La luna brilla alta nel quartiere dello spettacolo, in quel di Konoha, in netta contrapposizione con il quartiere a luci rosse nel distretto di Kusa (d'altro canto, il Villaggio dell'Erba è sempre stato un bordello, in fin dei conti). Un brivido percorre la schiena dei tre avventurieri nel momento in cui Mattyse pronuncia quella frase celebre che tutto l'Ochaya ha imparato a conoscere. La vecchia Ochaya. Nei pressi del locale, è possibile intravedere una locandina divenuta abbastanza famosa nel quartiere notturno. Il volantino è d'uno sgargiante color viola con una palla da discoteca disegnata al centro. Delle ombre sottostanti emulano gente intenta a ballare. Come volantino è molto basilare, i caratteri son ben estesi e leggibili. Il marchio distintivo del locale è posto come sfondo del nome Ochaya. Vi sono anche delle scritte ma occorre avvicinarsi per leggere bene quel che vi hanno impresso tramite una stampante. Essi si trovano a circa cinque metri di distanza dall'hotel, sbucando da un vicoletto che dà immediatamente sull'ingresso del suddetto, dall'altro lato della strada. Le vie pullulano di gente per via dell'orario serale e molti preferiscono però dirigersi alla volta dei ristoranti, dei bar o del chiosco di Ichiraku non molto distante. I vari uffici ivi presenti hanno ormai chiuso baracca e burattini, eccezion fatta per alcuni talk show della seconda e prima serata che stanno iniziando a preparare la loro scaletta. Alcune luci negli alti grattacieli, infatti, son ancor accese ma risulta impossibile veder cosa v'è al suo interno. Il portone sembra blindato, dunque abbastanza spesso in netta contrapposizione a quello che s'oserebbe pensare d'un bar... anche perché fa pure da Hotel, come ha potuto ben notare Mattyse ch'è pure l'unico conoscitore del luogo. Il suo nome è The Crow - Il Corvo come rappresentato dall'insegna nera rettangolare con un corvo appollaiato sull'angolo in alto a sinistra della stessa insegna. Le luci al suo interno son ovviamente accese, stessa cosa per alcune al piano superiore laddove vi son delle stanze. Altre abitazioni ne circondano la struttura. In mattoni scuri, rivaleggia con le altre per via dello spicco dettato proprio da questa colorazione in contrapposizione alle altre tendenti al panna, al bianco, al giallognolo o all'arancio. [ CHIUSA - Turni liberi ][ Siete pregati di contattare il master SOLO per domande INERENTI all'ESITO, altre domande verranno cestinate. ]
D'un tratto in mezzo alla folla, possono udire un uomo intonare una cantilena. <Pveeegateeeh> Continua ad incalzare sempre più arrivando quasi ad urlare. <Pveeegateeeeeh, folli!> Arrivando infine ad una vera e propria azione molesta che, per quanto fastidiosa purtroppo, è legale. Qualora vogliano girarsi verso l'individuo, sarà per loro facile notare questo signore barbuto abbastanza alto, il volto segnato comunque da una certa età, un semplice saio avvolgere le sue membra e piedi scalzi. Non sembra sia un "barbone" sporco, quanto più una sorta di fedele pastore in cerca di un gregge. In mezzo alla folla, continue sono le urla che inneggiano a delle possibili fini del mondo e catastrofi. <Sciocchi, inginocchiatevi d'innanzi ai Kami, poiché un giorno essi verranno per giudicarci!> Inizia a far svolazzare per la strada volantini da distribuire anche ai meno interessati. Che vogliano o meno interagire, presto o tardi i suoi passi lo porteranno fuori dal vostro raggio visivo, un semplice pazzo della fede o qualcosa del genere. I volantini rappresentano una figura illuminata dalla luce divina con una consueta scritta simile a quelle appena enunciate: "La fine del mondo è vicina, inginocchiatevi ai Kami". Il tutto sotto quell'altro volantino citato poc'anzi che inneggia all'inaugurazione d'un nightclub dal nome che attirerà ovviamente le attenzioni di Mattyse. Un nome a lui fin troppo conosciuto, dove ha perso un occhio in una cruenta battaglia all'ultimo sangue - o all'ultima palla di fuoco. Tutt'e tre riescono ad attivare correttamente il loro Chakra, senz'alcun problema evidente. Va da sé che le movenze spettano a loro, così come qualunque altra decisione scelgano di prendere sui soprannomi da utilizzare, sui volti da nascondere e quel che loro meglio concerne per questa "missione". Chiamiamola così. E' più una raccolta d'informazioni. [ CHIUSA - Turni liberi ][ Siete pregati di contattare il master SOLO per domande INERENTI all'ESITO, altre domande verranno cestinate. ]
