Interrogatorio

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19:39 Dyacon:
 Serata fresca, frizzantina, tipicamente primaverile, dove la luna s’erge inquisitoria nel cielo stellato ed illumina la notte scura con il suo bagliore argenteo. Lui, insieme al suo fidato mafioso per eccellenza Rasetsu, si trovano all’interno dell’appartamento di Touma, pronti ad interrogare la povera ragazza della Yakuza presa in ostaggio qualche giorno fa. < Se dovesse apparire da un momento all’altro Touma, sappi che l’idea è stata tua e io di tutto questo non ne so nulla! > Serio? No, abbozza un sorriso divertito su quei tratti somatici fini, quasi puri, dove risaltano le due ametiste incastonate nell’incarnato albino. < Forza, andiamo a vedere cos’ha da dirci la ragazzina rossa… > Invita il Kokketsu a seguirlo, mentre lui cambia ambiente, lasciandosi alle spalle il soggiorno e portarsi davanti alla porta d’ingresso della camera da letto. < ….. > La mano sinistra s’allunga verso l’anta dell’uscio, spostandola con veemenza verso dritta, facendola scorrere nel binario situato a terra. Ciò che gli si para davanti è una stanza semi ordinata, dove qualche indumento fa la sua porca figura sulla pavimentazione chiara, gentile concessione di Ryuuma che per trovare un vestito della sua taglia deve ribaltare l’intero armadio ogni volta. Sul letto spicca la sagoma femminile distesa a pancia all’aria e, di conseguenza, con la schiena adagiata contro il materasso, legata a mò di quattro di spade - carta popolarissima(?) - con i polsi e le caviglie fermati con della comune corda. Quattro pezzi di cima che s’avvolgono su altrettanti pilastri in ferro che fungono da perimetro del giaciglio. < Principessa… > La chiama con evidente tono di scherno. < E’ arrivato il momento di svegliarsi. Il principe azzurro è qui… > Nel frattempo dovrebbe portarsi sul lato destro della sequestrata, lanciandogli addosso senza utilizzare mezze misure l’acqua contenuta nel bicchiere stretto nella mano destra. Il liquido dovrebbe impattare sul volto di lei, generando uno shock fisico sufficiente da farle aprire gli occhi. Quando lo farà, potrà notare la figura slanciata del Sabaku ergersi accanto a lei, vestita come suo solito: maglietta nera anonima su cui è poggiata la felpa bianca a collo alto con chiusura verticale a zip, entrambe prive della manica dritta, lasciando nudo - da spalla a mano - l’arto superiore destro e mettere in mostra una muscolatura non eccessiva ma definita. La giara color ocra stavolta non svetta da dietro la schiena no, è poggiata a terra in soggiorno. Alquanto scomoda e ingombrante se indossata all’interno di una casa. Pantaloni scuri come la pece tenuti stretti in vita da un elastico rosso fuoco e adornati con dei ghirigori dorati che s’inerpicano fino alla zona addominale. Sotto di loro, le classiche scarpe da ninja aperte sulle punte. Capigliatura corvina lasciata alla mercé delle condizioni climatiche in cui alcune ciocche ribelli scivolategli lungo la guancia, vengon mosse dalla flebile brezza che soffia dalla finestra lasciata semi aperta per arieggiare. Ultimo dettaglio, ma solo per comodità di narrazione, il coprifronte di Suna che spicca sul braccio dominante - destro -, ben avviluppato al bicipite, simbolo della sua appartenenza alla famiglia shinobistica. [Chakra OFF]

