Ichirou scusami

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14:24 Ichirou:
 Il tempo variabile di questa giornata, le nuvole che sembrano richiamare una simil pioggia ed il vento che soffia lungo le strette vie della immensa Kagegakure, non sembrano impedire allo Hyuga di affrontare una sana passeggiata per le suddette vie in cerca di un po' tranquillità, o anche solo per poter scappare da quello che ormai è diventato un processo di torture interiori dalla quale non riesce quasi mai a sottrarsi, nonostante tuttavia, abbia ritrovato un minimo il sonno data la radice di cannella comprata giorni addietro al mercato con la Nara, almeno un minimo sta riuscendo a recuperare si può dire. Quest'oggi indossa una Shuai Jiao, la classica giacca da Kung Fu, di colore nero pece, semplice e classica, come unico particolare, ha impresso sulla schiena quello che potrebbe ricordare un drago che sta per mordere il simbolo dello Yin e dello Yang, il tutto cucito in quel suo solito filo d'oro. Ovviamente è senza maniche, già soffre il caldo di suo ed è un miracolo che quella sua veste sia chiusa, altrimenti mostrerebbe i pettorali e gli addominali al mondo intero. Le braccia sono dunque scoperte, la destra, ovviamente, prostetica in un metallo leggero rivestito con fibra di carbonio, mentre il sinistro è decorato da dei bellissimi tatuaggio colorati, raffiguranti delle belle rose rosse che vengono avvolte da un enorme drago color verde felce che risale per tutto il braccio e si va a nascondere nel petto dell'uomo, mentre sulla mano, il simbolo dello Yin e Yang fa capolino. I lunghissimi capelli dello Hyuga, talmente lunghi da raggiungere le sue caviglie, sono tenuti a raccolta in una bella coda alta, abbastanza da far si che gli stessi fili di seta corvina si alzino sino ai polpacci almeno, mentre qualche ciocca viene lasciata cadere sul proprio viso. Le gambe dell'uomo vengono coperte da un paio di pantaloni in stile Mushu, sempre facenti parte della tenuta da Kung Fu, ma questi sono in bianco, gli è sempre piaciuto creare contrasti sulla sua persona, semplici e senza nessuna ricamatura. Ai piedi delle semplicissime tabi nere, che lasciano scoperto giusto una piccola parte di quella gamba sinistra dello stesso materiale del braccio destro, ma solo chi andrebbe ad osservargli piede potrebbe accorgersene. Cammina dunque, quella sua voce interiore è stranamente silenziosa per il momento, magari non ha avuto nessuno stimolo, o magari è sparita completamente chi lo sa, sta di fatto che sembra esser sereno in questo momento di quel silenzio interiore che lo accompagna nel suo lento cammino, mentre il vento gli fa svolazzare i capelli come se stessero danzando con esso, mentre gli occhi, decorati da quelle ombre sulle palpebre inferiori, fendono i dintorni con attenzione, non è mai troppa di questi tempi.

14:35 Mekura:
 Era di nuovo qui, sempre per lo stesso motivo, sempre con lo stesso tragitto allungato in direzione della casa di sua madre e dei suoi figli. Sempre con il desiderio inespresso di poter vedere i suoi figli, di poter vedere sua madre. Di poter entrare dentro e stare con loro. Non le sembra di resistere più alcune volte, per poi allontanarsi da sola sentendo di non meritarsi l'attenzione della sua famiglia perduta e ritrovata. E così anche per Aya, ma quello è un discorso a parte. I capelli neri si ritrovano sotto il cappuccio della felpa bianca, un paio di pantaloni aderenti e tecnici, Mezzi guanti neri e scarpe basse bianche. Ha uno zaino grigio tecnico sulle spalle e rimane seduta su una panchina con la schiena piegata in avanti e le punte dei piedi rivolte verso il centro. La testa incassate sulle spalle, il desiderio implicito di rimanere li e farsi una dormita sotto il sole variabile. O prendersi quel momento di pausa, di dolce non fare niente per capire che cosa volesse fare, di fare ordine nei pensieri. <eff> sospira andando a prendere il vecchio cellulare tirandolo fuori dalla sacca per armeggiare con Snake e far lavorare le dita mentre è sovrappensiero. Non si interessa molto di quello che è attorno a lei e fa finta che gli altri non si interessino a lei nel caso la riconoscessero senza approcciarla. Ovviamente dipende dai toni e dai modi, ma per ora è nel suo mondo personale di pensieri vari [cho off]

