Polvere da sparo

Free

0
0

19:33 Dyacon:
 Il vento soffia tra i grattacieli e gli altri edifici che s'innalzano verso l'empireo, creando un flebile quanto lieve sibilo che s'insinua tra la moltitudine di finestre e porte degli esercizi commerciali che popolano il distretto di Ame. Stranamente non c'è la pioggia, ma ormai le condizioni climatiche caratteristiche delle nazioni sono andate letteralmente a farsi fottere visto il grande ridimensionamento che hanno subito. Kagegakure non potrà mai abbracciare la grandezza del deserto, oppure la volontà del fuoco, o anche il culto di Pain. Può farlo, ma sempre in maniera decisamente minore rispetto a dieci anni fa. Il Sabaku si trova seduto su una delle tante panchine presenti nella piazza centrale dove, oltre alla fontana, vi è anche la statua del Dio che in molti hanno amato e amano ancora. Osserva la riproduzione in marmo di colui che si è eretto a Kami, squadrandola dal basso verso l'alto, ostacolato dai zampilli d'acqua corrente che fuoriescono dalla fonte. < ..... > In silenzio si gode il momento della giornata che più ama: il vespro. Gli ultimi raggi solari s'incontrano e si uniscono con le prime ombre della notte, ricreando nel cielo privo di nubi un gioco di colori a dir poco mozzafiato. Si è creato una sorta di bolla insonorizzata in cui rifugiarsi, preso dai suoi pensieri più intimi e più segreti. Si estranea dal via vai di persone che inevitabilmente gli sfilano lungo tutti i lati, restandosene con le braccia allungate e poggiate sullo schienale della seduta. Gambe incrociate, dove la caviglia destra s'adagia sul quadricipite mancino, poriettando il ginocchio dritto oltre il fianco rispettivo. Ad occhi esterni appare come un ragazzo dalla struttura fisica slanciata, alto all'incirca 180cm. Folta capigliatura corvina che gli scivola lungo la guancia destra, arrivando fino al mento. Coppia di ametiste che spiccano in modo evidente in quell'incarnato chiaro, albino, dai tratti somatici puri e fini. Busto che indossa una maglietta nera anonima, monocolore, su cui è adagiata la felpa bianca a collo alto con chiusura verticale a zip. Entrambi gli indumenti non hanno la manica destra, tant'è che il braccio è nudo da spalla a polso, mettendo in mostra sia una muscolatura definita e ben allenata, sia il coprifronte di Suna allacciata ad altezza bicipite, simbolo della sua appartenenza al Kazekage. Ai piedi le classiche scarpe da shinobi aperte sulle punte e alte fino alle caviglie, quest'ultime che fungono da punto d'incontro tra le calzature e i pantaloni scuri come la pece. Essi risultano stretti nella zona appena citata, ma morbidi e larghi sulle gambe, tenuti in vita grazie alla presenza di una corda elastica color rosso fuoco. Accanto a lui, poggiata alla sua sinistra in modo regale, la giara ocra in cui risiede dormiente la sabbia sacra dell'ex paese del vento. Stranamente non la indossa. Sicuro di sè? Anche. Ma principalmente perchè si sta veramente gustando quel finale di giornata. < ..... > Sguardo fisso sul volto di Pain ed espressione contratta, scura, figlia di ciò che la mente sta partorendo. [Chakra OFF]

19:47 Sango:
 V'è abituata a quel genere di calore nell'etere, figlia di quegli anni in quel paese dell'erba , lontana dalla vera pioggia.. e anche li, se ne trova palesemente distante e distaccata, memorie e ricordi che vanno a cozzare con ciò che invece avrà modo di vedere coi propri occhi. Limpidi cieli azzurri, dov'è finito quel senso di grigia malinconia che era solita accompagnare il paese della pioggia? Sfumata , un solo ricordo di un passato lontano, quando adesso quello non è altro che un mero distretto all'interno di una metropoli enorme - troppo vicina all'effettivo degli altri villaggi, cercando in qualche piccolo modo di proteggere e rendere viva quella loro caratteristica, quel loro carattere. E chi più di lei perfino non riesce a farlo se non quell'imponente statua di un uomo divenuto dio, Pain - dolore. non v'è parola più significativa per loro, per coloro che più di altri hanno vissuto immersi nelle proprie lacrime e nel sangue di coloro che amano. Sangue che scende verso quella veste, la immagina, la ricorda perfettamente - il tessuto pesante, perfettamente liscio, l'odore che emanava di sangue e foresta, di quella che un tempo nemmeno era propria e che adesso cela e nasconde come uno dei più oscuri segreti nella propria dimora . Sotto assi di legno, celata agli occhi, l'alba riposa in attesa che vi sia una nuova fine. Lo spirito della donna avanza verso la stessa, segue il corpo , snello a proprio modo sebbene formoso nei punti giusti - matura senza dubbio, eppure non dovrebbe dimostrare più di 25 anni all'effettivo. Veste nera che l'accompagna oggi nei movimenti, di un kimono dal tessuto leggero che ben s'adatta a quelle nuove temperature sempre più calde. La stoffa che cinge il corpo, l'accarezza delicatamente sotto i glutei dove andrà a fermarsi, e sulle spalle fino ai gomiti ove andrà ad aprirsi di più in quella sorta di manica a campana. Lo scollo è profondo che si inabissa nei morbidi seni, resi tonici anche grazie a quella cintola rosso sangue che porta alla vita. Un tessuto che però non appare oscuro, ha quei ricami intricati e sottili, di rossi che si inebriano insieme al bianco, un degno richiamo alla veste del proprio antenato senza davvero mostrare quelle nuvole pericolose. Avanza senza ancora accorgersi del portatore della sabbia, tranquilla e rilassata in quella che è la propria casa, che continua a proteggere a proprio modo, da lontano, con lo sguardo sempre su di essa. Occhi azzurri che si incrociano con quel violaceo spento, memore di molte notti e pochi giorni vissuti accanto agli stessi, e i lunghi capelli legati sul capo scivolano come una cascata d'inferno lungo la schiena, dolci ne sono le onde. Un passo che fermerà infine proprio vicino alla stessa statua, sandali ninja aperti sulle dita che stridono lievemente sulla stessa terra, prima di volger lo sguardo verso qualcos'altro - come un sentore, in quel brivido di eccitazione e rabbia che pare stimolarla verso colui che abita quella panchina poco lontana. Gli occhi non possono non cercare i gemelli , di un colore differente si, eppure riconoscibili per lei da metri , chilometri di distanza perfino. Incertezza, la ruga che si pone sulla fronte, profonda , eppure l'amor per il pericolo non è proprio quella? Muoversi elegante e ammiccante proprio verso l'altro, per raggiunger una posizione abbastanza vicina eppur distante d'un paio di metri < non mi aspettavo di vederti qui > come avrebbe potuto? Eppur nella propria voce non v'è accusa, non v'è rabbia per l'altro, nulla, se non una vaga curiosità - rimembrando anche il motivo per cui le piacesse, almeno fisicamente parlando.