19:40 Rasetsu:
 Avete presente quando riuscite a trovare una donzella che ci stia e non rifiuti le vostre avance, ma non avete una casa o una stanza dove portarla? Però, in un lampo di genio, vi ricordate della dimora d'un vostro caro amico che sicuramente sarà felice d'assecondarvi e di prestarvi qualunque cosa desideriate. Bene, adesso dimenticatevi d'avere un amico del genere e chiedetevi per quale ragione due ragazzi di dubbio allineamento caotico abbiano portato una donna, legata come un salame, all'interno d'un appartamento che non è ovviamente il loro. Sta a significare che, prima o poi, faranno sicuramente passare un guaio non da niente al caro amichetto di bevute. Se poi vogliamo proprio dire le cose come stanno, ci mancava soltanto un sabbioso a caso che lancia colpe e sentenze, giudicando soltanto il povero bullizzato Rasetsu. In un modo o nell'altro, lui finisce sempre in mezzo ai casini, anche quelli commessi da altra gente che, tuttavia, in qualche modo, rientrano nelle sue attenzioni. Basti pensare a Ryoma, incontrato qualche giorno prima, che aveva totalmente dimenticato e rimosso dalle proprie memorie e che adesso è tornato, carico, presuntuoso, pronto per poter vendicare del demone. Il rosso rifila un'occhiataccia di sottecchi al corvino, giusto per prendere posizione a sua volta. <Col cazzo che è stata una mia idea, io t'avevo detto d'affittare una stanza d'albergo per una notte e di farla passare per una prostituta di basso borgo.> Considerando com'è conciata, ovviamente, avendola ferita per cercare di fermarla. Non si preoccupa neanche di curarla, sia mai che abbia a cuore la vita di qualcuno che non sia la propria. La lingua schiocca ancora con evidente fastidio, facendo ruotar gli occhi nelle orbite mentre lascerebbe il soggiorno incustodito, in modo da seguire Dyacon all'interno della camera da letto, anch'essa messa sottosopra per via della ricerca d'alcuni abiti e per legare la fanciulla ai quattro lati affinché non possa unir le mani per formare i sigilli e tenendola di fatto bloccata. <Le hai tolto tutte le armi che aveva addosso? Tonici? Fuda? Controlla che non abbia carte bomba anche nel buco del culo, non ho intenzione di saltare in aria per uno stupido kai detto al momento giusto.> Giustamente, è lui che dà gli ordini ma non è in nessun modo quello che dovrebbe prendere la situazione in mano, comportandosi alla pari del Sabaku. Si sente migliore di chiunque altro, finché qualcuno non si dimostra migliore di lui. Inizia la giornata già imbronciato, anche perché nell'ultimo periodo sta usando veramente poche droghe, dandosi maggiormente all'alcol, la qual cosa gli scombussola l'intera giornata poiché diviene più violento - verbalmente parlando - e s'innervosisce davvero con poco. Si guarda attorno, soffermandosi ai piedi del letto. Il rosso è riuscito a ricomprarsi quanto meno un completo che gli andasse vagamente bene, adatto alle proprie misure. Il suddetto è formato da una camicia nera a righe rosse, sormontata da una giacca elegante dal classico scollo a V che ha lasciato sbottonata, in modo che sia maggiormente libero nei movimenti. Nelle tasche, ci ha infilato qualche tonico, qualche pasticca venduta da un suo spacciatore di fiducia - ormai ne conosce un paio dai quali si rifornisce, mantenendosi però nel suo limite autoimposto - e i documenti che s'è fatto fare. Che cittadino modello, eh? Scendendo, troviamo un pantalone completamente nero, sorretto da una cintura in cuoio dello stesso colore. Dal fianco, pende una catenella argentata, agganciata ai passanti. Tutto sommato, non gli dispiaceva ed è meno fastidiosa dell'altra che aveva al precedente jeans. Ai piedi, infine, calza un paio di semplici scarpe eleganti. Si sente finalmente a suo agio e ha lasciato spettinati i capelli, come uso e abitudine. <Dài, stronza, è inutile che fai finta di dormire. Vogliamo divertirci con te, dovresti essere contenta.> Sghignazza, mostrando il suo consueto ghigno con tanto d'affilata dentatura biancastra che farebbe invidia ad uno squalo. <Però, cazzo, sembra una mocciosa. E se ci arrestano per pedofilia?> Fammi capire, fate tutta 'sta scena per farla parlare e ti preoccupi della pedofilia?! [ Chakra OFF ]

19:40 Dyacon:
 Squadra dall’alto verso il basso la donna legata sul letto come una corallina, seguendo la traiettoria di lancio dell’acqua e gustarsi l’esito di quel tentativo di risveglio poco ortodosso ma dannatamente efficace. Liquido che oltre ad impattare sul volto dell’ostaggio, bagna anche le lenzuola ed il materasso su cui la ragazza è tenuta prigioniera. < So di essere un uomo elegante e fine… > Caratteristiche nascoste. Molto nascoste, addirittura insabbiate si può dire. < Ma buttare dei soldi per una cosa del genere l’avrei vista come uno spreco. E poi… > Breve attimo di pausa per esternare un concetto affatto banale. < …i vicini di stanza potevano sentirci. Troppa gente in albergo. Troppi occhi che avrebbero potuto riconoscerci. > Senza considerare le telecamere di sorveglianza di cui dispone una qualsiasi struttura alberghiera. Dannata tecnologia. < Quindi mi stai dicendo che il mio piano non ti va bene? > Il tono della voce muta, da quieto e pacato a leggermente infastidito. < Entrare in un albergo con una donna svenuta in spalla sarebbe stato ovviamente più ragionevole vero? > Domanda retorica, almeno per lui. Tuttavia non confida molto sulla capacità di ragionare del Kokketsu. < Come cazzo hai fatto a diventare capo della Yakuza poi dovrai dirmelo… > Avrà doti nascoste anche lui. < Forse ci sei diventato prima che tutta quella roba bianca che ti sei sniffato ti bruciasse il cervello… > Epilogo alquanto plausibile, che non differisce molto dalla realtà. All’ennesima richiesta da parte di Ryuuma, il busto vira in direzione di quest’ultimo, soffermandosi con le due ametiste incastonate in quell’incarnato albino in quelle del suo interlocutore. < Non mi chiamo Rasetsu… > Frase atta a sottolineare la differenza d’agire tra il Sabaku ed il perenne mestruato. < Comunque vai, se vuoi dare un’occhiata… > Lo incita in due modi: prima con rapido cenno del mento ad indicare il membro della Yakuza; poi con il distendersi dell’avambraccio destro e il palmo rivolto al soffitto per lasciargli la strada spianata e libertà di movimento. < Finalmente sei sveglia… > Dopo aver litigato come due bambini delle elementari assieme al Kokketsu, l’attenzione si sposta inevitabilmente sulla protagonista principale di giornata: la shinobi femmina al soldo dell’organizzazione mafiosa più conosciuta al mondo. < Parlami della Yakuza. Com’è strutturata oggi, chi ne è a capo, quali sono i membri di spicco e, soprattutto… > Cosa più importante. < Dove posso trovare con esattezza chirurgica quel moccioso di Shinjo Goryo. > Ha un conto in sospeso con lui e non vede l’ora di saldarlo. Nell’esternare le richieste i tratti somatici si contraggono, induriscono, divenendo inespressivi. Ha chiaro l’obiettivo vuole centrarlo a tutti i costi. < Hai delle vertebre schiacciate e posso immaginare quanto dolore possono arrecare… > Creare empatia. Primo step alla base di tutto. < Ma non ho nessuna intenzione di ucciderti. Nonostante la faccia da cazzo e l’aspetto somigliante ad una donna… > Lo insulta aggratis, così, solo per far colore. < Il mio amico qui può darti una sistemata. > In realtà non sa quanto siano efficaci le conoscenze mediche di Ryuuma, però è sempre meglio provarci e far credere all’altra di poter aver salva la vita. < Non costringermi ad utilizzare le maniere forti. Hai già visto di cosa sono capace… > L’occhio sinistro, unico visibile, per un attimo viene attraversato da uno strano bagliore. < Pedofilia? > Tutta la suspence e l’ambientazione seria creata con tanta fatica, viene smontata da Rasetsu, tant’è che il Sabaku è costretto a sospirare con far teatrale. < Forse abbiamo la Yakuza alle costole. Abbiamo rapito un suo membro. Abbiamo girato con un corpo in spalla per diversi isolati… > E son le prime problematiche che gli vengono in mente, quasi di getto, senza scendere nel dettaglio. < E tu ti preoccupi eventualmente della pedofilia? Se ci dovessero beccare sarà il capo d’accusa minore… > Come dargli torto? [Chakra OFF]

