Il Bianco e il Nero

Free

0
0
con Kaworu

14:39 Utente anonimo:
  [???/Piazza Centrale/Panchina] È l’anno 10 dg (83DK), alle 14, 39 minuti e 40 secondi, una falena della famiglia della famiglia Bombyx mori, capace di 18.850 battiti d'ali al minuto, plana sul fiume alle spalle della magione della sorakage dirigendosi verso il centro del distretto, alla ricerca di qualche foglia di gelso. Nello stesso momento, in un ristorante all'aperto a due passi dalla statua del Dio Pain, il vento si insinua magicamente sotto una tovaglia facendo ballare i bicchieri senza che nessuno se ne accorga. In quell'istante, all’undicesimo piano del grattacielo 28 della via Seiri, appartamento 34, un ragazzo sta scrivendo qualcosa su un gioco online. Infastiditi un po' dal vento invece, la piccola Sekura ( circa 5 anni) e il vecchio Xin (60 anni)s’alzano dalla loro panchina nei pressi della fontana per andare a prendere un gelato , il vecchio infastidito dal sole si lamenta per il bruciore agli occhi , cosa a cui non s’è mai abituato essendo cresciuto ad Amegakure, la nipote sorride e gli porge i suoi occhiali da sole rosa a forma di cuoricino facendoli indossare all’anziano per poi scoppiare in una grossa risata entrambi una volta indossati per poi allontanarsi alla ricerca del desiderato gelato. La panchina viene occupa successivamente dall’angelo di carta dalla volta chioma albina che scende lungo le sue larghe spalle, l’Ishiba indossa un particolare chimono dai pantaloni neri larghi e un una parte superiore del chimono smanicata priva di macchine, che lasciano scoperta la pelle diafana del braccio sinistro, una scolatura a V che lascia intravedere l’addome scolpito dello shinobi ove si trova lo stemma d’Amegakure impresso a fuoco nella candida pelle, mentre l’arto destro è coperto da una fascia aggiuntiva del chimono rossa che nasconde il braccio in una larga manica, il tutto stretto in vita da una fascia nera e delle scarpe da shinobi di gomma nere che lasciano scoperte le dita dei piedi, smaltate di nero proprio come le unghie delle mani. Iridi Blu fissano la statua del sommo mai , mentre adagia la schiena sulla larga banchina vuota, Luna la sua farfalla bianca , si trova sul viso dell’angelo di carta, esattamente sotto il suo occhio destro , occhi che disegnano il dolore che si plasma nella sua mente guardando quella statua, lui non è come il nonno o come il padre, lui non è ancora capace di lottare contro un falso dio…ma il pensiero sparisce, dopo pochi secondi, nulla traspare su quel viso dalla pelle diafana mentre il vento corre invisibile nella piazza scuotendo le ciocche color luna del genin. [Chakra Off] [No Item]

14:52 Kaworu:
 Tra la farfalla che vola sul fiume, un allegro quadretto familiare che si gode la giornata nel quartiere dedicato alla memoria del villaggio della pioggia, uno sconosciuto nerd che gioca ad un gioco online (buuuuh sfigato!), ecco comparire l'imponente lottatore dalla pelle Nera, prendendo posto sul palcoscenico della trama attuale, alla volta della statua in memoria del Divino Pain. Il mastodontico colosso dalle origini Kumesi si orna di un abbigliamento piuttosto semplice, caratterizzato da una giacchetta monocolore scura, sopra una camicia bianca anonima ed essenziale: entrambi i capi sono aperti sul davanti, lasciando così aperta la linea frontale della propria apparenza, dalla quale si può intravedere il tronco robusto e scolpito che sorregge la presenza del combattente adottato dal distretto di Konoha. Alla vita, una cintura piuttosto classica tiene su in vita un paio di pantaloni in tinta unita con il soprabito del suo completo, terminando in un paio di scarpe a collo alto, modello cestistico, dalle tonalità chiare sfumate di rosso su qualche cucitura. Accessori aggiunti a quella mise, sono principalmente; la tasca portaoggetti, contenente lo scarno e basilare equipaggiamento shinobistico comprendente i due tonici, quello coagulante e quello del chakra, un set di fumogeni ed una bomba flash; ed i guanti rinforzati da placche metalliche sui dorsi delle mani, tipici del look ninja vecchio stampo, ancora non del tutto passato di moda. Altri elementi del vestiario, sono un fascia un po' uso tennista alla fronte, che tiene un po' più ordinati i capelloni bruni acconciati in una capigliatura Rasta, con grossi treccioni che scendono così lateralmente al viso e dietro la nuca, arrivando a toccare spalle e scapole quasi con le punte maggiormente pronunciate; i ciondoli appesi al collo, una coppia di dog tags accostate dal monile della Testa di Lupo scusa, rovinata dall'usura e dal tempo, appartenente al gruppo dei Cacciatori di Taglie; e gli effetti personali, il cellulare, la molletta dei soldi, qualche spicciolo, tipiche cianfrusaglie varie. Le pupille indugiano tutt'intorno, dal monumento agli astanti, con aria indifferente: questo, almeno finché un viso pallido, con una di quelle Butterfly sulla faccia, attira inesorabilmente la propria attenzione. < Dev'essere una passione tradizionale, quella per le farfalle. > esordisce, la voce baritonale, ma scandita in modo udibile, chiara, pure se echeggiata attraverso toni bassi e profondi. Mani nelle tasche, portamento stoico pure se disteso, rilassato, spontaneamente compatto in quella tenuta eretta e aitante. {Chakra off}{guanti ninja}{portaoggetti: fumogeni set x1, flash bomb x1, Tonici HP/CHK}