14:51 Ichirou:
 Il passo lento ed incessante del giovane uomo dalla statura un po' troppo elevata, non viene interrotto da niente e nessuno, seppur lento e pacato, non sembra esser diretto da qualche parte in particolare, sembra che abbia solo voglia di camminare un po', anche se, purtroppo proprio per quel tempo variabile, le giunture ed i moncherini collegati a quegli arti di metallo cominciano a dargli fastidio, o meglio, più di quanto non gliene dessero poc'anzi, forse proprio per quello cammina piano. D'un tratto, il silenzio radio conferito da quella sua voce interiore si rende nullo, destando in lui un profondo odio verso se stesso "Ichi-Nii.. siediti su quella panchina.." Guardando bene davanti a se, lo Hyuga nota effettivamente una panchina con una persona seduta sopra di essa, non la vede bene in faccia data la presenza del cappuccio a coprirne le fattezze, ma c'è qualcosa che a lui sfugge e che la voce interiore ha notato, ovviamente l'ha notato lui ma assecondiamola per una volta "Siediti accanto a quella persona, non so cosa sia, ma mi sembra familiare.." queste parole gli fanno fare spallucce, ma nonostante ciò, decide di assecondare quella sua vocina interiore e di dirigersi proprio verso quella panchina e, una volta raggiunta, chiedere a chi stazioni su di essa <Posso sedermi..?> il tono dello Hyuga è calmo e pacato, come al solito del resto, mentre i suoi occhi perlacei osservano dall'alto dei suoi due metri di altezza, il retro di quel cappuccio che nasconde la persona che staziona davanti a lui, mentre il vento continua a fargli danzare i capelli in maniera sinuosa. Si limita ad osservarla per un momento, ovviamente si sarebbe seduto solo nel caso in cui lei avesse accettato la richiesta, altrimenti se ne sarebbe andato da qualche altra parte, ma se quella voce ha insistito così tanto, deve esserci un motivo effettivamente se si trova in piedi di fronte ad una panchina con una sconosciuta seduta su di essa, vedremo come reagirà costei insomma "Fidati di me per una volta Ichi-Nii.."

15:05 Mekura:
 Perché si trova li? lo sa perché si trova li, ma il senso? ce l'ha il senso, solo che è codarda: ha paura che la scaccino ancora una volta lontana e questa volta per sempre. E non rischia di peggiorare la cosa stando li come una stalker? probabile, ma al momento si sente così persa su questa cosa che le piacerebbe almeno confrontarsi con sua madre. Era li persa in questi pensieri senza una vera soluzione di fronte a se quando sentirebbe una voce, alta, forse per via della sua altezza. <prego, mi scusi> forse stava occupando troppo posto? Si scosterebbe portandosi in un angolo della panchina, andando ad incrociare le gambe mentre d'istinto solleverebbe la testa per incontrare lo sguardo di chi si è avvicinato. E rimane li, paralizzata con gli occhi sgranati. Si, sa chi è: è cambiato in moltissimi aspetti, il braccio in particolare. Ed ha subito un fastidioso dejavù che purtroppo per Ichirou è una costante con lei. non glielo aveva mai nascosto che lui assomigliasse a Hiashi, il suo vecchio compagno di casata che ha visto morire davanti ai suoi occhi. Ed ora, ora sembrava ulteriormente lui, con i capelli magari più lunghi e più alto, ma era lui. Lei lo guarda come se guardasse un ono spettro, peggio della prima volta che lo ha visto. Anche se si rende conto chi fosse realmente quella immagine non svanisce, per colpa di quel braccio artificiale..anche Hiashi lo aveva, anche lui destro. <...> per un attimo fortissimo ha pensato che fosse morta e che Hiashi fosse li con lei, ma quel "bip" del serpente che muore divorando se stesso le ricorda che questa è la vita reale, quello non è Hiashi, quello è Ichirou. <Ichirou?> lo direbbe con una voce strozzata <Ichirou: lo ripete ancora con più lucidità. Sapeva che era vivo, ma non sapeva delle sue condizioni...un'altro fallimento come capo clan presume. [ch off]

