente é una persona abbastanza spiccia e decisa, ma oggi sembra avere qualche tentennamento. Nervosismo per le rivelazioni riguardo ai Noribiki forse, o magari é semplicemente teso per il... primo giorno di scuola. < Sono un genin, e vorrei diventare un ninja medico. > Dice, piazzando gli occhi verdi su quelli della segretaria, improvvisamente piú dritto e deciso di soli pochi secondi prima. < Volevo sapere se c'é qualcuno di specifico a cui devo parlare, tutto qui. > Conclude, appoggiando entrambe le mani al tavolo per sporgersi appena in avanti, abbastanza da mettersi comodo, ma non abbastanza da andare ad infastidire la segretaria. Dopo qualche secondo lo sguardo vaga, forse per distrazione, forse per mera curiositá, andando a posarsi sulle figure degli infermieri e dei medici che imperversano per la Hall e per i corridoi.

Reiji titubante decide di fornire qualche altra informazione in più alla segretaria, la quale soppesa le parole altrui prima di rispondere. Deve trovare la spiegazione più veloce per finire prima quest'intrusione, così da tornare a quelle noiose pratiche che quanto meno le fanno passare il tempo fino alla fine del suo turno. Non intende portarsele a casa per finire, neanche per sogno. <Non forniamo materiale informativo come libri o enciclopedie per studiare. Esistono degli archivi e delle biblioteche nelle quali puoi recarti e chiedere informazione.> Specifica - appunto - in maniera del tutto spiccia, a momenti neanche mettendo le virgole o prendendosi delle pause tra una parola e l'altra. Con la dritta, solleva gli occhiali così da avvicinarli maggiormente al suo volto, guardandolo attraverso le lenti di questi ultimi. <Mh.> A proposito dell'ultima affermazione - intesa più come una domanda indiretta, alla fine - la donna sceglie d'allungare una mano sulla cornetta del telefono. La alza, digita un numero di chissà quale reparto. Dopo qualche squillo, risponde qualcuno dall'altro lato, ma la voce sarà ovattata e dunque non udibile dal neo-Noribiki. <Mi serve un medico alla Reception> Comincia col dire. <no no, non si è ferito nessuno, almeno credo. Sì sì, fammi parlare> Pare infervorarsi un pochino, forse non ama essere interrotta durante la sua chiacchierata più simile ad un monologo considerando la voglia che pare aver di vivere. <no, dice che vuole diventare medico. Quindi, mi servi tu.> Attimi di silenzi interrotti soltanto dal prorompere della segretaria dal volto paonazzo con quanto segue: <Col cavolo che mi mandi il Dottor Rasetsu, lascialo chiuso nel suo laboratorio altrimenti devo sentirmi pure le avances e sono già stanca di stare davanti ad un computer.> Borbotta infastidita, cercando quanto meno di tener un tono di voce basso onde evitare che altra gente nella hall sollevi il capo per ascoltare la conversazione con maggior interesse. Reiji la vedrà annuire un paio di volte, lanciandogli un'occhiata. <Immediatamente, grazie.> E riaggancia subito dopo, tornando a prestare completa attenzione al ragazzo dal crine corvino. Si schiarisce la voce, si prende il suo tempo. In fondo, ha già lavorato abbastanza, non è vero? <Arriva.> E dal corridoio, dei passi s'avvicinano. Insomma, il suo dovere quanto meno l'ha fatto. Non resta che attendere quel che verrà - o chi arriverà, in questo caso. [ Quest Chiusa ]

17:43 Reiji:
 E quando mai un luogo di studio fornisce materiale didattico aggratis? Probabilmente é anche per quello che ha cercato subito di correggere il tiro, ma la segretaria sembra essere sul piede di guerra e sicuramente non é una buona prima mossa cercare di farle saltare i nervi. E poi, si sa, in luoghi come gli ospedali, il personale di servizio bisogna sempre farselo amico. Proprio per questo motivo decide di rimanersene buono lí, ancora appoggiato al tavolo, mentre l'altra continua nella sua conversazione, che in effetti sembra essere piú un soliloquio che non un vero e proprio scambio di battute con qualcun altro. Che in realtá sia una paziente scappata da psichiatria e abbia deciso di fare le veci della vera segretaria per qualche ora? Non sarebbe completamente da escludere. Quando poi vengono menzionate le avances alla donna non puó fare a meno di alzare entrambe le sopracciglia con aria perplessa. Perdoniamolo, é ancora giovine e probabilmente l'ultima cosa a cui va a pensare sono le molestie sul lavoro. < No, nessun ferito. > Conferma, praticamente in un sussurro, mentre rialza la schiena e va ad infilare le mani nelle tasche. É piú per far finta di fare conversazione che non per partecipare attivamente a quel dibattito acceso, tant'é che maschera il suo parlato con una forte inspirazione nasale, come se dovesse stiracchiarsi o sbadigliare. < Grazie mille. > Concede, in ultimo, quando la segretaria conferma che qualcuno sta effettivamente arrivando per vederlo. Non resta che vedere a chi appartengono quei passi!

