Bosco Centrale - Pazzi per la mamma

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15:41 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] [Pressi Laghetto] Tra qualche nuvoletta si nasconde il sole del primo meriggio, in una giornata comunque tranquilla, calma, scandita da ritmi abbastanza lenti e mitigati dalla pace di un preludio al fine settimana. Alla volta del boschetto centrale, collocato nei pressi del palazzo del Governo, il Bronzo della Nuvola compare sulla scena, nelle vicinanze del Laghetto artificiale ricreato in quell'area verde. Prestante nella sua mole, è vestito con abiti semplici, un completo scuro costituito da una giacchetta leggera ed un paio di pantaloni semplici, entrambi i capi neri, mentre al tronco una camicia bianca abbastanza semplice spezza la monocromia del vestiario, assieme alle scarpe basse comuni dello stesso colore che calzano ai piedi; sulla fronte, la solita fascia che gli raccoglie i lunghi dreadlocks bruni fino alle spalle, sovrastata dal paio di occhialoni monolente che stanno sollevati e poggiati sulla corteccia prefrontale. Alla vita, una tasca porta oggetti mantiene un set di fumogeni, una bomba flash ed i tonici di recupero chakra e vigore. Alle mani, un paio di guanti a mezzo dito tipici da shinobi, rinforzati da due placche di acciaio sui dorsi. Al collo, rimpiattato dall'indumento superiore, un laccettino lascia penzolare il pendente dei cacciatori di taglie, una testa di lupo completamente nera incastrata in un tondo. Chakra ancora non impastato, mani nelle tasche e portamento comodo, tenendosi in assetto di quiete. Ogni tanto, qualche occhiata al telefono, che sbuca fuori dalla tasca, per poi rimetterlo nuovamente a posto, celato in quella custodia del vestiario. {Chakra off}{Occhiali monolente}{Guanti ninja mani}{Fianco sx: Porta oggetti (Flash Bomb x1 - Tonico CHK/HP - Fumogeni set x1)}

15:56 Tachiko:
  [Pressi laghetto] Che il tempo non fosse il massimo lo sapeva, ma poco le importa. Oggi giornata all’aria aperta. La ragazza si muove leggiadra a piedi nudi sull’erba verde di quel bosco. Addosso ha un semplice vestito lungo di pastello azzurro con la gonna piuttosto larga. I capelli lilla sono lasciati liberi di scendere oltre il bacino di una spanna mentre non porta trucco sul suo viso. Occhiali bordati di nero vanno a nascondere un poco i grandi occhi sanguigni della folle Nara. Ride, scherza, si diverte insieme alla piccola Senshi. La piccola bambina è vestita con una salopette di jeans ed un paio di stivaletti. Sotto di esso una maglietta rosa. I capelli sono legati in una coda alta per darle meno impiccio. Lei rotola giù per la collinetta fino a raggiungere quasi il laghetto, poi torna su e rotola di nuovo divertendosi un modo. La Anbu torturatrice si trova a metà strada di quella corsa osservando dall’inizio alla fine la discesa della piccola, ridendo ed applaudendo quando lei si rialza in piedi ogni volta. Appresso ha una cesta di vimini da picnick ed un coltello da cucina legato ad una fodera sulla gamba, nascosta dal vestito. La piccola comincerebbe a rotolare più velocemente, come a cercare un brivido maggiore. < Senshi, fai attenzione, rallenta> direbbe la madre, ovviamente non ascoltata dalla bambina che rotolerebbe forse più in fondo del previsto andando, se non si fosse spostato, a scontrarsi con la schiena dell’omone delle nuvole. Senshi , se questo fosse successo, rimarrebbe a gambette all’aria muovendole come se stesse nuotando mentre gli occhi andrebbero verso quel ninja dicendo un leggero “Ops”. Ed è lì che la donna correrebbe verso i due andando ad osservare la figlia < Senshi tesoro, Tachiko ti ha detto di fare attenzione no?> direbbe lei piegandosi sulle gambe. < Cheidi scusa al signore.> un attimo di pausa prima di alzare lo sguardo su di lui. Chinerebbe la testa di lato andando a mostrare un leggero tic della testa, quasi impercettibile ma comunque notabile da chi è allenato ad osservare gesti ben più veloci. < Senshi si scusa signore dalla pelle della notte!> chinando la testa di lato ed attendendo che anche la bambina lo faccia per portarsela subito via. [Coltello da cucina]

