Furaya, Touma e Abu.

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12:21 Touma:
 Anche per il giovane è il momento, dopo tanto tempo ormai, di uscire da quel guscio lurido di casa, condivida con gente di una una certa caratura morale. Decide dunque di spingersi a visitare le zone più esterne della città, passando dalle varie zone che suddividono la città, fino a trovarsi nel settore della fu Suna, spingendosi fino al bazar, zona a lui sconosciuta fino a quel momento. Le strade sono strette e piene di persone che vanno in entrambi i versi di marcia. I mercanti strillano per attirare su di se l'attenzione e mostrare la loro merce, nella speranza di portare a casa la pagnotta. Il buon Touma indossa una semplice maglia bianca con uno scollo a V, un pantalone nero cargo con un tasche laterali e un paio di scarponi neri completano parte il suo vestiario. Una grossa cintura nera con fibbia metallica avvolge i fianchi dell'uomo che sorregge la borsa porta shuriken al fianco destro, mentre al lato sinistro una borsa porta oggetti. I capelli cremisi son curati, tirati indietro e ben fermi nonostante il caldo. I tatuaggi gemelli son bene in vista sulla sua fronte, dalle sopracciglia alle tempie. Il passo è lento, costretto anche dalla transumanza di gente fa su e giù lungo la strada. Lo sguardo si sposta curioso da una parte all'altra, cercando di assimiliare ogni minimo particolare, dal venditore di vasi, al venditore di frutta e verdura, fino a passare agli artisti di strada, ai circensi, lo sguardo si abbassa verso una scimmietta ammaestrata con indosso un gilet e un piccolo fez che si muove ai comandi del suo padrone. Lo sguardo è perplesso, ma si gode ugualmente lo spettacolo, continuando il suo passeggiare lungo le vie tortuose che compongono il grande bazar di Suna.

12:39 Furaya:
 Tra le vie del Bazaar, cerca qualcosa che possa tornarle utile per la creazione d'una coppia d'artigli per Keiga. Deve rimettersi a lavoro, altrimenti non inizierà mai a fare alcunché. Gl'occhi chiari si spostano da un lato all'altro, proseguendo dritta a passo tranquillo. Schiena diritta, spalle rilassate. Un top nero dalle lunghe maniche ne copre il busto sino allo stomaco, lasciando scoperto il piatto ventre. Lieve la scollatura che lascia intravedere, affatto trasparente come si potrebbe pensare che sia. Le maniche giungono a tre quarti, permettendole ampia manovra, mostrando il paio di vambracci sottostanti. Un pantaloncino nero a vita alta, invece, ne circonda le flessuose gambe, il quale permette soltanto una lieve visione delle cicatrici che attraversano il corpo della giovane lungo il busto. La vita è altresì circondata da una cintura nera collegata a delle cinghie poste attorno alle toniche cosce. Sulla cinghia di destra, è stato attaccato un porta kunai e shuriken con le relative armi al suo interno. Dal lato opposto, invece, nonostante la cinghia sia presente, non porta con sé alcunché poiché alla cintura superiore v'è unito un fodero con la sua katana. Tornando al lato destro, ma appena defilato sul retro, trova posto anche un piccolo passante usato per portarsi dietro la frusta dal manico rosso. Ai piedi, infine, calza un paio di sandali ninja - quelli vecchio stampo, chissà dove li ha trovati - con tanto di schinieri che giungono sin ad altezza del ginocchio. Manchevole del coprifronte della Foglia, attorno alla gola ha soltanto una collana con il ciondolo raffigurante il ventaglio degli Uchiha nonostante non faccia parte del suddetto clan né v'abbia avuto chissà quali contatti nel corso degli anni passati. <...> Non s'avvede ancor di Touma poiché, al contempo, non riuscirebbe in alcun modo a riconoscerlo. Non lo vede ormai da dieci anni ed è cresciuto. Non immagina neanche come sia potuto diventare durante tutto questo tempo passato. Bisogna scoprirlo. [ Chakra ON ]

13:04 Touma:
 Di tanto in tanto si ferma ad osservare le bancarelle, incuriosito dalla merce esposta, rispondendo con un sorriso plastico alla richiesta dei vari mercanti che cercano di iniziare la compravendita della loro mercanzia. Un ampio e profondo sospiro riempie il suo petto, giusto qualche istante, salvo poi riportare l'attenzione verso la scimmietta. <Mi ricorda Dyacon...> si limita a dire sottovoce, avvicinandosi ad esso e lasciando un ryo che prontamente afferra con le sue pelose manine e, con un piccolo scatto, risale lungo le gambe del suo padrone facendo dei versi acuti e strillati. Le braccia vengono intrecciate al petto, mantenendo lo sguardo attento verso lo spettacolo che la scimmia offre, vagamente divertito da quello che vede, godendosi ogni istante possibile dalla sua uscita. Distrattamente porta lo sguardo in profondità, verso le bacarelle, riuscendo a scorgere un volto a lui familiare. Gli occhi si sgranano, le mani stringono i bicipiti con forza, sapeva del suo ritorno, ma non immaginava di certo di vederlo in questo contesto. Si morde le labbra con con forza, è rimasta pressoché identica. Sposta il bacino verso in direzione di Furaya, iniziando il suo incedere verso di lei, con calma. Lui è sicuramente cambiato in questi dieci anni, ma sicuramente i tatuaggi sono facilmente riconoscibili, sicuramente per lei. Il passo è lento e circospetto, sebbene abbia la sicurezza che sia lei non vuole evitare di fare magre figure. Un sospiro prima di portarsi ad un paio di metri di distanza alle sue spalle <Furaya...> si limita a dire, la voce tremante che non nasconde una certa emozione. Rimane lì dietro di lei, sperando che non abbia preso un granchio grosso quanto una casa.