La signorina torna a lavorare alle sue pratiche. Ha fatto quel che doveva, quindi lo lascia amabilmente ad attendere l'arrivo d'un medico responsabile. Egli si presenta come un uomo sul metro e ottanta, seppur abbia la faccia d'un ragazzino a conti fatti. Difficile asserire se sia un ventenne o un trentenne, ma probabilmente a Reiji neanche interessa. Veste con un paio di pantaloni neri sorretti da una cintura d'egual cromia, assieme ad una camicia bianca ben abbottonata e stirata - anche il colletto è opportunamente ripiegato ai lati del collo. Attorno a questo, inoltre, pende un normalissimo stetoscopio che sicuramente utilizzerà durante le sue visite - da buon medico che si rispetti. Il camice bianco ordinario è lasciato aperto sul davanti. Le mani son infilate nelle tasche inferiori, mentre da quella superiore sbucano delle penne e delle matite assieme a un badge con appuntato il suo nome: Dottor Kenshi Kiyoku. La mascherina bianca gli pende dall'orecchio sinistro, rimossa poiché gironzolante per l'ospedale, altrimenti sempre posta sul volto del medico affinché possa operare senza problematica alcuna, nell'igiene che si rispetti per il paziente. Solleva una mano per infilar le dita nella chioma grigiastra, mentre gl'occhi chiari andrebbero immantinente alla ricerca di Reiji, scrutandolo dalla testa ai piedi. <Sei tu che cercavi una mano?> Bofonchia, portando la gemella fuori dalla tasca... staccata dal corpo. La agita davanti all'altro, poggiandogliela poi sulla spalla con l'ausilio della... mano buona. Insomma, una mano lava l'altra, hai presente? Sta di fatto che stiamo parlando di troppe mani e che, in realtà, nella destrorsa detiene quella che pare come una protesi - il peso infatti sarà abbastanza uguale a quello d'una umana, ma è intuibile sia artificiale. La manica della sinistra, invece, è priva di dita e nasconde il moncherino dell'arto altrimenti visibile. <Ecco a te!> Che simpatico. Mi ricorda qualcuno. <Dai, vieni> Ritirerebbe soltanto in un secondo momento la mano dalla sua spalla, attaccandosela di nuovo al corpo affinché possa muoverla come meglio preferisce. Gli volta le spalle, camminando a ritroso per il corridoio che ha appena percorso per raggiungerlo. <Ho un paziente da visitare> L'avvisa, giusto per fare conversazione - o forse c'è altro? <mi farebbe comodo un assistente> Aggiunge, adocchiando i dintorni e avventurandosi nelle profondità del corridoio, alla ricerca della stanza adeguata alle sue esigenze. <ma nel frattempo parlami di te. Io sono il dottor Kenshi.> Solare, abbastanza divertito dalla situazione venutasi a creare - la quale probabilmente è divertente soltanto per il sottoscritto. [ Dottor Kenshi: https://i.pinimg.com/236x/e1/21/f2/e121f21abe62af7830be64fa98bda3bd.jpg ][ Quest Chiusa ]

