♪ Come Little Children ♪

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con Hye

15:29 Hye:
  [Cucina > Stanza] Qualcuno la definirebbe la classica giornata da coma domenicale, cielo grigio sovrastato dall'addensarsi di copiose nuvole all'orizzonte. Nell'etere c'è odore di pioggia, e per Amegakure questo non può essere altro che buon presagio. Una volta finito il pranzo, è la corvina che provvede a sparecchiare il tavolo < mh – hm ♪ > sfugge tra le pieghe delle rosse labbra un mugugno soave, a tratti melodico. Le mani che si apprestano ad affermare la propria presa sulle diverse ciotoline sporche da impilare l'una sull'altra in un secondo momento. È lì che l'ampiezza delle maniche rischia di sporcarsi, e ciò accade poiché le smeraldine paiono essere catturare dal fare del fratello lì nei pressi. Lancia sottecchi uno sguardo e senza accorgersi di essere sovrappensiero, irrimediabilmente la sopraveste casalinga viene macchiata < uh? > sfarfallano le lunghe e scure ciglia, sul volto piomba un'espressione leggermente colta alla sprovvista ma senza rivelare cruccio alcuno < che.. > imprecazione, imprecazione, imprecazione < … sbadata. > censura per amor del minore lì nei pressi, una delle poche premure che anticipatamente le salta in mente prima dell'inevitabile sbando. Ha delle responsabilità e tra queste, per quanto in Famiglia si conosca bene il temperamento ambiguo della mora, non vuole dar adito ancora una volta a questo tipo di particolare di sé. Nuovo loco, nuove abitudini o almeno è quello che si sforza a fare. Dunque una volta riposte nel lavabo le ciotole di ceramica, si velocizzerebbe a risciacquarle per riporle orizzontalmente nello scolino apposito, accompagnata dallo scorrere dell'acqua il cui suono sembra diffondersi per tutto l'appartamento. Lunghi ciuffi le cadono dinnanzi, su di essi si accaniscono numerosi soffi per ricacciarli all'indietro < fiuuu – fiuu > e se ciò non bastasse, ora che se ne sta sporta leggermente sul piano cucina, attraverso il polso destro proverebbe a sfregarle via seppur lasciando una leggera scia di schiuma sulla fronte < HMPH! > spazientita, la si vedrà sgambettare freneticamente sul posto per poi affrettarsi a piedi scaldi a sgattaiolare via pur di raggiungere la stanza adiacente < ..vado a cambiarmi e torno, vedi di non sparire. Lo hai promesso. > rimbrotta assottigliando le palpebre pur di imporre una vaga nota persuasiva nello sguardo, uno di quelli che parlano da sé. Sparirebbe subito dopo da dietro l'angolo, lasciando di sé solo vaghi e ovattati rumori.

15:35 Utente anonimo:
  [Casa Tsuki] È un caldo pomeriggio, il Sole è chiaro e con i suoi raggi riscalda le strade del distretto di Amegakure, popolo abituato alle continue lacrime del Cielo addolorato per il dolore di quel popolo che al giorno d’oggi sembra quasi aver dimenticato le pena dei propri padri. Il Genin in questo momento si trova all’intero della sua abitazione a fissare la statua del Sommo dio Pain dalla finestra, indossa un paio di pantaloni da shinobi , piedi scalzi che lasciano libera visione dei suoi piedi bianchi dalle unghie smaltate di nero , l’addome è privo di vesti infatti è facile vedere lo stemma della Pioggia inciso a fuoco all’altezza della bocca dello stomaco, proprio sotto lo sterno, la chioma color luna copre le spalle nude dell’angelo di carta celando cosi anche lo stemma Anbu , un tatuaggio nero che spicca sulla pelle diafana del genin, ma celata dalla cascata di capelli.<<..No che non sparisco, oggi non lavoro stai tranquilla Sole.>> Risponderebbe cosi verso la sorella che sembra tenerlo sotto contratto, gli deve un po' di tempo anche neanche oggi ha ancora dormito avendo finito nelle prime ore del mattino il suo turno all’ingresso del villaggio. Occhi di zaffiro continuano ad osservare la statua del nonno del genin mentre gli orecchini pendenti di carta che in stile origami che prendono le sembianze di rombi si scuotono appena, ciondolando per colpa del leggero vento sembrino stiano danzando avanti e indietro. << Secondo Sole sarò mai capace d’essere al livello suo e di papà?>> Domanderebbe con voce poco sicura di se e leggermente sotto tono, quello che ha visto tramite gli occhi mentali di Saigo sembra averlo scosso molto, sa benissimo di non potersi definire del tutto uno shinobi , è solo un genin senza sensei, è come un bambino lasciato nei primi anni di vita , in un bosco all’alba dell’inverno a sopravvivere da solo, senza che ci sia una guida per lui. [Chakra Off] [No item]