20:12 Dyacon:
 Le due arcate dentali spingono l'una contro l'altra, portando a contrarre tutti i muscoli facciali. Il motivo? Sta avendo una battaglia interna, personale, dove non sa prendere una decisione netta, chiara, alimentata dall'immagine di Pain che si staglia in tutta la sua grandezza di fronte a lui. Come può un uomo ergersi a Dio, sedere nella stessa tavola dei Kami e, al contempo, instillare il proprio ideale ad una moltitudine di persone senza usare la forza? Prova una profonda ammirazione nei riguardi di ciò che quella statua raffigura. Oltre a tale sentimento però, vi è anche una fiamma di rabbia e nervosismo. < Essere da esempio per tutti... > Sussurra a fil di labbra, mantenendo le due ametiste fisse e ferme su quelle inanimate del monumento. Se ne frega altamente se quel sussurro sia stato sentito da orecchie poco discrete. < ...come diamine hai fatto? Mettere d'accordo una nazione intera è un'impresa non da poco. > Calcolando quanto sia difficile già in un gruppo ridimensionato di dieci persone, figuriamoci se viene rapportato a mille, duemila cittadini. Forse anche di più. < ..... > Aggrotta poi la fronte, sentendo l'olfatto venir stuzzicato da un odore a lui conosciuto. Profumo di cui s'inebriava e in cui aveva piacere d'immergersi fino a qualche tempo fa. Il capo ruota in direzione della sorgente, mettendo a fuoco subito dopo la struttura fisica di Sango. Quest'ultima non tarda molto ad avvicinarsi a lui. L'attenzione viene inevitabilmente portata sull'Ishiba, osservandola senza alcuna espressione in volto. Una volta che lei blocca il suo incedere, gli occhi dalla vita, salgono fino in viso, soffermandosi sul seno e su quei tratti somatici che ha posseduto. < Io invece ho corso il rischio... > Replica all'indirizzo del membro della Shinsengumi, senza scomporsi più di tanto. < Devo indossare la giara? Dimmelo subito se qualche Anbu dovesse apparire e attaccarmi... > Gli angoli delle labbra si arcuano verso l'alto, abbozzando un sorriso irriverente, palesemente divertito. Il senso della frase? Semplice. < C'è qualche distanza da rispettare? Avere un'altra denuncia mi darebbe alquanto fastidio. > E lì diviene serio, non avendo minimamente tenuto conto di tale eventualità. Per lui era finita quella notte. In tutti i sensi. < Che cosa sai dirmi su di lui? > Indica con un cenno del mento la scultura raffigurante Pain che si erge a pochi metri da loro. Fatta la domanda, resta fermo ed immobile nella posizione descritta in precedena: adagiato con il dorso sullo schienale della panchina e la caviglia della gamba destra adagiata sul quadricipite mancino. Nervoso nel rivederla? Sì. Eppure è sempre un piacere. La carne è debole. [Chakra OFF]

20:36 Sango:
 Quieto il passo, così come il volto che non mostra nulla se non quella lieve sorpresa che prova, davvero è li? Che sia stupido o che abbia dimenticato la sua follia, ancor non è facile da dirsi eppur gli animi paiono molto più calmi - specialmente dall'ultima volta, ove un singolo bacio aveva messo fine a tutto ciò che potesse esserci tra i due. Troppo simili, o troppo diversi, la bilancia ove son stati posti è crollata sotto il loro peso. Adesso cosa importa di vecchi dissapori si un sentimento che sente non provare, ne per lui, ne per altri. Non può ritenersi senza emozioni, sa di aver provato davvero qualcosa per lui, eppure non abbastanza per farla rimanere, tantomeno con Ekko il cui giovane animo non l'ha fatta che allontanare nuovamente. Le vien quasi da sorridere eppure andrà solo per un attimo a sollevare le labbra < se non fai sciocchezza come l'ultima volta, non penso interverrà alcuno > che siano anbu o membri direttamente della shinsengumi . Ne osserva quel viso arrogante, quello che non mostra alcun tratto rispetto a quello scolpito nella pietra loro vicina, di un viso più antico e saggio, quello delle sei vie. < non puoi permetterti di perdere la pazienza in pubblico > quello lo ha reso denunciabile, come membro potenzialmente pericoloso d'un intero villaggio, come una mina vagante pronta ad esploder e che tra quelle parole vi sia un reale consiglio, solo l'altro potrà leggerlo tra le righe. Non fare nulla in pubblico, ovvio che se fossero stati in solitudine allora tutto sarebbe andato in modo completamente differente, ma ciò ormai non è che un mero pensiero, ciò che è stato non è possibile cancellarsi. La domanda che la riporta alla realtà, nervosa meno di lui, eppur non molto lieta di scostar lo sguardo verso l'interesse altrui < ultimamente in molti vi state interessando a Pain > prima l'azzurro, adesso lui, che infine la storia di Amegakure stia avendo la giusta attenzione? Un singolo sorriso si porrà tra le morbide gemelle prima di cancellarsi e morire . Il passo che riprenderebbe , solo per avvicinarsi di più, eppure senza sedersi, quanto appoggiarsi al retro della panchina ancora in piedi, vicina abbastanza eppure mantenendo quella lieve distanza tra i loro corpi < lui è stato il nostro primo kami . Possessore del rinnegan > un ovvietà che può leggersi sulle pagine salvate di quella storia < Amegakure è stato sempre il villaggio del sangue . Ve ne era così tanto che non poteva nemmeno esser lavato via dalla pioggia.. ecco il perchè delle nuvole dell'akatsuki > nuvole di sangue, che sorvolano i cieli della propria terra e il sangue dei propri uomini andrà a irrigare i campi di un nuovo futuro. La fine per riavere una rinascita, l'oscurità che giunge per avere l'alba, tanto luminosa quanto accecante < sono morti in molti, l'alleanza uccise molti di noi, altri ci uccidemmo a vicenda > sebbene lei stessa non abbia mai davvero avuto modo d'uccider un altro amese, rimembra bene come le proprie mani siano ancora sporche del sangue di colui che più di tutti ha amato. < Pain ci condusse nella via dell'alba più bella, la rinascita di Amegakure, ponendoci al di sopra di tutti i villaggi > e per un breve intenso periodo fu così, per quel periodo il villaggio della pioggia fu il centro dello stesso mondo, la sua potenza tecnologica non aveva eguali, avanzata abbastanza da superare quella attuale di kagegakure. < scelse l'akatsuki, scelse i ninja più forti, e ridiede vita e giustizia a tutto il sangue che è stato versato > tace adesso quella voce, fattasi grave e bassa, di memorie troppo antiche perfino per lei, eppure memorie di un popolo che non andranno dimenticate. < ci ha dato la possibilità di ribellarci ad un destino atroce, di non uccidere la nostra stessa famiglia, di non morire di fame e di stenti ma di vivere come i ninja più grandi che saremmo dovuti essere > tace nuovamente, celando ancora quei segreti che metterebbero in pericolo il nuovo Kioku - con quella sua appartenenza ad Ame e al clan dei Seiun. < e al suo fianco, al fianco del portatore del rinnegan, vi era l'angelo di carta.. Konan > oh che immagine meravigliosa, al fianco di quell'angelo della morte ve ne era uno candido e splendido, di un bianco accecante, la stessa donna che avrebbe seguito quel kami fino alla morte. E non era forse questa la propria strada? La stessa che par voglia ripetersi, con sfumature differenti, eppure con lo stesso identico fine - proteggere e seguire colui che porta gli occhi degli dei. Lo sguardo pesante andrà a sfiorar ancora il viso di quello che ormai non è che un uomo, vorrebbe davvero poterlo amare come merita? Vorrebbe davvero potergli stare al fianco come Konan fece con Pain? Domande inespresse che si incatenano a quelle iridi limpide come il mare, libri aperti che posson esser letti da chi ne ha la chiave.