[ EKKO ]: Una risata bassa e greve alla proposta avanzata da Dyacon sul fedele. < Come no. Abbiamo proprio bisogno di un ceppo a cui dare fuoco. Sarà la nostra luce divina. BWAH-AH! > sogghigna, torbido, soffiand quell'ilarità con fare molto più cupo, nero si potrebbe dire. < Da Kami a Kamaboom. Buona questa, Sabbio-San. > trovando divertente quel gioco di parole suggerito dal manipolatore della sabbia. Successivamente, prosegue oltre, accedendo al locale. Si guarda attorno, esaminando il posto presso il quale si ritrova, poco dopo che Mattyse, che l'ha preceduto, ma prima del Sabaku, che si ricongiunge a loro subito dopo aver raccattato quei vari cartigli. Dopo aver CERCATO DI prendere coscienza dell'interno, TENTA DI ESAMINARE magari il mobilio, la sistemazione dell'arredamento, vedendo se fosse possibile notare e cogliere qualcosa magari di più interessante, o insolito, che potesse accendere la curiosità di carattere investigativa. Dà una certa importanza all'ambiente, PROVANDO A studiarlo, in una ricognizione abbastanza attenta, seppure CERCANDO DI mostrare un certo assetto di noncuranza, di tranquillità, un atteggiamento disinvolto, di chi è curioso. < Mh? > focalizzandosi, infine, sull'uomo dietro il Desk principale che li intercetta, accogliendoli. < Mah, in futuro, perché no. Mica male, come posto. Mi piace, sì. A voi, ragazzi? Non è una bomba? > c'è della sagace ironia in quella domanda, perlopiù retorica, lanciata all'insegna degli altri due. Lascia, comunque, la prerogativa al Senju di continuare, essendo il loro leader in quella circostanza, formalmente quello più informato sull'obiettivo che si intende raggiungere. Si limita, perciò, ad un'operazione di supporto ed affiancamento. < Tanto offre Sabbio-San. Vero? > una nota di intesa al dinamitardo, più con fare ironico. E' un modo come un altro per cercare di sembrare del tutto disinvolto, non rigido: insomma, normalissimo. Infatti, annuisce nel sentire le ultime del Senju, a rafforzare maggiormente -e senza parlargli sopra- quelle frasi, in una nota accondiscendente prevalentemente gestuale. Chakra impastato, quindi carico a molla, pronto ad ogni eventualità. {Chakra ON}{Occhiali monolente}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
[ ESITO ] § Mi chiedo dove abbiano trovato Ekko, per quale motivo l’abbiano portato assieme a loro. E’ come quando trovi una sorpresa schifosa in un pacco di patatine. Vorresti sbarazzartene il prima possibile, ma a quanto pare è utile a qualcosa – sperando non si tratti soltanto di rompere le scatole come sta facendo in questo chiaro contesto. Una volta entrati nel locale, la figura del bianco sarebbe la prima a muoversi in direzione del bancone. Vi s’avvicina con tutta la calma del mondo, facendo difatti sembrare come se avesse le migliori intenzioni del mondo. La domanda che rivolge all’uomo dai baffi all’insù fa sì che quest’ultimo soppesi quanto meno le di lui parole prima di dargli un’effettiva risposta. <L’alcolico più forte che abbiamo?> Domanda con far pensieroso, voltandosi a tre quarti verso la vetrata alle sue spalle, in modo che non dia mai completamente queste ultime agli ospiti: sarebbe una scortesia. Soppesa con attenzione le bottiglie esposte, allungando la mandritta per afferrare una bottiglia contenente del liquido trasparente, neppur fosse acqua. Prima che si giri, Mattyse avrà la possibilità d’estrarre quella carta bomba senza problemi, tenendo conto del bancone che lo divide dall’uomo. Deve far particolare attenzione alla vista altrui, giacché potrebbe risultar un problema qualora lo scoprisse (Tira un D10 – Fortuna). La dritta dell’uomo è poggiata attorno al collo della bottiglia, mentre la gemella giace sulla base così da sorreggerla e mostrare ai tre ospiti l’etichetta raffigurante, in kanji, il nome del liquore. <Questo è uno Shochu invecchiato vent’anni> Si tratta d’un gin o d’un whiskey, sono molto simili tra di loro. <un gin prodotto tramite lo zucchero di canna.