15:12 Utente anonimo:
  [Piazza Centrale/Panchina] L’ansia sul falso dio continua a intaccare la sua pura essenza nell’anima, Saigo ha donato proprio un bel regalo alla foglia ishiba, iridi d’oceano fissano ancora la statua vestiti d’ammirazione verso l’uomo mentre il cuore brucia per non poter dire al nonno quanto l’abbia amato per le sue gesta, per aver lottato da solo contro l’accanimento del dolore procurato sulla gente con la forza del suo cuore fatto di cemento, una giungla di pensieri quelli del genin che prova spesso invano a replicare le stessa gesta dei suoi padri, ma lui ancora è troppo debole, spesso le sue parole scivolano come gocce su vetro sulla gente che al giorno d’oggi è troppo ignara del passato, cosi da non poter prenderne lezioni degli errori passati. <<…>> ma improvvisamente come un pizzico inaspettato, una voce va a rompere il silenzio dei suoi pensieri riportandolo nel mondo attuale, quasi a trascinarlo via dalle sue preoccupazioni per un attimo. Il capo si volta verso la fonte di quelle curiosi parole agitando le ciocche della chioma bianca che scende lungo il suo viso, poggiando lo sguardo sull’uomo dalla pelle scura ,ben diversa dalla sua, un uomo fisicamente atletico e dal suo vestiario sembra voler far notare la cosa. <<…In che senso tradizionale?>> Domanderebbe curioso verso l’uomo che a insaputa di shiroi , nelle sue tasche porta un armamento che rambo levati proprio , ma da un cacciatore di taglie cosa si ci può aspettare? Luna forse sentendosi chiamata in causa , con le sue piccole zampe , fa qualche passo sulla guancia dell’angelo di carta che finalmente fa risuonare la sua voce angelica, una voce pura dal sesso non facilmente decifrabile, elegante, educata una voce che di certo non si ci aspetta da uno shinobi, ma lui è delicata arte angelica, in ogni suo minimo dettaglio, come un origami composto dall’angelo della pioggia, lui è arte…un arte d’angelica e giusta pace. [Chakra Off] [No Item]

15:26 Kaworu:
 Un sospiro lungo, sottolineando maggiormente quell'aspetto compassato, inscritto dentro l'ostentazione nitidamente pacata del Cacciatore di Taglie. Il tutto convive in lui, facendo per andare a rendere quella presenza un binomio, scandito dall'assetto sia mite che quasi autorevole ed a tratti pure intimidatoria, vuoi un po' per l'altezza stessa, che si aggira all'incirca vicino ai due metri, vuoi un po' anche per la mole di quella versione afro-americana di Robocop per la particolarità del colore dell'incarnato-, suggerendo una sorta di giochi di opposti, come dei chiaroscuri particolareggiati, altresì ossimoro dentro cui riecheggia sia la massiccia imponenza con una nota di imperiosità, sia la solidità di una fermezza tanto robusta quanto sembrerebbe esserlo quel tarchiato idolo di erculea esaltazione. < Ne ho conosciuta un'altra, di persona, che ha spesso creato magici spunti a forma e somiglianza di questi coleotteri. > riferito all'insetto in questione, mettendo a paragone quello vero di Shiroi Cho con le molteplici raffigurazioni idealizzate dalla Rossa Ishiba, di cui è stato testimone in passate occasioni, lasciandogli impresso quell'iconografia più volte richiamata dagli uggiosi cittadini della Nuova Ame. < Nel senso, che sembra una specie di animale a cui alcuni di voi sembrano essere particolarmente legati. > chiarisce il concetto espresso poco prima, facendo quindi per definire meglio il proprio intervento. < Anche se potrei sbagliarmi, visto che non so se sei del posto. Stesso io mi trovavo di passaggio, che non sto qui, in quest'area della città. > ipotizza ed estende il proprio ragionamento all'angelico modello, pronunciandosi con modalità piuttosto placide, così come il suo comportamento appare semplice, genuino il giusto per non sembrare ammorbante o tenebroso, benché di buio la sua pelle si tinga. < Perciò, se magari fossi stato uno del posto, e vedendo quella curiosa compagnia sul tuo viso, mi è sorta un po' la curiosità se non ci fosse una qualche sorta di richiamo storico, o cose del genere, insomma. > aggiunge, completando perciò il pensiero. < Ad ogni modo, non volevo disturbare, eh. > scrollata di spalle, così come la mimica si corruga in una connotazione di morigerata parvenza, esprimendo per cui una sostanziale educazione non eccessivamente formale, ma comunque presente. Qualche interrogativo curioso ai movimenti di Luna, la farfallina in questione, studiandola con simpatia e perplessità, pur tenendo una sobria discrezione. {Chakra Off}{Stessi Tag}