20:07 Rasetsu:
 Purtroppo, bisogna comprendere che il nostro rosso ragiona ancor all'antica. L'eventualità che ci fossero telecamere di sorveglianza non gl'è passata manco per l'anticamera del cervello. Dyacon cerca ovviamente di contraddirlo, questa volta a ragion veduta, per via del piano che Rasetsu si sente in dovere di criticare, ma senza proporne uno che potesse esser migliore. Ne ascolta la predica, sollevando la mancina e chiudendo le dita. Il pollice si ritrova parallelo alle altre quattro dita ravvicinate tra di loro, mentre inizia semplicemente ad aprirle e chiuderle, mimando quella che potrebbe sembrare la bocca d'un'oca. Per chi se lo stesse chiedendo, sì, lo sta prendendo in giro e non lo sta per niente prendendo sul serio. Salta su nel momento in cui viene messo in discussione il suo ruolo all'interno della Yakuza, con una piccola vena che andrebbe ad ingrossarsi all'altezza della tempia. <Partiamo dal presupposto che io non ho mai sniffato un cazzo> Guarda che letta in tutt'altra chiave questa frase potrebbe sembrare un doppio senso neanche troppo nascosto. Tuttavia, è costretto ad arrestar il suo dire per via d'un labile ricordo che gli bussa timido al cervello. <anzi, una volta l'ho fatto. Volevo provare se l'effetto delle mie pasticche cambiasse a seconda della conformazione.> Rimugina, alzando persino gli occhi al soffitto come se un gesto simile potesse in qualche modo aiutarlo a sistemare i dubbi amletici che gli sono appena sovvenuti. <Sta di fatto che non devo dare spiegazioni a te!> Vomita fuori con quel suo solito tono fastidioso, rauco per via della voce che s'innalza di qualche ottava a causa dell'ira che lo investe. Mai toccargli il suo lavoro, che sia esso quello da scienziato pazzo o da capo della Yakuza. Effettua un mero passo in avanti alla volta del letto, fermandosi immantinente quando vede l'altra aprir gli occhi e cercar di mettere a fuoco la stanza nella quale si trovano. <Sinceramente, di com'è strutturata adesso, me ne fotte veramente poco.> Contrappone a quello ch'è appena stato chiesto da Dyacon, ma non è innaturale che Rasetsu si comporti in maniera infantile, tanto da protendere per aver ragione a qualunque costo e soprattutto con ogni mezzo a sua disposizione. Solleva con cipiglio un sopracciglio verso l'alto quando il sabbioso le annuncia che potrebbe darle una sistemata grazie alle capacità del rosso, il quale si trova di nuovo totalmente contrapposto al compagno. <Per chi cazzo mi hai preso, per un medico?> Sì perché bisogna ricordare che lui si riferisce a se stesso come Genetista, va da sé che ha smesso qualunque tentativo d'utilizzo del chakra medico che una volta aveva persino appreso. Sputa fuori veleno, mentre s'avvicina al letto con tutta la calma del mondo, ancheggiando appena, ignorando per il momento il corvino. <Partiamo dall'inizio. Vogliamo quanto meno sapere qual è il nome del vostro capo. Jinto ed Orochi sono stati uccisi nel giro di poco l'uno dall'altro, quindi si tratta sicuramente di qualche elemento di loro conoscenza, meno della mia.> Altrimenti si sarebbe trattato di gente che lo avrebbe riconosciuto subito, in memoria del loro capo andando perdutosi durante la grande guerra - o questo è quello che suppone il rosso, ovviamente. <Il bello d'aver dalla tua parte un vecchio capo della malavita dovrebbe rincuorarti: se l'abbiamo alle costole, io sono sicuro di come potrebbe agire.> Soddisfatto della risposta, sicuro d'averlo in qualche modo azzittito, siede sul bordo del materasso a poca distanza dalla fanciulla. <Se fai la brava, noi non facciamo i cattivi.> E la mancina, viscida, scivola lungo l'esterno delle cosce. [ Chakra OFF ]