> Specifica in loro direzione con il far di chi pare saperne davvero molto in merito. Poggia il liquore sul bancone, preoccupandosi di portar innanzi a loro dapprima tre bicchierini da shot. <Ad onor del vero, questo liquore viene solitamente diluito con acqua, succo di frutta oppure con altre bevande.> Spiega loro, comportandosi da degno gentleman, oltre che da impiegato modello all’interno di quell’hotel che funge anche da bar. <Difatti, prende il nome di Chuhai quando è mescolato con soda e limone oppure Oolong Chahai se il distillato è diluito con il tè semi ossidato Oolong.> Continua la sua spiegazione, iniziando lentamente a servirlo in quei bicchierini, dimostrandosi persino un barman modello. <Tuttavia, seppur non si tratti d’un distillato di patate, ve lo consiglio comunque on the rocks. Sono curioso di vedere come ve la cavate.> Sta proponendo una… sfida alcolica? A proposito dei quesiti che il Senjuu gl’ha rivolto, l’uomo decide di rispondere dopo aver versato quel forte alcolico, spingendo delicatamente i bicchierini verso di loro – uno a testa. Poggia la bottiglia nelle sue vicinanze, qualora ne volessero dell’altro. <Oh, come dimenticare l’uomo che m’ha fruttato un sacco di ryo soltanto per delle domande!> Esclama, lisciandosi delicatamente il baffo arricciato con una conseguente risata. Impossibile dimenticare chi ti paga così profumatamente, vero? <Se non sbaglio, dovrei avere ancora dei volantini qui in giro.> Bofonchia, aggirando il bancone e raggiungendo l’angolo più limitrofo d’esso. E’ circolare ed una parte è formata dall’ala adibita a bar – l’altra dal computer e i vari inserti necessari a rendere quel locale anche un hotel, come avevamo accennato precedentemente. Si perde per un attimo a qualche metro da loro, cercando tra le scartoffie senza mai rivolgere completamente le spalle ai suoi cari ospiti. <Eccolo!> Lo sventola. E’ esattamente quello che Dyacon ha raccolto fuori dal locale, raffigurante una palla da discoteca ed una scritta recitante. <Proverete su di voi l'ebbrezza dello show? Resisterete sino a fine serata o vi ridurrete uno straccio ben prima? Graziatevi con il nostro spettacolo notturno e la special guest di quest'evento! Tutto quello di cui avete bisogno è il dress code: giallo! Tutto quello che i vostri occhi desiderano: vi aspettiamo all'Ochaya - nightclub!> Incuriosito, storce appena il muso. Riporta immantinente gl'occhi sul bianco, soffermandosi sulla di lui espressione e le cicatrici che porta addosso. <Facciamo così. Questa volta, una domanda per una domanda. Non chiederò un compenso, ma risponderai alle domande che ti faccio, mh?> S'avvicina di nuovo a loro, poggiando un braccio sul bancone, in attesa che loro possano bere quel distillato mentre lui è intento a dare spiegazioni. <Guarda, qui ti viene dato l'indirizzo al quartiere notturno. La parola d'ordine purtroppo non la conosco neppure io, ma - leggi, leggi! Dice che è contenuta nel volantino.> Tamburella con l'indice precisamente sulla scritta recante su d'esso, avvicinandoglielo con pacatezza ed un sorrisone che gl'arrossisce le guance. Per quanto riguarda le ricerche visive d'Ekko e Dyacon, le quali appariranno come delle occhiate incuriosite - in fondo, è la prima volta che si fanno vivi nel Corvo, essi potranno notare delle telecamere a circuito chiuso in più di qualche angolo: puntano il bancone dove si trovano loro, la porta d'ingresso, le scalinate da anche diverse angolazioni. Seduti a qualche tavolino, la gente consuma in silenzio l'alcolico. Qualcuno dormicchia. Altri guardano la televisione a volume bassissimo per non disturbare gli altri. Qualche passo proviene dal piano superiore. E' tutto abbastanza tranquillo, per il momento. Pochi avventori al bar. Sicuramente, viene sfruttato ben più come hotel. A voi proseguire! 