15:43 Utente anonimo:
  [Piazza Centrale/Panchina] Ascolta attentamente le parole dello sconosciuto, parla di creazioni con spunti sulle farfalle, lui viene sempre preso per “strano” quando lo fa , peccato che ancora non ha conosciuto una persona del genere, in realtà lui conosce bene Sango, ma non sa che sta parlando di lei, mai ha fatto qualcosa di simile in sua presenza. Lo sguardo di Shiroi pare essere simile a quello di un bambino che ascolta con attenzione il racconto di un cantastorie, lo ricorda davvero molto. << oh… mi piacerebbe conoscere questa persona, ma luna è una farfalla unica!>> esclamerebbe divertito portando la mano destrorsa all’altezza del proprio petto, chiudendola a pugno , lasciando solamente l’indice rigido , rivolto verso il cielo cupo del distretto creando cosi un piedistallo di carne per la farfalla d’ali bianche che adesso con un leggiadro battito di ali andrebbe a poggiarsi e mostrarsi sul piedistallo creato da Shiroi per lei, i due sembrano essere molto sintonizzati tra loro. << Si siamo molto amici, sono fortunato ad avere una creatura cosi presente nella mia vita , non trovate?>> Domanderebbe verso lo sconosciuto mentre l’arto destro dell’angelo s’allunga verso Ekko, facendo fuoriuscire cosi la mano diafana coperta dalla larga manica del Kimono, pelle che sembra fatta di porcellana. <<…Non mi avete disturbato, piacere di conoscervi, il mio nome è Shiroi Cho Tsuki.>> aggiungerebbe in fine presentandosi verso l’uomo nero, con una faccia sorridente porgendogli la mano in segno d’amicizia, lo stemma del villaggio della pioggia impresso a fuoco sotto lo sterno del genin è ben visibile su quella candida pelle che Shiroi si ritrova , non serve che lui dica d’essere del posto… [Chakra Off] [No Item]

16:01 Kaworu:
 Mani rinfoderate nelle
tasche; le dita che giocano con il cellulare custodito all'interno di una di queste due, mentre quell'altra sarà mero contenitore d'appoggio per l'estremità della leva superiore in condizione di riposo. La postura è dritta, benché rilassato sembrerebbe il mastodonte guerriero originario della nuvola, quella naturale definizione della propria aitante complessione lasciano inevitabilmente traccia e parvenza di una rigida e statuaria impostazione. < Davvero? > riguardo il conoscere quella persona. Un'aria un po' melanconica gli si dipinge in viso. < La sto aspettando... Anche da un po'. > resta sul vago con quel riferimento, che possa essere in quel momento precisamente, oppure in generale, l'attesa di cui parla, il suo significato rimane ermetico ed anche un po' condito con quella idilliaca speranza. < Spero di rivederla, prima o poi. > sospiro. Silenzio. Battito di ciglia. Presa di fiato. Ancora silenzio. Una serie di azioni, rapide ed in successione, che sembrano tuttavia lentissime, tanta è la flemma che si portano dentro, riempiendosi di significato, di emotività taciuta, di quelle che sanno fare rumore, anche senza effettivamente parlare. < Chissà. Se sarà, magari può succedere che ci rincontreremo tutti. > commenta, in conclusione di quello che è tanto una ipotetica eventualità, quanto un auspicio raccomandato proprio alla fede che quegli strani angelici richiami sembrano rilasciare in maniera naturale e inconsapevole nell'atmosfera. Gli arti inferiori stanno comodamente piantati al suolo, lasciando ergere in maniera slanciata il Cacciatore di Taglie per tutta la propria statura. Il viso offre uno schema molto semplice di dettagli: due orecchini squadrati e di fattura metallica ai lobi; un piercing a cerchietto cromato d'acciaio alla bocca, precisamente sul labbro inferiore, versante sinistro; mentre per il resto, i tratti sono piuttosto marcati, descrivendo un aspetto molto più maturo della reale età anagrafica che ha, benché glabro sia quel tessuto cutaneo dalla bronzea tintarella, forse unico indizio più in evidenza di una troppo curata rasatura, in realtà molto acerba e significativamente poco vistosa, per non dire abbastanza assente. < Luna? Si chiama così, allora. > riprendendo la conversazione con aria più leggera, spigliata, mentre le iridi di cobalto, lo stesso colore delle saette dell'elemento del proprio villaggio natale, si focalizzano sull'insetto ora tanto sponsorizzato dall'Ishiba. < Lo vedo! Sembrate essere proprio giusti per entrambi, ad essere onesto. > un po' per piaggeria, anche se abbastanza disinteressato, esprimendo quel complimento in modo puramente socievole nei confronti dell'ignoto interlocutore. < E' molto bella. Prenditene cura, così come lei fa con te. > annuisce mentre ribatte con quella raccomandazione solidale nel momento in cui si vede porgere il coleottero dalla leva di porcellana dell'Ishiba, nessuna prepotenza nell'assetto della voce, mantenendo quella placida compostezza. < Piacere mio, Shiroi Cho. > un cenno del mento, raccogliendo l'introduzione dell'altro, anticipando la propria che andrà subito in accompagnamento. < Io sono Ekko Makihara. > si batte il pugno destro sul pettorale sinistro, un piccolo tonfo roccioso produce quel movimento di contatto tra mano petto, dopo il quale andrà a ricambiare la stretta dell'Amese, decisa ma non contratta. Ritirerà l'arto quando sembrerà opportuno non prolungare ulteriormente il contatto, riassumendo la posa iniziale. < Allora, Shiroi. > un momento di riflessione. < Se non sbaglio mi sembra di averti visto tra i profili ninjagram. Credo di averti nei suggerimenti, sai? > meditabondo, come se gli venisse in mente che quel nome e quella faccia non gli sono poi così troppo estranei. {Chakra Off}{Stessi Tag}