18:16 Reiji:
 Il dottor Kenshi pare essere suo coetaneo, o forse no. O forse sí. Difficile da dire, ma a conti fatti poco importa: é un medico, e tanto gli basta. Starebbe anche per rispondergli se non fosse che rimane leggermente interdetto dal fatto che si ritrova improvvisamente una mano su una spalla, e non nel senso normale, ovviamente. Lo sguardo si abbassa per qualche istante sulla protesi appoggiata al suo corpo, ma non sembra spaventato o turbato da quel che vede, solo... sorpreso? Al solito, difficile dirlo con la faccia da pesce lesso che si ritrova. < Uh, sí, sono io... mi chiamo Reiji Uhe... Reiji Noribiki. > Ovviamente no, non ha ancora fatto abitudine al fatto che il suo cognome adesso sia diverso. Senza spiccicare altra parola si mette a seguire il dottore in giro per il corridoio, rifilando ancora un paio d'occhiate alla protesi che a quanto pare sembra essergli di seconda natura. Un assistente? Di giá? Ma non é lí per imparare e per studiare? < Beh, uhm se... se pensa che sia il caso, certo, dó volentieri una mano. > Di nuovo il tono insicuro, va a sapere precisamente per quale motivo. Eppure il dottore, nonostante lo scherzone della mano fantasma, sembra essere un tipo tranquillo, quindi non dovrebbe avergli causato alcun tipo di nervosismo, no? < In realtá non c'é molto da dire.. sono diventato Genin da qualche tempo e ho sempre pensato che limitarsi a combattere é un po' uno spreco di Chakra, considerando che ci si possono fare anche cose decisamente piú.. costruttive, ecco. Mi piacerebbe poter aiutare i miei compagni di squadra, o comunque le persone in generale, imparando come sfruttare il Chakra a scopo curativo. Lo trovo affascinante. > Sciorina, mentre cammina al fianco del medico, continuando a gironzolare.

Emette un piccolo fischio d'approvazione nei confronti, piegando il capo affinché possa adocchiarlo da sopra la spalla. <Figata!> Esclama piacevolmente sorpreso, continuando a camminare per raggiungere la stanza 101. Bussa una singola volta, aspettando che possa entrare nella stanza. Nel frattempo, si preoccupa di ascoltare anche ciò che vien sciorinato fuori dalla voce del Noribiki. Annuisce di tanto in tanto, ragionando su cosa dire nei di lui confronti. <Facciamo che quest'oggi m'affiancherai nelle visite di routine. Sarà richiesto sicuramente l'utilizzo delle mani terapeutiche, ma ti insegnerò io come attivarle la prima volta.> Mentre dall'interno della stanza proviene un flebile: "Avanti!" e la porta vien aperta quel tanto che basta per permettere ad entrambi di svicolar all'interno della stanza. <Salveeee!> Esclama, allargando ambedue le braccia verso l'esterno. Rivolge soltanto un'ultima occhiata alla volta di Reiji con tanto d'occhiolino, cercando forse di metterlo a suo agio - per quanto possibile. Davanti a loro, la stanza è totalmente bianca con delle tendine blu a dividere i quattro lettini affinché i pazienti abbiano parte della loro privacy pur condividendo la stanza. Tuttavia, è soltanto uno il lettino attualmente occupato. Si tratta d'una ragazzina di circa dodici anni dai capelli rossi raccolti in due trecce lateralmente poste al capo, con tanto di frangetta e lentiggini sul naso. Gl'occhi verde acqua fissano il medico entrante nella stanza, al quale però rivolge soltanto un mezzo sorrisetto di cortesia, tornando a guardare fuori dalle finestre - esse son poste proprio dirimpetto alla porta d'ingresso. Vi è un carrellino con qualche attrezzo necessario alle cure: disinfettante, bende, guanti monouso, mascherine e quanto di più utile possa esservi per adoperare in maniera esemplare. Veste con una tunica ospedaliera a pallini rosa ed è facilmente intuibile cosa si sia fatta. Il braccio destro è fasciato da delle bende sporche perlopiù di sangue. <Ti si sono riaperti i punti, eh?> Domanda Kenshi verso la bambina, poggiando la mano artificiale sulla spalla più vicina del ragazzo che quest'oggi lo sta affiancando. <Lui si chiama Reiji, oggi ci aiuterà a curarti quella ferita.> Il tono è divenuto ovviamente più pacato, gentile, divertito nei confronti della ragazzina, cercando di trattarla sì da adulta, ma comunque in maniera consona all'età della paziente. Vuol trovare un cenno d'intesa con il Noribiki, conscio del suo desiderio di voler aiutare le persone. La rossa, dal canto proprio, si morde il labbro inferiore e guarda fuori dalla finestra, di nuovo, restando abbastanza taciturna. <Non devi fare sforzi finché la ferita non è guarita.> Asserisce, sedendosi sul bordo del lettino e allungando la mano buona alla di lei volta. <Mi dai il braccio?> Chiede ancora con gentilezza e sol quando quest'ultima l'avrà fatto, egli adocchia attentamente l'esterno delle bende prima di tornare sul tirocinante in erba - nel paese dell'Erba... niente, oggi sono triste. <Infila un paio di guanti> Indicandoglieli con un cenno del capo. <e andiamo a rimuovere queste bende.> Ovviamente, sarà Reiji a farlo - ha detto che vuol imparare, del resto, no? <Con delicatezza.> Sottolinea, seppur lo reputi abbastanza ovvio. [ Quest Chiusa ]