16:06 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] Movimenti ampli del petto, che gonfia la cassa toracica largamente, per poi distendersi con placidità, definendo un respiro flemmatico e pieno, in quell'atteggiamento calmo e posato, col quale ancora più incisivamente rifinisce la propria statuaria sembianza, sostenuta dal suo fisico slanciato ed imponente, il quale lo erge per tutto il metro e novantacinque centimetri di statura. Le pupille indugiano tutt'intorno, sentendo gli schiamazzi di una giovinetta, così come il lieve urto causato dalla scorribanda ludica di quest'ultima, ben echeggiata dall'accompagnamento di quella relativa figura adulta al seguito, Tachiko. Si mostra nitidamente il Colosso Kumese, adottato della Foglia, con la propria corporatura tonica, robusta ed allenata, molto compatta, spalle larghe e busto definito, scolpendo quella muscolatura in un solido atletismo. I dreadlocks bruni scivolano lateralmente sul viso e dietro la nuca, arrivando a toccare appena le spalle del lottatore di colore. Un piercing a cerchietto metallico sul labbro inferiore, mentre due orecchini squadrati si agganciano ad entrambi i lobi delle orecchie. L'incarnato scuro è di giovane maturità, assumendo un aspetto comunque abbastanza adulto per via delle connotazioni di quella fisionomia maggiormente marcate e dai tratti decisi, pur restando glabre. Pupille che indugiano dall'alto al basso, dovendo piegarsi un bel po' per inquadrare la nanerottola, un poco meno la Nara, con la quale comunque ci passano venti centimetri di differenza. < Oh-oh-oh! > quasi alla babbo natale, andrebbe a rispondere alla tutrice ed alla piccola. < Non vi preoccupate. > sorridendo sornione, bonario, almeno con i più piccini. < Come sta? Si è fatta male? > che il monte dei colori della notte non è proprio un grissino. Occhieggia Tachiko, il suo vestiario color pastello, quello che nasconde l'abbigliamento. Una gnocca pazza ragazza madre. Spettacolo. Il nero-coda già sente il risveglio dello spirito da forza portante. Il tic magari lo nota pure, ma non ci fa caso: quando vede le femmine, va a velocità 56 k con i ragionamenti, che il sangue ed il chakra si impastano nei centri nevralgici sbagliati. Una cosa però non gli sconfinfera totalmente. Il nome che ha sentito. Senshi. < .... > unica nota dubbiosa, ma che tiene ancora da parte.

16:16 Tachiko:
  [Pressi laghetto] La bambina ancora scalpita con i piedini andando a muoverli più velocemente prima di ridacchiare divertita. Quando sente la risata alla babbo natale ecco che alzerebbe lo sguardo osservandolo, no, non assomiglia per niente a babbo a quanto pare. Rotolerebbe all’indietro in modo da tornare eretta con la schiena subito dopo facendo un ciao con la manina e sorridendo mostrando quei dentini da latte caduti. “’cusa” direbbe solamente prima di tornare a correre intorno alla madre. < Ci vuole ben altro per farle male.> direbbe poi sorridendo e seguendola con o sguardo in quel suo girotondo allungando le braccia come se stesse facendo finta di volare come un uccello. La donna farebbe un bel sorriso prima di portare la mano a muovere un ciuffo dietro l’orecchio mostrandolo adesso prima di rialzarsi in piedi e sbattere le mani sul vestito per togliersi la polvere ed alcuni fili d’erba < E tu? Fatto male?