Saigo eye for the Reiji guy

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16:43 Reiji:
  [Marciapiede] Il bel tempo sembra voler continuare imperterrito, con gran gioia dei sunesi e probabilmente con qualcuna in meno di qualunque villaggio sia invece abituato a climi piú umidi e decisamente meno caldi. Uno di detti sunesi, che in realtá normalmente non sembra preoccuparsi granché del tempo atmosferico, é al momento seduto su di uno dei larghi scalini che salgono dal marciapiede per arrivare alle porte di uno dei tanti centri commerciali frequentati principalmente da civili. Il contrasto tra il centro di Kagegakure ed i vari distretti é sempre molto acuto, ma mai quanto nella strada principale che lo taglia in due. É seduto con le gambe incrociate, apparentemente intento a fare.. assolutamente nulla. Ha una busta di plastica a fianco a sé, sicuramente fonte ed origine della lattina di qualsiasi cosa stia bevendo che si tiene a fianco. Indossa una giacca a vento grigia con una stampa geometrica molto fitta, resa decisamente appariscente dal fatto che gli interni sono di un vistoso giallo fluo, aperta su di una semplice maglietta bianca e su di un paio di jeans che gli foderano le gambe in maniera abbastanza stretta e che culminano in un paio di scarpe da running completamente nere. Il tutto é completato da un pugnale tanto, anch'esso completamente nero, il cui manico spunta dal fianco sinistro, ovviamente infoderato. Il niente di cui sembra occuparsi in questo momento include esclusivamente due cose: mangiare patatine ed ascoltare musica. Difatti, nella mano destra regge il cellulare, sul quale fa scorrere con insistenza il pollice ma senza apparentemente pigiare nulla, mentre nella sinistra continuano ad apparire patatine - che ovviamente poi spariscono nella sua bocca. [Chakra OFF]

16:59 Saigo:
 Forse ci sono anche riusciti, potranno aver compiuto quella missione ma l’unica cosa che le è chiara è la sua debolezza. Non è stata abbastanza attenta e si è fatta fregare da un paio di manette anti chakra, così stupida da mettersi in pericolo e costringere di fatto Nene a farle da scudo per poi liberarla. Non abbastanza forte da salvare l’alleata e catturare il nemico, senza Nobui e Fuji avrebbe fallito. Avrebbe fallito non solo perché non abbastanza pronta ma soprattutto perché incredibilmente indecisa. I legami. Alla fine si torna sempre lì ed è su questo che riflette. Senza il legame probabilmente si sarebbe presa in pieno quel coltello ma al contempo sarebbe riuscita poi a cavarsela, non esitare e partire all’inseguimento. Tanti ma, se e forse che le affollano la testa mentre si muove per il centro alla ricerca di nuovi abiti. Infondo è in crisi quindi perché non buttare un po’ dei soldi guadagnati nello shopping? Ora ha un coinquilino, mantenere quell’attico le costa anche di meno. Sospira e scuote appena il capo mentre gli occhi rossi, schermati da un paio di lenti da sole azzurre squadrate e abbastanza grandi, si muovono verso i gradini così da non inciampare. Nota così il ragazzo, quella figura di cui non si è certo dimenticata, scuote appena il capo indecisa ancora una volta su cosa fare, i lunghi capelli oggi, grazie al sole, illuminati di un bellissimo rosa ondeggiano lungo le sue spalle coperte solo da quella felpa crop top in cotone azzurro. Le lunghe maniche a coprire parte della pelle dal sole così da schermarla. Si ferma a pochi metri dal Sunese e abbassa lo sguardo su di lui, lo osserva silenziosa. Lunghe gambe nude, su cui ha spalmato la protezione solare, pallide per la sua provenienza. Un paio di shorts in jeans abbastanza scuro e a vita alta a completare insieme a delle semplici sneakers scure il suo abbigliamento. Comoda oggi. Uno zainetto nero si poggia sul suo fondoschiena contenente giusto il minimo necessario come soldi e cellulare, oggi è in pausa, giorno libero. Niente shinsengumi e niente comparsate, non ne vale proprio la pena. Dopo un veloce scambio con Ekko che sta svolgendo male il suo lavoro non c’è stato altro contatto con il mondo, ieri ha mollato tutti e tutto, lasciando aperta la porta a Nobu ma chiudendosi in camera sua, il fallimento brucia. Allunga la gamba destra, la punta del piede che vorrebbe sfiorare la caviglia altrui, puntellando appena senza voler fare male ma solo attirare l’attenzione. L’altro infondo sembra troppo attratto dalla merenda per darle attenzioni <cerchi di essere derubato o stai per commettere un omicidio?> domanda lasciando poi che l’indice della mano sinistra punti direttamente il pugnale ed il tanto intravedibili nell’abbigliamento altrui[abiti:https://i.pinimg.com/564x/62/d2/4a/62d24acae1f2500cb8b92552816499dc.jpg]

17:13 Reiji:
  [Marciapiede] A quanto pare é uno all' antica, perché alle orecchie, anziché i soliti auricolari wireless, ha un paio di cuffiette bianche con un lungo cavo che va ad infilarsi nel cellulare, ed é sicuramente per questo motivo che non si accorge minimamente dell' arrivo di Saigo. Sta muovendo un piede - presumibilmente - a tempo, e a giudicare dal ritmo sembra che stia ascoltando musica abbastanza rilassata e, di, tanto in tanto, anche la testa comincia a dondolare leggermente avanti e indietro, assorto com'é dal leggere, ascoltare musica e mangiare. É perso nel suo mondo, insomma. Avverte quel contatto alla caviglia e sposta il cellulare giusto quel tanto che gli basta a controllare che non sia un gatto randagio pronto a rubargli il cibo, poi, evidentemente, realizza che di solito i gatti non hanno la forma di una sneaker, né tutta una gamba attaccata dietro. A meno che non siano sneakers a forma di gatto, ma sicuramente non é questo il caso. Gli occhi verdi del ragazzo risalgono lungo tutta la silhouette fino ad incrociare gli occhi della ragazza, una voce semi conosciuta ma un aspetto decisamente differente dall' ultima nonché prima volta che si sono incontrati. Inutile dire che, mentre alza lo sguardo, questo é terribilmente apatico, come al solito... ma la presenza di tre quarti di patatina fritta che sporge dalla bocca contribuisce a dargli un'aria leggermente comica. I capelli, praticamente nero pece, sono lasciati liberi di andare un po' dove cavolo gli pare - dato che tanto lo farebbero a prescindere - e qualche ciuffo copre appena la sua fronte. Si toglie una cuffietta dall' orecchio destro, continuando peró a tenere la patatina tra le labbra. < Ti ftupirefti fe ti diceffi neffuno dei due? > Alla prossima tenta direttamente con l'alfabeto farfallino. Il sonoro *crunch* che segue é sintomo del fatto che si é reso conto di non poter parlare ottimamente a bocca piena e che ha trangugiato il cibo con velocitá impressionante. < Dicevo, ti stupiresti se ti dicessi nessuno dei due? > Non si alza in piedi, rimane semplicemente a guardarla dal basso.