19:03 Reiji:
 Annuisce tranquillamente alle parole del dottor Kenshi. Dopotutto, non dovrebbe essere nulla di differente dall' imparare un nuovo jutsu, quindi non c'é motivo di impanicarsi. Certo, magari l'ideale sarebbe evitare di ammazzare qualcuno in un ospedale... ma quante volte é successo? Parecchie, probabilmente. Ma meglio non pensarci. < Ok. > Aggiunge, asciutto, continuando a seguire l'altro. Se il dottore é un tipo decisamente allegro, lui a confronto potrebbe tranquillamente essere una statua di sale, quindi, in un certo senso, sono due opposti decisamente buffi. Ora arriva la parte piú difficile... ovvero l'interazione con la paziente. Avanza dietro al dottoro con passo calmo, rivolgendo un leggero sorriso verso la piccola rossa stesa nel letto che non sembra essere particolarmente entusiasta della situazione - e chi la potrebbe biasimare, del resto ? -. < Ciao, piacere. > Aggiunge, cercando di essere il piú amichevole possibile. Quando il dottore gli indica di mettersi dei guanti provvede subito, annuendo e andando a prenderne un paio di quelli usa e getta da un dispenser messo sul carrellino lí vicino, avendo ben cura di spingerli a fondo tra le dita per evitare di avere un fastidioso effetto lumaca moscia. Si posiziona quindi tra dottore e ragazzina, annuendo verso il primo e spostando poi lo sguardo sulla seconda. < Ok, dimmi se ti faccio male, va bene? > Chiede, inarcando un sopracciglio e andando a tentare di rimuovere la clip che tiene ferma la bendatura ad un capo, muovendo le mani dalle dita sottili con una certa cura, partendo dal polso. < Posso chiederti come ti sei ferita? > Non -come ti sei fatta male-. Come il dottore, anche lui cerca di trattarla nella maniera piú adulta possibile.

Reiji indossa un paio di guanti monouso, in modo che possa operare sulla fasciatura della ragazza. Si muove in maniera tranquilla nei confronti della rossa, la quale storce di nuovo le labbra con evidente diffidenza nei confronti dell'improvvisato medico. Kenshi s'alza e s'allontana, tenendosi comunque nelle immediate vicinanze per poter seguire ogni mossa del ragazzo. Una volta rimosse le bende, gl'allunga un contenitore metallico nel quale poggiarle così da liberarsi immantinente le mani. Agli occhi del Noribiki, sarà evidente un taglio piuttosto profondo che lascerà una bella cicatrice nel tempo. Hanno provato a medicarla senza l'uso delle mani terapeutiche, il che è evidente, per tenere sotto controllo un'eventuale infezione - questo è meno chiaro per il corvino. Esce poco sangue poiché uno di quei punti è venuto via, rimasto per altro attaccato alla benda. <Abbiamo prima di tutto inserito dei punti per facilitare la chiusura della ferita e tenere uniti i lembi, evitando che prendesse un'infezione. Adesso, però, urge chiuderla del tutto, scongiurata l'ipotesi.> Si tratta di punti che cadranno da soli col tempo, pertanto si sofferma ancor una volta verso Reiji, rivolgendogli un sorrisetto sereno - vuol mettere a loro agio ambedue, sia il paziente che il tirocinante. <Hai attivato il Chakra?> Gli chiede per un attimo dubbioso, privo di capacità che possano lasciarglielo intuire da sé è dunque costretto a chiedere maggiori informazioni così da accertarsene subito dopo. La dodicenne, nel frattempo, parlotta a bassa voce nei confronti del Genin. "Un coltello." I bordi della ferita sono effettivamente congruenti con la versione altrui, mentre il volto del dottore s'incupisce per qualche istante, andando a sua volta a guardare fuori dalla finestra. In effetti, trattenere una quasi adolescente per un taglio del genere è particolare. Solitamente, si curano in ambulatorio con la richiesta di tornare dopo due giorni per il cambio delle bende e assicurarsi che la ferita guarisca come si deve. Onde evitare che quella cappa di negatività scenda ulteriormente sulla stanza 101, il dottore esordisce con un sorrisone a trentadue denti tirato probabilmente fuori dal suo miglior repertorio. <Allora! Adesso, il nostro dottor Reiji> Come suona bene, mh? <ti medicherà la ferita.> E' giunto il momento di dimostrare le sue abilità, ma non prima d'aver appunto attivato il Chakra come si deve - o dargli una risposta affermativa per la domanda che gl'ha rivolto poc'anzi. [ Quest Chiusa ]

