Quartiere dei Clan - Le botte ma mekura anche
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Giocata dal 19/04/2021 22:31 al 20/04/2021 01:56 nella chat "Quartiere dei Clan [Konoha]"
Se ne sta li, a guardare la strada, in realtà sta guardando un punto preciso della strada, diretta verso una casa con le luci accese. Si intravede un clima caldo, un clima casalingo. L'appartamento che sta guardando in particolare è al terzo piano di una delle abitazioni del quartiere del clan. Lei lo fissa con malinconia quasi aspettandosi di vedere delle forme familiari: sua madre che sta cucinando, i suoi figli che si muovono come ombre davanti alla finestra. Aveva appena finito di allenarsi e aveva fatto un giro lungo proprio per prendersi "5 minuti" a guardare quella finestra, senza bussare alla porta, senza suonare ad un campanello. Sta li come un cane vicino alla gamba del padrone che guaisce per una costoletta, un pezzetto di felicità. Anche se fosse un attimo, anche se fosse uno sguardo di odio, le va bene. Prende un lungo respiro e si arrende, massaggiandosi una spalla per procedere lungo la via evitando lo sguardo degli altri, in particolare di quelli con il suo stesso sguardo. Pantaloni tecnici aderenti neri, scarpe basse bianche, felpa bianca chiusa con il cappuccio alzato e zaino tecnico grigio in spalle. Se ne va camminando stancamente per le vie del quartiere. andando in direzione della zona Akimichi: ha voglia di qualcosa di forte da mangiare.[ch off] Nell'indeciso clima che sorvola la volta celeste, ogni tanto compare uno spicchio di luna crescente, giocando a nascondino tra le coltri nuvolose che s'affollano nel buio della serata inoltrata. Il passo del Colosso della Nuvola si avventura lungo il quartiere dei clan, sfilando per quei porticati dei vari casolari con annessi Dojo per l'allenamento dell'innata corrispondente alla famigli che è portatrice della tecnica segreta della famiglia. Indossa un giacchetto leggero verdognolo, sopra una maglietta anonima di colore fucsia al tronco, mentre in vita un paio di pantaloni olivastri scendono fino alla calzatura di scarpe rosse e bianche. Porta i guanti ninja, il ciondolo dei cacciatori di taglie con alcune dog tags al collo, ed una fascia in testa bianca attorno alla fronte, di modo da fare sì che i lunghi e spessi treccioni ricadano principalmente ai lati del volto e dietro la nuca, arrivando a toccare con le punte maggiormente pronunciate anche le scapole del suo dorso. Zaino dietro la schiena, portato alla sola spalla sinistra, con la mano corrispondente attaccata alla cinghia della tracolla, a fungere da maggiore sostegno alla cartella comune. La man dritta tiene il cellulare tra le dita, guardando lo schermo, silenzioso, solitario. < ... > sospiro lungo, facendo quindi per andare a ricacciare l'oggetto tecnologico nella tasca, mantenendoci la stessa mano infilata al seguito. Nel riappropriarsi della via, la sagoma di Mekura, incappucciata, gli compare in senso di percorrenza contrapposto. Un cipiglio meditabondo, nessuna parola ancora rivolta, se non un generico < Salve. > con tanto di cenno del capo, giusto di cortesia per quelle persone che abitano l'area un po' più elevata, poiché appartenenti ad una comunità di rilievo e antico prestigio, inscritta nel retaggio di discendenze e poteri degli antichi nomi e rami dei casati del villaggio della Foglia. Il passo è flemmatico, ma ben deciso, aiutando lo spostamento con falcate più ampie grazie alle lunghe leve che si ritrova. Chakra non impastato, ritrovandosi per cui in assetto di quiete. [Chakra off] Sta tranquilla, con le mani dietro la schiena sentendo il peso dello zaino grigio sulle spalle. Stringe le dita tra di loro assottigliando le labbra mentre meditando tiene lo sguardo basso continuando a fissare il terreno per non incrociare lo sguardo con qualcuno che potrebbe riconoscerla. Non ha voglia di parlare con altri Hyuga, non che effettivamente qualcuno possa ricordarsi di lei, la stessa Hokage non si è ricordata di lei se non quando ha usato il suo nome, potrebbe tornare anche qui, vivere in isolamento, per un po' almeno. Dycon sarebbe deluso da questo pensiero e chi non lo sarebbe? probabilmente anche le stesse persone per la quale lo farebbe. In realtà non c'è nulla adesso che non farebbe innervosire qualcuno. Sospira, rimettendosi a posto il cappuccio incalzandolo sulla testa, non ne aveva voglia di farsi altri nemici solo per via del suo nome o della sua faccia. <salve> sospira facendolo più che altro per gentilezza prima di sollevare il mento e guardare in direzione di Ekko, questo per errore. Sgrana gli occhi osservandolo <oh> e sbattendo gli occhi mentre incrocia le braccia tra loro. <Ekko, ciao> ormai lo vede in situazioni così lontane da un contesto tranquillo che lo osserva con una certa sorpresa. Lo guarda dall'alto verso il basso sollevando un sopracciglio notando la palette di colori che ha scelto oggi, un colorato faro nella notte. [ch off] Prosegue, mobilitandosi attraverso quell'incedere flemmatico, risoluto, calcando il suolo tramite lunghi passi perpetrati dalle proprie slanciate gambe, sviluppate e toniche, le quali fanno per sollevarlo in verticale, lasciando svettare lo scipionico combattente per oltre il metro e novanta di statura. < Mh? > questo il dubbio soffiato nella notte, quando la voce di Mekura impregna quel di lei sospirato saluto di rimando. < Meky? > sfarfallio di ciglia, restando un momento incuriosito dall'incontro: più che altro, dalla tenuta di lei, essendosi abituato a vederla vestita in maniera piuttosto succinta e affascinante da vedere. < Non pensavo... > di vederla lì? E perché? E' una Hyuuga, ex consigliera tra l'altro: quello è proprio il posto dove dovrebbe stare, dopotutto. Dalla prospettiva della Kunoichi, ella potrà notarlo in quell'outfit piuttosto informale, da dopo training. Belle larghe le spalle sopra alle quali poggia il giubbettino verdognolo; sono letteralmente due torri, che discendono nei torrioni che vanno a comporre due braccia forzute e vigorose, una piegata per tenere la cinghia dello zaino portato in spalla, e l'altra lungo il fianco, con la mano infilata nella tasca. Aperto sul davanti, lascia intravedere quel profilo che, nel complesso, restituisce facilmente una sensazione d'atletismo e prestanza. Il busto è pompato, piuttosto ampio, pronunciato, anche se coperto dalla maglietta fucsia, visibile frontalmente da sotto il giacchetto, sfoggiando due pettorali aitanti, arcigni, affinandosi nel tronco d'un addome roccioso, scavato da solchi significativamente duri, definiti, nel quale si può distinguere chiaramente ogni fibra muscolare di quella anatomica illustrazione d'erculea imponenza. < Lascia stare. Stavi tornando a casa? > guardando un attimo la via, anche per analizzare il percorso. < Il Dojo della famiglia Hyuuga non è da quella parte...? > esattamente da dove s'era allontanata la ninja donna; non lo dice con sospetto, quanto più con aria interrogativa, senza eccessiva oppressione. Rimane quindi taciturno, osservando un placido silenzio.