20:42 Dyacon:
 < Tu che non hai mai sniffato un cazzo? > Sfarfalla le palpebre, incredulo e allo stesso tempo divertito, senza credere neanche un momento alle parole esternate da Rasetsu. Tuttavia, un punto di domanda gli sorge spontaneo prendendo vita sopra la testa. < Aspetta... > Frena frena. < Letteralmente? > Inarca il sopracciglio sinistro, posando le due ametiste incastonate in quell'incarnato albino sul volto del Kokketsu, squadrandolo. < Se fosse così, lo spero vivamente per te... > Sghignazza in modo ilare, non immaginando neanche come si potrebbe sniffare un organo genitale maschile. Squagliandolo? Boh, non ha la minima intenzione d'indagare, ma le perversioni e le stronzate fatte da Ryuuma come capo della Yakuza sono troppe. Anche le più strane. < Se invece era una battuta. Allora ci siamo. Perchè sai meglio di me che per quanto hai sniffato, c'è un campo di neve nel tuo cervello. > Praticamente un'inondazione bianca. < Facevi anche da cavia delle tue produzioni? > Coraggioso, non c'è che dire. < Comunque non me la dai a bere. Si vede troppo che eri un assiduo frequentatore. A te il cristallo ti ha fatto un favore: ha tolto il viso scavato che avevi. > Non l'ha mai visto dieci anni prima, ma sa benissimo quali sono gli effetti collaterali dell'uso assiduo di sostanze stupefacenti. < ..... > L'attenzione si sposta dall'uomo dai capelli rossi, alla donna con lo stesso colore di capigliatura. < Io invece voglio sapere com'è strutturata. Più informazioni abbiamo, più queste possono risultarci utili. > Si zittisce poi, ascoltando come, ovviamente, il demone sia più ferrato di lui sul discorso. < Jinto e Orochi... > Sussurra i nomi appena uditi, spostandosi sul lato opposto del letto, lasciando spazio al fare viscido del compare. Rasetsu si staglia lungo il fianco destro della malcapitata, mentre il Sabaku, sul mancino. Uno di fronte all'altro. < Shinjo Goryo. Dove posso trovarlo? Oltre all'Oppai Bar, dove bazzicano i pezzi grossi della Yakuza? Mmm... > Si massaggia il mento glabro, assumendo un'espressione pensierosa. tanto che gli occhi si posano per qualche istante sul soffitto della camera. < Non mi viene in mente un locale che spicchi sopra tutti gli altri. Almeno non al quartiere notturno... > Magari i loro incontri avvengono in un altro distretto, lontani da occhi indiscreti. Oscurati dal silenzio di un posto appartato, difficile da trovare. Sicuramente all'interno di Kagegakure. < Sei ancora in tempo per salvarti la vita. Dicci tutto quello che vogliamo sapere e prima potrai ricevere delle cure adeguate... > L'altra, in tutta risposta, inizierebbe a dimenarsi, a tirare le corde a cui è legata, alternando momenti di rabbia ad altri in cui le grida di dolore la fanno da padrone. < Smettila... > Sussurra con decisione, non volendo arrivare a doverle tappare la bocca. Così le urla non si sentirebbero, vero, ma dall'altra parte si troverebbero impossibilitati a ricevere le info tanto agognate. < Perchè non sei un medico? > A Rasetsu, non capendo la differenza con il ruolo di genetista. Le sue nozioni mediche non sono così sviluppate. < Servi a qualche cazzo? > Così, con nonchalance. [Chakra OFF]

21:32 Rasetsu:
 <...> Partiamo dal presupposto che stando in silenzio avrebbe fatto probabilmente più bella figura. <Ci siamo un attimo fraintesi, mi sa.> Vocifera alla di lui volta, stringendosi nelle spalle. L'importante è che si giunga ad un chiarimento quanto più efficiente possibile. <Ad ogni modo, torno a dirti che prendevo delle pasticche. Non sniffavo un bel niente.> Ecco, prova a cambiare parole all'interno della frase, così evitiamo anche fraintendimenti che potrebbero darti non pochi problemi, come il nostro giovane sabbioso ha potuto dimostrarti. A proposito delle sue produzioni, si gira repentinamente alla sua volta con un sorriso sornione che gli va da orecchio ad orecchio. <Certo che sì. Non sono mai andato in overdose in vita mia!> Sei stato soltanto MOLTO fortunato, anche perché il suo corpo s'è adeguato anche troppo alla sostanza che costantemente ingeriva, tanto da divenirne in parte assuefatto. <A proposito, se in giro senti parlare di qualche Doku, fammelo sapere.> Non ha alcun interesse d'andare direttamente alla sede del Clan, ovunque essa si trovi e far man bassa di ch'incontra. Un tempo ci sarebbe probabilmente riuscito, ci avrebbe senza dubbio provato, ma al momento è tutto diverso, sta diventando complicato anche azzardarsi a fare il gradasso coi nuovi ingressi nella famiglia Kokketsu. Le successive affermazioni di Dyacon passano in secondo piano, stufo di starlo ad ascoltare per ovvie ragioni. La mano posta sulla coscia della fanciulla continua pian piano a muoversi. Sale, scende. E' tutto fuorché gentile a comportarsi in tal maniera, ma non sembra dar peso ad alcuna delle urla che provengono dalla ragazza. <Adesso hai paura di quel che ti potremmo fare, vero? Eppure non hai avuto alcun riserbo nei nostri confronti al quartiere notturno.> Mormora verso di lei, piegando appena il busto dal lato manco, spostando la gamba corrispondente sulla superficie del materasso nel quale affonda appena. Le labbra s'arcuano in un nuovo ghigno, il quale è regalato completamente alla rossa dalla quale stanno cercando d'estorcere delle informazioni sicuramente importanti per entrambi, al fine di riuscir a ricavarne quelle davvero utili. <Vabbè, sorvoliamo. Non è il momento per stare a parlare di questo.> Svia il discorso soltanto per evitar che lui capisca la mancanza di capacità mediche da parte di Rasetsu, il quale possiede a malapena delle competenze curative e dunque delle basi di valutazione medica. La ragazza gl'intima d'abbassar le mani, d'allontanarle dalla sua pelle il che non fa altro che alimentare il lato maligno del nostro demone. E la mano risale. Ancora. Si sofferma sull'attaccatura dell'abito inferiore, intento probabilmente a sbottonarglielo. La di lui intenzione è ovviamente quella di procurarle abbastanza terrore affinché lo tema. Perché alla fine è questo che lui ancor vuole da chi s'ostenta migliore del rosso, ad un gradino superiore, talmente alto che fa male cadere quando per sbaglio inciampano. Quello a far domande, comunque, resta per ovvietà Dyacon. Come sarebbe stato facile intuire, il genetista non è esattamente la persona migliore per missioni del genere. [ Chakra OFF ]