17:24 Saigo:
 Osserva la reazione mostrando una pazienza quasi invidiabile, infondo il suo scopo oggi è semplicemente sfogare la frustrazione e trovare qualche povero innocente da torturare con la sua presenza non è poi tanto diverso dallo shopping terapeutico. Dall’alto verso il basso i suoi occhi restano puntati sullo sconosciuto mentre si muove, decide di distrarsi e segue la punta della sua scarpa fino al volto, sorride appena gli occhi la raggiungono, divertita quasi da quel movimento. La gentile ragazza premurosa e attenta? Oh sì lasciatela insieme alla divisa, ora è libera di fare più o meno quello che le pare, stando attenta a non macchiare troppo la sua immagine ovvio. Sospira appena a quella risposta iniziale decidendo poi di starsene tranquilla ad aspettare che lui deglutisca le…patatine? Lo sguardo corre verso il pacchetto, interessante. In effetti ha fame. Senza esitare oltre si limiterebbe ad abbassare il busto in sua direzione, flettendosi e lasciando che anche le ginocchia vadano ad aiutare il movimento, tensione nei polpacci e nelle cosce mentre le gambe vengono piegate quel che serve per permettere alla mano destra di tuffarsi all’interno del pacchetto altrui. Un gesto semplice, inaspettato forse ma sicuramente fatto con estrema sicurezza, al massimo della sua velocità al momento, che beh non è molta. Se fosse riuscita quindi andrebbe a raddrizzarsi per portare le patatine arraffate tra pollice ed indice verso la sua bocca <direi che almeno una delle due finirai per subirla> replica semplicemente prima di aprire le labbra e lasciare che il cibo, se fosse riuscita a rubarlo, finisca nella sua bocca. Iniziando solo successivamente a mangiare, tornando a guardarlo dall’alto verso il basso, nemmeno ringrazia

17:33 Reiji:
  [Marciapiede] In effetti, se avesse uno spirito guida, il suo probabilmente sarebbe il bradipo. Non ci é dato sapere se quello a due o a tre dita, ma non é troppo difficile immaginarlo spaparanzato su un ramo a mangiare patatine e a vivere la sua vita bloccato lí non per impossibilitá a muoversi, ma per semplice svogliatezza. Quando l'altra sorride lui non risponde in egual maniera e rimane sempre con quell' espressione atipica stampata in faccia. Di solito sono i suoi occhi verde chiaro ad essere piú espressivi, grazie principalmente alla forma allungata e ai movimenti lenti e, in un certo senso, parecchio esplicativi di quel che sta pensando in quel momento. Quando la ragazza si abbassa per andare a derubarlo delle sue adorate patatine, non fa assolutamente nulla per fermarla e continua a fissarla negli occhi per tutto il tempo. Se lo conoscesse un po' di piú, probabilmente saprebbe che il ragazzo é uno di quelli che comprano cibo per offrirlo agli altri piú che per mangiarlo lui stesso. Probabilmente é anche per questo che si é messo a fare il cuoco. < Beh, riguardo al morire ammazzato non ho molti dubbi. Non avrei scelto di fare lo shinobi altrimenti. > Replica, in prima battuta, alzando entrambe le sopracciglia e andando a prendere un' altra patatina dal sacchetto, senza peró portarla ancora alle labbra. Appoggia il cellulare su una coscia, andando a usare la mano libera per togliersi anche l'altra cuffietta, donando cosí tutta la sua attenzione a Saigo. < Per il finire derubato... > non dice nulla, semplicemente indica il proprio cellulare: non un modello vecchio, ma sicuramente di quarta, quinta o anche sesta mano a giudicare dai graffi e dalle crepe nel vetro. Non é ancora arrivato al punto di potersi mantenere da solo con le missioni o con il suo lavoro, quindi deve fare un attimo economia se vuole continuare a mangiare. < Mi spiace per il ladro, piú che altro. Le mosche che ho nel portafogli oramai hanno costruito un condominio. >

17:55 Saigo:
 Potrebbe anche pensare che le sia stato concesso prendere le patatine ma non lo fa. Ovviamente è riuscita a rubare quel boccone solamente per via dalla sua schiacciante superiorità, esattamente come ieri è stata schiacciata lei. Cerca di non pensarci, di non tornare a riflettere su quanto siano inutili i legami, se invece di Nene ci fosse stato il ragazzo davanti a lei non avrebbe esitato un solo istante a lanciarsi verso il nemico ignorando lui e le sue ferite, invece non è andata così. Mastica prendendosi del tempo, deglutisce poi quelle patatine limitandosi ad osservarlo mentre parla. Un po’ come se le altrui parole venissero completamente dimenticate nel momento stesso in cui l’altro le pronuncia, lo ascolta e non immagazzina alcuna informazione, persa nei suoi pensieri mentre ancora si chiede che differenza ci sarebbe stata se durante la missioni non avesse avuto alcun amico,. Nessuno su cui fidarsi eppure nessuno da cui correre. Difficile darsi una risposta motivo per cui anche se l’altro adduce sicuramente delle buone motivazioni per quella discussione lei non ne coglie nemmeno mezza anzi. Osserva quindi il cellulare che le viene mostrato e sbatte le palpebre un paio di volte come a rimetterlo a fuoco, per tornare in quello che è il mondo <beh allora shopping> replica. Sì non ha sentito la frase sulle mosche, non intuisce quanto poco possa permettersi e forse nemmeno le interessa <nuovo cellulare per te e bei vestiti a me>. Teoricamente di telefoni lei ne ha due. Lo osserva. Nah. Non è mai stata incline alla gentilezza gratuita quindi eccola semplicemente spostarsi di lato e salire sul primo scalino <dai forza> non lo sta incitando, sembra quasi impaziente, nemmeno fossero davvero amici. Sorride ancora ostentando questa volta una complicità che proprio non possiedono, si tratta poco più che di uno sconosciuto. Deve distrarsi, deve smettere di rimuginare ed il manichino nella vetrina davanti a lei sembra proprio suggerirle d’essere disposto ad aiutarla <iniziamo dai vestiti ovvio, servirebbero anche a te> continua lanciando giusto uno sguardo a quei “dettagli” fluo. Insomma un po‘ di stile! Da quando le importa davvero? Da quanto questo le permette di distrarsi, tormentare qualcuno che non sia lei stessa e permettersi dei momenti quanto più possibili spensierati