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[ EKKO ]: Le pupille indugiano sulle telecamere, spostandosi all'interno delle orbite, lanciando quelle occhiate in modo il più possibile discreto (tentativo di dissimulazione), così da restare sciolto e disinvolto, frattanto prosegue nell'esaminare il luogo. Si accosta al banco, lateralmente a Mattyse, e dal lato opposto a Dyacon, di modo da non sovrapporsi a nessuno, e mantenere tipo una linea ipotetica, costituita dai due bianchi e la propria figura. Guarda l'operatore del Corvo mettersi a lavoro, sfoggiando sia delle doti che delle nozioni da barman provetto. < Sembra roba davvero di una certa importanza. > quasi come se stesse andando a riprendere le parole pronunciate riservatamente dallo stesso Sabaku, in conciliazione con quelle del Senju, in riferimento alla bevanda in questo caso che l'uomo la propone a loro. La sfida alcolica la incassa subito, e non si fa di certo problemi a farsi avanti. < Hai trovato pane per i tuoi denti, zio. A me ed ai fratelli tra poco non ci stendono manco le femmine quando ci vengono sopra. Ah! > commento sardonico, pronunciato bonariamente, sempre in quella lettura comportamentale che vuole cercare di dare l'impressione di essere lì con le migliori e più tranquille delle intenzioni, oltre alle maniere chiaramente alla mano, quasi interpretando il ruolo tipico del Nigga di quartiere. < Tra l'altro, mi sembra proprio un ottimo posto semmai si volessero passare dei soggiorni appaganti. > il vecchio metodo del bastone e della carota, atteggiamento magari un po' old school, un concetto più tosto affiancato poco dopo da uno morbido. Occhieggia il bicchierino che gli viene porto, annusandolo anche, sia per saggiare effettivamente la fragranza che si eleva da quella bevanda, sia anche per cercare di rendersi conto, qualora fosse stato capace, di analizzare con l'olfatto eventuali olezzi sospetti. Non si intromette tra le conversazioni che il bombarolo e il signore dell'accoglienza (PNG) scambiano tra loro, lasciando che sia prevalentemente il Kanishiro a condurre le indagini, così come intende rendersi conto di cosa voglia effettivamente creare il terrorista in questa circostanza, ma soprattutto a seguito delle riproposizioni dell'interlocutore dal baffo smagliante e le gestualità compiute dal Manipolatore del Legno, ammesso lo stesso Bronzo Kumese possa accorgersi di qualcosa di quelle azioni. < Dress Code giallo. Beh, insomma: se dovesse andarci male, almeno potremo attirare i moscerini... > ironica battuta quella del paroliere di colore. Si focalizzerà infine sulla sollecitazione di leggere approfonditamente la reclama cartacea, per tentare di studiarne eventuali particolarità e dettagli. Increspa le labbra, meditabondo, così come inarca un sopracciglio. < Mh. > infine, un'aria piuttosto ferma. < ... > respiro lungo, quasi come se fosse liberatorio quel soffio disperso nell'aere circostante. Tace. Un lieve cenno del capo verso i due, in una sorta di comunicazione tacita d'intesa. Forse, può aver colto qualcosa, il Boogie-Black: Mattyse suggerisce anch'egli una interpretazione, sui cui resta muto a ponderare. Per ora, null'altro che considerazioni, analisi riflessive, valutazioni generiche, seppure accorte. {Chakra ON}{Occhiali monolente}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
[ ESITO ]: L’uomo si limita a fare spallucce quando il Senjuu gli rivolge quella domanda retorica. <Così m’avete chiesto.> Rivolgendosi immantinente al trio appena presentatosi. A proposito del volantino, le domande da poter fare sono molte, ma al tempo stesso la risposta da dare potrebbe anche non esistere. Il bianco ipotizza delle soluzioni alle quali il Corvo si stringe di nuovo nelle spalle. <Occhi potrebbe essere la risposta adatta> Professa, piegando il capo da un lato e facendosi pensieroso. Non che gl’interessi alla fine, non è lui quello che deve andare in un nightclub al cui ingresso richiedono una parola d’ordine – che sia, poi, soltanto per far scena o per far entrare determinata clientela? Difficile a dirsi, ma è complicata anche l’idea di far acceder soltanto alcune persone. <così come anche giallo. Qui dice ch’è soltanto scritta nel volantino, quindi potrebbe anche essere una parola sulla trentina che hanno stampato.