> chiede infine prima di guardarlo e portando le braccia dietro la schiena intreccerebbe le dita andando a muovere più all’esterno il petto. Si stiracchierebbe a quel punto un attimo prima di strizzare gli occhi dietro gli occhiali < Senshi. Mamma ha detto di fare piano, non dare fastidio!> nel frattempo che la bambina inizierebbe a “Volare” intorno all’uomo delle nuvole con fare allegro. Tachiko farebbe un cenno di diniego con la testa portandosi le mani a cingersi i fianchi prima di guardare il laghetto illuminato da quei sfarzi di luce. Il respiro è calmo, tranquillo, alla fine il pericolo tra i due è senz’altro lei, con le sue capacità da assassina e torturatrice. Si morde il labbro inferiore e poi l’interno della guancia prima di tornare a guardare la bambina per cercare di farla giocare in totale sicurezza. < Scusa ancora, Tachiko le ripete sempre di fare attenzione, ma non l’ascolta.> conclude poi facendo un gesto e muovendo il viso di profilo in modo da osservare l’omone con la vista periferica almeno. [Coltellazzo da cucina]

16:31 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] Pupille ribassate, per coprire la disparità di altezza che si evidenzia tra sé e le due figure imparentate. In quell'alto verso il basso, non vi è un senso di alterigia, né s'affaccia qualsivoglia tronfia caratterizzazione: quell'imponenza mastodontica, descritta dalla complessione prestante di quello scipionico colosso, non diviene portatrice di tracotanza, restando una statuaria posa di compassata pacatezza, anche abbastanza rabbonita sia per la presenza infantile della bambina, che della sua caliente tutrice. Alle scuse pronunciate, un cenno d'assenso, più divertito che altro, così come, nel momento in cui l'altra gli fa quel "ciao ciao" con la manina, lui replica, allungando la mano in avanti, e poi facendola ruotare in tondo, fino a portarla verso l'orecchio destro, in un gesto un po' buffo, un po' artistico, da animazione puerile. < Lo credo bene. Alla loro età, sono inarrestabili ed indistruttibili. Eh-Eh! > riferendosi alla dinamicità irrefrenabile dei pulcini, a volte che sembrano fatti di gomma, tanto che si sfrenano senza stopparsi facilmente anche davanti alle bue. < Devo dire che ho sentito un colpo al cuore non appena ho visto una madre sola così spettacolare prendersi cura di un'altrettanto carinissima bambina. > da vero cascamorto, sollevando le sopracciglia un paio di volte all'indirizzo della Anbu, faccia un po' sensuale, accattivante, provando a rendere più intriganti quei connotati marcati, maturi, sebbene comunque giovani, della propria fisionomia. < Non importa. State tranquilla. > rassicurando la Nara che fosse tutto a posto, senza alcun bisogno di preoccuparsi ulteriormente. < Mh... > successivamente, il ripetere di quel nome della minorenne, ancora lo turba, impensierendolo. < Senshi...? > prova a chiamare la piccola, per assicurarsi di aver inteso bene, leggerne la reazione. < Guarda qua...! > così richiamandone l'attenzione, tenterà di mettersi in posizione di guarda da Capoeira, modalità 'Ginga', gamba destra indietro, sinistra avanti, piegato, braccio destrorso piegato a gomito, mentre il mancino è steso lateralmente, quasi fosse una posizione di danza, anche se effettivamente così è; iniziando a muoversi sul posto, ad un certo punto di quell'ondeggiare, cercherà di effettuare un salto il più alto possibile nelle sue capacità, facendo vorticare le gambe nell'aria, dandogli quasi l'impressione di stare volteggiando nell'aria. Naturalmente, prende le distanze sia da Senshi che da Tachiko, che dal laghetto, per non andare addosso a nessuna delle due, né finire in acqua con tutti i panni. < Woooollà! > una esibizione marziale e coreografica, per fare un po' di scena con la piccola, ma soprattutto, con la madre: oltretutto, gli interessano le reazioni, perché qualche dubbio gli è sopraggiunto, che quella fosse la famosa Senshi, figlia del Collega e Compagno Taijutser Saisashi, nonché della ex Decima Furaya. [Agilità/2:[Salto 2 mt]mov 1: https://66.media.tumblr.com/20fd00ab949e24c5673127f4b060fde2/095ae125237df680-1c/s540x810/b00cb8d7b8226865c45d349863919fa4ce74a92e.gif][mov 2: https://www.fightersgeneration.com/nf7/char/eddy-gordo-tekken7-intro.gif]