18:05 Reiji:
  [Marciapiede] Shopping. Ma ha appena detto che é povero in canna. Ma lei propone, o meglio, incita e quasi sembra obbligare allo shopping. In effetti sembra che la ragazza abbia completamente ignorato quanto appena detto, e non solo in merito alla sua deficienza pecuniaria - che sembra un insulto, ma non lo é. Si lascia affiancare dalla ragazza continuando a fissarla. < L' unico cellulare che posso permettermi é uno di quei cosi colorati con sopra i pulsanti enormi che usano i bambini. > E tuttavia, nel momento in cui parla, si alza in piedi con movenze fluide. Non sembra nemmeno perdere tempo a disincastrare le gambe dalla loro posizione, semplicemente si ritrova improvvisamente in piedi a fianco all' agente della Shinsengumi - anche se oggi é a riposo - ritrovandosi improvvisamente a guardarla dall' alto. Cuffiette e cellulare sono spariti in una delle tasche della giacca mentre la busta di plastica, contenente lattina, oramai vuota, e snack vari é nella mano destra, onnipresente. < E probabilmente nemmeno quello. > Ecco, meglio essere chiari. Dopotutto, il suo fondo per gli snack é piú importante di qualsiasi altra cosa, anche di un cellulare nuovo. É quando l'altra menziona la sua necessitá di vestiti nuovi che si acciglia un po', cominciando a camminare al suo fianco. < Che hanno di male i miei vestiti? Sono comodi. > Semplice considerazione: non si veste come uno sciamannato, ma sicuramente non é il tipo che punta allo stile, anche perché tanto il piú delle volte é coperto da giacche, maglioni e chi piú ne ha piú ne metta. Non sembra aver realizzato che potrebbe tranquillamente stare per diventare vittima di una delle piú antiche torture che una donna puó infliggere ad un uomo: fare la bella statuina mentre questa fa shopping.

18:19 Saigo:
 Non è ben chiaro come sia stato possibile ma riesce a farlo alzare da quel marciapiede così da ritrovarselo accanto, alto. Ormai con Nobu in casa ci è abituata ad essere sovrastata, non sembra che questo le faccia particolare effetto. Inizia quindi a camminare facendo con estrema facilità quelle scale alla fine delle quali si limiterebbe a voltarsi appena per essere sicura d’essere seguita. Potrebbe stressare un qualsiasi commesso ed in caso di fuga di quel ragazzo lo farà, possiamo starne certi, ma per adesso ha trovato la perfetta vittima sacrificale. L’altro ammette candidamente di essere al verde ma indovinate un po’ chi sta ignorando ogni possibile tentativo di evasione dalle sue decisioni? Già <a proposito mi ricordi come ti chiami?> è quasi sicura di averglielo chiesto, rientrava tra i possibili sospettati all’inizio, lo ha scartato e non ricorda nemmeno perché. Di certo non si è presa la briga di memorizzare davvero il suo nome, tantomeno la motivazione per cui non ha smesso di indagare su di lui, alla fine porta delle armi al fianco no? Lo osserva con maggior attenzione adesso cercando solo di ricordarsi qualcosina in più di quell’incontro e delle sue motivazioni. Manco lei si capisce a volte. Non ci perde altro tempo per ora, lascia solo che quel tarlo lì rimanga come una canzone di sottofondo nella sua mente, continuerà a riflettere mentre la sua corteccia prefrontale sarà immersa in una faccenda più semplice e immediata come lo shopping <beh mi annoio> replica per tutta risposta <e tu sei vestito senza un minimo di giusto, quindi tanto vale aiutarti> certo. Lei sta aiutando il povero Reiji, non è mica il contrario. Inconsapevolmente lo spilungone si è trovato ad aver a che fare con una crisi quasi di mezz’età se solo non avesse sedici anni. Una profonda crisi che si sussegue alle mille altre della sua travagliata adolescenza, se avesse sbagliato tutto? Se non fosse degna d’essere shinobi potrebbe mai essere altro? Sopravvissuta agli altri perché? Non può certo renderli fieri così, sarebbe dovuta morire lei? Tante le domande che ad ondate si affollano nella sua mente <prendi lui> indica un manichino in vetrina, solito stile sportivo ma colori ben abbinati, loghi un po’ ovunque <dovresti vestirti così> non si discosta molto da ciò che già indossa il ragazzo, solo i pantaloni che sono in tessuto tecnico anziché di jeans

18:32 Reiji:
  [Marciapiede] In realtá il motivo per cui lei é riuscita a convincerlo é lo stesso che la spinge a fare shopping - almeno quello dichiarato -, ovvero la noia. Quando sei costantemente impegnato tra allenamenti, preparazioni e anche apprendistato da cuoco ora, i momenti liberi sono pochi, e quando i momenti liberi sono pochi finisce che non sai mai cosa farci, esattamente come sta succedendo ora. Non sembra essere punto nel vivo dal fatto che l'altra si ricordi a malapena di lui. Dopotutto, lui si ricorda solo perché ne ha parlato con Ekko e l'ha ricollegata all' intervista. < Reiji. Tu sei Saigo, giusto? > Chiede, inarcando le sopracciglia e continuando a seguirla, le mani infilate nelle tasche e la busta di plastica che pende dal polso destro. < Beh a quanto pare sono vestito con lo stesso gusto di un assassino o di un terrorista.. a proposito, trovata la zambato, alla fine? > Questa volta, quando aggiunge quella punta di aria inquisitoria nella domanda, é innegabile che la sua faccia abbia esibito un minimo di espressivitá: in particolare, si vede che sta semplicemente provando a punzecchiarla. Corruga le sopracciglia alzandole, arricciando leggermente un angolo della bocca in quella che é un'espressione di massima ilaritá per lui. Si ferma poi davanti al manichino indicatogli, notando come, effettivamente, ci sia ben poca differenza tra quanto esposto nella vetrina e quel che ha addosso lui. < Ma é praticamente la stessa roba che ho addosso. > Nel parlare sposta lo sguardo tra sé e il manichino un paio di volte, prima di andare a posarlo direttamente negli occhi di Saigo. Se c'é una cosa sicura é che é uno che non teme guardare negli occhi qualcun altro. < A parte i pantaloni. Ma il resto é uguale. Gli manca solamente la busta. >