22:21 Dyacon:
 < Che cosa cambia assumere droghe dal naso o dalla bocca? > Inarca il sopracciglio sinistro, non riuscendo a capire la differenza. Alla fine, gli effetti collaterali sono uguali, indipendentemente da dove entra. < Se non sei andato in overdose allora ti ha detto una botta di culo. Magari qualche Kami conosce il tuo destino, altrimenti non capisco perchè diamine sei vivo. Confido che a qualche cazzo servirai... > Discorso che viene enfatizzato dal muoversi delle braccia. < Doku? > Aggrotta la fronte, poggiando le mani sui fianchi, allargando i gomiti verso l'esterno. < Sei già il secondo che mi nomina questo clan... > Sa di essere uno dei gruppi di Konoha, ma non ne mai incontrato un membro. Almeno in maniera cosciente. In realtà un'essere velenoso ha già incrociato il suo cammino: Nene. Tant'è che quella volta, solo per aver morso la stessa mela mangiata dalla ragazza, ha iniziato a viaggiare come se non ci fosse un domani(?). < A cosa ti serve in caso? > Lo immagina, ma vuole sentirselo dire dal Kokketsu. < Cazzo... > Sussurra a fil di labbra, calandosi nella parte di colui che vuole tirare un brutto scherzo al compagno d'avventura. Lo vede prendere posizione sul materasso, accanto alla malcapitata della Yakuza, quest'ultima legata a mò di quattro di spade al letto. < Ho dimenticato di toglierle una carta bomba... > Se possibile, sbiancherebbe ancora di più, cercando di essere serio al massimo, adocchiando la parte interna che l'altro, con viscidume, va a scoprire e a toccare. < La vedi? Fai attenzione... > Sussurra con espressione di paura stampata in volto. Fa passare qualche secondo, giusto per imprimere ancora più suspence, prima di. < KAI! > Urla a squarciagola, sperando di aver fatto prendere un colpo a Rasetsu, ghignando subito dopo in modo ilare e abbastanza divertito qualora fosse riuscito nel suo intento. < Sai una cosa... > Cerca di riprendere la dignità che ha perso con lo scherzo, spostando le due ametiste sulla ragazza. < Non so il tuo nome... > Alla fine si sono incontrati sul retro di un bar e, oltre a poche parole affatto convenevoli, hanno iniziato subito a darsele. < Allora, come ti chiami, uh? > La incalza, abbassandosi con il busto, avanzando con lo stesso verso la faccia della donna, allungando successivamente la mano destra sulla capigliatura rossa del nemico. Ne afferrerebbe una parte con decisione, provando a distruggere quella barriera alzata dalla spadaccina. Vuole farla crollare, donandole anche una scossa fisica che dovrebbe riflettersi sulle vertebre rotte riportate nello scontro. Un dolore lancinante si propagherebbe nel suo corpo. Lavoro psicologico quello del Sabaku, basato sul dolore. [Chakra OFF]