[Chakra off] Allarga il sorriso mostrando i denti e scuote la testa <lo so> solleva le spalle, come se anche per lei fosse strano. <ti avrei fatto la stessa domanda, mi hai preceduto> sorride placidamente sollevando di nuovo le spalle <insomma, hai capito> Risponde la donna prendendo un lungo respiro mentre si abbasserebbe il cappuccio, rimettendosi a posto i capelli per un attimo prima di rimettersi il cappuccio in testa. <si, stavo andando verso casa, bhe, in realtà volevo prendere qualcosa lungo la strada> risponde lei stringendosi tra le sue spalle rimanendo in silenzio, un silenzio tombale e colpevole quando questo fa notare che il dojo è dall'altra parte. Abbassa il capo lentamente e non risponde, rimanendo nel suo mutismo prima di guardare di nuovo altrove. Gli occhi vagano da terra all'uomo e di nuovo a terra prima di iniziare a incamminarsi per allontanarsi dal dojo Hyuuga. <hai da fare?> chiede verso questo, quasi con un certo allarme nella voce, come se volesse allontanarsi da li, velocemente. <vuoi venire con me?> chiede tenendo lo sguardo verso Ekko con le mani che ancora si agitano cercando di afferrare o i vestiti o lo zaino per le stringhe, Sembra quasi un cavallo che scalpita per partire. [ch off] Il capo inclinato, riverso al basso, per tenere inquadrata la figura della donna, dati i trenta e passa centimetri di differenza che distinguono l'altezza dell'uno dalla statura dell'altra. < Sì... ho capito. > annuisce blandamente, mostrando un fioco ed appena accennato sorriso. Resta fermo nella propria posizione: è praticamente una montagna, sorretto dalla mole imponente che ne descrive la sagoma. Il volto maturo, malgrado la giovane età sulle spalle, che non supera le diciassette estati, in procinto di compiere quella della maggiore età; i lineamenti marcati, tracciati anch'essi con una scolpita rifinitura, s'abbracciano di quel colore scuro del proprio incarnato. < Ah, bene. > ribatte conciso alla risposta di lei, senza aggiungere alcunché, né palesa intenzione di volerla disturbare. Occhi blu, densi, profondi, brillano nello sguardo del Bronzo della Nuvola, sotto sopracciglia sottili; due orecchini squadrati e dalla cromatura metallica ai lobi, un piercing ad anello sulla sinistra del labbro inferiore della bocca rosea e pronunciata, chiudono i dettagli della propria fisionomia facciale. < ...? > una nota interrogativa nel vedere la reazione di lei a quelle parole che ha pronunciato, facendosi maggiormente meditabondo. < Scusami. > solo questo, probabilmente poiché crede di aver percepito una sorta di disagio che l'altro ha arrecato con tale domanda. Piglio mite, su cui sfuma una nota di costernazione, a condividere quella solidale gentilezza nei confronti della ex consigliera. < Ora...? > quando gli chiede di rimando se abbia da fare. Stringe le dita attorno al telefono: muto. Lo tira fuori, per scrupolo, sbloccando lo schermo: niente. Nessuna notifica. Silenzio. < ...A dire il vero, no. Non ho da fare. > socchiudendo gli occhi, lasciando al termine di quella replica all'indirizzo della konohana un sospiro rassegnato, che si trasforma in un opaco e mite sorriso. < Va bene, Meky. > accettando, perciò, di avventurarsi con la portatrice del byakugan. < Avevi qualcosa in mente? Un posto in particolare? > non c'è malizia, sebbene i trascorsi tra i due possano facilmente subodorarla. Permane in quella tipica apparenza pacata, compassato e sobrio. [Chakra off] Quando sente quello scusami da parte della montagna Mekura ancora una volta non risponde. Guarda di lato per capire se stanno facendo troppo spettacolo, anche se stanno parlando tranquillamente. <fa nulla, è solo un problema mio, non tuo, non ti devi scusare di nulla> ma inizierebbe comunque ad allontanarsi a riprendere la sua marcia appena Ekko da il suo ok a seguirla. <non sei obbligato, lo sai vero?> afferma notando quella...reticenza? del resto prima di rispondere ha guardato il telefono, magari aveva effettivamente da fare ed era troppo gentile per dire di no. <ah volevo andare nella zona degli Akimichi, li fanno degli onigiri carichi e proteici, giusto qualcosa di veloce e facile da poartare via...poi non lo so, camminare? del resto le gambe sono il metodo più semplici per arrivare al contro di Kagegakure. > la sua attuale casa è una capsule hotel, qualcosa di ben lontano da un posto che possa definire suo, ma sempre meglio che stare al quartiere povero a mendicare o nacondersi dentro un palazzo. <è da un po' che non ci sentiamo, come stai?> domanda la donna tanto per verseggiare con questo mentre si allontanerebbero dalla zona per andare effettivamente a prendere da mangiare. Il suo atteggiamento è gentile, pagato, ma abbastanza distante come se i suoi pensieri fossero rivolti ad altro. [ch off] Pupille che restano soffermate sulla sagoma incappucciata della portaborse. < Va bene. > alle prime di lei, sul fatto che non si sarebbe dovuto scusare. Non ribadisce il proprio rammarico, accondiscende la volontà dell'altra, di modo da seguirne le movenze, al fine di poter incedere con ella, facendole compagnia come richiestogli precedentemente dalla stessa, iniziando ad avanzare per la strada del quartiere dei Clan. < No, no. Lo so. > che non è obbligato, mantenendo quel piglio semplice sui propri connotati dall'incarnato colorato. < Ci sono. Voglio venire con te. > la rassicura, così da farle segno di poter procedere, e che sarà lì ad incamminarsi al suo seguito. Luci ai lati della via, fari attaccati alle pareti del perimetro di ogni casolare della zona residenziale d'élite, lasciando per cui una certa penombra, specie in qualche angolo più riparato del tragitto. Solcano il terreno quelle piante del piede piuttosto ampie, scandendo ogni orma in maniera più contenuta, per cercare d'adattarsi all'andatura della Hyuuga con sé, portandocisi al fianco quando saranno intenti a passeggiare. < Credo sia un'ottima idea. > riguardo agli Onigiri, annuendo giusto un paio di volte, in segno affermativo ed a rafforzare la propria favella. < Ho finito di allenarmi, ci vuole proprio uno spuntino proteico. > aggiunge successivamente; il suo timbro è il classico proprio, quelle caratteristiche note baritonali, piene e profonde, le quali vanno ad echeggiare nell'aere circostante in modo limpido ed udibile, senza scomporre troppo il clima abbastanza sereno e regolare della nottata. < Non ti avevo mai vista in tenuta... comoda. > le fa presente, più per constatazione conversativa, che altro. < Sei molto carina anche vestita così. > un complimento gentile, generoso, nei confronti della donna. < Eh già. > che è da un po' che non si sentono. Si fa un attimo più taciturno, silenzioso. < Si va avanti. Cammino dritto, e resto in piedi. > risponde con aria sardonica, lasciando così quella tipica risposta da convenevole conversazione. < ... > un'occhiata più approfondita nei confronti della ninja della foglia < ... E tu? > le chiede, caloroso il tono, con una nota di premura nei suoi riguardi. Si trova al fianco sinistro di lei, mentre passeggiano sul viale. Il braccio destro proprio è accomodato lungo il fianco, con la mano nella tasca, mentre il mancino è sempre piegato, tenendo la cinghia dello zaino dietro la schiena con le dita arrovellate sulla tracolla singolarmente appesa alla spalla sinistra. La visuale che permane di traverso sulla ANBU, in una sorta di discreto interessamento nei suoi riguardi dopo quella sentita interpellanza, seppur generica.