18:47 Saigo:
 Annuisce appena a quella presentazione ricominciando poi a camminare così da dirigersi verso il negozio, lo stesso davanti al quale il ragazzo se ne stava tranquillamente seduto a farsi gli affari suoi prima di incontrarla <esatto> forse si era presentata anche lei. Non lo ricorda ma non ci fa troppo caso, ha rimosso molte delle informazioni che si sono scambiati quel giorno avendole semplicemente archiviate come inutili <io monitoro la sicurezza pubblica non è colpa mia se sembri sospetto> replica ancora una volta, beh l’altezza c’è, tanti altri dettagli l’hanno portata a fermarlo quel giorno, le sfugge solo il perché poi lo abbia lasciato andare <ti ho forse punto nel vivo?> si volta e sorride divertita. Oh sì che sia davvero un terrorista? Perché no? Magari adesso che è senza divisa si lascerà andare senza fare attenzione ad ogni singola parola, come invece avrebbe potuto fare la scorsa volta. Non lascia trasparire quel semplice pensiero mentre sostiene l’altrui sguardo, non ha grossi problemi a farlo, non le riesce nemmeno difficile mentire e recitare così spudoratamente, non solio perché è il suo lavoro da troppi anni ma soprattutto perché non le importa niente di colui che ha davanti, saprebbe mentire così bene a Fuji? Forse ma sicuramente non avrebbe motivo di farlo. Oh sì Fuji, lo ha evitato lei dopo la missione, senza nemmeno prendersi il tempo per chiarire i motivi della sua recente sparizione, se ne è andata tutta presa dalla sua personale ferita invisibile nell’orgoglio. Non ha bisogno d’essere salvata, odia che lui invece l’abbia fatto <devo trovare quella perfetta> replica infine a quella domanda. Spera dentro di sé d’aver usato la stessa scusa con tutti, di poterla far passare come un acquisto per conto di terzi, si stima abbastanza d’essere sicura d’aver avuto la furbizia e aver raccontato una singola balla a tutti, ci spera almeno. Eccoli dunque giungere davanti alle porte scorrevoli, rallenta il passo quel tanto che basta perché i sensori la rilevino e aprano i vetri davanti a lei <allora sei tu a portarli male e devi cambiare stile Reiji> puntualizza iniziando anche una semplice risata divertita, un fulmine che a ciel sereno corre su quel volto, modificandone i tratti appena, ha fatto una battuta e forse l’ha davvero trovata divertente. Forse meglio preoccuparsi di trovare nuovi abiti a lui, così non dovrò nemmeno spendere dei soldi ma avrà comunque ottenuto lo scopo: si sarà distratta. Entra dunque nel negozio e con estrema sicurezza si dirige a passo deciso verso il reparto uomini, ragazzi ed osserva qualche istante quello bambini, no è troppo alto. Prosegue oltre quella nicchia e inizia a guardarsi attorno

19:03 Reiji:
  [Marciapiede] < Lungi da me fartene una colpa. > Replica, ritornando alla sua solita espressione atona < Anzi, sono contento di sapere che gli agenti della Shinsengumi stanno attivamente seguendo il caso. É rincuorante. > Normalmente quando uno usa parole come "rincuorante" mostra un minimo di apprensione, ansia o cose del genere... lui, al solito, é una statua di sale. < No, non direi. > Fa un cenno di diniego col capo. Per pungerlo nel vivo servirebbe prima trovare qualcosa di vivo, il che non é esattamente facile. In questo senso, lui é piú come un robot: agisce, si muove, ma sono pochi i momenti in cui -vive- nel senso umano del termine. Pochi ma preziosi. < Capisco. > In merito alla zambato, argomento su cui non sembra voler indagare oltre. D'altronde, per quel che ne sa lui é veramente un semplice regalo per un collega. La segue all' interno del negozio, alzando il naso e lo sguardo e guardandosi in giro con l'aria di uno che é appena entrato in un ambiente sconosciuto e, quando poi arriva quella sentenza sui suoi vestiti, adocchia nuovamente il manichino mentre la ragazza é giá partita in quarta per andare verso il reparto uomini. Scuote il capo, sbuffando leggermente e portandosi la mano sinistra al collo per massaggiarlo brevemente prima di raggiungere Saigo. < Ma non eri tu quella che doveva comprare vesiti? Te l'ho detto, non ho un ryo bucato. > Il tono é appena lamentoso mentre si avvicina a Saigo, arrivandole da dietro: é una scena leggermente comica se si fa caso al fatto che praticamente é come sa la sua testa spuntasse subito sopra a quella della ragazza, data la differenza in altezza. < Comincio a credere che il tuo sia solo un astuto stratagemma per perdere tempo. > Fa schioccare la lingua contro il palato, alzando un sopracciglio. < E per vedermi fare la passerella. >

19:13 Saigo:
 Un gesto della mano, accondiscendente e per nulla interessato. Non le frega molto che lui si senta rincuorato dalle sue indagini, non le interessa proprio il bene della comunità, sa solo di dover fingere che questo la riguardo ma al momento non è propriamente il suo interesse primario. Il suo passo si ferma quando si rende conto di averlo perso, come se stessa davvero cercando un bambino ora muove il capo così da guardare a destra, a sinistra e poi una piccola piroetta sui suoi stessi piedi per vederlo trotterellare in sua direzione. Comico. Non ride. Si limita ad attenderlo per poi ascoltare quelle lamentele. Di certo non offrirà lei <puoi sempre rubare> replica per tutta risposta. Lei è un agente scelto, lei è membro della shinsengumi, lei dovrebbe proteggere la gente <fino a quando non rimetto la divisa giuro di non darti la caccia> ma nemmeno dopo. Non si capisce comunque se stia scherzando o meno, il tono con cui pronuncia quella frase è semplicemente molto serio eppure poi è l’espressione divertita a dominare il suo volto. Che stia fingendo. Che lo voglia solo mettere in crisi. Non ci è dato saperlo, si limita ad essere criptica prima di allungare la mano sulla prima t-shirt bianca e semplice che trova. Ad occhio e croce è la taglia di Haru. Chiude le palpebre qualche istante per scacciarsi dalla mente quel semplice e passeggero pensiero, inutile soffermarcisi lei ormai è stata abbandonata. Intanto le lamentele proseguono e lei si limita ad ignorarlo tornando a camminare tra gli abiti appesi <ma tu lavori? Insomma non fai qualcosa della tua vita?> si limita ad indagare, lasciando che gli occhi lo raggiungano di sfuggita, le rosse iridi ancora protette dalle grosse lenti azzurre che vanno a correre su di lui <non hai un sogno? Qualcosa per cui valga la pena far fatica e cagate simili?> la destra intanto accarezza una semplice maglia azzurra, stesso colore della felpa che sta indossando lei ora. La osserva, si perde in quel colore per qualche istante. Forse se prendesse la taglia più piccola potrebbe farla mettere a Poldo, magari dovrebbe comprare un vestitino per Poldo, un costume. Ci sarà un reparto gatti in quel dannato posto no? La mente corre, l’animale domestico di Nobu viene immaginato con outfit coordinati al suo padrone, le piace e sorride. Si rabbuia. Nemmeno lui deve diventare suo amico, non deve provare affetto verso il collega, sono solo colleghi, non le deve importare nulla