19:44 Reiji:
 Di nuovo, annuisce alle parole del dottore mentre appoggia le bende sporche di sangue nel contenitore metallico che gli viene allungato da questi. Ha cura di non buttarle semplicemente via come se fossero una palla di carta straccia, ma anzi cerca di essere il piú ordinato possibile. Mentre Kenshi continua a parlare, gli occhi del ragazzo si soffermano sulla ferita per qualche istante e sembra rimuginare qualcosa, tanto che gli ci va un attimo per realizzare che gli é appena stato chiesto se ha il Chakra attivato oppure no. < Hm? > Replica, rialzando lo sguardo sul dottore. < No, provvedo subito. Ok, cerca di tenere il braccio il piú fermo possibile, mi raccomando. > L' ultima parte di frase la dice voltandosi verso la ragazzina, alla quale rivolge ancora un leggero sorriso. Non falso, non di circostanza, semplicemente molto leggero. Appoggia quel braccio esile sul bordo del latto, per poi andare a comporre il sigillo della capra con ambo le mani poste davanti a sé, all' altezza del busto. Il procedimento gli é oramai famigliare, ma questo non significa che richieda meno concentrazione: immagina quindi le sfere composte dalle due forze che compongono il Chakra, quella psichica e quella fisica, come due globi di luce biancastra, roteanti in direzione opposta, l' una all' altezza del capo, l' altra a quella dell' addome. Un filo caliginoso si dipana tra le due sfere, andando lentamente a giungersi al plesso solare e iniziando a condurle l'una verso l'altra, attraendole e forzandole a giungersi in una sola entitá. É in quel momento che andrebbe quindi ad avvertire il proprio Chakra fluire nel corpo, andando in qualche modo a risvegliargli i sensi e la muscolatura, rendendolo piú reattivo. < Ok, dovremmo esserci. > [ Attivazione Chakra 4/4 ]

Il nostro Noribiki attiva correttamente il Chakra sol dopo aver posato le bende ed il braccio della ragazzina in maniera del tutto delicata. Quest'ultima evita accuratamente d'osservar la ferita, il che potrebbe far intuire un terrore per il trauma subito o semplicemente paura alla vista del sangue - le teorie si rivelano essere anche fin troppe. Si limita ad un mero movimento del capo per annuire alla di lui volta. <Ora> Interviene di nuovo Kenshi, rivolgendo la propria attenzione al Genin. <devi generare un chakra differente dal normale. Si chiama Chakra medico, come ben saprai.> Inizia con la sua spiegazione, allungando le braccia e portando le mani una di fianco all'altra, appena flesse come a formar una cupola. Osservando attentamente Reiji potrà facilmente notare una patina verdognola che inizia a prendere forma, circondando completamente le mani dell'utilizzatore in questione. E' semplicemente una prova dimostrativa nei di lui confronti affinché comprenda come bisogna comportarsi e come capire se la tecnica si sia attivata. <E' come infondere la tua energia vitale all'interno del Chakra che ti scorre nel corpo, che di per sé è a sua volta formato dalla tua forza fisica e mentale> Dunque vitale al contempo. S'umetta le labbra, in attesa che questi possa prendere il suo tempo affinché si concentri a dovere, esattamente come fatto per il richiamo del Chakra di poc'anzi. <non porre le mani l'una sull'altra, tienile vicine così da coprire tutta la zona ferita. Non devi fare altro che infondere questo Chakra medico fuori dagli tsubo a ridosso della ferita, senza toccarla.> Deve dunque lasciare un minimo spazio tra la ferita e il proprio palmo per una corretta guarigione. La dodicenne si limita ad alternare lo sguardo tra l'uno e l'altro, apparentemente confusa. "E' per guarire la ferita, vero?", flebile la vocina che esce dalla sua bocca. E ci pensa Kenshi a replicare, allungando una mano sulla di lei testa, smuovendo le ciocche cremisi. <Certo. Non ti preoccupare.> Solo al termine s'è lasciato un po' andare trattandola come una bambina anziché un'adulta, ma che ci vogliamo fare? Il faccino spaventato è evidente, non poteva comportarsi in maniera differente. [ Quest Chiusa ]