15:52 Hye:
  [Stanza > Soggiorno] Entrando nella stanza, lascia che la porta ci si socchiuda dietro. Totalmente in penombra, solo lo spiraglio del soggiorno a delineare il profilo della giovine e di quel pugno di oggetti lì messi a caso per arredare una stanza effettivamente asettica e impersonale. Un dettaglio che in pochi per ora hanno avuto l'occasione di notare e far presente, pochi a cui hanno dato il permesso di entrare in casa e quei pochi non erano neanche lì per propria volontà ma bensì per conoscenza dell'albino. Ma di contro c'è da dire che questa non è casa sua e neanche le è passato per l'anticamera del cervello -da che arrivata- di apportare delle modifiche, forse anche il Minore come lei si ritiene solo di passaggio. Terre che per ereditarietà appartengono a Loro seppur diverse dalle aspettative alimentate dai racconti dei genitori e chi ancora prima di loro a fomentarne la Storia in Famiglia. Inutile mettere radici laddove un giorno saranno chiamati a spostarsi, d'altronde hanno imparato presto che niente è fermo e tutto è in continuo cambiamento. Noncurante di cosa manchi, le smeraldine per un attimo vanno alla ricerca di una cosa che di proposito ha celato lì nei pressi. Il volto leggermente piegato sul lato, le lunghe ciocche corvine ad assottigliarne i sottili lineamenti diafani mentre le ferine puntano ad osservar pendere dall'angolo dello specchio un fiore rosso di carta, un dono recentemente ritrovato ai piedi del letto in uno dei tanti ritorni nel cuore della notte del fratello. Non ha ben capito se fosse un modo per farsi perdonare per tutte le scappate improvvise o se in realtà a scuotere la coscienza dell'albino vi sia altro. Premurarsi di cosa succeda nella sua vita ormai è una costante, un tarlo che arrischia a solcare il viso con una rigida ruga espressiva di mezzo agli occhi < .. > non ha la benché minima idea di cosa si celi dietro l'arte, ma stando appresso all'Ishiba ha imparato ad apprezzarne le diverse sfaccettature. Chino il capo sul lato, rosse labbra arricciate da un sospiro melanconico mentre le smeraldine si fissano ad ammirarne le rigide pieghe cartacee. Ed è ancora per una volta che la mente la porta altrove, che quelle la risucchiano in memorie di tempo addietro. Nel frattempo è per automatismo che le mani scivolano sul nodo della cinta per allentarlo via via che il tessuto verrebbe lasciato scivolare dalle spalle fino al suolo. Movimentato il fare della mora, che si appresta ad allungarsi verso le ante dell'armadio per afferrare il primo capo utile ad avvolgercisi completamente le nudità < Br.. > rizza la schiena a causa di uno spiraglio proveniente dalla zona centrale dell'appartamento, un appartamento talmente piccolo che non faticherebbe a sentire la domanda del ragazzo che siede proprio dietro la parete. E' verso questa che lo ricercherebbe segretamente, come se poggiando una mano dall'altro capo della parete potesse assorbirne i dolori che tacitamente l'altro trattiene dentro sé. Conosce bene le angustie del suo Sangue, seppur per ovvie ragioni non vada a darlo a vedere < ..oh Shiroi. > mormora tra sé e sé, senza lasciar soffrire l'altro delle pene della Maggiore nel saperlo costantemente alla ricerca della perfezione. Il capo si abbassa per lo sconforto, lasciando che le lunghezze corvine le coprano dinnanzi una smorfia soffocata e raccapricciante rispetto alla femminea bellezza propria < Tu lo sai.. ! > solleva il tono quel tanto da farsi sentire mentre le mani freneticamente si apprestano a sistemarsi un kimono rosé di stoffa ricercata dalle stampe floreali su cui poggiano volatili celebrativi < Tu sei destinato a grandi cose, Luna. > umetta le labbra, forzando la smorfia ad impreziosirsi in qualcosa di più piacente e determinato a suscitare in lui ottimismo. Ma uscendo dalla stanza non sfoggerebbe altro che l'ennesima espressione sprezzante, di chi non teme nulla < E poi, loro non avevano Me. Quindi tu sei già un passo avanti, fratellino. > non tanto modesta come in occasioni ufficiali va facendo credere agli altri, ma d'altronde lui non è gli altri e non ha bisogno di indossare maschere per mantenere un basso profilo. Le mani si sollevano per infilare un fermacapelli in legno e giada al fine di ravvivarsi la conciatura ordinata e contenuta, perfetto controsenso dal momento che se ne sgambetta verso il fratello a piedi scalzi.