14:17 Furaya:
 La di lei attenzione, al momento, glissa alla volta dei vari mercatini ivi disposti e su quel che mostrano alla clientela e ai vari passanti. Deve trovare pezzi metallici da rifinire, qualche fibra utile a mantenerli nella loro posizione, ricreandoli poi in maniera del tutto retrattile. Sarà sicuramente un bel lavoro, ma qualcuno deve pur farlo del resto. Inoltre, glissa per un istante in direzione della scimmietta alla quale un ragazzo ha appena dato una monetina. Sorride. E' bello vedere degli animaletti del genere in giro. Rammenta di quand'aveva un giardino pieno di bestiole delle quali amava prendersene cura. Bei tempi andati, purtroppo. Soltanto in un secondo momento, s'azzarda a sollevar lo sguardo alla volta del rosso. Non le fa alcun effetto, forse perché è cresciuto in questi anni abbastanza da diventare qualcun altro, un uomo fatto e finito. I tatuaggi sul volto vengono percorsi centimetro dopo centimetro, rammentando un ragazzo che, dieci anni prima, ne portava di simili. Tuttavia, non può essere lui, no? Non ne ha alcuna certezza e sta ancora cercando di metabolizzare. Scuote il capo. In fondo, Dyacon le ha anche detto dove vive, se non ricorda male l'indirizzo, il che è abbastanza probabile, ma sceglie comunque di rimettersi a rovistare tra il ciarpame. Qualora si tratti davvero di Touma, beh, l'avvicinerà sicuramente lui. Ed è quel ch'accade. Mentre è voltata, dunque donandogli a malapena un fianco se non totalmente le spalle, sente dei passi risuonar dietro la sua schiena. E il suo nome riecheggia nelle sue orecchie. <...> Un piccolo sospiro provien dalle labbra della fanciulla, la quale or si permette finalmente di girarsi in sua direzione, così da adocchiarlo. <Allora eri proprio tu...> Commenta a mezza voce, stendendo la bocca in un mezzo sorrisetto. <Non ci credo.> Impossibile, ma sarebbe un'affermazione che dovrebbe provenire più da Touma che realmente da lei. Non aggiunge altro, ancor attonita, stordita si potrebbe dire. Deve dapprima far mente locale, accertarsi che sia tutto vero e non solo finzione. E' bello rivedere gente conosciuta. [ Chakra ON ]

14:38 Touma:
 Alla fine non aveva sbagliato. Osserva il sorrisetto della giovane mentre le mani allentano la presa si bicipiti scivolando lungo i fianchi del giovane fino a trovare rifugio dentro le tasche dei pantaloni, al sicuro. Abbassa appena lo sguardo sulla figura di Furaya, osservandola dal basso verso l'alto, fino a stazionarsi stabilmente sul suo volto. Dopotutto non ha cambiato niente nel suo aspetto, ad eccezione di quel coprifronte non c'è più, simbolo ormai passato di un'identità che molti hanno ormai perso in favore di una più "cosmopolita". <Dieci anni...> esordisce nuovamente mentre si schiarisce la voce mantenendo le iridi cremisi su Furaya <..ho atteso dieci anni nella speranza che tu fossi ancora viva...> commenta con tono decisamente meno tagliente rispetto a quello ormai solito, decisamente colto dall'emozione <Ti ho aspettato, ho sperato affinché un giorno avessi potuto rivederti..> ammette alzando le spalle <e adesso...eccoti qui, davanti ai miei occhi...> lo sguardo è decisamente addolcito, lontana la durezza che lo hanno forgiato in questi dieci anni, una tenerezza nascosta in quel guscio di carne che lo ha protetto dalle avversità della vita. Lo sguardo si porta altrove, in un punto non definito, donando il suo profilo a Furaya <Come stai?> proferisce riportando lo sguardo verso di lei <Avrei molte cose da dirti e raccontarti, ma mi limiterò a dirti che...> una pausa, impercettibile, giusto il tempo per preparare un sospiro <Mi sei mancata...> tutto d'un fiato, come se si fosse liberato da un macigno che opprimeva il suo cuore, misto a dei sensi di colpa per non aver perseverato la sua ricerca, per non essere stato più ostinato, determinato. <Cosa ti porta in questo posto?> domanda, infine.