15:27 Ichirou:
 La donna acconsente a farlo sedere accanto a lei, la cosa gli fa accennare ad un piccolo sorriso, ormai sono gli unici sorrisi che riesce a fare da qualche tempo, ma nel notare quanto lei si distacchi fino a quasi raggiungere l'estremità della panchina, nel sedersi accanto a lei andrebbe a dire <Non c'è bisogno di allontanarsi così tanto, non mordo mica..> nell'osservare il volto di colei che lo affianca, gli occhi non si spalancano ne vengono sgranati in direzione altrui, l'unica cosa che accade è un piccolo sussulto, che viene seguito da un cesto con la mano che andrebbe a posizionarsi dietro la base del collo, per poi andare ad emulare una sorta di schiaffo all'indietro, certo detto così suona male, ma in realtà ha solo fatto in modo che i suoi capelli non venissero incastrati dal suo corpo sulla panchina, che quindi andrebbero a creare quel rumore si tenue ma comunque presente, di una frustata, ovvio non farebbero male ad una mosca, ma la loro lunghezza dona quest'onomatopea quando viene fatto quel gesto. Sospira dunque, la mano sinistra andrebbe ad appoggiarsi sul ginocchio metallico andando a massaggiare lievemente quel moncherino nascosto ria dalla protesi che dal pantalone, mentre nella sua testa, la voce incalza ed avanza pensieri "Non è la tua maestra lei..?" seccato quasi da quel pensiero, lo Hyuga non può far altro che mostrare nuovamente il viso alla donna, mentre quegli occhi perlacei si vanno ad incatenare a quelli altrui, ne percepisce una certa tristezza, la cosa non lo sorprende, l'ultima volta che si videro, lui non aveva un braccio ed una gamba e si potrebbe anche dire che stava morendo per il mal nutrimento al tempo, ma sono passati ben dieci anni, ora è un uomo in forma e piuttosto ben piazzato si potrebbe dire, ma ancora una volta, l'unico ad esser invecchiato sembra essere lui tra i due, anche se non si notano molto i segni dell'età, è sempre sembrato più piccolo di quel che in realtà fosse, però è il momento di rispondere <Immagino sia sbagliato chiamarti Maestra a questo punto..?> prova a fare una battuta, fallendo miseramente tuttavia, lo sguardo si sposta verso i suoi arti prostetici per un attimo, per poi passare nuovamente su di lei <Come stai..?> andrebbe a chiedere banalmente, non si osa a fare nessun gesto fisico nei confronti altrui, certo vorrebbe essere più caloroso nei suoi confronti, ma ha passato talmente tanto tempo nell'odio verso il proprio Clan, che non sa se effettivamente ne sarebbe capace, quindi lascia che il tutto rimanga com'è, almeno da parte sua si intende.

15:39 Mekura:
 <Ichirou> lo stava ancora dicendo, sempre più affranta: quanto tempo è passato? quanto tempo è passato senza che lei fosse con il suo clan? quanto tempo è passato? dieci anni e guardati, guardati quanto poco servi al tuo clan. Quanto dannosa eri. Ichirou era, emaciato, in preda alla follia, distrutto da qualcosa che forse Mekura poteva risolvere se solo ci fosse stata di più. Non è il simbolo di tutta questa condizione? dov'era? dov'era lei? dove è sempre stata? ha sempre lavorato per il clan lontano dallo stesso clan..e infatti non ha ripagato, guarda. Un seme malato senza di lei, senza le sue spire è diventato un albero forte, con le ferite presenti eppure come un restauro di un vaso attraverso l'oro, reso ancora più importante. Loro sono sopravvissuti a prescindere da lei. E più parla più sono pugnalate, quel poco che ha detto è vero. <immagino che sia sbagliato chiamarmi in qualsiasi modo a questo punto> e quel come sta..quel come sta. Hiashi che ritorna dalla tomba per dirle come sta? l'intero clan rianimato dentro quel corpo che viene a chiederle come sta. Non a sputarle addosso, non a dirle quanto inutile è stata come capo clan, non le danno questa soddisfazione, troppo facile. Le chiedono come sta, o meglio solo lui, ma basta come simbolo nel suo animo. Lei è pronta ad accettare il fatto che chiunque l'avrebbe schifata degli Hyuga, chiunque, senza eccezione. E ora, qualcuno, del suo clan le chiede come sta. Scoppia a piangere senza dare altra risposta se non quella. Porta le mani al volto iniziando a piangere a dirotto senza freno. Ecco come sta. [ch off]