16:17 Utente anonimo:
  [Casa Tsuki] L’iridi d’oceano continua a fissare la statua del Sommo Pian dalla finestra mentre il vento continua a soffiare su di lui accarezzando la sua gelida pelle di porcellana. Solo qualche secondo per poi far ondeggiare la chioma albina voltandosi, dettaglio ipnotico per la sorella che lo spia attraverso lo specchio. Meditabondo, ascolta il canto quieto del vento alle sue spalle ricoperto dalla soave voce della sorella maggiore che cerca in qualche modo si estraniarlo dai pensieri del minore con ironia, unica cosa che forse può fare in questo momento. << Hai ragione, per mia fortuna o almeno te .>> Accennerebbe un piccolo sorriso per poi avviarsi versi il divano situato difronte alla finestra che da vista alla piazza centrale del distretto, affondando i scalzi e nudi piedi sul pavimento della stanza, passi stanchi quelli di Shiroi, la stessa stanchezza che si disegna sul viso del ragazzo, sono circa 48 che non dorme e inevitabilmente non può nascondere questo dettaglio umano. Quello che gli ha mostrato Saigo sembra corroderlo dentro, non ne può parlare alla sorella, la farebbe solo preoccupare, lui non ha mai avuto fretta di crescere eppure adesso l’ansia si attacca al suo collo, stringendolo in una morsa degna di una serpe che stritola la sua preda in un delizioso ed elegante gioco di dolore, se il falso dio dovrebbe tornare domani, lui non potrebbe difendere la sorella, non potrebbe difendere il villaggio, lui sarà come ha detto Saigo, uno shinoni debole che nulla può contro un dio. << Raccontami un po', tu invece hai pensato a quello che ti ho detto?>> Domanderebbe mentre i glutei accompagnano la spalla a poggiarsi sullo schienale del divano. Luna che sembrava dormire nella sua chioma albina fa dei piccoli passettini poggiandosi sul viso dell’angelo di carta, esattamente sulla sua guancia destra. << Ho vuoi ancora fare la turista e la Ninjaflix dipendete?>> Aggiungerebbe alla fine ironico mentre il corpo nudo ,una volta seduto , verrebbe coperto in parte dalle lunghe gioche dello Shinobi bianco. [Chakra Off] [No item]

16:37 Hye:
  [Stanza > Soggiorno] Piccoli passetti, anche che appena accennano sotto la stoffa a smuoversi dall'asse della postura < Almeno – Me > scandisce severamente nel momento in cui le proprie falangi smaltate di pece, affonderebbero tra le bianche ciocche del ragazzo, attenta a non investire l'alata ovviamente. Lui seduto, lei in piedi di fronte a lui lasciando pesare la disparità d'altezza di proposito per dominare sulla sua visione periferica e divenire l'unico punto su cui focalizzarsi < Noi due è tutto ciò che serve. > gli ricorda quasi a muso duro < Ora lascia tutto il mondo fuori > lo incita con più dolcezza la volta successiva mentre le morbide gestualità lo inviterebbero a lasciarsi andare sulle proprie gambe. Un solo accenno che può valere molto più di tante parole e suppliche < Svuota – la – mente > lo guiderebbe con lo sguardo intanto che con una lentezza struggente si lascerebbe cadere poco più distante dalla sua posizione, quel tanto per lasciargli lo spazio di sdraiarsi sul proprio grembo < E comunque io non dipendo proprio da nessuno. La mia Libertà ti spaventa, fratellino? > smuove il capo nello stesso tempo in cui le sfugge uno sbuffo decisamente ironico e beffardo, uno di quei ghigni da cui si sembri essere capaci di tenere tutto sotto controllo < Non ti preoccupare, non ho dimenticato il motivo per cui siamo qui. Diciamo che il mio percorso è leggermente meno immediato del tuo, ma ci sto lavorando. Sai quei libri non si leggono di certo da soli > indica con il capo la pila di manuali presi in prestito dalla libreria