19:27 Reiji:
 Quando lei suggerisce di rubare i vestiti lui non puó fare a meno di alzare un sopracciglio. Sembra quasi che le labbra si stiano dischiudendo in un sorriso, o forse é solamente immaginazione. < Preferirei che tu evitassi di darmi la caccia a prescindere, esattamente come il resto della Shinsengumi, quindi penso che, almeno per oggi, eviteró di andare in giro a rubare magliette. > E sta giá per replicare, al primo capo che lei tocca, che lui ha giá addosso una maglietta bianca esattamente uguale a quella, ma Saigo é giá partita sul prossimo pezzo. Ovviamente é ironico, ma con la faccia da schiaffi che si ritrova non sarebbe poi cosí improbabile se l'altra lo prendesse sul serio. < Sono un cuoco. > Mentre parla le cammina al fianco, guardando con ben poco interesse i vestiti piegati tra gli scaffali quanto quelli appesi in bella mostra. < Aiuto cuoco, in realtá. E non ho tempo per i sogni: quelli sono per le persone che hanno tempo a disposizione. Io non ne ho. > Replica, tranquillamente, a quella domanda che tutto sommato é anche legittima. < Ma non ho bisogno di sogni per essere motivato. Mi basta l'idea di dover lasciare delle bocche da sfamare a fine mese se non mi impegno. > Lo dice con tutta la tranquillitá del mondo, come se fosse normale per un ragazzo di vent'anni avere una simile responsabilitá. In realtá, in quel di Kagegakure, scene del genere non sono poi cosí improbabili. < Tu invece? > Chiede, catturando i suoi occhi mentre lei gli rifila quell' occhiata rapida. < Sogni nel cassetto o altre robe del genere? >

16:00 Saigo:
 Sì sta guardando una maglia molti simile a quella da lui indossata, vero. Ma questo presuppone che lei abbia dato uno sguardo attento all’altra persona di cui ora sfrutta la compagnia, non è propriamente andata così, si sta semplicemente annoiando, cerca di cacciare i demoni dalla sua testa lasciando che il pensiero venga occupato in modi differenti. Sola forse per scelta ma sicuramente succube di quel suo tanto ostinarsi a non avere legami, rapporti importanti o amicizie. Cosa comporta avere qualcuno a cui si tiene? Beh sicuramente fare una pessima figura in missione a quanto pare. <ti darò la caccia quando avrò motivo di farlo> Passa al capo successivo, stesso modello solo sui toni dell’azzurro, osserva attentamente il ragazzo davanti a lei e scuote la testa, i lunghi capelli rosa ondeggiano sulle sue forme longilinee, prosegue lungo la rella <aiuto cuoco eh? Beh basta che non ci provi con me per poi ghostarmi> scuote le spalle. La butta lì, quasi come una battuta mostrando però quella che di fatto è una ferita per lei, tutti fin ora l’hanno trattata così, sparendo appena il suo interesse si è fatto ovvio. Non lo sta ascoltando davvero, la lascia esistere come un sottofondo musicale, qualcosa che c’è ma di cui potrebbe fare a meno senza accorgersene, ecco cos’è disposta a dare agli altri: lo stesso trasporto che si darebbe a qualcosa di accessorio. Ed eccola infine quella domanda, un quesito giunto prima da parte sua, buttato così nella conversazione che non avrebbe dovuto portare a nulla. Si ferma e lo osserva. Gli occhi si stringono appena, lo sguardo che finalmente diventa attento, quasi attirato non tanto dal suo triste discorso ma da quella domanda. Ha un sogno? No. Sognare comporta sofferenza, al massimo può dire di avere qualche obiettivo <non guadagneresti meglio magari facendo anche altro oltre all’aiuto cuoco? La paga da ninja non è granchè ma è ottimo come part-time> la società moderna, l’attuale considerazione di quei combattenti che hanno dimostrato la loro debolezza fallendo, ecco come sono considerati, solo come un buon part time. Non risponde poi a quella domanda, non ha il coraggio di desiderare, lei così spaventata dalla vita stessa che non osa sperare o sognare, ogni volta che lo fa infondo finisce male

16:22 Reiji:
 Dal canto suo, lui continua a seguire passivamente Saigo senza opporsi realmente a quel tour de force in cui dovrebbe teoricamente essere costretto a rifare il suo guardaroba - pur non avendo un ryo bucato a suo nome. Continua a tenere le mani nelle tasche della giacca, abbastanza leggero nei movimenti da sembrare che stia semplicemente scivolando sui piedi e non che stia effettivamente muovendo tutto il corpo. < Quindi mi stai istigando a rubare per avere un buon motivo per darmi la caccia? > Chiede, incuriosito, mentre si sofferma anche lui per un attimo a guardare qualcuno dei capi appesi, ma lo fa con lo stesso interesse di quando qualcuno ti obbliga a vedere le foto delle sue vacanze. Grazie ma no, grazie. La seconda considerazione fatta da Saigo, peró, lo fa fermare sul posto e alzare un sopracciglio, facendogli scoccare un' occhiata laterale verso la ragazza. Se fosse un essere umano normale questi sarebbero segni da poco, ma per uno come lui equivale a mostrare... preoccupazione? Forse. < Negare l'esistenza di un' altra persona é un po' come negare la propria, specialmente se c'é stata una relazione di qualsiasi tipo. É una mossa da codardi. > Ok, forse non ha esattamente capito cosa intendeva la ragazza, tuttavia, in qualche modo, la considerazione filosofica é stranamente pertinente. Severa, forse, ma pertinente. < Sono diventato Genin da poco. Per ora mi riconosco ancora di piú tra pentole e padelle che non in missione.. ma credo che presto la situazione cambierá. Dubito di poter fare quel che voglio con un lavoro part-time e uno a cottimo. >