19:32 Rasetsu:
 Fa roteare gl'occhi verso l'alto, poiché non ha nessuna intenzione di star a discutere di come vadano assunte o meno le droghe. <Potremmo stare delle ore a spiegarti la differenza tra le due cose, ma questo momento non mi sembra proprio il migliore.> In fondo, hanno davanti una ragazzina che devono far parlare in qualche modo, dalla quale devono ricavare delle informazioni relativamente importanti e che potrebbero dar loro una nuova visione della situazione. <Un giorno, ti spiegherò anche perché non riesco a morire con le normali malattie umane.> E per l'ennesima volta durante quella giornata, gli occhi verdognoli vengono sollevati verso l'alto, facendoli appena roteare prima di tornare a fissare l'interlocutore. Solleva un sopracciglio quand'ecco che Dyacon si lascia sfuggire che non è la prima volta che sente parlare d'un Doku ed è inevitabile la reazione che ottiene da parte del rosso demoniaco. Unisce le mani al centro del petto, stringendo le dita tra di loro. Con gli occhioni sbrilluccicanti, fissa intensamente il sabbioso in attesa d'una risposta quanto più esaustiva possibile. <Chi te l'ha detto?> Pende praticamente dalle di lui labbra, in attesa di quell'impellente risposta che potrebbe risollevargli magicamente l'umore. Sarebbe pur sempre un punto di partenza, rispetto alle notizie che ha ricevuto sino a questo momento e che son state fondamentalmente un buco nell'acqua. <Non ne voglio parlare davanti a lei> Indicando la ragazza con la quale stanno svolgendo quel malaugurato interrogatorio. D'altronde, dovrebbero irrimediabilmente ucciderla subito dopo. <e tra l'altro dovremmo anche pensare a cosa farcene quando non ci tornerà più utile.> La lasceranno libera d'agire come meglio crede? D'altronde, non sarebbe congeniale per nessuno. Devono eventualmente pensare anche ad un piano successivo. Il sabbioso però ha tutta una sua idea di scherzo, tanto da far presenta a Rasetsu che probabilmente ha lasciato una carta bomba sul di lei corpo e che sarebbe sicuramente il caso di fare attenzione. <Eh?> Spalanca di scatto gli occhi, allontanando immediatamente la mano dalla coscia della fanciulla, l'espressione della quale si tramuta immediatamente in paura pura. Di che diamine stanno parlando quei due psicopatici? <Che cazz--> E si blocca poco prima di terminare quella frase, sbiancando in volto - come se già non fosse abbastanza pallido di suo - con gli occhi rovesciati all'indietro e la sua piccola e oscura anima che scivola via dalla bocca. Addio, mondo crudele! Il cuore smette di battere per qualche istante. <...> Si riprende con un'immane scossa elettrica che gl'attraversa l'intero corpo. <Andate a fanculo.> Bofonchia a mezza voce, perdendo di colpo la sua vitalità, il che è naturale quando ti fanno credere che stai per saltare in aria. Durante tutto questo pandemonio, ha allungato di nuovo la mano verso la coscia della ragazza, la qual cosa passa inevitabilmente come un gesto da violenza sessuale considerando che sale sin alla curve del sedere. E s'assesta. <Abbiamo un'altra chiappa d'oro qui.> E sinceramente un po' mi sento in colpa al posto di Rasetsu, ma per fortuna non sono lui. [ Chakra OFF ]

21:04 Dyacon:
 < Demone pagliaccio... > Che bel nomignolo che gli ha trovato. Buttato lì, seduta stante, figlio delle prime parole esternate da Rasetsu, il quale lo prende in giro riguardo al suo non capire un'eventuale differenza tra la droga assunta via naso e quella per endovena. < ...non mi chiamo Ryuuma. Al contrario tuo mi basta una prima spiegazione e poi vado liscio come l'olio... > Significa che assorbe il concetto senza ulteriori delucidazioni in merito. < Non puoi morire con le normali malattie umane eh... > Ripete quella caratteristica che, a quanto pare, è una prerogativa dei Kokketsu. < Quel sangue così nero che ti ritrovi in corpo, potrebbe essere molto utile... > Magari anche al Sabaku stesso se si trovasse in difficoltà. Non conosce le proprietà di quel fluido vitale e, soprattutto, se possono essere spostate e assorbite da un corpo esterno. < Eh? > Aggrotta la fronte, indietreggiando d'un passo e abbassare le due ametiste incastonate in quell'incarnato albino sul volto del Kokketsu. < Mi metti ansia con quell'espressione da pesce lesso stampata in viso... > Si dimentica per qualche istante di avere un ostaggio legato al letto di Touma, terrorizzato dall'espressione messa in mostra da Rasetsu. < Comunque non ricordo chi me lo chiese. Dico solo che i Doku non sei l'unico a cercarli. > Ammette con schiettezza e franchezza, non capendo il motivo di tale caccia all'uomo. < Cos'hanno di particolare gli appartenenti a questo clan? > Ed il bello è che lui ne ha incontrato uno di persona: Nene. Tuttavia, non riesce a collegare la sua innata a ciò che gli è successo quando è venuto a contatto con il veleno. < Ahahahaha... > Sorride divertito nel vedere come lo scherzo abbia fatto centro. L'impallidire del demone è un chiaro segno successo, confermato anche da quel fanculo appena sussurrato. < Io non ho altro da chiedergli. > Tra esitazioni, negazioni ed anche possibili confessioni, non ritiene necessario andare avanti e forzare la mano. Magari l'altra è una delle basse leve della Yakuza e non conosce i meccanismi dei piani alti. O è dannatamente determinata e pronta a morire per nascondere i segreti dell'organizzazione, o effettivamente gli ha fornito tutte le notizie che conosceva. Pensa più alla seconda ipotesi, avendo visto gli occhi di lei intrisi di dolore e terrore. < Invece di eccitarti come un depravato qualsiasi per una chiappa soda... > Rimprovero poco professionale(?), visto lo scivolar dello sguardo sulle curve della ragazza. < Cos'hai intenzione di fare di lei? > Non ha molto voglia di ucciderla e, al contempo, non può lasciarla andare in giro come se non fosse accaduto nulla. Pensa Dyacon, pensa. [Chakra OFF]