15:00 Furaya:
 Ah, quanto poco la conosci per affermare che il coprifronte se lo sia tolto per moda! Dieci anni, sì, non è la prima volta che se lo sente dire. E' passato troppo tempo in attesa d'un ritorno che non avveniva, salvo poi sbucare all'improvviso fuori come se niente fosse. In un primo momento, lasciandolo parlare, si limita a sorridergli appena, nonostante lo sguardo freddo si sia ormai impadronito anche di lei. <Touma> Pronuncia il di lui nome, gli occhi ormai focalizzati in quelli cremisi altrui. <già, è passato troppo tempo.> Tutti sono cresciuti, tutti sono cambiati, eccetto coloro che hanno vissuto quella guerra, quella battaglia e sono morti e caduti con essa. Cristallizzati per una decade, permettendo al Falso Dio di distruggere tutto ciò che incontrava, impossibilitati in alcun modo a fermarlo. <Ho molto di cui farmi perdonare, eh?> Sa bene che deve farlo, quel sentimento è radicato nella sua mente e nel suo cuore. Non può permettersi assolutamente di cedere. Ha promesso che farà ammenda, riportando Konoha al suo antico splendore, facendola rivivere ancora una volta. Non ci sarà più alcuna caduta. La difenderà con ogni fibra del suo essere, ancorché dovesse davvero costarle la vita, questa volta. Alla sua domanda, tituba qualche istante. Come sta? <Sono molte le cose ch'avrei da raccontarti anche io> Ammette, stringendosi appena nelle spalle. Sono molteplici i discorsi che potrebbero intraprendere, in effetti, e non saprebbe neanche da dove iniziare. <ma sto bene, nel limite del possibile.> E' in gran forma, anche se le manca un tassello fondamentale, una forza strabiliante che ha smesso d'avere. <Tu, invece? Ti trovo> Inizia col dire, squadrandolo dalla testa ai piedi per qualche istante, come se non riuscisse a trovare le giuste parole da pronunciare nel descriverlo. <in forma? Adulto? Uomo?> Insomma, questo. Non avrebbe saputo dirlo diversamente o meglio di così. Le son mancati tanto anche a lei, nonostante sia passato relativamente poco tempo, qualche mese appena, a differenza dei lunghi anni d'agonia che invece loro sono stati costretti a vivere. <Sto cercando dei materiali per costruire un'arma> Risaputo fosse un fabbro, almeno dalle persone che più le stavano vicino. <ed è la prima volta che mi trovo al Bazaar da quando son qui.> Storcendo le labbra, nient'affatto contenta che debba spingersi sin a questo punto. Vorrebbe vivere altrove, ma è un argomento delicato. <Tu?> Chiede per informazione, per gentilezza, per amicizia. E' ancora sorpresa dall'aver ritrovato un amico tanto caro. [ Chakra ON ]

15:18 Touma:
 <Anche fin troppo..> commenta appena più caustico. Eccolo che si palesa quell'egoismo che lo ha protetto negli ultimi dieci anni, quella forma perversa di autodifesa che lo porta ad allontanare quello che più tocca il suo cuore, ma con lei è diverso, con chi è legato è molto diverso. Socchiude le iridi cremisi nell'atto di deglutire pesantemente <Non devi farti perdonare, so cosa ti è successo e perché sei sparita per dieci anni..> una pausa riportando gli occhi su di lei <Per quanto mi riguarda non hai nulla di cui farti perdonare...hai...> affila lo sguardo <..abbiamo lottato una guerra sanguinosa a cui tutti è toccato perdere qualcosa...> una pausa, lunga, lasciando all'interlocutrice considerare cosa si è perso. Digrigna i denti per la frustrazione <Mi piacerebbe ascoltarti, sentire come stai, come hai vissuto il risveglio...> si morde il labbro come se volesse fermare quella brama di curiosità e preoccupazione che traspare dal suo tono. Uno sbuffo alle parole di lei. Alza le spalle ed abbassa il suo sguardo per vedere il suo corpo <Il tempo è passato...non sono più il ragazzo di belle speranze di un tempo..il mondo..> sguardandosi attorno per enfatizzare le sue parole <...mi hanno cambiato..e non in meglio, credimi..> ammette con un filo di frustrazione mentre fa un passo verso di lei <Beh, ricordo che tu fossi un ottima fabbro...> un accenno di sorriso <Anche io, se la cosa ti può consolare..non amo girare per Kagegakure...anzi...> un sospiro, lungo e pesante <Dopo giorni, per usare un eufenismo, che stavo rinchiuso nella mia topaia, ho deciso di uscire un pò, giusto per sgranchirmi un pò e mettermi un pò in movimento...ultimamente ho un pò tagliato i ponti con tutti..> commenta, nascondendo il più possibile la sua amarezza in merito <Mi manca..> afferma, infine.

15:45 Furaya:
 Si limita ad un movimento del capo per annuir alle parole espresse dal ragazzo. Come negarlo. Troppo tempo e tutt'è cambiato. Processo inevitabile, ovviamente. Ma si può ancora tornare indietro davvero? Sarà possibile per lei compiere quest'utopia? <Non tutti purtroppo ragionano come te> Commenta in sua direzione a proposito delle colpe che lei non deve espiare. In effetti, bloccata dieci anni in un cristallo, eran poche le cose ch'avrebbe potuto fare. <ma al contempo reputo ch'avrei potuto fare qualcosa in più.> Quando ne aveva modo, quando poteva effettivamente farlo. La sola necessità della battaglia ha portato a tutte queste catastrofiche conseguenze. La guerra per trovare la pace, l'odio per trovare l'amore. E' un circolo inevitabile. <Abbiamo perso tutto, questa volta.> Abbassa per un attimo gl'occhi dabbasso, irrigidendo la muscolatura facciale e stringendo i denti. Hanno perso veramente tanto. Villaggi distrutti, gente trapassata, nessuna casa in cui tornare. Nessun posto da poter definire tale. Rialza immantinente lo sguardo, l'espressione corrucciata, le sopracciglia aggrottate. <C'è qualcuno che ti vieta d'ascoltare?> Ne parla effettivamente come se non ci fosse abbastanza tempo per farlo, come se qualcuno potrebbe giungere a portar di nuovo via quanto creato. Beh, l'intenzione c'è. Piega appena la testa da un lato, mostrando un sorrisetto malinconico sotto le iridi glaciali. <Pensi che non abbia cambiato anche me? Da quando mi sono risvegliata, non ho fatto altro che cercare un modo per tornare a com'eravamo.> Non intende in alcun modo arrendersi, vuole riuscire a riottenere ciò che hanno perduto con ogni fibra del suo essere. Nonostante non lo dica ai quattro venti, tra l'altro per ovvie ragioni, è inevitabile che questo processo abbia preso piede nel di lei cervello. Legata com'era al passato, sarebbe stato incoerente il contrario. <Perché non ti piace girare per questo villaggio? Non hai tutto ciò che ti occorre? Non siete finalmente in pace?> Ironico il suo dire, facilmente intuibile dalla risatina finale e dal tono utilizzato al fine di lasciar trasparire proprio questa intenzione. Scuote il capo, cedendogli ovviamente la parola, poiché reputa d'aver detto anche fin troppo. <Che ne dici se ci spostiamo?> Troppe orecchie, troppi occhi e non le piace particolarmente, soprattutto se deve affrontare determinati argomenti come quelli attuali. [ Chakra ON ]