16:21 Utente anonimo:
  [Piazza Centrale/Panchina] Gli occhi posati ancora sul cacciatore di taglie l’osservano attentamente mentre esprime il suo desiderio di rincontrare quella persona , ha letto di tale emozione che spinge gli uomini in questi desideri, un emozione che ancora lui non ha mai provato verso qualcuno, una parola ancora non scritta sul quaderno della sua anima. << Non vi dovete preoccupare Ekko, da piccoli i nostri padri di Amegakure , ci hanno insegnato che le persone importanti sono come la pioggia, tornano sempre prima o poi, specialmente se è scritto nel destino…ma posso farti una domanda se non sono troppo invasivo?>> domanderebbe leggermente timido mentre una strana espressione si disegna sul suo viso. << Come mai avete questa speranza? Perché è cosi importante rincontrare qualcuno?>> Le parole dell’angelo di carta sembrano vestite di vuoto, è palese che parli del desiderio di rivedere qualcuno, sembra non aver mai provato qualcosa del genere eppure si vede chiaramente la sua età, ha 18 anni eppure sembra appena arrivato nel mondo come se fin ora avesse vissuto in una bellissima bolla di sapone da dove poteva vedere la vita degli altri , privo di provare quello che molti possono tranquillamente vivere sulla sua pelle, destinato a collezionare l’emozioni d’altri, lui che non può provarne di sue. Lo sguardo adesso si poggia sulla farfalla che sbatte le sue fragili ali sul suo indice ancora posto da piedistallo. <<…bhè in un certo senso e lei che si prende cura di me…>> abbozza un piccolo sorriso malinconico per poi tornare con l’iridi d’oceano su Ekko investendolo di blu come onde che si abbattono su una spiaggia. << Davvero? Allora aggiungimi poi, finalmente qualcuno che lo usa e non mi chiede di spiegagli come funziona ahahahha>> ride divertito come un piccolo bambino, una risata ricca di gioia che riecheggia nell’aria , spesso coinvolgente è gioia fatta a suono una delle poche emozioni che lui conosce. << Ma siediti se vuoi eh, guarda che non ti fanno una statua pure a te !>> esclamerebbe ironico mentre la mano destra gli fa cenno di sedersi sulla panchina vuota ove l’angelo è seduto, c’è molto spazio non invaderebbe di sicuro gli spazi del genin. [Chakra Off] [No Item]

16:44 Kaworu:
 Aggrotta rapido un sopracciglio, quello mancino, restando un momento perplesso circa qualcosa che ha sentito. < Santa Nuvola, Shiroi... Dammi del tu... Non sono mica un vecchio... > che forse, sembra pure più grande, ma alla fine è un giovanotto, quasi prossimo alla maggiore età. E Sango questo non lo sa, che il baldo taijutser è anagraficamente minorenne. < E' un bell'insegnamento. > sospirando lungamente dopo, riguardo alle note che quest'ultimo gli ha condiviso circa gli insegnamenti. < I miei, invece, mi dicevano che alla fine, anche se le nuvole possono nascondere il sole alla vista, questo non vuol dire che non c'è più, e perciò, anche se qualche volta non troviamo una persona nelle nostre giornate, magari dobbiamo cercarla nascosta dietro le nubi.
>
un qualcosa molto in sintonia con il precetto proferito dal viso pallido: del resto, Nuvole e Pioggia sono due elementi molto affini, vicini tra loro, se non intimamente identiche, malgrado al diversa forma che assumono nel loro stato. < Dimmi pure. > alla richiesta di possibilità di formulargli quella domanda, lui gli dà il via libera, lasciandogli per cui facoltà di esprimersi senza problemi. Il quesito formulato, lo lascia un attimo pensieroso: un'aria meditabonda, che non si tinge di luttuosa melanconia, bensì riflette un'aria abbastanza tranquilla, come di nostalgica serenità, dedicando a quei frangenti di riflessione un sentimento positivo e accogliente. < Perché quando si è soli, a volte non si può fare a meno di condividere con qualcuno la solitudine stessa. > un concetto un po' astruso, quello insito nella risposta data all'altro. Una catartica affermazione, segnata dal dilemma dell'equilibrio, un continuo stare in bilico, nel mezzo di significati tanto diversi tra loro, a volte totalmente insensati, distanti, ma collegati proprio dalla diversità, tanto linea di demarcazione, quanto ponte di identitario congiungimento. < E' strano, lo so. > ridacchia, divertito a quello stesso no-sense che c'è in tutto ciò. < Eppure, la pioggia magari non piace a tutti, però è importante. > prova a semplificare il concetto, esprimendolo con parole più semplici. Un sorriso un po' opaco anima il proprio muso, sostenendo e ricambiano quello altrui riguardo alla farfallina Luna, senza però commentare, skippando direttamente al successivo verbo. < Ah davvero? Allora anche tu sei stato alle prese con parecchi Boomer... > ricambia la risata, prendendo fiato dopo. < C'è bisogno di un po' di pazienza con alcuni. Prima o poi ce la fanno, dai. > riferimento vago, ma anche goliardicamente speranzoso del futuro adattamento dei vari vecchi ninja avulsi alla tecnologia. < Si deve molto alla vostra gente, se c'è tutta questa tecnologia, o sbaglio? > facendo riferimento al quartiere tecnologico, e alla fama di quel popolo molto all'avanguardia da sempre. < Direi di no.. Però se mi metto in posa, potrei passare per esserlo. Sarei un ottimo mimo. > ironico alla battuta di lui, facendo per sedersi non troppo distante dall'altro sulla medesima panca. Occupa un po' di spazio, essendo un armadio a due ante. < Comunque t'aggiungo, certo. > riguardo a Ninjagram, una frase che sa di promemoria più che altro. < Per il resto, che fai, oltre a spiegare agli altri come funziona il social tecnologico? > una curiosità tranquilla quella che avanza in conversazione con l'Ishiba.
{Chakra Off}{Stessi Tag}