16:37 Saigo:
 Si volta ad osservarlo, lo fissa come apprenderne le misure e poi torna sulla maglietta davanti a lei. Bianca, semplice, un logo nero centrale con la marca scritta poco sopra, niente di pretenzioso, particolare o tanto diverso da ciò che già indossa ma la tira su, anzi letteralmente si volta per lanciare la maglietta a maniche corte, con tanto di ometto, in direzione di Reiji. Scuote appena le spalle dopo quel gesto <chi> sillaba lentamente, sorridendo <lo> lo sguardo è divertito, la missione di utilizzarlo per distrarsi sembra funzionare <sa> finisce la frase, dopo innumerevoli pause. Ha lasciato che le labbra componessero lentamente ogni singolo suono, curvandosi e mostrando il necessario denti e lingua, sarebbe stata comprensibile persino ad un sordo. Prosegue quindi dedicandosi ai pantaloni, saltando i jeans chiari, troppo simile per colore a quella maglia chiara che gli avrebbe appena lanciato contro <già codardo> puntualizza sospirando appena. Maledetto Ryosei. Non si pronuncia oltre però, l’esperienza ancora ferisce il suo orgoglio che scotta, la brucia con vivo ardore ogni volta che il pensiero cade su quella sparizione, pensare che crede di essere davvero una bomba. Bah avrà di sicuro qualcosa di sbagliato. Mentre prosegue a passo spedito verso i jeans scuri incrocia delle camicie ben piagate su di un tavolo centrale. Si ferma. Arresta il posso di colpo senza rallentare o dare qualsiasi altra avvisaglia, lo ascolta distrattamente mentre i suoi occhi rossi si posano su una semplicissima camicia azzurra. Riflette. Il discorso prosegue distrattamente come se stessero semplicemente disquisendo del tempo <da poco genin? Beh o sei stato pigro da piccolo o sei disperato e prima non te ne fregava nulla di questa carriera> una semplice constatazione la sua. Non che a lei importi poi tanto dell’essere riconosciuta come una kunoichi, hanno fallito tutti, una categoria di perdenti <non che comunque sia un buon modo per fare soldi, ormai a tempo pieno lo fanno solo gli sfigati> ammette andando ad allungare solo ora la mano verso la camicia salvo poi lanciarla addosso al genin esattamente come ha fatto poco fa con la maglietta. Non ha chiesto il suo permesso né tantomeno sta ad osservare se le prende o meno al volo <se sai cucinare bene perché non mettiamo su un programmino? Io presento e tu fai da mangiare, invitiamo degli ospiti e cose simili> prosegue. Ormai odia fare la comparsa ma il suo stile di vita non le permette di mollare quel lavoro saltuario e ben pagato, non è felice d’essere ancora incastrata nella massa di aspiranti attori ed eccola riproporre quell’idea. Ci aveva provato con Fuji, poi con Naomi ma la vita le ha sempre reso impossibile iniziare un suo programma, che questa volta vada meglio?

16:51 Reiji:
 Rimane a guardarla mentre scandisce per bene quelle parole, sguardo impassibile come al solito. Perlomeno sembra esserci un leggero miglioramento nell' umore della ragazza, che all' inizio sembrava decisamente piú scocciata di quanto non sia adesso. La maglietta lo centra in pieno petto e lui a malapena muove una mano per frenarne una caduta, guardandola con l' aria di uno a cui é appena stato dato un bambino di tre settimane in braccio e che non é abituato manco a reggere le borse della spesa, figuriamoci un bambino. <... letteralmente uguale a quella che ho addosso... > mugugna, quasi sottovoce, continuando a seguire la ragazza tra le file di banchi e appendiabiti sparsi un po' ovunque. < Un po' dell' uno, un po' dell' altro. Non mi faccio mancare nulla. > Concede, ben conscio di essere -leggermente- sopra la media per quanto riguarda l'etá di un Genin. < I soldi non sono l'unico motivo che mi ha spinto a diventare uno shinobi.. in realtá, quello é probabilmente il motivo meno importante. > Replica, tranquillo, mentre gli arriva addosso un altro capo di vestiario che non comprerá. Le cabine di prova, tuttavia, sono sempre piú vicine, e puó giá sentirne l'alito sul collo -?-. < Non credo di avere una personalitá... adatta alla televisione. Ti sorprenderá sapere che so perfettamente di non essere esattamente Mister Simpatia. > Alza un sopracciglio, poco convinto lui stesso della possibilitá di apparire in tv come cuoco. < Tu fai altro quindi, oltre alla Shinsengumi ? >

17:03 Saigo:
 Eccoci quindi passare per i pantaloni, si sta concentrando sugli abiti altrui così da poter non spendere altri soldi nei suoi, perché sarà anche vero che Nobu come coinquilino l’aiuta parecchio nelle spese ma non mangia mai nulla a casa di cucinato, compra solo cibo spazzatura ed è sempre fuori, le spese sono a tutti gli effetti molto alte e buttarsi nello shopping con il solo scopo di sopprimere il proprio malessere poteva finire decisamente peggio, tipo con lei senza più soldi fino a fine mese. Ignora la lamentela sussurrata a mezza voce dall’altro e prosegue. Lo osserva, fissa per qualche istante la vita altrui cercando di decretare una taglia <e per quale motivo vorresti mai essere un ninja?> chiede semplicemente <se mi rispondi per proteggere gli altri e cazzate simili ti rido in faccia> lo dichiara mentre seriamente alza lo sguardo verso di lui, indagatrice e stranamente piena di giudizio, ahn no questo non è strano <sono letteralmente i ninja che ci hanno quasi fatti morire tutti> spiega, seppur brevemente il suo punto di vista in merito. Senza il consiglio, senza la tecnologia nessuno di loro sarebbe lì a fare spese, nessuno potrebbe permettersi il lusso di sentirsi al sicuro o di sorridere. Attende la risposta qualche secondo prima di tornare a fissare i pantaloni, la scelta è ricaduto su un paio di jeans neri, dal taglio classico e semplice che abbinati ai due capi già lanciati stanno molto bene. Esattamente come uno dei manichini visti per arrivare fino a quel punto dimostra. Sceglie la taglia un po’ a caso prima di estrarre quel paio e lanciarlo a Reiji <sono una genin ed un’attrice> spiega brevemente <motivo per cui tu dovresti solo cucinare, all’intrattenimento ci penso io> ammette ancora una volta. Sarebbe un bel passo in avanti per la sua carriera diventare una presentatrice, chissà poi un giorno potrebbe anche diventare una vera e propria star del cinema, con tante conoscenze e persone da sfruttare <una genin solo perché beh lo ero prima> scuote le spalle e taglia corto. La promozione l’ha ricevuta sul campo in realtà, era solo una denshi il giorno dell’attacco <su vai a provarli> ed inizia a camminare verso i camerini ancora una volta senza aspettare il suo volere, egoisticamente ha già deciso