21:26 Touma:
 Si limita a fare spallucce <Non potrei mai portarti rancore su questo, Furaya, hai lottato, come molti altri e ti sei ritrovata cristallizzata..> fa un passo verso di lei, mantenendo comunque una certa distanza <Qual è stata la tua colpa, andare fino in fondo con i tuoi doveri da comandante?> le mani che si serrano in un pugno, le nocche che scriariscono sotto la pressione che esercita <..quello di non aver vinto la guerra?> si gira attorno <Siamo franchi, se siamo in questa situazione è perché non vi è stato un vincitore, ma solo tanti, tantissimi vinti...> deglutisce a fatica, ingerendo quel boccone che risulta amarissimo <..molto l'hanno con te perché si sono sentiti spaestati, spaventati, a raccogliere i cocci di un villaggio e di un simbolo disintegrato...> socchiude gli occhi, il dolore sale e pulsa nelle tempie come martelli <Cosa, Furaya, cosa avresto fatto in più se nessuno è riuscito...>domanda retorico in direzione dell'hokage. Scrolla infine la testa <No, nessuno mi vieta di ascoltare, non sono mai stato così libero dagli impegni come adesso..> commenta con una punta d'ironia. Ne osserva i lineamenti con la dovuta calma, giovando di quella vista che ha atteso dieci anni. Gli occhi si sgranano alle successive parole di lei <Non ho detto che ti abbia cambiato, sfido chiunque a non cambiare dopo essersi trovata dieci anni nel futuro..> un sbuffo, pesante. La testa che va su un lato, mentre le iridi ricercano quelle della donna <Tornare com'eravamo?> uno schiocco di lingua, infine un sorrisetto, bieco <Mi piacerebbe ascoltare dell'altro...> non lo nasconde minimamente, anzi, l'idea sembra che lo alletti parecchio <Io...> sorrisetto, sornione <Adoro così tanto girare per questo villaggio che esco una volta al mese per sgranchirmi le gambe per poi isolarmi..> la mano scivola sulla tasca sinistra, una rufolata veloce prima di pescare un pacco di sigarette, le agita appena davanti a lei <..le mie uniche consolazioni...> il tempo cambia. <Odio dio questo posto..> dice più flebilmente ma abbastanza da farsi sentire dalla donna <Odio quello che siamo diventati..> un altro sbuffo <Pace?> scrolla la testa <Direi che mi sento una pecora dentro l'ovile..> l'esempio calza a pennello. Si guarda attorno, poi un cenno col capo, salvo puntare col mento un viottolo poco più avanti <Andiamo lì in fondo, almeno potremmo parlare un pò più liberamente..> si limita a dire mentre imposta i primi passi verso il suddetto.

22:02 Furaya:
 Lascia fluir dalle labbra un piccolo sospiro. Ha combattuto e ha fatto tutto quello ch'era in suo potere fare. <Non potevo fare di più, secondo te? Evitando a priori che questa battaglia prendesse solo piedi.> Avrebbe potuto eccome, sostenendo la causa di Nemurimasen, accettando di sottomettersi alla Yugure ed evitando, in questo modo, che il villaggio venisse colpito dalla guerra generata dai loro intenti. Se n'è pentita, ma al tempo stesso non avrebbe potuto far diversamente. Mai avrebbe piegato il capo, mai avrebbe ceduto ad un ricatto simile. In nessun modo possibile. <Avrei dovuto ritirarmi quand'era possibile farlo e avremmo dovuto star attenti alle conseguenze delle nostre azioni.> Il Falso Dio era sparito e nessuno s'è premunito di capire che fine avesse fatto, tanto meno se fosse ancora vivo o sigillato chissà dove. Al contrario, hanno lasciato la questione in sospeso ed è stato lo sbaglio più grande che avessero potuto fare. Non è assolutamente fasullo il fatto che ci siano stati ben più sconfitti che vincitori, poiché tutti - bene o male - ne sono usciti piuttosto distrutti, almeno per quanto riguarda coloro che sono riusciti a cavarsela e a continuare a vivere. <Avevano bisogno d'una guida che avevano perso durante quella battaglia. La caduta del villaggio dipende anche dalla sottoscritta. Avrei dovuto pensare in maniera più vasta, avrei dovuto prevedere cosa sarebbe accaduto. Al contrario, ho soltanto pensato alla battaglia, costringendo chiunque a scendere sul campo soltanto per un mio capriccio.> Eppure è esattamente quello che facevano tutti i Kage del tempo, dal momento che spesso e volentieri si finiva con il combattere contro il villaggio limitrofo, anzi sovente si trattava di motivi davvero futili. Lancia qualche occhiata nei dintorni, mantenendo un tono di voce comunque piuttosto flebile in modo che soltanto Touma possa ascoltare le parole ch'ha appena pronunciato, giacché a lui dirette. <Spostiamoci, allora.> Lui sembra essere interessato a sentire ciò che la donna ha da dire, ma ovviamente devono spostarsi, allontanarsi dalla zona in cui si trovano poiché le orecchie indiscrete son senza dubbio molte. Gli s'affianca, lanciando degli ultimi sguardi nei dintorni, salvo poi tornare su di lui con espressione placida. <Non sei il primo dal quale sento un'affermazione del genere.> E si ritrova a lasciar andare dalle labbra un piccolo sospiro, rilassando appena le spalle dapprima contratte. <Cos'hai fatto tutto questo tempo? Oltre star chiuso in casa, ovviamente.> Lasciandosi sfuggire una piccola risata per sdrammatizzare la situazione. [ Chakra ON ]