> Non riuscirebbe a dargli nessun altro aiuto concreto, quindi si limita ad agguantar un altro piccolo bicchiere da shot. Rivolge un’occhiata agli astanti, con la bottiglia dello Shochu nella mandritta. <Posso accompagnarvi nella bevuta?> Come al solito, si tratta di mera cortesia per gl’ospiti, dimostrandosi gentile, educato e soprattutto un ottimo barman oltre che proprietario di quella ch’è la sua attività. Qualora la risposta giunta da questi sia affermativa, versa il quantitativo adatto nel cristallo. Sol dopo, sollevandolo con la mancina mostra loro un brindisi, gettandolo giù in un sorso solo: hanno davanti anche un abile bevitore, a quanto pare. Alla controproposta che gli viene propinata, l’uomo si trova d’accordo. D’altronde, una domanda l’aveva già in testa – tanto vale porgliela. <Mi chiedevo come mai fosse così interessato a questo nightclub.> Una domanda come un’altra, alla fine, priva di chissà quale doppio fine. Son qui per dialogare – il Corvo lo fa dimostrandosi affabile. S’umetta le labbra con la punta della lingua, mostrandogli persino un sorrisetto di cortesia, aspettando una risposta. Ma adesso concentriamoci anche sugl’altri due avventori. Rivolgendosi ad Ekko che si dimostra quello più interessato alle stanze e ad un ipotetico soggiorno, incapace di farsi scappare dei clienti da sotto il naso, egli si premura di dargli una risposta adeguata. <Se vuole, posso farle vedere la nostra suite all’ultimo piano. Ha una visuale del quartiere dello spettacolo e del centro di Kagegakure sull’orizzonte invidiabile.> Questo secondo lui, ovviamente. <Qualora voglia una stanza, posso farle un prezzo amico.> Con tanto di strizzata d’occhi. Mica scemo, ovviamente. D’altro canto, a lui non interessa cosa vada a farci nella stanza – potrebbe anche restarci per una notte soltanto: l’importante è il fatturato, il guadagno che ne ricava e la possibilità che quel cliente, la volta successiva, possa tornare ancora una volta a soggiornare in quell’hotel. La di lui attenzione vien perlopiù rivolta poi alle parole che sente dal Sabaku. Questo gli pone delle domande a proposito delle telecamere. Il Corvo rivolge soltanto un’occhiata nei dintorni, giusto per alludere a quelle ultime. <Dipende quanto tempo è stato da noi, signore> Gesticolando appena con la mancina. Si fa pensieroso per un momento, salvo poi tornare immantinente a focalizzar l’attenzione su Dyacon. <non ricordo sinceramente il suo volto e sa, io ho davvero una grande memoria. E’ in realtà una patologia che si chiama ipertimesia.> Per chi lavora all’interno di quella struttura, rammentare a menadito tutti i volti, tutte le persone, tutti gl’importi è sicuramente una gran cosa. Letteralmente, è per lui impossibile dimenticare ciò che ha visto in passato. Tuttavia, non pare nutrire ancor alcun dubbio nei loro confronti. <Ma non voglio ammorbarvi con simili aneddoti.> Arricciando le sopracciglia e lisciandosi con un lento movimento della mano il baffo sinistro. Si schiarisce la voce. <Sta di fatto che sono purtroppo necessarie. Come in qualunque attività, mi consentono d’avere prove nel caso in cui succeda qualcosa.> Trattando della parte legale del contesto. Gli sfila dalle labbra una risata contenuta quand’ecco che la preoccupazione del Sabaku vien fuori a proposito della plausibile presenza delle telecamere anche nelle stanze. <Assolutamente no, ma ce ne sono nei corridoi.> Nelle stanze, si tratterebbe di violazione della privacy, ovviamente. Ebbene... la palla torna al magico trio. Cosa vogliamo fare, signori? V'occorrono altre informazioni per davvero? [ CHIUSA - Turni liberi ][ Siete pregati di contattare il master SOLO per domande INERENTI all'ESITO, altre domande verranno cestinate. ]