21:27 Rasetsu:
 Una vena s'ingrossa sulla fronte del demone, il quale viene addirittura definito pagliaccio. E se non fosse per la mancanza del trucco, sarebbe perfetto per lui. Si dimostra tale ogni volta ch'apre bocca, del resto. Agita la mandritta a sentirlo parlare, muovendo le dita come a formare un becco che fa soltanto 'blablabla'. E' chiaro come non gli stia dando alcuna attenzione in merito al discorso appena accennato. <Non farmene vantare, sai che odio farlo> Rasetsu che odia vantarsi di qualcosa che sa fare? Non sa neanche lui cosa sta dicendo ormai. Fa perennemente sempre il contrario. Il sorrisetto sghembo, infatti, fa pensare che stia per dire qualche altra stronzata delle sue. Non sarebbe la prima volta. Ghigna, mostrando le arcate dentarie mentre la mano, risalita lungo la gamba della fanciulla, continua ad importunarne le sode chiappe femminee. Il solito depravato. <ma ho un quoziente intellettivo superiore alla norma, che potrei utilizzare al cento percento se smettessi di farmi. Ma ehi! Riesco a tollerare le due cose.> Stai scherzando? E' vero che le peggiori invenzioni le ha fatte quand'era semplicemente sotto Sbrilluccica, come se riuscisse a sviluppare un nuovo metodo di pensiero. Convinto, annuisce alle sue stesse parole come se avesse appena pronunciato il discorso per il Nobel della Pace. Sorvola sul discorso del Sangue Nero poiché, per quanto desideri ardentemente vantarsi del suo potere, sceglie saggiamente di non farlo di fronte a quella ragazzina. Non sa di cosa sia capace nell'effettivo, anche se le hanno spezzato delle vertebre. E ovviamente non la sta curando. <Hanno dell'ottimo veleno.> E potrebbe stare ore ed ore a parlare delle varie utilità del veleno Doku, avendolo studiato per anni per le sue droghe. Si limita a questo per le motivazione succitate, stringendosi nelle spalle. <Te ne parlerò, prima o poi.> Commenta, lanciando di nuovo delle occhiate verso la ragazza che alterna lo sguardo tra i due, presumibilmente intimorita dal loro fare a giudicare anche dalle molestie che sta ricevendo - perlopiù da Rasetsu, ovvio. Se Dyacon non ha più niente da chiedere, figurarsi Rasetsu che non ha fatto niente per tutto l'interrogatorio, salvo infastidire la diretta interessata. <Possiamo fare le persone gentili e lasciarla in ospedale. Ma così facendo una volta ripresasi, potrebbe tornare dal suo vecchio gruppo, anche se temo sarà impossibile per lei usare ancora le gambe.> Senza pudore e senza cuore. <Altrimenti, possiamo pensare d'ammazzarla e ne venderò gli organi al mercato. In fondo, devo rimettere in piedi le mie vecchie attività, altrimenti che campo a fare?> Fa spallucce e s'alza dal letto. <Potrei venire a trovarla stanotte> Strana luce negli occhi, sinistro. <lasciala ancora qui.> Per il momento, tronfio e ghignante. [ Chakra OFF ]

21:54 Dyacon:
 Se l'altro si è spaventato per uno scherzo di cattivo gusto il cui fulcro era la possibilità di saltare in aria e salutare definitivamente questo mondo, il Sabaku inorridisce e s'impaurisce quando vede Rasetsu tutto dolce e coccoloso. Da buon lecchino e paraculo qual'è, non osa immaginare fino a dove può spingersi pur di avere informazioni riguardanti i Doku. < Uh? > Sfarfalla le palpebre con espressione stupita, non riconoscendo più chi ha davanti. < E da quando in qua odi vantarti delle tue caratteristiche? Ti vanti anche della minima stronzata che dici... > Come ad esempio l'idea di portare l'ostaggio in una camera d'albergo. Gli ha letteralmente sbomballato i cojoni(?) con la sua teoria, zittendosi solo dopo aver visto che non riceveva più risposte. < ..... > Gli occhi diventano due fessurre, soffermandosi sulla struttura fisica dell'uomo dai capelli. < E chi te l'ha detto che hai un quoziente intellettivo superiore alla norma? Il drago sputafuoco o la fatina con le gambe non depilate che hai incontrato in uno dei tuoi tanti sogni sotto l'effetto della droga? > L'immagine di una fata con degli alberi sulle gambe al posto dei peli s'insinua nella sua mente, tanto da farlo sogghignare. Torna poi serio quando sente, finalmente, la caratteristica principale dei Doku. < Basta andare al mercato nero per trovare del veleno. > O anche al bazaar di Suna. Fa spallucce, non trovando negli appartenenti di questo clan niente di che, ignaro del fatto che siano in grado di produrlo volontariamente tramite il proprio corpo. < Va bene. Ora decidiamo cosa fare di lei... > Indica con un cenno del mento la povera malcapitata legata al letto ad una piazza e mezza di Touma. Si tratta bene il signorino. < Vista la sua scomparsa, la Yakuza si starà sicuramente chiedendo che diamine di fine avrà fatto. > Si mette nei panni dell'organizzazione mafiosa più importante di Kagegakure. < Se è un pesce piccolo, dopo esser stata dimessa dall'ospedale andrà sicuramente dai suoi ex compagni. Una volta che l'avranno spremuta come un limone a sapranno che ci ha rivelato delle informazioni più o meno importanti, la uccideranno loro stessi. > Le spie, da che mondo e mondo, non sono ben viste in un'associazione mafiosa. < A quel punto avremo la Yakuza alle costole e la cosa non è che mi dispiacerebbe... > Analizza in modo razionale tutti i possibili scenari che potranno comporsi da qui in avanti. < Purtroppo non vedo un futuro roseo per te. Qualunque strada decida di intraprendere, porta alla tua morte. > Con nonchalance esterna tale frase in direzione della ragazzina, risultando quasi inquietante ai suoi occhi. < Forse sì... > Annuisce un paio di volte a quel pensiero intimo a cui da voce pochi istanti più tardi. < Sarebbe meglio farla sparire e rivendere gli organi al mercato. In questo modo saremo più tutelati e potremo continuare ad incassare i ryo dai due ragazzoni che lavorano per noi senza alzare un inutile vespaio. > Restare nascosti nell'ombra ancora gli serve. Sono pur sempre dei semplici genin. < Mi raccomando. Se devi farlo, fallo nel minor tempo possibile... > Senza sofferenze inutile per la ragazza. < Intesi? > [Chakra OFF]