17:18 Reiji:
 Se c'é un sentimento che viene non solo esalato, ma letteralmente sparato da tutti i pori a piena potenza da Saigo, quello é il cinismo. Tuttavia e per assurdo, l'apatico é lui. < Non ci vedrei nulla di male, in realtá. > Commenta, riguardo alla sua motivazione, al suo -perché-. < Ma no, non é quello il motivo. Nulla di cosí nobile o di cosí.. ingenuo. Suppongo dipenda dai punti di vista. > Fa spallucce, poi continua. < Ho un debito da pagare, e i soldi non c'entrano nulla. Tutto qui. > Lo dice con aria tranquilla, come al solito del resto, mentre arrivano in mezzo ai pantaloni. < "Ninja" é solamente un titolo, non diverso da "agente", per dire. É l'uso che é stato fatto di tutto ció che quel titolo comporta ad essere il problema, e francamente non me la sentirei di demolire i sogni di un ragazzino solo perché altri prima di lui hanno deciso di abusare dei loro poteri. Le circostanze cambiano tutto. > Particolarmente filosofeggiante oggi, o forse sono semplicemente i quattro anni di differenza tra i due che lo rendono automaticamente -?- piú saggio. Si ritrova poi un paio di jeans in mano, insieme alla maglietta e alla camicia precedentemente lanciati da Saigo, accompagnati da quello che ha tutta l'aria di essere un ordine e non un suggerimento. < Mi devi ancora spiegare per quale motivo ti sta cosí tanto a cuore il mio guardaroba. > Replica, sospirando mentre si dirige verso una delle cabine di prova, niente piú che tre pannelli di compensato chiusi da una tenda. Si toglie la giacca, rivelando come la maglietta bianca sia, stranamente, a maniche corte. Ha braccia lunghe, nodose, ben definite, ma non esili: un fisico da corridore, sicuramente. < Quindi perché sei rimasta una Genin? > Chiede, a bruciapelo, infilandosi nel camerino e cominciando a levarsi la maglietta, rimanendo cosí a petto nudo mentre decide cosa provarsi prima mentre si richiude la tenda alle spalle. Con ogni probabilitá Saigo avrá un flash dell' apatico col petto all' aria. Il busto e l'addome confermano lo stesso tipo di fisico decifrabile dalle braccia: atletico ma asciutto, forse pure un filo troppo, con i tipici segni visibili di chiunque si sia allenato e addestrato come shinobi.

17:32 Saigo:
 Ingenuo, sì quella è l’unica definizione di un simile modo di agire, non certo nobile dal suo punto di vista, ormai quella tipologia di esseri umani hanno perso ogni possibile sfumatura di un simile aggettivo, solo una mandria di falliti, molti dei quali ancora non si arrendono a quel nuovo ruolo di semplici scudi. Lascia cadere l’argomento, non lo conosce e non può fidarsi così tanto da esprimere il suo pensiero completo, lui la riconosce come agente scelto e per quanto ora non indossi la divisa sa perfettamente da sola di dover sempre stare attenta a quel che dice, mai vorrebbe macchiare il nome della Shinsengumi <un debito eh?> domanda quasi retorica <quindi non è una vera decisione la tua. Pensi basti come motivazione per una vita di lotte e pericolo? L’essere in dovere di far qual cosa non sempre significa che sia giusto farlo> taglia corto. Come osa proprio lei parlarne, il sentirsi in dovere di agire in determinate maniere solo per un rapporto tra Nobu e Nene, il suo stesso sentirsi in dovere di perdere il nome per non essere stata in grado di salvare i compagni, l’essere ancora accanto a Fuji per compensare in parte quel senso di colpo. Si è sentita in dovere di baciarlo pur di non perderlo e non può certo dire che questo abbia portato ad un miglioramento di quel rapporto, anzi ormai sono più distanti che mai. Sospira poco dopo senza aggiungere altro a quel discorso, non ha alcune intenzione di svelarsi così tanto, di infilarsi in quello che per lei rappresenta un cul de sac della conversazione <mi annoio> ammette infine a quella indiretta richiesta di spiegazioni, lo segue con gli occhi. Nudo. Cioè in parte, mezzo, petto, pelle muscoli. Crash. Riavvio del sistema. Lo osserva lasciando che la bocca si apra appena, non è più il suo cervello a comandare, sono gli ormoni a parlare e a lasciare che i suoi occhi rossi restino sfacciatamente su quella piccola porzione di petto nudo che è in grado di scorgere da lì. No Saigo dai cuoci ci devi stare lontana ti è già stato insegnato. Una domanda poi arriva a bruciapelo, la coglie quasi si sorpresa mentre gli occhi restano bloccati lì, dove ora c’è solo la tenda ma prima ha visto ben altro <è più facile salvarmi da sola> spiega semplicemente. Si deve trattenere, deve restare lucida <ma se vuoi provare a farlo tu sappi che preferisco gli eroi senza mantello> stai zitta. Abbassa lo sguardo e si volta, andando quindi a dare le spalle a quel camerino chiuso. Si schiarisce la voce <serve una mano lì dentro?> EDDAI TACI. Se lo urla mentalmente, cerca di tenersi a freno e per questo si mordicchia appena la lingua, aggiungendo quindi al rossore delle sue guance anche una piccola lacrimuccia di dolore a lato dell’occhio destro

