[EXT] { O me o lui. }

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14:08 Mattyse:
 [extemp] il giro tattico al centro commerciale non e` andato poi cosi` bene, il bianco ci si era diretto con lo scopo di comprare qualche vestito carino che potesse piacere sia a lui che alla rosata, ma li vi ha trovato la stessa Nara accompagnata da un Ekko, troppo concentrato nel farle complimenti, complimenti che per fortuna di tutti Mat non ha sentito. E come se non bastasse, mentre usciva da quell'edificio, ha incrociato pure Saisashi. Jackpot per la Judai che si e` rifatta gli occhi con il suo duo preferito, ma la sua reazione non e` andata esattamente come il Senjuu potesse sperare. Ha fatto sfiorar alcuni timori alla mente del bombarolo, osservando come la decima possa provare ancora qualcosa nei confronti del corvino, corvino che ha palesato il suo forte sentimento ancora nei suoi confronti. In pratica la decima potrebbe tornare da quello che doveva essere suo marito. Mariti, mariti ovunque a rompere le uova nel paniere di Mat, o forse e` il contrario? Si che il bianco ha scelto la vita da terrorista, ma questo non significa che non desideri quanto meno l'ombra di una famiglia normale. E invece no, prima Orochi che non vuole levarsi dalle scatole e gli porta via per giunta sua figlia, poi Saisashi che rivuole la stessa decima che piu` volte ha abbandonato... Come se non bastasse, preso da uno spavento causato da alcuni eventi troppo... sfortunati, ha reagito a dir poco male, menando un pugno al taijutser. Lui non ne ha sentito molto il peso, ma il bianco invece si, e` pur sempre stato un pugno e non e` una parte del corpo che il Senjuu ha allenato chissa` che. Non e` abituato a dar pugni, questo ha causato un dolore alle nocche che hanno impattato sulla di lui mandibola. Non sei bravo a dare un pugno Mat, te ne rendi conto? Le guardie poi sono intervenute, lui avrebbe voluto reagire, sentendo quelle minacce come una dichiarazione di guerra, era il momento per dimostrare che i ninja del passato sono di tutt'altra pasta... ma Furaya non la pensava cosi`. L'ha portato via a forza, tirandolo fuori da quel mezzo casino... Pochi vicoli piu` avanti, rimanendo in silenzio, Mat ha aumentato il passo, con falcate di circa un metro ha preso ad avanzare, intento ad allontanarsi dalla compagna e dirigersi verso quello che e` il bosco oscuro. Le parole di Saisashi ancora rimbombano nella sua testa. "non stai facendo nulla, io sto aiutando Mekura a riprendersi tua figlia." (non erano le parole esatte su, non statemi a dosso) Mat stringerebbe i denti con forza, sollevando lo sguardo verso gli alberi tra cui camminerebbe con quel suo passo spedito. <Io come un cretino che ci sono stato pure appresso.> Allungando piu` volte nel mentre le dita della mano destra per poi richiuderle, come se il movimento possa alleviare in qualche modo il dolore. Il chakra non e` stato disattivato, a contrario. <E io che ci sto ancora appresso.> Ora ringhiando, parlando tra se e se, mentre il piede sinistro si bloccherebbe contro il terreno, divenendo rapidamente il perno per una rotazione che il bianco eseguirebbe con tutto il busto, da destra verso sinistra, stringendo ancora una volta il pugno destro. Il braccio rispettivo verrebbe sollevato, portato all'altezza delle spalle mentre il gomito piegato di circa novanta gradi accompagnerebbe un gancio, lo stesso dato a Saisashi, che andrebbe a cercare il tronco di uno di quegli alberi. [Chakra 24/25]

14:33 Furaya:
  [Bosco - Ext.] Non è stata affatto una bella idea quella di dirigersi al centro commerciale in compagnia di Ekko. La giornata era iniziata anche piuttosto bene se non fosse per la scoperta del messaggio da parte di Sango. Da quel momento in poi, è stata una lunga e tortuosa discesa, anche piuttosto ripida, una di quelle che finisce con te che ti spiattelli contro l'asfalto. Gli ha sciolto il cellulare, un atto talmente riprovevole che forse dovrebbe pensare d'acquistargliene un altro se soltanto ne capisse qualcosa di questi marchingegni nuovi ed infernali. Ha lasciato il vecchio cambio d'abiti all'interno della cabina: potrebbe tornare a riprenderseli, ma non è la sua priorità questa. Non adesso, quanto meno. S'è lasciata alle spalle l'accaduto al centro commerciale, assieme alle figure che ha incontrato in esso tranne Mattyse che ha cercato di portare via prima che potesse succedere qualcos'altro, forse di ben peggiore. Tira la gonna sul retro, cercando di far in modo che le copre i glutei quanto più possibile: non è abituata ad un vestirsi tanto minimal. Si tratta d'una gonna a scacchi nera e bianca, con dei bottoni centrali argentati da mera comparsa. Ha un piccolo spacco a V ad altezza della coscia mancina, come se già queste ultime non fossero abbastanza in vista dato l'indumento piuttosto corto ed aderente che, volente o nolente, le fa in parte risaltare il lato B. Passa ad una seconda camicia, anch'essa nera, in cotone, anche se si potrebbe definir più una maglietta, un top a giudicare da com'è stata creata. Aderisce bene attorno alla vita e ai fianchi, attillata anche alle braccia. Le maniche son lunghe, terminando al polso. Ha uno scollo rettangolare che, dunque, mette in mostra anche parte della scollatura e mostra il ciondolo col ventaglio Uchiha dal quale non s'è mai separata fin da quando l'è stato regalato. Attorno alla vita, ha anche sistemato la cintura con annessa frusta sul lato destro e katana su quello sinistro, infilata nell'apposito fodero nero. Ai piedi, calza un classico paio d'anfibi scuri: niente di più e niente di meno. Si sente ancor frastornata, non tanto per l'abitudine mancante del vestirsi in maniera così succinta, quanto più per quel ch'è accaduto poco prima. <...> Come potrebbe affrontare un discorso del genere? Non ha esperienze in queste cose, non ha mai dovuto dare conto a qualcuno soltanto perché ama un'altra persona. Di solito, s'è sempre mantenuta fedele da questo punto di vista, oltre che difficilmente arpionabile da qualche avventore esterno alla sua relazione. Gli occhi chiari cercano d'inquadrare il terrorista che ha deciso d'intraprendere un passo svelto rispetto a quello della kunoichi, la quale però è abbastanza veloce a sua volta, pertanto cerca di stargli dietro per quanto possibile, lasciando almeno un metro di distanza. Il distanziamento sociale, eh già. <Ehi> Cerca di richiamarlo dopo qualche altro istante passato a fissarne le spalle. Deve riuscire a trovare le parole adatte per principiare quel discorso, anche se non sa neppure cosa debba dire. <penso tu abbia molto da chiedermi e di cui parlarmi.> Il che appare un po' come una presa per il culo, ma almeno ci prova a mettere le cose al loro posto o quanto meno in chiaro. Non sarà sicuramente il migliore dei modi, eppure sempre meglio di star con le mani in mano. [ Chakra ON ]