16:48 Tachiko:
  [Pressi laghetto] La bambina ridacchierebbe a quel gesto artistico andando a mettersi le mani davanti alla piccola boccuccia prima di tornare a camminare e correre, rotolare, saltare, insomma ha energia infinita sta barona. Tachiko annuirebbe lentamente alle sue parole prima di sorridere < Hai ragione. E’ un tornado, ma Tachiko la ama proprio perché è così.> direbbe con voce gentile portandosi le mani ad altezza del proprio grembo per intrecciare di nuovo le dita tra di loro e gongolando sul posto, roteando il busto lentamente e mantenendo le gambe ferme. La bambina, sentendosi chiamata si fermerebbe alzando la mano “Tutturu!” salutando come saluta sempre la Nara, marchio di fabbrica di quella pazzia che è sopraggiunta fin da piccola. Sbatterebbe un paio di volte le palpebre voltandosi verso l’omaccione di Kumo < Un colpo al cuore? Tachiko ti deve portare in ospedale? E fa male? > farebbe domande senza senso prima di chinare la testa di lato non capendo perfettamente quelle parole. Lui cerca di fare il cascamorto, lei è proprio scema di suo, figuriamoci. Entrambe le Nara osserverebbero quella che sembra una mossa di capoeira e subito senshi salterebbe sul posto tutta divertita e proverebbe anche lei a fare quella mossa ma cadendo più e più volte. Tachiko farebbe un leggero applauso prima di mostrare un debole sorriso> Tachiko conosce! Taijutsu giusto? < direbbe infine verso di lui. Il Tai non è mai stato il tipo di jutsu preferito dalla Nara, essendo lei ninjutser, ma conosce qualche mossa in modo da poterla schivare. Si umetta velocemente le labbra prima di guardarlo> Sei…uno shinobi? < chiede infine verso di lui facendo un piccolo passetto indietro provando quindi a dargli più spazio di manovra prima di socchiudere lo sguardo e concentrarsi sulla realtà piuttosto che sui suoi deliri. [Coltellaccio da cucina]

17:01 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] Annuisce a conferma delle parole di Tachiko. < Capisco la sensazione. > solidale, empatico, nei confronti della madre putativa della piccola in questione; proprio a quest'ultima, si pone lo sguardo, analitico, ma comunque sempre morbido e generoso, mai per nulla negativo. Sembra essere piuttosto dolce invece, forse fraterno, da consanguineo maggiore. < Ne sono sicuro. > che l'altra la ami, e tanto, per quello che è, un piccolo uragano. Una nota impacciata quando sente le domande un po' sciocchine della Nara, la quale non ha capito minimamente la battuta da don Giovanni del nostro Erculeo Colorato. < No... No... Niente ospedale... è tutto a posto! > grattandosi la nuca, per poi ridacchiare in maniera nervosa ed in soggezione. < AH-AH-AH! > tira indietro la testa, guardando verso l'alto, mentre le goliardiche esternazioni si perdono nell'atmosfera mite della giornata dal tempo variabile. Recupera un po' di regolarità in più, dedicandosi a quel gesto atletico di danza marziale, che pare fare una grossa presa sulla minore, la quale subito si cimenta nella replica, sfoggiando un grande impegno, una caparbia dedizione, seppur poca acrobaticità, ancora acerba. < Esatto. > sospira lungamente, facendo ciondolare il capo su e giù un paio di volte, in maniera affermativa. < Sono un taijutser, esatto. > un cenno, ad indicare Senshi. < Come il suo papà. > il Nero sa. Ha capito. < E' la figlia di Saisashi, vero? > molto tranquillamente, sebbene la voce sia più bassa, un tono riservato alla