21:23 Dyacon:
 La notte è ormai calata inesorabile su tutto il villaggio di Kagegakure, allungando le sue mani su ogni essere vivente e non. L'oscurità viene contrastata dalle luci artificiali del posto, sia dai lampioni che costeggiano la piazza centrale di Ame, sia dalle case abitate dove l'ora del rancio è arrivata. Intorno a lui c'è meno flusso di persone rispetto al quantitativo di gente che ha avuto modo di vedere poche ore prima. < ..... > Il braccio destro si alza dalla parte più alta dello schienale della panchina, dando modo alla rispettiva mano di passare tra la folta capigliatura corvina e tentare di rassettare qualche ciocca ribelle. Per un breve istante, anche la seconda ametista si rende visibile agli occhi della rossa, tanto che il bagliore argenteo della luna sembra tuffarsi in quel piccolo oceano incastonato nell'incarnato albino. < Sango... > Il nome viene seguito da un sospiro lungo e rumoroso, schiudendo le labbra subito dopo. < Ciò che tu chiami sciocchezza, è una semplice reazione a quello che credevo avessimo... > Sottolinea volutamente la penultima parola, ma senza alcun rancore o astio. Le parole escono quiete e pacate, prive dell'ardore e della rabbia di qualche mese fa. Si è lasciato tutto alle spalle, è inutile tornare sull'argomento, anche perchè è stato più che spiegato sotto ogni aspetto. < Tsk! > Schiocca la lingua sul palato, ascoltando la successiva frase esternata dall'Ishiba. < E tu non puoi permetterti di dirmi come vivere la mia vita. > Chiude lì il discorso, seguendo il suo ancheggiare e muoversi almeno fin quando decide di farlo. < Oltre a me chi si è interessato? E comunque... > Giusto per mettere i puntini sulle i e rimembrare alla donna il suo carattere. < Io non sono "molti"... > Lui è lui. E' unico, nemmeno raro. < ..... > Si pone poi in silenzio, immaginando nella propria testa la storia che gli viene raccontata dal membro della Shinsengumi. Può solo intuire il dolore che i cittadini di Ame hanno dovuto provare a causa dell'Alleanza. < Rispetto alle nazioni più grandi, capisco che Amegakure sia stata più vulnerabile... > Oltre che sfruttata. Ma questo evita di dirlo. < Mi dispiace di quanta sofferenza ha dovuto patire la tua gente... > Ammette con sincerità, senza voler offendere in alcun modo la storia straziante del villaggio. < Di Pain ammiro la sua voglia di far rinascere Ame, d'innalzarlo al pari delle cinque grandi nazioni. > E' pronto ad arrivare il però. < Però... > Appunto. < ...il voler far diventare il paese della pioggia il più potente di tutti, ha portato solo l'ennesima guerra. > Con questa tipologia di ragionamento, non ci sarà mai la pace. Se anche oggi ogni distretto decidesse di prevalere sugli altri, Kagegakure imploderebbe tra le sue stesse mura. < In un conflitto non c'è nessuno che resta immune alla sofferenza. Chi più e chi meno prova le pene dell'inferno. > Anche Konoha, Suna, Kusa non se la sono passata bene. < Pain si è insinuato in un momento di debolezza e ha sfruttato la voglia della gente di vivere per instaurare la sua idea. Il suo regno. > Calcolatore e dannatamente furbo. Doti che nessuno gli può negare. < In parte lo ammiro. Dall'altra no... > Gli occhi rimbalzano dalla statua del Dio a quelli della rossa, indugiando qualche istante sul vestito corto che gli arriva a coprire a malapena i glutei. < Puoi anche sederti. La giara è a terra, dunque non c'è alcun rischio che possa rinchiuderti nella sabbia. > E lì, gli sfugge un risolino irriverente, altezzoso e borioso. < Konan? > Inarca il sopracciglio sinistro, dubbioso sulla conoscenza di tale nome. < Il Rinnegan... > Non l'ha mai visto, ma si dice che il portatore abbia il destino dell'umanità nelle sue mani. [Chakra OFF]

21:46 Sango:
 Aveva quasi dimenticato contro quale genere di carattere doveva combattere, borioso, altezzoso, convinto della propria forza e del fatto che possa davvero fare qualsiasi cosa voglia < ciò non vuol dire che il tuo sia un gesto per nulla calcolato e pensato, fossi stata in te avrei agito in modo differente > avrebbe atteso, avrebbe posto la sua trappola, avrebbe attirato l'altro chissa dove per poi ucciderlo? No, non avrebbe ucciso per quello, non avrebbe nemmeno attaccato, avrebbe voltato le spalle e sarebbe andata avanti, sempre andare avanti e cercar di non perdere ulteriori pezzi - non adesso che lentamente si sta ricomponendo come l'origami che era un tempo < non io, ma il governo si > e a quello non possono semplicemente che prender entrambi atto della veridicità che sta dentro quelle parole, di come quella loro libertà non sia che l'ennesima farsa per farli stare buoni, eppure ancora non s'è ribellata la rossa. Che sia solo questione di tempo, o l'amore per quella nuova Ame avrebbe fatto il resto? Non commenta oltre quel suo innalzarsi oltre i comuni mortali e oltre i molti , eppure non sono altro adesso che molti , piccoli pezzi di un grande puzzle che non spiccano se non per i loro caratteracci. Le parole che sfuggono come una storia, narra ciò che fu come se l'avesse vissuto sulla propria pelle, ed ode quelle risposte donate dal portatore della sabbia < farei attenzione a ciò che dico sul simbolo di un villaggio, in quello stesso villaggio. Vi sono cose ben peggiori di una kunoichi > vi sono loro, quelli ancora vivi, quelli che ancora vedono Pain come il loro salvatore e che lo adorano ancora , chinandosi d'innanzi a lui e alla sua magnificenza, per porre i dovuti omaggi. < Pain ha portato la pace > lo contraddice con una sorta di dolcezza, sa bene come quel simbolo possa esser vissuto e visto in modo completamente differente dal resto del mondo, così come quell'akatsuki passata poi di mano in mano per rendersi null'altro che cenere < con lui abbiamo vissuto finalmente liberi dalla tirannia degli altri villaggi. Kusa, Konoha, Oto, Suna, Iwa. La mia terra sorge al centro di questo mondo, terra ambita per la sua posizione e a nulla importava al mondo se morissimo uno dopo l'altro. > una posizione strategica nettamente superiore a tutte le altre, anche solo per il corpo anbu che spiavano con molta facilità tutto il mondo circostante per esserne il centro < La sete di potere li ha portati a far scendere su questa terra un vero kami > ecco perchè quel potere è stato donato lui, ecco perchè non uno , ma due angeli portatori del rinnegan son scesi direttamente dalla pioggia per renderle giustizia < l'unica colpa che vi è stata, è stata dell'ultimo sorakage quando infine ci ha abbandonati > non vuole nemmeno rimembrarlo, non ne pronuncia quel vile nome, di colui che della fuga ne ha fatto la morte d'un popolo < senza guida e protezione siamo stati facili preda dell'hasukage > stringe quella stessa mascella con forza , cruento e brutale lo sguardo si infervora per qualche attimo prima che torni a spegnersi d'innanzi l'ombra che ormai s'è allungata su di loro. Ne tange le carni con la dolcezza d'una madre, ne culla i visi poco illuminati . Ode quel suo invito, e lo accetta silente prendendo posto al suo fianco come nulla fosse mai successo, senza la rabbia e il rancore che un tempo l'avrebbe colta < ti sei chiesto perchè non mi sono nemmeno spostata?> chissà che non si sia fatto quella domanda, che non si sia interrogato sul come l'abbia colpita con così tanta facilità, il perchè abbia deciso di donargli almeno la soddisfazione di vederla sanguinare. Lo sguardo che sottile, quasi timido, sfuggirà alla stessa notte per incrociarsi con quello vicino < Konan Ishiba. L'angelo di Ame. > un angelo, candido e puro, oh come vorrebbe esser nata con tale delicatezza e dolcezza, di come quel colore d'animo le sia estraneo e lontano, irraggiungibile < occhi viola cerchiati, il più grande potere di questo mondo > l'ha provato, diverse volte, sulla propria pelle e su quella altrui. Ne ha potuto sentire l'essenza più intima, quel tocco di potere che le dava alla testa, eppure mai il proprio sguardo s'è allungato su di essi con l'avidità degli umani, li ha osservati, li ha amati, li ha rispettati - e adesso non esistono più. < pensavo desiderassi uccidermi Dyacon > e il suo nome verrà pronunciato appositamente come farebbero le più stronze, con quella malizia che serpeggia oscura carezzandone i contorni, come gli occhi pare vogliano rapirlo, e per cosa dunque? Ancora non l'ha compreso, eppur come le venga naturale muoversi in quel modo, accavallare le gambe in modo provocante , le venga tremendamente semplice da fare.