[Chakra off] Quando sente questo dirle o meglio ribadire il suo interesse a seguirla la donna sorride con gratitudine e una certa soddisfazione, quasi compiacimento. <si, sai...non dispondendo di una cucina propria non si possono davvero scegliere i propri piatti, non ne ho voglia di ingrassare mentre mi alleno e questi sono un'ottima alternativa> afferma questa sempre con quel tono sovrappensiero. <ah comunque anche tu ti allenavi quindi?> domanda retorica la sua prima di prendere un lungo respiro e darci dentro con le domande <cardio? muscoli? su cosa ti sei concentrato?> le viene da ridacchiare quando le vengono fatti dei complimenti a prescindere dalla divisa più comoda. <bhe non potevo allenarmi con un paio di tacchi ai piedi, e tu...tu sei molto verde oggi> bhe l'altezza di questo non aiuta di certo nel rendere Ekko nella immaginazione di Mekura un enorme cactus sunese. Sogghigna al pensiero tra se e se tenendosi per se quella burla. Lui risponde vago alle sue domande e quando vengono rigirate verso di lei la stessa si ammutilisce ritornando seria <provo a camminare dritto, provo a rimanere in piedi> e ogni tanto ritorna in questo quartiere solo per immaginare cosa stesse facendo sua madre e Kurako e Hiashi. Rimane in quello stato sognante per un po' prima di allungare il passo. <ho..non ho fatto molto di recente, o meglio nulla che valga la pena raccontare> Si stringe con le mani attorno alle braccia mentre inizierebbe a sentire il freddo della serata passare oltre i vestiti. [ch off] Aggrotta le sopracciglia, sentendo le parole della donna riguardo la mancanza della cucina < Non disponi di una cucina? > un po' perplesso. Forse sta iniziando a figurarsi qualcosa, che l'altra non si voglia trovare veramente lì: di sicuro non ci abita, perché difficilmente una famiglia come quella degli Hyuuga, in casa, non abbia una zona cottura agibile e ben fornita a disposizione. < Non credo riusciresti ad ingrassare. > scrutandola da capo a piede, mentre pronuncia quelle parole con fare più divertito. < Non ti ci vedrei in versione Akimichi. > facendo riferimento alla corporatura tradizionale della gente di quel clan, avendone comunque potuti vedere, nel corso del tempo, qualche esponente, incrociato semmai, magari non conosciuto di persona. < Sì. > conferma quella risposta sul suo programma. < Allenamento funzionale. Cerco di allenare un po' tutto. > argomenta, andando per cui a precisare nel dare responso. < Ad ogni modo, oggi ho fatto un po' più di potenziamento muscolare. > aggiunge, in chiarimento della tabella di lavoro seguita quest'oggi. < Ah no? > sghignazzata sui tacchi. < Credo che sarebbe molto interessante vedertici provare, però. > ad allenarsi coi tacchi ai piedi. Una nota goliardica quella che trasmette la propria voce, attraverso tali battute. < Visto? Sono un albero. > tirando fuori la mano, e mettendosi in posa, facendo finta di essere proprio un arbusto. La sagoma prestante, l'incarnato bruno corteccia, e le lunghe leve superiori a fare da ramo, darebbero certamente manforte alla sua interpretazione. < Visto? Che ne dici? > in quella posa, giocondo. < Faccio un provino in qualche compagnia teatrale. Magari mi prendono come oggetto di scena. > ridacchia, composto, ma non per questo meno divertito. Ritorna più serio, nell'udire la replica di lei. CERCA DI poggiarle la mano destra dietro la schiena, alla volta della scapola sinistra, quella maggiormente prossima al proprio profilo, essendosi affiancato a quest'ultima sulla sinistra. < Tranquilla. Ci stai riuscendo. > a camminare dritto, e restare in piedi. < Beh, hai incontrato me. Non è una cosa che vale la pena raccontare? > mettendo su un finto broncio. < Sono ufficialmente offeso. > e la fa una smorfia puerile, scherzosamente. Nel notare quello stringersi attorno alle proprie braccia, così come a sentirle il freddo addosso attraverso quel contatto precedentemente provato, sempre se fosse andato a buon fine, TENTERA' di togliersi il giacchetto, per offrirlo all'altra e coprirla. Il tessuto non è pesantissimo, ma sarà comunque un indumento in più a coprire la Hyuuga; oltretutto, essendo il doppio di lei, praticamente è una specie di coperta. < Tieni. > senza preoccuparsi per sé, ma più di mostrare cortesia e buone maniere nei confronti di Mekura. Un po' un déjà-vu, a quel gesto, che aveva fatto pure la prima volta. In quanto a galanteria, non s'è mai smentito, né trattenuto, nei confronti di Mekura. [Chakra off] Annuisce in tuta risposta, continuando a stringersi tra se e se <succede quando vivi in un hotel> ed è anche un motivo per la quale non l'ha mai portato a casa propria, non ce l'ha una casa in quel senso. <è vero, gli Hyuuga fanno fatica ad ingrassare, ma stare attenti con la dieta è una disciplina mentale che preferire non abbandonare> insomma, la disciplina oltre allo stato fisico, mente e corpo devono rimanere in equilibrio come del resto deve rimanere in equilibrio il chakra tra forze fisiche e psichiche per funzionare al meglio. <non tutti chi Akimichi sono della stessa stazza. Ho conosciuto un Akimichi tempo fa che era tutt'altro che tradizionale in quel senso> tondo <ma è anche vero che non era completamente akimichi> borbotterebbe alla fine meditando tra se e se se quello che ha detto sono le parole giuste da dire, se magari potesse trovare delle parole più gentili per lui...chissà che fine ha fatto. <non me ne parlare: facciamo fatica ad ingrassare ma allo stesso tempo facciamo fatica a mettere su del muscolo> si lamenta lei ripensando sempre alla sua struttura fisica. La donna infatti seppure atletica è più simile ad un gatto. Non è fatto per la forza bruta, ma per l'agilità. <e rompermi le caviglie nel tentativo? passo, ma sarei ben felice di vedere te con un paio di tacchi addosso...tanto per vedere se puoi diventare ancora più alto di così> lo prenderebbe un po' in giro mentre osserva la sua performance teatrale come albero. Non riuscirebbe a riprimere un sorriso. <io sono un fantastico sasso, guardami i colori ce li ho già> ed in effetti è interessante notare come Ekko sia completamente colorato mentre lei non ha nessun tipo di colore, al massimo scale di toni. Piega la testa, muove le mani come per scacciarlo e ricomincerebbe a camminare <sono certa che sopravviverai alla offesa> scherza con questo prima che Ekko le metta sulle spalle la copertina, o meglio la felpa verde. Mekura lo guarda, guarda la felpa, poi guarda lui. <ti sei allenato, prenderai freddo> commenta questa pensando ad altavoce mentre fa un passo verso Ekko <sono un'ottimo sasso, ma in realtà credo che le mie doti d'attrice siano più improntate verso la figura dello scoiattolo. E così cercherebbe di fare il giro attorno ad Ekko portando le mani verso i fianchi del ragazzo per poi sollevare le mani sotto le spalle di questo. SI darebbe giusto la spinta con gli arti superiori e inferiori per compiere un piccolo balzo, abbastanza per sollevarsi quel tanto che le servirebbe per portare le gambe al livello dei fianchi e stringere le caviglie di colpo per sostenersi mentre porterebbe finalmente le braccia sulle spalle. Almeno in questo modo si potevano scambiare un po' di calore e lei si faceva trasporare a gratis. Due piccioni con una fava [ch off] Non aggiunge molto di più sulla questione abitazione, se non un laconico: < Capisco. > di circostanza, pronunciato con quell'aria neutrale, senza esprimere alcun giudizio in merito. Si rianima successivamente, almeno con un po' di vitalità scherzosa, riguardo alla questione della dieta. < Accidenti, come sei seria. Stavo scherzando... > senza che possa essere preso come un brontolare, anzi, ridacchia bassamente dopo essersi spiegato in quel modo, sul fatto che fosse ironico. Alla questione dei tacchi, rabbrividisce, divenendo più scuro per