14:59 Mattyse:
 Ricordiamo tutti l'abbigliamento del bianco, un semplice paio di pantaloni grigi di una qualche tuta, troppo larghi per stare fermi attorno alla sua vita. I piedi nudi si sono sporcati della polvere e della terra della strada e successivamente del bosco, mentre i pantaloni di tanto in tanto tentavano di cadere, mostrando i boxer bianchi del Senjuu prima che la manina potesse riafferrarli e tirarli su. Il pugno destro andrebbe a segno contro il tronco e l'urto, seguito al dolore alle nocche, obbligherebbe Mat a ritirar il braccio, effettuando una rotazione contraria a quella eseguita precedentemente, allontanando anche il pettorale. La mano mancina pero` si allungherebbe tentando di afferrare l'albero, cosi` che gonfiare il bicipite sinistro, piegando il rispettivo gomito e lanciarsi nuovamente verso il tronco del vegetale, ruotando nuovamente il busto da destra verso sinistra per cercar di urtarne nuovamente la superficie con le nocche che non solo prenderebbero un colore rosso dovuto alla pelle, ma in diversi punti andrebbe pure a rompersi, lasciando cosi` incontrare alcune gocce di sangue con la luce del sole. <Hey un cazzo.> Ringhierebbe mentre la mano verrebbe nuovamente ritirata insieme al busto, in quella rotazione opposta a quella usata per colpire l'oggetto, allungando anche il braccio sinistro per distanziarsi con il tronco. Il piede destro verrebbe allontanato dal gemello, intento a fare un passo indietro, per poi riceve tutto il peso del Senjuu che adesso vorrebbe ruotare il proprio sguardo verso la rosata. Punterebbe verso di lei inizialmente solo l'occhio opaco, ruotando poi con tutto il busto in sua direzione per poterla effettivamente vedere. La mascella e` stretta con forza mentre l'angolo sinistro del labbro superiore sarebbe appena sollevato in una smorfia simile ad un ringhio. <Molto da chiederti?> Risponderebbe quasi ironico con un altra domanda, sollevando il sopracciglio dell'occhio spento. <Ti avrei chiesto cosa stavi facendo con Ekko e cosa avevate tanto da gridare... Se non avessi visto i tuoi occhi illuminarsi con Saisashi.> Secco, irritato, palesemente nervoso mentre il capo verrebbe ruotato in direzione del tronco colpito in precedenza. Scuoterebbe poi il capo con forza, sollevando entrambe le mani per formare il sigillo del serpente dinanzi al proprio plesso solare, intento a ricercare i due elementi che caratterizzano la sua innata. Il bianco visualizzerebbe il suiton riversarsi nel polso sinistro, andando lentamente a prendere la sagoma di una persona dalle fattezze femminili. Nel polso destro, verrebbe poi visualizzata una distesa di terra, che andrebbe inizialmente a creparsi per poi staccarsi ed unirsi nelle sembianze di una sagoma dalle fattezze maschili, molto piu` alto rispetto alla precedente. Le due figure verrebbero fatte avvicinare verso i palmi del Senjuu, ove cercherebbe di farli congiungere, unire in un abbraccio, permettendo poi alla signorina d'acqua di inglobare lentamente il compagno roccioso, andando a creare dell'erba sulla sua superficie. Se vi fosse riuscito, andrebbe a far distendere quel nuovo elemento, l'erba, in tutto il proprio corpo, cosi` da poter usufruire del chakra di tipo Mokuton. <Che come se non bastasse ha avuto da ridire perche` sono stato dietro a vostra figlia e non ho trovato ancora la mia.> Questo verrebbe sussurrato a denti stretti, mentre le mani verrebbero fatte ricadere ai lati dei propri fianchi per qualche istante. <Vado incontro a Mekura e mi portano via Kimi. Vado incontro a voi e vengo accusato di non star facendo niente per trovare mia figlia.> Tu che hai perso un occhio solo per avvicinarti di qualche passo, mentre Mekura ancora seguiva la strada della pace nonostante la guerra fosse diventata inevitabile. <Ditemelo che mi volete stronzo. DITEMELO CHE PORCO ME VI AMMAZZO TUTTI QUI E ORA.> Porco me? GLi occhi a questa affermazione verrebbero ben spalancati, mentre il mento verrebbe sollevato per mostrar maggior fiducia in quelle parole che sta condividendo con la rosata. [tentativo bullismo albero 2/4][tentativo attivazione innata 2/4][Chakra 23/25]

16:20 Furaya:
  [Bosco - Ext.] Il bianco è alle prese con un albero. Tenta di colpirlo, sbucciandosi le nocche. Non vuole che lo faccia un'altra volta, per questa ragione vorrebbe congiungere le mani al centro del petto. Manterrebbe la distanza non superiore tanto meno inferiore al metro, formando il sigillo del ratto. Il di lei Chakra fluirebbe dabbasso, irrorandone le inferior leve, gettandosi lungo le piante dei piedi. Alla base di questi, dovrebbe trovarsi la sua ombra nella quale il di lei Chakra dovrebbe finalmente andare a fondersi. <...> Chiuderebbe gli occhi per una maggiore concentrazione, inalando profondamente. Il sigillo sarebbe ben stretto e formato ad altezza del petto, tuttavia l'ombra dabbasso non assume quel classico colore nero che copre anche il terreno. Non succederebbe niente di quel che al contrario dovrebbe avvenire quando nel tuo sangue scorre il sangue del Clan Nara. Lo Yoton non ha avuto alcun problema sinora, per quale ragione dovrebbe accadere qualcosa del genere al suo gene primario? <...> Potrebbe trattarsi soltanto d'un blocco momentaneo, dell'ansia e del nervosismo generati dalla situazione venutasi a creare. Qualora si girasse a guardarla, la vedrebbe lì ferma, immobile nel bel mezzo del bosco oscuro dove la luce filtra ben poco, con le mani al petto a formare quel sigillo e l'espressione attonita. E' innaturale che non riesca a richiamarla, ma forse non è il momento adatto per stare a pensarci. Dopo qualche altro istante, decide di sciogliere anche le mani dal loro precedente intreccio. Inizia a sudare freddo, ma potrebbe anche darsi che ci sia una spiegazione dietro. Al momento, deve occuparsi del terrorista e del loro rapporto venutosi ad incrinare. Ci penserà, ci deve pensare, ma cerca di reprimere qualunque pensiero nefasto, qualsiasi maledizione possa aver risvegliato su di sé. Va da sé che non può bloccarlo, quindi riesce a ferirsi contro quel tronco e anche a continuare a bullizzarlo come se niente fosse. Purtroppo, oserei aggiungere. Non è esattamente quel che vorrebbe lui facesse, ma in fondo gli serve per sfogarsi e dunque potrebbe fargli addirittura un gran bene. <Stavamo letteralmente facendo shopping. Avevo bisogno d'un cambio d'abiti e volevo cercare qualcosa per Senshi.> Spiega in sua direzione, incrociando adesso le braccia al petto per evitare che le tremino a causa della paura che prova nel non poter richiamare la propria innata, oltre alla tensione che sale per via dell'argomento affrontato. <In realtà, gli occhi mi si erano illuminati vedendo te ed ero sorpresa - se non terrorizzata dalle conseguenze - quando lui è apparso a poca distanza da te. Conseguenze che si sono persino avverate.> Considerando - appunto - che si son quasi presi a cazzotti se non fossero intervenute delle guardie assieme alla Judai che l'ha letteralmente tirato via, per quanto possibile, così da evitare che si picchiassero inutilmente in un luogo pubblico con leggi sfavorevoli dal punto di vista dei ninja del passato. Pare anche attivare l'innata Senjuu sotto gli occhi atterriti della donna che si limita soltanto a guardarlo, non potendo far altro per bloccarne le movenze. Quando qualcuno è arrabbiato, non serve neanche supplicarlo di fermarsi, specialmente se ce l'ha con quel qualcuno che glielo chiede. Quindi, lei non ci prova nemmeno a pronunciarsi in tal senso poiché rischierebbe di prendersi quel ramo in fronte o, peggio, altrove. <Ti pesa davvero tanto l'opinione che hanno gli altri su di te? Saisashi non c'è mai stato per Senshi. Neanche adesso che aveva giurato di prendersene cura al mio posto. Come puoi ben vedere, ci siamo di nuovo io e te a badarci.> Tralasciando per ovvie motivazioni Keiga e Tachiko nel suo discorso, dal momento che si sta parlando soltanto di loro due e del rapporto che ha con sua figlia. L'importante è che gli arrivi in testa questo discorso. <Sei già stronzo> Non serve per smorzare. <e no, non voglio che peggiori.> Questo invece sì. Si stringe nelle spalle, aspettando una reazione da parte sua, qualunque essa possa essere. Sospira, alla fine. Che altro potrebbe aggiungere? Se vuoi sfogarti, fallo su di me? Il vittimismo sarebbe di casa poiché si sentirebbe lei in colpa proponendogli qualcosa del genere. [ Chakra ON ][ Tentativo fallimentare dell'attivazione dell'Hijutsu Nara ]