22:16 Dyacon:
 < Il mio gesto non deve esser perdonato. > Diretto, come sempre, senza alcuna via di mezzo. Non vuole la pietà o roba simile dalla rossa. < Voglio soltanto che venga capito... > Che l'Ishiba intenda le motivazioni, il perchè quella sera ha perso la testa davanti all'immagine di lei completamente attaccata ad Ekko. < Il mondo è bello perchè è vario. Sai che noia ogni singola persona facesse e pensasse le stesse identiche cose di altre migliaia di esseri viventi? > Lascia in sospeso la domanda, sicuro che l'altra abbia recepito il concetto. < Forse tu sei più calcolatrice e subdola, io invece mi lascio andare all'istinto e all'impulsività. > La maggiorparte delle volte va così. Ciò non significa che è stupido o senza cervello: anche lui sa calcolare, valutare e agire di conseguenza. < Non mi sono mai vergognato di dire quello che pensavo. Di sicuro non smetterò stasera ad Ame. Ripeto: ammiro Pain per quello che ha fatto per la sua gente. Sotto altri punti di vista lo avrei combattuto senza alcun dubbio. > Sentenzia con decisione, fregandosene se quelle stesse affermazioni possono esser ascoltate e sentite da qualche esaltato del culto di Pain. < L'equilibrio vince sempre su tutto. > Ne è convinto. Non bisogna mai eccedere né da una parte, né dall'altra. L'equilibrio è la perfezione. < ..... > Sul fatto del Sorakage e dell'Hasukage non dice nulla. Durante tali eventi ancora non sapeva cosa significava essere un ninja. Forse addirittura non era ancora nato, o comunque non si interessava della politica ninja. Sta di fatto che comunque riesce ad intravedere una nota di fastidio, di ribrezzo nel nominare l'ex capo di Ame. Non indaga. Evita di andare più a fondo, concentrandosi sulla domanda che gli viene posta. < Sinceramente no. Ero troppo accecato dalla rabbia e dalla voglia di fartela pagare in qualche modo... > Con nonchalance fa quella confessione, ruotando il capo e gli occhi in direzione di Sango, seguendola fin quando non prende posizione accanto a lui. < Adesso sono qui. Illuminami... > Lo ha incuriosito e adesso quella sete di conoscenza deve esser saziata. < Konan Ishiba. Una tua antenata... > Se così può esser definita. < Terrò conto della tua descrizione... > Del rinnegan. < ...qualora mi dovessi imbattere in tale potere. > Difficilissimo, quasi raro che ciò avvenga. Ma mai dire mai. < Ucciderti? Tsk! > Sorride divertito, schioccando la lingua sul palato, prima di far scivolare le due ametiste su quelle curve che ha stretto a sè, ha assaporato, toccato e fatto cose che non si possono descrivere. < Sai benissimo che non uccido se non c'è una motivazione valida. > Dovrebbe sapere il suo modo di pensare vista l'intimità che li ha uniti per diverso tempo. < Nonostante il tuo mancarmi di rispetto, non l'ho ritenuta così grave da cancellarti da questo mondo... > Non erano e non sono sposati, benchè minimo fidanzati. Niente di ufficiale. Se fosse stato il contrario, forse ci avrebbe pensato. [Chakra OFF]

22:40 Sango:
 < non ho intenzione di farlo > risponde a proprio modo, completamente differente, eppure consapevole che non vi sia nulla da perdonare quando non v'è alcun rancore alla quale fare appello. Lei glielo ha permesso, dunque perchè punzecchiarlo ulteriormente con quell'argomento ormai passato per entrambi, a quanto pare. Ciò non toglie che tutto le si è impresso nella mente, fuoco che cala sulla carne a sentir un'ulteriore cicatrice, segno della propria debolezza. Quanto s'è resa talmente debole nel sostare tanto per quel vago sentimento provato per finir quasi nel dimenticare quella possibile via che ha iniziato a proseguire? Calcolatrice e subdola, nemmeno sa quanto sia vero < per non morire ho imparato ad esserlo > per sopravvivere a quella scacchiera , per vivere ancora un altro giorno, che adesso finisce per sprecare nella mera illusione che qualcosa prima o poi cambierà . < non è una questione di vergogna, quanto più di saggezza > e il saggio sa cosa dire e come dirla, in quale loco e tempo, un piccolo insegnamento appreso da qualcun altro, quando ancora la stessa aveva quello stesso carattere impulsivo nella quale ha rischiato più e più volte di morire - prima che l'unico la riprendesse facendole comprendere come la propria vita fosse infinitamente più preziosa di quanto credesse. Un sospiro quando il tutto si conclude, quando il suo dire renderà giustizia a quel kami che non vi è più? < pensavo ci avessi riflettuto > lo mette in dubbio con quel sorriso che sboccia tra le rosse labbra estive, eppur tutto per rendere quella sua curiosità ancora più accentuata < come può Byakko farsi colpire tanto facilmente senza nemmeno provare a spostarsi > si diverte, infinitamente , in quel ghigno interiore che prova a celar scostando lievemente il viso da lui in favore di ciò che li circondano, una moltitudine di persone intente a passeggiare e cercar quei locali ove trascorrere la notte in compagnia. Gli schiamazzi che rendon piacevole quell'aria di prematura estate, ove il vento carezza le loro pelli nude con dolcezza e il calore non è troppo < l'ultimo possessore del rinnegan è scomparso.. se dovessi trovarlo, fammelo sapere > pronuncia quel dire davvero come se nulla fosse mai accaduto tra di loro, come se fossero tornati a quel loro primissimo incontro su quei monti dei volti di pietra . Viso che viene riportato a lui a quel suo schioccar la lingua, un rumore che le dona un senso di fastidio a cui non andrà a ribatter, ovviamente, ma solo per concentrarsi di nuovo su quella conversazione che pare sfiorare toni più caldi, quasi intimi, della stessa che è andata perduta nel tempo < spero che tu ti sia reso conto che fu lui a baciarmi cogliendomi di sorpresa > non che ciò cambi qualcosa in quello stesso momento, eppure vuole metter in chiaro come quella coincidenza sia solo stata la goccia che ha distrutto quel vaso, e che prima o poi sarebbe giunto il momento in cui le loro strade si sarebbero separate. Un pensiero che serve a consolarla in qualche modo, che tutto ciò che avrebbe potuto fare alla fine l'arrivo sarebbe stato lo stesso identico di quella sera. Su una semplice panchina in legno, come se nulla sia cambiato < ormai è stato quel che è stato > non darà la colpa ad alcuno, il fato ha deciso in quel modo, tutto doveva andare in quel modo, eppure perchè si ritrova lentamente a scivolar verso il suo fianco, con il viso rivolto di istinto contro il suo, con lo sguardo che non si sposta , irriverente e cacciatrice, alla ricerca di chissà che luce nel profondo dell'anima altrui. Occhi che lambiscono occhi, caldi questa notte in quel loro contornarsi d'una mera e falsa dolcezza di cui l'altro non ha bisogno, non da parte propria < mi stupisce come tu sia comunque qui seduto vicino a me > non può non dirlo, senza filtri eppur lieta di poterlo dire, calda la voce a sussurrargli vicina , soffia su quel viso che dovrebbe esser molto più vicino adesso seppur ancora non l'abbia nemmeno provato a sfiorar in alcun modo. Lo vorrebbe, si, la carne è debole dopotutto eppure non lo toccherà, per quello stesso rispetto di cui s'è sentita accusare < perchè > soffia bassa, in tacita attesa.