22:22 Touma:
 Lascia parlare liberamente, salvo poi storcere le labbra alle esternazioni della donna. Scrolla la testa, pesantemente seppur non vi è biasimo in quei gesti <In cambio di cosa?> chiede mantenendo la bocca piegata in un'espressione pensierosa <Se sei scesa in battaglia vi era un motivo tangibile o, quantomeno, valutando i pro e i contro hai valutato che scendere in battaglia fosse stata la scelta migliore..> un attimo di silenzio per riordinare i pensieri <Con i se e con i ma non si sarebbe risolto nulla..> un sorriso, amaro <Tutti i villaggi sono stati sbaragliati, pensi che noi soli, con le nostre sole forze, avremmo potuto salvare il villaggio?> commenta alzando lo sguardo al cielo <Avremo forse un conteggio dei morti più basso, oppure non saremo nemmeno qui a parlare..> fa notare, amaro questa volta. <Avresti, avresti, avresti..Furaya ma ti ascolti?Sei migliore di così> il tono si alza appena <Abbiamo perso tutti una guida quella notte, abbiamo perso un'amica, un hokage, una guerriera eccezionale.> socchiude gli occhi <ma...addirittura pensare ad un tuo capriccio? Lottare per salvare il proprio villaggio, tutti i noi, non lo reputo un capriccio..> scrolla la testa <La caduta del villaggio dipende dalla forza del nemico e dalla nostra forza, come sempre carichi tutto sulle tue spalle, nel bene e nel male...> sbuffa, pesantemente <saranno state scelte sbagliate a condurci a questo? Non lo potremo mai sapere, l'unica cosa che so per certo è che tutte le tue scelte sono state fatte per il bene del villaggio, quindi non crucciarti..il villaggio si ricostruisce..ma sta a noi tenere viva la volontà del fuoco..> freddo nel commento, anche se il tono si ammorbidisce mentre cita la volontà. Il passo che lo porta verso il viottolo è lento e cadenzato per non destare nell'occhio. Appena i due saranno lontani da occhi indiscreti fa un profondo sospiro <Davvero?> commenta le parole di Furaya <Questo mi fa sentire meno solo..per un attimo pensavo che fossi l'unico a pensarlo..> ammette scrollando la testa mentre la schiena trova appoggio sul muro del viottolo <Cosa ho fatto?> uno sorriso, amaro <Ho sopravvissuto..come tutti,del resto..> ammette <Inizialmente ho aiutato a ad aiutare gli sfollati del villaggio, dopo di ché ho vissuto d'espedienti, lottando contro quei abomini per salvare la pellaccia...> alza lo sguardo verso la donna <Poi hanno fondato kagegakure e mi sono stanziato qui...vivendo sempre di espedienti..> deglutisce, pesantemente <questo posto mi sta stretto, ho perso i contatti con tutti per quasi dieci anni...solo ultimamente ho visto Dyacon e Keiga...ma gli altri..> socchiude gli occhi <Tu invece? Come è stato il risveglio e soprattutto..> una pausa <Davvero hai questa idea in mente..?> le iridi si fermano su Furaya <Ritornare come era un tempo dico..>