[ EKKO ]: Un’occhiata Dyacon, lasciandosi sfuggire una risatina abbastanza sincera nell’essere divertita. < Che c’è, broh? Hai paura che ti riprendano mentre tiri fuori il leone? Magari sembra pure più grande! AH-AH! > battuta spontanea quella che gli viene fuori, probabilmente più trasparente di così non può essere, giacché non starebbe fingendo affatto nel trovare quella parentesi alquanto comica. Senza perdersi troppo, ma nemmeno si nega di trovare dei momenti positivi in quella circostanza. Le pupille tornano sull’Addetto del Corvo, ascoltando le di lui favelle. All’invito di unirsi a loro, accompagnandoli nel bere, annuisce, accomodante. < Certamente. Voi siete il padrone, capo. Solo un piacere condividere questa gentilezza. > asserisce lui. Se Mattyse non beve, lui invece lo fa, sintonizzandosi al Sabaku con l’intento di entrare in empatia col soggetto puntato, ovvero il vecchio in questione; altresì, dovrebbe avere una buona robustezza per poter almeno resistere ad uno shot. < Dice bene il mio compare. Convengo. > sulla scelta del Sochu, il quale, malgrado tutto, non sembra dispiacergli davvero. Le parole dell’Operatore lo interessano. < Ah, buono a sapersi. Mah, sì, perché no: un giro a guardare la stanza, se non vi è troppo disturbo, me lo farei volentieri. Appena avete finito con il fratello bianco, naturalmente. > che l’altro sembra essere entusiasta dalla possibilità di aver attirato della clientela nuova, perciò perché deludere le sue aspettative, rischiando di renderlo ostile, temendo di stare perdendo tempo? No, meglio essere propositivo, pro-attivo; e poi, tutto sommato, può davvero tornargli utile. Sulla storia del volantino e della parola, assottiglia appena gli occhi, facendosi meditabondo. Un’idea lui se l’è fatta: malgrado ciò, tuttavia, non si nega di ascoltare l’opinione altrui, ed aggiungere ulteriori elementi per una completa valutazione. Trattenendo quei ragionamenti a sé attraverso un silenzio morigerato, passa oltre, visto che i discorsi fanno per scorrere altrettanto. Lascia al Kanishiro tutta la digressione, restando completamente muto per quanto riguarda la balla sparata proprio dal manipolatore del legno. La visuale vira sull’interlocutore, soppesandone le mimiche, mantenendo un piglio alquanto asettico. Dopo un po’, spezza il proprio silenzio, giusto pe non sembrare troppo teso o sospetto. < Mah, a me interessava provare a vedere se hanno bisogno di qualche guardaspalle. Sono giovane, ho due belle spalle larghe, mi piacciono le feste. Poi, sembra proprio un gran bel posto dove poter lavorare; magari pagano bene. > e la butta lì così, cercando di giocare la sua carta, quella di tentare di informarsi/sondare il terreno sull’eventualità di potersi infiltrare all’interno dell’organizzazione entrando a lavorarci. S’arresta dall’aggiungere altro, attendendo perciò con piglio piuttosto placido, compassato, provando quindi a mantenere una certa calma nell’intervenire in quei discorsi, per apparire e ostentare il più possibile disinvoltura. {Chakra ON}{Occhiali monolente}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}
[ ESITO ]: Oh, e come sarebbe possibile dimenticare il famosissimo Jinto Oboro – capo della Yakuza? Il nostro Senjuu è in vena di tirar fuori chiacchiere che non hanno né capo né coda, bugie che soltanto uno come lui – con tutte le informazioni in suo possesso – sarebbe riuscito ad ottenere e a formulare in tal senso. Si presenta, dunque, come Kyofu Oboro, figlio di Jinto Oboro agli occhi super attenti d’un Corvo per il quale risulta essere difficile dimenticare particolari dettagli – soprattutto i volti. In un primo momento, si limita ad annuire, prendendo in esame ogni singola parola che proviene dalle labbra di costui. Tutto sommato, ha risposto alla domanda che gli ha fatto in precedenza, addirittura esagerando con una spiegazione che potrebbe tutto sommato reggere. Si china appena in avanti il signorotto dal baffo incurvato all’insù, posando dapprima gl’occhi sul bicchiere ormai vuoto dal quale ha poc’anzi bevuto. Ascolta con interesse, annuendo di tanto in tanto col capo, la storia narrata dal Senjuu. <Quel che posso dirti è che la titolare è mamma d’una bambina.