23:19 Dyacon:
 Più l'ora diviene tarda, più le persone in giro per il centro di Ame diminuiscono. Chi torna a casa dopo una giornata di lavoro; chi invece entra in uno dei tanti locali di ristoro ancora aperti; altri invece vanno alla ricerca di qualche donna o uomo - dipende chi è il richiedente - che possa tenergli compagnia. < E di odiarmi hai intenzione di farlo? > Domanda con un tono di voce quieto, pacato, curioso di sapere la risposta a tale quesito. In realtà è lui che dovrebbe provare odio nei confronti della rossa, eppure sembra davvero aver voltato pagina. < Mmm... > Increspa le labbra in un sorriso abbozzato, appena creato, portando le dita della mano destra a carezzare il mento glabro. < Dipende alla concezione che l'individuo ha della saggezza. Per te, da quello che ho capito, si basa sul non lasciarsi travolgere dalle emozioni, giusto? > Ha inteso questo dalle frasi, dai concetti e dal movimento del corpo della shinsengumi. < Sinceramente non ci ho riflettuto... > Subito dopo l'attacco perpetrato ai suoi danni, ha passato giorni difficili. Ore in cui la testa è stata sommersa da pensieri di vario genere, offuscati dalla rabbia e dalla voglia di farla pagare a Sango ed Ekko. Fortunatamente il tempo ha fatto da deterrente, gettando acqua su quella fiamma esplosa e ancora rediviva a causa dell'immagine di quel maledetto bacio. < Ripeto quello che ti ho detto poc'anzi. > Breve attimo di pausa, incanalando nuova aria nei polmoni. < Illuminami. > La incita a rivelargli questo segreto, questo frammento che potrebbe concludere la soluzione del puzzle. < Scomparso o morto? > Dubbio lecito riguardo le sorti del possessore del rinnegan. < Andiamo Sango... > Lo sta facendo veramente? Lascia che la tensione accumulata ad altezza collo e spalle venga rilasciata, permettendo alla testa di reclinarsi all'indietro, dando modo alle due ametiste incastonate in quell'incarnato albino di perdersi nel cielo stellato. < Veramente stai dando la colpa del bacio Ekko? Non cambierebbe nulla... > Non la guarda nemmeno in faccia. Per cosa lo ha preso? Un ragazzino? Mai descrizione fu più sbagliata. < Già solo il fatto che ti trovavi con lui da sola al bosco dei ciliegi, dopo tutto quello che c'era stato tra noi, non doveva proprio esistere. > L'appuntamento con il nigga era da evitare fin da principio. Fortuna che non è uno avvezzo all'utilizzo della tecnologia, altrimenti avrebbe potuto vedere il messaggio di lei sul ninjagram del taijutser. < Ma ormai, come hai detto tu, è acqua passata... > Certo che riviverla è sempre dura. Gli procura fastidio. < ..... > Si accorge delle movenze della donna, la quale gli scivola vicino. Dannatamente vicino, tanto che i volti si ritrovano a poca distanza. Eppure non cede. Non si scompone. Non vuole darla vita alla rossa. < Per lo stesso motivo per cui tu ancora non mi sei saltata addosso... > La stuzzica senza troppi giri di parole, abbozzando l'ennesimo ghigno irriverente di serata. Giocare con il fuoco lo ha sempre affascinato. < Tu non sei quella che si lascia andare agli impulsi no? > In questo caso della carne e della lussuria. < Sei la saggia che sa valutare ogni situazione. Cosa ti dice ora la tua testa? Rimanere in disparte e andare contro le tue voglie... > Perchè sa che l'altra le ha. < Oppure lasciarti andare, metterti sopra di me a cavalcioni ed alzarti questo vestito fino alla schiena? > Denudando glutei e cosce, oltre che portare le parti intime a contatto. < Chi prevarrà? La saggia o la cacciatrice? > E sorride, sorride divertito, conscio di aver ribaltato i ruoli. Per ora lui non fa nulla, non asseconda quel gioco. Per ora. [Chakra OFF]

23:40 Sango:
 Non v'è molto da pensare a quella domanda che la risposta nasce spontanea < l'odio mi ha consumata, e solo uno se l'è davvero meritato > bisogna davvero meritarsi ciò che la consuma con tale ferocia da annebbiare la vista e la ragione < tu lo farai?> chiede, in attesa, proprio lei che parla di saggezza ne è stata investita nel tempo, da quell'ira e quella collera accecante, ove i pensieri non esistevano più e solo il desiderio del sangue riusciva a smuoverla dalla propria eterna stasi < sapere cosa fare, dove e quando > un concetto tanto semplice quanto difficile da metter in atto, e solo il tempo e gli anni saranno degli ottimi consiglieri, in grado di limare quelle proprie fiamme per renderli sempre più dolci e controllate < dovrei ?> perchè si o perchè no, si sta solo divertendo in questo frangente, di un piccolo non segreto che è li, chiaro, alla luce del sole, eppure l'altro non riesce a vederlo nella sua semplicità < scomparso.. spero > lo spera davvero che alla fine non sia morto anche lui, l'ultimo legame del passato, l'ultimo filo che la tiene ancora legata a quel mondo - poterlo proteggere adesso per poter esser lei ciò che lui è stato - un sensei, una guida, un protettore, forse un amante, ma chissà se ritornerà di nuovo alla vita < non sto dando la colpa a lui > una lenta risposta, calma, come fuochi che ormai non sono che spenti, sfiancati dalla rabbia e dalla fatica del provar rabbia verso l'altro < avrei preferito fosse in un altro modo > in un momento differente, quando avrebbe compreso la complessità dei sentimenti dell'altro, troppo semplici ai miopi occhi di chi dell'amore non ne sa molto. L'unico davvero amato non era altro che un carnefice che l'ha strappata al proprio nindo, colui che dell'amore ne sapeva ancor meno di lei. < non comprendo cosa per voi significa amare > la comprensione che è nata lentamente in quegli ultimi tempi, ove il passato ormai s'è distaccato sempre di più per rendersi conto di chi sia nel profondo < ho amato un singolo uomo in questa terra, ed era un kami. E nemmeno lui sapeva come si ama > quel loro amore , differente, malato in quelle sfumature fatte di odio, rancore, vuoto assoluto, di anime vicine che si incontravano raramente per tornare ad amarsi..e poi l'alba a portar via tutto. Vicina, di nuovo, a sussurrargli come la prima volta, e quello le è piaciuto di più dell'altro, forse proprio il non conoscerlo, il saperlo un completo estraneo alla propria vita < sono stata definita una tigre > un sussurro che par quasi un ringhio, di come sia consapevole di come la carne possa render gli occhi e il cuore cieco, pur di appagar quella propria lussuria che abita tutti loro. Animali di natura, in attesa di sfamarsi di qualcun altro. Sorride a quel suo dire, di come si sia districato egregiamente a quella situazione ingarbugliata, fatta di sentimenti e di non sentimenti, di passato e presente, di chi dovrebbe odiare ma che non riesce ad odiare. < equilibrio, non si basa tutto su quello, Dyacon?> rivolge quelle stesse parole pronunciate poco prima, di come sia equilibrio quello ad importare l'altro, e di come la stessa rossa proverà dunque a portarsi su di lui, a cavalcioni, come se fossero in una piccola privata stanza senza nessuno a vederli . Eppur non farà altro che porre le proprie mani sulle sue spalle, il bacino che sfrega lievemente sull'altro, e il viso vicino < non mi odi nemmeno un pò? > lo sfida, in quel suo essere rude che le è sempre piaciuto, uno specchio del passato in rispetto ai modi fini ed eleganti che ha sempre tanto amato. La attira ancora con quei modi, eppur perchè rimane tanto difficile provare anche solo ad amarlo come dovrebbe, come tutte le relazioni sane ed equilibrate di quel mondo? Dubbi e domande che rimangono celate, in uno sguardo che attende ma in un bocca che ancor non s'apre. Che sia lui a continuare quella danza se lo desidera, lei ha fatto la prima mossa.