del posto, lasciati lì i un angolo della stanza. Non vi sono luci artefatte nella stanza, la tv è spenta e il divano viene arricciato dalla pressione dei loro due corpi. La luce naturale da fuori la finestra la spinge a scostare lo sguardo per un attimo sul punto dapprima occhieggiato dal fratello, la statua di Pain ed è ammirandone la magnificenza che si farebbe più seria in volto < Lì fuori c'è così tanto da scoprire, rispetto a quello che ci aspettavamo di trovare è tutto fuori posto. Non è vero, Luna? > domanda sovrappensiero, quasi intenzionalmente attingendo alle informazioni raccolte per mestiere dall'Ishiba, una sottile provocazione poiché rimane conscia del fatto che in quanto Anbu non possa raccontarle dettagli così strettamente confidenziali al settore.

16:54 Utente anonimo:
  [Casa Tsuki] Osserva la sorella avvicinarsi a lui , come una gatta s’avvicina al minore che le donerebbe un delicato sorriso. Le palpebre s’avvicinano abbracciandosi mentre il capo si poggia sullo schienale del divano , iridi di zaffiro si vanno cosi ad eclissare tentando di spazzare ,invano, via tutti i pensieri che affollano la sua mente. <<.. svuotare la mente dici…>> sussurra tra sé e sé quasi flagellato, vorrebbe avere una scopa mentale per cacciare via tutto, ma lui non è una macchina dotata di un bottone che fa una pulizia dati, non ha un microchip emozionale dotato di reset, lui è un contenitore umano, vuoto che altri stanno riempiendo piano piano delle loro emozioni e lui come un ladro tenta di farle sue. Ora la bella sorella dai capelli corvini va a richiamare nuovamente la sua attenzione, indicando i libri posti sulla loro libreria, le palpebre si lasciano facendo risplendere di nuovo gli occhi blu dell’angelo di carta dalla faccia stanca, osservando la raccolta di libri che la sorella ormai legge di routine. <<.. La teoria serve, ma è molto diversa dalla pratica sole.>> l’arto mancino adesso s’alzerebbe tentando di poggiare la mano sulla chioma corvina della minuta sorella per poi accarezzarla, proprio come se fosse un delizioso gattino. << La fuori la gente è diversa da quello che c’aspettiamo, sono tutti libri da leggere…e penso che siano i libri migliori che tu possa trovare.>> più il tempo passa più sembra tentare di invogliarla ad uscire dalla sua crisalide e giunto anche per lei il momento di volare in questo cielo di cui loro fanno parte. Lei dice bene , lui e lei, non serve altro ai due, ma come possono crescere e difendersi se non conosco altro? [Chakra Off] [No item]

17:12 Hye:
 Ruota gli occhi al cielo < La gente, hmph. > sbuffa inorridita al sol pensiero di doversi accomunare alla massa. Non tanto per sentore di superiorità rispetto a loro, né per incapacità di relazionarcisi, ma proprio per malavoglia di venir trascinata in pseudo turbe adolescenziali per cui è facile perdere poi la concezione spazio-tempo. L'obiettivo che anima la mora è qualcosa di anomalo rispetto ai propri coetanei, basti come esempio far notare come il cellulare regalato dal fratello sia stato a malapena toccato, testimone ancora è il packaging rimasto illeso assieme al suo fiocco regalo posto sul comodino accanto al letto < Quella stessa gente che ti sta consumando dentro? Non so a chi hai permesso di entrarti.. qui.. > le dita puntellano le meningi, alludendo chiaramente alla mente e i pensieri che pur non avendo le facoltà di leggere, gli vedrebbe in volto che sia già accaduto, da un volto che non sopporta vedere così stanco e contrito < Ma lo sai, la gente mi urta. > sospira < Alcuni di loro sono così dannatamente ottusi. > vedo la gente scema, sigh. Solo l'idea le scatena un emicrania terribile, ma è proprio