alcuni frangenti. < Ugh... > una nota di dolore interiore, sia endogeno che esogeno, lo prende all'altezza dell'osso sacro, come una fitta nervosa. < N-no. > agghiacciato. < No-non credo che possa essere una bella immagine. > deglutisce, profondamente, avvertendo un certo disagio. Scuote la testa a destra e sinistra rapidamente, come a voler cancellare quelle immagini orripilanti che sta tentando in tutti i modi di seppellire nei meandri della propria coscienza. < Lasciamo le cose belle a quante stanno bene addosso. > un po' più regolare, ma anche categorico, nel voler chiudere lì la parentesi. Sul paragonarsi ad un sasso, scruta nitidamente Mekura. < Beh... sei un sasso un po' troppo carino, a dire il vero. > ribatte con quell'obiezione lusinghevole. Alla sua reazione al proprio essere fintamente offeso, sghignazza. < Suvvia. Capisco l'essere fredda come un sasso, ma questo distacco è a dir poco crudele...! > sempre in quell'accezione comica, continuando a scambiarsi quella serie di giocosità. Successivamente, se fosse riuscito a poggiare il giacchetto sulle spalle di lei, avrebbe approfittato per TENTARE DI accarezzarle la guancia, strusciando il rovescio delle dita della mano destra, quest'ultime semi piegate verso l'interno del palmo, scorrendo con maniera soffice sull'incarnato bianco della gota mancina di lei. Un gesto dolce, gentile, accompagnato da un flebile sorriso che fa capolino sulle labbra, in direzione della donna. Scivola via quell'attenzione, durata effettivamente solo un attimo, benché l'entità stessa dell'atto, la sua profonda flemma per darne maggiore intensità, sembrino scandire ogni attimo, come un'immagine animata vista a rallentatore, frame by frame, finché non si esauriscono le sequenze. Riaccaserà l'arto al proprio fianco, se non avrà altro intralcio. L'altra lo sorprende sia con quell'affermazione che con quel gesto. < Uh? > vedendosela andare di spalle, la lascia salire: avrà un po' da scavalcare, e per la Kunoichi sarà un po' come fare climbing su quella montagna. < Ehi... eh-eh! > sentendosela sulla schiena come un Koala. Sarebbe una scena molto carina, se non fosse che gli piglia un'altra fitta alla parte posteriore. < .... > mimica che si fa contratta, cercando di nascondere l'escalation di tedio. Deglutisce, per poi prendere un lungo fiato. E' solo mentale. E' solo una sensazione legata ad un brutto ricordo. Riprende lo zaino -che s'era tolto per dare la giacca a Mekura-, portandoselo sul davanti a tipo marsupio da canguro. Per fortuna è leggero, così come la stessa Hyuuga. Porta le mani a cercare le cosce di lei, così da aiutarla nel sostenersi in quella presa. Le dita di entrambe le mani scivolano dal vasto laterale delle gambe di lei fino alla base dei glutei... e qualche volta proprio sui glutei dell'altra. In maniera innocente. < Volevo dirti che mi dispiace per l'altra volta. Quando mi hai parlato della tua storia. > accenna, il tono sembra essere sincero, sempre placido, con l'espressione compassata. < Non avevo il diritto di dirti quelle cose. Sono affari tuoi, dopotutto. > sospira, finendo in un silenzio meditabondo. [Chakra off] <Sei sicuro? te li farei anche provare, ma immagino che non hai il mio piede da elefante e ti starebbero troppo larghe, sicuramente> ci scherza su quello che è evidentemente il contrario. <io sono crudele> commenta la donna sempre in quel gioco comico mentre si riassesta permettendo ad Ekko di aiutarla a sostenersi solo per dare successivamente uno schiaffetto giocoso su una delle mani quando va a toccare il suo sedere. Piega la testa contro la spalla destra di questo tirando un lungo sospiro prima di sentire Ekko che si scusa per quello che è successo l'ultima volta <non è vero> spiega la donna <in realtà avevi tutto il diritto di dirmi quello che dovevi dirmi: mi stai aiutando, il minimo che possa fare è ascolarti quando hai qualcosa da dire> spiega lei seria cercando di accoccolarsi ancora un po'...ne sente il bisogno, come se volesse nascondersi e rimanere li. <e non ti devi dispiacere. Mi hai fatto il regalo di essere sincero, fi non avermi biasimato e spinto a reagire...credo che sia abbastanza palese che io si dalla parte del torto...e non credo che circondarmi di persone che mi dicano quanto siano dispiaciuti per me sia la risposta a trovare Kimi...o rivedere Hiashi e Kurako> si appoggia contro la pelle di questo, il respiro caldo delle labbra e del nasco riscalderebbero la parte in contatti di Ekko. <ero li per loro> rivela alla fine, intendendo il posto dove loro due si sarebbero incontrati giusto qualche secondo fa [ch off] Ridacchia alla battuta in merito ai tacchi. < Piedi da elefante. Questa è buona. > immaginandosi l'altra con gli zamponi del suddetto animale. < Direi proprio di sì! > assecondando quel suo gioco, soffiando un risolino bonario, sempre sui toni grevi e contenuti. < Davvero? > sull'essere crudele, da lei ribattuto, in chiave comunque ironica. Di certo, da quella nuova posizione, la donna può assaporare l'ebrezza di vedere le cose da una prospettiva più sopraelevata, dato che si sentirà praticamente rialzata di almeno mezzo metro rispetto al normale; il tutto, poi, senza usare il chakra e stare appollaiati a rami di fronde dentro foreste, oppure sporgenze rocciose, attraverso la conoscenza del rilascio base. Insomma, ad un albero ci sta attaccata, così come potrebbe essere considerato un massiccio montuoso il Cacciatore di Taglie, data la stazza imponente che ne sostiene e contraddistingue le fattezze, slanciate ed aitanti in una complessione robusta ed erculea. Le mani permangono in sosta sulle cosce di lei, anche quando si becca la bottarella dello schiaffetto per essersi spinto in divieto di parcheggio. La tiene su, reggendola in quello stargli accollata alla schiena; le dita, di tanto in tanto, strusciano sopra i pantaloni altrui, in carezze docili e più innocenti, restando sulla fascia femorale dei bicipiti cosciali della burocrate. Le proprie leve, comunque, saranno nascoste ad una ottica esterna, dato il giaccone che ha messo sulle spalle della Kunoichi, a farle da ulteriori rivestimento, e quindi, trovandosi lei su di lui, farebbe quasi da mantella, un po' ingobbita per la presenza della stessa femmina. Il petto morbido della femmina sulle proprie scapole è decisamente una bella sensazione, che ogni tanto gli solletica la spina dorsale con una scossettina di piacere scaturita proprio da quella serie di contatti ravvicinati a causa della posizione che hanno assunto reciprocamente. La lascia accoccolare, ed a maggior ragione, intensifica quelle attenzioni che rilascia sulle sue gambe, facendole sentire la tenerezza di quei gesti docili che le lambiscono l'area inferiore interna degli arti inferiori. Inclina il collo dal lato opposto dove si trova il visino della Hyuuga, per darle modo di appoggiarsi maggiormente sulla propria spalla col faccino, riuscendo anche ad avere possibilità di inquadrarla di sottecchi, inclinando sul versante in basso le iridi dentro le orbite. < Non c'è ragione o torto, in questa storia, Meky. > le dice, in modo sincero, sempre molto pacato. < Soltanto un figlio che è cresciuto lontano dai genitori. > ammette. Sente il respiro di lei che ne scaldano l'incarnato. Socchiude un attimo gli occhi, a quella presenza femminile addosso a sé, a cui non sa stare indifferente. < Sono gli altri tuoi figli? > riferito ai due nomi. < Non sei tornata a casa. Casa tua. > deduce, facendo riferimento alla nuova sede del suo clan. < Hai paura che non ti accettino indietro? > domanda, infine, continuando a camminare. Non sa se stanno andando davvero ancora a prendere degli onigiri, ormai lui cammina, portandosi dietro la donzella matura nemmeno forse la giara di sabbia di un sabaku. Molto meglio lei, che la sabbia, però.