20:16 Reiji:
 In un certo senso, dá speranza pensare che ci sia ancora qualcuno non abituato alla vista del sangue o che comunque trova fastidioso o persino doloroso vedere ferite del genere. Con la guerra, tutti quanti, chi piú, chi meno, si sono abituati a vedere cose ben peggiori. < Ok.. > Questa volta annuisce in maniera leggermente meno decisa, corrugando la fronte nel chiaro tentativo di concentrarsi per poter assimilare al meglio la spiegazione di Kenshi, che di per sé é anche abbastanza facile... e forse anche troppo. Storce leggermente il naso, come preso da prurito, poi annuisce di nuovo. < Ok, quindi richiede un controllo del Chakra non indifferente.. > Inspira profondamente dalle narici poi, con aria seria, riavvicina le mani al braccio della ragazzina. Sta giá per mettere le mani su di questo quando si ferma all' ultimo secondo, memore di quanto detto poco prima da Kenshi: basta imporre le mani ad una certa distanza dalla ferita, nessun bisogno di premerci sopra. Relax. Espira, aprendo entrambe le mani e tenendo i palmi diretti verso il taglio sul braccio, cercando di coprirlo il piú possibile. É in quel momento che cerca di fare quanto insegnato da Kenshi: al suo Chakra, giá formato, cerca di aggiungere la propria linfa vitale, la scintilla che é vita, e non solo energia fisica, immaginando quell' aura verdognola che ha ricoperto le mani del dottore poc' anzi essere rilasciata in ondate dal centro del suo corpo, cosí da poterla plasmare e modellare per farla confluire verso le mani, dai cui tsubo andrebbe cosí a tentare di farla fuoriuscire, emettendo cosí il Chakra medico verso la ferita della ragazzina [ Chakra ON ]

Il Noribiki, anche questa volta, riesce ad attivare correttamente il Chakra medico. Le sue mani si ritroveranno ad essere completamente ammantate d'un alone verdognolo. Nel momento in cui i di lui palmi vanno a portarsi in prossimità della ferita, può notare il Chakra iniziare a fare il suo corso. La ferita va via via rimarginandosi, iniziando appunto a chiudersi. Grazie anche ai punti avuti in precedenza, non è difficile risanare le ultime cellule. Ovviamente, bisogna proseguire ancora un po', adoperando un consumo di Chakra non indifferente per un Genin. La ragazzina, finalmente, decide d'abbassare lo sguardo verso il di lei braccio, sostenendo la visione di quel taglio adornato dalla luce del Chakra medico. Socchiude appena la boccuccia, come se per lei tutto sembrasse particolarmente magico. Non ha certo mai avuto a che fare con cure simili, ma col mondo ninja sicuramente sì, seppur durante l'ultima guerra non avesse altro che due anni. <Ottimo.> Pronuncia invece Kenshi, adocchiando sia l'uno che l'altra, tenendo sotto stretta sorveglianza la situazione. <Direi che sei portato. Quindi, da domani mi affiancherai durante le visite di routine. Ti permetterò d'esercitarti un po' di più con le mani terapeutiche.> Gli spiega con un sorrisone altrettanto cordiale, con cui cerca di strapparne uno anche alla fanciulla, la quale di rimando incurva appena le labbra. E' bene quel che finisce bene, no? Reiji, al termine di questa visita, sarà libero d'andare qualora non abbia altre domande e preferisca così. Altrimenti, non gli verrà in alcun modo vietato di rimanere per seguire il dottore durante le successive visite. [ Ricordati di scalare il Chakra, 5 ad attivazione + 1 a turno ][ END AMBIENT - End non obbligatoria ]

Reiji si reca all'ospedale di Kusa per chiedere di diventare ninja medico.
Viene affiancato al dottor Kenshi per le cura d'una dodicenne avente una ferita d'arma taglio sul braccio.

L'aria si fa pesante, potrebbe essere successo qualcosa di più (spunto espandibile a discrezione del player).
Reiji comunque riesce ad adoperare le mani terapeutiche e a curare la ferita, entrando ufficialmente come tirocinante nell'organizzazione dei medici.


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