21:40 Dyacon:
 < ….. > Resta in silenzio, ponendosi in ascolto delle parole di Sango, lasciando che gli occhi seguano lo zampillare della fontana posta proprio di fronte a lui. Rimugina su quello che l’apparato uditivo trasmette al cervello. Lo elabora, per poi schiudere le labbra in un sorriso amaro, reso ancora più mordace a causa delle ombre che si riflettono sul suo viso. < Stiamo parlando di odio come se fosse normale, quando il sentimento principe dovrebbe essere un altro. > Ovvero l’amore. Lui non ha passato le sofferenze che ha patito la rossa, eppure ha dovuto fronteggiare dei demoni che tutt’oggi porta dentro di sé. Trofei di battaglie silenziose, vinte in solitaria. La perdita dei genitori durante l’ultima grande guerra lo ha segnato nell’animo, ma ciò non gli ha offuscato la vista davanti al bene che c’è ancora nel mondo. Poteva avere il diritto di odiare ogni singolo ninja esistente sulla faccia della terra, eppure non l’ha fatto. Non è uno dei sostenitori della pace, così come non è uno di quelli che spinge alla guerra per ogni minima stronzata. È stato ed è tutt’ora un seguace dell’equilibrio. Con esso non ci sono eccessi né da una parte, né dall’altra. < Sapere sempre cosa fare, dove, quando e come, non ti rende saggio Sango. Ti rende un Kami. > Replica con un tono di voce attraversato da una vena sarcastica, confermata dall’accenno del ghigno divertito. < Uh? > Se ne frega della sorte che ha colto l’ex portatore del Rinnegan, d’altronde non l’ha mai conosciuto. Non trova un motivo valido per continuare a parlarne. Ciò che lo incuriosisce è la frase di lei. < In che senso avresti preferito accadesse in un altro modo? > Non ha colto il significato di tali parole. Aggrotta la fronte, confuso e dubbioso. < Allora non abusare del verbo amare se entrambi non sapete cosa significa davvero. Tra odio, terrore ed altro, il vostro era tutto fuorché amore. > Sentenzia con decisione, classificando quel rapporto come un chiaro episodio di sindrome di Stoccolma, dove il rapito crea una dipendenza nei confronti del proprio carnefice. Un attaccamento illusorio, creato dopo anni e anni di soprusi. < La vita non è solo odio Sango. Fortunatamente, aggiungo io. Quando veramente amerai qualcuno, te ne accorgerai. > Non si dilunga più di tanto su quel punto di vista. Lei ha una visione, lui un’altra che è l’opposto del membro della Shinsengumi. < ….. > Ai movimenti della donna non si muove, limitandosi unicamente a fissarla negli occhi. Una volta che la sente a cavalcioni, si morde il labbro inferiore, gesto condizionato dal fare della bellezza con i capelli di fuoco. < Beh devo dire che ci sai stare in equilibrio no? > Domanda retorica e voce attraversata da una sensazione di piacere. Questa prende vita quando l’Ishiba sfrega con sensualità il bacino contro il suo. Il sangue, inevitabilmente, affluisce nella zona pubica che viene sollecitata e stuzzicata. < Ssss… > Reclina di poco il capo all’indietro in preda a quella goduria, prima di contrarre i glutei e i quadricipiti delle gambe. La zona pelvica verrebbe fatta scattare verso l’alto, dando un colpo deciso alla parte genitale altrui. Dato il suo sporgere in avanti, tramite questa lieve spinta, Sango dovrebbe bruciare in men che non si dica quell’infima distanza che intercorre tra le loro labbra. Il bacio però non avviene per millimetri, dato che il Sabaku scosta la testa, facendo sfilare il viso della donna alla sua sinistra. Bocca in prossimità dell’orecchio mancino di Byakko. < No. > Sussurra, rispondendo così all’ultimo quesito. In realtà la odia perché non è sua, ma non gli darà mai questa soddisfazione. Status che mantiene segreto. [Chakra OFF]

21:41 Sango:
 < credi davvero che l'odio non sia normale in questo mondo Dyacon?> il sorriso che s'allarga sulle labbra, morbido eppure triste allo stesso tempo, a rimembrar davvero quello che hanno scelto d'essere < se avessi preso una strada differente potrei darti ragione > oh il beneficio del dubbio, addolcisce quelle ferite e parole che non si dovrebbero pronunciare nemmeno a quell'ora della notte, quando in molti rincasano nel calore delle loro case, e per coloro che non hanno alcun ritorno quale posto li attende? Il nulla, il vuoto oppure il desiderio della intima solitudine da trascorrere con se stessi, a rimuginar sulle ferite ancora aperte e su ciò che s'è commesso in vita, tutti loro prima o poi andranno d'innanzi quella morte ed essa sceglierà per loro cosa patire in eterno < sono divenuta uno shinobi per l'odio e il rancore, è quello che ancora mi tiene in vita > l'unica che non le ha permesso d'abbandonarsi al dolore, e ognuno di loro di dolore ne ha patito molto, lui, lei, ognuno di quei cittadini eppure chi decide di vivere nella pace del prossimo vi è < ci vuole forza e volontà per non incedervi, e io non ho mai avuto intenzione di sottrarmi ad essi > li ha scelti come compagni di vita , con il sottofondo il rumore della pioggia che ancora porta dolore e malinconia che ancora l'accompagnano e mai smetteranno di risuonare per lei, e un giorno non farà altro che tornare ad esser pioggia lei stessa per qualcun altro < per chi è come me, la felicità non è altro che un obiettivo irraggiungibile > consapevole di come alle volte rifugga lei stessa ad un minimo di quella, illudendosi anche alle volte di poterla toccare, sfiorare, ma che non farà mai parte di lei. Quel sorriso ormai è scemato per osservar il creato sopra le loro teste, di quelle stelle che paion illuminar come fari quando ormai le luci della città lentamente si spengono morendo. < se avessi scelto un'altra strada avrei vissuto una vita differente, eppure non posso tornare sui miei passi, e non voglio farlo > strano come adesso, quando quel loro rapporto pare essersi infranto, possa infine parlargli con la limpidezza nell'animo e nel cuore, di come quella propria visione si sia fatta strada dentro di lei mettendo radici tanto profonde quanto velenose < se lo facessi verrei meno a quella promessa, l'unica che abbia ancora senso d'esistere > ma di cosa stia realmente parlando verrà celato in favore di un sorriso divertito a quella sua frase < essere un kami significa portare su di te un peso tanto grande quanto l'odio e il dolore dell'intero mondo.. e l'ho visto > negli occhi violecei tinti da ferite tanto profonde quanto incurabili, di come esse non abbiano fatto altro che portare via sempre più umanità nell'altro eppure ha visto anche la vita e la morte convivere come vecchie amiche. Non vorrebbe una vita così , non la sopporterebbe, a malapena sopporta la propria e ancora si fa forza solo per vivere . Ma a quella domanda non andrà di certo a rispondere, forse il tempo farà comprender l'altro come davvero sia stato un bene poter vedere come sia fatta, per non soffrire, per non legarsi oltre, ad un essere che davvero dell'amore non sa nulla < per noi lo era. Ci siamo amati a modo nostro, l'ho amato come mio compagno e come il kami che era. Perchè non desiderare ancora vivere quel sentimento viscerale che mi portava via la vita e il respiro, che mi ha avvicinato tanto alla morte da farmi apprezzare questo corpo perfino e la vita che avevo d'innanzi? > domanda ancora, per quegli occhi ciechi che ancora non sanno cosa provare se non ciò che ha conosciuto < per un attimo ho creduto di poter amare ancora, e ho distrutto quella purezza d'animo con queste mani. Dimmi dunque, perchè dovrei provare ad amare quando so solo distruggere? > che voglia davvero una risposta o che sia solo una domanda rivolta al cielo, adesso non lo saprebbe dire, non quando il corpo andrà a muoversi in preda ad istinti differenti. Corpi che tornano di nuovo a toccarsi dalle vesti, con le sottili dita prive di graffi che incedono su quelle larghe spalle a chieder ancora , a voler sapere, a nutrirsi ancora degli altri e prender per se le loro intime essenze , a sentir quel corpo reagire al proprio come fosse la sua musa. Un solo tocco per rendersi conto che l'altro non l'ha dimenticata, non in quel senso per lo meno. Un dolce strusciarsi lento e minimo, di un desiderio che provano entrambi immerso in quell'odio nascosto sotto il velo dell'arroganza , di un bacio che non arriva e non ricerca per prima, per sentirsi udire quella singola parola. No. Non la odia. < odiami allora, e fallo bene > un sussurro a sua volta verso quell'orecchio tanto vicino per la posizione trovata, che la odi pure dunque! Che voglia vederla perfino morta o perfino tremendamente sua da rinchiuderla ancora in quella gabbia di sabbia , e chissà se si sarebbe ribellata questa volta o avrebbe lasciato al Sabaku il piacere di poterlo fare, ancora e ancora < l'odio porta inevitabilmente all'amore > un amore malato, distorto, per lei limpido come l'acqua in un giorno d'estate, in una pozza di brillante poesia che risuona con la propria anima. Conoscer solo quello, porta a veder dunque quello che dovrebbe esser un puro sentimento, macchiarsi dell'orrore più puro .. < lo preferisco > e ama quell'orrore così come ha amato il portatore del Rinnegan .