da quel primo principio di malessere che si ricorda di non dover dar la meglio alle stesse paturnie che soffre l'albino. Ora tra i due è lei quella che deve portare un senso di sollievo, ed è dalla breve lamentela iniziale che torna ad accennare un sottile ghignetto da cui si fa forza per sdrammatizzare < Ma lo sapevamo sin dall'inizio che non sarebbe stato facile, no?! > retorica con la quale tra le righe gli fa intendere di non voler più ignorare il suo punto di vista < Okey, okey. Cercherò di sforzarmi di più. > se lo farà o meno non è dato sapere, potrebbe essere un modo come un altro per chiudere il discorso ed aprirne un altro più conveniente < Tu invece. C'è qualcosa che vorresti dirmi di te? >

17:27 Utente anonimo:
  [Casa Tsuki] La mano andrebbe ad accarezzare il capo della sorella, delicato un tocco angelico come se stesse tocca un tesoro unico nel suo genere, il suo vaso di pandora, delicato ora andrebbe a scendere lungo i fianchi del suo viso mentre si lascia abbagliare del verde smeraldo della donna , per un attimo il malessere sembra sparire, come per magia, lui sta bene quando c’è lei e neanche un falso dio può arrestare il senso di CASA che lei riesce a trasmettere all’angelo ishiba dalle ali forse ancora chiuse. <<…ma c’è anche gente che riesce a riempire i nostri vuoi, non è tutta nociva, è questa la gente che dobbiamo difendere .>> direbbe con una voce tenera, una voce pura vestita di pace, una pace che solo chi conosce il dolore può conoscere. Ed è un battito d’ali. - INIZIO FLASH BACK- mentre il bambino resta con il capto chinato ,un suono si palesa dietro di lui, un suono di battiti d’ali di farfalla, anzi di farfalle uno stormo ma questo non sembra interessare al piccolo Shiroi che resta li immobile ma a voce rotta dice <<…perché non mi capiscono…perché mi vedono come un mostro papà? Io non sono un mostro! >> esclamerebbe cosi il piccolo per poi scoppiare in un pianto quasi isterico, singhiozzando non riuscendo neanche a respirare.>> L’uomo che sembra essersi palesato dietro di lui perderebbe qualche secondo a dir qualcosa o a muoversi per poi abbracciarlo dietro di lui, mescolando cosi il corvino delle sue lunghe ciocche corvine con quelle bianche del bambino. << La gente ci ferisce perché non conoscere la nostra essenza avvolte Shiroi, cosi ci causa dolore e la reaziona più umana che ci viene a nostra volta è ricambiare il dolore con la vendetta spinta dalla rabbia.>> adesso l’uomo stringerebbe ancora più forte a se il piccolo bambino. << la vendetta porterebbe nuovamente dolore e cosi nascerebbe una guerra e odio infinto.>>.--FINEFLASHBACK- Adesso Luna andrebbe a sbattere le ali per prendere il volo poggiandosi sulla fronte di Hye, mentre Shiroi continua ad accarezzarle il mento. <<… Se loro non ti capiscono… devi capire tu loro…>> –Inizio Flask Back- Shiroi piange ancora ed emette strani suoni, vorrebbe dire qualcosa ma non riesce, le lacrime spezzano le sue frasi rendendole difficili da capire. << Ma iio>> ancora lacrime dietro lacrime. << Coss>> Stringerebbe adesso le muscolose braccia del padre. << Devo fare…>> cosi finirebbe la frase straziando cosi il cuore di colui che gli ha dato vita e forse dal canto suo l’ha pure tolta. <<…Devi capirli…è tanto per un bambino quello che ti sto chiedendo, ma tu devi capire il loro dolore per cui ti feriscono. Mi spiace è tutta colpa mia.>> Finirebbe cosi il discorso l’uomo stringendolo a se per poi prenderlo in braccio e portalo a casa. –Fine Flash – Adesso la mano andrebbe a distaccarsi da lei per poggiarsi sul divano mentre il sorriso permane sulle labbra diafane del fratello, un volto angelico, un volto che ricorda molto quello di Kenji Tsuki, il loro padre. [Chakra Off] [No item]