16:46 Mattyse:
 Sono solo le ripercussioni, i risultati delle scelte che si ha fatto. La Nara vorrebbe bloccare il bianco ma a causa della sua posizione lui non la vede. Notera` quel sigillo solo dopo essersi voltato in suo favore, stringendo poi i denti con particolar forza. Una cosa che innervosisce una persona tanto tattica quanto Mat e` vedere l'unica cosa che deve evitare avvicinarsi. Il Senjuu sa di aver ben poche possibilita` contro la rosata, ma se le impedisse di eseguire dei sigilli, questi aumenterebbero rapidamente... Cosi` come in ogni combattimento. Il bianco vanta una grande apertura mentale che lo porterebbe pure a lanciarsi a peso morto su un avversario per non fargli eseguire una tecnica, mantenendo il combattimento sul piano a lui piu` favorevole. Ma la Nara pare fallire nel suo intento, lascia ricadere le braccia spezzando quel sigillo. Un lieve soffio d'aria calda verrebbe sbuffata dalle labbra del bianco che palesa cosi` la tensione che aveva innalzato solo l'unione di quelle dita. Un sospiro, per calmarsi, comprendendo di non essere piu` in pericolo quanto meno. Non per ora. <Infatti il problema ora non e` certamente Ekko. Nonostante il vostro vociare sembrasse molto da coppietta.> Lei stava facendo letteralmente una scenata di gelosia per Sango. Il suo discorso avanza, mentre gli occhi del bianco verrebbero assottigliati. <Non sembrava cosi` Furaya. Sembravi piu` combattuta o intenta a cercare una motivazione per la quale tu ora stia con me.> Perche` lui e` rimasto al suo fianco, perche` non l'ha abbandonata... <Sembravano piu` parole di una donna innamorata.> Meglio dirlo chiaramente, no? <Non ti preoccupare, se e` cosi` sei liberissima di tornare dal tuo futuro marito.> E la tonalita` si alzerebbe, il bianco non prenderebbe a gridare per poco, ma sicuramente caricherebbe la voce con la rabbia che il corvino ha generato con quella frase e la paura che la rosata possa tornare da lui. <Mi pesa? NON HANNO FATTO LETTERALMENTE UN CAZZO PER LE LORO FIGLIE.> Tirando anche Mekura al centro del discorso, lei che povera anima Pia questa volta non ha fatto nulla. <E ORA DEVO PASSARE IO PER QUELLO DEBOLE CHE E` STATO CON LE MANI IN MANO?> Sempre piu` arrabbiato, sempre piu` nervoso. <IO DEVO RECUPERARE UNA BAMBINA CHE SI SENTIRA` DIRE QUESTE PAROLE DAGLI ALTRI? TUO PADRE NON HA FATTO NULLA, TI ABBIAMO CERCATA TUTTO IL TEMPO IO E ZIO SAISA?> Ironico in maniera plateale, ma vuole render particolarmente chiaro il concetto che vuole sottolineare. <PERCHE` NON CI STO. HO RALLENTATO TUTTO PER AIUTARLI. HO PERSO MIA FIGLIA PER ANDARE IN CONTRO A MEKURA, UN OCCHIO PER I SUOI ERRORI E GIORNI PER BADARE A VOSTRA FIGLIA. NON CI STO CHE MI VENGA RINFACCIATO CHE ANCORA NON HO TROVATO KIMI. NON CI STO CHE MI VENGANO RINFACCIATE SCELTE CHE LORO REPUTANO SBAGLIATE, QUANDO SONO STATI LORO A OBBLIGARMI A FARLE.> Quante scelte sono state effettivamente sue... quante volte hanno fatto quello che lui suggeriva? Mai, e` sempre stato lui a doversi adattare o a dover trovare soluzioni utili... E ora basta, quando Mat raggiunge il limite non pensa piu` per la squadra, non pensa piu` a metodi per rimanerne pulito. Se dovranno sapere il suo nome, che lo sappia tutto quel villaggio di conigli. Le mani verrebbero sbattute con forza dinanzi al proprio petto, formando nuovamente quel sigillo del serpente, mentre il chakra di tipo Mokuton verrebbe convogliato inizialmente verso i propri piedi e successivamente verso il terreno, andando in ricerca delle radici piu` vicine. Trovate queste, verrebbero fatte crescere verso l'alto, il bianco tenterebbe di farle uscir dal terreno per avvicinarsi agli stessi avambracci: la radice si stringerebbe mezzo centimetro prima di entrare in contatto con la di lui pelle, andando poi ad allargarsi per avvolgere l'estremita` in una sorta di tubolare di legno, che stringerebbe appena contro la di lui pelle. Questo verrebbe fatto per entrambi gli avambraccio, da poco sotto al gomito fino a creare una sorta di punta a meta` del dorso della mano. Se vi fosse riuscito, il bianco scioglierebbe il sigillo del serpente per poi aprire le braccia con forza, cosi` da rompere le radici la in quei punti in cui le aveva rese piu` sottili. Se tutto fosse andato come la sua mente ha disegnato, ora avrebbe due protezioni in legno per gli avambracci. [Mokuton no ichi 2/4][rompimento radici 2/4][chakra 22/25]

17:37 Furaya:
  [Bosco - Ext.] Ed eccola la mente della Nara che inizia a vagare in lungo e in largo per trovare una soluzione quanto meno soddisfacente all'impossibilità d'attivare l'innata. I motivi potrebbero essere tra i più disparati, assieme alla tragica possibilità di non riuscire ad attivarla mai più. Si tratta d'una spiegazione ovviamente molto in là, al limitare estremo di tutte le altre varianti alle quali potrebbe credere. Tuttavia, un momento tanto delicato come questo, non potrebbe in alcun modo giovare al suo pensiero, poiché l'attenzione viene distolta in virtù di Mattyse che ha necessariamente bisogno di sfogarsi. Piega un sopracciglio con evidente cipiglio, tanto da farle vibrare la palpebra inferiore dell'occhio manco. <E per quale motivo sembrava molto da coppietta?> Ripete le altrui parole con un tono anche al limite della pazienza, poiché di quella gelosia non se ne fa niente. A sua volta, non ha commesso alcun errore e non vuole che venga sgridata per ciò che non ha fatto. Il petto trabocca d'orgoglio e, in fin dei conti, deve anche ringraziarlo se adesso non sta letteralmente pensando all'innata perduta. Oltre all'orgoglio, infatti, v'è la frustrazione per le parole che riceve da parte sua. Attaccarlo direttamente è inutile, è consapevole di come possa risponderle e francamente non è intenzionata a stargli dietro con queste premesse infondate e perpetrare a causa della gelosia. <...> Viene colpita in faccia dalle sue parole, facendole stringere i denti ed irrigidire la muscolatura della mascella e del collo a causa del troppo stringere. Quelle frasi hanno la valenza d'uno schiaffo che potrebbe portarsi dietro a lungo, come un livido che prende forma sulla sua guancia e vi resta per un lungo periodo. <E pensare che sono andata contro Saisashi proprio per difendere te. A quanto pare, questo è il massimo che puoi darmi come ringraziamento.> Afferma in sua direzione, nonostante un istante prima avesse stabilito che rispondere al fuoco con altro fuoco sarebbe stato deleterio. Tuttavia, non accetta neanche per un istante d'essere trattata in questa maniera, figurarsi da chi ha persino difeso. Riprende fiato e riorganizza il discorso da fargli. Deve essere sincera sott'ogni punto di vista. <Non ho mai detto di non provare niente per lui> E su questo, purtroppo lui ha ragione. Nonostante tutto, non può esimersi dall'essere dannatamente sincera nei di lui riguardi come lo è sempre stata con tutti. Difficilmente le sentirete dire una menzogna, a meno che non vi sia una valida motivazione dietro che la spinge a farlo - vedesi la vicenda che gira attorno al proprio soprannome di Pakkurida. <così come non ho mai detto che voglio però tornare da lui.> Ed effettua un paio di passi in sua direzione, in modo che possa avvicinarglisi dimezzando la distanza che tra loro al momento intercorre. Non ne ha certamente timore, anzi preferisce affrontarlo a muso duro s'è questo quello che vuole. A che pro tirarsi indietro? Per mantenere la calma? Per evitare di fare sceneggiate in un luogo pubblico? Beh, si trovano pur sempre in una foresta adesso: è una motivazione che decade. <Se avessi deciso di tornare da lui, per quale ragione ora starei qui con te? Perché, una volta arrivata a Kagegakure, non sono andata a cercare lui?> Gli pone delle domande in modo che possa pensarci su, in modo che possa rispondersi da solo: deve ragionare con la sua mente e non tramite le risposte che potrebbe darle la Nara, la quale gliele porge comunque ma a modo proprio. Seppur i battiti cardiaci siano aumentati - a nessuno piace litigare e il corpo ne risente - l'espressione parrebbe seria, inflessibile. Dall'interno, si morde il labbro inferiore, mascherando il tutto. <Matt> Lo richiama a sé, pretende la sua attenzione adesso. <sto con te perché sei l'unico che m'ascolta e m'affianca quando ho in mente qualcosa, anziché girarmi le spalle soltanto perché non combacia con quello che vorresti tu.> Assottiglia appena lo sguardo, le iridi chiare pretendono ancora un contatto diretto con quelli ambrati altrui, incurante delle sensazioni negative che potrebbero darle. <Sto con te perché m'hai aperto gli occhi su molte cose e perché adoro il tuo modo di pensare.> Piega la testa da un lato, le braccia ancora incrociate. Un ciuffo roseo scivola lungo la guancia, sottraendosi dall'orecchio al quale era appoggiato ed incorniciandole l'ovale pallido dalle guance appena arrossate. Deve continuare? Per forza. <Sto con te perché m'hai sfidata e perché ho preteso che tu lo facessi ancora.> Era un allenamento costante, lo è tutt'ora. <Voglio continuare a litigare con te e far la pace subito dopo, altrimenti tutto ciò che ci siamo detti quella notte in ospedale a cosa sarebbero serviti?> Retoricamente parlando. Inspira, cerca ancor invano di calmarsi. Non è certo un discorso da poco e non ha necessità di prolungare le spiegazioni, anzi spera che queste possano bastare. <Ho ben chiare le motivazioni che mi spingono a stare con te, tralasciando la più basilare delle sensazioni che provo per te. Ogni volta che avevi bisogno d'aiuto, c'ero. Ogni volta che eri ferito, c'ero. I marchi che hai addosso, nel giro di poco tempo, erano diventati un modo per aiutarti e non per controllarti. Lo sapevi, io lo negavo.> E quante volte s'è sbagliata, cercando di nascondere quel sentimento che sentiva crescere ma per il quale faceva orecchie da mercante, dimenticandosene, relegandolo chissà dove perché non poteva rovinare il matrimonio imminente tanto meno il legame col padre di sua figlia. Sgrana appena lo sguardo, immutata però n'è l'espressione, mentre Mattyse inizia a gridare sancendo tutta la sua disapprovazione per quanto accaduto assieme alla risposta da dare alla Nara. <Trovala prima di loro> Questa è la soluzione che sembra volergli dare. <dimostra che sei capace di tutto quello che pronunci ad alta voce, che le tue non sono soltanto parole. Sfrutta le loro informazioni, spiali se necessario: sii sempre dieci passi davanti a loro.> La sua influenza sta diventando veramente fastidiosa, vero Fru? Non sono parole che avresti pronunciato di solito, il tuo stesso carattere è influenzabile, forse troppo, da chi ti sta attorno. O è soltanto per via di quanto accaduto di recente che non sopporti più che ti venga detto cosa fare e se lo fai nel modo giusto? Questa bambina sta crescendo, spinta dall'inettitudine di chi prima le stava affianco. Lo lascia urlare, inutile bloccarlo, notando come sviluppi quelle radici e ne segua il percorso, atto poi a distruggerle, come se volesse bloccarsi da solo i movimenti, salvo poi restare con dei vambracci di legno a circondarne gli arti superiori. <E' per prendere meglio a cazzotti le persone?> Ironizza, anche se non parrebbe il momento adatto per farlo. Non solleva infatti le labbra per mostrar un mezzo sorriso, non fa assolutamente nulla, restando pertanto immobile sul posto. A lui le risposte... [ Chakra ON ]