[Chakra off]
Giocata dal 24/04/2021 21:54 al 25/04/2021 02:07 nella chat "Quartiere dei Clan [Konoha]"
Sospira appoggiando tutto il peso della testa sulle spalle di Ekko. <vero? potevo essere un comico piuttosto che una ninja in un'altro universo> socchiude gli occhi dando un leggero sbuffo <bhe in questo o nell'altro sono una buffona, non cambia davvero molto> e quando chiede ironicamente se lei potesse essere crudele il suo sguardo si perde per un'attimo <credi di no?> Solleva la testa mentre guarda il mondo dalla nuova prospettiva e si metterebbe, come è giusto che sia, a prendere un po' in giro Ekko. <ma senti che aria di montagna che si sente da qui> prende un'ampio respiro <sa di fatica> che odore ha la fatica: eh...sudore e sangue. Ma l'aria gioviale ripiomba su una parte della natura della donna che è particolarmente disastrosa per lei, e questa risponde con un pesante sorriso di circostanza. <lo hanno già fatto, è stato il primo posto in cui sono andata ma, giustamente mi hanno trattata come una estranea, un fantasma, un parassita.> si prende un lungo momento, perché ripensandoci la condizione di questo mondo non è dissimile a quello della sua famiglia: appartiene al loro passato ed è un passato che è pesante, che li fa arrabbiare, che li spaventa, che non li vuole. < Sono felice che siano con mia madre...non ebbe modo di crescermi a suo tempo, diciamo che la storia di Kimi è molto simile alla mia infanzia su questo aspetto, almeno in questo modo ha avuto una rivincita dal suo passato...vorrei solo che anche lei con la questione di dare tempo ai bambini non la utilizzasse come scusa per non parlarmi> si sente estremamente sola a pensarci <non voglio arrendermi...sono solo un po' triste di non poter sapere che cosa hanno fatto oggi, se ci sono dei problemi, se vogliono mangiare qualcosa insieme tutti quanti, piccole cose> sorride <rimarrei ore a parlarne ma...è meglio se lasciamo stare> [ch off] Continua a tenere su Mekura, appoggiatagli dietro la schiena con il suo giacchetto addosso, che gli viene a fare tipo gobba di Quasimodo del gobbo di Notre Dame versione disney. Le manone dalla pelle scura ed i palmi più chiari che tengono bene agguantata l'altra per le cosce, continuando a massaggiarle di tanto in tanto, facendo per depositare quelle carezze sulle zone femorali, fino al principio dei glutei, quest'ultimi sfiorandoli solamente. Tiene il collo appena inclinato lateralmente, dalla parte opposta al versante dove il visino della kunoichi sta appoggiato, così da darle maggiore spazio di accomodamento, lasciandole la superficie della sua ampia spalla a disposizione per potercisi restare sistemata, senza fastidi di sorta. Di tanto in tanto, le pupille sgattaiolano a fissare la quel faccino che spunta dalla scapola, alternando una visuale di sottecchi nei confronti della Hyuuga ad una più diretta verso la strada illuminata della via del quartiere dei clan. < C'è sempre tempo per iniziare. > alle prime di lei, soffiando un lieve risolino divertito, contenuto. < Nah. Ma non dire scemenze. > quando l'altra si dà della buffona. < Sei troppo severa con te stessa. E' giusto essere critici, ma non per buttarsi giù d'animo. > commenta in sua direzione, con una nota di leggerezza che vuole ispirare un po' più di animosità, di carisma nei confronti della donna.
< Credo di no. > confermando quella versione che ha già dato sui fatti in discussione. < Mh? > aggrotta un sopracciglio. < Stai dicendo che puzzo, per caso? No, perché mi potrei offendere... eh! > borbotta con una certa ironia, sghignazzando al contempo mentre esprime quella comicità. < Ah. Capisco. > lieve vibrazione del capo, in verticale, in cenno di comprensione della questione. < Purtroppo coi parenti non è mai facile. Almeno, suppongo sia così. > un po' generico, vago, in quella ribattuta. < Diciamo che non è facile in generale... > chiarisce ed amplia quella considerazione. < Ma sono queste cose, che ci aiutano e motivano ad andare avanti. Non ci devono demotivare. Ci fanno capire che bisogna sempre conquistarsi tutto. Anche quelle che crediamo ci spettino di diritto. > come la linea di sangue, la famiglia. < Non penso lo farà, dai. > riguardo invece alla piccolina scomparsa. < Magari capirà, un giorno. E' un mondo complicato. Questo tempo, lo rende ancora di più tale. > vaghe allusioni alla guerra, all'olocausto, alla situazione attuale. < Se ti può fare stare bene, parlamene. > le propone. < Non avere timore. Con me. > aggiunge dopo. < Sei già sulle mie spalle, dopotutto! > ridacchiando umoristicamente. < Sennò, parleremo d'altro. > qualora volesse evitare l'argomento. < Credo di aver conosciuto il tuo coinquilino. > una postilla in chiusura, giusto buttata lì in caso si dovesse cercare qualche altro argomento. [Chakra off] <e se anche fosse? puzzo anche io di fatica...e un buon odore ti riporta a contatto con la realtà> commenta questa seriamente prima di Sbuffare ironica quando questo dice che non è crudele <crede di no> se non fosse crudele non avrebbe perso così tanti amici per strada <immagino che lo scoprirai da solo quanto sono realmente crudele> anche la debolezza alla fine è una forma di crudeltà verso il prossimo. <non c'è bisogno di fare delle spiegazioni su come mi sento, mi sembra abbastanza palese,> commenta la donna alla proposta di parlarne con Ekko, se volesse.Non è ironica è solo combattuta dal continuare a lamentarsi per qualcosa che è assodato. <in realtà so poco e nulla di te, potrebbe essere uno scambio equo: io parlo di me, tu parli di te> la butta li come proposta e neppure troppo ironica nel dirlo. <come posso darti torto> commenta la donna sulle difficoltà in generale con le persone ed a tal proposito <hei, Ekko...> chiede guardando verso questo facendo forza con le ginocchia e le mani sulle spalle per sollevare il busto. <solo le gambe, non salire più di così, per cortesia> commenta riguardo alle mani che stavano ritornando su un punto no della giornata <mi dispiace, ma non è il posto per questo...siamo troppo vicini al mio clan...scusami> e semmai qualcuno la vedesse con il byakugan? magari non sarebbe significato nulla, ma questa volta sa bene che sono i suoi sensi di colpa a parlare forte. <hai conosciuto Saisashi?