16:02 Ichirou:
 Dal canto suo, la donna sembra aver visto effettivamente un fantasma, la cosa non lo stupisce più di tanto, non è la prima volta che succede, anche con la ex-Hokage ha avuto la stessa reazione in fin dei conti, ma c'è di più questa volta, quella frase fa in modo che lo Hyuga torni con lo sguardo su di lei nel momento in cui viene pronunciata e, quando quelle lacrime arrivano a colpirla, l'unica cosa che arriva a pensare e che il suo odio non era rivolto a lei in particolare, si è sempre dilettata per assecondare le follie di un giovane in preda alla paranoia, in un istante, infiniti flashback si ripresentano davanti agli occhi dello Hyuga, quasi come se stesse per morire, il suo passato gli scorre davanti agli occhi, si ricorda infatti di come lei stessa gli insegnò ad attivare la sua innata, facendogli trovare quel biglietto sepolto in mezzo alla sabbia della spiaggia dell'isola di Kiri, di come quando lui era in preda allo studio e dall'allenamento la sua tenda fosse sempre aperta per accoglierlo e farlo riposare anche quando perdeva il sonno per giorni interi oppure di quella volta in cui come un pazzo volle privarsi della vista per una malsana paura, che purtroppo però si è avverata anche se solo in parte fortunatamente, certo l'odio è immenso, ma non verso di lei, non ha colpa di ciò che lui ha passato, i suoi geni non sono stati tramandati dalla persona che ha di fronte, lei certo era Capo Clan, ma non è stata lei a darle quel sangue o quell'innata, ed è una cosa che purtroppo sta capendo soltanto ora vedendola piangere. Lo sguardo perlaceo dello Hyuga si muove velocemente andando a tagliare di netto l'aria che lo circonda, in senso figurato si intende, andando a fare quasi con la stessa velocità, un gesto che non ha mai compiuto nei confronti di quella donna, un gesto che forse avrebbe dovuto fare tempo addietro, prima che tutti i dolori cominciassero, andrebbe infatti a fare una sorta di balzo sulla panchina, per potersi avvicinare quanto più possibile, senza farla cadere ovviamente, per poi, una volta avvicinatosi abbastanza, avvolgerla tra le sue braccia, non gli importa se non è un gesto ben voluto dalla di lei persona, lo fa perché lo sente giusto e il vederla piangere, gli fa capire che tutto quell'odio da lui provato, era solo un capriccio che riguardava la sua mancata forza, sia morale che fisica <Non piangere..> si limita a dirle solo questo, anche se la sua voce è rotta dalla tristezza a sua volta, si sta trattenendo in pratica, lasciando che quel momento venga assorbito da entrambe le parti.

16:26 Mekura:
 Non sapeva più chi stesse guardando: se Hiashi, se Ichirou, o tutto il clan. E certa gente si girerebbe pure, è inevitabile a guardare quella scena. Non se ne cura, ha solo bisogno di sfogarsi. Non è più la capo clan, non è più costretta alla formalità e la presunta dignità di cui si doveva glorificare in qualche modo. Voleva solo...voleva solo far sentire a qualcuno quanto le dispiacesse quello che è successo, voleva solo dimostrare che non lo ha fatto volontariamente. Ha sbagliato e tanto, probabilmente un capo clan peggiore di lei non c'è stato. Ma, era li, era li e almeno voleva confessarsi con qualcuno. Purtroppo è capitato a Ichirou. <mi dispiace> afferma tra i singhiozzi mentre si nasconderebbe con la faccia in quel abbraccio <mi dispiace per quello che è successo, mi dispiace non esserci stata> era così presa dai suoi problemi e dalla salvezza di uno solo Hyuga che alla fine ha trascurato tutto gli altri, alla fine è stata imprigionata. Alla fine si ritrova li, svuotata di tutto quello che poteva avere, possedere e significare. <non posso...non voglio non piangere. ho fallito. h-ho...> ricambierebbe l'abbraccio <io sono così felice di vederti, sono così felice di sapere che il mio clan c'è ancora, sono felice che siano qui, che ci sia pace, che siano liberi, al sicuro e protetti. Sono felice che il clan sia sopravvissuto a prescindere da me e così anche tu...ma io non ho vissuto per vedervi, non ho..fatto abbastanza, io non c'ero, mi dispiace, mi dispiace> continua a dire la donna seria ancora piangente, ma più tranquilla rispetto allo scoppio iniziale. [ch off]