20:22 Mattyse:
 La rosata pare non aver capito che l'argomento Ekko sarebbe stato semplice da risolvere, con una chiacchierata tranquilla e priva di violenza alcuna. L'argomento Ekko per il bianco non ha alcun peso in questo preciso momento non essendo stato quello il fatto che lo ha fatto bollire ben tanto. <Ma che ne so. Era l'impressione che stavate dando.> Secco, stufo lui di quell'argomento, anche perche` all'inizio ha detto chiaramente che quello sarebbe stato il problema se non fosse giunto poi Saisashi. Ma la rosata continua a parlare, continua voler mantenere quel suo muro di orgoglio che in quel momento non e` sicuramente d'aiuto per quella conversazione. La lascia parlare, rilassando nel mentre gli occhi e le spalle, abbassando nel mentre lo sguardo prima che le mani possano congiungersi nuovamente nel sigillo del serpente. Ancora manderebbe il chakra di tipo Mokuton nel terreno, intento a collegarsi nuovamente con le radici generate precedentemente, una di queste prenderebbe a muoversi per andare alle spalle del Senjuu, diminuendo il suo spessore a circa due centimetri, appiattendosi e posandosi delicatamente lungo la colonna vertebrale, generando una struttura flessibile, non cosi solida o resistente. Se vi fosse riuscito, lungo questa protezione per la colonna vertebrale, apparirebbero delle radici miranti a ad avvolgere le costole, posandovici sopra, poco piu` larghe delle stesse ossa che sorreggono il corpo del bianco cosi` da poterle proteggere in caso di urti. Mat tenterebbe cosi` di creare una sorta di scheletro esterno in legno, che gli permetta di muoversi agevolmente, a scapito di una maggiore resistenza, desiderioso di una protezione minima alle ossa che solitamente sono vittima dei suoi piani. Se vi fosse riuscito, ruoterebbe con forza il busto, adoperando la stessa tattica fatta prima per gli avambracci, spezzando quella parte sottile che separerebbe la radice dall'armatura. <Hai praticamente detto che stai con me perche` non ti abbandono, perche` ti sto vicino.> E questo forse e` il peggio. <Perche` ti conviene.> E ora gli occhi ambrati, o quel che ne resterebbe, verrebbe sollevato verso il di lei volto. <Ed e` la parte piu` divertente. C'eri quando ho avuto bisogno, ma allo stesso tempo sapevi che se non ci fossi stata avrei agito a testa bassa, distruggendo tutto quello che avrei trovato. Compresa la tua Konoha. Quindi tirando le somme, anche starmi vicino ti conveniva. Hai sempre saputo che i sigilli non mi intimidivano, per questo non intervenivi quando avresti potuto recuperare le cose prima che si rovinassero completamente, perche` non te ne fregava nulla di intervenire quando le cose erano rimediabili. Dovevi intervenire solamente quando l'unica alternativa era la distruzione, per assicurarti che questa distruzione non comprendesse anche quello che tu volevi difendere.> Tirando le somme... Quante volte le ha chiesto aiuto? Quante volte le ha detto che avrebbe gradito la sua presenza e lei ha risposto con "arrangiati"? Pero` quando lui era dinanzi a un baratro... quando era disposto a lanciarsi dalla finestra dell'ospedale di Kusa solo per atterrare sulla schiena di Mekura... Quando Mat rischiava di perdere la testa e diventare una vera minaccia per Furaya... Allora si che interveniva. <Ora mi dici che stai con me perche` a differenza sua non ti ho abbandonata. Perche` ti ho aperto gli occhi.> E queste ultime parole verrebbero ripetute a voce appena piu` bassa, mentre il capo verrebbe scosso appena. <Io non so cosa ti passi per la testa Furaya. Non posso leggerti nella testa come potevi fare tu, per questo non ti concedo il privilegio del dubbio. Per stare con me, non basta volermi perche` gli altri ti hanno voltato le spalle. E se provi ancora qualcosa per lui, vuol dire che forse non vuoi me, ma che in maniera piu` semplice mi temi e non sai come uscirne.> Il piede destro verrebbe fatto retrocedere appena, mentre la lingua andrebbe a spingere contro il lato sinistro delle proprie labbra per poi essere stretta appena tra i denti. <Facciamo una cosa... quello che ci siamo detti l'altra sera... mettiamolo in pausa per qualche giorno. Pensaci bene a quello che vuoi, perche` io ti posso anche dare Konoha. Io ti posso anche dare tutte le terre ninja. Ma se tu vuoi stare con me solo perche` quello per cui provi dei sentimenti ti ha abbandonato le spalle... Bhe, preferisco radere al suolo le mura di kagegakure senza dare all'umanita` un altro posto in cui stare per difendersi dalle bestie.> Riassumiamo: sei disposto a fare un genocidio di massa per un mero capriccio? Si. I discorsi avanzano, tornando con Kimi come protagonista. <Io la trovero`, perche` sono l'unico stronzo che si sta impegnando fin da quando e` nata. Da loro non posso che ricavarne disperazione e motivi per cui un piano non possa andare bene. Novita`, se non fosse arrivato un finto kami del cazzo anche l'uccisione di Orochi Hyuga sarebbe stata a dir poco utile.> E qui andrebbe a riempir la propria bocca di saliva, che successivamente sputerebbe a terra, poco distante dai propri piedi. <Non accetto critiche da uno che e` bravo solo a fare a pugni.> Ciro? NOOOOOOOOOOOOOOOOO- [mokuton no ichi 2/7][rottura radice 2/4][chakra21/25]