Anbu. Non sembra manifestare avvisaglie di minacce, al contrario, trasparentissimo e limpido come un cielo terso ad agosto, seppure sia abbronzatissimo in quella pelle dalla tintarella naturalmente carica di melatonina. Non aggiunge altro: guarda solamente Tachiko, e le sorride, affabile, amichevole; un aspetto gentile, che ogni tanto alterna ed offre anche alla piccola. < Ehi, Senshi. Proviamo questo. > e si metterebbe quindi a quattro zampe, cucciato, facendo per effettuare un rotolamento in avanti, una semplice capriola, un po' come quell'altra stava già facendo, prima di finirgli addosso. < Woooyaaa! > e niente, gioca con la piccola. Più creaturo dei creaturi. {chakra off}

17:19 Tachiko:
  [Pressi laghetto] Fa un respiro profondo prima di annuire. Rimane in silenzio nel guardare la piccola prodigarsi in quelle mosse prima di girarsi verso Ekko andando a chinare la testa < Menomale, Tachiko sta meglio allora> direbbe prima di ridacchiare < Anche perché non so se Tachiko sarebbe riuscita a trascinarti fino all’ospedale> ridacchiando genuina prima di fare una piccola smorfietta < Tachiko riconosce un taijutser quando lo vede> direbbe infine tutta tronfia del suo risultato fino a quando non sbianca. Si gire lentamente verso Ekko, fissandolo con gli occhi rossi dietro gli occhiali. Lo fissa gelido, quasi un’altra persona. Un’aura omicida comincia a pervadere la presenza della Nara, come un’anima inquieta che l’abbraccia da dietro e fissa insieme a lei la prossima preda. < …> non parla, non dice niente. Capisce che non è minaccioso, che è gentile, ma l’iperprotettività della pazza è troppo pronunciata per dileguarsi come una nebbia al mattino. Rimarrebbe fermo ad osservarlo, studiandone i movimenti, quasi cercando già un punto debole per buttarlo a terra con il proprio coltello da cucina. Lui però inizia a giocare con Senshi, e la mano che stava per scendere al fodero della lama si placa, si calma, un piccolo tic della testa prima di provare a liberarsi di quell’aura di morte e tornare ad essere la gentile Tachiko di prima. No, aveva promesso al padre, deve accettare la cosa, ora che sono tornati. Deglutisce sonoramente prima di guardare Ekko e fare un respiro profondo < …> si avvicinerebbe a lui, cercando di piegarsi dietro la sua schiena < Si.> direbbe solamente < Ma è anche figlia di Tachiko.> chiude quel discorso cercando di poggiare le mani sulle spalle dell’omone, mani calme, delicate, piccole, eppure con una presa salda, solida, di chi non si fa mettere i piedi in testa. Farebbe un leggero sorriso al ragazzo, forse ora poco tranquillizzante prima di alzarsi in piedi ed andare verso il cesto di vimini < Senshi! La merenda!> direbbe solamente andando ad osservare Ekko < Vuoi un pochino di succo di mela? L’ho tagliate io!> direbbe solamente mostrando un sorriso come prima, delicato, gentile, amorevole, socievole. [Coltellaccio ancora nella fodera…per ora. ]

17:38 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] Sorride a Tachiko, nel sapere che l'altra stia meglio. Deve aver afferrato che si riferisca a sé stessa, con quel nome, seppure parli in terza persona. Non se ne sconvolge più di tanto: dal momento che ella è la tutrice della piccola Senshi, ovvero la figlia della Ex Decima, qualcosa sembra rassicurarlo sulla plausibile affidabilità di quest'ultima, nei riguardi proprio della cura e tenuta della piccina. Oltretutto, avendo constatato la qualità e la pasta della gente con cui se la fa proprio Furaya, tra Keiga la selvatica, Mattyse il terrorista bombarolo, Dyacon il pazzo geloso, Saisashi il Suuuublime, praticamente il dubbio sulla lucidità e sanità mentale di chiunque sia intorno e legata alla Capo-Branco, è praticamente un fattore costante, se non proprio un prerequisito specifico, da curriculum