22:25 Rasetsu:
 Una nuova occhiataccia è quella che viene rivolta direttamente nei confronti di Dyacon. <Stai zitto, mi hai scartavetrato le palle!> Bofonchia in sua direzione, il tutto sotto gli occhi della fanciulla. Che non avesse chissà quale remora nei confronti degli esseri sarebbe dovuta esser cosa ormai nota. A proposito del quoziente intellettivo superiore alla norma, si premura ovviamente di rispondergli. Non può lasciarsi scappare l'opportunità di lasciare il segno. <Me l'ha detto tua madre.> Punto, set, partita. Le sue sono risposte che anche il tuo amichetto delle elementari riuscirebbe a dare senza pensare alle conseguenze delle sue parole. Solleva un sopracciglio a proposito del veleno e alla sua reperibilità. <Ci penserò.> Il veleno dei Doku è senza dubbio migliore del veleno che vendono al mercato nero, soprattutto perché l'otteneva gratuitamente ed era anche abbastanza potente, differenziava per persona e grado di capacità. Chissà dove son finiti i due collaboratori domestici. ch'aveva un tempo: gli tornerebbero fin troppo utili al momento. A quanto pare, il sabbioso sceglie stranamente la via ipotizzata da Rasetsu, la qual cosa lo sorprende tanto da fargli spalancare gli occhietti verdognoli. Le iridi vanno a focalizzarsi direttamente su di lui con espressione dubbiosa. <Da quando sei diventato così figlio di puttana da assecondarmi nel fare qualcosa del genere?> La maggior parte delle persone normali sarebbe inorridita davanti alla presa di posizione del rosso, ma a quanto pare Dyacon è finalmente diventato una stella, s'è risvegliato, ha dato dimostrazione di chi è davvero. E tutto sommato non gli sta dispiacendo affatto. <Però non darmi ordini. Guarda che il sangue di un Sabaku fa gola.> E solo dopo aver detto questa simil minaccia, uscirà dalla stanza per dirigersi chissà dove. Per il momento, non è dato saperlo, forse vuol soltanto andar a mangiare qualcosa. [ EXIT ]

22:46 Dyacon:
 < Perchè, ce l'hai? > Le palle intende. Ghigna divertito alla volta di Rasetsu, guardandolo di sottecchi, prima d'iniziare a muoversi in direzione dell'uscita della stanza. < Che co... > Quando sente il nome della madre sulla bocca del Kokketsu, blocca il suo incedere, lanciando un'occhiata in tralice a Ryuuma. Se avesse avuto delle doti divine, lo avrebbe incenerito all'istante. Passo cadenzato, scandito, arrivando a pochi centimetri dalla struttura fisica dell'altro genin. < Azzardati un'altra volta, anche solo per scherzo, a rimettere in mezzo mia madre, e giuro che il sangue di Sabaku sarà l'ultima cosa che vedrai in questo mondo. > Duro come non mai sia nell'espressione facciale - con tanto di muscoli contratti - sia con i modi. Infatti il dito indice della mano destra viene disteso in avanti e, se l'altro glielo permetterebbe, portato a premere con il polpastrello contro la guancia sinistra del demone, in prossimita delle labbra. Minaccia per nulla velata, anzi, messa in bella mostra per esser certo che il concetto sia stato assimilato dall'ex capo della Yakuza. Lo lascia abbandonare il luogo, ma non prima di aver dato una risposta a quella domanda. < Non stupirti più di tanto... > L'ira che si era accesa in un'istante, viene domata e lentamente spenta. < Ho solo optato per la cosa più logica e meno rischiosa per entrambi. Abbiamo la Yakuza di fronte, non scordarlo. > E chi meglio dell'ex boss può saperlo. < Non uccido mai senza motivo. > E continuerà su questa linea finchè i Kami non lo chiameranno a sè. < Qui ne ho più di uno per farlo. Sia perchè ha tentato di ammazzarci... > Se quella sera nel retro dell'Oppai Bar non si fosse difeso, a quest'ora erano i suoi organi a circolare per il mercato nero. < ...sia perchè la sua sparizione ci farebbe comodo. > Non si sta giustificando agli occhi di Rasetsu, sta soltanto tenendo fede ad una sua convinzione. < Attieniti a quello che ti ho detto... > Ovvero eliminarla senza troppa sofferenza. Così, senza neanche voltarsi verso la malcapitata, esce dalla stanza da letto, raggiungendo il salone pochi attimi dopo. < Io vado. Fammi sapere quando il lavoro è stato concluso. > Si china con il busto, afferrando la giara color ocra lasciata in precedenza. La indossa e lascia l'appartamento di Touma con all'interno Rasetsu e la donna. Tutto ciò che accadrà dopo non è affar suo. [X]

La ragazzina recuperata al quartiere notturno viene legata al letto della casa di Touma e interrogata dal duo Kokketsu - Sabaku. Le vengono fatte delle precise domande, lasciandola poi alle amorevoli mani del rosso...

All'attenzione di @Mattyse.