22:04 Furaya:
  [Bosco - Ext.] Comprovato che delle volte si è troppo sinceri anche dove non si sarebbe dovuti esserlo, possiamo ammirare come la rosata abbia appena mandato a quel paese gran parte dei piani assieme al bianco. Letteralmente, come manda a monte lei le relazioni nessuno. E pensare che da questo punto di vista s'è sempre dimostrata piuttosto seria e fedele. Eppure doveva arrivare un terrorista a rovinare la placidità della sua relazione precedente, un po' come ha fatto anche con Mekura. Sono molteplici - come sempre - i pensieri che affollano la sua mente, mentre cerca un modo valido per uscire da una situazione divenuta difficile da gestire, nella quale s'è affossata sempre di più e con le proprie mani. Stare in silenzio potrebbe essere una soluzione, ma forse prima d'aver pronunciato delle parole che l'hanno senza dubbio ferito. Volete la verità, ma quando la ottenete non è mai quella che sperate. Preferiva che gli dicesse una bugia? Che non prova niente per il padre di sua figlia? Che lo odia? Che n'è neutrale? Vorrebbe pronunciarlo ad alta voce, ma lascia che ancor parli, che si sfoghi e che le proponga un accordo al quale lei non è tanto desiderosa di stare. Per quale assurdo motivo dovrebbe? Ha preso la sua decisione molto tempo prima. In quanto a dialettica, pecca un po', ma deve riuscire a rimediare se non vuole perderlo. E nonostante non sia in grado di dirlo apertamente o d'usare le parole corrette, il sentimento c'è eccome, lo avverte e si sente persa, come se la terra sotto i piedi arrivasse d'un tratto a mancare soltanto per via della sua prossima assenza qualora non riuscisse a ristabilire le cose. Inspira, si prende il suo tempo prima d'iniziare quel discorso che potrebbe finire con un nulla di fatto, sacrificando tutto ciò che possiede e perdendo il bianco. No, non finirà in questo modo. Risolleva lo sguardo, focalizzando quelle iridi glaciali in quelle ambrate altrui, ricercandone completa attenzione. <All'inizio, dopo averti inferto quel sigillo> L'empatico a fuoco sul petto. <ho cercato in tutti i modi di odiarti perché eri un traditore, perché non potevo credere d'averti impresso un marchio a fuoco e perché non meritavi perdono alcuno.> Le braccia scivolano dabbasso, stringendo saldamente le dita sino a far sbiancare le nocche. Odia questa situazione, ma c'è finita con le sue sole mani, quindi è bene che si metta d'impegno per rimediare. Almeno un po'. <Ti ho ignorato, ti ho trattato male, ma ho iniziato a percepire tutte quelle emozioni negative che in quel periodo ti prendevano. E ho iniziato ad interessarmi a te, anche se poi mascheravo tutto sotto il mio comportamento passivo aggressivo> Deglutisce, la gola secca ma deve riprendere a parlare, non può fermarsi adesso. <e forse parlando così sto soltanto peggiorando la situazione perché adesso sembra che mi sono legata a te per pietà.> Lasciandosi scappare una piccola risata di sconforto, sollevando appena le spalle nelle quali s'incassa come se riuscissero in qualche modo a difenderla. <Quando ho percepito che stessi male e che fossi arrabbiato, ho iniziato subito a correre da te: ogni volta. Volevo riuscire a calmarti ma non perché potessi far qualcosa di distruttivo, bensì per aiutarti. Non mi è nemmeno mai piaciuto il comportamento che aveva Saisashi nei tuoi confronti e continuavo a difenderti ai suoi occhi.> Un dettaglio che forse lui neanche conosce, non avendogliene mai parlato per direttissima. Vuole mettersi a nudo, in un certo qual modo. Sospira, abbassando per un attimo le palpebre come se ciò servisse ad allontanarla per un istante dal mondo esterno, riuscendo a pensare senza l'altrui volto fisso nei propri occhi. <Ero da te quando percepivo che non stessi bene, soprattutto nel periodo della gravidanza. E già allora temevo di provare qualcosa per te, tanto da allontanarti quando eri troppo vicino o tenerti comunque distante per non cadere in tentazione.> Si morde il labbro, passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli appena come se questa mossa possa servire affinché riesca a pensare con mente lucida. <Dannazione, quando son venuta ad aiutarti dopo la sfuriata di Mekura, volevo chiuderti in una stanza con me - e con me soltanto.> Quanto può odiarlo in questo momento? Forse anche troppo. Sgrana appena gli occhi quando asserisce di temerlo, costringendola a schiudere le labbra dapprima, fermandosi prima di pronunciar qualcosa di sconveniente. <Col cazzo che ti temo, Matt. Non serve temere qualcuno che ami, altrimenti non sarebbe amore. Non so come uscirne perché non voglio uscirne. Anche oggi ho scelto te di nuovo. E so per certo che continuerei a scegliere te. Le parole non ti basteranno mai se non mi permetti di dimostrarlo.> Eppure oggi lo ha difeso in tutto e per tutto, a prescindere dai sentimenti che ancora potrebbe provare per Saisashi. Ci ha messo un muro. Lo ha separato da sé, allontanandolo per sempre. Altrimenti l'avrebbe rincorso. In questo momento, sarebbe potuta essere altrove. Questo non ha alcuna importanza? <Quando siamo stati liberati dal cristallo, chi è il primo che ho cercato in lacrime?> Risponditi da solo. Gli ringhia fuori dalle labbra, infastidita dal dover far fronte ad una simile presa di posizione, gettando da parte qualunque armatura avesse indosso e compiendo un altro ulterior passo, in modo da potersi avvicinare al Senjuu che invece indietreggia rivestito dell'armatura in legno. Ne segue i lineamenti, il contorno del volto. Visto cosa comporta andar dietro ai ragazzini? Prima o poi, si comporteranno da mocciosi. E nonostante questo, sembra volenterosa d'andargli dietro. E' naturale che ci sia anche dell'interesse dal punto di vista tattico per la riconquista di Konoha. <Voglio riprendermi Konoha per viverci assieme. Senza di te> Ed è dura da ammettere perché sta andando contro il suo villaggio, è talmente terribile - eticamente parlando per una come lei - che il suo stesso corpo pare rifiutarsi. Le si secca la gola sempre di più. <non ne vale la pena. Senza di te, non ne vale la pena in generale. Non voglio tornare da lui.> Cosa potrebbe mai offrirle? Una vita comune? Sì, una volta l'avrebbe desiderata con tutta se stessa, ma le va bene anche così. Le va bene continuare a combattere per qualcosa in cui crede. E' un guerriero, non può in alcun modo farsi fermare dalla quotidianità. Il lieto vivere è soltanto un'utopia. Non accadrà mai. <...> A proposito di Kimi, non ha altro da dire. Cosa potrebbe aggiungere che non sia stato già detto? Un 'ti aiuterò' oppure un 'continuerò ad aiutarti'? Ha detto la sua, tanto basta. Adesso, deve prima pensare al loro rapporto. Lo reputa importante, non tanto quanto la bambina andata perduta, ma comunque rilevante. Egoista, come al solito. [ Chakra ON ]

22:36 Mattyse:
 E` importante sapere anche spogliarsi di quelle armature che spesso difendono il nostro cuore, consapevoli che quelle stesse armature spesso sono munite di spine e minacciano chi ci sta attorno. E` ora che la rosata parla in maniera piu` comprensibile per il bianco, che perde in maniera repentina l'idea di voler indietreggiare per allontanarsi dalla decima. L'occhio rimarrebbe puntato verso di lei, ascoltando al voce che esce dalle di lei labbra per raggiungere le sue orecchie. Ne ascolta ogni parola, dal tentato odio partito dalla sera del sigillo, fino al suo desiderio di chiudersi in una stanza con lei il giorno in cui Mekura gli ha lanciato addosso un lettino. Ascolta ogni parola, ogni premessa e ogni, fottuto, dettaglio. <Cosi` e` meglio.> Commenterebbe a bassa voce, accennando ora ad una piccola risata che scuoterebbe appena le spalle ed il petto. <Furaya, vi sono molte cose che hanno diverse chiavi di lettura...> Come i suoi interventi, che fossero per aiutarlo o per difendere cio` a cui la rosata teneva di piu`. <...Quando ci siamo liberati dal cristallo, potresti aver cercato me anche per un ricordo di essere quello che avevi piu` vicino.> E` una possibilita`, non sta dicendo che sia cosi`. <Quindi il problema sta qua. Fin quando eravamo io e te, non avevo dubbi su tutto quello che mi hai appena detto. Ora mi hai detto che provi ancora qualcosa per Saisa...> Qualcosa che ancora lei non ha specificato, qualcosa che lasciato cosi` in maniera fin troppo generica suscita diversi dubbi e paure. <...e questo comporta a piu` visioni. E` il problema di essere quello che pensa troppo. Manipoli dei soggetti e hai paura che quei quattro gatti che lasci tranquilli possano farlo con te.> Sa quindi che quelle paure sono dettate principalmente da quella caratteristica, come il ladro che ha paura di essere derubato... Ma le premesse non erano comunque delle migliori, no? <Voglio crederti... Voglio credere ad ogni volta che hai detto di amarmi senza alcun problema, ma voglio che tu sia certa che questa scelta non sia dettata solo dal fatto che Saisashi abbia cambiato strada.> Diciamocela in maniera semplice, non vuole essere la ruota di scorta, utilizzata solo perche` la scelta principale ha deciso di andare per la sua via abbandonando quella comune. <E devi esserne sicura al cento per cento perche` nella nostra strada potrebbe apparire di nuovo ma nulla ci dice se apparira` come alleato o meno. E se sara` contro di noi non avro` ne il tempo, ne la concentrazione, ne tantomeno la forza per spronarti ad affrontarlo o per combatterlo consapevole di dover lasciare indietro la donna che amo perche` ha rimandato una scelta o ha lasciato le cosce in sospeso il piu` possibile.> Immaginiamo lo scenario, Mat e Fru da una parte, Saisa dall'altra. Mat che parte convinto di essere affiancato dalla rosata ma questa invece rimane indietro perche` indecisa, perche` ancora innamorata... Sarebbe una catastrofe. <E` questo Furaya. Se hai delle cose lasciate in sospeso, risolvile prima che possano diventare un problema...> Come hai visto basta poco per far si che un qualcosa in sospeso possa comportare dei SERI problemi di coppia, figuriamoci durante una guerra. <...non sei come loro...> Riferendosi sia a Saisashi che a Mekura. <...Non sei solita a lasciare le questioni irrisolte speranzosa che si risolvino da sole. Cosi` e` come fanno loro ed e` come hanno rinunciato alle loro figlie. Non sei certamente diventata hokage aspettando che la soluzione cadesse dal cielo.> E questa sarebbe la fine della sua risposta, invitandola a chiudere le cose, a inserire la parola fino a quello che sarebbe per lei il capitolo Saisashi in maniera che questo non possa essere riaperto. La rosata aveva ragione nel dire che le parole non bastano ma non le stava dando il tempo di dimostrarle... Ma allo stesso tempo il bianco e` abituato a un mondo ben diverso, ove mentire e raggirare sono all'ordine del giorno, ove quei pochi giorni guadagnati con le parole bastano per far crollare un impero. Difenderlo non basta, se poi afferma di provare ancora qualcosa per lui, lasciando pero` libera interpretazione sul cosa.[chakra 20/25]