17:44 Reiji:
 L' ultima parte resa visibile dalle tende sono solamente i calzini neri che indossa, dato che ha giá fatto volare via le scarpe. Le parole di Saigo gli arrivano leggermente ovattate dalla tenda. Per qualche motivo i camerini hanno questa fantastica capacitá di rendere tutto quanto impossibile da sentire, a prescindere da quanta gente ci sia nel negozio. < Se fossi stato un' altra persona, probabilmente ti avrei dato ragione. Ma sono troppo pigro per fare qualcosa senza avere un tornaconto personale. Quindi no, non é esclusivamente una questione di dovere. É una motivazione, probabilmente la piú importante, ma non l' unica. Francamente non riesco a capire chi adduce tutti i propri gesti ad una singola motivazione: é riduttivo e semplicistico. > Pausa, fruscio, probabilmente si é tolto qualcosa o si é messo qualcosa addosso, vai a capire. < Un po' un controsenso quando sei un ninja, non ti pare? > Chiede, senza la minima traccia di ironia nella voce. < "I ninja seguono gli ordini", dopotutto. > Altra pausa, altro fruscio, poi la sua testa, seguita da collo, spalle e parte del petto, spunta da un lato della tenda. < Un mantello é roba da megalomane. Abbiamo abiti piú efficaci per ripararci dal freddo. Se mai ti dovró veramente salvare avró probabilmente addosso una giacca ed una magietta. Forse un cappuccio se piove. > E, sparata la sua sentenza e senza minimamente accorgersi della reazione della ragazza, ritorna nell' antro che é il camerino. < Eh? > Replica, in ultimo. < No, no... riesco a far da solo, grazie. > E normalmente questa sarebbe una risposta ironica, ma visto e considerato il normale atteggiamento del sunese é veramente difficile capire se la sta perculando oppure se é mortalmente serio e non ha minimamente capito dove Saigo volesse andare a parare.

18:23 Saigo:
 Non importa cosa le risponda, non importa nemmeno che lui metta fuori la testolina e la becchi palesemente girata di spalle per qualche istante la sua razionalità viene completamente meno. Eccola quindi trovare qualche specie di coraggio, anche chiamato sfacciataggine e fare qualche passo verso il camerino, quindi semplicemente la destra andrebbe verso la tendina che vorrebbe scostare il necessario per infilarci dentro la sua testa ed osservare. Ora è chiaro che la sua speranza sia beccarlo quantomeno in mutande, appena rossa in volto mentre compie questo gesto <vediamo come stai> nudo. Andrebbe solo a far scorrere gli occhi lasciando che anche la sua immagine vada a sovrastare quelle di chiunque altro abbia avuto la fortuna di vedere a petto nudo, eccezion fatta per Saisashi che rientra nella categoria dei maledetti ninja tornati dopo dieci anni e per questo viene odiato. Si limiterebbe ad osservarlo silenziosa, mordendosi appena il labbro inferiore per evitare di dire altre cagate <meglio se mi salvi nudo> COSA. Fortuna che doveva evitare delle cavolate eh <ehm> non sa come salvarsi in corner questa volta motivo per cui eccola tornare con la testa fuori dal camerino a cui tira nuovamente la tenda <io vado> scappa. Sì è la sua tattica migliore, fuggire davanti alle situazioni che la spaventano o non sa come gestire <scrivimi su ninjagram se hai delle informazioni sui traditori o se vuoi fare quel programma sono Nai underscore Manami> gli lascia così il recapito prima di fare dietrofront e possibilmente volare via, verso l’infinito ed oltre. Esce da quel negozio dimentica dei suoi problemi, finalmente distratta e con una bella immagine in testa. Rossa in viso e palesemente distratta, un giorno forse capirà come gestire i ragazzi mezzi nudi, un giorno saprà esercitare dell’autocontrollo, oggi non è il giorno però [end]

18:35 Reiji:
 No, decisamente non ha capito dove vuole andare a parare Saigo, e Saigo para eccome, tanto che dopo qualche istante si ritrova la testolina rosa della ragazza nel camerino, fortunatamente mentre si é giá messo addosso i jeans che gli ha tirato dietro. Poco importa che lui si perda in risposte filosofeggianti - falsamente o meno - e che sia fondamentalmente simpatico ed interessante quanto un rastrello per traverso non diciamo dove, l'ormone della ragazza é partito e non torna indietro. Una persona normale cercherebbe di coprirsi, direbbe qualcosa in protesta, insomma, reagirebbe: tutta la sua reazione, tuttavia, consiste semplicemente nel guardarla mentre si sta infilando la maglietta da sopra la testa, ancora mezzo nudo, strabuzzando gli occhi con aria passiva e fissandola mentre tira giú l'indumento, finalmente coprendosi. < Non credo che sarebbe molto pratico andare in giro a salvare gente mentre si é nudi. Avrei poche tasche per mettere da parte i kunai. > Notare bene che dice "poche", non "nessuna tasca". Poche. Pratico come non mai. Non sembra scandalizzato dal fatto che la ragazza abbia effettuato un' invasione della sua privacy nonostante praticamente non si conoscano e, anzi, quando la vede schizzar fuori dal cubicolo apre la tenda per seguirla con lo sguardo, cercando di capire che diamine stia succedendo. < Uhm... ok? Ma... > Non fa in tempo, quella é giá partita a razzo e a momenti l'unica cosa che si vede é la proverbiale stellina in lontananza. < ... non ho ninjagram. > Replica, strabuzzando di nuovo gli occhi. Si gratta per un attimo il capo, guardando nella direzione in cui Saigo é sparita per poi spostare lo sguardo su di sé, specificatamente sulla maglietta bianca con sopra il logo nero scelto da lei... < Hm... non é male effettivamente. > Mugugna, prima di rientrare in camerino [end]

Un giorno di non pioggia Saigo e Reiji si incontrano fuori dal centro commerciale per caso. Dopo aver deciso che i vestiti di Reiji non gli si addicono, la ragazza conduce quest' ultimo in un tour forzato di un negozio di abbigliamento per fargli mettere qualcosa addosso (che puntualmente si rivela essere esattamente la stessa roba che giá indossa), con qualche rimostranza da parte del ragazzo, una su tutte é il fatto che non ha il tempo per respirare, figuriamoci per fare shopping.

Ovviamente la scusante non tiene e Saigo comincia a tirare vestiti addosso al malcapitato, conducendolo sino ai camerini e "invitandolo gentilmente" a cambiarsi. Voyeurism ensues, ormoni partono a mille per qualcuno, per qualcun altro invece sarebbe sufficiente capire che diamine sta succedendo.

Uscita di quinta.