17:09 Utente anonimo:
  [Piazza Centrale/Panchina] Ancora ascolta Ekko, preso dalle sue parole , un bravissimo canta storie che narra in maniera passiva del suo villaggio a lui che come un bimbo si veste da ladro fa sue quelle parole , scrivendolo nel diario della anima vuota, lui ama conoscere le storie e le frasi degli altri villaggi, riesce a imparare sempre di più da loro. <<Il Villaggio della Nuvola? Lo conoscono solo di nome …>> farebbe cadere adesso un piccolo silenzio per aggiungere subito dopo . << Me ne puoi parlare ? scusami ma sono sempre curioso di conoscere gli altri villaggi è bellissimo potere imparare da voi.>> una delle tante cose che ha ereditato dal padre è la voglia di conoscere, proprio come kenji è attratto da quello che non conosce e da questo può realizzare il suo sogno , essere uno shinobi migliore, migliorare la sua essenza per fortificare le sue ali cosi da difendere chiunque, a differenza del padre che aveva a cuore solo la pace per il villaggio della pioggia e del suono. <<…essere soli? Dici che serve la compagnia di qualcuno per non sentirsi più soli? Basta davvero cosi poco? >> adesso il viso dell’angelo sembra scursi un po', lui no ha nessuno, lui è un fantasma anche per chi l’ha conosciuto, un strano senso di vuoto si crea nel suo stomaco, lui è vuoto dentro per le persone lui è una piacevole compagnia, ma non un amico, lui non ha amici se non la sorella che lo vede più come un cucciolo da difendere, lei c’è nella sua vita perché la il sangue li lega in un particolare amore ma per gli altri e solo come una piccola decorazione nella loro vita, nessuno tiene veramente a lui, è solo un dettaglio di cui la gente ne può fare a meno, la stessa gente che lui difende quando indossa la maschera della volpe nera , la stessa gente per cui lui sacrificherebbe la vita per far in modo che possa vivere e sorridere ancora. Gli occhi si vestono di una particolare solitudine, ma poi quelle parole dette dal cacciatore di taglie sembrano portalo via da quella sensazione, se solo sapesse piangere probabilmente adesso lacrimerebbe, ma le uniche lacrime che conosce sono quelle di quando attiva la sua innata, infatti i fogli di chakra creati dall’ishiba cadono dalle sue guance ,lacrime, pioggia di carta di un angelo d’origami.<< sei proprio divertente lo sai ekko!>> esclamerebbe per ridere ancora dopo l’allusione del ragazzo alla professione di mimo , l’angelo adesso ride, cosi tanto che gli sembra mancare il fiato, basta poco per farlo felice alla fin fine. <<… nulla di che, ogni tanto mi pagano per farmi qualche foto per questo uso ninjagram.>> Ed eccolo la a mentire nuovamente sulla sua vita, spende quasi tutti i giorni a vestire i panni di batafurai,un identità segreta, celata da una maschera di porcellana nera, che indossa come un supereroe difendendo la gente di quel villaggio celando la sua identità. [Chakra Off] [No Item]

17:30 Kaworu:
 Socchiude gli occhi, facendo ciondolare la testa su e giù, lentamente, in una manovra compassata. < Eh. > conferma quella favella sul villaggio della nuvola, la sua terra natia, anche se le radici ce le ha in quella piccola comunità stanziata ai piedi della montagna. < Praticamente, pur'io. > pochi i momenti che ha potuto trascorrere in quella realtà, i ricordi sono legati all'infanzia, sfumati nella romantica visione di un ideale di provenienza probabilmente artificiale, costruito nella sua memoria da sogni e speranze, quelle che si danno a sé stessi per costruirsi un'identità, un Io personale, una rappresentazione di sé stessi a cui affidarsi e porre a fondamento del proprio costrutto consapevole. < Ero molto piccolo, quando sono dovuto andare via. Ricordo poche cose, frammenti di storia, qualche racconto, ma nulla di più. > sospirando. < Proprio come una nuvola nel cielo offusca quel limpido chiarore, anche sul mio passato c'è molta opacità. > ammette. Più che un senso di malinconia, per qualcosa di cui non ha memoria, è proprio il fatto di non avere avuto modo di rendersi conto e sentirsi da qualche parte a casa, sradicato continuamente da un posto all'altro, come se non vi fosse nessuna realtà tale da corrispondere ad una patria. Perciò, Kumo, Konoha, Kagegakure: sono soltanto luoghi senza affezione, domicili senza residenza, rendendolo una nuvola di passaggio, continuamente in movimento senza meta. < Sarei voluto tornare per vedere qualcosa di più, ma purtroppo, anche con questa storia delle faglie, sembra essere diventato ancora più difficile avventurarsi là fuori. Come se già non lo fosse stato prima. > una nota bonaria dentro la quale si nasconde, ironicamente, una nota di dolente ammissione a quello che è praticamente un impedimento non indifferente, che lega lui come molti altri alla realtà della metropoli eretta ad ultimo baluardo della società ninja. Un sorriso fallace verso l'Anbu, un cenno titubante, che nega. < Non credo, Shiroi, no. > che basti davvero la compagnia di qualcuno per non sentirsi soli. < Però penso che stando soli insieme, si possa farsi compagnia a vicenda. > un sottile significato tra le righe della propria affermazione, una sorta di speranza, nella cruda realtà alla quale sono abituati. < Del resto, prendi ad esempio questa città. Siamo tutti insieme, ma questo non ci rende necessariamente in compagnia sempre. > Kagegakure, nella sua ottica, è proprio la raffigurazione emblematica di quel ragionamento appena proposto. Il vuoto dell'Ishiba, è un po' affine al senso di individualità del neutrale combattente: una vita da diverso e discriminato, speciale quanto unico, particolarità che rende un po' tutti singoli, anche se insieme: come isole che, se poste in prossimità, formano un arcipelago, ma restando tuttavia comunque divise dal mare che le separa. Il momento di maggiore introversione, si spezzerà nella eco della risata forte dell'angioletto di carta, la quale sarà accompagnata bonariamente dal baritono umorismo dello scuro Kumese. < Beh, non tutto il nero viene per nuocere. > una sorta di ulteriore battuta, fondata su comicità semplice. < Ah, capisco. Sei un modello, allora. > annuisce, rimanendo quindi tranquillo, accreditando per vero le menzogne dell'altro. < Ma sì, effettivamente sei un giovane carino, ci può stare. > si nu bellu guajon, tradotto. < E quindi? La ragazza oggi dove l'hai lasciata? > discorsi tra teenagers, normale che si passi da una curiosità all'altra con leggerezza. {chakra off}{stessi tag}