19:38 Furaya:
 Lo sente ridere. Non sa s'esserne felice, d'altronde non è detto che si tratti di giubilo. La maggior parte delle volte, la risata che fuoriesce dalle labbra della donna è perlopiù isteria. L'espressione infastidita resta sul di lei volto, una ferita nell'orgoglio più che un reale fastidio da parte del comportamento del bianco. Mettersi a nudo non è facile per chiunque, specialmente per qualcuno che ha sempre adottato una misura restrittiva come quell'armatura orgogliosa che ha sempre ostentato pur di non mostrar alcun sentimento che potesse renderla debole. Nonostante abbia discusso anche con Dyacon circa la volontà di provare dei sentimenti e di smetterla di reprimerli soltanto perché renderebbero deboli, lei alla fine è la prima a contraddirsi. Spera che quell'armatura parli per lei, che non ci sia bisogno di parlare apertamente e di scoprire un fianco. Anche una piccola apertura potrebbe portare, nel peggiore dei casi, alla sconfitta del guerriero e non è qualcosa che intende tanto facilmente permettere. Si morde il labbro inferiore, ancora, come se questo gesto possa tenerla in qualche modo ancorata al suo pensiero, al suo normale comportarsi. E' fin troppo orgogliosa, tanto da costringersi ad esser talvolta chi non vorrebbe essere. Ha ragione lei, punto e basta. Piega un sopracciglio, il quale trema appena. Deve modulare il timbro della propria voce, altrimenti rischia d'urlare non appena schiude le labbra. Quando fa vibrar le corde vocali, dunque, cala per un attimo anche le palpebre alla ricerca della giusta concentrazione per evitare di lanciar fiamme e lapilli in sua direzione. <Quindi, stai insinuando che cercarti in lacrime, con la paura che non ci fossi più, con il timore di non rivedere quella faccia da schiaffi che ti ritrovi sarebbe soltanto un ricordo di quello che avevo più vicino?!> Il tono le s'incrina non tanto per un imminente pianto, il quale non arriva affatto, bensì per la necessità di modulare la voce per evitare d'urlargli addosso. Ha appena pronunciato una frase che non le piace, ma allo stesso modo è come se fossero pari e patta considerando quella affermata da lei poc'anzi. L'unico lato positivo della giornata è che cercano quanto meno di non ferirsi a vicenda e cercare di far prevalere se stessi come, invece, avrebbero fatto in tutt'altro contesto. Nonostante questo, riescono comunque a scannarsi come si deve se utilizzano le giuste parole. <Matt> Aggrotta le sopracciglia, quasi stanca, al limite. E' un discorso purtroppo molto importante, bisogna usare le giuste parole e lei non pare ci stia riuscendo tanto facilmente, anche se di solito si sarebbe detta abbastanza saggia in un contesto del genere. <credevo d'amare entrambi all'inizio> E credevi veramente che tutto questo avrebbe avuto un senso? Non sarebbe mai riuscita a mettere d'accordo i due amanti, uno dei due - o entrambi, com'è ben intuibile dall'ultima vicenda - si sarebbero mossi l'uno contro l'altro o addirittura nei suoi confronti. Non avrebbe potuto condurre una relazione poliamorosa con qualcuno che non v'è incline. <ma non è così. La verità è che io e Saisashi non siamo mai stati veramente compatibili.> Ogni qualvolta v'era un discorso che non lo vedeva partecipe, finivano con l'arrivare a discutere poiché l'incompatibilità su determinati argomenti era anche piuttosto evidente. Lui non si reputava affatto un ninja, lei era l'Hokage. Non condividevano gli stessi piani, quando son stati effettivamente questi ultimi ad avvicinarla al Senjuu. Anche quando lui le ha chiesto se volesse una vita normale assieme, gli ha risposto di sì perché non aveva senso dirgli di no. Ci avrebbe pensato a tempo debito. Sarebbe rimasta comunque un Hokage e in alcun modo avrebbe rinunciato al suo ruolo. Credeva che il mondo sarebbe potuto tornare ad esser in pace. Così non è stato. Nella pace, sarebbe potuta restare con lui, nel mondo utopico che voleva formare. Ma nel caos, nella battaglia, è Mattyse la mente che vuole seguire per riuscire ad ottenere tutto quello che desidera davvero. <C'era un periodo in cui credevo d'aver trovato l'anima gemella con la quale mettere su famiglia. Per lui, provo senza dubbio molto affetto perché si tratta comunque del padre di mia figlia e di colui che ho aiutato una volta e che probabilmente aiuterò ancora.> Sospira, rilassando un attimo le spalle come se si fosse appena tolta un enorme peso dalle spalle e questo la renda molto più leggera. Non è finita qui, deve raggiungere un punto fisso, deve trovare la sua svolta definitiva e convincere anche Mattyse che sia così. Altrimenti, non sarebbe qui in questo momento a fargli 'credere' che possa amare soltanto lui. Perché così non è. Non si tratta di farglielo credere, si tratta d'assicurargli questo sentimento, di donarglielo. <Tuttavia, non intendo accettare che ti tratti in quel modo. Non è certo colpa tua, quanto più mia per averlo tradito. E non intendo accettare che mi metta i bastoni tra le ruote per tornare a casa. Deduco che prima o poi dovremo scontrarci anche con lui per decidere chi terrà o meno la bambina. E reputo che lui resti qui, a questo punto, non avendo mai espresso il desiderio di tornare a casa, a differenza mia.> Ed è stato proprio questo a far traboccare il vaso: la sua assenza si faceva sentire, la necessità d'allenarsi per battere Akuma era più importante di stare con sua figlia mentre lei ha cercato quanto meno di conciliare le due cose, soltanto perché ne aveva la possibilità. E' un discorso talmente ampio che non basterebbe una giornata per discuterne, neanche può farlo da sola poiché dovrebbe parlarne col diretto interessato. E deve farlo. Deve chiudere una volta per tutte questa faccenda. Sposta lo sguardo serio, di chi trattiene la furia dentro di sé, sul viso del bianco. Lo affronta, come sempre. <Se avessi voluto manipolarti, l'avrei già fatto e reputo che tu non sia tanto stupido da permettere agli altri di farlo con te.> La recepisce come una papabile accusa, quindi risponde coi toni e i modi che più crede le facciano comodo in una situazione del genere, assottigliando di fatto lo sguardo e vomitando fuori tali parole. Si sofferma sul resto, continua ad ascoltare. Si limita ad annuire quando il terrorista sottolinea che lei non è il tipo da lasciare le cose in sospeso. E in effetti, con Saisashi, non s'è comportata tanto diversamente da Mekura nei confronti di Orochi o dello stesso Mattyse. Non è come loro, lo ha detto e ripetuto, non ha fatto altro che criticare e additare la Hyuuga con i peggiori appellativi nell'ultimo periodo. Anche quando si recò alla taverna al Tanzaku Gai, a ben pensarci, ci andò per il Kanishiro... C'erano tante piccole avvisaglie del sentimento che già la legava a lui. Così piccole che faceva finta persino di non vederle quando poi le s'attaccavano addosso e crescevano a vista d'occhio. <Provvederò a risolvere questa questione prima che sia troppo tardi. Soprattutto dopo quanto accaduto oggi, non ha fatto altro che urlare il mio nome a destra e a manca. Non capisce neppure i pericoli che corre nel pronunciarsi in questo modo, non capisce che potrebbero anche avvicinarsi a Senshi e averci in pugno. La storia di Orochi non gli ha insegnato un bel niente.> Prorompe di getto. Si china sulle ginocchia, sollevando i talloni e tenendo le cosce unite. Inclina il busto in avanti e solleva gli arti superiori. Le dita s'insinuano tra i rosei ciuffi, tenendosi la testa tra i palmi delle mani. E' stanca, stufa. Dopo un paio di mesi all'interno di quell'enorme ed invisibile prigione, inizia a sentire la fastidiosa pressione di essere un'estranea. [ Chakra ON ]