22:16 Dyacon:
 La notte diventa ancora più densa, più scura, tanto che le luci artificiali dei lampioni fanno fatica a contrastare quel buio primordiale, vecchio come il mondo. Assapora quegli attimi di piacere che l'altra gli dona, continuando a spingere e strusciare con il bacino sulla zona genitale di lei. Non c'è niente da fare. Sotto quel punto di vista l'ha sempre attratto ed è dannatamente difficile restare impassibili quando la carne e le curve della rossa Ishiba sono così sensuali. Oltre che provocanti. < ..... > Ricerca la lucidità per un attimo perduta da quando Sango gli si è seduta a cavalcioni sulle gambe. < No, non dico che provare odio sia anormale. Con tutte queste guerre e morti, è alquanto comune lasciarsi abbracciare da un sentimento del genere... > Sussurra a fil di labbra, venendo a contatto tramite la guancia sinistra con i capelli rossi della donna. S'inebria del suo profumo. < Proprio per questo è più difficile trovare persone che siano disposte a costruire un mondo dove regni l'equilibrio. Questo non significa cancellare dolore, odio e tutte le emozioni negativa. Significa solo renderle meno importanti e, di conseguenza, alzare quelle positive. > Come una livella. La bolla deve essere al centro per far in modo che qualcosa sia perfettamente centrata ed in equilibrio. < Byakko, la tigre bianc che afferma di avere un obiettivo irraggiungibile? > Aggrotta la fronte, stupito dall'affermazione del membro della Shinsengumi. < Mi dispiace, ma non c'è nulla d'impossibile. > Crede fermamente in quello che dice, convinto che con forza di volontà, sacrifici e tenacia gli obiettivi possono esser centrati. < L'immaginazione dell'amore non è uguale ad averlo provato. > Sentenzia con decisione, mantenendo comunque i decibel bassi, insieme ad un tono di voce caldo, mentre le labbra sfiorano il lobo dell'orecchio mancino altrui. < Devi soltanto cambiare punto di vista. Vedrai che con la persona giusta accanto, potrai finalmente apprezzare veramente cosa significa amare. > L'ha detto lei stessa che non l'ha mai provato no? Che quello non era amore, bensì un qualcosa di malato e depravato figlio della voglia di sopravvivenza dell'Ishiba. < Puoi imparare a fare altro. Non solo distruggere... > Ultime parole, prima di far saettare le braccia sui fianchi della femmina, carezzandoli con delicatezza, scendendo fino alle anche dove quel vestito corto fa fatica a non alzarsi sopra le natiche. Le mani però, si uniscono nella zona lombare, bloccando Sango in quella morsa immaginaria. La spinge ancora di più verso il basso, aumentando la pressione tra le due zone pelviche. < Sai benissimo che non te la darò mai vinta... > In quella situazione riesce comunque a mantenere un briciolo di lucidità, nonostante stiano per essere denunciati dai passanti per atti osceni in luogo pubblico. Se ne sbatte, tanto ormai denuncia più denuncia meno, cosa cambia? Nulla. < Sarebbe troppo facile odiarti. Sai bene che situazioni del genere non mi attraggono... > Preferisce sudare e riuscire nel proprio intento. Più arduo è, meglio è. < Odiami tu se ci riesci... > E lì, le arcate dentali dovrebbero riuscire a mordere la parte più dura di cartilagine dell'orecchio di lei. Senza forza ovviamente, ma solo per donarle piacere. [Chakra OFF]

22:41 Sango:
 Denunciati, forse, dopotutto non è un loco intimo per continuar in quei discorsi, per incedervi in tal modo , lasciando che la carne desideri altra carne ma ormai la notte si sta facendo profonda, poche saranno le anime a stabilirsi li se non qualche gruppo di ubriachi felici < perchè non vi incedi dunque, scoprirai un mondo differente, dai colori differenti, e parti di te che non sapevi esistessero > un sibilo soave li sul suo orecchio, sirena tentatrice a trascinarlo verso l'oblio stesso < cosa ti porta ancora a lottare per un equilibrio che mai vi sarà? Lo stesso non viene portato forse dal bene e dal male che continuano la loro eterna lotta purchè ne uno ne l'altro possano mai prevalere?> e loro devon scegliere da che parte stare, troppo facile non prender parte ne ad una ne ad un'altra, troppo semplice vivere nella sicurezza di non aver scelto, e cosa offre una vita del genere se non la fatica di vivere su quel filo del rasoio per non cader ne dall'una ne dall'altra parte < scegli Dyacon, non potrai per sempre aver due piedi in due parti opposte > sussurra malevola con la voce di un angelo caduto, tinto del rosso del sangue dell'innocenza, ad attender colui che un giorno non farà altro che seguir il proprio cammino nell'abisso più profondo del dolore per poterne rinascere come un nuovo essere. Che sia lui davvero? Troppo testardo, troppe convinzioni alimentate dal tempo imperituro che è soffiato sulla sua pelle calda che s'ha di sole e sabbia, morbida e ruvida allo stesso tempo. La sinistra libera che andrà a scivolar sul suo collo, unghie a ledere la pelle con dolcezza fino alla nuca solo per avvicinarlo anche lei a se a proprio modo < quanto sai di Byakko e quanto poco hai visto > troppo poco, se non in quel limbo di terra che s'ha di nulla, ne di inferno ne di paradiso , una grigia esistenza che le sta stretta, soffoca l'animo e la sua vera essenza < liberati di tutto ciò che t'hanno insegnato, e rinasci per viver di nuovo > come è stato per lei, anche lui può rinascere ancora e ancora, accettando di bagnarsi nel sangue dei propri peccati , consapevole che le sue stesse mani mai torneranno ad alcuna purezza. Non incede ancora in quel discorso, non può creder che vi sia un altro modo d'amare che possa davvero soddisfarla appieno come fu il primo, o mai si sarebbe allontanata da un anima pura come quella del bianco . Non crede nemmeno sia possibile che possa non solo distruggere, non perchè non possa, ma perchè non vuole farlo, non vuole sprecare quella vita per costruire qualcosa che non sia solo per se stessa, in quell'antico sogno che pare ormai svanito ma i cui resti rimangono nel profondo, insieme a quella singolare speranza che muove le carni di tutti coloro che vivono ancora < non sei capace di odiarmi come dovresti?> una piccola sfida che lancia, consapevole del carattere altrui d'innanzi una di quella, che lei possa esser dunque la sua sfida, che possa davvero odiarla fino ad amarla come giusto che sia. < fallo, e potrei perfino amare di nuovo > oh come può mai sfuggir a quella presa, quando sono le labbra e le parole che si sussurrano a istigare l'anima al risveglio prossimo, solletica la parte più nascosta di se per farla ergere ancora e ancora < ti inseguirei di nuovo > così come fu, ancora può essere, consapevole di quel che chiede troppo vicino all'impossibile, eppur perchè non tentare < rinchiudimi di nuovo nella tua gabbia di sabbia > oro che scivolerebbe di nuovo sulla propria pelle, provocando quel dolore che porterà di nuovo ad amare < e ti odierò anche io > una promessa che può mantenere, di qualcosa che s'ha di volere, che quella sia una gabbia d'oro nella quale voglia rinchiudersi da sola, per cercarlo e inseguirlo fino alle profondità della terra pur d'avere un singolo attimo con lo stesso. Gemito che viene trattenuto, la schiena che si inarca scossa da abili dita che sanno quali corde toccare, ma solo quelle di un corpo , che raggiunga l'animo e che la faccia avvampare di nuovo quella fiamma che pare morente! S'avvicina anche lei, denti a snudarsi dalle labbra, bianchi e perfetti ad inceder anch'essi nel collo altrui per lasciar segno del proprio passaggio, provocando quella sorta di dolore e poi la lingua che andrà a lenire lo stesso. Specchio di ciò che compie, nel distruggere chi prova anche solo ad amarla, per potergli solo dopo donare quella dolcezza che meritano, che orribile creatura che è divenuta, bella abbastanza dall'avvicinare altri con la sua luce brillante prima che scoprano come solo il toccarla possa bruciare. < sei ancora qui, nonostante ti abbia allontanato, perchè resistere adesso?> anche lui non sta forse incedendo negli stessi propri passi, dopo aver sofferto in un certo senso per lei, ma permanendo li ancora - inutile dire che sa quanto possa piacergli quel loro modo di avvicinarsi, ma che sia o meno pronto lo comprenderanno in breve tempo.