> domanda la donna sbattendo gli occhi per un attimo e poi sorridere <ah! molto bene, vedo che va in giro e conosce persone, bravo e racconta, come lo hai conosciuto? stava lavorando? era dietro a qualche provino? non mi ha parlato di te, bhe, adesso siamo un po' impegnati tutti e due, dimmi tutto> sembra davvero soddisfatta che Saisashi andasse in giro a conoscere nuover persone, davvero sollevata [ch off] Sfarfallio di ciglia, soffiando una nota più lieve e divertita. < Suvvia, Meky. Stavo scherzando, dai... > alla serietà di lei, contrappone quello spirito goliardico e leggero, per trasmettere un po' d'animo sereno e maggiormente improntato alla semplice giocosità. < Immagino. > sullo scoprire circa riguardo la sua crudeltà, non conferma né smentisce: soltanto, asseconda senza obiettare, lasciando ai posteri l'ardua sentenza in merito a quell'argomento. Sempre qualche coccola a livello delle cosce di lei, facendole sentire la propria presa lungo le gambe in maniera da non essere magari troppo schiva, o magari fredda, bensì più accogliente e calda, come fosse quell'acqua che ti arriva proprio alle cosce quando ti avventuri lungo la riva prima di andare a tuffarti del tutto, restando in attesa di acclimatarti un poco, prendendo lentamente ad abituarti alla temperatura diversa dell'acqua, attimo dopo attimo, mentre rimani lì aspettando che il tuo corpo s'abitui a quello stare a galla. < Scusami se ti ho turbata. Non volevo farti sentire a disagio, ma solamente essere gentile. > lieve nota indolente quando l'altra ribatte con una certa aria dibattuta, la quale probabilmente ha reso una certa enfasi alla frase che gli ha riferito. Sguardo che si mantiene sul quartiere, proseguendo con quell'incedere cadenzato e tranquillo sotto l'illuminazione dei lumi che scandiscono il tracciato attraverso il quartiere del clan del distretto dedicato al villaggio della foglia. < Va bene, va bene... > ridacchiando bonariamente, quando lo rimbecca ancora con la manina vispa. Naturalmente, sul parlare di sé, ha glissato clamorosamente. < Sì, esatto. > riguardo a Saisashi, materia messa in mezzo come distrazione, e che torna pienamente utile alla faccenda. < Beh, non è proprio così, effettivamente. E' stato un incontro abbastanza casuale. > riguardo al Sublime, ed al fatto che se ne vada in giro a conoscere persone di proposito. < Era al campo di addestramento a... riflettere su cose sue. > la ragguaglia in breve sul loro primo incontro. < Ha molti pensieri per la testa. Ed a ben ragione, direi. > rammentando poi l'accaduto del centro commerciale. < Vorrei riparlargli. Devo incontrarlo. > ammette, esprimendo quel bisogno. < Sei una donna molto curiosa, comunque, eh? > su quel 'dimmi tutto', naturalmente con aria bonaria. < E' una persona che ti sta a cuore? > domanda, ma non ha l'aria gelosa: anzi, sembra che ci sia una certa premura nei di lei confronti. Frattanto, dovrebbero essere arrivati presso l'area occupata dagli Akimichi, dove la Hyuuga aveva accennato di volersi fermare. < Siamo dagli Akimichi, comunque. > un cenno. < Ti faccio scendere? Così magari smetto di toccarti il sedere, o provarci a farlo... > risolino burlesco. [Chakra off] Lo ha messo in imbarazzo? <lo so Ekko...> guarda altrove imbarazzanta. <lo so, ti chiedo scusa, è tutt'altro che non apprezzato, solo...qui è meglio di no> qui in tempo rappresentava qualcosa. E se quel qualcosa si facesse vedere a farsi toccare il culo, bhe avrebbe solo dimostrato quanto in basso sono caduti i ninja del passato. Ma torniamo su Saisashi mentre questa lo ascolta rapita come se stesse ascoltando una bella storia. Ha uno sguardo che intenerito, rimugina, pensa e a sua volta si domanda cosa avesse da pensare Saisashi. Quando questo le chiede se fosse importante per lei La donna sorride, un sorriso tenero che nasconde molte, molte cose. <un tempo ero la sua sensei, ma come succede spesso l'allievo aveva da insegnare più cose al maestro che il maestro a lui. Ho fallito moltissimo con lui ed è ancora una di quelle persone che è tornato per, spero, rimanere nella mia vita> ridacchia < ho avuto il piacere di incontrare quando ero una ragazzina una vecchia signora: mi ha fatto impressione perché era una ninja malinconica del suo passato e nella mia arroganza mi sembrava una donna molto, molto...squallida così legata al suo passato, così caricaturale di se stessa, un pezzo verde tra i denti mentre sorrideva. Mi ero ripromessa di non diventare mai così, sola, miserevole, squallida. Ma più vado avanti con l'età, più mi accorgo degli errori che ho fatto, più mi accorgo di essere diventata molto simile alla signora in questione. Potrei cadere nella disperazione, ma ripensandoci: ero arrogante e quella donna era gentile ed educata, magari non la conoscevo neanche, magari aveva degli amici fidati con cui condividere la propria vita, magari io ho Saisashi> l'ha presa lunga, al pensiero le viene da ridere <ho fatto il giro dei sette anelli prima di dire una cosa così...facile da dire> sorride <si, è molto importante... molto importante > ripete la donna sospirando appena non accorgendosi che adesso sono nel nuovo quartiere <oh!> abbassa lo sguardo guardando il terreno <tu sei sicuro che vuoi lasciarmi andare vero? sono bassa, potrei colpire il tuo di sedere a tradimento> risolino Burlesco riflesso [ch off] Ridacchia blandamente. < Beh, il sedere è tuo. Perché dovresti chiedermi scusa?! > la cosa lo diverte molto, più che imbarazzarlo, in realtà. < Mi fa piacere che sia apprezzato. Si vede che ti alleni. E' molto in forma. > un complimento, dopotutto, anche piuttosto giovanile. Dopotutto, non ha nemmeno diciotto anni, pur rimanendo un ragazzone di colore, di quasi due metri d'altezza, e largo quanto un armadio a due ante. < Comunque va bene... va bene. > sul fatto che lì sia meglio di no, dato che sembri provocare dell'imbarazzato nell'altra: anche se c'è il giaccone a coprirla, che le scende pure oltre il bacino, penzolando a mezz'aria come una specie di mantella; alla fine, Mekura non è proprio della taglia e stazza del Taijutser, ed i suoi abiti le stanno almeno quattro volte, addosso. Con una maglia, ci potrebbe fare un vestito lungo. < Ah. Ma senti un po'. > riguardo al fatto che lei fu la maestra di lui. < Una bella storia. > sempre rieferito a quanto gli ha raccontato la Hyuuga. < Ancora... Ora ti meno io, se non la smetti di dire di aver fallito. > bofonchia, abbastanza severo, non cattivo, c'è sempre un pizzico di ironia. < Se è diventato quel che è, lo deve anche a te ed ai tuoi insegnamenti. Il talento è importante, ma non sboccia senza l'esercizio. Va curato. > commenta successivamente, con molta più serietà su quella prospettiva che condivide con la fogliosa. < Beh, se quella vecchia signora era carina almeno quanto te... Allora sì, sei stata crudele! > goliardico, rifacendosi anche alle battute scandite precedentemente. < Non ci pensare. O almeno, prova a non vederla così. Che miglioramento ricevi da tutto ciò? Farti del male in questa maniera, non ti aiuterà a migliorare. Cosa che tu vuoi, perché se ti critichi, proprio tu che dici di essere stata arrogante, il motivo è sicuramente quello di voler cercare di diventare di più di ciò che ti accusi di essere. > le dice, in modo placido, calmo, sereno, provando ad assumere una certa misura di carisma nel verbo, così anche da trasmetterlo alla stessa. < Mi fa piacere. Sembra un ragazzo in gamba. > riguardo al vecchio ninja conoscitore delle arti marziali. < Anzi, sono sicuro che lo sia. > si sbilancia un po', forse per mantenersi in linea con l'atmosfera, i discorsi di lei, andarle un po' più incontro. < Sono sicuro che la cosa non ti dispiacerebbe. > quando si parla che, lasciandola andare, potrebbe colpirgli il sedere. Del resto, lui lo farà di proposito: infatti, mentre l'aiuta a