16:53 Ichirou:
 L'abbraccio da lui cominciato, viene ricambiato dalla donna che in lacrime, comincia a scusarsi con lui di una sua negligenza o magari della sua inettitudine, per quanto lo riguarda, anche se qualche tempo fa la pensava diversamente, lei non è soggetto di odio per lui, soprattutto in questo momento, l'ha sempre vista come una delle donne più forti che conoscesse e lo pensa ancora, ma a lungo andare, anche la roccia più dura può diventare soffice sabbia nelle acque più salate, quindi stringendola a se, l'uomo andrebbe a fare dei piccoli segni con la mano sinistra aperta sulla schiena altrui, come a volerla tranquillizzare <Per quanto mi riguarda.. con me non hai fallito..> andrebbe a professare alla sua interlocutrice <Sai.. dieci anni fà, quando tutto accadde..> nel cominciare a raccontare ciò che accadde a lui, l'uomo andrebbe ad appoggiare delicatamente il mento sulla testa della donna, che ancora si nasconde tra le sue braccia <Ho visto il vecchio Villaggio di Konoha andare in contro alla sua fine..> direbbe continuando quel gesto sulla schiena altrui <Ma ho combattuto comunque.. certo non ero da solo, ma ho comunque saputo combattere grazie ai tuoi insegnamenti, nonostante provassi un odio profondo nei confronti del Clan..> andrebbe poi a spiegarsi <Ma solo adesso, mi rendo conto che l'odio che provo e che provavo allora, non erano rivolti verso il Clan, ma lo stavo usando come capro espiatorio per la mia mancanza di forza nel difendermi da ciò che mi accadde con coloro che mi tolsero gli arti..> ammette finalmente dopo tanto tempo <Non ti nascondo che avrei tanto voluto darti un pugno nello stomaco tempo fa..> una lieve risata verrebbe lasciata volar via da quelle parole <Ma credo che in realtà, sarebbe stato il mio modo di farti capire che ti ho considerata una Madre.. più che una Maestra.. e il fatto che non mi avessi visto combattere davvero per la prima volta, mi aveva fatto sentire come se effettivamente ti fossi persa un mio evento scolastico importante..> la risata permane nell'uomo, che di tutta risposta versa una lacrima da quegli occhi perlacei <Non ho memoria della mia vera famiglia.. e tu sei sempre stata quella che più si avvicinò ad una madre per me..> la presa su di lei a questo punto andrebbe a farsi più salda <Quindi ti ripeto.. non piangere, non con me.. perché per come la vedo io.. con me non hai fallito in alcun modo..> concluderebbe dunque, tenendola stretta in quel caldo abbraccio affettivo "Ichi-Nii.."

17:04 Mekura:
 Ma perché...perché? perché è così simile anche in questo? perché odia il clan o lo odiava, si deve basare sulle sue parole. Era ancora colpa sua per questo? Ma poi il discorso va avanti e lei smetterebbe di piangere seppure stia ancora lacrimando. Lo vuole ascoltare, vuole capire e smette di parlare. Ha capito grazie a Mattyse e Shiroi che è meglio che lei ascolti e conosca di più piuttosto di lasciarsi andare ai suoi preconcetti. Lo ascolta e improvvisamente si scopre davanti che non ha un allievo, ma un figlio, un figlio acquisito, uno di quelli che si sente tale di esserlo. Uno che ce l'aveva con lei perché si era persa il suo momento, non c'era, ancora una volta per qualcuno. Era...davvero importante? così importante da muovere la rabbia delle persone? Rimane con lo sguardo basso come se la cosa la facesse riflettere ma, comprende, qualcosa è entrato in quella testa, forse. <dovevo venire prima, ma per codardia non l'ho fatto...> afferma questa colpevole <da una parte pensavo di non essere più la benvenuta, dall'altra mi sentivo da sola per non essere più ricordata dalla gente, dall'altra pensavo allo stesso tempo che fosse giusto, che fosse una punizione, la giusta punizione. e Poi, poi scopro un nuovo figlio> sorride tristemente cercando la sua mano, una delle due vanno bene quelle che lui vorrà offrire. Magari un giorno anche i suoi figli la sapranno perdonare, tutti loro, tutto il suo clan. <grazie Ichirou...sono felice che tu sia qui> [ch off]