17:39 Hye:
 Non ne ha il coraggio, non in quel momento dove lo vede provato. Ma se per Shiroi l'interesse è quello di tutelare il prossimo, indipendentemente dal merito, per Hye invece è diverso. Forse più egoista, forse poco coinvolta ma solo per compensare l'eccesso di buone intenzioni del fratello. L'altro peso che controbilancia la libra. Se il Minore è stato educato a spendersi per il bene comune e sacrificarsi per gli altri, invece la Maggiore ha presto imparato nella propria vita che la gente è meschina. Che difficilmente ci sarà qualcuno tanto folle da ricambiarti senza un senso, spetta a lei dunque guardare le spalle al fratello. E se non nasce in lui il buon senso di tutelarsi, spetterà invece a lei prendersi cura di tutto ciò che conta. Tutto ciò che conta, ovvero il suo stesso Sangue, assicurandosi che non si consumi del tutto per qualcuno che a considerazione della mora debba invero valerne davvero la pena e meritarselo. Ma omette questo particolare, non gli rivela d'essere contrariata. Semplicemente inspira < .. > ed espira. Un atto respiratorio che dovrebbe coinvolgere anche il ragazzo, poiché investito dal basso ove lo lascia poggiare s'un grembo giovane e florido la cui nascita è il sentore di nuova vita che porta a ribaltare il senso delle cose, un grembo che in natura scatena normalmente un attaccamento viscerale. Ed è così che per quanto fondamentalmente diversi e in cerca di energie opposte nel mondo, i due giovani si siano sempre lasciati cullare dalla medesima premura, in quell'esatta posizione. Un gesto naturalmente materno, ma che la loro Madre non ha mai pensato d'essere qualcosa di esclusivamente suo. Perché l'amore è amore e assieme al loro Padre hanno vissuto un'intera vita a voler sovvertire il mondo sin dalle radici, creando tradizioni fluide e prive di confini. Astenendosi in questo caso anche dai canonici ruoli genitoriali, pur di creare una cosa Loro. Una consuetudine che non abbia per forza uno scopo ma che faccia bene essenzialmente all'anima nei momenti di smarrimento e confusione, un rituale che sa per certo l'altro abbia bisogno in questo momento per liberarsi. Dunque senza chiedergli il permesso, senza anticiparli alcunché, se lo tirerebbe a sé al fine di poter iniziare a dondolare a ritmo melodico. Le labbra si schiudono, le palpebre scemano, venendo improvvisamente travolta da un senso di pace. L'effetto sarebbe dato da tale melodia che va intonando a voce bassa e soffiata all'orecchio altrui, alternando carezze dal lobo dall'attaccatura dei capelli sino a scendere verso il lobo dell'orecchio più a portata da cui vede pendere i pendenti di carta. Si cura di accostare tale lunghezza assieme al resto delle lunghe ciocche, tuttavia non mancando di armonizzare ogni singola parola in lingua tradizionale proprio come si è soliti fare per qualsiasi ninna nanna. Ciononostante tale canto pare vibrare come qualcosa di sacrosanto, puro e al contempo dannato nelle note. Un racconto sentito che lascerebbe fluire con voce suadente, non solo pizzicando le corde vocali ma affondando molto più giù, lì dove giace l'anima. In tutto ciò emulerebbe la stessa cadenza che ha sentito dalla madre per lasciare all'altro – qualora volesse partecipare – mugugnare la parte che invece ha sempre impersonato il padre. Un canto a due voci insomma. L'espressione è morbida, talvolta gli angoletti della boccuccia vengono pizzicati da un sorriso che le sfugge alla vista del fratello, non dell'oggi ma dei ricordi che ha di lui in tenera età tra le pareti di quella che per davvero è Casa. Un posto molto lontano, una realtà quasi