20:13 Mattyse:
 Spalanca entrambi gli occhi, sollevando le mani per portarle in avanti, puntando i palmi verso la rosata e scuotendole appena come dire "Stop" <No no no! Non sto dicendo che e` cosi`!> Fermala prima che cambi idea lei per una tua carenza verbale! <Solo che vi sono due facce e ho sempre dato per scontato si trattasse di quella piu` emotiva.> E` la risposta che le porgerebbe alla fine di quel suo dialogo, dopo che si e` per giunta messa in ginocchio. Il bianco avanzerebbe ora verso di lei di qualche passo, piu` pacato rispetto a prima, nonostante la mano tremante sia ancora prova della rabbia che il corvino citato gli ha causato. <E non dico che sia la risposta sbagliata. Tra i due quello che ragiona di piu` sulle cose sono io... Solo che avevo bisogno di sapere cosa provassi ancora per lui.> Quell'affetto che lei ha palesato ora, affetto, perche` era importante, perche` e` il padre di sua figlia, ma ben diverso dal sentimento che dice di provare per il Senjuu. La rosata provvedera`? Mat non puo` che fidarsi delle di lei parole, cercando di avvicinarsi alla sua figura per poi piegar le ginocchia, abbassandosi per raggiungere la sua altezza, allungando poi la mancina intento a sfiorar al di lei guancia con l'indice di questa. <Voglio solo essere sicuro che tu non ti sia autoconvinta di amarmi per necessita` o simile...> Sussurrerebbe prima di abbassare il proprio sguardo verso il terreno, verso cui allungherebbe la mano destra inizialmente per sfiorare il terreno. <Perche` se va male anche con te mi faccio eremita.> Konoha ha avuto l'eremita pervertito, questo potrebbe essere l'eremita bombarolo! Ed entrambe le mani verrebbero portate nuovamente dinanzi al proprio petto, ancora a stringersi in quello che sarebbe il sigillo del serpente, mentre il chakra di tipo Mokuton verrebbe lasciato sondare il terreno. Il bianco cercherebbe i rami piu` vicini di una pianta per portarli sotto ai loro piedi, da qui far germogliare una seconda pianta stessa, utilizzando la vegetazione gia` presente. Se vi fosse riuscito, tra il bianco e la rosata dovrebbe mostrarsi un piccolo tronchetto che si innalzerebbe per circa una ventina di centimetro, spesso appena due, andando pian piano a divenir sempre piu` sottile per far sbocciar un piccolo fiore dai petali rosa. <Dieci anni sarebbe stato tutto piu` semplice... La vegetazione era mia, ora non posso fare altro che utilizzare quella gia` presente. Potrei imitare Dyacon e girare con un vaso di edera velenosa dietro alla schiena> Ironico, intento ad alleggerire quel momento. E` pesante quel villaggio, soprattutto per loro che non si sono adeguato correttamente. Ci sono duecento cose a cui devono pensare, molte delle quali non ne capiscono la vera minaccia, come i telefonini... <Aiutami a mettere quante piu` piante e quanta piu` terra nei Fuuda. Se ne portiamo un po` a casa posso rimodernizzare il giardino per Senshi> [Mokuton no ichi 2/4][Mat passione giardiniere 2/4][Chakra 19/25]

21:38 Furaya:
 Ti senti come un animale in gabbia e vorresti soltanto scappare. Le alte mura di Kagegakure sembrano soltanto delle enormi sbarre in metallo che non permettono in alcun modo di godere di quella libertà tanto effimera. Non si sente a casa propria. Neanche un po'. E sospira nel tentativo di calmare quell'ansia che cresce e sale, surclassando totalmente la rabbia, ma uniformandosi alla frustrazione. Costringono entrambi a pensare veramente troppo. E la sua mente continua lungo questo largo viale fatto d'emozioni, di scenari differenti che potrebbero accavallarsi, modificarsi e portare ad ulteriori scenari a seconda della scelta intrapresa. Troppe variabili. <Mh.> Mugugna al suo indirizzo, sollevando lo sguardo alla di lui volta dandogli appunto modo di spiegarsi, di ripetere la frase in maniera differente onde evitare che ci siano di nuovo dei misunderstanding dei quali non hanno certamente alcun bisogno. Ce ne son stati fin troppo sino a questo momento e hanno cercato in tutti i modi di chiarirsi, per quanto possibile. Non si tratta d'un qualcosa che guarisce nel giro di pochi istanti, ci sarà senza dubbio bisogno di tempo: sia per lei e sia per lui. Si limita a rifilargli un'occhiata di sottecchi, lasciando che sia quella spiegazione a concludere l'argomentazione, almeno per adesso. Sfila le mani dai capelli, sistemandoli per quanto possibile, poiché restano comunque alquanto scompigliati e scrutando l'avanzare del Senjuu che le s'avvicina, sfiorandole la guancia con i polpastrelli. E' proprio quella guancia che spinge in direzione dell'altrui mano, come se volesse che quelle dita s'allarghino, che la pelle poggi anche lungo il palmo altrui. Stavano per allontanarsi anche troppo. <Possiamo comunque provare a stare separati per qualche giorno se questo ti crea disagio, ma sappi che tornerò comunque da te e che mi mancherai da morire, come mi stavi mancando adesso.> Mormora, cercando di rimettersi in piedi a sua volta, osservando le movenze altrui. Dalle labbra, fluisce un piccolo sospiro. Non ha altro da aggiungere per quanto la riguarda, aspetta soltanto che ci sia una risposta da parte sua e che possa essere positiva. O si dice negativa in questi casi? Sta di fatto che in nessun modo vorrebbe allontanarsi da lui, tanto meno adesso che hanno davvero tanto da condividere l'una con l'altro. <Io cosa dovrei dire, invece? Un divorzio, un matrimonio mandato a rotoli e un traditore per amante.> E no, non sta parlando necessariamente di Mattyse, ma qui si tornerebbe fin troppo indietro, tanto indietro. Non merita d'essere ricordato nonostante fosse un valente ninja, uno dei più importanti dal lato dei cattivi per via della smania di potere ch'era riuscito a far crescere, divenendo smisurata. Ad ogni modo, si lascia scappare una mezza risata per via dei commenti d'entrambi, restandogli di fianco, spostandosi per osservar meglio quello che intende fare. Adocchia il fiore, ma non si permette di strapparlo. Permette alla natura di fare il suo corso. Gli occhi si beano di quella visione mentre l'espressione si fa pensierosa. <Prima> Deglutisce, allacciandosi al discorso dell'innata. <avevo intenzione di bloccarti con l'ombra> Allunga la mandritta per cercare d'afferrare la di lui mano ferita, una volta in piedi, così da carezzarne delicatamente i bordi delle ferite, evitando opportunamente di poggiarvi i polpastrelli o le unghie laddove son aperte. <perché non volevo che ti facessi male.> La motivazione era anche opinabile, ma reputa saggio spiegargli dal principio. Gli occhi s'abbassano proprio in direzione della mano che, qualora non venisse fermata e nel caso in cui egli abbia sciolto il sigillo del serpente, vorrebbe tener nella propria. <Non ci sono riuscita. Non percepivo la mia ombra...> Dunque, il problema non è soltanto del bianco che non riesce ad adoperare il Mokuton come una volta. E' un disturbo che sta colpendo tutti coloro ch'erano sigillati, a quanto pare. Tuttavia, a differenza del ragazzo, lei si ritrova a dover rinunciare completamente ad un potere che ha coltivato per tutta una vita. Un potere che l'ha resa capo clan, discendente del traditore della Foglia, nonché suo padre. Non può accettarlo con così tanta facilità. Torna a sudare freddo. Si ridesta sol quando le propone di aiutarlo a sigillare della terra o delle piante nei fuda. <...> Soffia nuovamente fuori dalle labbra, imbronciata. E i motivi per esserlo stanno continuando ad aumentare.<Solo in cambio di un bacio.> Sussurrato, appena percettibile, le gote arrossate neppur avesse quindici anni e il capo che ruota in tutt'altra direzione, nascosta da una ciocca di capelli. [ Chakra ON ]