23:23 Dyacon:
 Le dita si slegano da quell'intreccio che le vedeva unite nei pressi della zona lombare della donna. Ciò avviene perchè bramano la carne e vogliono saziare, almeno in parte, la voglia sempre più insistente del Sabaku. Dapprima scivolano sopra la seta, verticalmente, scavallando la stessa nel venire a contatto con la pelle morbida e e allora stesso tempo soda dei suoi glutei. < Potrei dire lo stesso di te... > Sussurra, lasciando avvicinarsi ancora di più a lei, sentendo un brivido risalirgli e diramarsi lungo tutto il capo. < Perchè vuoi che io entri nel tuo mondo, mentre tu non ti sforzi minimamente di lasciare le tue convinzioni e tuffarti nel mio? > Domanda più che lecita. < Potremmo essere come lo Yin e Yang. > Due universi opposti che però, se uniti, raggiungono la perfezione. Un'armonia invidiabile da chiunque e difficilmente raggiungibile da altre persone. < Giusto. Bene e male sono destinati a combattere in eterno su questo mondo. Ci saranno dei momenti in cui l'odio e l'astio prevarranno, ma saranno sicuramente sostituiti da periodi di pace. > Un'alternanza ovvia che si ripete in modo continuo e costante da quando esiste il mondo. < Sai benissimo che non sono un uomo a cui piace fare zero a zero. > Pareggiare. < Sono schietto, diretto, forse anche troppo. Ma non m'interessa. Sono convinto che la verità, a lungo andare, paghi sempre. > Socchiude appena le palpebre, reclinando il capo all'indietro e lasciarlo andare nel palmo della mano mancina dell'Ishiba. < So prendere le mie decisioni. Non mi nascondo dietro il dire o il fare di altri. Ci metto sempre la faccia. E ti posso assicurare che fare tutto questo con giudizio, valutando ogni singola sfaccettatura della realtà senza esser accecato da schemi mentali inutili, è difficile. > E lì, al termine di quella frase, le mani alzerebbero il vestito della donna fino alla schiena, scoprendo di fatto le natiche della stessa. Esse, avide di lussuria, si stringono sui suoi glutei, vogliose di sesso. < Non sono con due piedi in due parti opposte... > Parole spezzate da minime pause di piacere. < Sono esattamente dove voglio essere ed in un'unica posizione. > Giusto per mettere i puntini sulle ì ed esser chiaro al riguardo. < Non usare parole di cui non sai veramente il significato. > La rimprovera in modo bonario - data la situazione - riguardo al suo saper amare. < Amami davvero. E forse, solo allora, potrò inizare ad odiarti... > Uno scambio equo il loro. Un dare e avere che muterà entrambi. Da una parte il cuore nero e privo di emozioni di Sango, può esser inebriato dallo scorrere di nuova linfa vitale, completamente sconosciuta a lei. Dall'altra, il muro di sabbia del Sabaku può esser bagnato dall'odio e dall'ira. Si zittisce poi, sentendo prima i denti e poi la lingua della donna farsi spazio sul suo collo. Gode, mentre il respiro si fa sempre più caldo e veloce. Intanto, fortunatamente, intorno a loro c'è solo un gruppo di ubriaconi festanti. Loro due, invece, restano nell'oscurità della notte, illuminati di poco da uno dei lampioni lì presenti. < Resistere? Vediamo chi cede per primo. E chi si sbatte chi... > Forse un pò troppo greve con le parole, ma è sicuro che un linguaggio del genere, nonostante l'altra si appoggi ad un modo di fare tutto signorile, le piace. < Mi sta bene farlo anche qui... > In luogo pubblico, con il brivido dell'esser notati e denunciati. Situazione che lo affascina ed intriga ancora di più. Resterà lì, vedendo come evolverà la situazione, rispondendo pan per focaccia ad ogni istigazione perpetrata ai suoi danni da parte dell'Ishiba. [X]

23:38 Sango:
 Sorride a quel dire, di nuovo, come boccioli di rosa le labbra s'aprono di nuovo ed egli non potrà vederla perchè non lo concederà < ho fatto già la mia scelta > non tocca di nuovo a lei prender parte all'una o all'altra cosa, ha scelto consapevolmente quella strada e ne è stata inghiottita. Ora è il suo momento, che il faro del destino venga puntato sulla testa del Sabaku vicino, che possa infine brillare anche lui o morire senza aver mai brillato ai propri occhi. Ma ciò permane nascosto, tra il silenzio di parole non dette e che forse mai pronuncerà, non ancora, non è giunto il momento e non sta a lei cercare di farlo, ma solo lui potrà. Il proprio dire che ormai s'è concluso, non premerà oltre, ha allungato la propria mano ma solo il sunese potrà prenderla se vorrà, lasciandogli la libertà di decider per se stesso. I brividi si susseguono, delicati in piccoli ansimi che sfuggon malamente, nulla di più delle carezze verrà donato adesso < non so amare > non come lui vorrebbe, in modo tanto libero e semplice, perchè della semplicità non se ne è mai fatta nulla, s'è sempre attaccata alle situazioni tragiche, agli intrighi e alla mente, di posizioni e passi fatti per un fine maggiore e non solo per la volontà di farli o il mero piacere. Non v'è alcun piacere nell'esser ciò che è, no? < dovresti parlare con più delicatezza ad una donna > lo rimbecca in merito a quelle sue parole, ma di certo per quanto sia lei ad inseguire, i propri tocchi non saranno che carezze, dolci come piume a lenire il suo viso cercando nella sua pelle l'odio viscerale che sa esserci, lo sente, può provarlo infinitamente ed odiarla come pochi altri. Lei non potrà odiare in tale maniera, ad un solo essere ha concesso il proprio odio, lo stesso che l'ha consumata, che raggiunga il suo livello e li avrebbe giurato di ammazzarlo nuovamente. Ma questa è una notte troppo dolce per inceder anche in questi pensieri, di come alla fine sia di nuovo li anche lui, anche lei, a tentare l'animo dell'altro a viver il proprio mondo con egoismo evidente. Il proprio egoismo è immondo, puro nella sua volgarità , profondo talmente tanto da non poter esser toccato ne compreso completamente, oh quant'è egoista e quanto le piace esserlo, per voltarsi infine di nuovo verso di lui a pochi millimetri dalle sue labbra ma senza annullar davvero quel piccolo spazio concesso < sono egoista > anche in quello, nel voler che sia l'altro a ceder per primo, ma questo non è il loco ne il momento di parlarne. Quando ancora il velo calerà sulla notte lasciando solo loro a decider per il loro destino, vicini o lontani pare che non possano far altro che cedere alla testardaggine altrui. yin e Yang, si, possono esserlo. [end]

Sango e Dyacon si ritrovano per la prima volta dopo l'episodio accaduto precedentemente, eppure ne uno ne l'altro pare voler odiare -
Sango prova a trascinar l'altro nel proprio mondo
Dyacon prova lo stesso.

Impasse.