17:52 Utente anonimo:
  [Piazza Centrale/Panchina] L’ansia che si era creata nel suo stomaco, nonostante le scene comiche di Ekko permane nel corpo dell’angelo di carta e come una silenziosa serpe striscia lungo il suo corpo lentamente fino ad avvolgere il collo della preda per poi stringerla nella sua morsa fatta di tristezza e solitudine. Lo sguardo angelico si scurisce nuovamente sentendo che neanche un amicizia può salvarlo da quella sensazione ed è li che luna dona un nuovo battito d’ali che già è conosciuto ormai. [-INIZIO FLASH BACK-] Un piccolo bambino ai capelli bianchi si trova seduto su una panchina di un piccolo parco,poco lontano da lui si possono sentire e vedere dei bambini giocare con una palla, qualcuno è poco più grande del bimbo dai capelli bianchi, altri sono leggermente più piccoli ma tutti coetanei. Sembra che il gruppo di bambini stia giocando a un gioco a squadra infatti uno dei tanti grida. << Non vale è normale che fate sempre punto noi siamo uno in meno! >> esclamerebbe arrabbiato per poi voltarsi verso Shiroi, perderebbe un secondo a guardalo per avvicinarsi . << ehi tu vuoi gioca…>> mentre sembra invitarlo a giocare , s’accorge che nei capelli bianchi del bambino c’è una farfalla bianca che sembra riposare . il bambino con la palla in mano sembra impallidire vedendolo e balbettando si volta correndo verso i suoi amici. << c’è il figlio del signore delle farfalle! >> esclamerebbe impaurito per poi correre via come gli altri bambini ma il piccolo shiroi riuscirebbe a sentire qualche altra voce dei suoi coetanei dire << mamma non vuole che ci gioco con lui.>> altri << se si arrabbia ci uccide tutti.>> ancora altri . << è un mostro!>> Gli occhi del piccolo diventerebbero parecchio tristi e il suo capo va per chinarsi , nascondendo il suo viso tra le lunghe ciocchi bianche. [–fine flashback-] << peccato ekko, mi sarebbe piaciuto pensare che poteva servire…>> direbbe con tono smorto per poi provare a creare un nuovo sorriso sulle pallide labbra . << mi piace pensare che possa restare cosi per sempre e se cosi non fosse è bello sapere che molti sono riusciti a mettere da parte i dissapori che per anni hanno creato guerre e dolore tra la nostra gente, il bisogno e il dolore ci hanno uniti…è una cosa magnifica non trovi? >> direbbe vestendosi improvvisamente di positività, sembra trovare sempre un lato positivo in tutto. << Qui tutti uguali alla fin dei conto pensaci bene, io e te sediamo sulla stessa panchina, abbiamo la pelle e origini diversi eppure possiamo parlare tranquillamente e insegnarci cose che non conosciamo, uno dall’altro.>> ancora sorride, anzi quel sorriso permane sul volto del triste angelo, dopo tutto è bello quello che c’è in quel villaggio nonostante tutto. <<…ehm io non ho una ragazza non posso averla nella mia f…>> si fermerebbe un attimo, sapendo che non può spiegare la verità al ragazzo. << nella mia compagnia c’è vietato..motivi di marketing, sai com’è…>> la butterebbe li sulla sua copertura, ancora mente costretto dalle circostante, lui non può avere una storia, nella sua famiglia non è permesso che uno shinobi possa crearne una nuova famiglia fino a quando è un arma del villaggio ed lui ancora è troppo fragile, come la sua essenza per poter trasgredire a questa regola. [Chakra Off] [No Item]