insomma, per poter rientrare in quella sorta di cerchia degli affetti della Rosata. < Sono sicuro che avresti avuto eccome la forza e la capacità di farmi rialzare. > una frase malamente allusiva a chissà quale significato retorico, ambiguo, di ben altra intenzionalità che quella di lodare le presunte capacità nascoste della Crazy Nara. < Mh. > lascia stare per quel frangente di crisi omicida la genitrice putativa della bimba, mettendosi a giocare proprio con la piccola, a maggior ragione dissimulando ogni intento cattivo, negativo. < Bravissima, Senshi. Proprio un'atleta provetta! > applaudendo le proiezioni della nanerottola, incitandola, dandole coraggio, oltre che gratificazione. La vicinanza della schizofrenica gli produce un brividino, se non tanto di preoccupazione, di insano piacere. < Questi non sono affari miei. L'importante è che la bambina stia bene e ce ne si prenda cura. > mette in chiaro, che non è una cosa che gli importa quella difficile condizione familiare, di chi si proclami essere figlia quell'altra per davvero, preferendo eleggere a principale significato il prendersene cura ed assicurarsi che la piccola stia bene. Dopo quanto successo al centro commerciale, ha ben poca voglia di entrare in quella cupola famigliare. Entrerebbe volentieri però più in contatto con la femmina, specie dopo aver sentito le mani di lei sopra le sue spalle, delicate, calme, ma con quella presa sicura, di quelle che ti fanno salire la scimmia. < Così però mi verrebbe da domandare se hai mai pensato ad un fratellino od una sorellina per lei. > tattica d'approccio diretto. Già, che l'altra non c'ha capito nulla quando è andato sul sofisticato, magari un po' più schietto, il senso e la presenza arrivano più marcatamente. Ricambia il sorriso di lei con uno proprio, che vorrebbe essere più allettante e sensuale. < Succo di mela? Ma è proprio quello che preferisco! > non è vero niente, ma fa nulla: in quel momento gli va bene tutti. < Mamma Tachiko è proprio brava, non è vero, Senshi? > cercando appoggio dalla stessa piccoletta, per la quale mostra una predisposizione ed un affetto incondizionato. < A fare compagnia a Mamma Tachiko e Senshi-Chan ci sta pure lo Zio Ekko! > un modo indiretto per presentarsi. Occhi sulla Anbu in borghese, faccetta sempre che tenta d'essere un poco accattivante. [Chakra off]

17:54 Tachiko:
  [Pressi laghetto] Come volevasi dimostrare, la battuta allusiva non viene colta dalla donna che osserverebbe il ragazzo dalla testa ai piedi andando a fare un respiro profondo < Ma con tutta quella muscolatura sarai due o tre volte Tachiko! Tachiko non potrebbe mai trascinarti> direbbe lei realista prima di fare un piccolo sorriso. Quando lui si spiega lei non fa altro che fare un cenno d’assenso con la testa, Senshi è lei la priorità . Gli occhi sanguigni andrebbero sulla piccola prima di fare un respiro profondo ed un sorriso ben più caldo. Senshi si divertirebbe insieme ad Ekko facendogli vedere quanto è brava a fare la ruota o stare in verticale sulle mani, anche se un paio di volte un capitombolo l’ha fatto, ovviamente senza farsi male. La domanda schietta arriva precisa e chiara. La ragazza volterebbe lo sguardo verso Ekko. Sbatterebbe un paio di volte le palpebre andando a piegare la testa di lato facendo così danzare i capelli lilla oltre la spalla, ricadendo sul corpo < Tachiko non sa dove trovare un altro bambino e poi Tachiko non vuole portarlo via da un’altra famiglia!> direbbe poi. Niente Ekko, riprova, sarai più fortunato! < Comunque Tachiko ha già tanto tempo da dedicare a Senshi!> concluderebbe andando a versare quei tre bicchieri di succo di mela prima di tirare fuori anche un paio di onigiri e qualche tramezzino fatto in casa. Alla domanda del ragazzo di colore Senshi andrebbe ad alzare le mani “Mamma è veramente strabravissima! Ed è anche fortissima!” < Senshi…non credere a tutto quello che ti dice Mamma Fru e zio Matt> direbbe ridacchiando < Mamma è solo una casalinga.> conclude prima di andare a mordere uno di quei tramezzini preparati con cura. Lui indirettamente si presenta, e lei non fa altro che archiviare nella sua mente nome e viso. Si umetta le labbra prima di annuire a qualche suo pensiero che non ci è dato sapere. [Coltellaccio da cucina ancora dentro il fodero]