23:06 Furaya:
 Il discorso che sta prendendo piede con Touma, purtroppo, è stato affrontato anche in passato, appena arrivata a Kagegakure ed uscita dal cristallo. Non ha fatto altro che addossarsi le colpe che tutti le davano, affibbiandosele ovviamente da sola. Non abbassa lo sguardo, non ha mai chinato il capo. Deve affrontare qualunque avversità le si pari davanti. <No, infatti non nego che probabilmente avrei comunque affrontato quell'ultima guerra. Tuttavia avrei potuto prendere decisioni migliori, suddividere le nostre forze in maniera equa.> Solleva la mandritta verso il capo, grattando la nuca. Non saprebbe spiegarsi in maniera migliore di questa. Ci sono stati sicuramente pro e contro, giustizie e ingiustizie in quel ch'è accaduto. Eppure non si sarebbe potuto svolgere tutto in maniera differente? Purtroppo nessuno s'aspettava l'arrivo d'una divinità ch'era in grado di spazzare via qualunque cosa. <Con una migliore suddivisione del contingente, forse sì. Ma da quel che ho capito, le chimere sono abbastanza forzi da costringere la gente a restare rinchiusa in un villaggio come questo.> Il quale ha sicuramente tutti i pro, tutta la tecnologia necessaria a vivere in armonia; nonostante questo, sembra di stare in gabbia ma soltanto alcuni ne sono insofferenti. Come lei, come Mattyse, come Touma, come Keiga. Vorrebbero uscire, tornare a vivere dov'erano una volta. E' facile trasparirlo anche dalle parole del rosso che ha davanti. <Prima di quella guerra, mi venne fatta una proposta per evitare che quella guerra avvenisse. Ma non potevo accettare> Stringe le mani a pugno con forza. Come avrebbe anche soltanto potuto accettare una simile richiesta pervenuta poi direttamente dai cattivi della situazione? <m'era impossibile.> E scuote appena il capo, ovviamente evitando d'abbassar gl'occhi poiché quant'accade richiede un'attenzione costante. <Già.> Ammette che sia vero il fatto che si sobbarca tutto sulle sue spalle. <Me lo dicono spesso.> Fin troppe volte, tra l'altro, ma è un difetto - se tale vogliamo definirlo, nonostante le faccia onore - che difficilmente si toglierà di dosso. Probabilmente non accadrà mai. Sorride in maniera del tutto genuina quand'ecco che Touma dichiara di dover tener viva la Volontà del Fuoco. <Purtroppo son pochi i ninja ch'ancora si definiscono tali e riconoscono la vera Volontà del Fuoco. Sono difatti molto delusa da coloro che vivono in questo villaggio.> Abbassa nuovamente la voce, onde evitare che qualcun altro possa ascoltare quei discorsi appena affrontati. Sta di fatto che, una volta allontanatisi, possono finalmente parlare con assoluta tranquillità. Scuote il capo a proposito del pensiero che vien condiviso anche dalla Nara, la quale vorrebbe ovviamente allontanarsi da Kagegakure per ricostruire Konoha. <Me ne avevano parlato.> Riferendosi a Keiga e Dyacon a proposito del Fukaikuro. <Ad ogni modo, uscire dal cristallo non è stata una delle migliori scene della mia vita. I monti ardenti non erano molto differenti da come li ricordavo, ma i segni della battaglia erano spariti.> Sospira, poggiando la schiena contro uno dei muri nelle vicinanze così da star più comoda durante il suo raccontare. <Sono andata immediatamente alla ricerca di qualche sopravvissuto e trovai soltanto Mattyse.> Che non crede lui conosca, ma tanto vale. <Abbiamo girato per qualche tempo, cercando ciò che restava del mondo, non potevamo neanche immaginare che fossero passati dieci anni. E> Deglutisce, scostando per un attimo l'attenzione dalla figura altrui. <siamo arrivati a Konoha. Non ne restano che macerie.> Non è stata sicuramente una bella visione, il che si ricollega a quanto vuol fare - o tentare, almeno. Sol ora tornerebbe, infatti, a ricercarne l'attenzione nonché lo sguardo diretto. <Stiamo rimettendo su una squadra.> Lasciando intendere che la base c'è e che c'era già un tempo. Un preludio. [ Chakra ON ]

23:29 Touma:
 Un profondo sospiro anima il petto del genin subito dopo le parole di Furaya <Hai preso le decisioni che ritenevi migliori, qualunque sia stato il responso sono fiero di aver lottato per il bene del mio villaggio..> le braccia vanno ad intrecciarsi al petto, la schiena ben adesa al muro, mentre la gamba mancina viene piegata e la suola della scarpa trova appoggio sul muro per una maggiore stabilità. Annuisce alle sue parole <Non sarebbe bastata..quelle chimere...> il ricordo di quella notte, l'odio scatenato da quei momento, la paura e il dolore si fanno vive all'interno del cuore del ragazzo, emozioni che riaffiorano come pus in una ferita, riattivando il marchio sulla sua schiena, quel simbolo maledetto che lo porta a ripensare alla sorella e quella notte di follia. Il dolore è intenso e lancinante, gli occhi vengono serrati, la schiena arcuata dal dolore <Erano troppo per tutti noi..> dice in preda dal dolore. Suda freddo e il sorriso si fa affannato, passano i secondi mentre cerca di prendere le redini della sua volontà per controllare quel flusso di ricordi. <Scusa..nonostante siano passati dieci anni, il marchio sulla mia schiena è sempre li...>commenta amaramete <Se hai valutato di non dovere accettare, allora hai fatto bene..> si limita a dire mentre riprende pian piano una respirazione normale <Te lo dico da sempre...ti carichi sempre tutto sulle tue spalle e non ti fai veramente aiutare..meriteresti due schiaffi per questo tuo modo di fare..> cercando di spezzare la pesantezza del discorso, cosa che scozza col pallore dell'uomo. Alle parole di lei abbassa lo sguardo <Molti sono disillusi..molti non hanno forza di lottare...ammetto che anche io ho lasciato un pò perdere la mia vita da shinobi..vuoi perché non ho potuto manifestare le mie intenzioni, per ovvi motivi..> guardandosi attorno, in maniera circospetta <vuoi perché ho pensato più a sopravvivere...ma non per questo vuol dire che la mia fiamma sia assopita..anzi..> ammette affilando un sorriso <Immagino non sia stato piacevole..> si limita a dire scrollando la testa <Almeno non l'hai vista crollare sotto i tuoi occhi..> gli occhi si addolciscono, forse lacerati dal dolore di quel ricordo. Scosta la sguardo in favore della donna <Una squadra? Di che tipo?> è chiaramente curioso in merito <Farei di tutto affinchè Konoha possa rinascere..> e la convinzione di quelle parole è palese.