18:15 Kaworu:
 Inclina appena il capo di lato, fissando l'assorto aspetto di Shiroi Cho, perso nel suo Flashback. < Ehi? Tutto a posto? > domanda, preoccupato dallo smarrimento altrui, almeno finché quello non risponde poco dopo. < Puoi farlo, Shiroi. > pensare che possa servire. < Se ti fa stare meglio, nessuno te lo vieta. > aggiunge poco dopo, in quella comprensione. < Ognuno crede in ciò che ritiene giusto. Molte guerre, le hanno combattute per questo, alla fin fine. > afferma successivamente, pragmatico, molto asettico, in quell'equilibrata e forse troppo cinica e realistica visione delle cose. < Non avrebbe senso perciò giudicare chi possa avere avuto ragione, chi torto. Chi si pensi di essere il buono, o il cattivo. > un'occhiata alla farfalla, alla piccola Luna, quel suo battito d'ali che porta tanti cambiamenti, nel parallelo universo delle possibilità in cui si differenziano gli effetti di ogni istante. < Alla fine ci siamo solo noi, e quello di cui ci convinciamo possa valere la pena circondarci. > ecco perché quell'idea di individualità, di solitudine aggregativa. Una similitudine di libertà, l'espressione probabilmente più estrema del nulla, dell'ignoto. Il suo aforisma resta lì, nell'etere, andando a replicare alle considerazioni improvvisamente positive. < Credo che quello che sia magnifico è l'importanza di continuare a lottare. Che sia per quello che hanno creato il dolore, l'unione, sé stessi, Kagegakure, qualsiasi cosa. L'importante è non arrendersi. Mai. > la filosofia del vero guerriero, quella mentalità molto soggetta al culto delle arti marziali, di quella che è la propria storia, ciò che più di tutto va a costituire la base della di lui personalità. Un cenno di diniego, poi, scrollando le spalle, sollevando le mani e portandole dietro la nuca. < Nah, Shiroi. Non sono nessuno per insegnare a qualcun'altro qualcosa. Non penso che gli altri abbiano bisogno di me per imparare ciò che la vita sicuramente può ed insegnerà loro col tempo. > tanto umile quanto indifferente alla volontà di porsi sia sopra che sotto, preferendo più stare a fianco. < Io posso dire la mia, posso esprimere quello che credo e che penso, ma non sarà mai lo stesso, perché ci sono solo io che sono fatto così. E credo che la stessa cosa valga per te. Siamo unici e speciali al tempo stesso. Quello che si può fare è trovarsi in compagnia, in affinità. > perciò, arriva a monte del discorso dello stare insieme da soli, raggiungendo così il collegamento tra tutti i significati espressi all'amese. < Coooome? > sul fatto che non ha una ragazza e non può averla. < Maddai, ma come? > incredulo, sembra la meme del presidente Obama che chiede 'Perché?'. < Mamma mia. Cambia compagnia, Broh. E' un vero peccato. > sospirando. < Anche perché s'imparano cose, tutto sommato, dalle altre persone. Poi capita di incontrare qualcuno di speciale, che pure se ti fa sentire diverso, non è una cosa cattiva. > favella, con quell'aria quasi un po' ingenua, più che altro per esprimersi in modi puliti e meno beceri dell'altra faccia della medaglia, ovvero la lasciva verve del nero-coda. < Comunque vabbè, dai, alla fine se stai a posto così, va bene uguale. > ritirandosi dalla conversazione: dopotutto, non sono affari suoi, non è lì per dettare legge o per impartire lezioni di vita, come ha fatto presente poco fa. Ha lasciato detto la sua all'Anbu, più di così non si espone. Fa per tirare fuori il telefono dalla tasca, cercando di visualizzare che ora fosse, per rendersi conto del tempo trascorso. {chakra off}[stessi tag]