18:10 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] Decisamente no. Tachiko non c'arriva. Nemmeno all'allusione del dare un fratellino o una sorellina a Senshi. < Incredibilmente suonata... ma terribilmente gnocca. > constatazione di fatto nel descrivere la kunoichi, totalmente avulsa da quei contesti più particolari. Due sono le cose: o lo sta malamente prendendo in giro, oppure veramente quell'altra non ha idea di che cosa voglia dire. < Ma no... Tachiko non deve prendere un altro bambino, né tantomeno portarlo via da un'altra famiglia. Dopotutto, non vorrebbe che succedesse a Senshi, assolutamente, e non potrebbe farlo altrettanto, giusto? > cerca di essere un po' accondiscendente, ed anche comprensivo. Va bene. Piano B. Si passa alla tattica numero due. < Sicuramente è una cosa molto importante, quella che Tachiko si sia sempre per Senshi. > accomodante, annuisce con fare gentile in direzione della Anbu. Recupera il bicchiere di succo di mela, ringraziando con cortesia la madre putativa della bambina rosata; proprio quest'ultima, sembra elogiare la genitrice adottiva, e lui esprimerà sorpresa. < Daaaavvero, Senshi? > guardando quindi poi la stessa Tachiko, con occhi piuttosto languidi, quanto curiosi. < Zio Ekko conosce mamma Fru e lo Zio Matt. Sono amici cari di Zio Ekko. > fa cenno di sì con la testa verso la piccolina. < E Zio Ekko pensa che abbiano ragione, se Mamma Tachiko sta con Senshi è perché lei dev'essere veramente tanto in gamba. > conviene con il pensiero della bambina. < Anche perché Zio Ekko pensa che pure Senshi-chan è molto brava. Senshi-chan può diventare fortissimissima come mamma Tachiko. Se mangia la sua merenda, si lava i denti tutte le sere e non va a letto tardi la sera, per stare troppo davanti alla televisione! Oh-Oh-oh! > la risata di babbo natale ormai è un kopyjutsu. < E dimmi un po', mamma Tachiko. > guardandola, di nuovo con sguardo più da marpioncello. < Anche se è solo una casalinga, c'è possibilità di poterla invitare a mangiare qualcosa fuori? Magari una mattina, o una sera... > via, ormai si è in ballo, perché non provare ad andare fino in fondo. Le sfide sono più divertenti quando sembrano totalmente da underdog. {chakra off}

18:25 Tachiko:
  [Pressi laghetto] Ascolterebbe le parole di Ekko ed alzerebbe subito la testa, le guance gonfie dal pane del tramezzino prima di ingoiare tutto in un sol boccone < No! Tachiko non lo farebbe mai!> direbbe infine facendo un respiro profondo, quasi strozzandosi con il tramezzino. Sorriderebbe alle sue parole andando a fare una carezza nei confronti del capo della piccola < Certo, mamma ci sarà sempre!> direbbe lei con tranquillità prima di vedere lui parlare con Senshi “Davvero!” direbbe poi prima di annuire “Conosci la mamma!?” chiederebbe poi sorpresa. La donna non farebbe un cenno avendo capito che comunque il ragazzo è avvezzo a quella situazione, raccontata magari proprio dai diretti interessati “Io le faccio tutte quelle cose! E studio anche, mamma dice che lo studio è importante! Anche se a me non pia-” < Anche se a Senshi non piace, deve farlo, è per il tuo futuro.> categorica la mamma Nara prima di mordere un altro tramezzino. Lui poi cerca l’attenzione di Tachiko e la ottiene, facendola alzare per osservarlo con i suoi occhi colore del sangue colante. < Se tachiko è una casalinga non può andare a mangiare fuori?