scendere, facendola scivolare giù, CERCHERA DI lasciare una bella palpata consistente ai glutei della Kunoichi, con manona piena. <..Oplà! > in maniera del tutto disinvolta, mentre se la ride furbescamente a quel tentativo malizioso quanto ragazzesco di toccatina di natiche. [Chakra off] <in effetti> perché sta chiedendo scusa? c'ha ragione, non dovrebbe chiedere scusa, perché sta chiedendo scusa con qualcosa che le è letteralmente attaccato addosso? <grazie> liquiderebbe quel discorso con un semplice grazie sollevando le spalle mentre una delle mani va a giocare con uno dei grossi dred di Ekko. <sai che non sarebbe male> afferma, sul fatto di essere menata? si, no, entrambe le cose è meglio non capire a cosa si riferisse. <Saisashi è diventato quello che è a prescindere dalla mia guida, non voglio togliergli dei meriti che ha. Si l'ho aiutato, avrei voluto essere un buon sensei, una buona amica, ma gli sono bastata, mi ha accettato così come sono, non posso chiedergli di più> e quando sente il fatto ancora una volta che si sta cricando troppo, che è troppo severa con se stessa si stringerebbe di più attorno a Ekko come se volesse cercare in modo atavico un certo conforto. <credo che...mi piaccia sentirmi male, inconsciamente> abbassa lo sguardo meditandoci sopra. <magari dovrei davvero farmi menare per sport da qualcuno, ci si può guadagna ...! EKKO!> esclama quando, mentre era in discesa, sente la strombazzata alla natica del ragazzione. Tanto che si porta le mani dietro la schiena e le incrocia per proteggere il luogo no della serata <e basta! non produce un suono buffo se lo premi> e anche se sta esclamando con un senso di allarme la donna, al tempo stesso sembra comunque stare al gioco, almeno non si lamenta e non palesa il suo essere masocchistico. [ch off] Ridacchia divertito alla reazione di lei quando realizza che, in effetti, non dovrebbe scusarsi. < Grazie? > alle parole altrui. < Questo è tutto? > buffamente risentito. <
Maddai. Mi aspettavo una reazione un po' più vispa! > in quella ironica obiezione. <Davvero. Sei proprio crudele. > a quell'apprezzamento, liquidato così semplicemente, alludendo sempre alle chiacchiere fatte poc'anzi. < Eh? > quando afferma sul fatto di essere menate. < Oh santa nuvola, Meky. Che gusti c'hai? Non ti facevo così estrema... > starà scherzando? Avrà frainteso davvero? La faccia sicuramente è tutto un programma: burlesca, goffa, un po' sorpresa. Su Saisashi, annuisce soltanto. Gli sale un brividino mentre si sente toccare una delle trecciolone della propria capigliatua, sembrando essere sensibile al tocco di donna, specialmente su quei capelli dall'acconciatura particolare. < Mhmhm.... > un mormorio di gradimento, una specie mezza fusa, da parte di un puma enorme e nero. < Beh, è cosa buona e giusta, no? > ritornando sul Sublime ed il rapporto che ha con lui, non capendo bene quale sia il punto della questione. < Mhpf... > la lascia stringersi a sé. Quella storia sul piacere di sentirsi male, un po' lo contraria, ma del resto non ci dà troppo peso. Non giudica, non la cambia: le dice la propria opinione, le condivide quello che è il suo pensiero, il proprio punto di vista, sperando che questo possa portarle qualche giovamento; per il resto, decisioni di lei, su cosa farne, sia di quello che può tentare di trasmetterle, che cosa farne di quello che le sta intorno, che le viene messo a disposizione, così come della sua vita. < Beh, su qualcosa ti ci impegni davvero, allora. > infatti, eccolo uscirsene con una battuta sarcastica, non derisoria, quanto più umoristicamente mirata all'argomento in questione. < AH-AH-AH! > ride più divertito quando la sente esclamare per la strombazzata tirata. Si piega un po', tanto che la cosa l'ha divertito. E' un giovanottone, vispo e vivace, alla fin fine. Sono ragazzate. < Ah no? Mannaggia... > sul fatto che non faccia suoni, buffo. E' divertito, ed anche se quella fa tutta la puritana, che cerca di tenersi il sederotto, coprendoselo, e sgridandolo, lui sembra cogliere la giocosità altrui. < Beh, se vuoi, due botte magari te le posso pure dare. > ora, di quali botte stia parlando, magari lo si scoprirà soltanto in futuro, strada facendo. < Per ora, possiamo cominciare con un assaggio alternativo. > e, dopo quelle parole, pronunciate in modo più malizioso ed accattivante, cercherà di fiondarsi con il viso verso quello della donna, PROVANDO a raggiungere la di lei bocca con la propria. TENTA DI BACIARLA, in un bacio rapinoso, ma non per questo poco sensuale, provano ad accattivarla con un certo intrigo di quelle discussioni e provocazioni durate tutta una serata, rendendo quella comunione un po' la ciliegina sulla torta. [Chakra off] <visto?> si gira verso questo assottigliando gli occhi e allargando un sorriso simile a quello di una volpe, se le volpi sapessero sorridere. <in effetti io non ti ho mai introdotto alle corde> incrocia le braccia questa mentre rimane a pensarci su <va bene, direi che a questo punto tanto vale usarle> solleva le mani e le spalle come se nulla fosse..sarà una nuova esperienza, per lui sicuramente. Intanto questo la prende in giro ma silenziosamente le dice alcune cose di se, lei ascolta, non commenta, non si vuole scoprire. <sono seria con le botte comunque, almeno in allenamento> afferma la donna scuotendo il capo, capendo a cosa l'altro alludesse, ma in quel momento le sue rotelle stanno girando abbastanza forte. <è strano che non si facciano degli scontri, monitorati e gestiti eh, ma si tratta comunque di più villaggi ninja, avranno pur bisogno di far sfogare queste persone con qualcosa dove possono dimostrare le loro capacità. Ho capito, non gli piace il passato quindi non può essere come un esame chiunin, però se fosse una attività sportiva? dalla quale puoi anche rica...humm> e mentre sta parlando si sente le labbra del gigante contro le sue. Sente la pressione in contrasto con la morbidezza delle labbra. <humf> si cheta rispondendo al suo bacio senza lamentarsi o parlare oltre. Lascerebbe andare tutta la tensione e stress della giornata tanto che va a cercare con le mani il suo volto e rimanere così a contatto prima di staccarsi e prendere un lungo respiro. <va bene non parlo più> risponde la donna andando a guardare in direzione della bancarella, non è troppo lontana. <grazie...Ekko> le viene da dire mentre sospira pesantemente. <ma non credo che potremmo fare più di così questa sera mia sa, non avrei la forza di fare nulla se non crollarti addosso, ma ti faccio una proposta: affrontami, ufficialmente e se mi sconfiggi puoi chiedermi tutto quello che vorrai, che dici?> domanda verso questo cercando di arruolarlo nelle sue folli idee per creare qualcosa all'interno del villaggio. [ch off] La bacia, e lascia un po' i discorsi promossi al vento, facendo in modo che ristagnassero nell'atmosfera per qualche istante, quei frangenti che serviranno a far consumare il sodalizio delle loro labbra. Pressione delle bocche a contatto che diventano giochi di incastro; le mani di lei sul suo viso le sente, calde, piacevoli al tocco. Ne approfitta per abbracciarla, prendendole i fianchi, ricavandone un po' di sano contatto fisico e di vicinanza. Occhi socchiusi, per godersi al pieno l'istante. Un momento per staccare da tutto, non pensare. Qualcosa che sembra servire pure a lui. Scioglierà quella comunione labiale quando l'altra decide di allontanarsi, senza perseverare, ma dando modo e maniera a Mekura di scandire la durata e la relativa fine di quell'incontro delle loro oralità. Riapre lo sguardo, osservandola. Sorride. < Beh.. di solito è sempre così che va a finire. > un po' sfrontato