> Si stringe nelle spalle, riportando l’attenzione sull’interlocutore che gl’ha posto queste richieste finora e che s’è presentato con un nome legato ad un altro sicuramente conosciuto. <Potrebbe anche non trattarsi della stessa persona.> Mette immediatamente le mani avanti poiché non vuole avere alcuna ripercussione in merito. Gli sta elargendo delle informazioni delle quali potrebbe avere effettivamente bisogno, ma pone anche delle ovvie precisazioni: potrebbe sbagliarsi e potrebbe anche non trattarsi della stessa persona alla quale Kyofu e compagni sono interessati. <Ad ogni modo, piacere di conoscerti, Kyofu. Il mio nome d’arte è Corvo.> Piega l’arto mancino davanti al busto, inclinando poi quest’ultimo innanzi in un inchino di cortesia – da bravo gentiluomo qual è. Non si scompone innanzi a quant’accaduto all’Ochaya dieci anni prima, apparentemente pare non conoscerlo o comunque non interessarsi affatto alla vicenda narrata. <A breve, dovrebbero arrivarmi dei clienti per un check-in, ragion per cui converrebbe fare in fretta.> All’indirizzo di Ekko, fa presente anche agli altri presenti che i convenevoli stanno per terminare e che deve tornare necessariamente al suo lavoro. Lo fa in maniera del tutto garbata, è ovvio, tuttavia deve renderglielo noto per evitare malintesi. <Al momento, lavoro da solo.> Sempre rivolgendosi al giovane di colore. <Se vuoi, mi servirebbe un aiuto coi rifornimenti. Sempre ammesso non trovi di meglio in quel locale. Non so se cercano personale. Questo va oltre le mie possibilità.> Si lascia sfuggire una piccola risata poiché in nessun modo vorrebbe sembrare scortese nei loro confronti – così come di fronte ad altri clienti. Gli mostra un piccolo sorriso, salvo poi scivolare rapidamente su Dyacon che pare trovare delle scusanti, delle motivazioni affinché Corvo non si ricordi assolutamente di lui. Aggira quella magica patologia della quale soffre il nostro locandiere preferito. Alle sue parole, l’uomo aggrotta per un attimo le sopracciglia. E’ abituato alla sua memoria, tanto da non far praticamente mai cilecca. <Può darsi> Titubante, è evidente come non sia del tutto convinto della risposta ricevuta. <però bella questa!> Lasciandosi effettivamente scappare una risata a proposito della frantumazione degli organi genitali maschili, affilandosi il baffo con quella mezza risatina di sottofondo. <Più di quanto v'ho detto non so dirvi, purtroppo. Dunque, se non avete altro da domandarmi, devo malauguratamente tornare ai miei affari.> Allarga le braccia verso l'esterno in maniera teatrale, scusandosi indirettamente coi commensali con i quali ha passato parte della sua serata lavorativa. <Mi piacerebbe rivedervi, quindi sentitevi liberi di venirmi a trovare quando preferite - sia per una stanza che per un drink.> Con tanto di strizzata d'occhi. Cosa faranno i nostri tre amichetti di quartiere? [ CHIUSA - Turni liberi ][ Siete pregati di contattare il master SOLO per domande INERENTI all'ESITO, altre domande verranno cestinate. ]
[ EKKO ]: Si fa una risata alla replica goliardico offensiva del Sabaku, per nulla urtato, bensì divertito. < Caspita allora... Effettivamente se è come per la tua fiasca, potrebbe essere un problema. > ironico altrettanto, mantenendo quell'assetto disteso, anche molto alla mano e disinvolto, per dissimulare a livello comportamentale la propria presenza e quella degli altri nel luogo. Ascolta le parole che Sabbio-San rivolge all'Addetto del Corvo, accigliandosi un attimo. < Fatto un bel balzo di qualità, allora, Broh. AH-AH! > capace ci abbia convinto lo stesso colorato con quella frottola pronunciata, non conoscendo effettivamente il trascorso di Dyacon; fatto sta, che magari -anche senza volerlo- potrebbe dare una mano, in quella maniera, a rendere il tutto più credibile. < E' una patologia comune... Non aspettarti i sussidi dal governo! AH-AH! > riguardo la patologia lamentata dall'altro, sarcastico. Non aggiunge altro in merito, soltanto