> direbbe solamente prima di fare un respiro profondo. Si morderebbe quasi la lingua mentre parla e mastica e, cercando di essere beneducata andrebbe a coprire le labbra con la punta delle dita della mano sinistra, finendo di masticare e deglutire. < Tachiko non ha problemi a fare colazione fuori> direbbe tranquillamente < dopo aver accompagnato Senshi a scuola possiamo prendere dei Mochi!> la colazione dei campioni insomma < ma poi Tachiko deve andare a fare i panni e sistemare casa> avverte tranquillamente andando a dare il numero di tramezzini giusti per la merenda della figlia. Rimarrebbero a parlare del più e del meno, magari con Ekko ancora a fare il marpione, finchè non sarebbe giunta l’ora di tornare a casa per i compiti assegnati dal Sensei, sia mai che Senshi non li faccia insomma.[Exit]

18:38 Kaworu:
  [Pressi Laghetto] Conferma quella replica pronunciata alla Nara. < Esatto! Non lo farebbe. No no. > rafforzare l'accordo di circostanza nei confronti della kunoichi. La vede spendere quelle carezzine e coccole nei confronti della bambina, sorridendo genuinamente e palesando una certa aria di compassione e tenerezza. Si mostra entusiasta verso la baby-furaya in miniatura, accomodando quella sua esuberanza puerile di modo da tenerla in considerazione e vivacemente attenta. < Mamma Tachiko ha ragione, Senshi-chan. > conviene con le parole della donna, anche se si china appena verso la piccoletta, bisbigliandole in modo scherzoso ed a voce udibile anche dalla genitrice, facendo solo finta di fare di nascosto. < ... anche se pure allo zio Ekko non piaceva tanto! Però l'ha fatto, e guarda quanto è diventato grande e forte! > facendosi vedere tutto pompato e prestante, a supporto di quella tesi che ha dichiarato. Finisce di bere il suo succo, magari approfittando di qualche sfizio portato dal cestino di pic-nic che l'altra avrà offerto lui i quel fargli compagnia nel mentre consumano la merenda. < Molto bene, allora. > una colazione tattica, tipo il caffè, è un buon inizio per esplorare meglio la situazione, ed iniziare con calma, magari anche per valutare eventuali ritirate strategiche. Del resto, ha detto a Furaya che non si sta più sentendo con Sango, ed ora ha invitato la madre adottiva della figlia di lei ad uscire: il solo pensiero lo incuriosisce parecchio sulla possibile reazione che potrebbe avere la Capo-Branco in tutto ciò. < Certo. Allora magari una colazione assieme andrà bene. Tachiko è molto impegnata, Ekko lo capisce. E' bello vedere una mamma così tanto impegnata. > accondiscendente, ed anche adulatorio, un po' marpione. < Magari prima che Senshi Chan deve andare, mamma Tachiko può segnarsi il numero dello Zio Ekko. > sorride alla Nara. < Allora, Senshi. Vediamo un po' cosa stai studiando. Fai vedere a Zio Ekko qualcosa che hai imparato? > quindi, rimanendo lì ancora un po' a giocare con la bambina ed a parlottare con la sua bella e pazza tutrice, si intratterrà un po' al boschetto, andando via quando anche le due femminucce si saranno dovute congedare. (//END)

Bosco Centrale.
Durante un pomeriggio come un altro al bosco centrale, il Bronzo della Nuvola finisce con l'incontrare Tachiko con la piccola Senshi, riconosciuta per via del nome che ha udito più volte nel corso delle sue avventure proprio con gli ex ninja parenti diretti della piccola. Ben attratto dalla genitrice adottiva della figlia di Furaya & Saisashi, la pantera nera di Kumo non si lascerà sfuggire l'occasione di godere della compagnia di un'altra bella matta come la Anbu. Alla fine, riuscirà a conquistare almeno una colazione con lei, strappando così quell'appuntamento futuro agli impegni casalinghi della kunoichi domestica.