18:31 Utente anonimo:
  [Piazza Centrale/Panchina] Ancora un battito d’ali, e lo sguardo si scurisce sempre di più ricordando quello di un bambino intimorito da qualcosa più grande di lui [- INIZIO FLASH BACK-] mentre il bambino resta con il capto chinato ,un suono si palesa dietro di lui, un suono di battiti d’ali di farfalla, anzi di farfalle uno stormo ma questo non sembra interessare al piccolo Shiroi che resta li immobile ma a voce rotta dice <<…perché non mi capiscono…perché mi vedono come un mostro papà? Io non sono un mostro! >> esclamerebbe cosi il piccolo per poi scoppiare in un pianto quasi isterico, singhiozzando non riuscendo neanche a respirare.>> L’uomo che sembra essersi palesato dietro di lui perderebbe qualche secondo a dir qualcosa o a muoversi per poi abbracciarlo dietro di lui, mescolando cosi il corvino delle sue lunghe ciocche corvine con quelle bianche del bambino. << La gente ci ferisce perché non conoscere la nostra essenza avvolte Shiroi, cosi ci causa dolore e la reaziona più umana che ci viene a nostra volta è ricambiare il dolore con la vendetta spinta dalla rabbia.>> adesso l’uomo stringerebbe ancora più forte a se il piccolo bambino. << la vendetta porterebbe nuovamente dolore e cosi nascerebbe una guerra e odio infinto.>>. Mentre il bambino resta con il capto chinato ,un suono si palesa dietro di lui, un suono di battiti d’ali di farfalla, anzi di farfalle uno stormo ma questo non sembra interessare al piccolo Shiroi che resta li immobile ma a voce rotta dice <<…perché non mi capiscono…perché mi vedono come un mostro papà? Io non sono un mostro! >> esclamerebbe cosi il piccolo per poi scoppiare in un pianto quasi isterico, singhiozzando non riuscendo neanche a respirare.>> L’uomo che sembra essersi palesato dietro di lui perderebbe qualche secondo a dir qualcosa o a muoversi per poi abbracciarlo dietro di lui, mescolando cosi il corvino delle sue lunghe ciocche corvine con quelle bianche del bambino. << La gente ci ferisce perché non conoscere la nostra essenza avvolte Shiroi, cosi ci causa dolore e la reaziona più umana che ci viene a nostra volta è ricambiare il dolore con la vendetta spinta dalla rabbia.>> adesso l’uomo stringerebbe ancora più forte a se il piccolo bambino. << la vendetta porterebbe nuovamente dolore e cosi nascerebbe una guerra e odio infinto.>> Shiroi piange ancora ed emette strani suoni, vorrebbe dire qualcosa ma non riesce, le lacrime spezzano le sue frasi rendendole difficili da capire. << Ma iio>> ancora lacrime dietro lacrime. << Coss>> Stringerebbe adesso le muscolose braccia del padre. << Devo fare…>> cosi finirebbe la frase straziando cosi il cuore di colui che gli ha dato vita e forse dal canto suo l’ha pure tolta. <<…Devi capirli…è tanto per un bambino quello che ti sto chiedendo, ma tu devi capire il loro dolore per cui ti feriscono. Mi spiace è tutta colpa mia.>> Finirebbe cosi il discorso l’uomo stringendolo a se per poi prenderlo in braccio e portalo a casa. [–Fine Flash Back ] Adesso Luna andrebbe a distaccarsi dal suo volto prendendo il volo, fermandosi a un metro di distanza dai due , svolazzando sullo stesso punto, quasi ad aspettare Shiroi, forse infastidita da alcune parole di Ekko,Shiroi deve restare pure fino a quando le sue ali non si aprono e anche lei lo sa benissimo. Un sorriso triste adesso viene vestito dalle labbra dell’angelo che lentamente si alza mettendosi cosi a fianco di Ekko, i due si tolgono qualche centimetro, due giganti dal colore diverso, nel modo di rialzarsi la chioma e i pendenti di carta che cascano dai lobi di Shiroi si scuotono. << Si alla fine sono apposto cosi dai…>> disse colui che neanche riesce ad avere amici veri, pensiamoci un po' una ragazza, chi vorrebbe passare la notte con una bambola che mai sogna e dal riposo pieno d incubi. <<Adesso devo andare è stato un piacere, spero che incontrerai quella persona che stai cercando e anche di rivederti presto, grazie di tutto.>> Ancora e un ultima volta sorriderebbe all’uomo dalla scura carnagione per voi voltarsi e dirigersi verso Luna ,la farfalla che vedendo shiroi avvicinarsi andrebbe a poggiarsi sulla sua volta chioma , mimetizzandosi nel bianco dei suoi capelli . [Chakra off][no item][End]

18:49 Kaworu:
 Pupille che balzano dal telefono alla figura del bianco. Lo osserva in maniera discreta, seppur non scevra di attenzione: una sorta di maniera di riguardo, quella di prestare la dovuta accortezza all'interlocutore. Non son molte le battute che l'Amese scambia questa volta, lasciando i discorsi pronunciati dal Bronzo della Nuvola piuttosto vacui nell'abbraccio del silenzio e del vento; un mutismo che non è sinonimo di un atteggiamento atto ad ignorare quegli elementi del discorso, ma unicamente un riflessivo innesco, quello che fa avviare la ripresa mentale circa i trascorsi dell'Ishiba: narrazione che rimarrà tra lo stesso ed il suo inconscio, lasciando all'esterno, alla visuale del combattente registrato al distretto della foglia, unicamente l'impressione meditabonda, di taciturna rievocazione che connette intimamente l'Anbu alla sua dimensione personale. < Immagino che Luna debba andare. > vedendola staccarsi dal corpo dello shinobi dai capelli candidi, nessuna interpretazione a quel comportamento, se non una constatazione di fatto, suscitata dall'interesse di vedere il coleottero finalmente separarsi dalle carni del suo compagno umano. < Ma sì, non ci pensà. Bello e impossibile! AH-AH! > uno sbotto di ilarità, riguardo al suo essere irraggiungibile, ma tanto seguito per la sua professione di modello, almeno per quanto millantato in quella conversazione condivisa. < M'ha fatto piacere pure a me, Shiroi. > facendo per alzarsi, seguendo quindi l'esempio dell'altro. < Sì, vado pure io, che s'è fatta una certa, e devo sbrigare alcune commissioni prima di ritirarmi per la serata. > condivide perciò il piano della dipartita. < Lo spero anch'io. > riguardo alla prospettiva futura, sul rincontrare la persona che attende. < Ma penso che succederà. > forse più ottimista: ma chissà quanto possa essere davvero un bene, che quella finestra tra lui e Sango si riapra. < Dopotutto, lei è proprio come la pioggia. > aria un po' melanconica, emotiva, nel soffiare quel riferimento che proprio il manipolatore della carta gli aveva pronunciato istanti prima nel corso dei loro dialoghi. < Grazie anche a te. Ci si trova, sicuro! Ti aggiungo su Ninjagram, eh! > sempre un promemoria quest'ultimo, più che altro. Un gesto della mano in segno di saluto, lasciandolo andare, mentre lui proseguirà in direzione opposta, svanendo di lì a poco dalla scena della narrazione. (//END) {chakra off}[stessi tag]

Il bianco e il nero,la pioggia e la nuvola e tante altre cose.