annuendo alla parte dell'acchiappo e delle femmine: argomento su cui è sempre d'accordo. Si sofferma sul Signore col Baffo all'insù, annuendo al dire che gli viene rivolto in replica. < Tutto a posto. Va bene uguale. > con scioltezza, accomodando quindi la disponibilità palesata dall'interlocutore. < Accidenti! E' una gran bella proposta. Ci penso, allora. Così ne approfitto pure per venire a farmi un Drink in buona compagnia. > concludendo a sua volta quell'intervento, lasciando per cui tutto lo spazio a Mattyse di gestire l'epilogo di quell'interfacciamento. Nel mentre, tira fuori il cellulare, dandoci un'occhiata, facendo scorrere celermente le iridi sullo schermo. < Vi aspetto fuori, nel mentre faccio una chiamata privata. > resta un po' ambiguo sulla possibilità di star dicendo o meno la verità: fatto sta, che tenterebbe di impostarla in quella maniera tale da risultare effettivamente sincero, o quanto meno placido nel riferire ciò agli altri astanti. Un cenno del mento verso i compagni di missione, per poi adocchiare il lavoratore del posto. < A presto e buon lavoro! Grazie ancora. > un inchino del capo cortese, sempre un po' alla mano, per non uscire dall'atteggiamento mantenuto fino a quel punto. Se non vi saranno intoppi, cercherà di precedere gli altri all'esterno, compiendo i gesti di chi stia verosimilmente mettendosi a parlare al telefonino. [ END per EKKO ]
[ ESITO ]: L'uomo dietro al bancone presta attenzione innanzitutto a colui il quale s'è presentato col nome di Kyofu Oboro, avvallando l'ipotesi reale d'esser figlio di Jinto - un nome certamente conosciuto tra la Yakuza e la criminalità locale. Non v'è certezza alcuna che il Corvo ne faccia parte, ma comunque non ha lasciato trasparire né l'una né l'altra cosa, mantenendosi completamente neutrale nella stesura del suo parlare. <Son poche le persone che sanno cos'è davvero l'onore di questi tempi.> Sancisce al di lui indirizzo, mostrando un piccolo sorriso d'incoraggiamento o di compiacimento in base a come vogliate prenderla voialtri. Una nuova effimera risata risale dalla gola del Corvo innanzi alla perplessità di Mattyse circa la possibilità di Dyacon d'aver potuto addirittura sbagliare locale. <Beh, non è un problema! Ha trovato sicuramente un hotel all'altezza delle sue aspettative.> E rivolgendosi direttamente al sabbioso, ne cerca conferma: <Giusto?> S'alliscia di nuovo il baffo con far divertito, bonario nel modo di fare e dalle guance appena arrossate. Ekko, dal canto proprio, sceglie di prendere in considerazione l'idea dell'oste. <Mi trovi sicuramente qui se accetti.> E lo saluta con un cenno della mano, vedendolo appunto allontanarsi verso l'esterno e diventando, dunque, null'altro che un comune passante al quale ha offerto addirittura un incarico. Qualora voglia effettivamente prendere in considerazione la proposta, tanto vale tornare a parlarne col Corvo. L'ultima proposta di Mattyse, tuttavia, viene accolta con una certa titubanza da parte dell'uomo dietro al bancone. <Lasciami del tempo per pensarci, Kyofu-san> Si sfrega le mani tra di loro, soppesando effettivamente la proposta che gli ha avanzato poc'anzi. Sfila dalla tasca della giacca un biglietto da visita che porge direttamente al ragazzo dal bianco crine, sul quale è raffigurato il logo del locale, il nome d'arte del Corvo ed un numero telefonico da poter chiamare. <ci possiamo tenere in contatto, daglielo anche al tuo amico.> Occhiolino a parte, gli cede anche un secondo tesserino cosicché lo stesso Makihara sia ben informato su dove dirigersi e come contattarlo. La tecnologia d'altro canto ha fatto passi da gigante, è impensabile per il Corvo che qualcuno non possegga un telefono cellulare con cui chiamarlo nei giorni a venire. Infine, non farebbe altro che aggirare il bancone dietro al quale finora è rimasto, lasciando intendere che abbia davvero qualcosa da fare da lì a breve. <Buona serata, signori.> Braccio sul ventre, busto inclinato in avanti e inchino di saluto, nonché di ringraziamento. Tutto è bene quel che finisce... bene. [ END? ]