23:49 Furaya:
 Ha preso le decisioni che riteneva migliori, ma a quanto pare non abbastanza. Reputa ch'avrebbe potuto far di più, ma a malincuore non v'è riuscita. <Ti ringrazio per queste parole, davvero.> Non lo dà a vedere spesso, ma sentir dei feedback simili la fa sentir un po' meglio di come starebbe di solito. Anziché sentir su di sé tutto il peso del mondo, per qualche istante si toglie di dosso una piccola percentuale d'esso. <Le abbiamo incontrate avvicinandoci al villaggio e raggiungendo poi Kagegakure. Girano in branco.> Per questa ragione sono molto fastidiose. Prese singolarmente forse avrebbero potuto avere qualche chance di vittoria. Però v'è anche da considerare la mole di Chakra ch'hanno perduto durante questo lasso di tempo e che non è ancor riuscita a recuperare appieno. Servirà del tempo, la progressione pare abbastanza lenta. <Purtroppo, immagino che anche per voi, che avete continuato a vivere questi dieci anni, non sia stata una passeggiata.> Come sarebbe potuto esserla? Non è stato facile né per chi è rimasto cristallizzato tanto meno per chi ha vissuto tutta la distruzione del mondo conosciuto. Si lascia scappare una mezza risatina nei di lui confronti quando le fa presente che, molto volentieri, le darebbe qualche bel ceffone assestato quando si comporta in tal maniera. <Oh prego, accomodati pure. Ho perso così tanto Chakra e potere che al momento potrebbero farmela anche i Genin.> La qual cosa risulta essere sicuramente un problema, ma al contempo una battuta nei confronti dell'amico, reputandolo d'un rango troppo inferiore al proprio, dunque punzecchiandolo. Con affetto, questo sempre. A proposito degl'abitanti di Kagegakure, ancor mantenendo quel tono di voce pacato e confidenziale, in modo che sia il qui presente ad ascoltar soltanto queste considerazioni, prende nuovamente a parlare. <Ho notato anche questo, purtroppo. C'è chi s'è arreso e preferisce vivere in questo villaggio senza neanche preoccuparsi di riconquistare l'esterno.> Il che la fa imbestialire. Schiocca la lingua contro gli incisivi, incrociando le braccia al petto subito dopo. <Si sono ridotti allo stregua dei conigli. C'è anche da considerare che nessun altro oserebbe imbracciar armi e jutsu per un nuovo combattimento. Da questo punto di vista li comprendo, ma non accetto che non abbiano la benché minima ombra di spina dorsale.> Non sono più ninja, li hanno ridotti ad esser una piccola percentuale che, tra l'altro, sta venendo anche sterminata - da quel che poco che ha seguito le vicende inerenti all'assassino - da un megalomane qualunque. <La fiamma non deve spegnersi, bisogna continuare ad alimentarla.> La sua arde ancor nel petto, senza mai essersi spenta nonostante abbia avuto periodi d'abbattimenti, ma chi non li ha? Bisogna soltanto poi ritrovar la strada corretta per raggiungere il proprio obiettivo, rimettersi in carreggiata. <Avrei preferito guardarla, sostenerla> Parla del villaggio neppur fosse una persona reale, ma chi la conosce comprende quanto legata fosse a Konoha. E non soltanto perché n'era l'Hokage, un ruolo per lei combattuto e meritato. <e far qualcosa affinché affondassi con lei.> Un capitano affonda sempre con la sua nave. Era così il detto, no? Le ultime parole altrui le fanno rinascere oltremodo la speranza. <Non so quanto sia utile parlarne per strada. Tuttavia, il nostro intento è esattamente quel che t'ho accennato.> Rimettere in piedi Konoha, in qualunque modo sia possibile farlo. <Ma al momento siamo impegnati in una ricerca entro i confini del villaggio. Dobbiamo capire come muoverci per dirigerci all'esterno.> Forse sta vaneggiando fin troppo. Son ancora all'inizio di questa creazione. <Ti farò parlare con il leader.> Poiché lei è il braccio destro, quello armato - ma la mente è tutt'altra persona. [ Chakra ON ]

00:18 Touma:
 <Non mi devi ringraziare, mi limito ad essere sincero..alle volte basta questo...> un pausa <Mi sono sempre fidato di te e continuerò a farlo, stanne pur certo...hokage..> la chiama col suo appellativo per poter rinforzare quelle parole e quei sentimenti custoditi in quelle parole..> sulla questione chimere si limita ad annuire <Si...purtroppo si muovono in branco e anche numeroso..> proferisce con tono neutro, limitandosi ad esporre i fatti così per come sono..> fa un profondo sospiro, lungo e pesante <No..non lo è stato, abbiamo perso tutto ed abbiamo continuato a lottare e lottare fino alla nascita di Kagegakure...sono stati anni duri e tremendi che ci hanno segnato, irrimediabilmente...> la mano si porta sul petto, all'altezza del cuore, pensieroso, decisamente. Fa un sorriso sghembo quando le cita la questione schiaffo <Beh,potrei mai provarci, ma ci ha pensato la vita a bastonarti, quindi posso limitarmi a darti un abbraccio, almeno quello non fa male, te lo assicuro..> dice solo questo mentre apre le braccia nel tentativo di avvinghiarla in un abbraccio, salvo scostarsi qualora lei rifiuti il gesto <In questo momento anche un neonato potrebbe fartela..> ironizza pesantemente cercando di smorzare sulla scia di Furaya, salvo tornare un pò più serio <non li biasimo...> una pausa <dopo quelllo che hanno passato non biasimo di certo chi si rifiuti di lottare...alla fine questa. per chi sa accontentarsi, può fornire una vita dignitosa..> un attimo di silenzio <ma io non mi accontento di certo, non è questa la mia casa...la mia casa è Konoha e lotterò in ogni modo per raggiungere il mio scopo...dai metodi più puliti ai meno ortodossi..> insomma, se c'è a sporcarsi, lui c'è- <Io l'alimento sempre, ma non possiamo fare proselitismo, non possiamo attirare l'attenzione in questa maniera..non credi?> commenta con calma. <Konoha non è affondata, Furaya..> scrolla la testa per enfatizzare le parole <Siamo qui, la volontà del fuoco arde ancora...finchè abbiamo quella, Konoha è solo un villaggio da ricostruire..nulla è perso..> abbozzando finalmente un ampio sorriso. Alle parole di Furaya annuisce <V appoggerò in ogni modo possibile..> deglutisce pesantemente <Chi sarebbe?> domanda abbassando la voce. <..comunque sia, considerami dei vostri...> non perde tempo, anzi, ne ha perso fin troppo. <Vorrei chiederti una cosa..> il tono stranamente è molto deciso <So che dovrei passare per le vie canoniche, ma come avrai potuto constatare, molte famiglie e clan si sono chiusi all'interno di Kagagakure e difficilmente usciranno da questa alcova..> una pausa <Per ciò ti chiedo se potresti insegnarmi le tecniche del controllo dell'ombra della famiglia Nara..dopotutto condividiamo le stesse disgrazie familiari..> lo sguardo rimane su di lei per qualche istante <Beh, ovviamente ti lascerò pensare se vorrai o meno farlo..> abbozza un sorriso <Ci spostiamo da questo posto? Direi che è fin troppo caotico per i miei gusti..> attenderebbe la risposta di lei ed in caso fare strada al suo fianco verso lidi più tranquilli [exit]