18:17 Mattyse:
 Il bianco ora punterebbe il proprio sguardo verso il terreno, passando lentamente la propria lingua sui denti, mantenendo le labbra chiuse, da cui comunque sara` visibile il movimento. Il peggio sembra essere passato, i due, almeno in un primo momento, sembrano aver chiarito la situazione nata solamente da un paio di coincidenze e da un sacco di incomprensioni verbali. La voce della rosata chiede se lui possa comunque desiderare un periodo in cui stiano lontani, ma non appena l'aria esce dalle di lei labbra lui subito scuoterebbe il capo con forza. <No.> Secco e rapido, sollevando poi lo sguardo verso gli occhi ghiaccio della fanciulla dai capelli rosa. <Sarebbe stato necessario in caso avessi avuto dei dubbi. Ma sembri piu` che sicura della tua scelta, no?> E qui un ampio sorriso nascerebbe sul suo volto, mentre il capo verrebbe fatto ricadere verso la propria destra e gli occhi resi due fessure. La mano destra verrebbe ancora allungata verso di lei, andando in ricerca di una delle sue estremita` superiori. <La cosa non avrebbe fatto piacere certamente neanche a me...> Risponderebbe con un commento a bassa voce, mentre lo sguardo tornerebbe verso quella piantina fatta crescere attraverso la propria innata. <Ma sai meglio di tutti che i piani che mi fanno piu` male sono quelli che porto sempre a termine no?> Un paragone semplice quanto stupido, testimone del suo masochismo e delle sue imprese che lo vedono principalmente prendere schiaffi galattici per piazzare una carta bomba! Il dialogo, divenuto piu` pacato mentre l'estremita` della rosata va ad accarezzare le nocche ferite del bianco, si sposta sull'innata Nara, che la Judai pare non esser riuscita a richiamare. <Mi piacerebbe dire che con i dieci anni abbiamo perso manualita` nelle cose e che quindi semplicemente siamo fuori allenamento, ma ricordo bene come muovevo il chakra e come lo suddividevo negli elementi. Il Katon pare non esserci piu`, il Mokuton sembra rifiutarsi di ascoltarmi...> E ancora l'occhio ambrato cercherebbe il di lei volto. <Sembra quasi che le mie abilita` siano state sigillate in qualche modo...> E come le sue, presuppone tranquillamente anche quelle della decima. <Forse e` solo questione di allenamento e sto dicendo un sacco di stronzate. Ma se cosi` non fosse...> se cosi` non fosse saremmo tutti costretti a cercare un sacchettino di letame per andare a scoprire come sia possibile recuperare le precedenti abilita`. Ma lo scopriremo solo vivendo! Comunque adesso ho un po` paura. E poi, torniamo nell'argomento giardinaggio, ove la rosata decide di accettare solo ricevendo un bacio come ricompensa... <Uno?> Solleverebbe il sopracciglio sinistro, accennando ad un piccolo sorriso prima di avvicinarsi verso il di lei volto, intento a posar le proprie labbra sulle sue. Cercherebbe di rubarle un bacio, premendosi contro il suo corpo mentre il braccio destro cercherebbe di liberarsi dalla sua mano per avvolgere la di lei vita e stringerla, con maggior forza, contro il proprio busto. <Da quando ne basta uno?>[Chakra 18/25]

20:21 Furaya:
 La di lei attenzione viene donata principalmente all'arte del Mokuton che lui continua ad usare, allenandola e manovrandola a proprio piacimento, nonostante sottolinei come non sia affatto quella d'una volta. Prim'ancora che possa concludere il di lei dire, il bianco replica immediatamente con una negazione, sancendo come non ci sia assolutamente bisogno d'una pausa tra loro due, soprattutto se la donna pare ferrea nella decisione presa. Pertanto lei può finalmente tirare un sospiro di sollievo, mostrandogli un piccolo sorrisetto, appena accennato sul pallido ovale adornato dai rosei ciuffi. <Lo sono.> La scelta è ormai stata fatta e in nessun modo potrebbe permettersi di tornare indietro. Ha sancito che cercherà di parlare col diretto interessato, chiudendo una volta per tutte o quanto meno mettendo in chiaro il necessario. Del resto, la situazione è appena sfuggita di mano e, esattamente come ha detto il Senjuu, non è quel tipo di persona che lascia che le cose si sistemino da sole. In un modo o nell'altro, deve riuscire con le proprie forze a mettere un punto, non più dei puntini di sospensione per una frase che potrebbe venire ripresa in futuro. Sarà sicuramente difficile per entrambi, questo non lo può negare. Le farà anche abbastanza male, ma deve decidere cosa sia meglio per lei. E di fronte a questa decisione, pare che abbia anche già deciso come comportarsi, prendendo una via differente da quella che tutti si sarebbero aspettati. D'altronde, mettere su famiglia ed esser prossima al matrimonio è una strada difficile da cambiare, eppure sembra convinta. Tornare a casa è il desiderio che la muove, che la spinge a darsi da fare, a decidere di star accanto a chi possa darglielo. In fin dei conti, si tratta davvero anche di convenienza perché lui soltanto sembra in grado di seguirla e d'assecondarla. Tuttavia, è secondario. C'è l'amore e l'affetto nei suoi confronti che la muove prima d'ogni altra cosa, così come ha stabilito e ha reso noto nei suoi riguardi. Ne stringe ancor la mano. I polpastrelli continuano ad accarezzare con delicatezza le nocche altrui ed il dorso. Si limita ad annuire quando parla dei piani che solitamente porta a termine, sì, ma rischiando costantemente la vita o una parte del corpo. Facile ricordare cosa accadde contro Orochi, gli occhi chiari della fanciulla vanno a ricercare proprio quelle cicatrici da ustione che porta addosso e che ne coprono in parte anche il volto. Fa schioccare la lingua contro il palato. <Certe volte, preferirei che evitassi di distruggerti ogni volta che affronti qualcuno, ma credo sia superfluo dirtelo. Farai sempre di testa tua.> La qual cosa talvolta la fa innervosire poiché tende a non ascoltare i consigli e i pareri che riceve. Tuttavia, si tratta del bue che dà del cornuto all'asino siccome a sua volta non ascolta, preferendo di gran lunga sbatterci la testa da sola per riuscire nel proprio obiettivo piuttosto che pretendere di cambiare strada sotto consiglio altrui. A proposito dell'innata che lei non riesce ad attivare e delle parole che seguono da parte di Mattyse, cerca a sua volta di dargli una risposta adeguata. <Anche lo Yoton è depotenziato rispetto a dieci anni fa. Temo che richiamare il Drago dell'eterno dolore, al momento, mi sia impossibile. Allo stesso modo, non riesco più a padroneggiare gli elementi e soltanto di recente sono riuscita a riottenere il Raiton come elemento.> Solleva la mano libera, squadrandola come se sulle linee del palmo possa trovare qualunque soluzione a questo quesito. Torna immantinente a guardare l'altro, mordendosi piano il labbro inferiore, lasciando trasparire parte della sua preoccupazione. <Se fosse stato sigillato, ce ne saremmo accorti, no? Un segno addosso al corpo, qualcosa che ci blocca.> Gesticola appena, restandogli ovviamente vicina e con la mano stretta nella sua, attenta a non causargli alcun male nonostante sappia ch'egli ne gioirebbe soltanto. Non lo reputa il momento adatto. <Al contrario, è come se fossimo semplicemente più deboli ma con un determinato margine di miglioramento. Sto riprendendo dimestichezza con la spada, ad esempio. O, appunto, ho risvegliato di nuovo uno dei miei elementi.> Lei ch'era riuscita a padroneggiarli tutti e cinque, assieme a quello Yoton, s'è ritrovata a poterne a malapena gestire uno. Si stringe nelle spalle. <Forse, c'è speranza che l'innata mi torni. Ma non capisco per quale ragione non sia rimasta assopita quella Yoton.> In fondo, la Kagemane è una dote innata che discende direttamente da suo padre e da suo nonno prima di lui. Sta a significare che è legata al DNA molto meglio dello Yoton, il quale ha soltanto deciso che il corpo ospitante fosse perfetto, al pari d'un parassita che s'insinua e s'attacca all'interno. Purtroppo restano domande alle quali la risposta non giungerà tanto presto. E prima ancora di poter continuare, nota il di lui avvicinarsi per pretendere quel bacio, ma non uno, a sua detta. E non farebbe altro che lasciargli andar la mano in modo che possa abbracciarla e stringerla a sé. Lei solleva il capo, conduce le labbra socchiuse contro quelle del bianco e fa in modo che si poggino le une sulle altre. Le mani invece si stringerebbero attorno all'indumento superiore indossato da quegli, in modo che possa tirarlo verso di sé senz'alcun problema. Pretende lei, adesso. Ad ogni modo, non si staccherà tanto presto. [ EXIT ]

Doverosamente estemporanea, avvenuta subito dopo la fuga dal centro commerciale (unita alla nostra assenza della scorsa settimana). Fru e Matt affrontano il tema ex, dove la donna sembra essere ancora troppo presa da Saisashi per riuscire a staccarsene. Vigono delle incomprensioni, ma alla fine Fru pare aver preso una scelta che la porterà a confrontarsi con Saisashi, per ovvi motivi, ma scegliendo Matt a prescindere dalle conseguenze.