surreale da quella vissuta oggi, eppure questo non la sfiora minimamente. Racconta di una terra d'incanto e di queste creature piccine addentratesi in un giardino fatto di ombre. Ma quanto meno un'Ombra racconta di una Luce. Si cala nella parte, le palpebre a scemare lentamente mentre quella tenerezza via via diviene come un sibilo serpentino capace di sfumare per irretire i sensi del fratello, un modo come un altro indolore per strappargli via la tensione dal corpo fino a mirare a farlo assopire. Le dita scivolano sul viso di Shiroi, dalle meningi al contorno occhi, e via col dorso della mano ad asciugargli metaforicamente quella lacrima. Quella di troppo che mai gli ha sopportato vedere in viso nei momenti di desolazione. Quasi ne anticipasse la venuta, quasi vada prevedendo quel giorno di Pioggia. [song : https://www.youtube.com/watch?v=nBXS3weGNc0&ab_channel=TheHound%2BTheFox ]

18:06 Utente anonimo:
  [Casa Tsuki] Lo sguardo dell’angelo si incuriosisce vedendo i gesti improvvisi della sorella, è pur sempre la figlia dell’Arpie delle Farfalle , l’arte della geisha impressa nei figli ,specialmente nella maggiore sa sempre come calmare l’anima di uno spirito umano ora c’è solo da capire che carta delle tante disponibili nel mazzo Hye vuole utilizzare. L’osserva attenta con occhi da gatto curioso mentre respira lentamente, per poi imitarla, respirando e inspirando lentamente ed ecco che un velo di pace invisibile va ad avvolgere il piccolo angelo, gli occhi di nuovo si socchiudono lasciandosi coccolare dalla sensazione pacifica che adesso riscalda le sue chiari e nude carni , il malessere anche se presente va sempre più a dissolversi attimo dopo attimo, adesso non c’è nulla se non il suo respiro, sincronizzato a quello della sorella , il polo nord e il polo sud si sincronizzano fino a quando Hye, non va a rintoccare con la sua voce quella melodia, la stessa che ha sempre cullato i suoi pargoli nei momenti tristi,la sua dolce ninna nanna . Gli occhi si riaprono di colpo mentre lei inizia a canticchiare la ninna nanna della madre, lo sguardo del ragazzo si fa malinconico durante la prima parte della canzone, un vuoto si crea nel petto , sente la mancanza del calore materno in questi momenti ma adesso non importa, lascia che la sorella crei una culla di musica per la sua essenza che necessita nuovamente di pace, pian piano lo sguardo si rasserena e anche lui andrebbe a seguirla cantinticchiando la ninna nanna, ma solo in piccole parti, quelle parti che veniva cantate dallo Shinigami dell’Ade, accompagnandola solamente, in un primo momento shiroi proverebbe a poggiare la fronte contro quella della sorella nonostante il suo volto stanco , per poi scivolare in un secondo momento verso il ventre di lei, accucciandosi come un bambino debole fa con la madre cercando riparo dai suoi pensieri, la ninna nanna si fa sempre più forte pian piano e lui resta li, inerme quasi in uno stato di beatitudine , forse vicino al sonno ma non ancora, i pensieri negativi sono svaniti, vuole godersi quel momento…almeno fino a quando il tocco di morfeo non lo poterà nel mondo dei sogni [Chakra Off] [No item]

19:36 Hye:
 Lei, frutto di chi fu perdizione per molti. Educata all'arte, proprio come il fratello, ampie conoscenze su come irretire i sensi e manipolarne le volontà. Eppure, eppure non sceglierebbe di adottare alcun tipo di strategia con l'albino. Tutto ciò che accade è l'inevitabile conseguenza di uno dei riti più diffusi in casa loro per stare meglio, proprio come quei vecchi rimedi tramandati di generazione in generazione per far passare qualsiasi malessere fisico. Ma in questo caso non c'è alcun utilizzo di zampe di gallina o fegati di pecora, tutto ciò che serve è una naturale predisposizione a lasciarsi andare e ricercare una via di fuga dalla realtà. Si sfugge in questo caso da una possibile interazione con la propria coscienza, non stanno cercando neanche di interiorizzare la cosa entrando in un ruolo identificativo. Ora non sono Hye e Shiroi, sono al di sopra. Nessuna rappresentazione corporea o comportamentale, tutto ciò che li alimenta non è neanche la Memoria dei genitori. Ciò che li caratterizza ora come ora è una sorta di Sollievo extracorporeo. Non si curano e non hanno bisogno di sensatezza, è questa la liberazione in tutto e per tutto < hm – hm – hm ♪~ !> mugugni, addirittura fischi, parole mormorate tra una cosa e l'altra con la felice partecipazione del fratello che si lascerebbe andare all'irrazionalità, così abbandonando i problemi quotidiani che lo affliggono lì fuori da queste quattro mura. Le ciocche corvine lo raggiungerebbero nel momento in cui finiscono l'una contro la fronte dell'altro, cozzando con il bianco lunare suo. La farfalla che in tutto ciò le si accosta sul capo, guardando da una nuova prospettiva il candido pupillo < la – la – la ~♪! > continuano i vocalizzi, melodiosa e incurante del tempo trascorso a oscillare avanti e indietro. Ne travolge i sensi al fine di allietarlo, dal tatto all'udito, lavorando sulle sensazioni olfattive con quel profumo di fresia e patchouli che tanto simile alla madre ne porta naturalmente l'aroma su pelle. Continuerebbe sino a che non ne sente i battiti e respiro regolare, con l'espressione di lui finalmente rilassata tra le proprie mani. Probabilmente perderà del tempo ad ammirarne i tratti, come addirittura potrebbe rimanerne rannicchiata accanto sino all'ora di cena. Ozio, puro e semplice.

20:38 Utente anonimo:
  [Casa Tsuki] Carezza dopo carezza , l’ansia pian piano va via , spazzata da una dolce ninna nanna lasciando spazio solo a una pace che profuma di casa. Adesso non c’è più spazio per i tormenti che l hanno assediato in questi giorni , forse un po' colpa di Saigo, forse un po' colpa di Mekura o di Sango, ma adesso non importa l’angelo a trovato nuovamente la sua essenza, la sua anima al momento sembra in pace e gli occhi pian piano si fanno sempre più pesanti, finalmente il tocco di Orfeo è arrivato , aprendo le ali dell’angelo per volare nel mondo dei sogni, o almeno questo è quello che spera Shiro . che finalmente arriva al tanto atteso sonno. Il suo corpo è debole, la sua mente peggio. Il respiro di hye, si fa sempre più pesante seguendo il fratello anche nel sonno, non sembra volerlo lasciare solo neanche lui. Probabilmente sia Kenji che Tsuki sarebbero felici di vedere i loro pargoli cosi uniti nonostante tutto. Luna pian piano si farebbe strada , tra albini di Shiroi e successivamente su quelli corvini di Hye per poi con un piccolo salto, prendere il volo e svolazzare su una sedia vicino alla finestra rimasta aperta , poggiandosi sull’imbottatura del mobile come a sedersi ad osservare i due che a coccolati uno all’altra dormo ,tranquilli come bambini, solo loro stessi la loro casa , ovunque siano . Ma c’è qualcosa che non va la tenda della finestra lasciata aperta si scuote per colpa del vento, il viso di Shiroi sembra infastidirsi sempre di più ,sembra tormentato da qualcosa… Una falena cherontia atropos Linnaeus, gialla e nera si poggia sul vetro della finestra…. [Charka: Non disponibile] [Equip: non disponibile]

A casa Tsuki, Hye tenta di risollevare il morale del fratello che sembra parecchio afflitto da qualcosa (Hai capito cara Saigo? Cit) . Poi insomma diventa un musical che high school musical levati proprio.