00:57 Furaya:
 Un nuovo cenno del capo alla di lui volta, privandosi d'una risposta che sarebbe soltanto una mera ripetizione del dire precedente. <Peccato io non ricopra più quel ruolo ormai.> Un ruolo che probabilmente vorrà riprendersi, sicuramente quando riusciranno ad ottenere anche Konoha, quella vera - l'originale - e non una becera imitazione. <Lo immagino.> Gl'anni duri che hanno dovuto passare non li augurerebbe a nessuno. Li riesce a comprendere poiché si tratta della medesima disperazione che l'ha vista da vicina. <Ci sto!> Esclama a proposito dell'abbraccio, aspettandosi quasi che il dinamitardo, come al solito, possa sbucare da un momento all'altro. Allarga le braccia quel tanto che basta per accogliere l'ormai uomo tra le proprie, chiudendole sul retro della di lui schiena, evitando di stringere troppo. Non potrebbe a prescindere. Sol in un secondo momento, qualche istante dopo, s'allontanerebbe dalla di lui figura tornando al suo posto, distanziandosi quel minimo necessario a non invadere il suo spazio vitale. <Sicuramente> A proposito della vita dignitosa. Lo comprende, purtroppo. Sta di fatto che non n'è convinta a prescindere. <ma veniamo da un'altra epoca, dove ciò che volevi dovevi guadagnartelo e lottare.> Non ha mai potuto vedere il mondo da un'ottica diversa ed è per questa ragione che si sente soffocare tra quelle mura, come se non avessero altra via d'uscita che continuare a vivere lì dentro. Animali braccati dai predatori esterni. Tira un sospiro di sollievo quando gli sente dir che farebbe qualunque cosa per tornare a casa e le si riempie il petto di gioia. Tutto sommato, è proprio quello ch'avrebbe voluto sentirsi dire da Touma. <Per fortuna, esiste ancora gente come te. Non siamo soli, ma restiamo comunque una piccola percentuale nel mondo.> Non ha avuto modo d'incontrarne degli altri, anzi c'è ancor Tachiko che bisogna convincere affinché muti e passi dalla loro parte. Al contrario, pare indecisa per via del marchio che ha sul petto, imposto dagli Anbu. Inspira profondamente, annuendovi ancor una volta. <Per questo, ti dicevo che non è il caso di parlarne qui in un Bazaar. Sarebbe conveniente trovare un posticino in cui poterne parlare tutti assieme, un posticino quanto meno privo d'orecchie indiscrete.> Come potrebbe essere la dimora di Tachiko, un luogo qualsiasi, purché non ci si trovi in mezzo ad una strada piena di gente. Gente che rischia d'aver fin troppo lungimiranza. Difatti, si limita a scrutar oltremodo i dintorni, assicurandosi che non vi sia qualcuno troppo vicino al duo formatosi in precedenza e che sta tutt'ora avendo una discussione importante. <Mattyse.> Pronuncia il nome di quest'ultimo in modo che ne sia informato, qualora capiti che riescano ad incrociarsi per una via, in qualche modo fortuito. <Konoha tornerà a sorgere.> Di questo n'è talmente certa che adopera tal desiderio per muoversi verso il proprio obiettivo. Non è mai affondata. Può ancora essere rimessa in piedi. A quanto pare, abbiamo tra le mani un nuovo papabile membro della task force che par aver accettato senza neanche batter ciglio. Merita davvero tutta questa fiducia pur non essendo riuscita a difendere il villaggio come avrebbe voluto? <Il controllo dell'ombra?> Piega appena la testa da un lato, confusa da questa sua richiesta. Rammenta la di lui appartenenza al clan, ma non credeva che fosse ancor sprovvisto dell'innata. <Temo d'essere la meno indicata per quanto riguarda la pratica, ma la teoria la ricordo ancora piuttosto bene.> Un anticipo di quel discorso del quale, probabilmente, parleranno in futuro. Non trova motivo per il quale doversi rifiutare. <Andiamo.> Lo invita subito dopo, accelerando un minimo il passo per allontanarsi dal luogo in questione il prima possibile, ovviamente in sua compagnia. [ EXIT ]

Dopo dieci anni di attesa, Touma incontra Furaya al Bazar e da lì il fiume di ricordi la fa da padrona, oltre a richieste particolari e intenti comuni