17:22 Ichirou:
 La ricerca della donna per una mano dello Hyuga trova effettivamente ciò per la quale era partita e da parte sua, la mano che le viene offerta è la sinistra, calda e viva, in simbolo di una sorta di riconciliazione, l'affetto è qualcosa che viene percepito con del calore quindi gli sembra la scelta più giusta quella della mano sinistra, che ora si stringe intorno alla mano altrui senza troppa forza, quanto basta per far capire alla donna che il passato è passato. La ascolta parlare, sente come la sua non fosse negligenza, ne inettitudine, ne tanto meno menefreghismo, ma solo paura di essere odiata o vista come qualcuno che ha abbandonato tutto e tutti per un suo tornaconto personale, paura di venir dimenticata da, magari, quelle poche persone che non ce l'avessero con lei per il motivo pocanzi citato ed infine, paura che tutto ciò, fosse in realtà la punizione che si meritava per tutto ciò che in realtà ha creduto di commettere. Una cosa ben più che comprensibile a dire il vero, per anni lui stesso si è martoriato per ciò che non è stato in grado di fare per Konoha stessa quel giorno, ma dentro di lui, la domanda permane, adesso sarebbe in grado di fare qualcosa? Quando arriva quel ringraziamento, lo Hyuga si stacca lentamente da quella stretta, lasciandola libera di respirare finalmente, per poi andare a sorridere lievemente alla di lei persona, rispondendo a quelle parole <anche io sono felice di averti ritrovata Mekura.. non ti nascondo che da un lato mi fa molto strano darti del tu in questo modo.. ma dall'altro lato..> prende un piccolo respiro di riflessione <Mi sembra la cosa più giusta da fare..> un altro lieve sorriso, non capita molto spesso di vederlo sorridere, non così tanto e, se capita, capita solo con la Nara ultimamente. Mettendo da parte sorrisi e sorrisetti, la preoccupazione ormai facente parte dell'organismo dello Hyuga esce fuori e, con calma, chiede alla donna cercando di asciugarle le lacrime dal volto <Ti senti meglio ora..?> una piccola risata le viene donata ora, proprio come un figlio farebbe con la madre.

17:43 Mekura:
 Sente la mano del genin, sorridendo tra se e se come sia ironico il fatto che adesso sia a sua volta un genin e che, comunque, dovrebbe comportarsi meglio di così. Cade sempre negli stessi errori e non impara mai. Annuisce portando le mani sul cappuccio per poi toglierselo di testa. Rimarrebbe in silenzio per un bel po' guardandosi attorno e mostrando la sua faccia, non volendo più nascondersi come una ladra nel suo stesso posto, è un passo. <...si sincero con me> afferma la donna guardandolo <sembro molto patetica? sembra che io mi lamenti troppo?> chiede questa dopo essersi calmata da quello sfogo che non è riuscita a contenere <non...> sorride <non sono la figura di un ex capo clan dignitoso di fronte alla mia gente, sono anche scappata come una codarda...potrò mai farmi perdonare?> chiedi guardando Ichirou come se stesse chiedendo di nuovo perdono a questo come se non riuscisse a fare pace con questa condizione. <lo so che dipende da me, però credo la domanda siano le motivazioni per la quale devo cercare il perdono degli altri, se è per ricostruire dei ponti con loro o per me stessa...tu cosa faresti?> chiede verso questo continuando a guardarlo, per chiedere un consiglio su questo fatto. [ch off]