e sicuro di sé, questa volta, anche se lo dice in maniera del tutto giocosa, senza mai dare troppo l'aria di essere tronfio, di atteggiarsi eccessivamente se non per goliardia. < Vuoi un duello con me? > sfarfallio di ciglia, un po' meditabondo. < Mh. > ci riflette bene. Prendendo in esame anche le altre parole della kunoichi, quelle rimaste appese per via dell'incursione e consecutivo assedio sul di lei musino. < Vuoi organizzare una specie di torneo di combattimento, quindi? > sembra captare da quell'idea. < Credo che sia una cosa che possa fare. > in merito al duello. < Posso chiederti tutto quello che voglio? Tutto tutto? > faccetta interessata, molto. Chissà cosa gli balza in mente al ragazzaccio di un nigga. < Proprio ufficialmente? E se perdi? Non ti preoccupa? > ne fa forse un discorso di reputazione, anche ritenendo in una certa maniera un bell'azzardo. < Non so quanto sia giusto... se perdessi io, non avrei poi granché ritorsioni. > dopotutto, lui è un signor nessuno, non ha reputazione, e comunque genin da poco, e perciò, rispetto magari alla ex consigliera della foglia, ci starebbe tutto perdere; ma, l'incontrario, è molto più pesante. < Forse dovremmo valutare più un allenamento. Ma lo dico per te, eh. > lui la butta lì, ma senza obblighi di circostanza. < Poi, vedi tu. Io accetto di battermi. > in conclusione, mentre continua ad accarezzarne i fianchi, e magari anche un po' il posteriore, di furbizia ed esperienza, mentre magari la distrae con quelle repliche abbastanza importanti. [Chakra off] <come scusa?> commenta la donna come se fosse stata colpita nell'orgoglio. <non è vero> Certo, non ha più la resistenza di un tempo...ma non ha più la resistenza di un tempo. <una specie> piega la testa e mugugna non sapendo come iniziare il discorso <guarda qui> commenta andando a prendere il telefono dallo zaino dovendosi togliere per forza la felpa di Ekko e quindi tirare fuori l'arnese malefico <c'è una cosa che ho notato è che c'è un mercato attorno alle applicazioni secondarie, ovvero quelle che sono strumentali alle applicazioni principali come ninjagram. ora immagina una app che ti permette di ricercare all'interno del suo database possibili combattenti iscritti, chiamarli, organizzarsi con loro e l'applicazione offre dei luoghi e dei giudici di disputa. Più vinci più il tuo punteggio sale e impedisce di andare a caccia di punteggi inferiori quindi persone al di fuori del tuo livello. Questo magari ti garantisce la vittoria di contest, premi in denaro e non, roba con la quale puoi realisticamente viverci> afferma la donna seriamente <offrirebbe un sacco di lavoro a vecchi ninja che non sanno fare altro> ma si ritorna da Ekko e la sua malizia <ah pensi di no?> chiede la donna questa volta lei maliziosa <ho delle "torture" da provare e tu sei un candidato grande grande, non avresti grandi ritorsioni lo dici tu> e sbatte gli occhi come se avesse appena detto qualcosa di innocente. <tento il tutto per tutto: ai miei tempi se non ti bucavano le mani con capelli non era un allenamento> non è ironica. <quindi si, confermo ma non mi dispiacerebbe anche l'allenamento> Intanto ha deciso che si sarebbe battuto in ogni caso e questo era quello che voleva sentire. <molto bene..mangiamo qualcosa allora? ho..ancora molta fame e per quanto tu sia delizioso il mio stomaco non + d'accordo> e così, alla fine, Mekura lo guiderebbe verso questo fantomatico chiosco per andare a mangiare..poi la sera avanza, i due probabilmente seguiranno strade separate perun po' e lei potrà tornare nel suo cabinato a dormire serenamente. [end] Si umetta le labbra, con aria divertita. < D'accordo... vedi di dimostrarmelo, però... > malizioso e provocatore. < ... siamo tutti bravi a parole, sennò! > occhiolino, ed un'altra stoccata procace e intrigante nei suoi riguardi. Quando gli dice di guardare, andando a prendere il telefono, ne approfitta per riprendersi temporaneamente la giacca, ma non indossandola, anzi, mantenendola a disposizione che, con buona probabilità, l'altra potrebbe percepire di lì a poco il colpetto di freddo per essersi scoperta, ancora all'aperto. < Mh? > occhieggia il cellulare. < Vuoi creare una app in cui ci si può iscrivere e quindi organizzare per combattimenti? > una specie di tinder delle botte. < Io l'avrei fatto per le ragazze. > ekko, appunto. Sghignazzatina sardonica. < Beh, dovresti creare prima una specie di lega, organizzazione, o qualcosa di simile, che poi può fare affidamento all'applicazione. > suppone, riguardo alla questione. Sembra interessato, meditabondo. < Non è male come idea. Cioè, magari se la metti sotto il piano sportivo, più che che altro, come se fosse una specie di attività tanto ludica quanto però competitiva, magari funziona, non so. > una sorta di torneo di arti marziali. < Poi, puoi anche inventarti delle categorie, per rendere più variegata l'offerta ed il piano di scontro. Tipo degli incontri a squadre, oppure una specie di combattimenti ad obiettivi. > insomma, le idee ci possono essere, le possibilità sono tante. < Ti serve l'approvazione del consiglio, suppongo. > dato che potrebbe essere necessario il beneplacito dei Daymio. < E poi qualche informatico che curi l'applicazione e tutto. > essendo lui comunque cresciuto in quel contesto, ma non nella maniera tale da essere in grado di lavorare ad un qualcosa che richieda delle conoscenze e competenze specifiche del mestiere, tutto quello che può fare e indirizzare la Hyuuga da chi è più capace < Torture? > un po' preoccupato. Quella prima je dice che le piacciono le botte, poi le torture... insomma, comincia a ricredersi sui gusti della burocrate. < Ai tuoi tempi... > quella frase gli fa inevitabilmente suscitare una nota ironica. < Ai tuoi tempi non c'era uno come me. Sennò m'avrebbero usato come tortura. > occhiolino smart, sorriso smagliante da mascalzone, faccetta da tipo, il tutto condito da una buona dose di goliardia. < D'accordo... d'accordo. > sul finale, circa il mangiare qualcosa. < Ma hai già perso una sfida, quindi. Siamo uno a zero per Ekko. > facendo una posa trionfale. < *grida in visibilio di pubblico entusiasta*> dichiarando e simulando quella onomatopea, con le mani attorno alla bocca per echeggiare - non con tono alto, sempre in maniera del tutto scherzosa e contenuta - quella specie di plebiscito del pubblico. Si intratterrà a rifocillarsi con la donna, per poi andare via.{///END}{chakra off}