18:07 Ichirou:
 Quando si toglie il cappuccio dalla testa, l'uomo nota come anche lei effettivamente non sia cambiata di una virgola rispetto a dieci anni prima, così come Furaya e Sango in fin dei conti, un sorriso si palesa sul suo volto mentre un lungo sospiro fuoriesce dalle sue narici, quasi come se se lo aspettasse. La osserva dunque, in quei modi di fare nota quelli di una persona che ha effettivamente bisogno di nascondersi per il momento, la cosa gli fa sorgere qualche domanda ovviamente, ma lei comincia a parlare, quelle domande vengono poste in rapida successione e lui, guardandola, decide di lasciarle finire il discorso per intero, cominciando intanto a pensare alla cosa giusta da dire. Le nuvole nel frattempo lasciano respirare l'astro a capo del cielo, che illumina la strada dove i due sono seduti, certo le fronde degli alberi li coprono un minimo, ma si percepisce comunque il calore che quel giallo sole emana, una sensazione piacevole per certi aspetti, anche se preferirebbe il freddo pungente dell'inverno, come al solito. La donna finisce di parlare, è giunto il momento che le risposte le vengano fornite dallo Hyuga, quindi con un profondo respiro ed il volto serio, quest'ultimo andrebbe ad incrociare le braccia al petto, per poi dare le sue risposte alla sua interlocutrice <No..> secco e sincero come al solito <Non ho mai pensato che tu fossi patetica ne tanto meno che ti lamentassi troppo..> ammetterebbe alla volta della donna che lo fronteggia <Scappata per paura o per senso di colpa, poco importa, per me il fatto che tu sia tornata è un motivo più che valido per poterti perdonare.. il fatto che tu sia tornata è la prova del fatto che non sei affatto una codarda, anzi, hai coraggio da vendere e la cosa ti fa onore..> ammetterebbe con sguardo fermo e serio. La domanda viene poi posta a lui direttamente, quindi, prendendo fiato, l'uomo andrebbe a rispondere con estrema sincerità e schiettezza <Fossi in te, camminerei a testa alta, fiero del fatto che ho ritrovato il coraggio di camminare in mezzo ai miei compagni.. non darei modo di far pensare al mio Clan che sono debole, ma che anzi sono tornato più forte e determinato di prima.. e li guarderei tutti dritti negli occhi, mai distogliendo lo sguardo dalle loro anime incerte della loro fiducia nei miei confronti..> ammetterebbe solenne alla volta della Hyuga <Questo sarebbe il mio modo di chiedere scusa, promettendo con un singolo sguardo il mio ritorno all'interno della casata..!> detto ciò, gli occhi perlacei dell'uomo andrebbero a specchiarsi in quelli altrui, lasciandole la parola, dopo anni, è la prima volta che si sente così sicuro di se, quale sarà il motivo?

18:22 Mekura:
 Ichirou da la sua versione, non sa quanto questo sia vero o meno, se sia obbiettivo o meno, ma lo ascolta senza ribattere. Deve guardare a testa alta le persone, non deve più vivere nell'ombra. Mekura prende un lungo respiro e si solleverebbe in piedi. <non ho idea se la capo clan sia anche la stesso Hokage> non presume che siano la stessa persona, se è così allora mi conosce già...ma devo comunque ripresentarmi al mio clan, ufficialmente> commenta la donna abbassando le spalle <semmai accadesse quel giorno, ti andrebbe di accompagnarmi?> ed anche questo è fatto, un passo in più per trovare il suo posto in questo villaggio. <oppure...ti va di venire con me? non abito qui vicino, ma almeno possiamo passare la serata insieme, cioè non saremo da soli, ma forse lo conosci anche tu> sta parlando di Saisashi, con il quale tra l'altro avrebbe bisogno di stare un po' con questo, in realtà ha così tanto da fare che ormai sembra necessario trascrivere una lista delle cose da fare [ch off]

18:34 Ichirou:
 La osserva alzarsi, sembra essere molto più si cura di se in questo momento, la cosa lo solleva un po', sembra che il sole non sia spuntato dalle nuvole solo in cielo. dopo le parole da lei dette, lo Hyuga andrebbe ad alzarsi a sua volta, sovrastandola come al solito con la sua altezza, certe cose non cambiano mai, anche dopo dieci anni. A quella prima domanda, l'uomo dagli occhi di perla andrebbe ad annuire, professando con tono pacato <Volentieri.. sarei felice di darti il mio aiuto..> ammetterebbe alla volta della sua vecchia Maestra "E' la prima volta che dici a qualcuno che non sia quella donna con i capelli viola che sei felice di qualcosa Ichi-Nii.." è un inizio! Quella seconda proposta, arriva un po' improvvisamente, non che avesse chissà che da fare, ma da qualche giorno si prefissato di cominciare le ricerche per il suo futuro, quindi decide di renderla conscia di questo fatto <Verrò con te, ma purtroppo mi sa che non mi potrò fermare a lungo.. ho delle ricerche da fare su una vecchia organizzazione che.. mi piacerebbe far rinascere per provare a dare una mano agli Anbu e ai cacciatori di taglie.. però purtroppo non so da dove cominciare, non è facile trovare documenti e testimonianze della vecchia Akatsuki..> ammetterebbe dunque <Però come ho detto, ti accompagno volentieri..> aggiungerebbe poi affiancandosi a lei e cominciando a camminare nella direzione da lei intrapresa e chissà, magari parlando proprio di quel suo ultimo argomento intrapreso! [END]

Mekura incontra Ichirou e questo diventa l'avatar delle colpe che lei prova verso gli Hyuuga.